Lo Stato Moderno - anno II - n.10-11 - 5 luglio 1945

LO STATO MODERNO - 5 LUGLIO 1945 91 POLITICA L E T T E R AT-U R A .NELLA GERMANIANAZISTA Di fronte alle orrende notizie che giungono di Germania, un senso di smarrimento coglie anche gli spiriti più sereni: come !"umanità è potu~a scendere talmente in basso? Come fu possibile ad un governo, per quanto disumano e spietato, riunire una tale quantità di carnefici adusati alle sevizie e alle torture, pronti a rinnegare la qualità di uomini per ese– guire gli ordini efferati che giungevano dai capi? E più d'uno fra coloro che hanno amata la poe!>ia tedesca e che hanno dedicato i loro studi a intendere l'apporto di quella cultura alla civiltà europea rinnega_oggi il proprio amore e i propri studi e condanna ad un tempo la Germania odierna e la tra– dizione spirituale tedesca, confondendo nella propria condanna il nazismo con i poeti e i filosofi, che da oltre un secolo pre– sentirono e previdero la rovina e tentarono d'impedirla. Più di uno fra i tedeschi, che furono d;'ll nazismo costretti ali'e– silio onde aver salva la vita, più d'uno- fra coloro che pur esuli in terra lontana considerarono la Germania ancor sem– pre come la loro patria, oggi confessano di vergognarsi di essere tedeschi e sembra loro che la spaventosa responsabi– lità dei delitti nazisti sia almeno in parte la loro stessa respon– sabilità, seppure ne sono le vittime. Nella condanna morale che il mondo intero pronuncia con– tro i sistemi adottati nei campi di concintramento e nei campi di distruzione, ove i morti erano a migliaia buttati nelle for– naci o nelle fosse comuni, anche i Tedeschi che morirono nel tentativo d'impedire l'avvento del nazismo e che vollero difendere la repubblica di Weimar sembrano partecipare del marchio d'fofamia impresso su tutto ciò che ha nome tedesco. Forse pe~ciò non è inopportuno il dire, in modo sereno ma deciso, che la granèle tradizione delle lettere e del pen.siero tedesco non ha nulla in comune con i miserabili che hanno tratto il paese all'ultima rovina. Possiamo ricordare con uguale venerazione il poeta purissimo che fu Rainer Maria Rilke: dopo la prima guerra mondiale egli affermava, con tranquilla coscienza, di non aver mai tradita r Europa negli anni di guerra e di aver sentito e sofferto la miseria comune a tutti i popoli. Possiamo con uguale sentimento di amore esaltare ta memoria di Stefan· George, che all'avvento del nazismo di propri~ volontà presceglieva l'esilio e in esilio moriva. E dob– biamo precisare che nel 1933 la configurazione della lettera– tura e dcli'arte tedesca contemporanea sj trasformava in po– chi mesi: centinaia di uomini di lettere, artisti, attori, fuggi– vano all 'estero.od erano incarcerati, uccisi, e i migliori fra i Tedeschi di tutti i ceti iniziavano il calvario dei campi di concentramento. Si è dimenticato che nei primi mesi del can– cellierato di Hitler furono imprigionate e trucidate molte de– cine di migliaia di cittadini tedeschi? Si è dimenticato che la polizia-segreta del partito nazista aveva prima della conquista del governo preparate le liste nere secondo un sistema di spionaggio casa per casa? Si sono dif!1enticate le parole di Goering in quelle settimane, quando egli diceva lo spavento, che gli suscitava l'opera che stava compiendo? Il nazismo adottò poi contro il mondo i sistemi dapprima esperimentati contro i migliori tedeschi; che nei campi di concentramento furono seguiti da milioni di stranieri deportati in Germania, condannati, martiri, per la difesa della libertà europea. Non si cerchi nella tradizione del pe,foérct 't~desco la causa degli orrori odierni; non si pronunci ,di· nuovo un giudizio avventato sn Nietzsche, che oltre mezzo secolo fa avvertiva il mondo del pericolo di una spaventosa conflagrazione cau– sala dai Tedeschi, non si risalga nè a Goethe, notoriamente contrario al patriottismo della guerra di libcrazlone del 1813, nè a Herder, dal quale aveva principio lo sforzo tedesco di riconoscere la propria intima anima, e non si cerchi nei poeti. del romanticismo e neppure nei filosofi, neppure in Fichte, che insegnava al proprio popolo la libertà e l'indipendenza, non si tenti di trovare nelle parole· di quei grandi, che ono– rarono la civiltà europea, l'origine e la ispirazione del deca– dimento morale, di cui il nazismo si è macchiato. Il nazismo ha ben altre cause, propriamente politiche: esso ebbe il suo lontano in'izio in una interpretazione della storia e della politica, che risale a Federico di Prussia, la quale con– cludeva ad esaltare il successo come la giustizia suprema, una interpretazione propriamente tradiziona:e del governo e delle élassi dirigenti e .della casa regale di Prussia, e addotta da Hegel ad m;ia formulazione teoretica, la stessa interpretazione contro la quale Marx protestò con tutta la veemenza della sua polemica. Il nazismo ebbe la sua prima affermazione, quando il socialismo tedesco tradì l'Europa affermando la preminenza dell'idea e degli· interessi tedeschi contro Ògni solidarietà dei popoli, e non esitò a votare per la guerra, ·nel 1914; il nazismo predisponeva già le sue armi, quando la re– pubblidh di Weimar stroncava la rivoluzione nel 1919, ricor– rendo per la propria difesa a Hindenburg e ai generali dello Stato Maggiore. Di quella politica solam_enteoggi si vedono le conseguenze; cioè la catastrofe spaventosa, l'incendio ni– belungico, nel quale la Germania è bruciata e distrutta. ·Il nazismo fu un movimento di riscossa dei grandi proprietari agrari tedeschi, e particolarmente dei proprie\ari a regime pressochè feudale. della -Prussia orientale, alleatisi agli indu– striali della Slesia e della Renania contro il tentativo della maggior parte del popolo di sminuire e controllare la loro potenza. Quei ceti agrari e inéfustriali cercarono nello stato maggiore dcli' esercito l'aiuto per la riscossa; e i. generali usa– rono di Hitler e dei capi nazisti e del movime1ffl:> di reazione piccolo-borghese,. in parie causato dell'inflazione che aveva immiserito e irritati i ceti medi, come ·di un'arma contro il tentativo della socialdemocrazia cli far vivere in Germania una repubblica democratica in accordo con le democrazie europee. La socialdemocrazia tedesca, calunniata, combat~ta, annientata dal nazismo con l'uccisione di tutti quelli tra i capi,. che non riuscirono a riparare in tempo all'estero,'in ve-

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