La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 34 - 27 settembre 1925

bi 1 140 LA RTVOLUZIONE LIBERALE ----------------------------~- È ARRIVATO IL PODESTÀ Perchè il Potestà toglie all'immaturo popolo d'Italia l'ultima bega politica rimastagli: quella d'andare a votare; perchè lascia agl'italiani il tempo di pensar(' rid altre cose che non siano le quistioni d'1;lleresse e di campanile; perchè toglie ai Comuni l'ultima $peran::~i di vita autonoma, faziosa e sovvertitrice; perchè infine cornpie il necessario ed ormai improrogabile livellam,ento delle caratteristiche regionali nel vasto mare della vita nazionale: anche noi sia,no per l'istituzione del Potestà. Aggiungiamo che il motivo basilare aninuitore di questa nostra adesione al regime è psicologico: è, cioè, quello della stanchezza e del disdegno della lotta politica. Santo Dio! siamo giovani anche noi e desideriamo, corne i nostri coetanei, avere la gioia di dedicarci a cose piacevoli ed a ludi iruwcui. Poichè le elezioni, anche se ammini.strative, sono sempre un brutto affaraccio: o che vi asteniate, o che andiate a votare. Nel prinio caso correte va.ri rischi, il minore dei quali è quello di farvi sbriscolare; nel secondo, amniesso anche che riusciate a salvare qualche capra, ci rimettete sempre i cavoli, che sotto la specie di rimorsi e di perwsi stati d' aninio, duran per non poco tempo a bollire e gorgogliare· nella vostra testacasseruola. Ragione per cui, a instaurazione del Podestà avvenuta, non dovendo neppur più pensare a quest'ultimo incomodo, noi finirenio col diventare perfetti e buoni sudditi, in grado di dedicarci a più utili studi, ed in condizione di dover toto corde e ad ogni niomento ringraziare il veramente paterno Governo che con tanta squisita preniura ci avrà liberato dai gravi pondi della aÙtonomia civile e dall'esaurenti fatiche del pensiero. • Quante distrazioni ci attira.no, ed-ahi noi! quante tentazioni! I tabarins, i dancing, le sale di schetma, le operette, i romanzi della Guglielminefti, Pitigrllli, i campi sportivi, i teatri, i capolavori di Salvatore Gotta, l'arte di Soffici, la storia moderna di Gioacchino • Volpe, l' ,;,rudizione di Vittorio Cian, ed ~ltrettante e tali deliziose cose son là ad aspettarci, scontente che per tanto ternpo noi le abbiamo dimenticate! Ebbene, noi voglianio una buona volta amarle: è giunta al fine la nostra settimana di galloria! Voglianio anche noi goderci il circuito di Monza, l~ggere la Gazzetta dello Sport a cuor contento e senza preoccupazioni; convinti che sotto lo stellone d'Italia che tutto salva, la cc barcaccia >> non andrà niale, col timoniere che ha; col Duce, vale a dire, corrusco e 'fiero « che solo a capaliere di due ere sta » : egli che « per tutti pe~a, e solo nella buia notte, l'orizzonte s.cruta, e insonne vigila! ». FÌLIPPO NARDONI, uomo d'armi 'di S. S. COMMENTO A GINEVRA 0L' assemblea annuale della Società delle Nazioni ripropone il problema del perchè del suo· essere in chi conte noi ama discernere attraverso il contribut'o delle ultime esperienze per guardare fino in fondo. Questo organismo nato più per volontà di Wilson che per necessità veramente voluta,. oggi risente in modo decisivo dell'attuale crisi della società euro JJea. Esso cioè, non nasce da un clima storico coniune alle nazioni eh~ la compongono, ma è come µn aggregato nel quale la forza di adesione e di solidarietà manca per la differente natura dei singoli componenti. Risultato di ciò, la differenza dei punti di vista nel trattare le quistioni, l'impossibilità di venire a soluzioni esprimenti direttive comuni che soddisfino contemporaneamente ai bisogni singoli, la reto• rica dei discorsi che lasciano il tempo che trovano e, quel eh' è peggio, lasciano pure così i proble~i all' ordin'l del ?iorno. I'.' so: stanza, per rta,Ssumere tutto in una sintesi 'che dia direttamente l'intuizione della situazione, si può dire che la• Società oggi rap- , presenta in generale sulle genti una impo- , sizione, una catena della quale ognuna volentieri farebbe a meno e non lo sforzo creatore di popoli avvicinati da una civiltà .ic(entica o quasi e da 'inte,:essi bisognosi di solidarietà più che di contrasti. Il pèrchè del fatto è evidente ove si voglia esaminare la crisi europea attuale•. Che hd prodotto la guerra? Quali sono stati i suoi effetti nella natura delle varie nazioni? Insomma da essa è nato o accenna a nascere un ordine nuovo? L'armistizio trova, come è arcinoto, scosse le diverse borghesie. Ma trova pure proleta'. riati incapaci ancora, imma.turi per la dignità .di classe dirigente. Nella lotta di queste classi - aggravata appunto da1Jli effetti ~ del conflitto - la situazione dei var, paesi ha la sua originalità. Ma la Società delle Nazioni è frutto, effetto degli sforzi di tali borghesie oggi ancora al Governo le quali mentre da un canto difendono ferocemente il trattato di Versuilles, dando vita a movimenti nazionalistici molto significativi, dall'altro cercano di mascherare col pacifismo e con l'umanitarismo il loro intimo bisogno di solidarietà e di difesa. Senza tema di cadere nella esagerazione si può affermare che essa, è il fronte unico della borghesia internazionale, uscita vittoriosa dalla guerra contro le borghesie delle nazioni perditrici e contro le classi operaie. I problemi della pace no,i hanno avuto, di fatti, soluzione di sorta. Ma se la Società delle Nazioni oggi vive di una vita illusoria ed effimera nei riguardi della pacificazione e dell'assesto, domani potrà vivere e far sentire gli efJetti della sua presenza. Si tra.tta di attendere che ogni popoto risolva il problema del suo essere e debelli definitivamente queste vecchie classi che ancora gli sbarrano il ca,nmino. L'esistenza effettiva di ogni organismo è condizionata non da necessità ideali astratte dalla vita e dalla storia ma da bisogni incoercibili che chiedono di con,cretizzarsi e di affermarsi. I miti sono effetti di tali aspirazioni. La Società delle Nazioni comincierà ad esistere sul serio quando le classi lavoratrici riesciranno ad assumere il potere. AL loro affermarsi è strettamente connesso il problema della pace in quanto questi due fatti si condizionano a vicenda. Non è senza .,ignificato che l'impulso più vigoroso in materin è stato dato dal fu Governo laburista. Oggi perciò le sedute clel Consesso ginevrino ci trovano diffidenti. Vi è stata, vi è e vi sarà retorica fino al durare deU' attuale stato di cose. Del resto è assurdo pretendere grandi o pere do, una creatura artificiale. Queste cose noi difatti le diciamo per prendere atto dei fatti, per disilludere i piccoli borghesi e per volgerli verso quella nuova situazione che dia consistenza alle ombre di oggi. CABME.LO PUGLJONISI. LA POLITICA VISTA DAL SUD Diploma di beneniercnza. La conclusiope del così detto « caso Bovio >> è stata napoletanamente coerente. Non .appena l'ex-deputato massimalista è stato espulso dal suo partito, Antonio Casertano, ambasciatore di tutti i Mazzoni del Sud presso S. M. il Re d'Italia, si è affretta\,o a telegr.af.a.rgli : ,e Porti un nome venerato non soltanto per altezza di mente quanto per proverbiale integrità. La tua vita purissima ti dà diritto di disprezzare. le calunniose invenzioni. Ben sai ché questo giudizio non è di oggi, conoscendoti dalla nriscita. ed• avendoti seguìto nella giovinezza e nella tranquilla ed operosa mat'ztrità. Ti stringo cordialmente l~ niano )>. Alla comunicazione di questa tessera ad lionoreni, Corso Bovio si è oommosso, e con quello spirito d 'inti·.ansigenza che è sua ·dote preclara, ha risposto:- << La tua alta e conim.ossa parola TTJ,Oltnoii conforta in ,un'ora, _nella quale sconti il peccato di aver vissuto povero e di aver pensato liberamente. Edu.cati entranibi alla scuola di un grande rnaestro di rettitudine, senti'!lo che la tua nobile voce non avrebbe oggi taciuto "· Dunque l'applauso del Liborio Romano della nuova era gli basta. Chi si contenta gode. Il Lib~rio Romano dell'era nuova. 'A proposito: avete mai pensato quanto Antonio Case1·tano somigli a Liborio Romano?... Ascoltate: « Bandéruola in balia dei v.enti - scrìve il De Cesare - Libori~ Romano si dava l'aria di dominar lui •i venti, compiaciuto e sod'. disf,atto di sè; dava ragione a tutti ed era il solo dei ministri che non sembrava impensierato del domani. I borbonici lo bollarono per traditore, mentre i cavurriani di Napoli lo attaccarono con violenza e non sempre con giustizia, e il wlo, che ne tentasse la difesa, fu quel partito di sinistra, il quale, generato dal Comitato d'Azione, reclutò nelle 'sue fiJla quanti vi erano più malcontenti, più turbolenti e più retriv,i; nel quale partito, il Romano si schierò e militò fìnchè visse, detestando, i moderati e il loro gover::10, e forse, in cuor suo, punto dal ri:morsp di dover passare alla storia per tra~tore. ,Egli non tradì, perché non ebbe la coscienza esatta di que1 che f.acesse, ma si lasciò iEascinare cl.alla corrente: capo-scuo1a glo;·ioso di, tutti que:i, voltafaccia politici e parlamentari, più in piccolo e più volgarmente egoistici, dei quali siamo testimoni ogni giorno in quèsto periodo di parlamentarismo degenerato ... Don Liborio, dopo trentanove anni di regime parlamentare, non può giudicarsi un fenomeno morale inverosimile, nè una pianta esotica del nostro paese ". Il trasformismo fa ridere. Intanto tutto il fascismo campano è in crisi. A Napoli, malgrado gli sforzi di qualche deputato diretto a strappare al Governo un po' di mili.oni con lo spauracchio, della questione meridionale,' non si esce dalle liti interne e dal solito qnaàro dei Castellino, Turchi, Teccltio e compagni. Ad Avellino arde la lotta tra D. Giovauni Preziosi, direttore del Mezzogiorno, ed i quattro deputaµ fascisti locali, loLt,a a base di attacchi personali e di contumelie. A Benevento"ed a Salerno i dissensi• sono sopiti ed ardono sotto la cenere. È tutta l'impalcatura trnsformista che scricchiola, sono le beghe personali che ripigliano vig-0:,:e, la sostanza che affiora attrave1·so la fOl'ma, le rughe del volto che emergono àl disotto del belletto. Niente è più sciocco del vecchio che vuole diventare giovine, di Casertano che si tinge , i capelli. In un giorno di caldo La tintura ai scioglie nel sudore ed il falso giovine scopre il suo trucco. Così il fascismo campano, con tutte le scorie deL passato, con tutti i parassiti che aveva ospitato e fatto· vivere, scopre fi11..almente la sua vera consistenza ed il suo valore, malgrado che l'on. Farinacci, con una ;incomprensione indefinibile, creda di aver quadrato il cerchio tra Pozzuoli e Frattamaggio,re. Ma là dove il fascismo ha meglio mostrato ]a su.a essenza è stato a Caserta, provincia di origine di Antonio Casertano. Iv.i! la Deputazione Provinciale ha votata e yersata una notevole contribuzione alla Se• greteria del P. N. F. Il fatto era così grosso che non si è potuto ignorarlo. La Feder.azione è stata sciolta e la Deputazione costretta a dimettersi. Ma questi p,xovvedimenti non possono naturalmente distruggere gli effetti· politici dello str,ano crite1~jo amministrativo. Cosa fatta capo. ha. . Dopo un fatto simile è tutto il processo trasformistico che viene 1nesso in discussione, e m.ai come oggi il disgusto è stato più esteso. Quando il trasformismo opera in lunghi peri,:,di tli tempo, difficilmente il pubblico se ne .accorge, perchè i gruppi interessati riescono a Prendere posizione tempestivamente, ma quando i periodi di tempo sono terribilmente raccorciati e si susseguono ~ome le battute di una commedia anche la piccionai~ scopre il trucco e sghignazza. Un'altra t.urlupinatura: il Congresso. Ed infatti spòr.a taqto forte l'ark della turlupinatura che il partito dominante non ha avuto timore di bandire i], primo Congresso per gli interessi del Mezzogiorno•. Il programm~ è grandljoso: ogni 'aspetto della. questione regionale verrà abbracciato e discusso: dai porti alla montagna, dalla trasformazione fondiar.j,aalle industrie estrattive, dalle co!Il)unicazioni ,.,Ji capitali mobilia,ri. E per ogni questione è pronta non soltanto, la relazione ma anche L~ soluzione, non soltanto la soluzione ma anche H progetto. Sar,a1u10 centinaia di scritti, dii pro,poste, di pr1ogetti, che .sfiler.anno come in una féerie agli occhi attoniti dei popoli meridionali, pei' dimostrare quante cure i1 paterno Governo si propone di dedicar loro. Sentirete c~p.le le gaz~ette ufficiali à.ntoneranno il poe1na della vittor,i,a'.. Mai e poi mai si è visto un Governo simile, addirittura fatato, che scende - c,ome nei racconti della prtlma infanzia - con la hacchetta magica su questa terra di dolori per sanare con la sola su.a presenza le piaghe del popolo meridionale. Lo stesso Garibaldi, che scese nel Sud come il Messi.a, sarà sorp,;ssatp dal ministro Giur,iati, uomo che risolve la gr.ande questione del Mezzogiorno con i Provveditorati delle Opere ed elevando Potenza, o Cosenza a residenza d'ol10re (vedete come si è capovolta La storia da, quando il Borbone minacciava agli impiegati Poten:;;a Cosenza o senza). E noi ascolte-remo tranquillamente, sicuri di .apprendere molte cose utili. Vi sono infatti tecnici di grande valore che collaborano o sono costretti a collaò.o•rare col Governo peV ragioni sup,cr;iori al1a 1or0 volontà. La speciale posizione, ed il disagio spirituale iin cui si tl:ovano, ispirano certamente compassione, ed è dolornso il sapere che essi sono continuamente in lotta e debbono reprimere i migliori impulsì della loro coscienza; n1a la loro competenza inspira fiduci,a. Essi fannQ intero :il loro dovere: esporranno senza esaltazioni e quasi senza fiducia lo stato delle cose: cercheranno divulgare precetti ed idee che invano predicano cl.a mezzo secolo e éhe popolo e Governo non vogliono ascoltare. Queata parte del Congresso resterà, e sfumato il tentativo di turlupinatura, non sarà ,lifficile, a noi che avremo ascoltato, richiamarci alle soluzioni promesse e non eseguite, Ecco perchè ascolteremo con attenzione. Gumo Doxso. Oro americano Le trattative allacciate, ed ora in via di riallac.- ciamento dal Governo italiano col Tesoro americano per Lt sist.emazione del nostro debito di guerra, hanno riaperto H cuore di molti nostri eonnazionali alla speranza di vedere affluire. nel nostr--0 Paese an fiume d'oro americano, che dovrà servire a rin-vig.o• rire H nostro apparato induatdaJ.e. Ii Sen. Ein.audi &opra a Cuniere della Sera e « Observer 1J .&0pra Il SecoW hanno trattato l'arco• mento dell"interease che l'Italia potrebbe avere a vedersi giungere, in epoca pià o meno prossima, un carico di oro americano, e wno giunti. a conclusioni poco ottimistiche circa il t.enefico effetto di tale oro. Io mi riprometto di tornare a trattare il pz:edetto argomento, vedendolo sotto un punto di vista diverso da quello secondo i quali lo hanno esaminato i dne illustri sopranom.in.ati scrittori. a) L'industria nazional13 si trova in grado di poter sfruttare economi.camente, cioè utùmen.te, l'apporto aureo americano? li maggiore impiego di capitale in un· indll.6tria non si ripromette altro scopo eh.e queilo di un sempre crescente incremento della produzione, da ott.e• nersi o mediante Pampliamento dei mezzi prodnt• tivi attua1mente cdopcrai.i o mediante la 608titu• zione di questi mezzi con altri più perfezionati, utilizzanti gli ultimi risultati dell'incessante progresso scientifico. L'aumento della produzione richiede come Deces• saria base la possibilità dei mercati di con....<qimodi assorbire la maggiore quantità di prodotti onenuti. Il problema che dunque bisogna esaminare è quello della possibilità di tale maggiore assorbimento. Il mercato nazionale, secondo il mio modesto parere, non può rispondere degnamente alla maggiore offerta di prodotti che l"indostria nazionale avanre.- rebbe in seguito all'aumento della produzione. Il crescente rialzo dei prezzi, fattosi sentire da vari mesi, non ha fatto altro che ridurre in una misura sempre· maggiore la potenza d'acquisto dei salari degli operai e degli stipendi dei ceti medi, che co• stitu.iscono la parte più importante tra le classi consumatrici, e che, per necessaria conseguenza., si vedono costretti a devolvere i loro guadagni unicamente, o nella quasi totalità, ai consumi più necessari. Nè è da pensare, almeno in un primo mpm~nto, aò una riduzione di prezzi che potrà permettere alle dassi consumatrici italiane di assorbire tutta o gran parte della maggior p;:oduzione, perchè quest'incremento della cr.1antità di prodotti non si potrà avere che mercè un inasprimento dei costi di produzione. Per produrre di più è necessario consumare maggior quantità di materiali ed impiegare maggiore mano d'opera. Materiali e mano d'opera che dovrebbero essere richiesti sul merc:tto e produrre inevitahil• me~te quell'effetto che ogni aumento di richiesta produce, cioè l'aumento del saggio dei salari e dei prezzi delle materie impiegate nell'industria. Aumento di prezzi che non potrebbe non causare qnell"inasprimento dei costi di produzione cui ho innanzi accennato, inasprimento che a sua volta costringerebbe gli industriali a rialzare i prezzi dei prodotti e chiudersi così in un circolo vizioso che perpetuerebbe l'impossibilità che il mercato· interno ha di assorbire una maggiore produzione industriale. Esclusa quindi tale possibilità, alla nostra industria ringagliardita dal nuovo capitale non resterebbe altra via, per collocare ·Ia quota extra di produzione, che quella dei mercati esteri. Intanto, se si pensa al fatto che tutti gli Stati, o· perchè afllitti da crisi produttive interne (vedi Inghilterra), o perchè in• tendono ritorcere la quasi totale esclusione che l'Italia oppone ai prodotti di loro maggiore produzione (vedi Germania), o perchè, ~come gli Stati d'Oriente, dopo essersi rimessi dalle ·crisi politiche pensano ad irrobustire nel loro :imbito le proprie industrie, quale più quale meno oppongono alle nostre esportazioni industriali delle insormontabili barriere doganali, &i renderà evidente il bisogno di non nutrire molto otti?r.ismo per la possibilità di assorbimento della nostra maggior produzio•ne da parte dei mercati esteri. Quindi, per conseguenza, l'indusu·ia nazionale anzichè ricevere beneficio dall'afflusso di capitale straniero, potrebbe ricevere un danno la cui stima è azzardato tentare, d:mno derivante da una crisi di sovraproduzione che porterebbe con sè la disoccupazione e tutti i sommovimenti sociali ad essa conseguenti. A meno che il Governo italiano non volesse, per fini di espansione imperialista, provocare un dumping industriale le cui spese verrebbero ad addossarsi sui già abba:.lanza esausti contribuenti italiani. Giui.10 MARTURANO. PIERO GOBETTl Direttore respotL'lllbUe. Tipografi.a Oarlo Accame - Torlno.

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