La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 18 - 3 maggio 1925

RISORGIMENTO PORTA La dta di Carlo porta è la dla comune di u11 qualunque impiegato: educalo ck"'li PP. Gesuiti fino ai 16 anni; a 18 anni intraprende la carriera degli uffici e non l'abbandona che a. 461 allorchè muore di podagra e ùi golla il 6 gennaio 1821 1 fra il compianto dei milanesi, che in lui ,·eùeYano il loro maggior poela vernacolo e l'uomo dei tempi nuovi. Carlo Porta seguiva la tradizione cli quegli oscuri tro,·atori che il popolo chiamava basini, l;i importanza slo1;ca dei quali no11 ancora è slata \,·alulala; e come eS6i cercava cli instillare sentimenti <li libertà nell'animo dei ciU.ndini malcontenti dei gioghi stranieii 1 col rampognare le vergogne e i \'izìi dei tiranu.i, o col deridere la ,·uola alterigia della frolla aristocra7Ja, e la mondanità e.li un clero cUmèn6co del suo apostolato diYiuo. La figura di G iova1111h1l:Jongee è tipi e-a nella sto1 ia della letteratura italiana: essa rappresenta l'uomo del popolo. ve1·boso e spaccamonti nel suo legittimo risentimento contro chi l'umilia e lo hastona, ma pur sempre, per amore della sua repuL.1.zioue e pel rispetto de' suoi morti, ras.....:.egnatoe minchione. l,a sua cotnparsa fu una afl-ennazione d'arte e <..:Ome tale fu salu,tata dai migliori scrittori allora Yi,·enti; è la riYelazione d'un simbolo, e come tale fu amato dnl popolo che in GiO-Vamiin Bongce vec.le,·a come illl u110 specchio 1e virtù e i difetti della sua anima. Certamente grande ftt la sua importanza politica, e non è azzardato supporre che i sentimenti di Giovannin abbiano diretta la mano di qualcuno di quei Cm·bonari che costituirono il tribunale segreto della Teppa1 o cli quel popolano che il 20 aprile 1814 con una tremenda martellata fracassò il cranio del ministro Pdna, 1·appresen~nte di quei francesi tanto odiati, perchè esosi, arroganti e tiranni: giacc-l1è nessuno può dire in che modo e con quali mezzi si mauifestano il ~nsiero e il sentimento che l'anima cli un poeta ha donati al popolo. Per certi suoi sonetti inneggianti alla Restau* razione. il Porta fu ritenuto un austriacante e come ta1e denunciato nel 1802 dai Francesi, iu ccnsiderazione pure dei servizi prestati per alcuni mesi a Venezia nel 1798 quale impiegato del G0Yen10 austriaco. La denuncia non ebbe segnito. Oggi) a distanza di un secolo1 io credo che si possa affermare che tale accusa era infondrita giacchè, se si cerca un atto che dica tutto il sentimento politico clel nostro Poeta questo Ya trovato nella petizione che assieme a molti altri uomini insigni diresse al Governo Napoleonico per ottenere un .Consiglio Nazionale 1 non francese, cioè, e non anstriaco, ma espressione delle fo1·,,e e delle volontà italiane; per cui ve11iva ad acquistare il clititto di essere annoverato fr~1i primi propagatori del riscatto nazionale. Anzi, se trascurando per un poco le sue manifestazioni politiche esteriori ci sforziamo di entrare nell'intimo del suo pensiero, osserveremo la buona battaglia cli un mirabile artista, intesa a distruggere le cristallizzazioni di una casta reazionaria e retriva, e le balordaggini della ari- ·stocrazia, già colpite a morte dalla satira potente dell'abate Parini ; per contrapporre ad esse :i valori del lavoro e dell 'in.gegno. Potia ebbe ]'incarico di 1~ernde.reridicole e perciò inutili certe istituzioni ritenute . invulnerabili e sacre e fu per questo un grande rivoluzionario e un .sub1ime muratore, in senso massonico. Ora, come sarebbe stata possibile la co-ncilia* zione cli due realtà e qu·alita cosl opposte: vozlio dire il suo sentimento profondamente e sinceramente massonico, c91la difesa di qucll '.1\ 11stria che era il simbolo e 1a roccaforte di quelle istituzioni da lui magistralmente combattute? Io penso che se austriacantismo vi fui esso fu l'espressione del desiderio cli tregua e di riposo sentito da tutto il popolo milanese, sazio degli iw,ulti e delle dilapidazioni h~ancesi, e fu come 1 'eco de1la parola: Pace! colla quale Suwarow nel 1799 entrò bene accolto in Mi1ano. L'ultima grande battaglia della sua vita fu quella lettenuia ingaggiata contro i Classicisti che scrive,·ano nella Biblioteca ltaliana ed ebbe per amici di lotta Alessandro i\1anzoni, Tommaso Grossi, :Kiccolò Tommasèo, Giovanni Berchet, Silvio Pellico, Cesare Cantù che collegati intorno al Conciliatore intrapresero a combattere l'accademismo intellettualista, che nelle lettere aveva ormai la stessa importanza e lo stesso valore dell'ai;stocrazia nella vita. Il Porta proseguiva così la sua lolla di liberazione, tendente a procurare la 1ibertà politica a! cittadino, la dignità morale all'uomo e la libertà formale e d'ispirazione all'artista. Le sue satire resero ridicolo il. vuoto mìtologismo classicista, che in breve Yolger di tempo rcstò'uu ·mucchio cli JJ;acerie inutili: di fronte ngl' impeccabili ma freddi componimenti 11eoclassici sorsero i capolavori del verismo portiano, i Canti leopardiani, i Pro-messi Spo's-i, lutti pieni di profonda umanitf! e di acuta psicologia. L'uomo comi11dava una nuova vita: infrante le leggi esterne 1 e ripudiata la verità oggettiva estrinseca doveva giorno per giorno crearsi 1a sua 1egge e cliscoprire la sua certezza: doYeva riacquistare i11 profondità ciò cbe aveva perduto in estensione. Un 'impulso nuovo veni va ad essere impresso alla vita: l'impulso alla inclivi. dualizza.zione, pel quale l'uomo doveva spostare 1'asse della sua conoscenza e della sua esperienza LA RIVOLUZIONE LIBERALE dall 'estcn10 all'i11le1no, e pcl qttalc l11101110 veniva. chiamalo a collaborar~ al stto destino col pieno sentimento clell:t sua pcrtion~le rc!;ponsabilitii. Si ripeteva sotto un altro aspetto e in diverso modo la lotta scr.;tcnuta dalla Riforma tc.:11ck11te a ri\'cndicare i dati della personale cspcrieuz.1 religiosa contro i dogmi apostolici, il libero esame contro i fonnalismi: il motivo letterario romantico investiva ampi orizzonti spirituali, assumeva fc fonnc e gli intenti d'un movimento profo11dame11tc 80Ciale e polilico: e fu p<:r ciò che nel 1820 la polizia austriaca sopp1·cssc il C<>nci/Latore, perchè fiutò in es.so un centro di preparazione unitnria rivoluzionaria. Rip1·c11dendo r1uindi quanto ho più sopra detto, e-eco una ragione di più per escludere <lei lutto l'austriacantismo del Porta: H quale, viccversaJ ru un precursore della indip<"'11denr..ae<l uno di quei sc.--min,"l.toriche in ogni cJx.,..·ahanno il mandato <Li g<:ttare i germi di nuovc idealità, cd npril'e lo sguardo a nuovi e pitl chiari oriz:zonti. Frutti ùel suo lavoro furono la messe di martiri italiani, e la p<:rmeaziouc cli tutta un'epoca di J><:::nsicroe d'arte. :\11'1A:'iJJO CA\'AJ,LJ LE MANICHEDI ARIAS Pare che il professore Gino Arias abbia ttna grande parte nei lavori della Commissione: nomina.La per studiai-e la riforma eoslilttziù11ale. llo lello ch'egli escogita fonnule conciliative, p.ropone soluzioni di compromesso fra Rossoui e gli altri, prepara reJa,,,ioui generali, è indaffarato come nessun altro collega; e qu·ando mangia al « Fagittno », posa stLlla seggiola ~ccanto una bo1s.a di cuoio così sgangheratamente pregna di carte, di piani costituziona.li, di progetti corporativi, come mai glie ne si vide: tt11a sotto il braccio neppttre sotto i porticati della nostra Universilà. QuesL.'t visione di Arias legis.latoJ·e ventoso e fumoso, riformatore cli costituzioni, ravv1\·ò il mio interesse per questa faccenda dei Soloni e dei loro lavori: me la rallegrò, mc la rischiarò. Se io dico a quelle migliaia di miei concittadiui 1 che qui a Genova hanno conosciuto Arias: « Sapete : avremo presto una nuova costituzione del Regno, basata sulle Corporazioni di Stato, con un travaso di idee d_i Sorel, di .Maw-ras, ecc.·» i miei concittadini non capiscono nrlente.. Ma se dico : a Sapete, avremo presto una nuova costituzione dc] Regno, e la sta preparando il proL Arias », i miei concittadini capi. scono tutto : e si mettono a ridere. I miei rapporti con Arias risalgono ai tempi ttni\·ersitarii': e furono quelli di uno studente che non andava mai a scuola, con un professore che faceva diligentemente 1etzi.one. Situa,,jone favorevolissima perchè lo scolaro possa giu<licar·e iL- professore, non in quanto forn.ito1 re più o meno corrivo di firme sul libretto, o come suggeritore più o meno garbato di argomenti per tesine e di indicazioni bibliografiche : ma in quanto vale giù dalla cattedra, nella vita. Fin da quei tempi, le mie opinioni persona.li su di lui fm~ouo ferme e conclU5e. Gli italiani chiamano uomo onesto colui che è .1ispettoso del • denaro altrui, che è alieno dal vendersi brutalmente per uno stipendio o per una sovvenzione. In questo senso volgar~ -uèlla parola·, Arias è onestissimo. l\l!a c'è poi ,.una onestà superiore, • più fine: l'onestà delle ;dee, l'onestà intelJettuale. lo credo, per esempio, che sia obbligo morale per uno studioso di economia, sforz.arsl di rt1.ggiunge1·e precisione rigorosa di•concetti e di deduzioni: per un professore di Università, sforzarsi di esporre con chiarezza e con an1enità. Uno studicso che ammucchia la propria erudizione, senza preoccuparsi di un ordine idea1e da infondersi dentro; un insegnante che non si sforza di dare mai agli scolaii l'espressione limpkla del proprio lavoso, sono ,dei cllsonesti; gente che non sa volere, volta per volta, nei limiti del proprio intelletto, che erra stordendo se stesso e altrui, che erra perchè vuole errare. Arias è il tipo più completo e bello di questi disonesti; disonesto studioso, disonesto intelletto : disonesto nel significato, filosoficamente circosc.ritto e chiarito, da attribuirsi alla parola «onestà,. Un bue <lit. lavoro: ha tentato tutli i campi dell 'eru<li.zione gi LLridicao economic.:-i: ba vinto concorsi nazionali; ha scritto diedne cli libri; ha occupato mezza dozzina di cattedre. Ma quando Farinacci - si, Farinacci - scrive uu articolo esprimendo con chiarezza uua propria opinione, egli raggiunge d'un colpo quel grado di onestà intellettuale che Arias, in tanti anni di rimugiuamento ùi boli scientifici, non ha raggiunto mai. Perchè Arias non ha 1llai espresso una idea con chiarezza. Ho dovuto studiacchiare la sua opera mag* giore: Pri11cipii di Eco1161JiiaCommerciale. Faccio appello a tutti coloro, fascisti o non, che hanno avuto quest'opera tra mani, perchè dicano in co1iesia 1 se ne è rimasto traccia nel loro sistema meutale, se la loro attività spirituale ne è stata in qualche modo eccitata e ravvivata. Sono più di 1000 pagine, stampate fitte fitte, formato 8°, cou tu1 aipparato enorme cli dottrina, e senza u11a riga che faccia presa su un cervello. A leggere Einaudi, Pantaleoni, lVfartello, ci accorgiamo che P Economia politica è I'ai-te del ragionar bene : può essere che la vita pratica, la economia vissuta, la attività cco110111icntradiscano gli insegnamenti di quei ragiuonatori: ma essi c.onservano tutta la loro bellezza, tutta la loro jntaugibile, superiore verità : sono1 a segui'rli, un esercizio eccellente per tener pulita e pronta la nostra macchina per pensare. A leggere Arias, invece, siamo im1i1essi nella gelatina ; ma non gelatina fatta di brodo, no: gelatina impa.stt·occhiata cli colla cli pesce; sian10 piombati nella panna montata, ma non nella panna montata fatta di crema di latte, no : panna combinata col bianco cl 'uovo. Sensazione treme11da, quasi dolorosa, cli vedere tanto faticoso lavoro, suo di autore e nostro di lettori, sprecato: di sentire, al di là di queste pagine, tante consultazio·ni di bibHoteca stedli, tai1te notti perdute a tavolino invano; di assii;terc a qttcsto dramma di un cervello, che non riesce a fissar!:ii, che non ha il coraggio di circosc1 iversi 1 che è:. sempre ton1K11tato da aneliti, velJeità, prungiui di pensiero, e non può 1..ensare mai; che sente l'assillo della creazione 1 e non può mai provarne la voluttà. Vi tanto in tanto, nei Principii di Ecmiomia, in questa ck:- solata sa-vana tremante dove lutt.o molleggia e cede wtto i pie<li dell' incauto viandante, comparisce il nome cli qualche professore di Università, di cui il professore Arias non condivide le vedute : e cominciano cnonni monologhi polemici, su argomenti éhe ncssw1 k-ttore può dekrmina.reJ e che finiscono sempre colla vittoria del professore Arias. Se poi il competitore è il prnfessore Fanno, le cui teorie souo già di per se stesse astruse 1 allora Arias lo vuole stravincere: gli avvo1gimc:nli dei periodi <liventano enormi; è tilla dauza dei sette veli eseguita a]la r0,·escia, in cui l'idea dell'autore, lungi dal rappresentarsi finalmente nuda ·agli sguardi degli umani, sì avvolge e ravvolge, non con sette veli soltanto, ma con tutti i veli, con tutte le lenzuola, con tutti gli stracci ,fino a diventare una informe balla di cenci. Nla le opere scientifiche di A1·ias non ci danno l'uomo così bene, come le sue lezioni. Quei pochi studenti lllliversitarii svegli che seguono i corsi, si interessano sopratutto della opinione del docente sui problemi vi vi, sui problemi del momento; se non altro, per negarla e coutrad- .dirla. Ma questa voglia, di udire l'opinione precisa del professor.e Arias su un determinatp argomento, i suoi studenti non possono cavarsela mai. Sprofondato sulla cattedra - oh quanto! - sedentaria, egli elude i tentativi dei suoi studenti: colle dita. badiali accenna gravemente alla delicata operazione di pesare e soppesare il pro e il contro, inclina la gota sulla s,palla, co- :ne per guardare in prns-pettiva il panorama delle dottrine contrastanti, e finisce immancabilmente così: « Ecco,. su questo punto, 1nu-tatis nrn,tandis, àvllti i debiti riguardi, oserei affermare che la teoria. proposL.'l è accettabile, se peraltro non vi fossero gli argomenti della teoria contrada che la compromettono fortemente: dimodochè, tenuto conto de1le considerazioni ... » Eccetera. Que-- ste sono le conclusioni che il professore Arias offre ai su.oi discenti : e chi non l'ha veduto così, mentr'egli bilancia il suo grassetto fm il liberisn10 e protezionismo, monopolio e duopolio, fra Smitb e Lizt, fra Jannaccone e il terribile Fanno, non sa chi egli sia. Non if tormento del dubbio, che è nobile sempTe: ma la volgare ince1tezz.a cli coltti che ha « studiato II tutte le contrastanti dottrine, le ba riassunte, le hq esaurite, ed è incapace di aggiungere allo sforzo catalogato dei cervelli altrui lo sforzo del, cervello propdo. In quel momento, Arias non è ru;, uomo: è un tassametro di teorie. App.Jicanclosi a1Ia politica, con un cervello cos,ì funzionante, Arias doveva necessariameute dar luogo alle accuse di girellismo. La sua attività pratica è una massa cli aiiicoli 1 cli discorsi e di argomentazio1ii, pronta a colare in tutti gli stampi, e a. subìre tutte le impronte. Io non dico eh 'egli fosse, secondo la locuzione volgare, « in mala fede» qu-ando nel 1919 lietamente accettava una candidatura socialista*rifonuista, o quando, ancora nel 19211 scriveva sul La-voro articoli as1natici contro 1'aumento del 1ne-lzo del pane, proposto da Giolitti. La sua onestà volgare e personale, che volentieri gli concedo, non gli consente, io credo, di sostenere una data teoda o un sistema politico, sapendo che è insostenibile, e solo per ottenere un dato successo pra• tico. No: la s-ua a mala fede» è più gene1;ca e teoretica, è la malafede dello studioso che non s1 dare un indirizzo ai proprrii studii, la malafede del pensatore che non sa dare una conclusione precisa a I proprio pensiero. Socialismo? Fascismo? « Ecco, su questo pw1to, mutatis mutandis, avuti i debiti riguardi, oserei affermare, se non fosse che ... ». La solita stoda. E1 un poligrafo. Vecchia figura della cultura italiana, e sopratutto della. vita italiana. Sotto la pressione esercitnta su di lui dal regime dominante, egli dà fuori articoli e libri, discorsi e relazioni, come la cicala appena grattata sulla pancetta, canta. Inutile pretenùere da lui quanto tìOU ci può da.re. I fascisti fanno benissimo ad adoperal'lo nelle loro commissioni : egli è nno di que-i me-illb1; provvidenziali cli tutte le commis..sioui1 che so0barcandosi sempre, :finiscono per essere i relatori-nati di qualsiasi maggioranza. E l.i prego, per il bene che gli voglio, di non trattarlo troppo cavalierau1e11te. Gli diano anche a lui qualche contentino; lo facciano, se niente niente è possibile, rappresentante nel Parlamento delle Corporazioni! Da solo, colle sole sue forze, egli non agguanterà mai niente. Soffrl già molte delusioni. Dtt1·a11te1a prepa,ra:tione elettorale del 75 1923, egli soggiornò per molto tempo a Roma, invan.o. ;),li fa pena sapere che questo mio antico maestro deve aprirsi un varco fra la ressa dei giovanJ asciutti e ferrigni, tesi come archi saettatori, partecipanti della balestra e del ve:rruto: deve gareggiare con loro in terribilità, <leve o:>te:ntare, come ric:biedono j tempi, pre· stez'l.,a di movimenti, un rapido scatto; e • bello sulla vita,. Penso che forse io indulgerei alla sua innocente e ventosa vanità di u=o libresco e tavolinaio, •più di quanto non farà qualcuno dt-i nuovi signori Vénuti 5U da11o squadrismo e del rassis-mo provinciali .. \ria..s-A.rrivalx.--ne,AriasArpinatj : quanto dev•(SSere difficile:, al povero :\ ria.s, farsi vak,re 1 imporsi 1 in un ambiente do-- minato da questi altri uomini, di un altro mondo del suo, <:he non hanno Jettr.>; in tutta la loro vita nemmeno la metà delle p-«gine eh 'egli ha SCTitlu! ::-:o : egli non può lottare con. costoro. ::S:011 ha, per tanto, la faccia brot17,ea che fartbbe cl 'uopo; Ja sua erudizione gli appc-santi.su: il passo di carica, c:on c.-uisi piglian d'a&saltr., gli onori e i po':;li. Bisogna che quakhe<luno 1 da1l'alto 1 si accorga di A riai,1 deJla enorme capacità di lavoro racch,u.sa in quella test.a, lo afferri per la cotennoo/d collottola, e lo collochi nel posto più propizio per Stt:n<lere giù articoli e l;bri, relarjoni e discorsi. Bisogna che qualche.. <luno soccorra la sua ingenuità. :\1a sì, ingenuita. Arias t llll ingetnw . .Basti questo. Pochi giorni prima. delle ele-✓..ioni dei '19 egli girava per Geno\'a raggiante. Il suo contributo alla preparazione dell'ambk·nte era consistito in una serie di articoli, in cui si dava fondo a1l'univcrso; si prospettava la soh.v.,ione della questione meridionale, si elencavano tutte le audacissime riforme legislative allora di moda, ecc. Sicuro di essersi e piazzato .a, g1i pareva d'esser già a ~Iontecitorio. E a chi lo incontrava, enumerava col solfro gesto delle mani badiali le basi della sua vittoria immancabile: era stato, durante la guerra, -commissario dc-i Consumi a Savona, e questo g1i porta\·a i Yoti di tutti i savonesi; era massone, e questo gli porta.va i rnti di tutti i massoni; era presidente dell '1ini1·ersità popolare e questo gli porta,·a i voti di tutti i soci della L"niversità popolare ... l,n uomo politico, che ;n mezzo all'ondata massimalista del '19 coltiva, come titolo· per essere eletto deputab::,, il Commissariato dei consumi 1 l''Cni\-ersità popolare e la )lassoueria, ba bisogno di saldi protettori, nella ,-ita, e·specie ai tempi che corrono. Un istinto elementare lo av\·erte di mettersi al ridooso: fa bene. Duecent'anni fa, la benev·olenza di qualche signore di corte lo avrebbe tratto dall'ombra della sinagoga, e datogli agio di scrivere, scri\·ere, scriYere: oggi, signori non ce n'è più, ma restano le Commissioni per la tiforma delJo Statuto. S'è al riparo, anche qui, dai colpi di bastone e dai colpi di spada, che oggi saettano \'ia per l'aria, peggio ancora di dugent'anni fa... - •Katuralrnente però, la riforma istituzionale F1reparata dalla Commissione dei e Soloni .a è per me obietto di risa, soltanto e prima di tutto, perchè so che Arias ne è stato il grande impasL.1.tore. Rido prima di conoscere le precise linee della riforma : anzi, questo mio riso esclude eh 'io possa discutere la riforma stessa come un gra,·e avYeuimento politico. :Kou foss' altri 1 De i\Iaistre, Gobineau e Treitsche mi banno insegnato a canzonare le costituzioni - e le rifanne delle costituzioni - scritte a tavolino da gente che fa pTofessione di scriYere. )Iax v;,-~ber 1 quando nel 1917 in Prussia si staYa progettando lo « Stato corporati,·o • come ora in Italia coniò contro i poligrafi riformatori - anche la;sù ! - la parola di Ti11tenfasspolitiker, _politici da calamaio. Attorno allo Statuto discussero dei cortigiani e dei militati: tutti sapevano portare con eleganza l'uniforme del Re, non uno aYe\·a le dita sporche <l'inchiostro: non erano politici da calamaio. 11a questa rifonna dello Statuto, questo professore Arias ,inYece ! Sempre, quanrlo lo nomino, lo rivedo con la borsa cli cuoio piena di carte sotto il braccio in un continuo sforzo cli spingere dentro le m;lliche deila giacca i polslui inamidati. Perch'egli usa ancora quei polsini mobili, staccati dalla camicia, cari ai commessi \-iaggiatori, ai maiescfalli dei c.:1rabinieri e ai professori di U11iYersità. Li usa, dunque, ancora : e non ha ru1cora saputo concentrare per un minuto la sua 3.tte:1zione sul loro funzionamento. Egli non ha compreso che quando questi po1siui sono fuon1sciti dalle maniche, per farveli rientrare occorre introdttrre, con calma, la loro estremità superiore nel tubo della manica, e poi, con un leggero tòcco cli dita, riso..c:.pingerli in su in modo che dalla manica ne esca soltanto l'or1o inferiore. Xo. 11 pro:·essore At-ias è in una. continua lotta violenta coi suoi polsini: pretende, con movinienti convulsivi, cli farli rientrare di colpo: e non ottiene altro che di sgualcirli terribilmente, e di aYerli sempre penzoloni sulle mani, fuor della manica che non può distendersi sull'aYambraccio secondo la lunghezza voluta, perchè quel cartoccio bianco, al polso, la 1isosE_inge in su e I.a costringe a ripiegarsi come la pelantega di uua armonica. E il professore Adas non sa. compone questo contrasto! Penuettetemi di essere abbastanza snob per affen11are, che chi non sa mettersi a posto i polsini e le maniche, non può riformare lo Statuto del Regno; e che un uomo talmente inelegante non può preparare nessuna nuova legge fondamentale per il popolo italiano. GIOVANNI ANSALDO

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