La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 18 - 3 maggio 1925

IL BARETTI Quindicinale di letteratura Editore PIERO GOBETTI SETTIMANALE EDITORE PI.ERO GOBETTI TORINO VIA XX SETTEMBRE, 60 NOVITÀ DELLA SETTI MANA U. RJVA Abbon•m11nto annuo L. iO E11tero L. 16 Un numero L. 0,50 ABBONAMENTO Per il 1925 L. 20 Semestre L. 10 Estero L. 30 Sostenitore L. 100 Un numero L. 0,50 C. C. POSTALE PASSATISMI Anno IV - N. 18 - 3 Maggio 1925 81 •pedlau fronCI) di p•rto o chi mondo ua1fla di L. 10 alftdiltire Gobettl - Tr,r/no S <J 1111 AH 10: M.An10 LAMB>JH·r,: lìppunll sull'impresa liumana - O. MAzzA1,1: Marx e Da,wln - l/isorgimento. A CAVA1,1,1: Po,!a - G. AsHAJ,JJ(J: ue maniche di flPias - Vita M,;ridvmale • G. Do1tso: Il problema agronomico. Appunti sull'impresa fiumana {appuuto in uome della vittoria) sacrifizi; in qu~ta arretratezza storica, in questo porre una lotta di nazio11alilà che in fondo l'Italia ormai più non sentiva, sta la loro tragica posizione: e,si finiSCOtJoper portare tutta la loro disinteressata ed ingenua passione a sol beneficio di una fazione più clisposla delle altre ad accogliere (non ad intendere) le loro ,·oc-i. sat.o a risol \·ere cosi un non conft::~sabile problema materiale di esistenza, giovani, giornalisti, spostati intdlettuali e letterati dannunziani. D'aJtromle sceverare i vari elementi che composero quello che già s'incominciava a chiamare e esercito legionario » non ha importanza <li fronte al tono unico che era dat.o all'impresa. LA CRISI DEL DOPO GUERRA Il bolscc,•i:-;mo fu - nell'immediato dopo guerr:i - segno di uu..:"l i mmcusa debolezza caratterizzata dal Ycrboso riYoluzionadsn10, ma insieme indizio ben chiaro che w1a nuova classe e una nuo,·a epoca ~q?;e,·ano alle porte della storia - la caratteristica espressione della crisi graYissi1r.1 portata i11 ltalia dalle classi popolari che, assenti da .;-;ecoli alla \'ita nazionale, da plebi organizzatesi iu popolo sotto il mito del proletariato, tentarouo forzare con prorompeute ed incauta baldauza i limiti stessi JX)Sti dall'ancor debole- e fragilissimo vincolo che le univa in una organiu..a.zione affrettata. Questo insorgere e prorompere trn,·ò P Italia siugolanncÌ1te impreparata ed abbiamo lo strano spettacolo di Ulla ,·ecchia ed esausta classe dirigente che, dimostratasi inferiore non solo a tutti i problemi posti dalla guerra, ma alla condotta stessa della guerra, espriwè da sè, a prop1ia accusa e a pripria difesa, un movimento politic'o . che si afferma quale critica veemente ai risultati della guerra, quale esasperazione per la non ot.. tenuta pace, e che pur si limita e si conchiude in una verbosa impotenza, per essere figlio di quella stessa falsa classe dirigente che la guerra aveva condotta con disastrosi sistemi e, cocciut.a., aveva a Parigi non ottenuta I.a pace ed esclusa l' Italia dalla politica europea. 11 , collaborazionismo , per cui la vecchia classe dirigente veniva incontro alla nuova nel ten- {ativo di porre almeno le premesse per cui dal generale travaglio uscissero i lineamenti cli· un moderno St-ato italiano resa vita.le..dall 'adesion1: delle 1nasse, era il palhdo sogno d.1 pochi rntelJettuali. Le classi dirigenti vivevano in Italia l'atmosfera della sconfitta sotto I 'incubo di una minacciata imminente ri,·oluzione. Tra l'azione incerta di una diplomazia che aveva trasciuato l'orgoglio di un popolo vittorioso nell'umiliazione cli chiedere agli alleati òi guerra, e vedersela rifiutare, la propria pace, come un vinto p.uò chiederla ai -,·incitori, e I1incubo di un movimento rivoluzionario che, arditissimo nei comizi di piazza, an·etrava poi pusillanime, di fronte alla tante volte proclamata rivoluzione o dinnanzi alle responsabilità del potere - in questa paurosa ed esasperallte atmosfera era naturale il sorgere quasi da un fenomeno di disgregazione deila classe dirigente, piena di esasperazioni e cli patl!t'e, di desideri cli rinnovamento e d'incapacità, di un movimento di ribellicne <..be trovava nei precisi problemi di politica estera la sua apparente giustificazione. Una dolo1'osa eredità faceva su di noi le sue ,·endette : i secoli di servitù del nostre popolo, che mai era stato libero e già aveva spento la libera fioritura dei Comuni in un sorge1·e per tutta la penisola dj mille tirannie, tutti questi secoli così penosi per chi studi la nostra storia e la compari con le ch;li glorie cli Francia e di lnghilterra e della stessa Germania, portayano il loro doloroso contributo al 1110,·imento di ribellione e gra,:avano sulla nostra impotenza. Lo si seuti,·a e se ne era ancor più esasperati. Si proclamava~ la riunione ideale alle tradizioni del Risorgimento: in realtà era l'opera del Risorgimento, « eroico sopruso di pochi», che rivelava le proprie deficienze, era lo St..-itomoderno, di cui nppena si iucomi1icia,;;ano ad intravvedere le linee che soccombeva al sostenuto sforzo del1 'atroci~ima guerra : già si pt'epara ,·a la frettolosa ritirata Yerso schemi ed idee che si credeYano per sempre superati. In modo più specifico : quella classe che, anche se anti-giolittiana per contingenze politiche, ave,·a per dieci anni tro,·ato in Giolitti il suo cspouente, piega,·a e - rinnegando le ragioni che l 'a,·evano fatta strumento di solidità e cli ordine in ltalia - si ribellava alla su.a stessa incapacità a<l espximere, confusamente ancora, la sua ,·ol011tà di vendette. Il probkma di politica estera denunziava una gravissima crisi interna, per cui invano nuove classi sorgevano e il servaggio di sette secoli accennava a scomparire di froute a una ri11no- - vata Italia. La guerra a,·eva portato alla luce quasi LLD miracolo che si era lentamclne compiuto e d 'im. provdso si schiudeva : un popolo che per secoli ave,·a dimeuticato cosa fossero le :inni impugnate a difesa della patda minacciata, un popo1o che si era costituitò a Stato passando di sconfitta iu sconfitta, quel popolo aveva sostenuta e vinta una lunga durissima guelTa. - Più ancora {la guerra è stata un falto troppo complesso e uni- ,·ersale perchè dall'averla perduta o vinta se ne possano trarre sicm·i giudizi) sorgeva una nuova clasSe capace cli rendere effettiva l'unità della patria e richiamare all' Halia i valori della cid!Là. Il seguo di Ma7..zini pareva avverarsi attraYerso il verbo di l\larx, il sogno di un popolo che 11011 fosse più sen·o di spagnoli e di austriaci, di francesi o di oligarchie interne; i « nega lori della patria li si appi-estavano a ticondurre l'Italia sulle vie della storia. Ma troppo ùifficile era il còrnpito, troppo ,contraddittori erano gli sforzi perchè anche questo nuovo ascendere di classi non mostrasse palesi le proprie dèbolezze e, incapace a risolvere con un colpo di forza la crisi politica, non finisse per dare anni e dgore e u.n'apparen7..a. di giustizia ai propri avversari. LA « PASSIONE ADI\IATICA • LA MARCIA DI RONCHJ La -. ,·oce di dolore • fu raccolta <lai nazionalisti e la • passione adriatica• fu non tanto la causa quanto il simbolo della ribellione esasperata. Que1la che doveva essere la bandiera di tutti gli italiani (anche cli quelli cbe in nome del principio di nazionalità chiedevano fosse rispettato il ,·olere delle maggioranze slave) rima.se l'arma di una sola fazione. L'essenza del {X)polo prepa1·ava il mito dell'auti-nazione. Quella che doveva esse,·e la base per una grande e alta politica veniva limitata non solo a fattore di grettezza nazionalista all'estero, ma sopratutto a strumento cli partigianeria piccolo-borghese ali' interno. Si prepara,·a l'ambiente che doveva condurre Ragione immediata ~he pcrtò alla marcia cli Ronchi fu la minacciata occupazione da parte di truppe inglesi e la proclamata necessità di salrnguardare con la forza la volontà di Piume cli annettersi a1Ja madre patria. lfa il programma iniziale, <lalle adesioni che ave\·a trovato, dalle opposizioni suscitate e dalle necessità cli allargare le basi della quistione per consolidare l'occupazione della città da parte di truppe raccogliticce e ,·olontarie, in brevissimo tempo ,·eniva a mu- !:are d'aspetto. Altri scopi erano ormai dichiarati, altre voci si levavano: non basta l'annessione di Fiume all'Italia: sarà dalla Città di \"ita che I!Oi procederemo all'annessione dell'Italia a Fiume. 11 semplice episodio militare veniva cosi ricondotto alle sue origini politiche e ]l5icologiebe. Grandè era stata la delusione e amara la sof- DALL' INFATUAZIO:-.-E :-.-AZ!O~ALISTA ALI/ ESASPERAZIO:-.-E SOVVEI\SIVA alla spedizione dannunziana di Fiume, non tanto ferenza dei fiumani e dei dalmati nel vedere o episodio ai limiti cli una trattativa diplomatica escluse addirittura le proprie terre dai confini infelice, quanto espressione cli una caratteristica Se i1 tono immediato ed esteriore lo si poteva segnati da.I patto d.i Londra, per raggiungere i situazione italiana: in Fiume poterono fondersi leggere ne-i bollettini del Comando, di schietto quali ufficialmente eravamo entrati in guerra, o gli elementi diversi che, all'infuori della lotta di sapore dannunziano, il tono \·ero ed interiore minacciata l'annessione dalle t..rattatiYe di pace. classe ormai già qu.as-i esaurita in Italia, e detrili dell'impresa lo si cercherà nelle ragioni che ad La guerra aveva t!Saspera.to in essi il senti- di questa,- andavano affiòrando nel torbicio dopo essa ave\·ano condotto. Bisognerà ce'rcarlo nel mento d'italianità, e la lotta che essi avevano guerra alla dta politica; il mito di Fiume e tentath·o Jisperato di insorgere contro l'immacondotto sotto l'impero austriaco ad afferma- della Dalmazia parve dare ad essi u1lità di in. turità del! 'Italia senza uscire dalle premesse che zioue e difesa della p,rop1ia nazionalità, li aveva diriz.z.Òe <li azione. quella immaturità confermassero, nel groviglioso posti contro lo Stato austriaco non solo, ma L'esasperazoine na;:,,ioualista, uscita da quella accumularsi di passioni cacciate tutte in una da contro le altre nazionalità oppresse che si ride- stssa classe contro cui insorgeva violentissima e senza uscita, nella tragica situazione italiana stavano e che og-gi trov~a...S~ c]l>--nrf'tendeva q_bba_tt.ere. i-'-ç.c3p'!Ìài ne.r__ Questo __posta tra il disfarsi di una vecchi2. classe <lir..- Xu :.rola lofU""'con.sacrirz;rorre-. -- ~----swrpeccat()crrorrgnre·apbr"tare qt· cosac1T-nU0:---6~~a-~-u-~ . - , nèlla vita politica italiana postulaYa come La marcia d1 Ronch1 non era stata solo il ten- L,elemento slavo che da secolt era sì:3to com- \O. . ' . . , . tativo armato di im rre una òeterminata solu- misto e sottomesso all'italiano e che la secolare unica via d uscita da questa 1usa.Ilc1.b1lecontrad- . po. . _ , • did.one la dYolta militare. Il mito della « vitto- z1one del problema adnahco, d1 1orzare la ma.no do1ninazione veneta non era riuscito a far scomparire, forte del numero si era rib-ellato, daila campagna, alle città che, come erano state pdma le roccaforti della Dominante, oggi erano destirate a difendere l'italianità sull'altra sponda. 11 fenomeno clell 'urbanesimo può spiegare cosl, pii'1 che l'opera snazionalizzatrice dell'Austria, il progressivo cadere dei comuni italiani nelle mani degli slad. La lotta di due civiltà, che si pone come ribellione. del contado contro la città, e sopratutto poi c~me lotta nel seno stesso della città, per la conquist.1. del comune, -si caratteriz- ;:,,a con tutti i personalismi e strettezze cli visione di una lotta municipale. Questa contraddizione di essere i rappresentanti di civiltà che lottano fra di loro con tutto il pathos che danno secoli di storia - lotta tra l'elemento slavo insorgente con la fon.a del numero e con la vigoria della giovinezza e l'elemento italiano erede di un.a storia - e di essere costretti poi ad ttna battaglia per il pollice di terra, per l'uomo opposto all'uomo, e il sopruso opposto al sop<"uso, che fa perdere cli vista alla fine gli scopi stessi per cui si lotta, pare fatale a tutte le zone mistilingui dell'odente dove alla lotta già as-p-ra per se stessa sovrasta un 'azione statale di arbitrio. Era convenienza dell'Austria dare la prevalen1..a al mondo slavo sugli clementi italiani più colti e sicuramente dbelli. Così gli slavi apparvero gli eredi dell'Austria e n11a guerra, dalla quale poteva sorgere una comprensione reciproca di due popoli liberi, parve persa dall'Italia per non aver potuto ricacciare e sterminare l'elemento slavo vivente da secoli al di qua delle Alpi e delie Dinariche. Defegazi0ni di umaui e di dalmati si portarono a Parigi per sostenere il proprio diritto ad unirsi alla madre pattia; delegazioni veui,·ano in Italia per scuotere il popolo e chiedere che uon rimanesse insensibile al grido di dolore le- ,·ato dai fratl:!lli dell'altra sponda. Quasi in rik'l.rdo di mezzo secolo nei co11fro11ti del resto della penisola che, risolto il problema dell'unità e dell'indipendenUt vedeva sorgere dinnanzi a. sè il prnblema della propria capacità ad essere e[- (ettivamente una grande pote-uza - i profughi fiumani e da.Imati venivano a parlare il liuguaggio del Risorgimeuto ad un popolo che già senti,·a il travaglio .della lotta, di classe. _'-fobile, tenace, ma troppo a lungo chiusa nei confini della propria minore patria era la voce degli irredenti perchè interessasse il popalo. Essi par~vano una lingua ch.,e il popolo non intendeva e troppo dura per loro era stata la lotta percbè si rassegnassero all'opinione di chi, aprendo lo sguardo ad una più ampia visione, sosteneva che anche all I Italia vittoriosa spel--tavano ria mutilata• non poteva lasciare indifferenti le insomma alla imbelle conferenza, di affermare in classi milita.ri - e non tanto l'ufficialità effettiva ogni modo il buon diritto di Fiume e dell'Italia, quanto quei r~duci che priYi ormai del comando le su~ 01~gini er3:110_più p:~fon~e, _e radi~a!e in che la o-uerra aveva dato loro e non ancora resti- tutto 11 sistema d1 vita politica 1tahana. ~on era tuiti (o0 iucapaci -di restituirsi) alle opere di pace, s?lo la quistione adriatica di Fiume che ~~d~Ya trovavano nella propria incertissima situazione, r~solta, e~va.mo ac! _una s,·olta .della_ cns1 1~- materiale e psicologica, il naturale incitamento hana; e_ lll\ ano 1 impresa l:gi~a cerca\~ ad una politica di avventure. Sorgeva c:osi Paltro t~ovare in 5: s~ssa una ragione ~tale: e: noi mito clei « combattenti » e delle « medao-lie siamo venuti qw non per la questione del terd' oro». 0 ritorio, ma P,er la causa dello Spirito>; in,ano Questo incrociarsi di ideologie coniuse e di esasperazioni, di verse per origine, ma dal comuue sostrato psicologico, portava ad una situazione rovente di stati d'animo - facenti presa uelParditismo dei reduci non solo, ma sopra.tutto fra la giove11tù figlia di qµella borghesia che appariva abbandonarsi alla deriva ora che si trovava ad aver spezzate nelle mani, dal pu.r brevissimo esperimento di lotta di classe, le vecchie anni di conservazione giolittiana. Si era alle origini, e il movimento poteva a.mma.ntarsi dei più seducenti colori romantico rivoluzionari e rivendicare a sè quasi una dedsa volontà di rinnovamento nel corrompersi delle vecchie classi e dei partiti. E così - mentre intorno al sentimeuto d'ila• lianità degli adriatici si polarizzavano le ideologie pattiottichc, mentre uua critica superficiale face,·a dichiarare funesta, iu nome di coalizzate opposte ideologie, la lotta cli classe - antichi mal sopiti raucori risorgevano e riprendeva dgore una abnosfera che la guerra aYeva suscitato e la pace (ancora incomp-iuta cl'altroude) non avc,·a spento. ;\.\·evano facile presa gli appelli al patriottismo: la pattia è in pericolo. e Chi poteva essere avaro del suo sangue dopo Caporetto? Chi può essere avaro del suo sangue oggi, dopo un'onta più grave, pili oscura 1 pili lunga di quelle? ». Si venne alla marcia di Ronchi. ::-çon è az1...a.rclato clire che se a capo della piccola spedizione annata partila da Rauchi la mattina del r2 settembre '19 non fosse sta lo Gabriele cl'.--\ nnuuz,io, tutto si sarehbe lidotto a<l nn'avYentura • militare breYemeute liquidata. Fu cl'Annm1zio che diede 1isonan7...a.uazionale alla spedizione, fu d'Annunzio che, suscibndo adesioni ed entusiasmi, tenne in Yita per più di nn anno la rivolta armata. Intanto mentre altri reparti dell'esercito regolare (pochi in verità) seguivano 1'esempio dei p1·imi occupanti, in un'atmosfera di sintpatia e cli quasi adesione da pa1{e delle truppe rimaste « govenrntive » e degli stessi alti comandi, incominciò l 'affi ufre dei voloutrui cla ogni parte del regno: ufficiali di comp1emento che abbaudonavano la vita grigia dei deposib, qualche interessi posttùava l'unù,ersalità dell'azione Jegionaria e il nazionalismo ,·eleva gabellarsi come motivo mondiale per e raccogliere intorno alla banillera di Fjume gli oppressi di tutto il mondo>. Tentatfro di dare al problema di Fiume un carattere universale era quello di chi, come Bissolati, sapeva poi e rinunziare » a Bolzano, e non quello di chi l)<"l.Ilavaprima in nome delle nazionalità oppresse e poi, giocando suU'equiYoco di llll'ltalia protettrice di libertà, doveva ribellarsi all'abbandono di Vallona. In queste condizioni la spedizione di Zara non era che un diversivo, la progettata Lega di Fiume doYeva risolversi in uu poetico confusionarismo, e i legionari rimanevano serrati fra la logica delle proprie origini e l'impossibilità di ulteriori sviluppi. Si giunse così alla crisi del primo Xatale. Dopo le trattative :\"itti-Reiua e di froute alle proposte di Kitti la doppia anima legionaria si rivelava a se stessa. Le ragioni immediate che avevano condotto i legionari a Fiume tro,·a,·ano un 'acc-ettabile soluzione. La e causa del territorio> era risolta uell'assicurata difesa dell'italianità di Fiume e il Consiglio ::\"azionale Fiumano che aveva chiamato Gabrie1e d'Annunzio e a lui rimesso i pieni poteri, accetta\·a il compromesso col governo, ,·edendo in esso una sufficiente difesa de] buon cliritto della città. Si è accusato ::-;Tittidi doppiezza e di ipocrisia, ma di fronte alla doppiezza dei suoi a""ersari il suo contegno fu piuttosto di ingenuità. Pre- \'cdendosene l'esito favore-Yole ali 'accettazione, il plebiscito prima ancora si aprisesro le urne, fu dichiarato nullo; cacciati o partiti volontariamente i favore,·oli "al compromesso, rimase a Fiume a: un pugno di uomini devoti al Comandante 1,. Sulle ragioni immediate aveva il sopraYYento la « causa dello Spirito», cioè il groYiglio di esasperazioni e di ribellioni che in Fiume ave- ,·a trovato un comune punto di appoggio. Si può dire che siamo di fronte ad una seconda marcia di Ronchi iu cui questa volta prevalgono gli scopi ri'volttzionari_ La rivoluzione a cui si mirava era quella naturalmente che poteva sorgere da mia confusa ideologia espressa da verbosa irrequietucline. Anche questa volta <l'Annunzio come nella

74 nolle di Ronchi fn il fattore dccisi,·o; il mo,imenlo an<lava slringendosigli iut.oruo, impersonanùosi in lui. Egli chiamava il popolo ai • colloqui notturni•, accompagnava i legionari nelle marce su per le erte colline carsichc: in faccia al mare azzutTO. Le sue parole limpide e !,Ouore passavano sulle folle e le agita\'ano di consensi. Nel crogiuolo ·delle frasi sonanti si mcscola,·a tuLto l'estetismo decadente della sua arte minore con la retorica più abusata ; e, d 'i1np1·ovvi~o, pr0rompcYa nna insospettata sinc~;tà, iu u11 bisoguu represso di confidenza e d'intimità. Egli poh.:,·a radunare così iutorno a sè la esasperat..1. ncn·osità dei legiouari e l'entusiasmo ingenuo, e un po' slupllo di quello che accadeva dei fiuma11i; la sua sincerità di poeta 11011era intesa e nella sua insincerità verbale lrovava appagamc11to l'ufficialità piccolo-borghese che lo circou- <laY~ e a cu_i la .-morale eroica 11 rona\·a come disgusto e stanchezza per la piccola e mcschiua \'ila quotidiana a cni le opere di pocc l'an·ebbero costretta. Sorge\·auo così i colpi di mano, le beffe aud.aci e le ardile imprese, che tro\·a\·an.o poi ucll'dogio del Comamlanle le prop,~e palenli di nobiltà. .I itLughi mesi di ozi e cli altesa logoraYauo gli uomini, si forma,·ano cricche di pé.ila;,_.zo 1 piccole iu\ ic.lie e Piccole cougiw·e: per qualche gio1110 la truppa ignara e la popolazione vhcvano iu un'atmosfera di allarme e di sospetto, poi tutto aborti\·a e la piccola sedizione si risolvcYa in uu allontanamento improvviso cli capi noti e di qualche grega1i.o; la voce chi.ara e metalli'ca del Comandante chiamaYa a colloquio i fedeli e dispercle\·a le nebbie. E' difficile sceverare tutta questa partc 1 un po' coreografica e molto decadente e abbastanza meschiu:i., dall 1ingenuo proron1pefe di passionj veen;enti che travagliano l'impresa. Sotto il linguaggio artificiale e stonato si brancola alla ri. cerca di una da d'uscita. A poco a poco ci si sente staccati dal resto della penisola: , il popolo è tradito dai capi imbelli, l'Italia è tradita dagli alleati e dal proprio goven10 •. Si è pa1·Jatc, di .- una causa più vasta•, si tenta ora concret.-tre una più precisa ideologia. Biscgua liberare il popolo dai demagoghi, restanrarlo alla libertà e al senso dei valori eroici 1 chirunare alla ribellione tutte le razze oppresse. i\Ia l'ideale di libertà a cui ci si appella è un ideale amorfo, buono per eroi n:iancati. InYano si fa un' affennazione di de\·ozione•e di sacrificio: la volontà di sacrificio si prova 11011 in un eroismo decorativo, ma nella rinuncia e nella lotta di ogni giorno - e la lotta chiede non irr'ealità sogt1anti 1 ma previsione di prepositi e di méte. L'« eroismo" preso come mito perde ogni valore eroico. :,.Jel pGeudo sinda- ~Lai~,g½P-JtilF.~.t~,ffit2.n}t,sL~ ~ gno di stanchezza : illusione di anticipare lotte nuo\·e e fondamentale inerzia di chi, adoperando fraseologia violenta e dinamica, per l'incapacità di affrontare m11 seria lotta, si rifugi in forme politiche sorpassate. L'osteutato disgusto per il parlamento non era certo ribellione di una severa moralità personale, era debolezza e impotenza politica - quella debolezza e impoten,..a che face\·a rifiutare a questi « amici del proletariato 1 le /oTme sincere della lotta di classe, per innovare ul] paternalismo retorico e lilla falsa solidarietà patriottica. E' la via pet' cui si incamminerà il fascismo. , Il cardo, bolscevico fiorirà in rosa italiana• è la parola d'ordine i Pafrermazione anti.inglese sarà l'eco in tono minore e senza risouau;:,,e - tentativo mazziniano senza lo spirito di l.Hazzini - della reale opposizion, dei So\·iet; la proclam.azione della Regge11za ItaliaJta del Can1c1ro sarà l'ultimo tentativo di risolvere la contraddizione interna che tortneuita l 'ililpresa di Fiume. Alla « città di vita» viene chiesto un .- atto di vita », sul territorio conteso si vorranno geltare le fondamenta di quello che dovrebbe ess~1e o: l'ordine nuovo». L'ultimo dissidio col Consiglio Nazionale rinrnsto fedele all'aspetto puramente adriatico del1' iml)'resa è risolto con. la proclamazione dei uuovi ordinamenti fatta a voce di pòpolo nel ptimo anniversario della marcia di Rauchi. ìV[a ormai Fiume era isolata e straniata alle stesse forze politiche e allo stesso stato d 'auimo da cui la spedizione an~va avuto origine. I consensi giungevano ancora e i telegrammi cli plauso e di entusiasmo, ma come saluti che si mandano ad uu assente. I legionai-i erano prodotto di una caotica e veemente situazione fatta di esasperazioni e di entusiasmi. Oramai erano chiusi nelle loro formule e nella retorica dannun.zia1ia come in un cerchio magico e, mentre cercavano innalzare e allargare la loro visione 1 perdevano contatto con la loro stessa realtà. A Fiume i legiona.ri ne avevano la oscura sensazione e si senti\·ano come staccati dal paese, come viventi in un altro mondo; i fattori po1itid dell'impresa cadevano: spoglio di superstrutture politiche non rimase che il fondo sentimentale e psicologico che ali' impresa aveva dato origine. Ritornarono allora le pat-ole... infiamtnate dei primi giorni, si riproposero abbandonate pregiudiziali politiche 1 il so-vversivismo legionario in. vocò· la th·oluzione: .-purchè sia una rivoluzione»; ma la disperazione malcelata cbe anima questo nuovo sovversh·ismo ci rivela come ag1i stessi protagonisti apparisse il seiiso di inimediabile incapacità politica che era nella loro azione. Siamo ad una svolta della storia. Se il socialismo si è risolto in sterile bolscevismo 1 cu1 seguirà - espressione della incapacità delle ,ccchie classi politiche -- il fascismo, il sovversi\'ismo fiumano non potrà uscire dalla I.A RIVOLUZIONE LIBERALE irn,anabile hit.uazio11e, t'ui d'altronde aderinL per tutte le sue origini psicologiche, e sa1à L111 altro l·p1sodio della pc:110-;a incapacità italiaiu. « Cosl noi pochi - ma sen;,~ numero ci leviamo conti o la cecità di due continenti; e ne avremo ragione•, ma queste - nella bella frase sonora - rimarranno parole. Come punto di misura del lltl(J\"O sov\'ersivibmo si potrà prendere l'i11capacilà n 1~11etrarc la tragica. serietà elci 111ovimc11loproletario. Sollo l'apparente meschi11a e pc:ttcgola camp:1g1ia socialista contrc l'imp-rcs..i di Fiume e'<:: un senso profondo e sicuro della. realtà: il sovversivismo fiumano poteva servire al più come massa <11 manO\Ta rivoluzionaria, arma d'altro11de a doppio Laglio, ma le le11den1-ialità repubblicaneggiante e socialista 11011 potevano illudere. Lo sde~ gno e la disillusione cli molti legionari per l' incomprensione socialista erano abbasta.nr.a i11genui e iudizio di nua ben più grave incomprensione: jJ movimento operaio vhc di 1ealtà precise e s'impo11e attraverso la lotta Se\·era. Le ribellioni sdeguose, i grandi sogni confusi e precipitosi conclucono 11011 alla rh·olLLzione ma al colpo cli Stato. Gabriele d'A1111unzioche per uu momellto l.: parso I 'ou.ts'ider della l'h·oluzionc, ha lavorato per altri. La 1ivoluzione non è fatta di colpi di mano e 1a ri\·olta ideale scaturisce dalla lotta e dalla tenacia quotidiaua, tlal combattimento di ogni giorno, anche per conquiste materiali : solo attraverso questa disciplina, fatta di necessità matedali e morali insieme, si \'incono le batta. glie dello Spirito. Eppun! i legionari potranno i11udersi per un momento cli essere - quasi e1·edi del socialismc - i rappresentanti della nuo\·a era storica; 1a fallita occupazione delle fabbriche invece 11011 solo segnerà l'arresto del socialismo: sarà il seguo all'inizio della reazione. LA REAZIONE• GIOLITTIANA porte aperte.: t· caw-a vinta. sarà il giolitti:;m,, me;.sc in campo dai materiali~ti so110 vamp;!' cl 'in- \"iolento <lei.dopo guerra. Le riforme sociali non c.cn<li fatatissimi, sono rninatt-ie cli sovvC:.r~ionerli avevano stroncala la volontà di rinascita e di ogni r,rdinc civile, morale e religioso; delle scienazione polilic:a <lei pro! tari,.t,-,: \'errauno le s<1ua- ,,'" naturali <: fisi,·he vuol farsi monopolio un laidre cl'azio11e che inquadreranno contro le istitu- cat,, miscredente, per condurre, con lusinghe di z.io11i proktarie lo ste.-;so sovversivismo fazioso un mendace progresso, a completa rovina l'umache que.i.;.tea,·evano accolto. nità •· J pigri, i conservatori, i rea.zionari, djOra che i tempi erano maturi ed era gettata rncnticando che le ide,: darwiniane erano e sono la maschera, I'alalà dannunziuno muL.iva di buon rintracciabili anche in Ta1ete, Anassimandro, diritto a Giolitti e l'impresa fiuman.à.1 aspetto \ristotele, Linnc:o, Giordano Bruno e... padre esteriore e palrioltico della ribellione delle classi .\gostino Gemelli, negarono la biologia darwidirigenli contro le nuove che sorgevano - pro- niana in nome della filosofia <: per conto della letarie e (le più odiate) borghesi - era ridotta teologia; i progressi:,ti, i liberali, i democratici, ai suoi fragili elementi di politica estera. Una i socialisti per contro, esaltarono la legge di politica estera vaga e imprecisa, fatta non di c:.voluzione e di .:.ele--.l.ionecon argomc."llti di sofot'7..a ma di clc:bolezze, che si risolvono in odi ciologia e di politica. Il fraintendimento. Xon si c-d in sospetti. [n rea1tà di fronte ai vasti pro- capì che, in fine, Darwin non aveva fatto afuo blemi della politica mondiale d'Annunzio c..i si che raccogliere e ordinare una notevo1issima presenta come un .- rinunciatario• e ~itti, di- somma di osse::rvazioni e di con.••,tatazir.,ui, che remo come un inte-rvenzionista; ma Nitti uomo ~intetizr.-are l'opera dei predec:essori 1 che spiegare di slato in un'Italia immatura era stato impotente di fronte a1l'impresa fiumana. f.amark e interpretare l'evoluzionismo con sonc<:tli limpidi e deduzioni stringenti. Ma non di In Italia il male non si cura che, giolittiana- più. Il mistero era chiarito, non risolto. Si volle mente, col male. La soluzione che Sforza pre- invece il rlarwinis.Jno a base dell'ideologia prosentarn col traltato di Rapallo era ,·isultato di ".,res;;ista. E dalla biologia così si passò alla psiuna visione europea di problemi italiani, nelia condnzione che solo una politica di liberi accor- cologia. Ernesto Haeckel, dopo avere ree ,to al di potesse dare all'Italia prestigio morale di darwinhmo un non dispre7...Y..abileaiuto di espegrande pote117 ..a; ma il trattato di Rapallo non rienze e perfe1-ionato la legge di sele-,,ir,ne che la fu nemmeno discusso a Fiume e forse non 58 _ scienza oggi accetta, raccolse in sintesi i r.,nrtati rebbe stato neppure accellalo anche se avesse ultimi delle sc-ienze, li collegò in un friabi,e sidata l'annessione di Fiume e di tutta la Dalma- sterna filosofico e proclamò che il principio della zia. l legionari si erano posti ormai su di una selezione naturale errt ed È: neces~ario t, dunque, strada da cui solo cou le anni -- in una dispe- sufficente a spiegare l'o;-igine e l'e\'oÌuzione, rata partita - poternno uscire. Il conflitto sa- non solo delle specie, ma della ,·ita stes;,a. E, rèbbe stata nella logica delle premesse quando così, si illuse, implicitam<:nte adererulo alla afcontro la rib~llione dannunziana stava ~itti, ma fermazione fatta dal \"ogt al congresso di Gotoggi se d'Annunzio è ancora capo della rh·olta tinga (1854) • l'attivifà spirituale È: eme-:-5a dal annata e dall'altra è Giolitti a capo dello Stato, cen·el10 1 come il fegato secerne la bile, di avere le forze faziose e sovversive sono clall 'altra parte, dimostrata la serie genetica che dal microbo e non più con d'Annunzio. Le catmonate del ̾a- giungerebbe, attraYerso tutti gli animali, alErn sorta in Italia uua forza nuova. Cmi po- tale fiumano daranno il sanguinoso aWJunzio l'uomo. J socialisti furono 'a cavallo. Enrico chissimi aderenti da principio, mentre Fiume si della situazione cambiata: il fascismo si prepa- Ferri, sempre geniale, dopo a\·ere ridotto il maisola\·a nel suo fragile SO\'Yersivismo, il fascismo ra\·a alla conquista del potere e Giolitti, attirate terialismo storico al meccanico determinismo eco. si era ingrossato e si preparava a dilagare per a sè quelle forze da cui l'impresa fium.~Il1 a\·e\·a uomico, dimenticò che il monismo del )1.arx non tutta la penisola. avuto origine 1 poteva isolarla e, ridottala nei era e non è da confondersi con il monos e...,JX>Sto Sorti dal medesimo stalo d'animo da cui uscì suoi elementi di politica estera, presentata una . 1 • • negli Enigmi dell' Uni-verso, identificò addiritla spedizione da1111.1,u11z1aJ.1a, a questa eappnma 1 soluzione, soffocate con la foi-za gli oppositori. fasci di combattimento si affiancaro110, riunione Fiwne rimarrà un episodio isolato nel tra.,2'1co tura evoluzionismo e marxismo. La fusione di I • • • li l • • d 1 • queste due posizioni mentali diven;e se non proancora di poc 11 uommt, e ne e e eztoni e 19 capo\·olgimento di valori. Legionarismo e fascila lista delle .- teste di ferro• raccoglieva solo :-mo erano due faccie della medesima situa.zioue prio antitetiche, Iu celebrata dal Ferri in una • • • 1· • s.erie di conferenze naturalmente e: scientifiche • qualche mighato l l voti. fatale ella lo.,~,·ca storica, due aspetti del mec.'1esimostato d'animo 1 ìVla Papera rea;:,jonaii.a era ~• ., . . . h d. e sostenuta e difesa con quella ri\1sta Sociadel fascismo. Storicamente il fascismo non ap- e 11 fascismo non poteva nncere c e a patto 1 lismo che fu di sollazzo nutriente alla scarnifir¼'lre come esp·ressione cli una ma.rxista lotta cli annullare la lotta eS t erna - la « passione adria- cante ironia dj Benedetto Croce. Ferri e i ri\·clu1~- . . . . tica » - e l'iniziale mito di libe1-tà; solo a patto class~ che armi 11.cap1ta1e co~1t_ro 11 l~vo1·~, ma di abbandonarlo nell'ora tragica il fascismo po- z.ionari del suo stampo non s'erano accorti che quasi fenomeno dt decompos1z10ne a1 lati del teva raccogliere l'eredità del fiwnanesimo. jl marxismo, esaminato in sede filosofica, non ~a~~I8;%r1?iViirog1~~~~~~1~:----:.1 r~cli_uplle.. o--.iornaie_di Fiume - tnru:ti in- era nè naturalismo, nè materialismo. Il pensiero lotta in un clima. storico immaturo. l\Iancani \·ano - sono il peguo tragico di questa dtt-o-n"'a~.-~•..,;-•,-c~nte---pi""\-ù~h-e -<li :\Ioleschott. l ·b 11· d. F. · • 1 In filosofia, :Marx è idealisb. Per lui 1 l'oggetto è una seria Yolontà e wia intransigenza nei dnc n e t 1 mme saranno stati i precursori de campi in lotta e il moYimcuto fascista _ domi- fascismo e con la loro resistenza ananno aperta un prodotto della conoscenza del sogetto. ::IIatenato da pochi uomini di battaglia, agitanti nn la strada alla i·eazione fascista. Gio1itti, masche. ria e spirito, l'io e il mondo sono uniti in quemito confuso e contraddittorio, ma p,reciso di rato cli impassibilità piemontese, appan·e il do- sto principio. Di fatti, pare argomentare il ~Iarx, poche formule _ potè dilagare in quelle masse minatore e il restauratore dell'ordine. In realtà se l'io e il non io non fossero la stessa cosa, il etti affollarsi dietro il mito socialista non era il \·ecchio nomo cli gow·n10 la\·orava per il sov- non apparissero come due momenti dialettici frutto di una cosciente adesioue 1 ma esp1·essione di uno stato ll'animo sedizioso e sovversivo. Pas. sata La clamorosa ondata rivoluziona.ria, tutto questo sovversivismo che prima aveva urlato, non co111prendendolo1 il mito cli Lenin, poteva svelare finalmente sotto le formule fasciste la sua vera essenza reazion.aiia, e si poneva contro le ultime organizzazioni proletarie che, perduranti nella lotta anche dopo la doppia sconfitta, mantenevano ancora vive le premesse per una futw·a seria e vigorosa rinascita proletaria. Fiume era stata uu episodio di questa crisi gravissima che minacciava in Italia il cro1lo di tutta l'impalcatura dello Stato e l'am1ullarsi deL le stesse basi per una vita civile in un pauroso insorgere di forze faziosamente sovversive : ora 1ima11eva da una parte isolata. La ribellione di cui Fiume era stata l'episocHo a1-mato1 se era sorta agitando in apparenza una bandiera di patriottismo e cli libe1tà, in realtà preparava la dbeilionc delle vecchie classi dirigenti che a egoistiche difese insorgeranno e si arn1eraJ1.no piene di odi e di paw-e. Di fronte al cedere del socialismo la baldanza aumentava, scompalivnno gli ultimi pudori: anche le istituzioni e gli ultimi uomini che apparivano destinati alla difesa dello Stato moderuo 1 si preparavano a gettate i ponti, a dare anni al nemico. Sulla scena politica tornava Giolitti. Giolitti era il rappresentante della tradizione italiana quale ~i era formata dopo CaYOur, tradizione di burocratica e paternalistica dittatura, corruttrice politica di uomini, dissolvitiice di partiti che impongono la responsabilità di troppo precisi problemi politici, n1a 11011pdva di benemerenze per la tranquillità economica, l'online e la prosperità del paese; e la definizione di , uomo dell'ordinaria amministrazione» che era stata data per accusa a Giolitti potrebbe riYolgerglisi a lode. l\'Ia se, spinte c1a1Pesempio del socialismo 1 for;:,,e nuove decisamente politiche parvero scendere in campo, per questo solo si annullava la possibilità della yecchfo. politica giolittiana, Giolitti non poteva che trovarsi contro queste fon..e nuoYe, e presentarsi come alleato del movimento di ti.volta che avevano suscitato. Ornwi anche la vecchia tradizione d'ordine che Giolitti pareva rappresentare era spenta, trnvolta nella crisi grandissima: le vecchie classi del tufto esautorate erano solo capaci di esprimere da sè rancori e incapacità. I1 « taumaturgo» riton1ò quasi per tiportare il paese stanco alla rimpianta tranquillità di prima della guen'a; in realtà, con lui il fascismo ha versi vismo di destra. della. stessa real là non si intenderebbero mai. MARIO LA:\IBERTI MARX E DARWIN Una delle ragioni dello sfilacciamento e sbandan1ento delle file socialiste verificatosi nell'ultimo decennio, va ricercato nella mancanza 1 nei capi, di uu sicuro orientamento filosofico. li fatto che Thla1~xsia pervenuto agli studi economici per un bisoguo del proprio spirito imbe,·ulo delIn dotttinn hegeliana, più per rispondere ai quesiti che la filosofia poneva che per affermare nuoYc categorie della e<'Onomin1 ha indotto molti ad equi\·oca.rc su la posizione mentale del filosofo di Tredri. Positi\'ismo e materialismo \·ennero fusi e confusi nella stessa costruzione dottrinaria. l\,Iarx e Darwin collocati su lo stesso alt.are, determini::nno economico ed evoluzione biologica scèlti a base di ogui c1·itica storica e a fonte cli ogni prassi politica. Se non fosse intervenuto il fascismo, povero socialismo! Qnesto errore cli interpl'ètaz.ione e di condotta, fu possibile per i caratteri sociali che, impensatamente, ven11c ad assumere la dotttina del Darwin la quale 1 semplice enunciazione e precisazione scientifie:-i. nel campo biologico, di una tendenza già osservata in Linneo, assurse, la politica aiutando, a dignità di dogma per og11i progressista. E' ce1to che L'origine tielle specie, apparsa per la prima \·olta nel 1859, dove\·a suscita.re e suscitò, poi che 111·tayacontt·o il cocciuto 1igido inintelligente tradizionalismo fern.10 ·ail.a. interpretazione letterale della Bibbic1, una serie ùi dvaci clis-cussio11i. Katu1almentc più poliliche che scieutifiche. La dottrina del trasfonnismo, così presentata con rigore di esperimentati termini :,;cie11tifici 1 venne o esaltata o combattuta, sen;:,..:tessere profondamente penetrata e intesa. • Agli entusiasti fautori Cancstdni 1 De Filippi e Lessoua 1 si opposero il l.\Iamiani, il L--imbru.schi e il Tommaseo. Dalle equilibrnte prudenti affermazioni darwiniaue,si tt'asse.ro 1dall'una e d::i.ll'altra pa.rtc, illazio11i esagerate ed asstude per sostenere questo o quelP assioma politico, per potenzi-are questo o que,1 sistema filosofico. Si pensi che lo Stoppani, nel suo libro: Jf dogma e le scienzt' positi1Jc si lasciò aucbre ad aHcrmazioni di qL1esto ge11e1'c: « Le scienze naturali 1 corrotte dal sensismo 1 sono miserabili corruttrici; i loro cultori sono materialisti, miscredenti, atei, che tutta la verità cauce1lano i le tèsi li mondo è la percezione della nostra atti,·ità sensoriale, la estrinsecazione dei nootri sentimenti. L'esperienza è l' attl\'ità concreta che S\·olgiamo entrando in diretto rapporto con l'esterno. L'esperienza attraYersa e vh·e un luno-o e complicato processo, mediante il quale n:i conosciamo il mondo e 1 conoscendolo lo fog-Q'lamo storicamente. 11 mondo reale, 1 dunqu'"e7 è quello che l'atti ,·ità sogetth·a ci ha fatto conoscere e, conoscendolo, ha creato a sua im..m.agine. La realtà così detta materiale è prima di tutto u11a realtà di cuscie_nza, il modificarsi, cioè della coscienzo. psichica di fronte agli 3spetti esterni: donde l'enunciazione che la realtà è il concetto che il nostro io si forma dell'oggetto della propri:t attidtà sensibile. i\Ia Ferri, lo « scie11ziato • Ferri non pçteva distinguere. Il suo socialismo era fifsato nella equazione: detenninismo biologico, detenni11ismo economico. Dalla materia allo spirito, dal pitecantropo ali 'uomo ... socialista. Posto, a guisa di indiscutibile Yerità S<..'icntifica1 a base di un pesante sistema filosofico 1 era uaturale che il darwinismo - e il socialismo così i11teso - seguisse le sorti del sistema stesso. Cosl quando la filosofia di Haeckel iniziò la parabola discendente, contro il danvinismo e l'e. Yoluzionismo in genere si accanì lllla decisa reazione proclamante 1;} crisi e la bancarotb del1 'iclea s\·olta nell'Origine delle specie e conseguentemente del sveialismo che ne era scaturito. Gli « intellettuali » socialisti, colti di soq)l·esa 1 11ou seppero nè reagire, uè approfiltare dell'attacco per meglio sistemare quel nucleo di idee che aYevano accettato e non revision,to e non \·issuto. I le,ro strumenti dialettici si frantumarono. Rimasti indietro di almeno Ycnt'anni di coltura, si limitarono o a biascicare formule yuote <li contenuto Yitnle o a starsene zitti. Fu la clisintegrnzione della clasSe dirigente socia.lista. La disintegrazio11e e il superamento. l\Ia come il marxi.smc - e lo dimosrammo in altti a1iicoli - confenuato dall~ ultime esperienze e realisticamente interpretato dalla scuola ideali-stai è ben lungi dall'essere s.mentito, cosi il darwinismo, riportato alla sua esseuza e circoscritto alla biologia, è ancora in piena nttività c!i elaborazione. Da dccenui, infatti, è nella fase sperimentale. GUIDO MAZZALI

RISORGIMENTO PORTA La dta di Carlo porta è la dla comune di u11 qualunque impiegato: educalo ck"'li PP. Gesuiti fino ai 16 anni; a 18 anni intraprende la carriera degli uffici e non l'abbandona che a. 461 allorchè muore di podagra e ùi golla il 6 gennaio 1821 1 fra il compianto dei milanesi, che in lui ,·eùeYano il loro maggior poela vernacolo e l'uomo dei tempi nuovi. Carlo Porta seguiva la tradizione cli quegli oscuri tro,·atori che il popolo chiamava basini, l;i importanza slo1;ca dei quali no11 ancora è slata \,·alulala; e come eS6i cercava cli instillare sentimenti <li libertà nell'animo dei ciU.ndini malcontenti dei gioghi stranieii 1 col rampognare le vergogne e i \'izìi dei tiranu.i, o col deridere la ,·uola alterigia della frolla aristocra7Ja, e la mondanità e.li un clero cUmèn6co del suo apostolato diYiuo. La figura di G iova1111h1l:Jongee è tipi e-a nella sto1 ia della letteratura italiana: essa rappresenta l'uomo del popolo. ve1·boso e spaccamonti nel suo legittimo risentimento contro chi l'umilia e lo hastona, ma pur sempre, per amore della sua repuL.1.zioue e pel rispetto de' suoi morti, ras.....:.egnatoe minchione. l,a sua cotnparsa fu una afl-ennazione d'arte e <..:Ome tale fu salu,tata dai migliori scrittori allora Yi,·enti; è la riYelazione d'un simbolo, e come tale fu amato dnl popolo che in GiO-Vamiin Bongce vec.le,·a come illl u110 specchio 1e virtù e i difetti della sua anima. Certamente grande ftt la sua importanza politica, e non è azzardato supporre che i sentimenti di Giovannin abbiano diretta la mano di qualcuno di quei Cm·bonari che costituirono il tribunale segreto della Teppa1 o cli quel popolano che il 20 aprile 1814 con una tremenda martellata fracassò il cranio del ministro Pdna, 1·appresen~nte di quei francesi tanto odiati, perchè esosi, arroganti e tiranni: giacc-l1è nessuno può dire in che modo e con quali mezzi si mauifestano il ~nsiero e il sentimento che l'anima cli un poeta ha donati al popolo. Per certi suoi sonetti inneggianti alla Restau* razione. il Porta fu ritenuto un austriacante e come ta1e denunciato nel 1802 dai Francesi, iu ccnsiderazione pure dei servizi prestati per alcuni mesi a Venezia nel 1798 quale impiegato del G0Yen10 austriaco. La denuncia non ebbe segnito. Oggi) a distanza di un secolo1 io credo che si possa affermare che tale accusa era infondrita giacchè, se si cerca un atto che dica tutto il sentimento politico clel nostro Poeta questo Ya trovato nella petizione che assieme a molti altri uomini insigni diresse al Governo Napoleonico per ottenere un .Consiglio Nazionale 1 non francese, cioè, e non anstriaco, ma espressione delle fo1·,,e e delle volontà italiane; per cui ve11iva ad acquistare il clititto di essere annoverato fr~1i primi propagatori del riscatto nazionale. Anzi, se trascurando per un poco le sue manifestazioni politiche esteriori ci sforziamo di entrare nell'intimo del suo pensiero, osserveremo la buona battaglia cli un mirabile artista, intesa a distruggere le cristallizzazioni di una casta reazionaria e retriva, e le balordaggini della ari- ·stocrazia, già colpite a morte dalla satira potente dell'abate Parini ; per contrapporre ad esse :i valori del lavoro e dell 'in.gegno. Potia ebbe ]'incarico di 1~ernde.reridicole e perciò inutili certe istituzioni ritenute . invulnerabili e sacre e fu per questo un grande rivoluzionario e un .sub1ime muratore, in senso massonico. Ora, come sarebbe stata possibile la co-ncilia* zione cli due realtà e qu·alita cosl opposte: vozlio dire il suo sentimento profondamente e sinceramente massonico, c91la difesa di qucll '.1\ 11stria che era il simbolo e 1a roccaforte di quelle istituzioni da lui magistralmente combattute? Io penso che se austriacantismo vi fui esso fu l'espressione del desiderio cli tregua e di riposo sentito da tutto il popolo milanese, sazio degli iw,ulti e delle dilapidazioni h~ancesi, e fu come 1 'eco de1la parola: Pace! colla quale Suwarow nel 1799 entrò bene accolto in Mi1ano. L'ultima grande battaglia della sua vita fu quella lettenuia ingaggiata contro i Classicisti che scrive,·ano nella Biblioteca ltaliana ed ebbe per amici di lotta Alessandro i\1anzoni, Tommaso Grossi, :Kiccolò Tommasèo, Giovanni Berchet, Silvio Pellico, Cesare Cantù che collegati intorno al Conciliatore intrapresero a combattere l'accademismo intellettualista, che nelle lettere aveva ormai la stessa importanza e lo stesso valore dell'ai;stocrazia nella vita. Il Porta proseguiva così la sua lolla di liberazione, tendente a procurare la 1ibertà politica a! cittadino, la dignità morale all'uomo e la libertà formale e d'ispirazione all'artista. Le sue satire resero ridicolo il. vuoto mìtologismo classicista, che in breve Yolger di tempo rcstò'uu ·mucchio cli JJ;acerie inutili: di fronte ngl' impeccabili ma freddi componimenti 11eoclassici sorsero i capolavori del verismo portiano, i Canti leopardiani, i Pro-messi Spo's-i, lutti pieni di profonda umanitf! e di acuta psicologia. L'uomo comi11dava una nuova vita: infrante le leggi esterne 1 e ripudiata la verità oggettiva estrinseca doveva giorno per giorno crearsi 1a sua 1egge e cliscoprire la sua certezza: doYeva riacquistare i11 profondità ciò cbe aveva perduto in estensione. Un 'impulso nuovo veni va ad essere impresso alla vita: l'impulso alla inclivi. dualizza.zione, pel quale l'uomo doveva spostare 1'asse della sua conoscenza e della sua esperienza LA RIVOLUZIONE LIBERALE dall 'estcn10 all'i11le1no, e pcl qttalc l11101110 veniva. chiamalo a collaborar~ al stto destino col pieno sentimento clell:t sua pcrtion~le rc!;ponsabilitii. Si ripeteva sotto un altro aspetto e in diverso modo la lotta scr.;tcnuta dalla Riforma tc.:11ck11te a ri\'cndicare i dati della personale cspcrieuz.1 religiosa contro i dogmi apostolici, il libero esame contro i fonnalismi: il motivo letterario romantico investiva ampi orizzonti spirituali, assumeva fc fonnc e gli intenti d'un movimento profo11dame11tc 80Ciale e polilico: e fu p<:r ciò che nel 1820 la polizia austriaca sopp1·cssc il C<>nci/Latore, perchè fiutò in es.so un centro di preparazione unitnria rivoluzionaria. Rip1·c11dendo r1uindi quanto ho più sopra detto, e-eco una ragione di più per escludere <lei lutto l'austriacantismo del Porta: H quale, viccversaJ ru un precursore della indip<"'11denr..ae<l uno di quei sc.--min,"l.toriche in ogni cJx.,..·ahanno il mandato <Li g<:ttare i germi di nuovc idealità, cd npril'e lo sguardo a nuovi e pitl chiari oriz:zonti. Frutti ùel suo lavoro furono la messe di martiri italiani, e la p<:rmeaziouc cli tutta un'epoca di J><:::nsicroe d'arte. :\11'1A:'iJJO CA\'AJ,LJ LE MANICHEDI ARIAS Pare che il professore Gino Arias abbia ttna grande parte nei lavori della Commissione: nomina.La per studiai-e la riforma eoslilttziù11ale. llo lello ch'egli escogita fonnule conciliative, p.ropone soluzioni di compromesso fra Rossoui e gli altri, prepara reJa,,,ioui generali, è indaffarato come nessun altro collega; e qu·ando mangia al « Fagittno », posa stLlla seggiola ~ccanto una bo1s.a di cuoio così sgangheratamente pregna di carte, di piani costituziona.li, di progetti corporativi, come mai glie ne si vide: tt11a sotto il braccio neppttre sotto i porticati della nostra Universilà. QuesL.'t visione di Arias legis.latoJ·e ventoso e fumoso, riformatore cli costituzioni, ravv1\·ò il mio interesse per questa faccenda dei Soloni e dei loro lavori: me la rallegrò, mc la rischiarò. Se io dico a quelle migliaia di miei concittadiui 1 che qui a Genova hanno conosciuto Arias: « Sapete : avremo presto una nuova costituzione del Regno, basata sulle Corporazioni di Stato, con un travaso di idee d_i Sorel, di .Maw-ras, ecc.·» i miei concittadini non capiscono nrlente.. Ma se dico : a Sapete, avremo presto una nuova costituzione dc] Regno, e la sta preparando il proL Arias », i miei concittadini capi. scono tutto : e si mettono a ridere. I miei rapporti con Arias risalgono ai tempi ttni\·ersitarii': e furono quelli di uno studente che non andava mai a scuola, con un professore che faceva diligentemente 1etzi.one. Situa,,jone favorevolissima perchè lo scolaro possa giu<licar·e iL- professore, non in quanto forn.ito1 re più o meno corrivo di firme sul libretto, o come suggeritore più o meno garbato di argomenti per tesine e di indicazioni bibliografiche : ma in quanto vale giù dalla cattedra, nella vita. Fin da quei tempi, le mie opinioni persona.li su di lui fm~ouo ferme e conclU5e. Gli italiani chiamano uomo onesto colui che è .1ispettoso del • denaro altrui, che è alieno dal vendersi brutalmente per uno stipendio o per una sovvenzione. In questo senso volgar~ -uèlla parola·, Arias è onestissimo. l\l!a c'è poi ,.una onestà superiore, • più fine: l'onestà delle ;dee, l'onestà intelJettuale. lo credo, per esempio, che sia obbligo morale per uno studioso di economia, sforz.arsl di rt1.ggiunge1·e precisione rigorosa di•concetti e di deduzioni: per un professore di Università, sforzarsi di esporre con chiarezza e con an1enità. Uno studicso che ammucchia la propria erudizione, senza preoccuparsi di un ordine idea1e da infondersi dentro; un insegnante che non si sforza di dare mai agli scolaii l'espressione limpkla del proprio lavoso, sono ,dei cllsonesti; gente che non sa volere, volta per volta, nei limiti del proprio intelletto, che erra stordendo se stesso e altrui, che erra perchè vuole errare. Arias è il tipo più completo e bello di questi disonesti; disonesto studioso, disonesto intelletto : disonesto nel significato, filosoficamente circosc.ritto e chiarito, da attribuirsi alla parola «onestà,. Un bue <lit. lavoro: ha tentato tutli i campi dell 'eru<li.zione gi LLridicao economic.:-i: ba vinto concorsi nazionali; ha scritto diedne cli libri; ha occupato mezza dozzina di cattedre. Ma quando Farinacci - si, Farinacci - scrive uu articolo esprimendo con chiarezza uua propria opinione, egli raggiunge d'un colpo quel grado di onestà intellettuale che Arias, in tanti anni di rimugiuamento ùi boli scientifici, non ha raggiunto mai. Perchè Arias non ha 1llai espresso una idea con chiarezza. Ho dovuto studiacchiare la sua opera mag* giore: Pri11cipii di Eco1161JiiaCommerciale. Faccio appello a tutti coloro, fascisti o non, che hanno avuto quest'opera tra mani, perchè dicano in co1iesia 1 se ne è rimasto traccia nel loro sistema meutale, se la loro attività spirituale ne è stata in qualche modo eccitata e ravvivata. Sono più di 1000 pagine, stampate fitte fitte, formato 8°, cou tu1 aipparato enorme cli dottrina, e senza u11a riga che faccia presa su un cervello. A leggere Einaudi, Pantaleoni, lVfartello, ci accorgiamo che P Economia politica è I'ai-te del ragionar bene : può essere che la vita pratica, la economia vissuta, la attività cco110111icntradiscano gli insegnamenti di quei ragiuonatori: ma essi c.onservano tutta la loro bellezza, tutta la loro jntaugibile, superiore verità : sono1 a segui'rli, un esercizio eccellente per tener pulita e pronta la nostra macchina per pensare. A leggere Arias, invece, siamo im1i1essi nella gelatina ; ma non gelatina fatta di brodo, no: gelatina impa.stt·occhiata cli colla cli pesce; sian10 piombati nella panna montata, ma non nella panna montata fatta di crema di latte, no : panna combinata col bianco cl 'uovo. Sensazione treme11da, quasi dolorosa, cli vedere tanto faticoso lavoro, suo di autore e nostro di lettori, sprecato: di sentire, al di là di queste pagine, tante consultazio·ni di bibHoteca stedli, tai1te notti perdute a tavolino invano; di assii;terc a qttcsto dramma di un cervello, che non riesce a fissar!:ii, che non ha il coraggio di circosc1 iversi 1 che è:. sempre ton1K11tato da aneliti, velJeità, prungiui di pensiero, e non può 1..ensare mai; che sente l'assillo della creazione 1 e non può mai provarne la voluttà. Vi tanto in tanto, nei Principii di Ecmiomia, in questa ck:- solata sa-vana tremante dove lutt.o molleggia e cede wtto i pie<li dell' incauto viandante, comparisce il nome cli qualche professore di Università, di cui il professore Arias non condivide le vedute : e cominciano cnonni monologhi polemici, su argomenti éhe ncssw1 k-ttore può dekrmina.reJ e che finiscono sempre colla vittoria del professore Arias. Se poi il competitore è il prnfessore Fanno, le cui teorie souo già di per se stesse astruse 1 allora Arias lo vuole stravincere: gli avvo1gimc:nli dei periodi <liventano enormi; è tilla dauza dei sette veli eseguita a]la r0,·escia, in cui l'idea dell'autore, lungi dal rappresentarsi finalmente nuda ·agli sguardi degli umani, sì avvolge e ravvolge, non con sette veli soltanto, ma con tutti i veli, con tutte le lenzuola, con tutti gli stracci ,fino a diventare una informe balla di cenci. Nla le opere scientifiche di A1·ias non ci danno l'uomo così bene, come le sue lezioni. Quei pochi studenti lllliversitarii svegli che seguono i corsi, si interessano sopratutto della opinione del docente sui problemi vi vi, sui problemi del momento; se non altro, per negarla e coutrad- .dirla. Ma questa voglia, di udire l'opinione precisa del professor.e Arias su un determinatp argomento, i suoi studenti non possono cavarsela mai. Sprofondato sulla cattedra - oh quanto! - sedentaria, egli elude i tentativi dei suoi studenti: colle dita. badiali accenna gravemente alla delicata operazione di pesare e soppesare il pro e il contro, inclina la gota sulla s,palla, co- :ne per guardare in prns-pettiva il panorama delle dottrine contrastanti, e finisce immancabilmente così: « Ecco,. su questo punto, 1nu-tatis nrn,tandis, àvllti i debiti riguardi, oserei affermare che la teoria. proposL.'l è accettabile, se peraltro non vi fossero gli argomenti della teoria contrada che la compromettono fortemente: dimodochè, tenuto conto de1le considerazioni ... » Eccetera. Que-- ste sono le conclusioni che il professore Arias offre ai su.oi discenti : e chi non l'ha veduto così, mentr'egli bilancia il suo grassetto fm il liberisn10 e protezionismo, monopolio e duopolio, fra Smitb e Lizt, fra Jannaccone e il terribile Fanno, non sa chi egli sia. Non if tormento del dubbio, che è nobile sempTe: ma la volgare ince1tezz.a cli coltti che ha « studiato II tutte le contrastanti dottrine, le ba riassunte, le hq esaurite, ed è incapace di aggiungere allo sforzo catalogato dei cervelli altrui lo sforzo del, cervello propdo. In quel momento, Arias non è ru;, uomo: è un tassametro di teorie. App.Jicanclosi a1Ia politica, con un cervello cos,ì funzionante, Arias doveva necessariameute dar luogo alle accuse di girellismo. La sua attività pratica è una massa cli aiiicoli 1 cli discorsi e di argomentazio1ii, pronta a colare in tutti gli stampi, e a. subìre tutte le impronte. Io non dico eh 'egli fosse, secondo la locuzione volgare, « in mala fede» qu-ando nel 1919 lietamente accettava una candidatura socialista*rifonuista, o quando, ancora nel 19211 scriveva sul La-voro articoli as1natici contro 1'aumento del 1ne-lzo del pane, proposto da Giolitti. La sua onestà volgare e personale, che volentieri gli concedo, non gli consente, io credo, di sostenere una data teoda o un sistema politico, sapendo che è insostenibile, e solo per ottenere un dato successo pra• tico. No: la s-ua a mala fede» è più gene1;ca e teoretica, è la malafede dello studioso che non s1 dare un indirizzo ai proprrii studii, la malafede del pensatore che non sa dare una conclusione precisa a I proprio pensiero. Socialismo? Fascismo? « Ecco, su questo pw1to, mutatis mutandis, avuti i debiti riguardi, oserei affermare, se non fosse che ... ». La solita stoda. E1 un poligrafo. Vecchia figura della cultura italiana, e sopratutto della. vita italiana. Sotto la pressione esercitnta su di lui dal regime dominante, egli dà fuori articoli e libri, discorsi e relazioni, come la cicala appena grattata sulla pancetta, canta. Inutile pretenùere da lui quanto tìOU ci può da.re. I fascisti fanno benissimo ad adoperal'lo nelle loro commissioni : egli è nno di que-i me-illb1; provvidenziali cli tutte le commis..sioui1 che so0barcandosi sempre, :finiscono per essere i relatori-nati di qualsiasi maggioranza. E l.i prego, per il bene che gli voglio, di non trattarlo troppo cavalierau1e11te. Gli diano anche a lui qualche contentino; lo facciano, se niente niente è possibile, rappresentante nel Parlamento delle Corporazioni! Da solo, colle sole sue forze, egli non agguanterà mai niente. Soffrl già molte delusioni. Dtt1·a11te1a prepa,ra:tione elettorale del 75 1923, egli soggiornò per molto tempo a Roma, invan.o. ;),li fa pena sapere che questo mio antico maestro deve aprirsi un varco fra la ressa dei giovanJ asciutti e ferrigni, tesi come archi saettatori, partecipanti della balestra e del ve:rruto: deve gareggiare con loro in terribilità, <leve o:>te:ntare, come ric:biedono j tempi, pre· stez'l.,a di movimenti, un rapido scatto; e • bello sulla vita,. Penso che forse io indulgerei alla sua innocente e ventosa vanità di u=o libresco e tavolinaio, •più di quanto non farà qualcuno dt-i nuovi signori Vénuti 5U da11o squadrismo e del rassis-mo provinciali .. \ria..s-A.rrivalx.--ne,AriasArpinatj : quanto dev•(SSere difficile:, al povero :\ ria.s, farsi vak,re 1 imporsi 1 in un ambiente do-- minato da questi altri uomini, di un altro mondo del suo, <:he non hanno Jettr.>; in tutta la loro vita nemmeno la metà delle p-«gine eh 'egli ha SCTitlu! ::-:o : egli non può lottare con. costoro. ::S:011 ha, per tanto, la faccia brot17,ea che fartbbe cl 'uopo; Ja sua erudizione gli appc-santi.su: il passo di carica, c:on c.-uisi piglian d'a&saltr., gli onori e i po':;li. Bisogna che quakhe<luno 1 da1l'alto 1 si accorga di A riai,1 deJla enorme capacità di lavoro racch,u.sa in quella test.a, lo afferri per la cotennoo/d collottola, e lo collochi nel posto più propizio per Stt:n<lere giù articoli e l;bri, relarjoni e discorsi. Bisogna che qualche.. <luno soccorra la sua ingenuità. :\1a sì, ingenuita. Arias t llll ingetnw . .Basti questo. Pochi giorni prima. delle ele-✓..ioni dei '19 egli girava per Geno\'a raggiante. Il suo contributo alla preparazione dell'ambk·nte era consistito in una serie di articoli, in cui si dava fondo a1l'univcrso; si prospettava la soh.v.,ione della questione meridionale, si elencavano tutte le audacissime riforme legislative allora di moda, ecc. Sicuro di essersi e piazzato .a, g1i pareva d'esser già a ~Iontecitorio. E a chi lo incontrava, enumerava col solfro gesto delle mani badiali le basi della sua vittoria immancabile: era stato, durante la guerra, -commissario dc-i Consumi a Savona, e questo g1i porta\·a i Yoti di tutti i savonesi; era massone, e questo gli porta.va i rnti di tutti i massoni; era presidente dell '1ini1·ersità popolare e questo gli porta,·a i voti di tutti i soci della L"niversità popolare ... l,n uomo politico, che ;n mezzo all'ondata massimalista del '19 coltiva, come titolo· per essere eletto deputab::,, il Commissariato dei consumi 1 l''Cni\-ersità popolare e la )lassoueria, ba bisogno di saldi protettori, nella ,-ita, e·specie ai tempi che corrono. Un istinto elementare lo av\·erte di mettersi al ridooso: fa bene. Duecent'anni fa, la benev·olenza di qualche signore di corte lo avrebbe tratto dall'ombra della sinagoga, e datogli agio di scrivere, scri\·ere, scriYere: oggi, signori non ce n'è più, ma restano le Commissioni per la tiforma delJo Statuto. S'è al riparo, anche qui, dai colpi di bastone e dai colpi di spada, che oggi saettano \'ia per l'aria, peggio ancora di dugent'anni fa... - •Katuralrnente però, la riforma istituzionale F1reparata dalla Commissione dei e Soloni .a è per me obietto di risa, soltanto e prima di tutto, perchè so che Arias ne è stato il grande impasL.1.tore. Rido prima di conoscere le precise linee della riforma : anzi, questo mio riso esclude eh 'io possa discutere la riforma stessa come un gra,·e avYeuimento politico. :Kou foss' altri 1 De i\Iaistre, Gobineau e Treitsche mi banno insegnato a canzonare le costituzioni - e le rifanne delle costituzioni - scritte a tavolino da gente che fa pTofessione di scriYere. )Iax v;,-~ber 1 quando nel 1917 in Prussia si staYa progettando lo « Stato corporati,·o • come ora in Italia coniò contro i poligrafi riformatori - anche la;sù ! - la parola di Ti11tenfasspolitiker, _politici da calamaio. Attorno allo Statuto discussero dei cortigiani e dei militati: tutti sapevano portare con eleganza l'uniforme del Re, non uno aYe\·a le dita sporche <l'inchiostro: non erano politici da calamaio. 11a questa rifonna dello Statuto, questo professore Arias ,inYece ! Sempre, quanrlo lo nomino, lo rivedo con la borsa cli cuoio piena di carte sotto il braccio in un continuo sforzo cli spingere dentro le m;lliche deila giacca i polslui inamidati. Perch'egli usa ancora quei polsini mobili, staccati dalla camicia, cari ai commessi \-iaggiatori, ai maiescfalli dei c.:1rabinieri e ai professori di U11iYersità. Li usa, dunque, ancora : e non ha ru1cora saputo concentrare per un minuto la sua 3.tte:1zione sul loro funzionamento. Egli non ha compreso che quando questi po1siui sono fuon1sciti dalle maniche, per farveli rientrare occorre introdttrre, con calma, la loro estremità superiore nel tubo della manica, e poi, con un leggero tòcco cli dita, riso..c:.pingerli in su in modo che dalla manica ne esca soltanto l'or1o inferiore. Xo. 11 pro:·essore At-ias è in una. continua lotta violenta coi suoi polsini: pretende, con movinienti convulsivi, cli farli rientrare di colpo: e non ottiene altro che di sgualcirli terribilmente, e di aYerli sempre penzoloni sulle mani, fuor della manica che non può distendersi sull'aYambraccio secondo la lunghezza voluta, perchè quel cartoccio bianco, al polso, la 1isosE_inge in su e I.a costringe a ripiegarsi come la pelantega di uua armonica. E il professore Adas non sa. compone questo contrasto! Penuettetemi di essere abbastanza snob per affen11are, che chi non sa mettersi a posto i polsini e le maniche, non può riformare lo Statuto del Regno; e che un uomo talmente inelegante non può preparare nessuna nuova legge fondamentale per il popolo italiano. GIOVANNI ANSALDO

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