La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 34 - 27 settembre 1925

il lE"mpo chr ;;uarisce tanti maJi, fo crollarr tante c·osf'... Ovvero &i rigira la <1ui<;tionc: per honifirarc la zona di Avetrana ~i comincia, ab ovo, daHa cost,·uzione della elettti<'a Taranto-Acctrana-Nardò-Gallipoli.; ma naturalmente i propriewri non Hnnoo di ferrovie, e stanno qufoti. Allora il Comune di Av<"I.• zana, meglio, la sua Amminit-trnzionc, si riunisco e, :.mimato. da fascistico orrore <lei passalo e com1to rinnovamcntistico, prende jJ 17-5-1925 1a sua brava deliberazione e, constatato ancora una volta che non si rie~ce mai a mettere insieme gli agrari, si sostitujscc loro senz"allro, per ottenere dal Governo i lavori ò bonifico\ idraulica, nè munca b relazione ad hor degli ingegneri Gioia e Pruòcnzano di ripetere lu stessa constatazione confortevole. Ma insomma, vuoJc eseguire anche il Comun-.! le bonifiche agrarie, invece c per conio <foi proprietari? Dicevo dunque che ... i no~tri signori, le nostre classi dominanti Ja sanno lunga. Hanno, pare, essi più degli altri o essi soli, il senso dell'eterno e del 1ranseunte ... ~anno, per es., che bonificare sul scrio vuol dire attrarre il contodino io mezzo aUa grande proprietà, che dove questi arriva con la sua laLoriosità e par:-imonia nùracolose, per poco che possa t·eggcrs.i. la grande proprietà presto o wrdi è intaccata, sparisce; sanno che elevare il contadino vuol dire meucclo in condizione di non subire più il 'iC· colare <lominio, mantenuto con tanta fatica, con tanti sacrifici. Per questo, con qucstj criteri, cinquant'anni fa rispondevano al Governo che il paese non aveva bisogno di alcun maei:tro. per essere formato di agricoli. Per questo ... hanno aderito entusiasticamente n tutti i Governi, a cominciare da quello repubblicano della rivoluzione dei 1799... Da nllora, quanti Governi son pas~ali, quanti indirizzi mutati? ... Ma il proprie• lario del Mezzogiorno resta. è la colonna basilare, che nulla può scuotere, dcll"ed.Hicio sociale nostro, è il nostro dio Termine, il nostro tabù. Intuiscono forse anche che tutto quello che og:;i si dice e si scrive e si fa, tutto l'nnfanare recente non è molto serio o, ciò che è lo stesso, non condurrà a risultati seri? Certo non è contro di loro; oi;gi più che mai nulla Ii minaccia. nulla li turberà nel loro senso feticistico delln proprietà, delia maggio?: proprietà possibile, nel quale si esaurisce ogni loro senso giuridico; nessuna rivoh:zione si attenterà mai di toccnrc a quella tale colonna basilare, nemmeno, forse una rivoluzione comunisticn. E allora..... tendo la capa en el suelo, come dice la romanza spagnuoln, y no me canso de dormir; mette il capo fra due cuscini e dorme. O che cos'altro lo spronerà ad e.gire? La partila serale a tresette al circolo dei civili? La lettura tradizionale del Giornale d'lwlia? L'audizione, sì e no, della santa :Mess.::i.?Al più penserà ::.1miglipr modo di difendersi dal f15co depredatore, altra nostra non meno veneranda ecl inconcussa istituzione. O perchè dovrebbe dunque affannarsi .a mutar qtlalcosa intorno a sè? Per ii proprio danno? E di che deve egli te• mere a non farne nulla? Non gli è riuscito sempre, da secoli, di non mutare, lui solo, in mezzo a tante tei!lpeste, o tanto cangiar di costituzioni e di padroni? 1\.Iaper questi signori, per quelli di loro - la quasi totalità - che non vedono mai le loro stesse terre, Machiavelli ha wrn pagina memoranda. « Le repubbliche tedesche, dove si è mantenuto il vivere politico incorrotto, non sopportano che alcun loro cittadino nè sia nè viva ad uso di gentiluomo; anzi mantengono fra loro una pari equalità, e a cr.iei signori e gentiluomini che sono io quelln provincia sono inimicissimi; e se per caso alcuni pervengono nelle loro mani, come principi di corruttela e cagione ili ogni scandalo, li ammnzzano. E per chiarire questo nome di gentiluomini quale egli sia, dico che gentiluomini sono chiamati quelli che, oziosi, vivono dei proventi delle loro possessioni nb1ondtmtemente, senz'avere alcuna cura o di coltivare, o di alcuna altra necessaria fatica a vivere. Questi tali sono per• niciosi in pgni repubblica e in ogni provincia; rr..a più perniciosi sono queJli che, oltl'e alle predette fortune, comandano a cattella e hanno sudditi che ubbidiscono a loro. Di queste due sorti di uomini ne sono piene il regno di Napoli, la terra di Roma, la Romagna e la Lombardia. Di qui nasce che in quelle provincie non è mai stata nlcuna repubblica, nè alcuno vivere politico; perchè tali generazicni di uoir.ini sono al tutto nemici di ogni civiltà >). Proprio così! Anzi, n proposito degli ineffabili agrari di Nardò ed Avctrann, si narra che un regio commis• sario, naturalmente fascista, due anni fa, in un mo• mento di sincerità, abbia esclamato: - Oh! perchè i socialisti di qui non li hanno mai :unma~znti, per lo passato? Non ho nessuna voglia d'insistere sui riflessi politici di queste condizioni economiche: sono stanco di accennnre a stragi, il cui carattere dovrebbe essere orma:i chiaro. Brevemente, ti dirò che gli agrari patrioti cli qui, detentori della cosa pubhlica Oggi, non disdegaarono il 1915 l'alleanza con le forze po• pofori ~. tinta comllnista, ma che poi, dopo il '21, in seguito ad agitazioni del brncciantato per aumenti di salario, la scissione dovè sembrar loro più patriottica; come, d'altra parte, con non minor prudenza, nlca.ni dei caoi comunisti tentarono di rifugiarsi :subito sotto le ;li del pipismo e poi del nazionalismo; ed in breve fu àeciso di farla finita; le vecchie beghe fra amici in comlnllta sfociarono in un gron sangue, nel novembre '22; sei morti, un fascista e cinqnc co:itadini. Così i-inffermarono il loro doroin~o. Ma, come ti dicevo, non ti accennerò più d'ora innanzi ad uccisioni la cui logica è fin troppo evidente. Il contadino. I fascisti dell'Amministrazione comunale di Ave• trana, per quando saranno ultimate le opere idrau• liche e la ideata ferrovia, per la quale c'è già scalpore di risse pnesane nel Leccese, si rimettono esoressnmente, per que11e agrarie, non già ni proprietari, mn ... a,i contadini. Già, è sempre il c0ntadino il pernio della quistione, anche per costoro. E ':. '\ ); lVéJLuZl! (· :: LmEfHLl'. H•rament<· tutti sperano il miraM)o <la Jui, notJ c'è ehe lui a poterne rornpiere, tutti vantano quello ,·hc ha oprroto altrove, in condizioni di i:;a]uJJrità. S'in• tend~ che non hanno idee molto chinre; non vedc,no, w·r c1:,., in quaJi zone del Mezzogiorno il ronwdino non arriverà mai, anche a r,rofondrrvi milioni, td in quali ;, lwnc racriarnc il gros~o pMpriet::irio, rbe 1Hm vi far:, mui nulla di buono. Comunque "in, qui i11tanto n,,n è certo in <'ondi:doni di fur nulla e 1,i t·ontenta di crepnre di malaria; Jn malarfo ne para· lizza ogni attività, ogni possiUilitù di eviJuppo. Le rcJnzioni ufficiali sulla lotta antimalarica dd· l'nnn'J scorso dànno prl Lc<."1'r6e17 miln e;a;,,.idi mnlaria dl'nundati, con 205 morti, rioè circa iJ 12 per cento, e, per la nuova provinr·ia jonica, 4324 ca1:ii con 37 Jecci:;i,i, t·ioè ,iuahi J'll per c·c•nto. Naturalmente, in qnc~t'uhima, il primo ùri Comuni per maggior numero di denunzie ;. GinoM:i con 980; F.Cgaono Manduria <'011 657, Avetrana con 550, San Giorgio f'Ollo Taranto con 386, Latcrza con 289, mentre a Taranto cillù ne spettano 1frù di 800. S'jntcndc bene che non tutte le denuuric vengono fatte, anzi! Le forme più gravi fii hnnno appunto qui a Ginoso, per cui già un;1 comunicazione dcJJ'ufficialc sanitnrio dott. Ricciarùi, del 1911, indicava che la morbilità raggiungeva nllora il 90 per cenlo nei con- •.adini, il 70 per cento neHa popolazione intera; che la mortalità era del 47 per cento nei contadini e del 23 per cenlo, in tulio la ciltadinanza; che la leva miliu:rc dava il 78 per r,cnto d'inaLili nei conta<lini e il 65 per cento nella popofozione intera; e che la forma dinica del morbo era delle più gravi. Un vero disastro :insomma, fisico cd c'conomico. La citata re• lazione per il Tarentino non manca di osservare i noti incon-.enicni.i: c!1e l'acquisto de] chinino non procedeLte do, unque regolarmente; Montcmcsola, per esempio, e Squinzano lo ebhero dal deposito di Torino molto tardi, nicntre Monteia::i non lo ebbe dal Comune di Tarnnto, e Carosin.:, non ne distribuì, dichiarando cl1e non ce n'era più bisogno; che non esistono servigi speciali pei ìavoratori nomadi, che poi son gli unici che dimorano in campagna e vi lnvornno tutte le ore, alla raccolta del grano, dei fichi, <lcilc: ulive, dell'uva, e perciò son dessi gli esposti al male; thc è scarso il numero degli ambulatori; che le bonifiche, tranne 2 Ginosa, sono dovunque nb· bandonate: che poi, per questa regione, « m:inca l'in• cenUvo p~ù potente a fare una lotta antimalarica a fondo, la certezza cioè che alla lotta seguirà un utile, un interesse. Nel Ferrarese 1ale utile è imminente alla bonifica, a causa della fertilità àelle terre boni• ficate; menlre, per questa regione, ciò non può verificarsi, per la natura del terreno, per la <leficienza dell'n~qua ,,. E còi è ben detto: quest'ultima osservazione ribadisce opportunamente il concetto gene• r:ile, riesposto dal Valenti, e che è preliminare a qualsiasi azione, delln inesistenza cioè nel Mezzogio1no (edi vaste plaghe di terreni inutilizzati, capaci cH dare ricchi raccolti ». Ad ogni modo è stato osservato che nemmeno oggi la legge contempla la lotta antimalarica fra Je opere di bonifica, e ché le organizzazioni antimalariche assistenziali sorgono qua e là prescindendo dalle opere di J?onificn e ques!e da quelle. Bisogna dunqu~ recarsi in città a vedere que"sti con-ladini, a sera. Tra l'altro, si trnversa l'enorme tenuta di Girifalco, già feudo della regina di Spagna (e dunque unn specie di grossa pietra sullo stomaco del paese) con ·gli occhi• a frugare nel folto, tra il luccicare degli ulivi, da cui sorgono più scuri i tronchi, senza fondo. Ora che è venuta in mano di una Società siciliana, questa, venduta, fittata o dissodat.'.I parte delle terre, si è data a coltivare con maggior cura il nucleo cenu·ale dell'oliveto, che hn ben 25 mila pi~nte, ad allargarlo congiungendolo con un bosco di oleastri, bellissimo n.ella sua cupezza, a mondare, spurgare, innestar.e, ad arare secondo necessità, a innovare; introducendo metodi moderni di cultura, di lavorar.ione dell'olio, Il viag· gio è allietato dai segni della nuova vita, come anche dall'appre3sarsi della Calabria e della Basilicata, da cui spiccano balze smisurate;- fianchi dirupati di monti azzurri striati <li bianchiccio, il Pollino, il Raparo, contrade svariate, boschi e colline, forre ampie e venLose, da Bernalda a Montescaglioso. A pochi chilometri dalla città, dopo Cipollazzo, biancheggiano numernse in picc~li campi singolari casette a duC' a due, chiare e linde, una camera per sè ed una per la bestia; ma, ahimè! nemmeno qui, per la malaria, i contadini possono vivere in campagna, nemmeno qui abbondano le s.trade comunali. Ora, in fondo alla Gravinella, la scena mµtn ancora; gli uliveti infittiscono, incupiscono contro la Murgia ferrigna, a stagli e doline, e tutto parrebbe nn unico bosco, senz:1 i muretti divisori di pietrn, che spuntano qua e là, frequenti. Ora la strada s'incassa, rigira, si risolle"·a, si inerpica, sempre tra fitte ale di uliveti, ta1chè pare che oscurino l'aria; troviamo varie fontane pubbliche, perenni, abbondanti e buone, alle porte del paese. li quale è situato su di uno sperone lanciato contro il gomiLo di una profonda gravina, la Gravina di Lat.en,;a e di Ma~era, talchè, trnnnc per quell\,nica slrada, è del tutto inaccessibile da ogni al!rn parte, <love due burroni rupestri, franosi, rosseggianti di pe~:i-ame arso e di ocra, ricettano le casucce rurali degli ultimi secoli, aprono neri occhi paurosi, le grotle, ora mezzo franate cd interrate, però non del tutto abbandonate dai poveri. Ma a chi esce, verso quest'ora, a dare uno sguardo verso la pianura, il mare, il grnnde :t!'CO f.!elle murge, mai da altro punto troverà uno spettacolo più teneramente idillico: l'azzurrino delicnto della grande fascia, rilevata sul mare lattescente, a destra, di Castelfaneta, Palagianello, Mottola, Palagiano, Massafra e Tara!'hO con Capo S. Vito, cui aggiungono splendore i bianchi lucidi delle case di campagna, sì che sembra quello di una mediocre pitturd convenzionale, fatta per un salotti!'lo borghese dalla figlia maggiore, a colorire i suoi sogni che non sanno il dolore. Pochi nomini in un angolo delJa piaz7.a, imm,JbiJi, a g-roppi e gruppetti. come '-egregati, 1<iJenzioti, vere mandrie fuori delht vita. E ;r,uardano dai gfaHi vi6i -tirati r·on ocrhirJ pf'C'orH1J, <'1Jn &gaardo d'inc.reduJila, cli dHTi,i nza, n,u u,n la {if'- hit. f·aparbfo di «·hi ha una hU:'.l idea. una larva o~r,,,~1-ionanrn di idea. Ma ,·orm: ,.,; fa ad avvj,-.jnarli, ..i dir foro una OOfa oon l,anaJ,-? Tu d '-f•i c~tranPh, pare r·he dic.,n,_,, e nr.,i iamo J,; ,nandrif'. 1 h; mandrie &eJvagg:e,.fuggite alJe forn~ pn.:cipiti, al piano pcstiJ,:mziafo. Eppure non ~or.e, qur ,li <l,~i J,rrwf"ianti, dei nudi di tutM, ma f' cr,mc ,e• lo fo rM. tantr, (JU~J pr.1co (.'he hann,J è &udato, &lr.nt.iU>, Mrappato coi denti, a prezzo di sangue vivo, in'-idiato ogni momento daHa natura, dagli uomini, dai loro vicini e r.:oncittadini, dai loro fratcJli. Or qu:;ili vendette meditano in jllegreto, <lir:tr,;,, r oparitrt <li quegJj 11guordi, contro j galantuomini del paese, da cui i,i i;entonq catturati? Qualf"hf! 1..agJio «·lan<lr.i,tino<Uulivi? QuaJrhc tgarrettamentr..1 di hurJi? Oppure qu.lldie più vasta ri!Jfdlione, ,,ualche H·oppjo di f•foc;1in.., primo &cgno de] loro <li<3laCN> <laJJa realtà che li sehiacria? Eppure senza di Joro non è posl'libjlc far nuJla i non è poM,ihile con dei muli dottosi, inconsci, mal pasciuti creare l'agricoltura moderna. Eppure sono queste Jc pfohi operose, in cui il patriottismo, il i;ervizio per gli altri, per tulli, il f.acrifizio, è una funzione naturale, quotidiana, mec- ("rmizzata ormai, come hcre, dormire e mangiare, se pure non è coscienza matura di vita poJitica e senso <li rc;;ponsahiiità. Eppure non conoscono essi g]i. storici tradimenti alla patria dei genliluontioi pei loro interessi imJi,"iduali? O non sarehbe per raso la loro co&Lanza quella di huona lega, di cui s~nte!'lzia il Machiavelli, la quale giudica meglio od erra meno del Priucipe? A frugare, a rivoltarli di dentro in fuori come sacchi, a sorprenderne gli abbandoni e le confidenze, si può sentire sulle loJ·o labbra solo l'ingenua parola giustizia, non si può trovare, ben nnscosta wa Len radicata nel!e anfrattuosità più cupe <folle loro anime, che la :nessianica fede nella giustizia. È la parola delle plebi, certo, confu.sa, rozza, imprecisa, non degii ahri, Di cui orecchi essa suona come un'offesa, com.e un'assurda incongruità. E che perciò? Ma essa è destinata a farsi padrona viva, a lrndursi quando? - in consapevolezza, in intelJigenza, in tenore rtlto di vita, in libertà di azione politica, in vita morule. Quando? l\fa la storia non l1a soluzioni Gi continuità e non aspettn per- operare il microscopio dell'osservatore. Ma... ora? Ora essi, la materia vivente della storia, gl'incons.ci propulsori di ogni rinnovamento, la sorgiva di ogni energia irresistibilmente falliva, l'humus in cui profondano le radici gli :spiriti direttivi, restano lì fissi, chiusi, inaccessibili, irreduttilbi!i, e nessuno uomo li farà ricredere cli essere vittime di una ingiustizia immane, nessun tornaconto, nessulla lusinga li trarrà a confondersi con gli altri; nessuna fede, nessun dolore, che non sinno comprovati col martirio, li plncherà, spianerà fe grinze dei loro volti, 2prirà i loro cuori alia vita, ne far:i fìllnlmcnle degli uomini. Perchè, che cosa è, senzn <li essi, senza della loro viva partecipazione, la storia, se non un tessuto di egoismi di gruppi sparuti, senzn risonanze profonde, senza etici.là? Che cosa è la vita nazionale? Quale hase, quale stabilità lra la vita, ridotta a campo di scorrerie predatrici per pochi? Ma ... quando? Quando dunque, come dice il profeta, << ognuno sederà sotto la sua vigna e sotto il suo fico, senza che vi sia chi lo spaventi? E delle loro spade fabbricheranrio vomeri delle loro lance roncole; ' e una nazione non leverà più la spada contro l'altra, e non s • imparerà pilÌ. la guerra? )). Conclusione. Quesi.o spettacolo che pure è farr:iglinre ai nostri occhi, non manca sen:pre di turbarmj, Mi allontanai. E f.i.t?rnavo col pensiero alle necessità del momento. In materia di culture agrarie l'insufficienza è piuttosto dalla~ parte delle classi cosi dette dirigenti che dei cont~èini; è questa la meditata conclusione del PD.vera. D":iìtra parte (le osservazioni sono di E. Lu. tronico) se il nostro contadino resta attaccato alla :~rra, nl campicello paterno, e non pianta tutto, gli e perchè ,non p~zò emigrare, pcrchè J'nmore per la \.·ecchia madre, pei figli, per la moglie è ancora in noi un sentimento profondo, perchè la zappa che i suo) vecchi e i vecchi dei vecchi han bagnato di SU· dor~ è sempre uno strumento sacro, è l'onore della casa; perchè c'è ancora da sperare che il buon Dio manderà la pioggia, che i morti si ricorderanno del pianto dei vivi, perchè non ba proprio mezzi per an<1,are o produrre altrove, con maggior guadagno. E se quest'anno, per le mercedi più basse, non ba potuto mandare il ragazzo a scuola nè fargli le scarpe, se lui crepa sempre di fame e di malaria che farci, se non aspetta1e, sperare, pregare? Certo: dopo la guerra, dopo i contaui con t fortunati lavoratori del Nord, dopo avere intravisto la possibilità d'un pnradiso di benessere e d'indipendenza, mai più egli si rassegnerà definitivamente all'nnt.ico stato a limitare sempre più i propri bisogni. In un mod~ o_ nell'altro, primr1 o dopo, acquisterà sempre mag• g1ore esasperazione Pintollerabilità de11a sua abhiezione secolare, e, per ripetere l'espressione del Latronico, dell'nntieconomicità del suo lavoro presente. Ma quando? Ma come arrivare a questo? Come sollecitare il processo? Mi pare che questa sia la qu:istione. Ti confesso che il travaglio in cui si dibatte il fascismo per il l\•Iezzogicrno, pu.r in mezzo a tante storture, anzi appunto per queste sto:-tnrc, non lascio a volte di suscitarmi un senso prcfon<lo di commozione, di pena e quasi di simpatia. Non si tratta di esperimenti in corpore vili, ma su ùi noi stessi, sulla misera carne dei nostri, nè d'altra parte s! pcò sempre schernire; e l'::i.rrabbiatura, l'odio non prodotto d:i. r:~entirnenti personali, è fatu, di amore, l'alt.rafacr-ia deH'amore. Lasciamo stare le verità ufficiali. giacchè do-vunqae, in ogni paese. darrbè vi sono go• verni. c·e la verità da una parte e c•è dall'altra la ;.edta ufficiale, che poj e la menzogna organizzata. 11.a qu,~i;tj re, idui di meri<lionaliflmo, di Hherismo. cli rurali,m,..,, di anticentriç.mo, dj autonomi2mo, di l<Jralirsmù, di pn,vindalhmo, di regionalismo, che "Ono ben e·.ridenti in tanti fascisti giovanj, "~ pure c1.1rnpreui, tviati, deformc:tti, i.e pure non sono detin.iti a p::-odurre nuJJa immediatamente, Pono pur qu.i.lco<1a nu9va e non vanno perduti dj vfata, ;;iar,- <•hf! la vita i- f•r,ntioaazi,,ne, inne,.-to e trapa• •<,. P~r tornare agJi ar,mini di Paglia, vi ,w;no dei gjovarii, qu..i,li l'on. Oi CroUalanza, accesi da furore conlr'J jJ pa,,..atQ di da"f'i politirhe s:fatte e di p!el:.i.. ap::ilitidte, d(, 1:h.e Fi .,piega ecJ i; aw·be ragionew,le in JJart,:; r;1a ~ 'jUP. 0 W ne;:;a:tione fa ri,.rontro b pa• ,:;:ita ("OmpreMi,.>ne deJl",,n. Franro. frammentaria .si ed incongrua, ma già per•;a~ di prerJcc:opazitJni tecniche, antipMtezioni1:.ti,.:-bP,, anti1-iderorgjche, antinflazioni-;.tir.he. P, non mi ,lire rb~ wuo ci.è, non mena a nuila, d'!"" rhi J.C!" r.ar:c:iav, ,~Ha gabbia r.on pui, sp1;zzame le sbarre, ,:hf.: !3-rebbie gia<lizjo tn:,pyo facik. tmppo aJ!<r:iluto e r,erciiJ ingi~Lo- PiuttoHo. se al fa6d<mo l'fuggQtto ineluuahilme-n~ le m.aue. ge, malgrado r,gni ~forz.<1 piiJ intelHgentt, quando prr 1prio pare "he E.Liano per e"~t:r0 afferrati'" i ritirano nellz ioHtudine, neJ ~ifonzio, neU'ahhandono., la~ciand? c.:der~ nel ",JtH<J ogni pio f.-nida ~peranw. dov,~, "D d1i p-:,ggerà iJ fa~d'."n:r, la 11a azione? :5--cri ceti medi. anc·h'ef~i delur-i nei (r_,p-ni,li •,-0d~in"admenti eco~omici di tre ~nni fa? A me pare cbie. w;,- lendo esso liberar~i, c,>me og.nora per~i:te a dire. delle vecchie cricche e clientele locali: pi~ ,'.be r.ai <mnipotcnt; ora, tenter3 di far poggiare il nuo·.-o M· dine di cose su di un forte funzionari;mo. temjcamente bene allre-zzato ( qualcofa di ~imi!f'; di .:1-iue alla politica dei lavori pubblici seguita dai B,..,rl.QD~ fra il ·so ,;: il '60 ed a guelfa poliziesca della Pros.,tja sc!.to Federico Gn.glielmo IVJ1 intorno a! quale raggrt!ppare, con i soliti allettamenti del potere centrale, non dunque la nobiltà da gran tempo frant:amata, nè i dne ceti che ora dicevo, ma categorie "pa· rute sì, ma audaci. pronte a tutto. di dirigenti poli• tici, cli emissari, di vecchi ufficiali. di p:eudo.leu.erati, di giornali..;ti, di politicanti, di e._.mazz:ieri, di .-.ppaltatori, di dipendenti, di cooperativisti, di opera.i sal.&riati dallo Stato, di bra-:cianti. Il regime è.,-i potestà., d.nnque, è perfettamente logico, se pure della logica della disperazione. Il vecchio gioco, ad ogni modo, ma più chiaro, più conseguente, più facilmente sindacabile, pel quale, è naturale, non e-=-;-vono nemmeno, anzi sono d'impaccio, le passioni ele::toralist.iche dei gruppetti di capi-popolo, pronte a de- ,-iare, le piccole ma a lungo andare pericolose libertà amministrative dei piccoli paesi, quali pnr la PrnE.tia., pel radicato senso giuridico, volle sal.Ye. Tu sai che il tentativo è destinato a fallire, che è guesta im.po•" tenz.a politica la tragedia intima del fascismo; sai che ora, in seguito a questo ultimo (alli.ffiento del• !"opera statale, c'è da sperare in nn primo schiudersi del Sud alla vita politica, nel senso da noi auspicato. Esa.m.inando mesi fa il problema delle bonifiche, Eugenio Azimonti doveva concludere freddamente che l'agricohore del Mezzogiorno ,innanzi a0'opera del Governo, rimarrà estraneo spettatore o peggio sarà contrariato; che non ne farà n!J.lla « non gi.l pe!' malvolere o ignavia, sihbene forse per non sufficiente istruzione professionale, sin tanto che sarà tartassato dal fisco, immiserito dn un regi.me doganale protezionistico come l'attuale, non sicuro delle persone e degli averi, condizioni onerose che non gli consentono _di respirare e avvantaggiani eco?Jomicameote e neanche socialmente ». Nè egli crede che assisteremo noi alla soluzione di questi problemi. senza quel radicale cambiamento generale d'indirizzo politico dello Si:ato; nè io credo prossimo. come il Serpieri, l"avvento delle classi agricole al potere, cheimprimano alla vita politica italiana u.n indirizzo consone ai loro bisogni. Gravi lesioni "; sono nell'anima del Mezzogiorno, certo, ed io potrei rinunziare a tentarne altri quadri; ad ogni modo nessnn melato si guarisce se non con la persuasione. Comunque sia, per me come per molti altri, se il Eocialismo ha adempiuto sinora io Italia alla maggiore e più effettiva funzione di lih-eralismo; se, come tut!C"I dimostra, il partito liLerale italiano è ben lontano dal trovar la sua strada e dal misurare i suoi errori:, i,_nsomma dal rinnovarsi mostrandosi capace di pian. tare nel costume politico del paese tutte. le singole libertà; se !"essenza del socialismo consiste nell'abolizione <li ogni prh·ilegio, nella libertà per tutti, nella capacità auton.on;ia dei lavoratori di realizzareil trionfo del la,·oro all'infuori di ogni paternalismo o di ogni non necessarin statizzazione, di ogni àominio d.ittatorialC ài gruppi e di partiti; se esso non. è solo espressione d'inter~ssi ma!er·ali, ma concezione politica di libertà concrete e cli vita individuale intesa come autonomia; se, insomma, nel soci:.i.lisc.:.o,ne! marxismo stesso come lot!a di clnsse, ~i esaurisce il lihcrnlismo; se la redenzione del Mezzogiorno non può esser volut::i. ed opernta che dagli interessati, agricoltori e contadini, con iniziativa propria, con mezzi propri, con politica propria, è .::d esso che tocca stringere in salda alleJ.nza i contadini c<l i piccoli proprietari nostri con le organizz:izion.i prvlet2rie del Nord; è ad esso che tocca suscitare ventate di autonomismo in ogni campo per dirigere uno azione libertaria contro le consorterie economicopolitiche che soffocJ.no il pJ.ese, contro il centralismo stai:alc che :ne emana. il clnale, in regime di libertà o di oppressione, è sempre tirannico e prima fonte tli ogni male. Uomini che intendono questo, organica~ mente, che si preparano a quest'azione, e non sono <lisposti a farsi accalappiare da formule, da vant3tenecessità, da schematismi di partiti, ce ne sono quaggiù, e tu li conosci: non ho bisogno di fart-.!ne :10:mi. TOMMASO FJOF.E.

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