Lo Stato Moderno - anno II - n.8 - 20 maggio 1945

« che noi - nè empii nè superstiziosi - ci opponiamo ad ogni insegnamento ca– techi_stico non ,già in nome di un mi– scredente anticlericalismo, ma perchè siamo interessati al formarsi di un for– te sentimento religioso, onde ciascuno possa trovare in sè lo sti~olo per la sua redenzione » ...poichè « cristiano, abbia o no il crisma del Santo Uffizio, è tutto il pensiero moderno che ha ali– mentato dentro di sè, fino ad identifi– carsi con esso, il· culto religioso della libertà: .quel-lo appunto che la scuola - scuola veramente umana come noi ei adoperiamo che sia - deve ricon– quistarsi per potere pienamente espli– care la sua funzione formativa ». Fin qui non ci ,pare che Bottari abbia detto mo1to di nuovo, se non ri-preso le vec- . chie posizioni dalle quali si è combat– tuto per •la scuola laica, scuola di li– bertà. Bisogna tener conto dei riflessi · della politica concordataria, e dei suoi molteplici Tiflessi internazionali in rap– porto alle complicate avventure del no-– stro paese nell'ultimo ventennio. Il di– scorso va ripreso su a'1tro piano ed al momento opportuno siamo certi eh~ la nuova società democratica italiana trn– verà il modo di definire la propria po– sizione di indipendenza assoluta, pur nell'a,tmosfera di una necessaria C'JJ;a - borazione per la quale, da una parte e dall'altra, si sono ormai assunti degli impegni morali. Più interessanti gli ac– centi coi quali egli sottolinea la neces– saria «politicità» de.Ila scuola: « La scuola, come tutti gli altri fatti della vita, diversamente da quanto sostengo– no i teorici dell'apoliticità, ha la sua autonomia in un circolo di relazioni, ed è in esso, e soltanto in esso, che può trova-re alimento per la sua stessa vita. Rompere questo cerchio di relazioni non significa renderla autonoma, ma chiu– derla in un isolamento sterile, trasfor– marla in accademia, alimentarla di re– torica, depauperarla di ogni energia morale: significa, in una parola, trarla dalla vita alla morte». In questo si risolve la « poliiicità ;> della scuola, «politicità» che è « con– dizione prima della sua vitalità se vo– gliamo che essa, nel .futuro assetto del- j la vita italiana, diventi un istituto :ia– silare di educazione umana e ci;r,Je ». Ed a tutto questo sottoscriviamo p;en:1· mente. • Situazione · del Partito Liberale (Realtà politica, 15 aprile 1945) Realtà politica è con Rinascita (co– ·munista) e con Socialismo una delle più 'nteressanti e significative riviste che, scendo a Roma, diano a bene sperare , elle sorti della democrazia italiana. ottolineamo il fatto che esce a Roma: Roma dove, peraltro, (ci dicono) via ondotti, via del Babuino, piazza di pagna, Trinità dei Monti e tutti i luo– hi cari ai romantici e ai decadenti di nghilterrà e di Germania (diciamo ro- mantici e decadenti secondo la nota in– dividuazione letteraria e con genericità da... futuristi) sono diventati la sede dei rivenduglioli che accarezzano gli interessi più mediocri e consumati de– gli stranieri nei confronti del nostro paese. Realtà politica ha per redattore capo Riccardo Bauer, e per collabora– tori tanti cari amici: da De Ruggiero a Garosci, da La Malta a FanceHo, da Salvatorelli a Vinciguerra... Nel n. 8 della rivista leggiamo un acuto articolo di Ugo La Malta nel quale è esaminata la posizione del Partito liberale nei con– fronti della lotta per la struttura dello Stato, lotta che il Partito liberale ne– ga, sostenendo che .vi sia continuità giuridic3 o legale deHo Stato « che è poi sostanzialmente affermazione non di continuità giuridica soltanto, ma di con– tinuità politica e sociale». Poichè la struttura statale alla quale i liberali intendono riallacciarsi non può essere quella fascista, è giuocoforza · che essi si riferiscano a quella prefascista, come se in questi ventidue anni nulla fosse successo. Saremmo ancora all'infelice heri dicebamus caro al senatore Ei– naudi. Tuttavia, essendo innegabile che qualcosa è pur successo, il !egalitari– smo del Partito liberale si ridurrebbe a difendere tutte quelle sopravvivenze della struttura prefascista che non so– no state trascinate nel crollo, e per le quali è possibile ottenere una nuova legittimità e una nuova solidificazione politica. « In· questo senso la posizione del Partito liberale si può quasi deter– ministicamente segnare, e il suo com– pifo storico e politico chiaramente fis– sare. Delle varie strutture che possono contraddistinguere lo stato moderno, il Partito liberale intende difendere e rea– lizzare la struttura individualistica li– berale». Il che non significa che il Partito liberale si schieri per una con– servazione-restaurazione pura; più com– plesse sono le sue esigenze con l'inseri– mento di una necessità modernizzatrice degli istituti, prendendo ispirazione dal– la tecnica politica inglese. Senonchè, co– me nota giustamente La Ma.Ifa, • la ca– pacità politica di quella società (ingle– se) a ordinamento conservativo è di as– soxibire in tempo utile le esigenze, _le aspirazioni e gli ordinamenti nuovi, di non determinare mai rotture irrepara– bili, di svolgersi attraverso -un proces– so continuo di acquisizioni di nuovi motivi politici e sociali. In Italia, in– vece, la situazione è completamente di. versa: dal Ji,beralismo le classi conser– vatrici sono finite nel fascismo no'l so– lo, ma la stessa costituzione libe!·al~ prefascista non era riuscita a eliminaTe tradizioni, atteggiamenti e tendenze ·di marca prettamente reazionaria e illibe– rale». E conclude: « Dello schieramento d; destra, quindi, il Partito liberale rimane e rimarrà la massima espressione e vi rimarrà col suo duplice problema di conservazione e di modernizzazione in- sieme della struttura i-ndividualistica cui esso aspira e alla quale non può non aspirare. Può avvenire che il Pa•r-.,: lito liberale riesca a vincere la batta– glia strutturale e realizzare am;he •i due aspetti della sua politica. Può av- · venire che invece le forze in esso con- - fluenti cerchino di fissarlo ad una po– litica accentuatamente conservatrice e reazionaria; o a una ,politica troppo avanzata. In ambedue i casi, l'intero Partito entrerà in crisi, ma le forze che ,tendono ad assicurare la moderniz– zazione del partito non si troveranno da sole in equilibrio stabile, meno che mai in una possibilità politica di cen– tro. Essi o dovranno ripiegare sulla for– ma più conservativa o andare a partiti che agitano principi strutturali diversi .. Un esempio tipico di questa ineluttabi– lità di posizione del Partito liberale si ebbe, del resto, quando il Partito si de– cise ad assorbire la Democrazia liberale. Altri esempi vedremo presto. Così il punto massimo di sviluppo democratico cui può arrivare H Partito liberale si fissa in una sorta di conservatorismo illuminato e. moderno, novità assoluta nella vita italiana, e quindi di difficile rea-!izzazione. in sè o per il momento in cui dovrebbe essere attuato. Al. di là di questo conservatorismo non vi è per il partito e ,per .Je forze che gravitano in esso una politica possibile. E· se le forze più democratiche ne vogliono una diversa, devono passare ad altre conce– zioni politiche e ad altre visioni strut– turali». Ma, ci domandiamo, a proposito dr conservatori: che cosa si vuol conser– va·re, in Italia? Che cosa se .non prima , si opera un radicale risanamento di uo– mini, d'istituii e di situazioni? La pro– prietà, forse? Ma dimenticano i conser– vatori che qualcuno dovrà pur. pagare i danni enormi di una stolta politica, e che non potrà pagare di cer.to l'ope– raio, ,!'impiegato, l'intellettuale non ab-– biente, e che ,le schiaccianti necessarie ipoteche ci ridurranno press'a poco, dal punto di vista economico, tutti nella. stessa situazione? E allora? Allora, è l'amore assurdo e intollerabile per gli· at_tri'buti quiritari e la incapacità spi-– rituale ad affrontare la nuova condi– zione umana che porta i conservatori a.J.la difesa sterile ed· impossibile della loro situazione di privilegio. Comunismo ... liberista (Il Globo, 5 magg"io 1945) Il Globo è un « informatore econo– mico .per la ricostruzione», che esce a Roma. Nel numero del 5 maggio pub– blica un'intervista col sottosegretario Pesenti. Liberista? No: comunista. Le · dichiarazioni di Pesenti farebbero ar– ricciare la pelle a molti nostri amici i quali non riescono a distinguere tra le ideologie e le necessità positive · del Paese. A loro edificazione le riportiamo. integralmente. (Tra parentesi: questo.-: comunismo intelligente, realistico, de-

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