Lo Stato Moderno - anno II - n.10-11 - 5 luglio 1945

B LO STATO· MODERNO - 5 LUGLit, 1945 e·, Per una finanza straordinaria di, p a e e Alla fine di ogni guerra, alla smobilitazione militare è lJUasisempre seguita la smobilitazione finanziaria. Venute a cessare le eccezionali spese dovute allo stato di guerra, per far fronte alle quali lo Stato aveva dovuto provvedere con una legislazione finanziaria straordinaria, si è gradualmente rientrati nei confini della no·rmale legiferazione, integrata da <1uei provvedimenti necessari,. relativamente non notevoli, imposti dagli oneri derivanti dalle pensioni di guerra, e per gli Stati non battuti, dalle intlennità dovute agli Stati vin- citori. · . Una prima eccezione a questo stato di cose si ebbe alla fine della guerra 1915-1918 allorchè alla Germania venne imposto il pagamento di riparazioni di guerra di notevole entità. Se essa avesse mantenuto lealmente gli impegni assunti si sarebbe dovuta imporre per un lungo periodo di tempo tutta una legislazione finanziaria eccezionale. Per la prima volta invece neJla storia del mondo il no– stro Paese, e con esso gran parte degli Stati europei, al ter– mine della guerra, si troverà a fronteggiare esigenze centu– plicate. Cessate le,_spese straordinarie di guerra, emergono paurosamente le immani esig.enze di un Paese depauperato, privato di quasi tutte le sue risorse dalle sistematiche rapine nazifasciste. Un graduale alleggerimento del fardello delle leggi •fi. nanziarie di guerra è sempre stata la naturale conseguenza della cessazione dello stato di guerra. E' stato sufficiente nel passato mantenere in vita quei provvedimenti finanziari che assicurassero aJlo Stato il gettito delle entrate necessarie per far fronte agli oneri che erano sempre in ogni caso ben più lievi di quelli .imposti alle spese di guerra. Le rovine lascia– teci dal Governo fascista non solo ci impediranno di passare da una finanza straordinaria di guerra ad una normale ed ordinaria di pace, ma ci imporranno di urgentemente instau– rare una eccezionalissima legislazione finanziaria. Immane è il compito che il legislatore deve affrontare: paesi interi da ricostruire, ponti, ferrovie, strade da rifare, il naviglio mercantile da ricostruire, ecc., sono solo alcuni dei problemi da risolvere e che sarebbero imponenti e di diffici– lissima soluzione anche in un Paese in floride condizioni finan– ziarie, data la loro concomitanza e la totale loro urgenza di immediata soluzioìre. Tanto più arduo è Ù1vece il compito per il nostro Paese, privo di ogni riserva, èon una situazione di tesoreria comple– tamente negativa, con l'onere di un gravosissimo debito pub– blico, con la bufera minacciosa dell'inflazione in vista. Ed ai drastici provvedimenti finanziari che pure si do– vranno adottare, bisognerà por mano con una certa cautela, essendo la situazione nostra aggravata -dallo stato delle in– dustrie che, se pure abbiano salvato gli impianti,. hanno le loro scorte da ricostituire, mentre abbiamò un'agricoltura de– pauperata e con il patrimonio zootecnico in gran parte di– strutto. Quella straordinarfa finanza di guerra, che la scienza distingueva per la sua eccezionalità, dopo la guerra e per un lungo periodo, dovrà invece distinguersi per la sua continuità e per il crescendo dei suoi inasprimenti fiscali. Come si potrà far fronte alle esigenze del dopoguerra? Quali potranno essere i modi di finanziamento ai quali do– vremo ricorrere? Quattro sono, secondo noi, i mezzi che lo Stato potrà impiegare per le sue immediate necessità: l. Aumento delle entrate tributarie. 2. Emissione di titoli a lunga od a breve scadenza e conversione obbligatoria degli attuali in altri ad un tasso non superiore al 2-3'°/o. 3. Operazioni creditorie. 4. Emissione di carta moneta (inflazione più o -meno totale). I primi tre potranno essere adottati in concomit;mza im-. mediatamente. L'inflazione invece escluderebbe la loro imme– diata applicazione. Il ricorso all'aumento delle entrate tributarie sarà il mezzo, secondo noi, ll)igliore cui lo Stato potrà ricorrere per il risanamento dell'Erarjo, Esso sarà oneroso per la gran massa dei cittadini e per qualche generazione a venire, ma è l'unica maniera per arrivare ad un assestamento graduale dell'erario. Il primo mezzo naturalmente va integrato dagli altri due. Esaminiamo ora quali sono i tributi diretti sui quali par- ticolarmente far conto, per affrontare le esigenze prospettate: a) imposta sui redditi di ricchezza mobile; h) imposta sui fabbricati; e) imposta complementare; d) imposta sugli utili di guerra; e) imposta sul patrimonio. L'imposta sui redditi di ricchezza mobile è sinora stata quella che ha assicurato uno dei maggiori gettiti allo Stato. Essa potrà essere l'imposta cardine nell'avvenire, se opportu– namente modificata sia. per ·il metodo di accertamento, sia per le aliquote. Negli accertamenti di ricchezza mobile dovrà essere abolito una volta per sempre il sistema del « concor– dato » che rappresenta una specie di transazione fra le ri– chieste del fisco e le offerte del contribuente. Dovrà darsi ai funzionari delle amministrazioni delle fi– nanze la veste di veri e propri magistrati fin·anziari, creando uno sceltissimo corpo di funzionari probi e capaci. Essi, rile– vato in base ad opportune verifiche fiscali il reale reddito dei contribuenti, dovranno emettere la decisione sull'imposta do– vuta, decisione che deve rivestire il carattere di vera e pro– pria sentenza in materia fiscale. Naturalmente al contribuente dovrà darsi tutta la ,possibilità di fornire elementi e memorie atte a determinare quanto effettivamente egli deve all'Erario. Le attuali commissioni, integrate da qualche elemento più specificatamente tecnico in materia tributaria, serviranno a correggere in sede di appello gli eventua1i errori. Le aliquote dovranno essere progressive, sino a colpire il 95% di quei redditi che venissero a superare quei limiti che il legislatore sarà per stabilire. Per contro, 'dovranno es– sere esentati tutti i redditi modesti, e lievi debbono essere le' ·aliquote dei redditi fino a L. 100.000. Pene durissime dovranno colpire per altro tutti gli eva– sori. E' necessario che tutti si persuadano che frodare l'Erario deve essere considerato un delitto, tanto maggiore in quanto si danneggia la totalità dei cittadini. Portate le aliquote ad un limite di sopportabilità per i redditi, così che siano propor– zionali alla loro entità, non deve essere lecito ad alcuni di sot– trarsi in tutto o in parte al pagamento dei tributi. Ciò. che oggi si poteva ritenere una legittima difesa del contribu(!nte oberato da imposte che superavano l'effettivo reddito e che perciò non· venivano praticamente applicate, domani dovrà essere ·considerato reato duramente punito con pene effettivamente • applicate. L'imposta sui fabbricati' è l'unica che oggi venga corri– sposta effettivamentè sul cento per cento del reddito effet– tivo. E'Ssa è già onerosa, e tenuto conto che anche la pro-

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