Lo Stato Moderno - anno II - n.8 - 20 maggio 1945

/ 30, i LO STAT0 MODERNO 20 MAGGI-O 1945 dito nazionale uguale a quello prebellico incohtra- difficoltà dal iJato del lavoro. .Il reddito nazionale, prima della guerra, presentava un -lieve ma costante incremento nel tempo. A rigÒre, quindi, , nel calcolare il costo di ripristino della ricchezza distrutta ·.,non si deve tener conto soltanto delle distruzioni materiali, ,, l' ' ma anche dell'arresto provocato d:vlla guerra nel accumu,o della ricchezza nazionale. Perciò il confronto dovrebbe es– sere effettuato fra l'effettivo reddito nazionale prebellico e l'ipotetico reddito postbellico, se .non ci fosse stato il con– flitto. Si tratta di un calco'.o che presenta scarse possibilità diJsuccesso da un punto cli vista generale: ma che bisogna tener presente trattando casi particolari. Ad esempio, con– sid,eranclo il problema della ricostruzione edilizia non si può •certo dimenticare l'arresto quasi totale nella costruzione di case per abitazione dal 1940 ad oggi. 1 Durante il conflitto si è dovuto procedere a consumi anticipati di reddito (ad esempio: tagli di boschi) e non si è potuto conservare l'usuale ritmo nella manutenzione e nella riparazione dei beni (ad esempio dei fabbricati). Si . tratta di danneggiamenti inflitti indirettamente dalla guerra ',·alla ricchezza nazionale. Se anche non se ne deve tenere conto per il risarcimento dei danni cli guerra, pure, proce- dendo ad un calcolo generale, non si possono tralasciare '· queste perdite indirette, dato che si tratta proprio di vedere a. guanto ammonta il costo di ripristino della· ricchezza na– zidnale affinchè sia in grado di dare un reddito nazionale postbellico pari a quello prebellico. , Tanto il reddito nazionale prebellico quanto quello post– bellico sono espressi in moneta. E' l'unico modo, questo, per ooter effettuare un confronto temporale. Il reddito nazionale (come del resto la ricchezza nazionale), infatti, è un com– plesso di beni e di servizi assolutamente eterogenei tra di loro: alimenti, case di abitazione, oggetti dlabbigliamento, trasporti, divertimenti, e così via.· Tale complesso di beni e di servizi muta nel tempo. E' chiara quindi la necessità, :. se si vogliono operare confronti temporali, .:: ;:-•ocedere me– diante l'omogenea espressione monetaria. Ciò, però, è cu,~~ito , non· scevro di inconvenienti, in momenti di intensa dinamica monetaria, come l'attuale. Affinchè sia possibile un esatto confronto nel tempo tra due espressioni monetarie occorre ch'e la moneta mantenga lo ~tesso potere d'acquisto. Un ap- prossimato confronto può eseguirsi con l'appropriato_ impiego · ( ,qi numeri ·indici dei·prezzi: numeri.indici calcolati con prezzi t' v~ri, non con prezzi bloccati. · r• .: : Dianzi ho detto che bisogna ·calcolare il costo di ripri– . < stino della ricchezza nazionale in modo che questa sia posta l' in 1 grado di alimentare un flusso di reddito nazionale pari a ' quello prebellico. Non ho detto che tale ricchezza nazionale, l dopo quèst' opera di ricostruzione, debba essere necessaria– ; · .m,ente uguale, in entità materiale e tipo, a quella prebellica. • l . Gjò significa che anche il reddito nazionale può essere disu- 1 gl)ale quanto a entità materiale e tipo. Quello che deve es– sere uguale è il valore del reddito nazionale per testa, sup– , p6sto costante il potere d'acquisto della moneta. Un esempio ·abbastanza probativo di quanto detto si ha considerando la questione de!la ricostruzione edilizia. E' vero che, per una · ragione o per l'altra, le case ricostruite non saranno uguali a ·quelle distrutte. Ma le case, ricostruite con ·criteri moderni, '· · daranno all'inquilino una somma di soddisfazioni economiche, ' • ,J parità di stanze utilizzate, certamente più grande. Conside- , i ti' e 1anclo il_-problema, anzichè in tempi successivi, in uguale «'. \ ,tempo, si può dire che l'inquilino può mantenere· la stessa ~ ;iuanti\à di soddisfazioni economiche passando da un appar– -' ,;'tamento situato in una casa di vecchia costruzione in uno [ , ,• 0 :~ituato in una casa di nuova costruzione, pur accontentandosi '. 11 _~\-a'. un· numero minore di stanze. 1 0 La neccessaria disuguaglianza tra beni distrutti e ··beni · ricostruiti è punto· di fondamentaléìll!portanza. Vi sono molti, che grossolanamente credono che l'opera di ricostruzione· debba- essere eseguita riproducendo esattamente· quanto è 1 andato distrutto nel conflitto. Può· darsi che in alcuni casi\ si possa, e cioè sia economicamente conveniente, rifare es!lt·. tamente quanto è andato perduto: ma nella maggioranza dei casi i beni rifatti saranno diversi da quelli distrutti. Per la stessa agricoltura, che appare la più statica tra ·Je attività eco– nomiche non sarà conveniente ricostruire esattamente i beni • strumen;ali ·perduti perché essa dovrà assolvere compiti p~o- _ duttivi diversi da quelli del passato. In <linea generale l'attrezzatura produttiva italiana dovrà subire modificazioni strutturali imposte dalle seguenti circo– stanze. Un grande progresso tecnico si è verificato in tutti i paesi del mondo. Vi è ragione di ritenere che l'attrezzatura produttiva italiana sia in ritardo, generalmente parlando, ri– spetto a que:la straniera, come efficienza tecnica. Quindi i beni distrutti tecnicamente arretrati devono essere ricostruiti facendo riferimento alle nuove possibilità offerte dalla tecnica produttiva. Vi è relativa esuberanza di alcuni tipi di macchinario aziendale, sul piann naziontrle. I beni strumentali deb~ono essere ricostruiti soltanto facendo riferimento ad un pieno sfruttamento di essi. Se, tanto per fare un esempio, due aziende distinte possec'levano impianti uguali che potevano sfruttare soltanto al 50% della loro capacità di produzione, date le difficoltà di smercio sul mercato interno ed estero, è inutile ed econ:imicamente dannoso. dal punto di vista na– zionale della ricostru~ione. riprodurre di nuovo i due im– pianti. E' sufficiente ricostruirne uno solo, da -sfruttare, a pa– rità di ogni al :ra circostanza. al 100 % della sua capacità. E' d'uopo t~ner conto dell'inserimento dell'economia pro– duttiva italiana nella piI'i vasta economia internazional_e. Rap– porti di scambi \)iù stretti tra l'economia italiana e le economie estere necessariamente imporranno modificazioni strutturali all'econow'~ italiana. Non si può ancora dire con precisione G~i?lf _,l..ltranno essere queste modificazioni: ma appare fin d'ora necessaria una grande cautela nel-la ricostruzinne di quee:li impianti ritenuti esuberanti da questo punto di vista, mentre è utile ricn.<truire o, me11:lio,costruire ed incrementare quegli impianti deficienti rispetto alle possibilità di vendita sui mercati internazionali. Ho finora fatto riferimento a beni di proprietà privata; il problema della valutazione delle perdite inflitte al patri– monio nazionale appare più difficile nel caso di beni pubblici come strade, ponti, scuole. ferrovie e così via. Per questi beni è quasi sempre impossibile fornife una valutazione in base al reddito, perchè le soddisfazioni economiche che questi beni procurano, per quanto ingenti, sono già considerate nel cal– colo del reddito nazionale.· Inoltre non è possibile una valu– tazione in base àl valore di -scambio perchè trattasi di beni che non dànno luogo a mercato. Per questi beni è necessario tener conto in parte del costo di riproduzione. sempre ~a– dando alla non paragonabilità dei beni distrutti e dei beni ricostruiti quanto a quantità e qualità di servizi resi. · Le sopraddette circostanze, convalidano, se ve n'era_-bi– sogno, la necessità di calcolare il costo di ricostruzione dei beni <listrutti dalla guerra, piuttosto fondandosi sull'utilizza– zione futura di tali beni che sull'utilizzazione passata. Non deve poi importare se i beni ed i servizi che materialmente formano il reddito nazionale sono alquanto diversi da quelli del passato: purchè si incrementi presto e rimanga intatta, per ogni italiano, la somma di soddisfazioni economiche tratte dall'utilizzazione di tali beni e servizi. l,IBEltO LENTI

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