La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 23 - 7 giugno 1925

b Prerisorgimenfo Adalberto Radicati I. Nel Sellecenlo "i piemontesi - scrive il conte Adalberto Radicali di Passerano, che sarà .il protagonista di questa nostra rievocazione - godevano di un dolce riposo e di una libertà quasi grande come quella dei fortunali popoli della Gran Bretagna: infalli i preti che parteggiavano per la Corte di Roma non ave, ano potenza nè credito, e quelli che favorivano la nostra Corte erano ottime persone che odiavano a morLe la gerarchia ecclesiastica, non potendo sperare nella loro carriera un vescovado o una ricca prebenda. Queste ottime persone predicavano sempre e in ogni luogo a favore deJ sovrano ed era loro concesso valersi del suo fa, ore per difendere la buona causa. lo po, che ero fedele e affezionatissimo al mio sovrano, la difesi così bene che gli ecclesiastici partigiani della Corte di Roma mi onorarono col titolo di eretico perchè, dicevano, io protestavo continuamente contro i vizi e gli abusi del nostro clero. E insomma feci il mio dovere tanto compitamente che fui citato tre volte davanti all'inquisitore per imputazioni che mi restarono sempre sconosciute; 111.a io me ne vendicavo allegra1nente non andandoci. Così mi condannarono in contumacia, attendendo tempo più favorevole per eseguire la crudele sentenza di questo tribunale "· Veramente la politica ecclesiastica fu per il Piemonte del '700 la prima esperienza cti una volontà statale. Nelle vicende di Vittorio Amedeo II, impegnato dal 1686 al 1727 ininterrottamente in lotte. religiose e in conflitti di giurisdizione con vescovi e arcivescovi del suo territorio, si scorgono le espressioni cli una coscienza laica. Forse le lotte religiose erano allora piuttosto contrasti di piccoli interessi, non sostenuti nè da ideali politici inesorabili, nè da limpide visioni ginridiche; ma in questi a1·gomenti l'umile pratica viene sempre prima delle idee. E ci troviamo, a secoli di distanza, a riconoscere difensori di l'aicità, trascinati da 1ma logica superiore aJla loro grettezza, anche certi buoni duchi di Savoia, voraci goditori di badie,' astuti nel contenderle alle decisioni ecclesiastiche per attribuirle ai propri bastardi o alle favorite. Invece che di una lotta per la investitura Fi tratta delle piccoìe astuzie del duca che combatte con ambizioni regali. Nè si deve dar torto al marchese d'Ormea di aver lavorato in queste situazioni « religiose >>da buon diplomatjco, senza risparmiare ipocrisie e giochetti come se la questione fosse tutta di bilancio e di equilibrio internazionale. Invece sembra qualcosa più che una curiosità storica ricordare che alla Corte di Savoia vi fu in c1uegli anni accanto ai diplomatici il teorico. accanto ai riformisti il riformatore, pro~to a dare un contenuto dottrinale alla battaglia pratica e a gridare la sua, protesta. Curiosa figura di canwuatore dell'lnquisi- :<ione. il conte Adalberto Radicati, e davvero non s,apresti dire se più originale nella vita o negli studi! C'è in quest'nomo lo spirito di una nobiltà antica e inquieta (Alfieri) capace non tanto di teorie quanto di fortissime reazioni critiche alle idee, inetto a soddisfare la passione innata verso la politica, per un desiderio sempre leso di avventure; cervello anarchico e sentimenti austeri di autoriLario, disposto al lealismo e al gusto per la ,ita di corte. Preoccupazione ispirata alla ragione di Stato, un odio anticlericale quasi furente. Vittorio Amedeo ne traeva partito quando la lotta con la Corte di Roma era più accesa. Chian1ano un giorno d'urgenza il conte alla reggia. « J'y allai un peu inquiet )> e ..~,i trova in antican1era il procuratore fiscale e il grande Inqnisitore, che attendevano seduti vicino al fuoco; « il n 'y manquoit que 1e bourreau et mon affaire étoit faite "· Ma il principe, « d \me 1nauière fort afiable et gracieuse "' gli conferma la sna fiducia benchè gli sia stata presentala proprio allora contro il conte accusa di ateismo. e< C'étoit la n1éthode ordinaire du Clergé de décrier par le nome odieux d'.athée, tous ceux qui ne veulent pas s'en laisser imposer en utalière de foi )>. ccConnoissez-vous, me dit-il, les droits des Rois el de l 'Eglise? .le lui reparlis humblemenl que fen avois fail 1na parLiculière étude depuis plusieurs années >L E gli presenta la su.a tesi rad·icalissima: non si deve perrnettere ai sudditi di riconoscere altro diritto che quello del loro sovrano. "Qne cleviendroit clone l'autorité de l'Eglise, me repliqna ce Roi, si les princes suivoienL cette niaxin1e? )). << EJle deviendroiL, Sire, lui répondis-je, une Chimère telle que elle est ". E del resto: « Bien loin d 'etre divine l'autoriLé d.u Pape, jc prUs prouver à Votre Majesté qn'elle est entièremente contraire à l'esprit de l'Evangile "· Alla fine del colloquio il Principe pensa cli utilizzare queste nuove dottrine e gli dà incarico di seri• verne un libro. « Je me chargeai avec un plaisir extrèine de cette corr1missione, me flatc.; a tanl rlf' pouvoir un jour délivrer ma Palrfr· dn <'l"l1eJ joug dPs rccJésiasliqw·8 ». Con quc•sle idee fisse il co,;tP Radi<·ali doveva apparfre tra i suoi contemporanei al- <fuanlo stravagante <"' avcrnr- noie interminabili. Del n·sto il suo spirito si dilettava della condolta pili jmpopolarc anche negJi affari domestici e jnnorui. I1 suo primo 1nalrin1onio si risolve in uno scandalo. GJi muore Ja moglie, e viene accusato di veneficio e si sa]va a slcnto col consullo ,li un medico. Durante una peregrinazione in Francia risoJvc di unirsi « ad una persona c-he per raggiane e per affcllo tulla dipendesse dai miei voleri " e si porla la seconda moglie, non nohi]e, a Passerano, urtando -j pii1 chiusi n1isoneismi. Quivi ronlraddice clamorosamente ai nobili del suo consortile, in lolla fiera con la plebe, predicando <ein un governo n1onarch ico cd assoluto iJ nobile come il plebeo sono parimenti sudditi del Principe, dimodochè il Principe deve render giustizia eguale al i-ico come al povero, al nobile el al contadino per farsi teu1ere ed an1are ugualmente da tutti e potere cosl facendo mantenere smnpre Ja sua aulodtà assoluta)). Cerca nuovi nemici a Torino dimoslrando ai cattolici << che la superstiziosa venerazione e il troppo rispetto che essi avevano per il vescovo di. Ro1na loro facevano dimenticare quello che legittimmnenle devono al loro principe n. Anche secondo Cristo << tutti i regni, t11lle ]e p1·ovi11cie et insomma tutta la terra con le sue ricchezze dovea esser comandata e ordinata e possednta da monarchi principi o repubbliche, da tulli quelli che hanno il maneggio del civile governo, che a loro appartiene lo stabilimento delle leggi e di farle osservare dai popoli non solamente laici 1na anche ecclesiastici >>. Di qui minaccie dell'Incp.1isitore: vane perché egli potrebbe essere arrestato solo se capitasse nel convento dei Domenicani dov'è posta l'Inquisizione « di che venni avvertito, dimodochè non capitai più in quella Chiesa e quindi certamente perdetti la protezione del gran Domenico e dei suoi discepoli "· Gli arrestano i domenicani un cameriere cc il quale ogni mattina udiva due o tre Messe et pareva che si nutrisse di Avemarie e di Paternoster perchè sempre li aveva tra i denti et era delle compagnie fradelato et arolato ». Ma sperano invano che col venire al convento per averne spiegazioni egli cada nel tranello. Tuttavia solo per l'ultima insidia di questa diutuxna battaglia mossagli da preti e frati gli pare di poter conoscere « la frode e l'impossibilità che vi è di potersi fidare a coloro. che militano sotto le insegne de frati che sono la cintola di Agostino, la corda di Francesco e il rosario di Domenico e un'infinità d'altre bande dette compagnie tutte inventate e stabilite per cavar danari e la divozione del popolo ignoo:ante e superstizioso ». Solo il favore dei re riesce infatti a salvarlo contro l'accusa che gli fanno gli ecclesiastici « fra i quali vi fu la stessa mia sorella monac.a in S. Chiara cli Chieri ))"di maltrattare la figlia e trascurarne l'educazione. Non era vero e soltanto « non era ancora stata a confessarsi, m.a ne dilungavo il tempo espressamente per mantener]a in quello stato innocente che fu ritrovala dal Ministro di Sua Maestà quando glie la consegnai; perchè sapevo che la confes6ione è lo scoglio contro del quale fa sempre naufragio l'innocenza delle tenere verginelle; in1perocchè non sapendo esse che dire è di dovere che il confessore le interroghi ed alle interogazioni imprudenti ed ai quesiti disonesti e lascivi talvolta ignorantemente e ben spesso maliziosan1ente fatti dai confessori egli è certissimo che per queste sante str.ade di penitenza il vizio e ]a malizia s'insinuano nei cuori innocenti)>. Fu rnltima sua vittoria contro ]e pe1·secu- ;::ion.i. Il marchese d 'Onnea stava meditando il concordato con la Corte di Roma, la tregua era jn1minente. cc Je pensai donc à me mettre è ]'abri de l'orage quj me menaçoil et pour cet effet je 1ne reugeai en Angleterre "· Gli furono confiscati i beni poichè non gli si poteva apprestare jl rogo. I conteinpo:ranei rimasero incerti se chiamarlo aLeo o protestante o razionalista. I casi della sua vita lasciano indecisi anche noi se le sue fossero convinzioni meditate o accese iinprovvisazioni. C'è in lui qualcosa c.ìelravventuriero. Vedia1110 dunque cosa ci dicono le sue opere. II. Au 8érénissi1ne et très pnissa!1I, prince Don Carlos. Roi des deux Sicilcs, héritier présomptif du Grand Duché de Toscane, Due de Parme et de Plaisance, etc. etc. è dedicata per disperazione l'ope1·a compiuta da Adalberto Radicali, dopo che egli aveva tentalo invano di presentarla a Vittorio Amedeo II e a Carlo Emanuele III. Già dalla dedica puoi arguire il carattere del libro nel quale cercheresti invano lo stile teorico e le intuizioni metafisiche e critiche predominanti negli scrittori inglesi contemporanei cli questi argomenti. Chi volesse ricostruire nei dialoghi del Radicati un edifido logic·o c·ompiulo, riuscirebbe per Jo meno inopportuno e jnad.atLo a scorgere j pregi di un 'opera che è tutta scrjtta 1,ollo l'in<'alzanle ne<:cs"ità polcrnica, quasi tra una alternativa di vita o di morte. JJ filosofo è sacri/ìcalo al comhallcnte. Per altro la stessa cultura del Radicati ,i può LJ.'aJTf" in in~anno. EgJi è jl pdmo italiano (·lie abhia famigliari scrittori <;om,~ Toland, Collins, Algcrnon Sydney, Bayle, Vollain•. \,alo intorno al 1690, morto nel 1737, ~ il primo illuminista della penisola. GiannonP, Dc11ina, Pietro Verrj sono lucidamente anticipali. La sua pa8sione vive naturaJmenle ncll'atmosfc,-a europea del libero pensiPro. Sulle ormP di Lockc anticipa Rousseau, parlando di stato di natura e di governo del popolo. Teorizza i governi <·oslituzionali; deonoscc J"eguaglianza pratica deJle va,-je forme statali (monarchia, aristocrazia, democrazia) quando siano liberamente accettate e si fondino sulle leggi. La laicità è un risultato chiaro e definitivo nel suo pensiero. Tullavia ncJl'alfermazione di tulle queste idee, nelle pil, acute disquisizioni teor:iche c'è semp,-e un fondo di dilellantismo. Trovi delle affermazioni vigorosamente rnoderne, ma soltanto perchè le parole vanno oltre le intenzioni e la sua cultura rj_mane vaga e indipendente daJlc esigenze· del carattere e della realli1. Per crederg]i vorre1nmo la costanza co1ne prova delle sue convinz·ioni e troviamo invece mutevolezza. Non saremo lontani dal vero concludendo quesla circoscrizione dei suoi limiti col segnalare come enciclopedista pmlloslo la sua curiosità che il suo pensiero. La categoria del romanticismo, o del proloron1anlicismo di cui parlava Croce, a proposito d~Jl'Alfieri, aderisce meglio a questo spinto d1 avventura. Cosi resterebbe senz'altro definito anche il suo cristianesimo ostile :1.i dogmi e alle intransigenze del callolicismo (fenomeno non ignoto all'Inghilterra e che rivedremo in Italia per tnllo il Risorgimento).Ora l'opposizione del cristianesimo al cattolicismo è proprio alla Riforma. Invece Radicati sfiora le più scottanti queslioui senza affrontare nè vedere i pericoli. Dove vorremmo un 'indagine teorica c'è una satira o un motto di spirito. L'indulgere ai motivi volt~riani di stile è un altro segno di spirito d .avventura. Per trovare qualche cosa di più solido e un interesse veramente centrale dobbiamo passar all'esame del diplomatico, dove si trovano per l'appnnto i limiti. del cnrioso. Lo spirito letterario della sua inda!rine si risolve in un eclettismo e in uno sce;ticismo verso le teorie. Senonchè proprio in questa indifferenza c'è l'astuzia del politico che abbandona le questioni di principio per risolverle nel mondo dei fatti. La tradizione è sabauda e _lo stesso Cavonr la riprenderà in grand; stile. Le ideologie, in Radicati come in tutti i prepa~·atori de~ Risorgimento, sono precise finche s1 appogg1ano allo Stato e al Re; l'inte1·esse teorico, l'eresia, la riforma non suscitano energie pratiche. • Il pensiero di Radicati è lutto percorso Ja inotivi eretici, ma nel mon1ento in cui egli potrebbe pensare ad una Riforma, le ra«ioni P?litiche lo fam10 rivolge1·e con maggior ~ompiacenza al concetto di un cattolicisn10 schiavo de] principe. La ragion di Stato è assolutamente don1inante; il libero esame serve al polemista come slnnnenlo per ,111 fine polil1co. A quale profession di fede egli volesse poi _giungere da questa pregiudiziale di liberta, non ci riesce di precisare. Anzi il seg~o della natura eretica del suo pensiero sarebbe appunto in c1ue~ta ùnunzia alle preoccupazioni di salvezza metafisica. In realtà .la loti" contro il potere temporale è la chiave di volta di tutta la sua speclÙazione. La liLcrLà religiosa, ]'affermazione ddla t?lleranza, la lotta contro la su1jerstiz1.one .vi .s1connei !ono come ideali vagheggiati d1 nnghoramento dei costu1ni e di serietà etica. Trm·i perfino uua difesa dell'ateismo defi11:itocome quello che sa << riconoscere u1~aDivjnità senza professare come vPri santissin1i le n1enzogL1e più assurde ed esecrabili de«li no1nini >>. E qui sembrerebbe addirittura :r. fermato il rnlore della reli,riositit contro le religioni. Invece in tutta la '"'polemica contro la Chiesa alluale il Radicati ar«omenta ,la p_erf~t~o cristiano che all'ann-izia 0 degli ecclesrnstw1 oppone lo spirito del Vangelo e dei primi cristiani. La diagnosi dei 1uali che vengo!.10 dominando nel1a rehgione cattolica è condotta come sloria della corrnzione dclh Chiesa, deformata e ri<loua a una storia rli artifi.z.i e di me'nzogne. È naturale che in questo processo ven!!:ano affior.an<lo motivi protestanti e n\zÌonal'isti. Leggere la Scrittura, non commenta:-la. Tutti fratelli, ness11n ~e.scot:?· Disonestà riel celibat_o dei preti che e servilo soltanto ad accumulare le ricche;;ze, ecc., ecc. La confessione, il Purgatorio, le Messe e le indulgenze, j uwnaci, le compagnie 1·eligiose sono tntti pericoli per la laicità dello Sta,o. Bis.oµna dnnque combattere all' oriaine quPsLi ma"li. Al sovrano appartiene l'auto~·ità Laoto sacra che civile. Egli deve con·eggere la ,·ita degli ecclesiastici, ormai completamente opposta allo spirito del Vangelo. Per qnPsto fine non vi è che un mezzo: togliere ie ricchezze agli ecclesiastici, non consentire alla Chi,--a lil,ntà e immunità, limitare Jo "'ll<'.~0potere 1,0,J Lifìcio. JI lihc·ralismo di Radicati era cosi posticcio ,·lw (•,!.di c·oncludf: tutta la -ua hattagJja in un pro~rarnma .,latolatra. Per far prcvalerf" iJ "lllO di-,~µ-110~ut!µ-erj.,_<'.eabilmente ai prin<·ipi C'.atloli<·i di ar,pog~iarc;j nella Jolta contro 1a Chie.,a ai ~o"rani protcHanli. JJa i] fini'! dj. d1jaratCJ i~ di averf' un CattoJicesimo -oltornc•sso alle esiw·nze dello Stato. Perriò dovrà essere il prjncjpe a (Jjsporre di \f"'-(•01,adi, parrocd1ie e abbazie, investendone ,.hj f!li pia<'e: iJ numero dei monaci e preti dovrà eFr;.ere preµ-iudjzialmente fissato i.,alvo a H.:nfrJo dimiuuenòo man mano; j beni errle1,ia"tir:j diventeranno potf're deJJo Stato ,·lie li assegnerà ai nohili e ai eomuni to- ~li<'ndo J°<·senzione delle imposle; o,:rnj donazion,A ai prcli ,;,;arà proib-ita ne ,..j con~en• ti,·à Joro di <·rlehrare Mei;'-e 2 pagamento •0llo pcn.a di condanna di simonia. Projhi- ;::io11eai µ:e~uiti di tener s.cuole; abolizione dPll'JnquiFizio,w, abolizione delle confraternite P deJJe frste reliµ:ioae. De1Ja confessione. disciplinata a suo modo, il princ-ipe si servirà come d'una ;;pe<·ie di istituto ù·i propa• µ:anda tra i sudditi; e penserà esso a mantenere i poveri a spese dello Stato con i beni tolti. alla Chiesa, e a istituire scuole decorose. Lo spirito intollerante di questa lolla era di attualità; e Vittorio Amedeo II alluò coraggiosamente contro il Pontefice alcune di si/Talle riforme. La lotta contro i Gesuiti p contro ]'Inquisizione favoriva Je correnti più radicali di politica ecclesiastica, che il conte cli.Passerano riprendeva per primo dopo Machiavelli. Ma perchè questo sogno avesse nn effetto, la premessa indispensabile era che si formasse uno Stato nazionale. Adalberto Radicati giunse sino a questa intuizione. La politica ecclesiastica di Vittorio Amedeo II e del suo successore aveva invece i suoi limiti inesorabili in una situazjone di diplomazia inLernazionale. E la cultura piemontese era rimasta cattolica. p. g. Lesappelsdel'Orient A. provare una ripresa di interesse in Francia per le cose d'Oriente basterebbero il ritorno di Gobineau, il successo ottenuto dai libri di Offendorschi, i libri di Rolland da una parte e dall'altra di René Guénon e di Jean Caves, l'interesse per tipi come Keyserling. Tuttavia la larga e audace inchiesta che abbiamo sotto gli occhi, promossa da Les e<1hiers dLL 1nois, non conclude e non vuol concludere nulla sulla sostanza del problema. Essa ci indica gli stati d'animo della cultura francese di fronte all'idea di influenze orientali. Quindi si hanno piuttosto sensazioni e sospetli che conoscenze. Sull'argomento del resto jn Francia come nelle, altre nazioni occidentali (Germania esclusa) non ci può essere ancora una coscienza equilibrala di valori e di distinzioni. Sta cli fatto che persino uomini come Gide di fronte alle domande poste dai direttori dei Cahiers du. mois non hanno trovato altro da dire che una generica affermazione di libertà dello spirito e di collaborazione internazionale alla verità. Quasi tutti gli altri hanno ricamalo sul motivo dell'Occidente concreto e praLico e dell'Oriente mistico. Il problema è così poco malmo che i più coscienziosi haouo dovuto fare una distinzione pregiudiziale e confessare che non si può pt·endere in blocco l'Oriente: Cina, India, Arabi, ecc. Lo stato d'animo francese sn argo1nenti di questo genere è sempre diviso tra i due istinti dominanti: fiducia, amore, cordialità umanitari.a (così Rolla ud, Barbusse, Claudel, il quaìe tùtimo almeno raccomanda con conoscenza di causa, ài pensare al teatro giapponese); e fi~~~tci~i;nolatino, attaccamento alle tradizioni, 11~gazione di tutto ciò che non rientra nello stile òell 'intelligenza. Massis si è di,·ertito a dimostr:P·e che Lutto questo orientalismo è disfaltisn1.) e ei1e in realtà e' è dietro l'arte dei boches. In reaìtà 1·orientalismo francese è tullora su nn tono mondano, ancora più che non succeda a Keyserling. È un sintomo di Yaghe aspettazioni, di cu.riosiLà esotica pili stanca che desiderosa di ricerche. Perciò a discuterne si viene su lln terreno di polemic~1 tendenziosa e quasi di politicanlismo. Les aµpels de l'Orie11t, Emile Paul frères editeur. Paris, 1925. - Les cahiers du mois. 9-10 a cura di François et André Berge. G. B. PARAYIA & C. Editori - Librai - Tipografi TORINO· ~llU\O· flxEnZ[- IWMA-N4POLI •PALERMO Gll(O LORIA Pagine di storia della scienza Un volume L. 9. È b prima oper::i. italiana che permetrn alle per- :;one di medio. co!tura di formarsi \Ul concetto gener~1le della evol11z1onc attraverso i secoli del multiforme pensiero scientifico. Il Prof. Gino Loria - dell'Università di Geno, a - ha infatti delineato questa storia deJJa scienza dall'alba della civiltà tBabilonesi Egiziani) fino al giorno d'oggi, in modo sobrio, efficace, sicuro.

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