Lo Stato Moderno - anno II - n.14 - 20 agosto 1945

LO STATO MODERNO 161 OMBRE E LUCI DEL CONVEGNO DI POTSDAM li terzo convegno dei « tre grandi » si è svolto tra il 17 luglio e il 2 agosto a Potsdam; e Stalin solo vi rappresen– tava la continuità fisica con i due convegni precedenti, chè a Roosevelt era ormai successo Truman, e Churchill vi fu sostituito nell'u:tima fase dal suo successore Attlee. L'incon– tro cli Teheran (29 novembr&-2 dicembre 1943), avvenuto quando gli eserciti alleati erano ormai da un anno all'offen– siva ma restavano ancora lungi dai confini tedeschi, dovette occuparsi principalmente di stabilire la parte di ciascuno nel– le operazioni contro quella che si diceva allora la fortezza «Europa»; il convegno cli.Crimea (4-11 febbraio 1945) mise a punto gli accordi militari per l'assalto finale al Reich e sta– bilì una serie cli accordi politici in vista della soluzione del conflitto; quest'ultimo getta le basi della sistemazione defi– nitiva della Germania applicando gli accordi di Crimea, pre– lude alla conclusione dei trattati di pace con i suoi alleati mi– nori, e prende in considerazione la soluzione militare e po– litica del conflitto in Estremo Oriente: ma « tutti i particolari della cooperazione militare anglo-americana nella guerra con– tro il Giappone, allo scopo cli ottenere la disfatta nipponica, la resa incondizionata e la liberazione dei territori occupati dai giapponesi » vi sono concretati fra Truman e Attlee sol– tanto, chè l'U.R.S.S. è ancora neutrale. L'incontro conclusivo di Potsdam si collega d'altra par– te con quello di Casablanca (14-24 gennaio 1943), a cui Sta– lin non intervenne, ma che ebbe non minore importanza nella storia della ,guerra in quanto per la prima volta Roose– velt e Ohurchill, a soli due mesi e mezzo dal,lo sbarco nel– !' Africa Settentrionale e della rottura di el-Alamein, vi pro– clamarono la formula della resa a disormone. E, sorvolando sugli incontri, intermedi ai precedenti, di due soli dei «.gran– di», Roosevelt -e Churchill a Washington il 23 dicembre 1941; Ghurchill e Stalin a :Mosca dal 12 al 15 agosto 1942 alla presenza di Harriman; Roose\telt e Ohw:ehill a Quebec dal 17 al 24 agoeto 1943 -e dall'll al 17 settembre 1944; Churchill e Stalin a Mosca nel!'ottobre 1-944 con Harr-iman come osservatore), i ,convegni di ,guerra dei <grandi» s'ini– ziano con quel pdmo storico incontro di lloosevelt e -Ghur– chil! sul < Potomac » al largo di TeJTanova, quando gli Stati Uniti non erano ancora direttamente belligeranti, da cui uscì (14 agosto 1941) la « Carta Atlantica». Ora la « Carta Atlantica » fissava appunto « certi prin– cipi comuni alle politiche nazionali dei loro rispettivi Pae– si», sui quali i due statisti anglosassoni fondavano « le loro speranze per un migliore avvenire del mondo»; e con tale solenne dichiarazione essi venivano ad iscriverli sulle loro bandiere quali scopi della guerra da essi (per gli Stati Uniti solo dal 7 dicembre successivo) combattuta. Di fatto « il co– mune programma degli obiettivi e dei principi definiti nella dichiarazione fatta il 14 agosto 1941 » fu avallato dalla suc– cessiva dichiarazione di Washington del 1 ° gennaio 1942, che fu la base dell'alleanza cli guerra delle « Nazioni Unite», le• quali tutte pert3Ilto sono da considerarsi impegnate dai prin– cipi della « Carta Atlantica ». \ \ E' stato mantenuto tale impegno, specialmente per quan- 1 to concerne i due primi punti che suonano cost: < I loro Paesi non cercano alcun ingrandimento territoriale o d'altra natura> (I); e « Essi non desiderano vedere. nessun muta– mento territoriale che non sia conforme ai desideri libera– mente espressi dai popoli interessati> (II)? Per ciò che di– rettamente riguarda i due protagonisti, fino ad oggi, si deve ammettere di sì: non così per Mosca, eh~ già nella conven– :zione di armistizio con la Finlandia si assicurava, anticipan- lio quelle che sono normalmente le disposizioni del trattato di pace, vantaggi territoriali. Ma questo è nulla di fronte alle risoluzioni di Potsdam che, sviluppando accordi già presi in considerazione al convegno di Crimea, sanzionano ai punti V e IX un mercato di territori e, ahimè, cli popoli, ben degno cli figurare in un trattato del Settecento. I principi iscritti sulle bandiere, i principi per i quali i popoli delle Nazioni Unite hanno combattuto e vinto e per i quali gli antifascisti di tutti i paesi hanno accolto i loro ~serciti come liberatori, qui ripiegano in disordine di fronte alla legge del più forte e alla teoria dei compensi. L'U.R.S.S. ottiene la città tedesca cli Koenigsberg con tutta la parte settentrionaÌe della Prussia orientale, dalla Baia cli Danzica a nord di Braunsberg al confine lituano-polacco; e il Governo Provvisorio Polacco, çhe ha in questa occasione il definitivo crisma da parte dei Tre, in compen,50 della ri– nuncia ad ogni pretesa sui territori ad est della finea Cur– zon ceduti all'U.R.S.S., si vede attribuita una larga porzione di Germania (Prussia orientale e òccidentale, Pomerania fino allo Haff di Stettino, Brandeburgo orientale, Bassa e Alta Slesia) fino ad ovest di Swinemi.iride, al basso Oder, al Neis– se occidentale e ai Sudeti. Che vuol dire nove milioni di abitanti tedeschi, di zone etnicamente non miste, e territori su cui essa non poteva vantare neppure il così detto diritto storico, assegnati senz'alcuna ragione alla Polonia, a titolo cli compenso, con un'offesa tanto clamorosa quanto gratuita al « principio dell'uguaglianza dei diritti e dell'autodecisione dei popoli » e a tante altre belle parole del capitolo primo della Carta cli-San Francisco a solo un mese dalla .sua firma, e una nuova cagione cli guerra, ben più grave .di quelle la– sciate dal trattato di Versailles, aocesa nel ouore dell'Europa. E vuol dire, ben più che la disfatta di MJ1cejowiC'e, la fine della Polonia. -Questo Stato..fisa.mionica, che si sposta indifferentemente, a richiesta, dalle ~ive della Dvina e .dalle paludi cli Pinsk alla laguna di Stettino e alla pianure ,cli Lu– sazia, ,ohe può indifferenteinente annettersi o· cedere sei mi– lioni di ,Ucraini e Biancoruteni o nove iuilioni di Tedeschi, mostra di non ,avete nè CQIWstenz.avera nè Sqggezza pol'i– tica. Ben più saggi i r.eggenti di San Marino quando rifiu– tavano gl'ingr~dimenti territo.ciali offerti dal Buonapar-te vit– torioso alla Repubblica sorella; poichè proprio à questo sì deve se la repubblica, ancorchè anacronistica, vive ·ancora a un secolo e mezzo di distanza. Ben più saggi gli uomini re– sponsabili della Svizzera quando nel. 1920 rifiutarono di ac– cogliere le domande del Vorarlberg di far parte della Con= federazione e con. decisione lungimirante evitarono che il loro Stato fpsse coinvolto nella crisi europea provocata dal nazi– smo e da esso inizialmente condotta in base al principio demo– craticamente inoppugnabile dell'autodecisione dei popoli. Chè se la Polonia abbandonata al suo destino da Lon– dra e da Washington non poteva rifiutarsi cli cedere alle ri– vendicazioni sovietiche sui· suoi territori orientali, poteva ben, sì rifiutare il pericoloso dono delle frontiere all'Oder e al Neisse per una politica di raccoglimento nazionale, di cui già avrebbe avuto bisogno per ,digerire la Prussia orientale, la cui annessione era, sì, inevitabile. li polmone sul Baltico, più che raddoppiato in confronto del 1919, era sufficiente per la nuova Polonia rimpicciolita ma «concentrata», che avrebbe potuto domani, con una politica cli buon vicinato, sanare il suo storico contrasto con la Germania, rimpicciolita e concentrata essa pure. Invece il Governo Provvisorio di Varsa via, di netto orientamento a sinistra, anzi all'estrema si– nistra, ha preferito attenersi alla tradizionale politica, propria

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