La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 38 - 25 ottobre 1925

154 il governo è la volontà di una persona e sente pertanto che la persona che vuole non è la legge. Ha perduto la fede nella legge perchè non tien fede alle persone, non intende lo Stato perchè sente il governo. Di contro al doloroso scorrere delle dominazioni governative in Sicilia (romani, barbari, greci, arabi, normanni, tedeschi, francesi, spagnuoli, austriaci, borboni, italiani) si è spontaneamente costituito un nucleo organizzativo di Statomorale. Non ha assnuto mai forme chiare •? definitive, ma ha mantenuto sempre una efficienza reale ed un reale dominio. La mafia è l'istinto dello Stato; ed è na• turalmente una, necessariamente, oscura pratica di governo. • Il governo, questo o quel governo, rappresentano la legge fuori di noi. La mafia è la legge dentro di noi. Tra l'essere e il non essere non c'è equazione ma attività dialettica: il mafioso si sente, in buona fede, il custode della legge, l'interprete di un organismo giuridico, il mallevadore di una giustizia reale. QueHo che pare a noi delittuoso ed arbitrario ha invece nella mafia una rigorosa logica ed un rigoroso sviluppo conseguenziale; la mafia è gerarchia, è ordine interno di Stato; questa gerarchia vigila sui limiti di un diritto di natura ed è massimo organismo etico e legislativo ( esempi spiccati della legislazione mafiosa: a clii ti leva il pane levaci la vita; meglio una volta cc aggiamare » ( diventar pallido) che cento volte cc arro'5icare » (arrossire); difendi il tuo a torto e a diritto, ecc.). • Lo scippo, la rapina, l'abigeato, la lettera di scrocco sono atti delittuosi quando non ubbidiscano ad una necessità amministrativa; la mafia impone le sue Uisse e i suoi controlli, e li difende coattivamente coi suoi colpi di mano. Ha, si può dire, un assai rapido sistema procedurale; ma non per questo crede di esser fuori della giustizia. Al Tizio è stato sottratto ingiustamente alcunchè, al Caio è stato fatto irragionevolmente un torto: chi ricorre, in questi casi, LA mVOLUZIONE LIBERALE al1'uomo d'onore è m.atematicamcnte siGUro d'esser reintegrato nel suo pieno dirjlto e chi ba commesso il torlo la paga! I tribunali della mafia si sentono in questo senso depositari di un concetto eroico del1a giustizia fondato sul principio naturale dc'I t.aglione: il biblico clii uccide muoia, trova l,1 sua più rigorosa applicazione in confronto alle elusive cd evasive ferraggini procedurali e giucliziarie del governo esterno. Il governo esterno, Lu cuvernu, è per il maf.oso siciliano il massimo termine di arbitrio; ecco perchè l'uomo d'onore che è così scrupoloso nell'adempimento di quelli che crede i suoi doveri, non pigl.ia mai sul serio le funzioni dell'amministrazione e del controllo statale, ma a1na eluderle, neutralizzarle, renderle, per quanto è possibile, inefficaci. Il contatto con lo Stato si impone dunque: ma si impone ab extra. Il mafioso conqujsta i Consigli comunali, quelli provinciali, le rappresentanze parlamentari non perchè crede nel1o Stato che egli sente irrazionalmente greve sulle sue spalle, ma perché J,a bisogno di neutralizzare la sua potenza, ha bisogno di sentirsi più libero che sia possibile nell'esplicazione del suo mandato reale. In questo senso il mafioso è apolitico: perchè non intende nè i partiti, nè la dinamica politica delle ideologie. E non l'intende perchè egli si sente sommamente politico. Questa mafia originariamente politica non si distrugge nè con le crociate, nè con le alleanze. Si distrugge in un ,enso positivo: attraverso una illuminata e chiaroveggente educazione politica. Nei paesi come il nostro, per far penetrare la nozione dello Stato è necessario che passino molti e molti anni; è necessario che !'unità d'Italia diventi una esperienza in atto. Bisogna risolvere la quistione del Mezzogiorno. Bisogna creare, nel mafioso, la 1·azionalità, cioè la necessità dello Stato." PIETRO MIGNOSI. Sketch ed altri &imili. Tuttavia, se e legittimo disprezzare la stampa gialla, è equo tributare un elogio ai tecnici che quotidianamente le dànno vita. Bisogna essere un giornalista professionista per caplre le immense difficoltà che redattori e tipografi sono c·hiamati a risolvere di continuo. Chi è del mestiere sa che nulla è più ingrato che la preparazione del le notizie, la loro ,, cucina ». Accomodare in salsa p;ccante delle sciocchezze, o, peggio, ilelia roba trita e misera, disperatamente comune, richiede un'ingegnosità straordinaria, e a lungo and.are il lavoro consuma, stanca, stronca. Nella stampa gialla non v'è notizia che non venga 11i.presa,rifatta, amplificata, riscritta, rielaborala. La verità finisce male, d'accordo, ma di chi lo colpa se non del pubbJjco? Ora, il giornalismo inglese serve magnificamente i suoi romanzeschi lettori, come sa soddisfare i più seri e pratici. In America, la seconda categoria non esiste, a quanto pare, e i risultati sono orrend,i. Alla sovraeccitazione di chi pro<luce, fa riscontro quella di chi consuma: nevmstenia giornalis,ttica possibile solo tra <lei grandi ignoranti o <lei cacciatorj di emozioni. Spirito borghese. I giornali seri si d,istinguono per il loro carattere coscienziosamente positivo, casalingo. Sono l'organo di cittadini, di gente che è guidata, diiretta da abitudini secolari. Il Daily Express, appena modificato, potrebbe uscire in qualunque parte del mondo: esso fa appello ai sentimenti elementari dell'individuo. Il Times, il Daily Tele,grapli non sono poss·ibili che qui: rappresentano realmente il len1peramento britannico, e hanno un'importanza indiscutibile. UNO SGUARDO IN FLEET STREET Il giornale italiano fa troppa parte alla politica e troppa alla letteratura. In ùn certo senso, ciò è doveroso in un paese che manca d,j, riviste, di rassegne settimanali in modo inconcepibile, e che obbliga i suoi scrittori ad attaccarsi a un quotidiano per non morire di fame, o fare gli impiegati dello Stato. Resta alla maggioranza dei lettori il rifugio delle cronache giudiziarie, che è anche 'l paradiso del pubbl,co francese. Il giornale inglese dedica largo spazio alla politica, ma non ne fa il tema esclusivo delle sue colonne principali: su tre dei suoi editoriali, uno almeno tratta di argomenti <li interesse generale. Riduce l'arte, il teatro e la letteratura in proporzioni severe, e bada sopratutto ad informare più che a giudicare. La personalità del critico (e. quella di qualunque altro, scrittore o redattòre) non compare mai: il giornalista IÌ'llglese, di regola, non firma, o tutt'al più mette le iniziali del suo nome. L'autorità del giornale se ne avvantaggia, il suo tenore letterario ne scapita. Londra, ottobre. Il giornalismo inglese è ammassalo nel quartiere che si estende da Aldwych a Ludgate Circus, tagliato alla base dal Tamigi, chiuso alle spalle dalle rombanti arterie di Holborn. Straducole, cortili angusti e bui, muraglie sudicie e vertiginose; poi, qualche largo spiazzo per i carri che recano la carta, e portano via le copie della rçsa. Un incredibile affastellamento di uffici, la lebbra delle .targhette che incrosta ogni porta, festoni ,ìi lettere dorate, e azzurre insegne ai balconi. Gli anditi, ricoperti per lo più da piastrelle biancastre, come in Italia gli ingressi alle case di tolleranza. Di tanto in tanto, una taverna dall'insegna gotica, o un caffeuccio. Schiacciato fra Chancery Lane, il Tempie e la salita che conduce alla City e a San Paolo, percorso dal traffico metropo1itano, Fleel street lancia una sua propaggine all'estremo lembo dello Strand, e nel quartiere del Drury Lane, di Covent Garden,, ma il suo vero cuoi:e npn è là. Nessuno si sogna di. andare a cercare il ritratto del dottor J ohnson nei pressi di Bow streel. L'aggettivo che qualifica con maggior precisione il giornalismo inglese è impressionante. In quello italiano trovale talvolta la genialità, nel francese, sempre, l'ingegno, nell'inglese, la forza. Lo sforzo tecnico che produce un grande giornale inglese non ha eguali: un numero del Times è, tipograficamente parlando, un prodigio. Per questo, di qua dalla Mamca, si sorride davanti alle otto pagine del giornale italiano, alle sei del francese. Illustrazioni, cifre, prospetti, annunci, dimostrano una ricchezza di mezzi straordinru:wa, la cura di approfittare di tutti i nuovi ritrnvati tipografici. Ci si domanda perchè nessuno dei nostri amministratori di giornali . si preoccupi di studiare ed applicare i sistemi inglesi, e rimanga attaccato ai metodi dell'età della pietra. La risposta è semplice: mancano 'i denari per l'esperienza, e non si vogliono utilizzare gli uomini capaci di tentarla. La tabe politica paralizza tutti: cc Lei vuol rinnovare tecnicamente un gioTnale? Mi faccia vedere la tessera ». Se però si passa a considerare il valore intellettuale del giornalismo quotidiano cominciano i guai: a sentire certi critici d'avanguardia, Fleet street impersonerebbe a meravialia l'onesta mediocre e antiquata mentalità borghese; 'non sarebbe uno stimolante di energie. Filisteismo, insomma. Essi non hanno torto, ma non comprendono lo spirito tradizionale di Fleet street. Fatti e idee. È nozione corrente che la prl!ma, in ordine d'importanza, qualità di un giornale consiste nel dare ai suoi lettori il maggior numero possibile di notizie, accertate e controllate con scrupolo. Questa regola conduce a uno sdoppiamento: stampa d'opinione e stampa gialla. La stampa d'opinione (che non è quella di partito, insignificante, come vedremo~ offre, oltre alle notizie, la loro interpretazione, in uno o più editoriali, ma, pur concedendosi qualche naturale tendenziosità nelle informazioni, si ricusa di contorcere, sfigurare, snaturare, e talora inventare le noilitie, L'altra, vive di questi sforzi caleidoscopici, sotto cui si nascond6no intè; ressi materiali e volgari. Prendiamo, per es., due giornali egualmente reazionari in politica, la Morning Post e il Daily Mail; troverete, nella prima, un'eccellente rete di servizi esteri; nel secondo essi vengono sostituiti da avventurosi dispacci di cc inviati speciali », metodo che il Daily Express ha portato a una specie di sfacciata perfezione. La dottrinaria Morning Post dà al suo pubblico ristretto e fedele dei fatti visti alla luce delle sue idee. I giornali di Lord Beaverbrook e di Lord Rothermere porgono ai loro milioni di lettori delle cc visioni », delle « fantasie » attorno a un avvenimento attentamente scelto ... I verbosi editoriali della Morning Post sono ridicolmente gravi e compassati, ma efficaci; i brevissi.DJJ, violentissimi editoriali della stampa gialla non hanno lettori perchè il vero cc editoriale » è la noùzia gonfiata in prima pagina. La prova del fuoco per questi giornali fantasiosi, osserva G. Binney Dibblee in un ~rezioso volumetto, The newspaper, sono le elezioni, in cui la loro• influenza è minima. Tutti sanno a chi essi appartengono, e donde derivano certe avventate tesi ostinatamente sostenute. Mentre in Francia l'anonimo e la moderazione (per non dire I 'indifferenza e la timidezza) politica regolano la condotta del ]oumal e del Petit Parisien, :in Inghilterra si può constatare il caso di Lord Beaverbrook eh~ va a teatro, si trova in disaccordo col proprio critico drammatico, e fa stampare in prima pagina del Daily Express (edizione domenicale col titolo Sunday Express), :n corpo dieci, una sua lettera che vanta la commedia, mentre la cr>tica è relegata nell'interno del giornale, in corpo sette. La stampa gialla, oltre agli affari di chi la possiede, non ha altro dio che il successo. Corre quindi dietro ad ogni scandalo, Ì'llgigantisce qualsiasi fatterello, e ha sempre in riserva qualche storia di spettri o di fantasmi, di suicidi misteriosi, e così via, per riempire le colonne con delle informazioni sensazionali anche nei giorni di magra. Sarebbe ingenuo attribuirle vitlore politico o intellettuale: essa non ha la menoma autorità in nessun campo. Siccome costa un solo penny (mentre Times, Morning Post, Mmichester Guardian ne costano due, e i liberali Daily News, Daily Chronicle, Westminster Gazette, fatti sullo stesso tipo, non possono tecnicamente competere con essa) il pubblico, stuzzicato dalJa presentazione della materia, la acquista. Le donne, si può dire, la prediligono, e anzi vanno assai più in là: in 'bus, per la strada, in tube, è difficile che vediate una dO'llna con un giornale non illustrato; di qui la fortuna del Daily Mirror, del Daily Molto sovente, nel continente, il direttore di un giornale lavora per soddisfare i suoi gusti e le sue passioni personali; qui, il pubblico è sovrnno. Il motto della stampa inglese è alL1·uistico: (< serv•ire ». Lo spazio immenso e l'impOl'tanza accordati alle lettere del pubbljco (i11 Itali.a il tentativo del Corriere della Sera non ebbe fortuna, e fu oggetto di q1rnlche volgare mistificazione) impressi.~nano il giornalista straniero, abituato a rispettare •~ a stimare assai poco i suoi lettori. Chi prenda in esame questa corrispondenza, ne deve osservare, oltre il naturale ridicolo, la profonda serietà e sopratutto un carattere: quello di cosa vissuta. Il lettore rende note le sue esperienze, a scopo <lll' documentazione, di C().. noscenza quasi scientifiche. Espone dei fatti, degli argomenti, più che delle idee. Polemizza, incredibile a dirs,, con rispetto e discrezione. Le diatribe non sono ammesse. Uomini politici di tulle le fedi si, valgono con piena libertà della rubrica non come una tribuna, ma come una cattedr.a. Gli idealisti vi confidano che i loro progetti non trovano ospitalità nel, Times. Perchè dovrebbero esservi accolti? Il giornale è uno specchio: non inventa, registra. Riflette i pensieri, le preoccupazioni di una nazione borghese, tratta gli interessi che concernono cc tlie man in the street »: gli artisti si rivolgono altrove, poichè in uno Stato bene ordinato non c'è posto per i sognatori. Padrone chi vuole di trovare questo ideale meschino, e la stampa che lo raffigura fili. stea e gretta. Io Io trovo eccellente. Il giornalismo inglese ne vive. Senza dubbio si può concepire q1rnlcosa di più alto: la missione storica spettante a un dato gruppo, di uomini. Permettetemi di inchinarmi, e di passar oltre. Il Manchester Guardian è qui i!l rappresentante di questa concezione del giornalismo, poichè il laburista Daily Herald è un giornale tecnicamente m~l fatto, e senza reale importauza ideologica. Orbene, i1 socialdemocratico Manchester Gllardian perde, dal lato delle notizie, quel che guadagna dal canto delle dourine. È il giornale più liberamente e seriamente intellettuale dell'Inghilterra, l'unico la cui critica letteraria abbia un reale pregio ( quella del Times e del Litemry Supplement che esso pubblica è di un'aurea mediocrità) e i cui editoriali mostrino intelligenti direttive liberali. Ma non è tecnicamente equilibrato, manca di se1·vizi, non può concedersi il lusso delle grai:idi inchieste internazionali. Gli organi liberali minori, sopra nominati, non possedono poi ne p;)i editoriali del Manclie.,ter Guardùm, nè i ~rvizi dei conservatori, e sono per di più influenzati, quanto alla disposizfone della materia, dalla jmpaginazione visiva della stampa gialla. Osservazione generale: gli articoli di rjempitivo, d «va~età», sono in Inghilterra estremamente deboli: c'è il taglio, i I motivo d'interesse giornalistico, ma la scrittura è trivialissima, e si cercherebbe invano la disinvoltura, la grazia, la vivacità francesi. A chi cerca il tipo caratteri.stico del giornale inglese è bene indicare, come saggeu..a politica e serietà di informazione, il Daily Telegraph, ,,chiettamente borghese. La Morning Post, aggiunge alla tinta forcajola la vernice mondana, il Times, meno austero del Daily Telegraph tiene il giusto mezw, e la 6ua tiratura e il suo cosmopo]hismo se ne avvantaggiano. L'influenza. L'ora del giornalismo eroico è paseato. Invece di leggere The light that failed, il curioso si pr0<,'llrÌ UD romanzo di Sir Philip Gibbs, Th.e street of adventures. Vi troverà una pittura minuziosa della vita e de!J'ambiente di Fleet street, e alcuni schizzi <li tipi di giornalisti inglesi, fatti da un loro collega, con simpatia: l'autenticità del documento e la serietà dello studio sono garantite. Comunque, per rendersi conto del vento che spira, non ha che da aprire i giornali, tutte fo mattine. Addio campagne e corrispondenze di guerra (la natura cinematografica di quelle inviate ali a stampa gialla non ha bisogno di venir messa in rilievo), addio grandi inchieste (quella del Daily Express sulla religjone, fatta con dieci scrittori scelti in modo idiota - Oppenheimer accanto a Bennet; nè Wells, nè Galsworthy ... - ha suscitato enorme interesse, ma è stata condotta senza discernimento). La diplomazia impera. I problemi economici e politici regnano: il lettore si curva sui geroglifici dei patti internazionali, s'inabissa nelle questioni industriali. Non ha -tempo nè voglia di guardar in alto: la realtà viva, crudele, del dopoguerra lo tiene col capo cruno sulla crisi della sua nazione, e su ciò che può alleviarla. Anche la politica è ormai in funzione dell'industria: i! comunismo preoccupa perchè nasce dalla. disoccupazione. A questo tipo di lettore gli idealisti vorrebbero infliggere dissertazioni sul modo di preparare i tempi nuovi: intenderebbero propinare le iàee. Il giornale doyrebbe diventare un araldo, un apostolo. La stampa inglese si rifiuta di trasformarsi in San Paolo. E ha ragione. Avvezza a commentare editorialmente gli avvenimenti a due giorni !li distanza, essa accompagna pas,o passo il suo pubblico, segue i suoi bisogni, le sue necessità. Gli spiega quanto accade, si richiama ai principii tradizionali della sua storia. È empirica, positiva, prudente, mediocre. Libera, solida, forte, non ha l'ambizione di essere il cc quarto potere » : sa che l'opinione non si crea, preesiste. In questo senso essa non ha influenza. Pesa col tremendo peso di uno specchio fedele della mentalità generale, ma lascia la preparazione dell'avvenire e lo spregiudicato giudizio del presente alla moltitudine dei settimanali e delle rassegne. Anche se di circolazione limitata, questi indicano effettivamente le correnti vive e profonde dell"opinione illuminata. Diecimila lettori pensanti valgono meglio e possono di più di un milione di lettori i.uerti e distratti. Chi YUole orientarsi sull'Inghilterra di domani, legga e segua il New Statesman, il G. K. 's weekly, lo Spectator e gli altri fogli del sabato. Perderebbe il suo tempo sulle collezioni della Moming Post, e dal Daily Mail ricaverebbe soltanto qualche luce sugli affari del suo proprietario. Il fenomeno è siugolare, ma spiegabilissimo in un paese a fondo conservatore come l'Inghilterra, che non ha nessuna simpatia per l'articolista brillante, e dove la nolerella quotidiana di un Lucien· Romier non desterebbe alcun'eco, perchè verrebbe presa come I.a manifestazione di idee personali. Per unn strano paradosso, questo popolo di feroci individualisti, ba <le] giornalismo una concezione clericale, impersonale. Fleet street, pieno di taverne e di febbre, si muta così, nella sua immagine più vera, in un immenso convento laico, e il sacrificio dei suoi monaci, misteriosi e senza nome, assume ai no-• stri occhi 1ma commovente grandezza. ARRIGO CAJUMI. G. B. PARAVIA & C. Editori - Librai - Tipografi TORINO· MILANO - FIRENZE - ROMA-NAPOLI -PALERMO GINO LORIA Pagine di storia della scienza Un :volume L. 9. È la prima opera italiana che permetta alle per• sone di media coltura di formarsi un concetto gene• rale della evol~ione attraverso i secoli del multiforme pensiero scientifico. Il Prof. Gino Loria - dell'Università di Genova - ha infatti delineato-- questa storia della scienza dall'alba della civiltà (Ba~ bilonesi Egiziani) fino al giorno d'oggi, in modo sobrio, efficace, sicuro.

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