La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 28 - 12 luglio 1925

Quec..te. Jf' tri,r;ti rnndizioni drlla ritta, "'imili in tutto a quelJf' dell'Impero. A porhi mr"'i dalla vit• toria militare ~ulla fronte italiana, il prol,!tarfato au• E>lriaco. <'On ]a vil",iOn<! ddJa rivoluzwnt· ru!!F-a. rompi ogni diga, infrang,• ogni i-,oggniom· mìlitan;,ra, ,. fo udire al Go\.Prno di Vienna il .,u,, f!:ri,1 0 <lnJ!n~rio<-r, pare e pane. ~: l"epo(•a rwlla qualr- il C'0nlf' Cz1·rnrn. 11wllif1uo ul aMuto, è alla Hnllplatz: ed egli intt•ncl1 rp11•.. 1o J(rido. ne intuifirf• il profondo "'ignifiralo di ... 1undi<'zza t' tÌi dii,,pernzionr, <' inizia Ja sua olTcn!i>ivn JWf'ifi(' 11.. Jn1anto gli i.,riopcri !-i moltiplirano. A Trit'f..li' il 15 genn,no. poi il 28. E c1uc<.t'ultimo dura quauro ~iorni: i I /,m·onuor<> '-i tra ...forn1a in Bolf Pttino dr I Con ..iglio <lcgli operai: nella dt1:1 ogni alli\.ilà r(' ....a. Jl mo\.imcn10 <' imponente: J'impul~o -pontanf'o dal qual,• ha Imito origint' è indice della \.Olontà ri ...oJuta dc~li opf'rai. I.:a\.\.. Puecher può <lirr. nel primo romi:.-:io allf' .S1•di Riunitr: << oi dohhiamo dirr: ~on po-....,iamo --arrifi<"arC'idi più! i'\oi non al,hiamo provocalo. non ahhiamo mai desideralo la guerra. La Ji. quidj c-hj rha \.oIuta. rhj l"ha prCJ>arato, rhi l"ha organizzata. E -.i liquidi <·omc , ogliono i JlOpoli. c·Omt' i popoli d1•-.id1•ra110.La ,olontù dei J)Opoli rhc t-i ..,ono rovinati P<"r quc..,ta guerra de, e 1)<.,f.t•n· U!-('oltato nellr trullati, e di pa<·<• >>. Il manifesto del Consiglio degli operai afferma d1e il proletariato di Trieste, del1'1• htria <"dc-l Goriziano redama fra l'altro rhc: e(i rappref-entnnti <lcllC"Potenze cenlrali non dc\'Ono porre al<'un o:-.larolo al buon andamento elci negoziati di pace rinunciando chiaramente a qual,ia...,i prcte ..a di indole tC"rritorialc. riconoscendo esplicitamente il diriuo di autocl<'l<'rmiriazioue. veramcnlc democratico, all<' lerr(' come:,;e ». Tullo quc:-.to "i pote,a dire, dopo quattro mesi dal1a iO\a,ionr del Friuli e del Veneto. li regime Stiirgkh era finito: il Go\. erno era impotente a frenare il malcontento. Ma que~ti ~cioperi. :ebocciati :.pontancamentc. ~enza organizzazione centrale e diretti da uomini tipo Ellbogen e Pittoni, corrosi dal bacillo burocratico e ·la quello democratico ed incapoéi non solo cli una coscienza rivoluzionaria, ma financo di un gesto di 1ibcllione. i,,i disintegravano da soli e non raggiungevano che un obbiettivo lilllitatissimo. Altre energie occorrevano ai socialisti dei paesi dell'Impero austriaco per av,·iare risolutamente quei movimenti veno altri "boccbi: :.-arebbero necessitate lemprc di gladiatori per impedire il prolungarsi della situazione di guerra. e :-.'::tveva a che fare, invece, con pigmei imbevuti fino alle midolla di vieti pregiudizi formalistici. 1l giornale, intanto, accennava ancora alla soluzione socialista in contrapposto ai primi tentativi viennesi di stuzzicare gli appetiti croato-slavi sulla città: la quale ~oluzione si polarizzava intorno alln idea centrale di costituire di Trieste una specie di città anseatica dove, rimanendo integra l'italianità culturale, fosse garantito a tutti gli Stati del retroterra lo sbocco pacifico verso le vie del mare. Ma gli eventi precipitarono. Ne1l'autunno 1918 l'Impero era e~austo. Le gerarchie burocratiche completamente esautorate e quel così lungo contenuto malcontento che ave, a originato il gesto ribelle di Federico Adlec stav::i per rompere ogni freno e manifestarsi Len più violentemente che negli scioperi del gennaio. I socialisti triestini non avevano ancora elaborato compiutamente il loro progetto che già s'andava sfaldando la compagine statale: onde, incalzati dagli av, enimenti che si maturavano ovunque per ja rottura della compagine militare determinata dall'abbandono in massa delle posizioni belliche dei czechi e degli slavi, essi presero contatto con gli nomini del Fascio Nazionale (presieduti, questi, da} podestà Valerio) e costituirono con costoro il Comitato di Salute pubh1ica: dodici degli uni e dodici degli altri. Una deputazione del Comitato, il 30 ottobre, si recava alla Luogotenenza ed invitava il Luogotenente a consegnare i poteri; l'ingegner Aldo Forti per i nazionali e Giuseppe Passigli per i socialisti. E la città fu consegnata. All'accordo intervenuto fra liberali-nazionali e socialisti, questi ultimi non erano arrivati senza qualche rinunzia e senza qualche crisi. Nel loro partito si era già manifestata una tendenza nettamente unionista che ebbe come organo una rivista dal titolo: e, La Lega delle Nazioni». La maggior parte del partito, però, confusamente orientata veri;o 1a soluzione cui bo accennato precedentemente, fu sorpresa dagli avvenimenti di ottobre. Gli stessi socialisti slavi, che chiesero ed ottennero di partecipare in numero di quattro al Comit::ito di SaJotc _pubblica, erano disorientati. La facilità con la quale era stata riportata, d'improvviso, la vittoria sulle rappresentanze del vecchio impero toglieva ogni caratteristica rivoluzionaria alla 1e rivoluzione di ottobre», e~ d'altra parte, l::i rapidità con la quale si cm potuto e dovuto dominare provvisoriamente Ja situazione, mentre avvenimenti più vasti incalzavano ed u.rgev::ino alle porle della ciuà, impedì a tutti di raccogliersi, riflettere, decidere t·d imporre una propria particolare soluzione. Partirono, invece, due inviali per Venezia a chiedere l'intervento italiano. La città era ::1110fame nel beoso più ampio della parola: neccsoitm ano soccorsi; e vennero, preceduti il. 3 novcml:.re, dal generale Petiui di Roreto, primo governatore ituliano. Il dopoguerra La riunione delle Nuove Pro incic all'ltalia imponeva a qaeèta una serie di problemi politici ed economici. di gravif:&.imo pondo. Poicbè mi sono proposlo di ec;aminare, per quel che mi consenta Io :-.pazio, h situazione triei,tina, dovr-ò forzatamt:nle trascurare Je altre zone; ognuno comprende, però, come una gran parte dei problemi politici che riguardavano que~ta città corrispondessero in pieno a quelli che !-i determinavano altro\. e. L'esame delle soluzioni che si sono imposte, ottraverl:i0 j \.'Uri governi e le varie correntj che hanno avuto j} sopravvento nelJa politica interna del paese, gioverà, forse, a far comprendere lo :;tnto d'animo odierno dei triestini e servirà a prospettare le condifA Hl\ r,r T 7,J();\} r I':f I{ 1\1 F ;,;ioni Jlrf' ,,nti rh·IJa r tlla ,. J,, r,,ri I gur·nz, r,iu O rn ◄ nr, 1mm,.dialf• rhP- nr Jl"tr,nm,, rn:itur:irr. fnduhhiamrnt,· nr·i J1rim1 ~iorni rlr·IJa II rr di nzj,,m I.i c·111:1protf•,, l111ta la 11.1 ;1nuna \1•1 o l'flalw "' \.1·r r, j!'li italiani Bi ''J!ll,1 tf>m•r d,na1111 agli 01, 111 il rpwdn, JIJl'tr, ►,, ,1,,J 1wrimlh hr.Jli,·r, m·l crualr· rt")!lla\.<rno 1111 r1nlra latt· I,· Ire- Pardw 1·an· lia, morl11 1 1wr 1•r·uzioni. Con l'h.1/1.1 J(it1nJH'V:l.anzi 111110, la ;11\.-,·zza1h•Jl:i. f,1111,,: pam· \1·110,aglic·. r1J(Ji!f'tl1d1 v1• 1inrio. Poi l,1 Jrn1·1·. f11fi,w. la li11C'rlÙ. \ llf'hf• la lihnta <:h1· r·o..a non av,·,an" d1·t10. 111·1111a d,·llu 1t.111·rra ,.. duran!I• la p:u<'rrn J(li irr,•d1·nli li d1·ll:1 lilwrt.1 dw 11•l'lÌtuzirrni df>I vi<-ino r<•j!no 1·1u11•f'fl1:va110 ni r·ittadin, it,diani? E <'O<.ari-.a11uta (·h, ~!'italiani te f-1 u~- Jl;f'\.tlno qut'"-lt' conrr-zioni fin <lalJ,, c·uoJ,, primari,•; r hC'n prwhi "-:1rchbno -1111idi poi-li nllor:i. a rifiularsi di arc'<'tlar f'0nw ma<...,inw1•vanf(<·lidw 11•propo~izi,,n; du· O~OJ mcdio,-r,• politic-antc· andava infilzando 1wllc· --ut• 1·onr·ioni, i;.ulranima tfrmona1ica d<'id'i1aliani e -.ul lilwrali"mo della mom.1r<'l1ia '-ahauda. I\ ~iudicar C'0n -.pn.•niti1, d,•1 r<'--1'>,quulc·III' \.HO· tu~1do. P di non pic·,·olu 1•111i1ù.la ,.,,..,tituzio,11· ita• liana offriva nei confron;i di 11uc•llnah..,/rnrgi1·;1. Dalh· lc~~i '-ulla :-.lampa alle dii..poi;i;,;ioni ~latutari<' <.ui 'imiti Jrl potere regio 1• ~ull<' allribuzioni dC'l parlamento. Faril,• dovc,a t''-"l'n•, JH'n·io, pt'r i 1ri1•~tini d'ogni 1rnzionaJi1à lasciar ...i \.inrcr,• clall:1 ,.pcr.inza di un acquisto òi maggiori liberLi1: onde fu qua..,i epontanco lo '-labilir:-.i di uno .. 1,110 d·animo di <·-.ultanza rhc i,fociò nelle indimenticabili giornntc del 30 ottobre t' del 3 novembre e '-O...,f)ineci ~O(•ialii,ti, compresi quelli slavi, a fonder8i immediatamenlc, e prima di tuUi gli altri partiti, con il parlito ~ocialh1a itaJjano. "lè le aspettatfrc dei triestini dovevano essere fru- -.trate, almeno in un primo tempo. Il primo governatore della Venezia Giulia, quello militare. fu !lll'ahczza del còmpito. Si trattava di incanalare il :-.entimcnto di queste popolazioni, forzatamente rivolto contro lo ,,tato di cose precedenti, verso la confidenza nella ~apnei:à tecnica. amministrativa e politica dei nuovi venuti. i\es::;un triestino. infatti, poteva e voleva pretendere t:he le gravi questioni solle, aie da Jr unione di Trieste all'Italia trovassero pronta -.oluzione: bas1ava ad essi poter constatare la buona volontù e la larghezza di ,,edute dj chi era preposto al governo della cosa pubblica nella regione giulia. Questi requisiti si trovarono in gran parte nel governatore militare. il quale diè mano rapidamente, a mezzo del Genio militare, alla riattazione dei sen·izi e dei 1raffici, delle cnse e delle strade, ecc. I lavori compiuti in sei mesi ammontar-ono a 250 ntilioni e, se anche l'indirizzo di taluni organi non andò esente da inevitabili critiche. nel complesso parve soddisfare i ciuadini. Ma accanto al problema economico, che è senza dubbio il più importante per la vita della città, esisteva un problema di convivenza di stirpi che necessitava affrontare con serie1à e con profondità. Ho insistito, nel1a prima parte di questo studio, ::;ulla fisionomia di una città mistilingue com'è Trieste: doYe, a fianco del regnicolo. vive il triestino, caratterizzato, -generalmente, dalla promiscuità l1i sangue italo-slavo (si vedano fra i più ardenti patrioti nomi con desinenza slava: essi costituiscono fa prova sperimentale della forza assimilatrice della città): e, accanto a regni coli e triestini, vive lo slavo non ancora dirozzato. neJl'animo del quale, anzi, mediante la propagand.:i clericale e nazionalista deJl'anteguerra, si sono incubati i germi di una tenace diffidenza verso tutto ciò che è italiano, difficile a sradicarsi. Secondo il sen. Mosconi. gli slavi nella Venezia Giulia ammonterebbero a 404.000 circa, sopra un totale di 913.000 abitanti, e precisamente: 20.000 3 Trieste sopra 240.000, 184.000 nell'Istria sopra 350.000 e 200.000 nel Goriziano sopra 323.000. Probabilmente <1ues1ecifre non corrispondono esattamente alla reahà, anche per quello che riguarda Tr-ieste; comunque esse bastano a far intendere ]a importanza che il problema delle relazioni fra slavi cd italiani assume nelJa n•· gione e neJla stessa ciuà. Que!-.to aveva compre:.o iJ governatore militare mo- , endo a!Ja dcerca di un modus-vivendi che consentisse la libera estrinsecazione della vita spirituale degli aUogeni: e il i.uo esempio fu in parte seguìto dnl defunto on. Ciuffe1li nella breve parentesi della sua permanenza a palazzo. :CVlail periodo di tranquiJli1:ì e di pace non fu che uno squarcio di sole in una giornata di temporale: incombevano ovunque gl'insoluti problemi sollevati dalla µ;uerra e mancarnno dappertutto le energie su(. fìcicnti per raccogliere C'08Ì vasta eredità. Le condizioni economiche della ciuù erano divcnntc a mala pena sopportatili. Jn dipendenza diretta del disorientamento generale, ::i pace non anca conclusa, dei commerci e delle indu5trie. i poten1i ordegni del porto e le .sue magnifirhe allrczz:1ture giacevano inutilizzati. Le gen1i che rifluivano alla città dai campi di battaglia e da quelli dell'internamento, consuma• vano le re~idue energie in una estenuante caccia al lavoro ed eran trauc a medirnn~ con qualche rimpianto ~ulla perduta floridezza. Alb grama situazione dei triestini dcfb mag• gior parte dei lavoratori triestini e dei ceti impic- ~atizi 1·ontras1a,a la :-.fac('endata gara dei regnicoli d'ogni provincia che convcni,ano nella città redenta alla rjec-rca dei rapidi gu;1da~ni o ·di miglior fortuna. Trie5tc er::1 diventata un J)O • la mecca degli speculatori del regno~ depauperata d'ogni risor,;a e bisogno~a di tutto. basta, a porlar merci 1>cr lro,arc ·m mcrcalo nel quale la polcnza di a.s~orbimento i:,em• hra..,'-e '-cnza linUti. Naturalmente mancaya ogni gcnero"ità: ed il caro-vita. allarmante in tutte IC' città del vecchio regno. non lrO\.ava freni nelle nuo\.·e pro, incic. \ questa ~ituaziorw ocrorre :aggiungere quclb che ~i rrca, a di riYerbero alrimprc~a dannunziana e che tieniva :1 lacerare ogni intesa fra. italiani e slavi. La ten~ionc prodotta negli animi dei nazionalisti di tulle le porti ..i anda, a lentamente aumcnrnndo <' neutraJ1u,i pr,1l11,1n,. 1, gl1 , ffnt d, '•Jrn1 l•(•lilu.a r,,n fr.1na '111' IH,ri fiumana 1r,,un., qui J r,rirm P.i\éllt:11r,n , ,I • JIIII r,r1, mi ,,,n, n i JJJnluaJi ,. matnialJ pPr• ,h, rrnr,11 1da JJ uini 11<1r1 n ,, l)l,Jiat,, r rinn,,.,ava ,,,f, nr,n ,u111,ra r,i n1i. L ,1mh1Pntr I arr•JVPnt.tv..i nur, \ 1111 nr, i il 1n m1 ur.i f,,r P JIIU Jnlf•n I r hr· nr,n r,,-r il Jia 11,,. 1 o 1 ( ht• 11pnmr, rrn, I,,, fo rj 1,1 ,Ji r1uaJ,.h,- 1rn11,irl;HJJ";1 ,l,,p,, fo "' lit1ui1,n, ,J,,J mrnim<1nl() a \Jihnr,, i rn1rmlr;1 a 'Jrj, I•·, l, ,u, ,·r,ndizi<Jn, ((I), forni 1·01111 li,,";,,, .1hlJond,m1, fJf•r l:J pr'J' imu frn,H'.r1• tazir,n,· ,·111;1!,1 c·,,11 r,w·n·lii;1 amorr•,r,J,,z;,a dal nu<1\.,, (.<,mm, ario J(' nr·raJr· r·iviJ, •·n. \.f,, ",ni f, j!"r;1\.1· itua.1,1,,,.,. t:••1m,111ira ,J,-lh 11U.t 1n 11·m• alJ1 .11 u 1111a11 dinarni, hr· 11,11,Jizitmi prJJitJc·h,· rh,- j eran(J venlllr· ,1<-1,-rminando Jn 1·)!111t,,alla in,·crl'"zza df'IJ,. ,·ondu.i,,ni d,.JJ:i p:1q•, "'""'' ,·.iu-a di un a"ut, 1 di a)!io pr·r lulli rn..i, r111n1lu11r,,f••·r J,. ma ,. l:nr,. miri, i. Jn qu1·I primo iwriod,, d JJ.1r1it,, or·iaJj-=-ia. 1 om,• ru·J rc--lo d'Italia ,. for~r· piu. n<,\l·ra"a numer(J-i ad,·- n·nt1 ,.,1 :i,1·\.a not,·u,lr• inllu1·n;,;1 n,.lla u,-a r,uli• hli<-a: ,•. J)t-r l1· r·au,1· dian;,;i Uf'<"f•110ati-.premu!(J d::1lla ncc·<•-.,.itU rJi ,,pr·rarr· pc:r la ,J,(,. .. a d, al~uni diritti ,. b ,·onqui•ta cli nuovi al/,· ~uP ma -,~, m(Jv~va -,ovent" a l,a11aglia 1·orltro la ,wgligf•nza governativa n,;J riHJI• ,crr i romp1<-s1-,iprob!Pmi rlw il !rapasi-o della reizionf• all'fJalia imponf'va, ()ppurr· <·ontro i datori <li l::ivoro riluttanti a ron,·e,..,ioni uhr-riori o a impeJlenti iniziative. E la otoria di ieri, dovunque: ma a Trieste queHa ~,oria trova 1111"0'-lralo di t,r•n ,liver,-.a natura ,. di ma~tior porlata, poichè qui i,.j proponevano a1lo i,tudio degli uomini pubbJj,..j (! alla co,;denza di tutti j cittadini le condizioni non comuni di un periodo legi,lativo cd economico di tram,azionc. Que.~to non hanno rapito gli aHen,ari del ,;ocia]icmo triestino, cominciare dril capo del governo locale, SPn. Mo- -.,coni, che del movimento socia]i~ta non ba visto che gli scioperi, che ~cmhra giudicare alla <.tregua di tatti quelli avvenuti nel vecchio regno senza intuirne le numerose caratteristiche difTerenzinli. De! resto, probabilmente, coatoro non hanno capito nulla dell"importanza del partito socialista neJle Nuove Provincie anche dal punto di vista nazionale. Bisogn::1 rendersi conto, infatti, che il P. S. I .. più ancorn di tutti i partiti politici del regno, è un partito fortemente centralizzato a differenza del Partito Operaio dell'Austria che, prima della guerra, essendo organizzato su base territoriale, costituiva più una federazione di partiti che un organo compatto ed omogeneo. Co~i mentre, in queil'epoca, ogni partito nazionale aveva proprie esigenze e si trovav~ a fianco degli altri soltanto quando si imponevano eccezionalmente lotte di carnttere statale, era il proletariato della Venezia Giulia vPniva traocinato immediatamente nell'orbita dello politica centralizzata de] partito e ne assimilava prontamente la struttura, i caratteri ed i bisogni peculiari. Era un processo di cementazione con l"ltalia pro• letaria. a raggiungere il quale, per altre vie. occorrerà ben maggior dispendio di energie. Questa funzione inevitabile del socialismo triestino era indipendente daUc singole volontà. Ma essa non era nemmeno contrastante con ]e ideologie finalistiche del socialismo stesso, se è vero che. come hanno sostenuto anche i teorici del1a Terza Internazionale e praticato i capi della Rivoluzione Russa, internazionalismo :-.ignifica superamento delle nazioni e non negazione. L'unico partito di natura essenzialmente nazionale che seppe intuire questa profonda utili1à assimilatrice del movimento socialista del dopo guerra, a Trieste, fu il partito repubblicano che ne af. fìancò quasi sempre. senza abdicazioni e senza rinuneie, l'azione energica in clifcsa del proletariato triestino. Molti erano gli Momenti di lolla del partito sociali.sta. Oltre alla potente organizzazione sindacale. esso possedeva una organizzazione cooperativa che andò rapidamente sviluppando, talchè essa è la sola istituzione eh<' abtia potuto resistere fino ad oggi. A questo strumento di tutela dei consumatori i socialisti appoggiavano gran parte del1a loro azione sopratutlo nel territo:-io: ed esso aveva tali funzioni calmieratrici nelb rc~ione che, inevitabilmente. fu. rono la causa prinripale dell"ndesione al fascismo della maggior pr:rk dei bottegai e negozianti de] luogo; nè occorre indugiarsi a spiegarne il perchè. Inoltre essi possedevano un organo di grande diffusione: il fAworatore. quo1idiano in due edizioni, ed avevano sviluppato que] Circolo di Studi sociali che lo Slatapcr aveva giuslamente apprezzato a suo ten-.po e che, ora. costitui\.'a il nucleo più vitale del movimento. Ma già al 3 agosto del 1919 bi ebbe la prova deJJa incapacità elci socialisti di presidiare saldamente i loro fortilizi. In quel giorno, un migliaio di batn• bini - figli di lavoratori di ritorno dalla ('Onsueta gita domenicale organizzata dal Circolo di S. S., erano dirctli alJa Camera del Lavoro dove dovevan venir consegnati ai genitori. Jn prossimità della mèt.a però. a,.-..•enne l'imprevisto: alcuni c::irnbinieri - no,; è stato pos:-.ibilc slabilire perchè, se si traltava di un corteo di bambini; forse perd1è irritati dai vcs- ~illi e dni canti so,•'l'crsivi spararono ull'impazzatn colpi di moschetto alJ'arin. terrorizzando le piccole creature e gen=mclo nel paniro uno dei più popolosi quartieri della <'ÌIIÌI. r la\'Oralori ri:.-pot-ero con lo -.ciopero generale e il giorno --urce..,:-.i,o reparti di ardili. affiancati da gio,ani nazionali-.1i e dai primi squndri.5ti. devastarono cd occuparono la Camera del Lavoro che non fu riron~Cfi:nnl:t che dopo un nu,se. Que:.-la è stnl:i la primn occupazione di Camere del Lavoro in Italia: ma non si de\.·c trascurare, nella ricerca delle ripercussioni che e .. 5a doveva a\.'ere --ulla ci!ladinanza, il fatto d1c es::;a era avvenuta :i Trie~le. Il sequestro illegale e prolungato della !;-ede delle organizzazioni doveva ferire profonclamente il senlimento giuridico della maggior parte della popolazione e contrastrn :1 pienamente ('On le :-.peranze che rJJ , ndla d~morrazi::1 " nPIJa Jihnta ,frl ru'>"'' '"'fat,,, I ,,munr111, ,. 11· ,, fa11,, rfo\.e'\.a eJ!nar1• l'inirir, di n.1 pr,li1 ,L rPJ,rt Jf1Df' r1uale fl'Jt,..,,1 Jn taurare oj, 1I "n \fo ,r,n1 rhf' ,iun-P. n,.J ,..ttf'mhrn dd ·20. a pr zz"n r rmtr-,, 1 'fU:JrtlF:rf' '>pr-ra,,, d ... Giac()mn n I qual, ,-rono a ~nUtf' alr11nP omm" r r w,, I• 1 (r,rm ti ,Ja ;1lrun1 ;!JfJ\.ani p,,rh1 rnu hi rii irnrnr,n<lizrr 1r1 1m11 ,,ri rJj ~nrrir 1,, f;J/IOIHlf' 1 , u~ Il <;,,..,.1·rna11,rr• , ,-..,/,. in<An"ava di TJna d, J ,i1,,111• rJ,.J Jirr,hlnna lri,'. lino in hfor-, ,, ,-, f>"r I piu. (r,r ,.. ,. rp1,. la una d~JJ,.. ragfoni r,~r J,. 'JUal1 ,..,Ji e rw , it,, a far i rjt,.nP"rP un t cr,mpelf•nt~ » deJl~ 'fUf'· IJ<mi 1ri, 1rn1• P"gJj ..,,..va. rwr 'JU"J , h,· ngu.arrfa J, jlra\ imrJ prr,J,Jç,m:.1 dPIJa rQnvJvç,nza dF-:"IJe tirpr rwlf,1 n:;ti<1JJf•, i m,-rJ,. jmi r·riv'.'ri ,J,-JJ',,n. (,iunta. lh li ,1ff1•rrriar"' 1 ripn,v.i ,.h,, n,.f u,, lihrr, iia • ilatr, t·il1 afT,rrna , h1• il quartjer,- di .... Giar,om,J il 11iu JJf,pr,lat<, rJ,-lla <:itt.t ,. di-tante dal t:'!'Dtrn ona 11uiudi1·ina di minul. , un quarti,..r"' la\-<J. r,1-r rn- ,,. 11rJ,.r,. 1·r1m•· "l'li nr,n (,, e in grad,, di ,,,mprF-:"nd,.rP i bi-r,gni part1tr,lar1 ,J,.Jla ituazir>ni' .... ,. jJ quartjn,. d1 ... <,iar·r,in,,, , h,- ,. il r,iu imp<JrtantP ,J,-IJa rift.a ~ r·h,, ,. il ,,,iarlit>ri· ,Jp1:rai<1 per ~,·r.,,c:JJ,.nza.fo f-:' '-F-:"ra• 1rwnl<! -lav,,, -ard,h,, immediatamentP di 0 1·otihiJ,. la -ua affr:rmazi,111" 1•hf' gli -lavi nella dtla amm,mtino a ,,li 20.lJ(J(J u 30.(J(JfJ "' ·-.arehh,. legittim,J dubitare pn-in,, <folla it.alianita di Trie-te quan,fo I p,m-i d1,. ad e--,, hi--r,;m~rd,b,; .,,mmare j numeri:,-i lavi dF-:"glialtri •<JU,,Jr,hi tri<::'-tini t:'>me Boiano, ...erv,Jla. (_,Jj f' "h" J'afTnmazfon,. del -en. \lr, roni n'>n ;. ahrr, r•h1• Jl lf•ntaliH, di g.iu-tifiearf' la ua pr,liti~ di ,<Jf!gezione per la da'-:>e la\.·oratric.e da una parte 1: pn f!)i ,favi dalraltra. Co<;ì i::ipoO <.piegare il f'.,t)r<;o della lrJtta politira tri,..,tina rhe ("Il]minò nPJrinr...endio cJ,./ Halkan. Jl Congre'"o di Liv·ornr.1 del Partito ~o,-iali•ta italiano dal qualP ,j originiJ JrJ <=bloccamenlo dei comuni-ti nel nuovo partito, rivelò re"i<;tenza di una mag- ;i:ioranza romuni,ta in '-eno alle organizzazioni Lrie- ..tine e regionali del proletariato. Que-ta magP(J• ranza esiste ancora, come hanno documentato p,:;r. •infl Je ultime elrzioni. -...lavi Popolari Repubblicani ~oeiali'-ti unitari Elezioni 1921 ELPzioni 1924 293: 2577 531 4-1;3 3610 ;06 ~ocialisti ma'-•imali,ti -U54 Comunj,ti G667 6i9 46-18 Que,te cifre compro\.·ano lo stato d"animo creato nelle ma'-"e dalla politica del governatore civile e dimoHrano per rappunto come razione di que..-t"ultimo non abbia saputo attenuare nemmeno in parte gli inevitabili ilic;sidi fra i vari poli dell'opinione pubblica triestina. La mancanza di fiducia nen·azione tutelatrice degli organi statati; la constatazione anzi. del loro asservimento ad una concezione tra reazionaria ed illegalistica che era agli antipodi di quella apparentemente au dessus de la mélée degli organi equivalenti del vecchio impero; e. sopratutto. Ja c;;pe~so denegata giustizia da parte degli industriali e da parte dello Stato, doveva inevitabilmente ~o::,,pingere la classe proletaria verso le sue posizioni estreme. così come aceade\"a pei partiti slavi. Intanto però. la lotta inte...ctina fra i vari partiti '-Ociali~ti ne aumentava la debolezza di fronte agli an·er.sari. I fascisti si organizzavano potentemente procedendo di pari passo con le altre regioni d"ltalia. Durante le giornate del Natale di Fiume essi. che pur ùelrimpresa erano stati i più strenui sostenitori, non a,·evano man.ife:-.tato nessuna atività ..... attiva e rivoluz1orrnria come a,•evano giurato più \.·ohe di fare: ed a,evano anzi disertato il campo. abbandonando alla --ua ::corte o·Annunzio ed il morimento. Ormai il fascismo :etava per acquistare la sua fisionomia caratteristica: :,,j ohliaYano le c;;ommoc;;seper il caro, ita capeggiate dallo stesso Giunta: si obliarnno le ripetule dichiarazioni filo-operaistiche; -.i oLliavano. senza rimorso, Fiume e D"Annunzio. per dar sfogo alla ,era natura del partito ed accettarne apertamente la funzione reazionaria che, del resto. rientrava perfettamenle nella mentalità dei capi triestini del movimento. Erano e sono, costoro (eccettuato il Giunta - ormai estraniatosi - che era del rc:--to rnntrario ad ogni pregiudiziale repubblicana). i , ecch.i rappresentanti del partito liberal-nazionale con tutta la loro anima tenacemente antisocialista e con tutte le loro posizioni sociali totalmente borghesi. Accanto .1d e.•--i. uonUni ligi al passalo governo. quali gli e-.ponenti delle grandi indu ..trie divenuti oggi con grande ,candalo dei sopravissut.i della lunga dolorosa lolla irredenlista - benemeriti della patria italiana a malgrndo del passato au!>triaco. Infine le masse di sqnadric;ti recintate qua:.-i e:-:clusirnmente nell'elemento immigralo nel dopoguerra. Questo mo\.imento prendern bentosto possesso in- ~ontrastato della città ed imponeva ~enza am.ha~i la propria incroJlabile \.olontà. Fino a quando. co-n 1..imarcia su Roma, divenuto detentore del governo nella l'apilale. -.i inslaurava la poli1ica del gabinetto :\1u:.-solini. Gli episodi di \.'iolenza dell"una p::1rte e delrallra con la ine,itabile differenza di proporzioni e di (1uali1à. l'Ome nelle altre r-egiori - possono essere ,..o,tointe::-i anche pcrC'ht" in questo luogo interessa di più considerarne la influenza politica nel loro in- ..ieme che la gra\ità singola. L'afiermar::i del fascismo ed il raggiungimento deJ -.uo apogeo con la conqui!:ila del governo centrale e degli cnli ammini~trati\.'i e politici periferici trovò la C'ittà c:ompletamente assente. Ogni cittadino. infatti. ,embra allontanalo ineluttabilmente dalla palpitante l'0mpartecipazione al go,·erno della co~a pubblica. La mcclc:.-imn lotta per 1a liLertà che le oppo:-izioni hanno inizi~llo nei confronli del partito fa::.icista e del :.-uo governo non ha trovato consensi aperti in seno all'opinione pubbllica t:ittaùina, che o:embra <lisinlt!• re"~nr,:i di ogni problema morale ..

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