Il Socialismo - Anno I - n. 4 - 10 aprile 1902

lL SOClALlSMd . .. Dice poi la Lombroso che la donna, « forse attual– mente pili delicata dell'uomo, meno muscolosa, meno forte, che a,·rebbc bisogno di più riguardi » deve ten– tare di vincere queJ--tasua inferiorità con ogni sforzo « sia pur quello terribile della selezione della specie». Ebbene. non vede l'egregia scrittrice come questa sia la condanna più aperta del suo modo di vedere, come le donne CO!:ii facendo perderebbero per ,·ivere la ragione della ,·ita? Basta rilevare i dolorosi effetti di questi sforzi delle donne che oggi lavorano per vi– vere - malate, vecchie innam;i tempo, pervertite molte, infelici quasi tutte - per accorgersi come la sconfitta, inesorabile. crudele, ma giusta, le attenda, quasi ine– vitabilmente alla fine dell'angoscioso cammino sulla via non loro. Un'altra cosa era bene rilevare su questa questione della donna: cioè il rapporto di essa con la questione del celibato maschile obbligatorio, mantenuto dal mili– tarismo e dal clericalismo. L'alleanza della spada e della stola, mentre. opponendosi al divorzio, alla ri– cerca della paternità e ad altre consimili civili riforme sociali ed alimentando il concubinaggio e la prostitu– zione, tendono ad aumentare il numero degli illegittimi, a diminuire il numero dei matrimonii. a disintegrare sempre pili la famiglia - condizione si11equa 11011 del buono sviluppo della specie e del benessere degli in– dividui che la compongono - è quella medesima al– leanza fra clericalismo e militarismo. che obbliga la donna a mutare le sue aspirazioni, per due motivi principali: 1° per uscire da quello stato cli inferiorità e cli soggezione che. secondo l'acuta osservazione dello Spencer. è proprio della ci\'iltà militare e che è d'altro canto imposto alla donna dalla dottrina della chiesa: 2° perchè si trova, come egregiamente fa notare la I.om– broso,« esclusa dal matrimonio, inutilizzata nella casa», effetto anche questo delle enormi spese improduttive che immiseriscono tutti gli Stati, per colpa special– mente di quel militarismo, al quale la chiesa dà il pili \'alido appoggio. contraccambiata. Sono infatti le enormi spese improduttive dedicate alla difesa di quell'idra a tre teste - militarismo, clericalismo, capitalismo - contro la quale combatte il proletariato di tutti i paesi, quelle che obbligano più della metà delle donne « a \'ivere all'infuori dei doveri della specie». E siccome altrettanti uomini si trovano nelle stesse condizioni e da <]uesti celibi e da quelle nubili potrebbero benissimo formarsi, con altrettanti matrimonii, altrettante famiglie, non già pei dirilli della ·,111bililà dobbiamo rombai/ere, 11011 già per assirurare a /11//ele donne i 111ez=i d fare n meno degli uomini. il rhe è co11/rario alle leggi immutabili della natura. ma dobbiamo combattere per i diritti della specie, per i diritti della donna 'intesi nel vero e sano senso: di– ritto cioè di amare e cli procreare figli sani e robusti, diritto di attendere alle proprie funzioni speciali dcli• catissime di allevamento e cli educazione della prole, dirillo di esser considerala, per questa sua parie di In• voro 11eL mondo, nlln pari dell'uomo. Ed è in nome di questi diritti che la donna deve ribellarsi, non acconciarsi, come la Lombroso consiglia, a tutto ciò che tende a snaturare le sue speciali ten• <lenze ed a farla degenerare. E' in nome di questi veri, biologici, diritti della donna, della famiglia, della so– cietà, che dobbiamo combattere contro le cause !-opra enunciate del disordine attuale, tagliando, una dopo l'altra, le tre teste del mostro, 'o facendolo morire cli fame e di stanchezza nella continuata lotta d'ogni giorno e d'ogni ora. Ed a questa grande lotta, nel loro vero interesse, dovrebbero partecipare attivamente le donne, in prima linea, fra le nostre file. Ma disgraziatamente le più son prigioniere del nemico e non hanno nè l'intelli– genza nè la ,·olontà cli fuggire; le altre, quelle che hanno e l'una e l'altra cosa, consigliano la resa e si offrono in olocausto. Kon potendo vincere si adat– teranno. Ciò può sembrare ben triste ad alcuni. ~la a me sembra naturale. perchè dimostra una volta di pili ciò che io penso e so. che cioè le donne non sono fatte per la conquista. per la lotta, ma per la conservazione e per la pace ; non per la grande aria sconfinata, bur– rasco!'-a del inondo, ma per la tranquilla serenità della casa. Ci lascino dunque conquistare per noi e per loro. attraverso le gigantesche lotte preparatrici della civiltà futura, questi asili soavi di amore e di pace, questi laboratoi-ii tranquilli. dai quali usciranno. in grazia loro e delle loro cresciute virtù educatrici, più robuste, pii.1 sane. più belle. in tutto mig-liori, le generazioni ,·enture. T. Rossi Dorìa. .\bbiamo pubblic.'llO volentieri ques1a p.'.>lemica,perchè deside– riamo che l:l noslr:i. Rh•i-.ta si:i. palestra libcrnmcnte :i.perta a umi i socialis1i di qual5;iasi gradazione. Per conlo nostro però non possiamo e,;imerci cbl dire, che :i.gli argomemi del Ros.;i Doria, che sono, secondo noi, inoppu– gn:i.bili nel terreno statico, si può, si deve aggiungere il punto di \·'.sta.dinamico. I·: cioè dom:md:i.rsiquale si:i. il metodo piì1effic.,ce per oltencre l:i. protezione biolog-i ca delle donne e dei fnnciulli. Per questo problcm:i. ci pare la Gin:i.Lombroso vedesse chiaro, qu:mdo dice\'3. che la ver.1 1 inlcgrnlc, efficace protezione dclb donna si avrà con la rcalizz:1,:ionedell'ordinamento socialista. E se è pur \'Cro che questa. realizzazione si farà per grndi. resta sempre d:i. chit'!dcrc i.e per queslc p.irziali e gr:uluali con– quiste sia metodo pili u1ile ed efficace invoc.'lre dall' aho le rifonnc lcJislath·c, o non piuttosto imporle dal basso, con b orga.ni, :zazionc e l'educa7.IOnc del proletariato, maschile e femmi nile, a b ase <li programma 111aJS;1110. Senza dire che queste riformette, discendenti cbll'alto, sono sempre un:i. meschina p:i.rodia di p.'lnnicclli caldi e non valgono certamente le energie impiegate p er oucncrlc; sta poi il fatto elo– quente che nei paesi industri:i.li , che da pili di mezzo secolo h:mno leggi protetu,• e del 1:i .voromuliebre e infantile non si è per que,:10 climimtn. o a .rrest:i.tab degcnernzione delle classi lavoratrici. 11 che, per conto nostro , torna a dire che il 111e/01/o rijormisla (chiedere :i .Ilacl:i.ssedomin: m1c qualche beneficio) è in a pp,renz:i. il più brev e e facile, mentr e non è che piì1 lungo e meno effic:i.ce : e se qu.'llche p:ccolo vaninggio esso può :i.nchc re:i.lit7.ar c,bi,ogn:t pìÌl che m:i.i :i.ttencrsi al mt!odo ri.Jolu=ionario (s"iluppo dell(• energie nel prolc1:1.rialo s1esso) se vogliamo giungere, più prc.,to che non si creda, o.Ila re:i.liu::lzione graduale, ma progrcs<ii,•!lmeute rapicb ed efTeuh·a dei no<ltri ide:i.li. (N: (/. I>.). Variazioni i,, tema di divorzio. Riandando i ricordi dei libri letti e delle cose sen– tite a proposito ciel divorzio, e. trascendendo i limiti dell'argomento e ciel tempo nostro, pensavo le ,·crgini foreste e le silvose montagne dell'età preistorica. quando l'uomo in fatto di amore, seguendo. con I' impul!-O proprio, le leggi sacre della \'ita, perseguiva gli incon– saputi fini supremi della perpetuazione e clcll'cvoluzionc della specie ... Ma, e il pudore?! Dove era il pudore in quei primi. vigorosi progenitori, che la terra aveano madre e ,·e~ nera vano dea? E pensare che il pudore - quale oggi si conosce - ha cominciato ad e:--isterc proprio quando... non cc n'era pili! Gli uomini primitivi, come gli animali, anda,·ano vestiti ... nudi, pcrchè, vivendo allo stato di natura. essi non attribui\'ano nessun significato immorale alla nudita. Il ,·ero pudore, autentico. era quello: tanto che gli uomini, poi, cominciarono a dare gli sguardi spoglia– /ori, mentre quei nostri remoti antenati non li davano: e non perchè ... bisogno non ne avessero, ma perch(: il non averne bisogno faceva sì che 11011 se ne susci– tasse il desiderio.

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