Lo Stato Moderno - anno II - n.8 - 20 maggio 1945

LO STATO MODERNO 20 MAGGIO' 1045 CONSIDERAZIONI SULLA RIFORMAAGRARIA Ho visto con piacere dare l'avvio, nei fascicoli "2-3 e 4 dei Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà, a quella discussione su!la riforma agraria in Italia, che avrei desiderato da tempo al centro dehle preoccupazioni del Partito d'Azione, tanto in sede di studio quanto in sede più propriamente poHtica. Sin qui poco si è fatto, sia nel campo divulgativo, che in quf}llo dell'approfondime~to. E ciò è male,' chè se il proble– ma ancora ·non urge come problema di governo, urge in– ·vece, per chi lo intende, ·come problema po:itico al quale conveniva adeguatamente prepararsi. Comunque, Empirico, A. F. e Z. ci indicano la via, e con loro notevoli contributi ,_ (àpparsi il primo nel fascicolo 2-3 dei Nuovi Quaderni di Giu- , stizia e Libertà, il secondo e il terzo nel fascicolo 4) affron– tano in pieno il problema che ci si presenta come una fitta foresta da esplorare. Empirico, con opportuni dati statistici . e cenni descrittivi della situazione agricola italiana dal punto di vista giuridico e sociale, ci offre anzitutto i mezzi per misurarne l'estensione e le accidentalità, e poi ci indica il cammino, lasciandoci però quasi sul margine a sbrigarcela da soli per uscirne; A, F. si .addentra invece nel folto, ci mhstra inciampi e trabocchetti e con ampi giri prudenti ci conduce infine alla radura centra-le dove egli vede risplen– dere il sole.... dell'avvenire. Empirico considera il problema agrario italiano come un problema essenzialmente politjco:· relegando in secondo pia– _no quello tecnico-economico della produttività, e nel suo studio traccia alcune direttive generali per la riforma cui ~i assegna come obiettivo principale I' estensione della piccola proprietà coltivatrice,. affiancata da un complesso di misure - creazione di un sistema di cooperative, costruzione a carico dello Stato delle opere _necessarie a rendere adatto l'ambiente fisico alla conduzione delle terre in piccola proprietà, sviluppo del credito agrario, riforme del diritto successorio, tributario e delle obbligazioni per evitare sia Ìa polverizzazione della proprietà, sia la·· ricostituzione del– la proprietà capitalistica - dirette ad eliminare certi svan taggi e pericoli insiti nei sistema della piccola proprie.9.,.... Ma in complesso Empirico non entra, e di proposito, ad · esaminare nei particolari i numerosi problemi posti dalle sue affermazioni programmatiche generali. A. F.· si pone da un punto di vista notevolmente diver– so aa quella di Ernpirico, dimostrandosi più sensibile al– i' aspetto evolutivo che a quello rivoluzionario del problema agrario e più preoccupato delle constiguenze economiche di · una riforma. ~~h'egli a_mmette l'opportun!!à deJ ..E_a~s~gi? in pi:gp~tà dei_fondL ~i coltivatori_ direttj, ma tende a ,i– mitare le categorie di coltivatori che dovrebbero beneficia– re subito della riforma, escludendone ad esempio i mezza– dri; e per la maggior parte dei casi si accontenta di una « immediata, generale modificazione del riparto dei redditi a favore dei lavoratori», attraverso l'imposizione di un li– mite. massimo ai canoni di affitto, l'aumento della quota ·del colono nei contratti di mezzadria, l'attribuzione ai sala– riati, oltre al salario, di una partecipazione\ agli utili del– !' azienda; prevedendo però la possibilità dell'ascesa dei co– loni ad affittuari e di qu'esti a proprietari in un termine di tempo sufficiente a migliorarne le· attitudini tecniche ed. e– conomiche, nonchè la possibilità di costituzione di coope– rative fra i sa:lariati per la gestione in colonia collettiva del– l'azienda nella quale rappresentino la totalità o la maggior parte deHe unità lavorative.' Per mio conto, con queste note, non intendo tracciare le linee di un'a riforma agraria, nè scendere ad esaminare le proposte· _degli altri due autori, ma so_lo svolgere alcune considerazioni su quei punti .che mi sembrano vitali al finel di una corretta impostazione del problema. · · · } Mi pare anzitutto che si debbano esaminare attentamen- -.- te gli scopi che con la riforma si vogliono conseguire, per .predisporre in armonia ad essi i mezzi più idonei. La ri– forma agraria tende al raggiungimento di un duplice obiet~ tivo: da un lato, un obiettivo politico - e non starò a ri~ petere quale, tanto è conosciuto - attraverso una trasfor! mazionc sociale; dall'altro un obiettivo economico, traducef tesi nel potenziamento del,!à principa'.e attività, economicJ del popolo italiano. Mi pare pleonastico dire che tali a' e obiettivi sono inscindibi:i e che non si può conseguire l'uno trascur;mdo l'altro; ed è pure ovvio, per non dire banal~, che la soluzione ottima sta in un giusto e armonioso eqùili– brio dei due dati. 11 problema è quindi quello pi trovare il punto di intersezione, se così posso esprimermi,_ deH~çurve dell'utilità politica e dell'utilità economica dei provvedimenti da· adottarsi. · .ConsiiJerando il lato politico del problema, balza in primo piano l'importanza delle reazioni psicologiche che una pro, posta di riforma. potrà provocare nelle masse agrarie, deter– minando in esse, ·in un primo tempo, tin atteggiamento fa." vorevole o sfavorevole al progi:i!mma, e quindi decisivo per la sua attuazione, e in un secondo tempo quella maggiore coscienza della loro importanza nella vita della nazione, quella loro elevazione morale e politica che a lunga sca~. denza muterà i rapporti fra i gruppi sociali, rinnoverà la classe dirigente e darà alla vita politica italiana maggiore stabilità :i equilibrio. Agli effetti immediati, la riforma eh~ darebbe il massimo risultato psicologico sarebbe quella che, immettesse subito tutti i coltivatori diretti nella proprietà ·e ne garantisse il libero uso: il contadino non solo agogna la proprietà della terra, ama anche sentirsi padrone sul suo. · Ma questa, come tutte le soluzioni troppo facili di problem·; difficili, non sarebbe una soluzione,· quand'anche fosse tec– nicamente possibile. Mi p·are dunque che si debba accettarf' senz'altro un criterio di gradualità, sia rispetto agli aventi interesse alla riforma, sia al modo e ai tempi della sua ese– cuzione; senza tuttavia' cadere in una eccessiva attenu_aziom· del tono rivoluzionario della riforma, attenuazione che ci fa– rebbe pe~dere H vantaggio psicologico derivante alle mass" da un buon scrollone al vecchio sistema. Per questo· h riserva avanzata da A. F. nel suo studio ·circa l'immission,: in proprietà dei mezzadri, mi pare - e pare anche a Empi- . rico - un eccesso di prudenza, come altre sue proposta ispirate a preoccupazioni produttivistiche.' · . . Non dico eh~ ~i queste preoccupazioni ~~ii si debja te- • ner conto. Tutt altro. Di esse potremmo d1smteressarc1, o,a- · dando quasi esclusivamente al fattore politico, se ·la riforma • dovesse attuarsi in condizioni di normalità economica --é nor,, come è il caso, in un periodo di indicibili difficoltà, _riass 1 u– mentisi nella distruzione di almeno un quarto della ncchif • za nazionale. La necessità, sia immediata che. a ,lunga scy– denza di un aumento della produttività, e quindi della_ •Pi·: duzione, è uno dei -maggiori elementi che. devono· g1,11da~1 nell'impostazione della riforma; ed è anche _quello che, a~e– guamente affrontato, ci permette di risolvere altri probl~mi che attengono maggiormente al lato politico della riformt Così è de'.la questione della proprietà. _ In questo campo si not:i qualche esitazione ad estender6 il passaggio in proprietà della terra al ~oltivatore dir~tt~; per tema che_ ne derivino conseguenze economiche sfavo~--• voli. Ma ciò avviene solo perchè non si dà ad altri asp~•r., più tecnici, _della riforma, l'importanza e lo sviluppo · c-;, e essi meritano. E' qujndi bene inten_dersi chiaramente, '

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