La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 34 - 27 settembre 1925

fJrerisorgimenfo GIANNONE In Pietro Giannone si riflette limpidamente lo spirito della hnrghesia meridionale del Settecento. Quesw borghesia nata in margine all'epoca feuàaLe e composLa in massiw~~ parte di piccoli commercianti e di professionisti, essendo uscila dalla Controriforma porta in sè Lutto quanto di negativo si con~ -serva ncH'aoirna nazionale. A voler scendere sino in fondo si può <lire che essa non forma nemmeno una classe: vale a dire un aggruppan1cnto omogeneo, sufficientemente definito, con preoccupazioni ed i!llteressi se non identici, affini. Quello che così ce la (a definire è una inquietudine comune, una aspirazione v.aga e inJ.efìnita a mete moderne, una certa repulsione verso il Papato annacquala però da sottili distinguo e dalJa massima riverenza al cattolicismo. 1l Rinaseimen Lo .alterandosi come reazione non .aveva dato agli italiani alcun sostegno interiore per cui al posto dei grandi movimenti ideali sorgono, il naturalismo e il diritto positivo, e da un paternalis1110 si vuole passare ad uuo nuovo. Il monarchismo tradizionale degli italiani ha 1e sue profonde radici in questo sLa.to d'animo e le lo,tte fra Monarchia e Papato non .assumono, per questo, carattere di irriducibilità e di avversione profonda. Non rappresenta.no il contrasto insanabile fr.a due mondi opposti. Sono beghe destinate ad appianarsi, antitesi seuza consistenza ideale e con la sola consistenza dovuta alJe continge»ze, lotte ìa cui soluzione sarà poi logicamente I '.alleanza di fronte all'eresia popolare. Ora in Pietro Giannone questi, motivi sono in uno stato abbastanza concreto. La posizione di Machiavelli e Guicciardini è da questi tenuta con poche varianti. Anche qui la base è la verità effettuale <lelilecose, -il fatto in sè stesso privo di richiami ideali, la politica considerata come espressione di una autorità temporale estranea e distinta dall'autorità spiritu:ale del Papato. Netle sue pagine ,non v'è nessun fremito di grande vfaione. Quello che vi è di nuovo e di ·personale è un vivo attaccamento alla Monarchia considerata come detentrice e distributrice dei diritti della società lai ce. in essa trasmessi a11' atto del suo po!rsi. Qu.indi il motivo polemico della ·sua Storia civile del Regno di Napoli non può non essere che il. Papato. Ma bisogna bene afferrare lo spirito di tale polemica. Nel Giannone la concezione che informa l'opera è che la Chiesa deve avere soltanto, il dominio dell~' anime poichè i beni terreni_ non hanno fatto che corromperla. Il cattolicismo è da lui accettato completamenté a patto che non si immischi nelle faccende politiche e lasci in pace il Re. Egli crede anzi che esso tornando alle origini guadagni in autorità dimostrando così una ingenuità senza rimedi, un.a palese incapacità di .adesione a1la dialettica del di;venire, un.a povertà di visione contro la quale la sola aI1lla possibile è l 'ironi.a e che viziando la sua opera dalle basi <loveva fatalmente condm·la a deformazioni e all'oblio. Oggi infatti, essa interessa solo come manifestazione dei tempi. 1 Niente vi 'è nel ·suo seno di attnaie. Nessun insegnamento balza da quelle pagine. Lo schematismo mentale napoletano nasconde I 'ideologo che crede riusdiT~ .attraverso l 'esegesi <lei, fatti al: così si vokva dil)lostrare. Onde l'imparzialità, quella superiorità ideale capace di fare intendere la varia e multiforme logica degH avvenimenti. Le posizioni spit!it{iali elevate esulano in modo completo e si trova al contrario con metodica cura il prevalere della tesi nei, riscontri con la realtà sul-restò e l'adesione .apologetica .a fatti che possano servire come sostegno ad essa. È chiraro dunque che l'avversione antipaP,ale del Giannone non può sboccare così in risultati solidi e d'avvenire, come pure è evidente ed implicito il valore della sua opera per molto tempo ritenuta colossale. In essa egli segue capitolo per capitolo l'avanzarsi della Chiesa nella storia, l '.origine, il progredire e l'estendersi <lel potere temporale, i vizi e le corruzioni cui questo clfrede origine. Ma invece di darci l'analisi atta a farci capire La storidtà e in certo senso, ]a ineluttabilità di tali f cn.oirneni e i fatti cui questi diedero origine, ci offre invece l'apologia della Chiesa primi'tiv.a jJ1 contrapposizione. Erige dinanzi 2.l. Papat:G con·otlo e co1Tuttore Ira purezza , dei tempi evangelici. Sostiene che è ad essi che _si deve .to:rnare, dimostrando efficacemente in cruesto modo di avere in fondo in fondo me,,:'laHtà più di polemista che di storico. È una .astuzia polemica difatti, il suo ,ostenere la democratizzazione del cattolicismo, la Chiesa fondata sui fedeli, coi• vescovi eletti da essi. Se fosse diversamente, tali premesae dovevano portare alle con~guenze della sov:raniti, pop o.lare mentre questa è dal Giannone medesimo messa in considerazione e la Monarchia considerata come sola fonte di diritto. Tutto, quindi, si tiduce in uìtima ~n 1alisi ad un caso di irncomprensione storica, espressione dello spirito del secolo mascherato da:lde .apparenze di uno stn<lio de,lla storia. Nk"J!Ivi l è una forte esigenza interiore,.. soLA rrr:, •)LUZIONE LIIJEl1ALE spingenlc ad una rev1s1one <lei passato da punti di vista <l'avvenire. li sottiJe ginoco cerebrale, l'arte di adattare ad una forma rnentis svelar10 proccosi per se stessj luguhri di qnalsi.usi. forma - eredità triste del Cinquecento -; il nistagno delle forze spirituali non fanno el,c generare opere le quaH invece di sgon1brare il cammjno, lo ingombrano <li più, e dov,e svelano p1·ofon<lc deficienze, basta rilevare la incapacità <li penetrare nella inlima essenza <1i determinati fatti. A voler anche prnscindere daJJ.a Stor,iu, per provare ciò si osservi l'altro libro del Giannone, Il 'Triregno, ne~ quale, lasciata la scorta d.ei falli si Lenta un.a sistemazione i<lcologica e a grandi linee, Esaminalo il regno terreno (uomo allo stato di, natura, religione della felicità tempornle, dominio della /ilbsofia), il regno celeste (uomo allo slato di grazia, evangeio, feHcità in una vita uhra terrena), Giannone passa a par1are del regno papale. E questi non eomprcn<le nel sno essere sloricamente. Lo vede come una slrana monareh ia, misC1Jglio di divel·si elementl cosi come si può vedere UJJ fenomeno dal <li fuori senza cl1c l'intima eas~nza venga avvertita. Egli non le, capisce nclJa sua consistenza disparata uelJc apparenze, ma un.a nella sostanza, essendo portato dal temperamento alla comprensione dei fatti che li presentano, ,miei e logici, e fondati su dati di fatto appariscenti. Onde ]a sua repulsione è la repulsione <Uun cauolico cui ba mentalità positiva epingc alJ'attaccamento, alla realtà e all'adesione alla Monarchia. Scomunicato, difat U, e consegnato .al PaJYc.t, ahi ara e rinunzia poiehè in lui il, senso dei valori della personalità è assente. Non è per questo, nemmeno un sospello di eresia. È uno di quella gc, erazione <li oosidelli liberali nella quale l'caaurjmcnto della vita iLaliana neJJe interfe: ,•tJzc col mondo moderno uscito daUa Riforma, si Lraducc in un feticismo 'lnonarchico chicd~ntc pei sudditi rifont1e al cuore paterno dei re. CAT<MELO PUCLIONISI. FRAMMENDTIIVITAINGLESE Due stili - Dne tinte, a,izi, due toni: due stili. Prima di Calais: w1a pianura biondoverd.e. Dopo Dovres: carbone, carbone, carbone. Arri,vi alla nordica Calais (mare non Mediterraneo) anccrn stupefatto dalla vista della prod.ig;iosa pjanura di Francia sottomessa ,dJ,a volontà di fecondazione e alla tenaci.a del risparmiatore contadino. Abbondanza numerata di mandrie; ort,i1, praterie, ca1npi estesi non sterminati. Industrie nate dalla terra e dal sottosuolo, distribuite si direbbe co~ buon gusto se non fosse felicità incontrollata della natura: ecco generosità e ricchezza, senza che una Wrbida immagine di lavoro uniano scatenato, consoìazione di peccato1Ji:, ti tolga la libertà deU'atmosfera. La souplesse latina è già un dono del clima. Terre al di là della Manica: cultme perfette ma disput~te dal contadino contro difficoltà che (.anno nascere l'idea del dovere: l'intensità del lavoro è un· documento necessario cli vita, o l'atmosfera che ti circonda ti lascia solo. D compito' di• tutti ,i giomi, difendel'si. Oggi difende l'agricoltore il suo dominio e la sua iniz.iiativa su uno spazio che industria e commercio sopraggiunti, ferrovie, stocks di carbone, invadono con vio,lenza infernale. Terra per classi e partiti, per lotte chiare sqlla base di elementi di realtà quotidiiana: las~ndo le consolazioni e iJ sogni di Rousseau a chi lavora tra luci quasi spagnuole di impressionism.o e solida materia di natura classica. Nascita di Londra - Carboni, opifici e ferrovie deformano e contristano la parte <li Londra che prima a·ppare al viaggiatore. All'uscita delle stazioni invece non c'è p.Lù la metropoli infernale. Immaginiamo una capitale come uno Stiato sorto da una secolare legge centripeLa e centrifuga nello stesso tempo; un fenomeno cli accentramento e di espansione che crea le unità naziol)afa Ma Londra è un.a città federale. Conoociamo oittà che sono stati castelli, luoghi forti per la difesa da tutti, comuni. Le case ta sette piani sono venute poi e la tattica che si applicava alla difesa della cittadànanza ~ potuta estendere con logica rigornsa alla lotta delle clàssi. Perchè là città era già 1o Stato moderno. Vogliamo dire Parig>. C.a. piLale, capo, centro, o metropoli, città madre. Parigi è un.a cellula e ]Ja Francia vi nasce ogni giorno. Cen4·0 di parassiti per i par.assiti, ,di corruzioni per i corrotti, per gli stranieri di: esotismo; m,a per le altre ottantotto provincie il tempio, e la storia sacra. Prodigio dello spirito, di risparmio, anzi di tesaurizzazione delJa stirpe francese. Parigi è l'Hotel de la Ville e Te Tu.ileries_ Le r.iwoluzioni l'hanno consacrata. Ma la City e Westminster con la loro dignità europea sono un poco la capitale di Londra, Londra resLa una riunione di città. Sullo spir.i>to di imitazione <lel continente hanno pi;evalso le esigenze dell'individuo, come l'istinto della razza è l'empirismo. Così Londra è naLa tardi come città e non è .ancora p~ssat<i un secolo da quando i quartieri dell'Est, dell'Ovest e del Sud erano separati tra loro <la larghi intervalli di terreno non fabbricato, E oggi che il problema di t;rovare una casa molto coimoda in centro diventa difficile, un i,nglese non si trasferisce nella im1nediata periferia, ma si al}ontana a venti chilometri di strada ferroviaria nei dintornn. Con quest~ logica Londra continuerà ad essere un sistema di città riunit,e per tutti i secoli. Non occorreva istinto di accentramento; quando il Tamigi da solo valeva per segnalare il luogo a chi'llllque volesse costruire la sua casa. E l'inglese ha imparato a volere una casa sua, per abitarla dopo il lavoro, dalle sue stesse foreste: quattro assi gli davano il senso della libertà e della proprietà. Il piano regolatore vien dopo (le grandi arterie della città sono perciò più complicate che a Parigi). Pl"ima di tutto ognuno padrone a casa sua. Così oaseeva la città libera, senz;a prograinmi, senza ]'imperiosa necessità della di~ fesa, La <lisciplima e il problema della sicu1·ez,a pubblica sono di secondo grado, quando la città è falla daJJa libertà delJe famiglie. Allora la City e Westminster diventano il museo di tutte le tradizioni; il solo principio di accentt'amento a questo punto è dato dalla c-oncentr.azione di economia e di affari. Città come Londra nascono senza che nesM sm,o c:bbia mai pensato di fondarle. Il traffico - l;.a genialità naturale dei popoli moderni si riconosce ne,ll'eleganza con cui sanno risolvere il problema del traffico. Noi per questo siamo ancora antichi. Parigi ha provveduto con latina disinvoltura. L'ordine è mascherato per timore di pesantezza: sicchè si ha l'impressione di un gran caos da cui l' orclfo.1enasca con bizzarra e leggera spontaneità e puntualità. Esempi tipici: il' 1netro, i bigliettini aHe fermate degli autobus, la circolazione dei boulevards: inso=a la regolarità è controllata e _non c'è bisogno di un policema.n ad ogni angolo di strada: spesso si preferiSce contare sulle risorse e sull'audacia del passante. • , A Londra le cose ca=inano in modo più me,ticoloso e prudente: ma :il risultato non è meno notevole. Og:ni passo è preveduto, colltrollato: come se il principio fondamentale fosse di garantire l'incolumità del vi.andante ad ogni coslo, anche senza il suo impegno per una necessità di cortesia. Nelle strade di Parigi la consegna sembra unicamente di non farsi mettere sotto i veicoli. A Londra e' è da pàrte del conduttore l'impegno e lo scrupolo di mostrare w1 animo ·gentile. Ne ·dechin.a a cui tutti collaborano, un congegno riva un ordine Co,m-esohdarietà, una macstndiato in tutte le ruote e la precisione infallibile è come una garanzia d'igiene assicurata dal più numeroso esercito del mondo di policemen impeccabilmente gentlemen. Differenza tra prodigalità e filantropi.ap. g. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settembre, 60 NOVITÀ Il. BRUNELLO CATTANEO L. 10. R. FRANCHI LA MASCHERA Romanzo polit-ico-morale. L. 5. "_L'ECO DELLA STAMPA ,, i1 ben nolo ufficio ~i ritagli da giornali e riviste fon• dulo nel 1901, ha sede t;sclusivamente in Miìano (12) Corso Porta Nuova, 24. G. B. PARAVIA & C. Editori - Libri - Tipografia TORINMOI.LìOA- FIKEN-ZRtOM-NAAPO•PLAI LERMO Bibliofeca " Sforia e Pensiero ,. ENRICO. FEDERICO AMIEL GIQRNALE INTIMO Frammenti scelti e tracl:oui <la MAnrA G1-uraNGHELLI Studio introduttivo di CARLO PASCAL Un volume: L. 15. Il Giornale intimo ha guadagnat.o al suo au.torc la fervir:la simpatia di quanti, sanno comprendere la tragica bellezza di un travaglio spirit.uale. Qu,esta prima edizione iialiana è preceduta da un profondo studio introdutti·vo di ·carlo Pascal, tutto inteso a cogliere l'essenza f,J.osofica del pensiero e la realtà psicologica di Enrico Federico Amiel. 139 DePìstellioprofessoeret censore ric!entisslmo Carmen hilaro laudatorium Don PistelUus homo lretus rubicundus et Jacetu5 Gaudens le:::1.çograecanico nec non sigaro tuscanico, Scolopianus non indoctus. novus presbyter A rlottus {I) Ridei semper ubicumque. ridei semper de qwcumque. De scholari, de magistro, de rectt.>re, de ministro Et de gente lilterata. et de gente tonsurata. De acodemicb Cruschaeis, de academicis Lyncaeis Prodiens comico cum socco personatus in Marzocco {2) Et in compitis et in vicis ad braccettum cum amicis Vandalizans (3J ,wn ignolus Hermengildus oslrogothus., Ridei eliam cum Vitellio (4) in minusculo subsellio Cum Vitellio criticizans, claudicante, syllogizans. Papyrizans, Germanizans (5), !talosque stigmatizans ,- Nam qui dicit de Pistellio debel loqui de Vitellio; Sicut terra currit una cum satellite suo Luna Sic Pislellius cum Vitellio sic Vitellius cum Pistel/io, lste laetus juvenilis, ille tristis et senilis Oraviterque sententiosus, iste levis et gaudiosus, Micrologizans cum illo in suo opere pusillo, Ridet semper ubicumque, ridet semper de quocumque, In ridendo cum sit multus, non est tamen homo stultus, Nec infestus nec malignus, sed in corde suo benignu.s, In Ecclesia in schola in domo aestimatur bonus homo, Et si Vandalus praeclare quosdam visus obtruncare, Sicut presbyter in sylvis qui tendebat retia grillis Tantum fecit et sudavit ut nec unum n'acchiappavi!, Sed in istis tempus ferens, parum metit parum serens, Don Pistellius homo laetus rubicundus et facelus Tradens graecam et latinam philologicam doctrinom Multis pueris et puellis barbatisque magiste!lis In.Florentice schola odierna nec perfecta. nec sape;na !6}. Nos laudamus exultantes omnes eterici vagantes Cum hoc carmine jocundo nec subtili nec profundo Ridentissimum censorem hilaremque professorem Cum suo lexico graecanico nec non sigaro tu.scanico_ Scripsit CYRtACUS ÀRCHIPOETA (Domenico Comparetti) Goliardus erneritus Qui scripsit scribat Dominu.s cum eo bibat Dic, 1913. (I) Il Piovano Ari otto, della tradizione fiorentina. (2) Scriveva con pseudonimi articoli fustigativi nel Marzocco. (3) Pubblicava di tanto in tanto un fascicolo di una rivistuola contro la Crusca e contro altre istituzioni o personaggi del mondo universitario, intiWiata Il Vandalo, (4) Girolamo VitelJio,._ professore di greco e suo collega. (5) e< Germanizans >1 : come allora tutti i professori italiani. (6) L'Istituto Superiore di perfezionamento di Firenze. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settembre, 60 XOVITÀ NOVELLO PAPAFAVA Da(aporettoa VittorioVeneto L. 8. Esamina in modo decisivo il problema Badoglio e il problema Cad.orna. Traccia sinteticamente la storia r~ùlitare della nostra ~uerra. VITO G. GALATJ RELIGIONE e POLITICA L. 10. SLoria dei Ministeri Nitti, Giolitti, Bonomi, Facta., Mussolini. El')ame della politica dei cattolici e del problema religioso nella vita sociale italiana. SAVERIO MERLINO Politica e Magistratura dal 1860 a(,i oggi Ìlil Italia Lire 6. IN01ci-;: fntroduzione • Ricordi personali - I. L'indipendenza della Magistratura. - II. Eresie giuridiche e costituzionali; a) l'ammonizione e il domicilio co:llto; b) associazion'e <li malfattori e associazione a delinquere - III. La Magistratura e la classe operaia - IV. Stato d'assedio e tribunali 'militari - ·V. La grossa qut!stionc dei Decreti-Legge - VI. Banca, Governo e Magistratura - VII. Usi e abusi nel1'Amministrazionc della giustizia - VIII. Come· si fabbriermo i processi politici - IX. La giustizia sotto il bastone fascista - X. Se se ne potesse fare a meno -- XI. Conclusione • Che fore.? ..

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