La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 4 - 25 gennaio 1925

IL BARETTI Quindicinale di letteratura Editore PIERO GOBETTI SETTIMANALE EDITORE PIERO GOBE.TTI TORINO VIA XX SETTEMBRE, 60 NOVITÀ DELLA SETTI MANA G. PREZZOLINl Abl1011ame11taonnuo L. 10 E6tero L. 75 Un numero L. 0,50 ABBONAMENTO Por il 1925 L. 20 jSomostre L. 10 Estero L. 30 Sosleniloro L, 100 Un numero L. 0,50 C. C. PO:a.'!"ALE Chi rìoeve un numero di saggio e non Intende abbone.r'-ei respinga il giornale, altrimenti gli continueremo l'Invio o dopo un mese provvederemo alla riscossione mediante tratta GIOVANNI PAPINI 8/ s,eu,.,. -~ fronCIJ di porlo a cl/i mar.da uagll« di L. 6 ali"t.:!!qr,e 0obettl - Tr,,,.no Anno IV - N. 4 - 25 Gennaio 1925 SO M hl ARI O: F. N1TT1: 11palla di garanzia. - A. Vmr,oxoo: Trozchi e la Rus~ia. - A. BAsso: t.a rinascila arabe. - P. MA•cmu: J greci d'oggi. Il patto di garanzia C' è nel palla di garanzia il pericolo che esso possa servire soprat1.1floa rendere du- :revole l'arbitrio. Xè Londra nè Ginevra l' hanno dissipato. Si com1nende bene come i paesi vincitori dicano: no,i parliamo più di ciò che è accaduto. 1 vinti hanno diéhiarato di essere respunsabili della guerra e dovranno pagare indennità, sia pure in proporzione assai me. no grande delle previsioni. Anche se sono stati .commessi errori e violenze non è possibifo turbare la pace con rivendicazioni sia pure fondate. I trattati, ha ripetuto anche H erriot, non si discutono: e la Società delle Nazioni ha il solo scopo di applicarli. surdità geo_qrafico e politica e coloro che l' han voluta cos·ì mutilare han ver_qogna della loro opera e ognuno attribu'isce ad altri la reSJJO'flsabilitìrU.. n'Ungheria ridotta a meno di 8 milioni di uomini con una capiiah: di quas·i un milimie non può vivere e sopratutto non vvol vivere, così mal ridotta e tormentata. nevono, qitando l'Ungheria potrà e vorrà liberarsi della sua servitù, te truppe ingles-i incaricarsi di difendere lo sta.tu quo? _ U.4:i.stria è un'assitrdità non meno grave. Come pu,ò vivere così come è· stata ridotta ? Con una capitale di poco m,eno di 2 milioni di abitanti e una popolaz'ione complessiva di poco oltre 6 milioni e mezzo, ha bisog.no di soccorsi e di a:iutoe soffoca nei suoi ingiusti confini. Una formula ipocrita del trattato di Versailles la difrende da ogni unione con la Germania, cioè impedisce a un popolo _tedesco· di unirsi spontanea11wnte ad alcuni popoli tedeschi. Se domani l'Austria vorrà ri. nunziare all'iniquo divieto, camuffato come protezione, devono i soldati di liberi paesi corr11el' Inghilterra, i1ltervenire per la difesa delr arbitri'o? E cmne vi può essere l'illusione che l'America si carichi il peso di queste assurrdità? E com,e si può credere su una pace a buon mercato basata sulla ing-iustizia? e percliè _qliStati Uniti di .tmerica senza essere oòbliga,·i da alcuna necessità, dovrebbero caricar,~;il peso di tutte le discordie europee e accettare la possibilità di guerre ingiuste fuort del loro territorio? Perchè dovrebbero cos11iuirs·icome gendarmi di trattati di pace che il Senato nella sua saggezza non ha appr0<vp.toe che la coscienza pubblica ha respinto? La riduzione degli armamenti in Europa viene sopratwtto carne una necessità ecmwmica: è la conseguenzrt della crisi. Viene anche per un fatto morale: dopo dieci anni di violenze la stanchezza è in tu/li. L'idea di arrivare alla pace senza v.na definitiva sistemazione delle Riparazioni, senza la fine degli eserciti di occupazione e senza la revisione delle, più gravi ingiustizie dei trattati, è soltanto un' assurdità .. Londra e Ginevra sono soltanto due tentativi di ragionamento dopo una cattiva ubbriacatura. Ma il ragionamento cfie può convincere e agire noi lo atlendiO!Q!,aòncora. La. Gran Bretlagna e gli Stati Uniti di .4merica possono con il loro atfj,flgiarnento, agi'l'e utilmente in favore della pace. Ma occorre che d'ora in poi ogni discorso sulla pace sia spogliato del frasario di retorica -e di falsità che dura ancora. FRANCESCO Nrrrr Ma si comprende bene come i vinti non si rassegnino a questo discorso, che è dis~retamente cinico e dicano a loro volta: - Noi dobbiam,o parlare di ciò che è accaduto. Noi dobbiamo anche discutere le responsabilità della guerra. Un riconoscimento fatto per iorza non ha nessun vame. Devono essere riparate le più grandi ingiustizie e le più grandi violenze e ciò che è più im11w'l'ale nei trattati e che più contrasta con le propo. s-izioni di W·ilson, che dovevano essere il piano di una vera pace, deve essere riveduto. _ Così i due pu,nti di vista sono singolarmente opposti e non vi sarà rrvaila pace ,fìn quando l'equivoco durerà. Possiamo entrare soltanto in un nuovo periodo di illusioni e di insincerità: periodo più modesto del periodo della violenza cui segue, così per I e -TROZCHl E LA RUSSIA L'a,llontanameuto di Trozcbi dalle cari~he u.flì_ cia1i della Unione Sovicttista co11fer.mU- senza idee di maggiore saggezza che vi sono dif- tuttavia spiegare al ptt~blico occidentale scarsa- /use' come pe-r la preoccupazione della crisi mente mform.ato - 1esistenza cl.i una cl.i verge,v.a .che si-è-d.etcr~ -~--~--~- tattica in se_no alla uuova· cfas~ politica russa. . . . • • . ---s-u:rni.~1-msse:rrso-;---S1.rrre-sm:2:crrrgr:ro-;- . Il traUato di 1111Utugaaranzia proposto e sulle possibili conseguenze, in confronto sia della discusso tanto largamente dalla stampa è compagine statale che della politica del!' Internon solo dunq11;eun errore ,na un pericolo nazionale ComLU1ista, i pareri sono discordi, ed n'UOVOassai piu grande. . . . anzi, per quella stessa cleficemza d'in.(ormazione . fr1.fattiesso: s,, basa sul cr:terio_che sta pqs. sopra deplorata (ed in pa,te certo _dovuta. alla sibile garantire da parte di twtti, anche con censu,1'a ostruzionistica derrli avversari di Trozle armi, ciò che esiste per opera dei trai- chi), il pubblico conosce ~uasi soltanfo le contati. gettu,re dei politicanti più o meno c'ervellottiche Molle cose che esistono non possono in- e ten<lenziosè'." vece essere difese a lungo: devo1io finire e A prescindere da!Ja personaJità di Leone Traznoi vogliamo che finiscano, se anche ciò chi, che certo primeggiò semp,te nel movimento deva costare nuovi- sacrifizi. rivoluziona.rio russo, e che è circondata, ancora La Germania è stata smembrata senza oggi - e forse più oggi - dalle vivissmie simcriterio, o solo con lo, scopo di ro11iperne patie di molti operai, russi e d:i tutto il mondo, l'unità. E' il solo Stato del mondo diviso in l'importanza d~ll'episodio è superata da quella due parti e·il corridoio di' Danzig è la più della situazion~, dei. fatti che attraverso la polegrande assurdità mo'l'ale che esista nella mica trozchista si. sono manifesta.ti e che perstoria: Non è possibile che Danzig, intera- mangono, malgrado i provvedimenti presi o da mente tedesca, sia tolta alla Germania, per p1·endersi contro la persona cl Tozchi. comodità della Polonia: non è possibile che Il dissenso cli Trozchi ha un doppio a.spetto : il territorio tedesco sia diviso. Devono tu/li 'a) dissenso dai metodi intenti d'organizzazi0ne gli Stati garentire di accordo questa assur- del Partito Comtlllista Russo e dalla tattica cleldità? l'Internazionale_ Comunista; b) d.is5ellso sni proL'Alta Slesia è stata divisa contro il trai- ble1ni della politica dello Stato msso. lato e contro il plebiscito e non ostante la Trozchi sostiene da oltre un an,uo che il Parresistenza della Gran Bretlàgia. Quando i tito Comunista è minacciato dal male del burotedeschi saranno in condizione di rivendi- ratismo, che la sua « iniziativa è ridotta al micarla, devono tutti i paesi correre in di/esa niu10 » cou conseguenti « abitttd:in.ie 1netodi clidella Polonia? E se gli Stati Uniti di Ame- retti vi in fondamentale contraddizione collo spirica fa_cessero!,'errore di entrare nella So- rito dell'organismo rivoluzionaria del p,·oleta.riacietà delle Nazioni devono mandare i loro to ,. Egli vede che il pote.re nel Partito, e qnindi soldati a difendere un atto ·che quasi tutti m,lla Internazionale e nello Stato, che il Partito gl~ americani ritengono illegittimo e tutti c011trolla, si va sempre più concentrando nelle ritengono immorale? mani cli pochi uomini, della « vecchia guardia , la Polonia mantiene a viva forza la Ga- rivoluzion..:'1.riae, nòu si dissimttla i pericoli inelizia, che ha solo una minoranza polacca, 1·enti. quando gli abitanti della Galizia insorge- In Russia si è andato ma11ifestando il fenoranno- (ciò avverrà prima o dopo) e richie- meno generale del costituirsi di una pkcola clas. deranno l'aiuto della Russia, i soldati bri-- se pol.itica, ma, ciò' che Trozchi deplora, è che tannici, americani e italiani, dovranno di- tale classe non corrisponda ai quadri stessi del fend'ere la Polonia e marciare cont~o la Pa1tito. che si tratti di U11potere iITesponsabile R1JJSsia ? e personale, di una oligarchia potente e pericola Russia non ha rnai accettato il confine Jos.-, per gli stessi ulteriori sviluppi della polidi Riga e la perdita della Ressarauia. Quan- tica rivoluzionaria russa. Le origini della poledo si sarà sbarazzata </,ellesue difficoltà in- mica, e la vivacità con cui Trcw;chi vi ha paiteterne e rivendicherà gli antichi territori, noi cipato, senza risparnùare colpi a nessuno, ptotemanderemo i nostri soldati contro la Rus- stando contro i « buròcrati mulllnùfica.ti » ed. i sia? e ci trasformeremo in difensori della « terrorizza.to1i ciel Partito» non potevano portare integrità del territorio della Romania con- ad altro risultato che ad 1111 sollenmento genetra l' Ungheria e contro la Russia? raie contro un importuno, temibile per l'iuuegaL' Ungheria è stata inutilmente mutilata bile ascendente personale sulle masse e per la e le sue popolazioni sono state divise a caso viva sentita realtà degli argomenti polemici. fra la Ceco-"Slovacchia, la Romania e' la Che Zinowiefl, Kamenefl, Bouckaiin ecc. poJugoslavia. Non vi è nessun uorno in Un- tessero avere ragioni personali di rivalità contro gheria, ricco o povero, conservatore o socia- Trozchi è cosa di scarso ·valore per il significato lista, dall' arcivescovo- di Budapest a.l più del dibattito, ma conferma i timori cli coloro che umile contadino-, che accetti (juanttJ è a,;ve- vedevano, colla morte di Lenin, scomparire il nuto. L'Ungheri,a attuale è !iOltanto un'as- Ca_poriconosciuto della Rivoluzione, l'uomo tanto a:itorevole da poter comporre ogni dissenso ~egiv.dh,iev.ole alla. rivoluzione. Il fondo personalistico della campagna. contro Tr,nchi è evidente, ma uon ci può 1'-iguard~re,se non come una elo- ~~-:,~ima cotrfernu dei mali dal T.ozchi deLA TATTICA COMUNISTA T1'ozchi rimprovera al Partito Comunista Russo il suo b.Uit'O<:ratismcohe 1'allontana claJ1emasse e che n1inaccia di d:isilluder'e tutta la nuova generazione commnista, tutti gli aderenti dopo la rivoluzione cli ottobre. Egli riconosce le benemerenze delk'Lv:ecchia guardia, m.a ciò non gli impedisce di concepire il Partito Comunista in senso democraitico, di in'\rocarela pos&.ibilità per i giovani ed jn generale per i nuovi aderenti di partecifxéue atti\·amente e coscientemente alla vita politica del Partito: , Bisogna che il Partito ritorni. a1Jl'itiiziatìva collettiva ,al diritto di liberai critica; rigeuel'are e 1ill!llova1'el'apparato cliretth'o e fargli sentire che esso è soltanto l'esecutore della, volontà collettiva,. Solo colla collaborazione atti va e costante colla nuova generazione, nel quadro della democrazia, la vecchia guardia consen•erà il suo carattere di fattore 1'ivoluz:ionario ». E per nuova generaZlione Trozchi intende non solo i giovani operai- e contadini e gli studenti, ma genericamente le masse comuniste, aderenti da pochi anni al p.::"1.rtito, cioè la grande maggioranza dei quadTi del Partito. I pericoli che Tr6zchi vede e denuncia sono conosciuti aJ1chedai suoi, avversa1•i, dai capi dello Stato e del Partito. Contro il burocratizza,-si del Partito, sono tutti concordi, ma con spirito diverso. C'è chi lo vede c.ome un semplice problema. interno d'or'ganiz.7,,azione,mentre per Tr'ozchi si tratta d'un ptoble..ma di vita, di difesa rivoluz:ionaria, di rispond'enza a1J.e correnti nuove che si n1anifestanb nella vita politica russa : « Noi siamo il .&'Olopartito del paese, e, nel periodo attuale della clittaturn, non potrebbe essel'e altrimenti. J differenti bisogni della classe opa·aia, delle masse tu:rali, dell'apjl'1Tato statale, dei suoi effettivi agiscono sul nostro jXl.tiito, per mezzo del qua.le cercano di trovare un'espressione politica. Le difficoltà e le contraddizioni inerenti all'epoca nostra, la temporanea discordanza tleg1i interessi delle diver~ pa,rti del proletariato, o de,l pToletariato e del ceto rurale, agiscono s1ù Partito per mez,zo delle sue cellule operaie e contadine, clell'apparnto statàle, clei giovani st11clenti. Le differenze di veduta, le divergenze cli pensiero episodiche possono esprimere la p,ressione lonta- !la d' intei-essi sociali determinati e, in certe circostanze, trasfonna!!'si ID gruppi permanenti,. Così, mentre Zinowiefi, vedendo il movilnento comunista minacciato da una crisi non sa trova:r'e altro rimedio che l'aspro attacco personale agli oppositori, Troz.chi riconosce come <e inevitabili le divergenr...edi vedute in un Partito con un milione cli aderenti e che dirige il paese in condizioni eecezionalmente complesse e penose ,, . « E' in ciò la contradilizione essenziale che risiede nella situazione stessa del Partito della dittatura proletaria, ed alla quale non &i i,uò ~iu;rgire con dci semplici esp€dfonti >. 'fr07...chi è contro le frazion.i, contro lo .-;cissionismo, contro ogni azione che prescinda. dal Partito Comunista: è egli stesso contro ogni speculazione, contro il cosidetto tro-L.Chismo.~ou vuol frazioni, vuole la libera discussione nel Partito, che si esprimerà in modo consono a11agravità della situazione se potranno discutere e decidere le forze nuove rivoluzionarie : I( L' esperienza dimostra che non basta dichiarare perico.. lose le frazioni per impedirne l'apparizione. Esse non si preverranno se non con una"politica giusta, adatta alla situazione reale ,. LE CONDIZIONI ATTUALI DELLA ~VSSJA Trm.chi affronta decisamente il problema delle cliretti,·e politiche ed economiche in confronto della situazione russa.: I( Kous vi\·ons sous le régime de la Xep, dont le illi.nget est encore accru oar le ralentissemen t de la Tévolution monclial'e. ~otre action pratique jou.rn.alière de gestion de I'Etal, action de plus en plus délimitée et spécialisée, recèle un da.nger de rétrécissement de notre horiwn, c'est-à-d.ire de • dégénéressence oppo1turjste. li est frident que ce danger s'accrolt à mesure que le commandement des c sec:rétaires l) tend à se substituer à la direction Yéritable du Parti>. 1\1.a il chiaro riconoscimento del Yalore del dibattito stù trozchismo lo trmiamo in una. pubblicazione polemica cli comunisti ortodossi : < Il vero dissenso non era sni problemi di taltica del Partito. Era nelle soluzioni di,·ergenti prec:onizzate per risoh-ere 1a crisi econom.ica russa,caratterize.ata da una pericolosa differenz.a tra i prezzi industriali ed i prezzi agricoli, differenza che rischiava di :romp,;!rel'all~ di roo milioni di contadini con ro mi1ioni di operaj russi. off~va ,:jg~}'Jsa ~til-rcfhrr-#rt~a;'icctaiir-'i'Fn'='un;;;.;·;"-'"~-- ~ forma della democrazia operaia, dimostrò di essere un blocco clisparato cli di verse opposizioni nei confronti delle grancl! questioni politiche ed economiche. Radeck e Krassin p1·econizz:anomaggiori. co11cessioni al capitale straniero; altri, come O-.... sinsky, presero partito per ·1'introduz.:ione di merci es-tere concorrenti coi prodotti cieli' industriai russa; altri attaccarono il principio stesso della Nep. TI'ozchi ccntinuò ad es...~e in disaccordo col C. C. sulJ'applicazioue del piano di concentrazione industriale. La COncentrazione industriale non può sboccare allai chiusura di officine come quelle cli Poutilofl occupanti 8ooo operai e che costituiscono a Leningrado, 1moç\ei pilastri più solidi della dittatura proletaria , . La ~ituaziane russa, lo stato dei rapporti di classe, è illustrato efficacemente nel discorso di Rykoff al VI Congresso sindacale : « La plus grande difficulté da.ns le relève1ne11t de la. métallurgie c'est que nous ne pouvon~ compter sm· le marché et u'aYons pas la res...~ur. ce cl'eutrep•rendre de grands trav:i.u.~, d' utilité publiq11e. Not.re métalfu.rgie est trop dépenclante du marche 1 ura1. Elle sou.ffre du blocus financier ». « A l'automne de 1923 nous avions une crise de vente et l'écart e.ntre le J>rix des pro<luits agricoles et ceu.."{d:e l 'industrie' était de 3, ro; les pcoduits de !'industrie étant plus de 3 fois plu, chers qne ceu..~ de l'agriculhue. La paysallllerie risquait d'étre détacbée clu proleta:riat. - L'éca1t n'est plus que de 1,46 et c'est 11u gros snccès. En ce rnoment notre indnstrie ne parv:ient pas à suffire à la demande du marché pa.ysan, si bien qu'elle a-les pl.ns belles perspectives du dheloppeÌnent :». Si delinea, insomma, tlll contrasto tra gli interessi deUa campagna, della massa nu·;le che produce in proporzione maggiore clell;ind1~tria, e che ùa qttesta non ottiene i man11fatti e gli attrezzi di cui ha bisogno. Per evidenti ragioni econot!.llche lo sqttilibrio porta ad 1u1rincaro dei prodotti agricoli, cui si risponde calmierando· il prez.zo del grano : • « Koi non possiamo pagai-e i prezzi alti richiesti dai cont.:'ldini perchè tali prezzi cletenniua.no in gran parte i salari, eh~ :.11laloro Yolta determinano i prezzi dei p~'.odottidell'industria ». D'altra parte, il ritmo della proch1zi011eind11striale è ancora..lento. La pairte maggiore è costituita d:à:Peestrazioni di c.arbone e petrolio, ed un miglioramento si not,i nell'indttstria pesante. Ma la metallutgia ,i tarda : le previsioni più rosee fanno sperai-e di raggi ungere neÙ,-anno 1924-25 il 30 % sul 1914. Per contl"o si semina

J 4 l' sg % sui dati cl'1.11teg11c:n·a. << La c.·amp:1g-11a la ,·era base clell 'ccouomia ni--,s:1 •· L'A\'VEi'.lllE Ul'LLA 1\1\'0LUZIONL J11-..crit:1la polemica lrozchi&la nel quad10 della rc:Hlc silnazionc russa, sft01lllal.a dall' .u:1c:di1u: p<:1:-.011ali!-ilica 1 C'i appare scmplicunc:nk un Trn;;. dù quale t.: "-l'mpr~ sl.alo: ~tu~lioso antlo elci prohkmi clc.-1\ari,·olu1.io11e russa ed int<.:rna1-io11ale, Jn<..orc.:up~lodi illuminare ccrLi c:rro1i dc:1passalo p<:1c,·itarnc il 1·ipdersi ,wve11in:, milil<.: disciplinato e fedele, capo <..:011sciodi re.spo11sahilità1 uemiro delle frazioni .. .\ccusarc di JJ:!poleo11i-;mo u11 nomo che inYoca la ,, ..:mocnu,ia 11\.·Iparli lo, 1.."d una m:q.!r~ie.;., 1,::tnL·è.~lpaziom:> ddh.: ma,:-.c alla ,·iL1 JXJ11tlcadel p~1csc, è 110nsolo e.-;agcrato, nia ttacli,cc l'ostiu:1zionc c.lel per"!--onali~mo, ove si tratta <11un problema di rapporti di i11t.cr~si cli cla.,si e di categorie. .\oi 11011,·ogliamo oggi as~tuncn.: la posi1.ioue cli ginclici della :-;it.ua1Jo11eru.ss...1 1 e del t.ro1.chis1110 eh~ ne l· la m:1.11ifcst.az.iouc:..-.;tciiorc più appari- :-.C'(:llk. Ci .:-.ia1110prcoccnp.1.ti :-;olt..antodi Jì:-,;..;are 11e::i •s11oitermini r~ali uu cli:-:siclioclH.:, in qu~mto ha cli pcrso11ale, i: meno impo1 tante. .\llo11t.aì1ato T'rozchi dalle ca1·ichc uflìeiali perlliatH.' il lrozchir-:1110 1 non solo come tcntali\'o di f,)cilc :-.pcculaziouc cli tutti i 11c:micidello .Stato ~o, i<.tt.ista e del mo,·imcnto comunista, ma cottw . :--.itv:i1jonereale, già e!--press..1.con preoccupazioue da Trozchi, ma neces:--adament.e llc:-.tinat.a ad c- ~primer~:j altrimenti. Ciò che Trozchi ,·ole,·a a,·- - ,·u1i.s~e 11ell'i11teruo del Partito, ne ,·icuc qnivi impc<Lito con ~e,·e1ità cìomenica11a da ZinowieJI e dalla coorte di cci1sori che lo ~cgue ed incensai llla 11ess1u10potrà cYit.arc che e~ploda all 'ester110. ~la allora è il Partito connmisL'l che perderà la funzione con~en·ata fino ad oggi nella rivoluzione rnssa: il l'ai-tilo non saprù pit'i dare nel ~uo sen.o uu 'espressio11e poliLlca aj differenti bi- ~ogni dei Yati ceti ~ociali. Tr• quindi la lotta dj classe che riprende e non :--olo tra un blocco proletario compatto da una parte e la grande bo1·ghesia dall'altra. T rapporti 1 dopo jl 19J i, si sono mutati. C1è la 11uo,·a borghesia della Xep, ma c'è forse anche 1m 1m0Yo stato <l'animo neUe masse contadine verso il proletariato urbano, si delinea un più deciso contra.sto d'interessi tra produzione ag1icola ed i11dustria. Zinowieff ha riconosci nto che due pericoli minaccia.no la clittatui:a proletaria in Rlts.sia: « r) pericolo di deY:iazioni piccolo-borghesi dei comunisti e cli separazione del partito dalPapparato ammin..is,1..!'atiYo,col rischio di perdere la <lirezìone della ,·ita economica; 2) pe1icolo della separa7.ione del parlito cl.alle mas..::.e». i\1a il metodo da lni sugg.c.rito per allontana.re 11 pericolo niaggiore ( « liyniclare i resti de.lla vecchia discussione e non runmetterne de.Ile nuo,·e 11)potrà essere fatal_ege1;,f!0 f.i\futw>roC'à\l\W~~,""··-'-·-- Solo la storia potrebbe dire se sia meglio, per l 'a\V"C..11.iredella Russia, che il potere. resti in 1na.no di una oligarchia di uomini rappresentanti gli interessi clella minoranza operaia industriale'. oppure si veng,a forn1ando1 forzatament.e fuon del J>a.11itc,Comunista 1 uua dt:.-n10craz.ia fondo rurale. I comurusti .hanno delle idee abbastanza precise al riguardo, ed il semplice dubbio è per 101-0 peccato d'eresia. l\ia è chiaro che, per evitare 1111 wto così grave, nel significato se a11che non immediatamente sul terreno della lotta politica., era 11ecessa1io 11011chiudere gli occhi dill'aJ'lZ-i al peflcolo ed anzj a:ffr101Jtarlodecisamente c01ne .suggeriva Trozchi. E' ben vero che la massa contadina 11.011vede i problemi della Ri,,~lnzione Russa come il proletariato industriale; è probabile che l 'insta.u.razione cli sjstemi democratici in seno al Partito Comunista porterebbe1·o ad una evoluz.içme in sen..<:.odemocratico anche nello Stato, e che ciò significherebbe forse un acceleramento del pt'otcs:-;o economico che, partendo dalla. NEP, non si può prevedere a qu.al punto si arresterà verso il ritorno al capitalismo. Ma è pw· vero che la classe operaia industriale russa, vive una vita d'rui,ilìC'io nell'economia e nella politica russa, sacrificante gli interessi clell'agricoltu.ra e delle 1nassc rurali per 1a protezione al1'industria w·- L,ana. Zi1w\,·ieff esagera evidentemente qua.udo sostieue rag-giunto dal proletariato indtrstriale un alto !i,·ello ùi mattuilà politica; mentre appar chiaro che solo l1esiste111..a di ttn Partito organica.mente f01te, ideologicanleute preparato ed omogeneo, h..a permesso alla Rivoluzione Russa di svolgersi fino al grado di svihtppo oggi raggim1to. Il piccolo gruppo della « ,·ecchia guardia», impedeud.o ;:iJ Partito di esaminare la reale situa1,ioue1 cli va. Iuta.re le te11de11Y..eche esistono e non posso110 ru.Tc.starsi per loro uatura, li.a forse perso il uecessaJ"ir; contatto coll alcune. delle forze che operano Bella vita sociale della Russia, e che clo- ,-ra1u10 quindi necessariamente assu111ere forme imprerndibili di wiluppo e di lotta. Anche se per ora non sembra probabile che il Partito Comun.i.sta debba perdere il potere politico in l<ussia, è certo che, t.eo1ic-a.mente almeno, esso 11011 i: più l'unico Partito della classe operaia russa e che in esso non si esprimouo più tutte le tendenze e tutti gli interessi degli operai indnst1iali ed agticoli cieli' Unioue Sovicttista. ANDREA VIGLONGO. ,.. " b'Eao DEbbASTACDPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel 1901, ha sede E;SCLOSIVAMENTlt io Milano /,12) C_orso Porta Nuova, 2,4. LA RlVOLUZ10.· ;, l,JHEKALh LA RINASCITA ARABA Il problema dell'unifica.zione La Siria, dopo un <effimero rc1;J10 di Feisal, sec-ond<,,gc. ..nil<J dc:l l<c dell'Jfcgù1z, è stata r.><:cuLc: ùihcren.zc fra arabi delle città, contadini JJ1.trtdai fr:,nc<~i, f'h<·, avutala pt:r mandati,, (/cl/ali) e beclui111, o uomadi dt'l ck:-;crto, mar- app,Jicando il vc<:ch10 prcce:t..lo • JJ1\ldc et imcano già uua s<.:paraz.ionc profowl:i. 1,<:r~ltà e pera•, l'hanno •J)( z1<-ltaln in tr<· Sta.ti; Ja J'aleconsuetudini fra lrc t:altgoric priiicipali del pr,- stiua, l'frak (J'lc.,;up<Munia) e ];1 regione :Jl di H, polo arabo i il beduino, a11C'henelle rcgi,mi sc:l- del C.,iordan,, :;.-,no i-;lalc :affidate qu.:1li territlJri tc11trionali, co11S<:rvail Lipo p1-imili\·o e: pa:bi ,li mandato :tlla (,ran Hn.:lagna, che le due ultiiu molli luoghi pc1si110n11di.ik:t.to più antiqiiato. mc: ha f'OStitnito in ITI<Jnarchicco~titu.1..ionali inTra le diver:-ic rcgi011i poi il din1rio ndlo ~la- clipclldenti, risp<:tti\·t,mcnte per il già nominatr~ dio raggiunto è: enorme: in Sitia e l'ak,lina, Fcisal e suo fratello .\hdallah. Altri clue Stati e sopratutto in quest'ultima, \·i è: fra gl'indjgt:ni arabi indipendc"1Jti ~mù u~citi rnfine, oltn: :tltltl elemento <"Ollo, 'i sono partiti politi< i; vi l'Jfcgiaz, ,lallo !-ifa<:tlolttr<.:o: l',\sir c<Jn la dinasono città 111cui si ,-;volge 1111anL1 moderna; stia idrisita, e l'Yc.-me11con gl'Jman di Sa~na (3). discrct.amcntc diffusi l'in'-.Cg11a111cnt.o,dei qu·ii gradi fino all'uni,·crsitario, le biijfl1 teche, _la Hussein stampa; \i si notano piincipii di nn'orgamz- la .Siria l' in preda ad un caos c,--<.-nnomico, z.a. 1 ionc industriale, bancaria, agric-ola, operaia, politico (:cl :,mministrativo, che i governatori analoga a quella elci paesi occidentali. Jn Mcso- militari francc:si nou S<...--mbranoi più indicati a potamia di qncslc ,·arie condizioni esi&touo ap- rLsolvc1'c; 11e.,,su11a libertà di stampa è.; concessa pena i rudimcnli; la strut.tura :-;ocialc: l· anc?1· agJ!iudigc11i1 imp<:rano le leggi c:ccezionali, e la primilin1; e le t.dbù, 11011 ~C0111JXLl"Sc. neppure 111 Potenza mandataria deve mantc:neni uu forte Siria, conservano qui g-ran parte della loro orga• esercito per dominare la situazione. Hussdn 11iz.zazio11e e.lei loro pa1iiculru·i~:m1i.L'llcginz. ha parla a nome di tutti gli arabi la\'oran.do. ad ancora un certo contingente di cittadini pacifici e estendere la sua influenza oltre le tre mo1iardi merra11ti, ma fuori delle poche città le condizio- chie hascimit.e, e negozia un trattato con l'In• nidi ,·H.aed i rapporti sociali sono arretratissimi. gbilterra per cu.i questa ric0110~cerà l'indipen- .:'\el Xeggcd quantunque il Co,·crno ~i adoperi dcuza degli arabi ne.i confini dell'Iraki Transper otte11ere che le tribù nomadi si stabiliscano gionlania e penisola arabica, sah-o Aden, e si in sedi fisse che tribù insoffercllti di ogni con- impegDerà a fa,orirne l'unificazione, contro il t.atto e cli o~ni autorità e dedite al brfgantaggio riconoscime11t.o di determinati privilc:gi all'Jm. si sottopongauo all'online comune, cd a miglio- pero britannico. ~la contro lo scoglio della Palerare note,·olmcnte le dc di comun.icazione, gli stina, in cui per la Dichiarazione Baljour l'Inuahabiti (1) che lo abiUmo sono tuttora crn<leE ghilterra ha costituito la sede nazionale ebraicai ed estremamente fanatici ; essi i11oltrc sono tutti urtano le trattati ve, per l 'intran.sigenza degli soldatj. Finalmente nell'Haclrauaut, la parte arabi di fronte all'organizza,jone Siouista. Anche meridionale della penisola arabica 1 non è an-.c:ora l'Jrak è malcontento dei ,·incoli imposti dalla superato lo stadio del nomadismo e mancano fin Potenza mandataria, e con tma serie di agitai primi rudime11ti dell'organizz..1..Zione statale. zfoni • ottiene concessioni sempre maggiori. I.,a Quanto all '01nan 1 che u11vasto deserto separa clevazion.e di Hussein alla dignità di Califfo dopo dall'Arabia centrale e occidentale, esso ebbe una l'abolizione del Califfato turco doveva dargli storia pressochè indipendente dal resto dell'Ara- nuovo lustro offrendogli altre.sì un titolo decibia, e poco quindi partecipa lnttora del movi. ~i\·o alla sup~ema dfrezione della Confederazione mento panarabo. araba. l\!a. l'autoproclam.abioue non era riconoSi aggiunga che i siiiaci, i palestinesi ': gli sciuta neppure da tutti gli arabi, e gli.alienava hio-iazeni sono sanniti ortodossi, gli abita11b del clefiuitivamente le simpatie del mondo musul- ~:gged quasi eretici, quelli dello Yemen Scii.ti mano, degl 'indiani sopratutto. Si de]jnea una di setta zeidita, ihacliti quelli dell'Oman. m offens.i,·a contro cli lui c011 accuse parte ,·ere .:\'lesopotamia con,·ivono una maggiorn.uza !-un- parte esagerate, alin1entata dal fatto che a,·eva nila con una forte minoranza sciita. Jn.tine la a, uto conflitti diplomatici ru1che co11 l'Egitto: ,·astità del territorio in cui sono sparsi, con uua è autoritario, sc,·ero, accentratore, ambiz.iosoi densità minima, 'gli arabi, il contrasto cli regioni geloso dell 'altnti potenza 1 p,rivo di esperienza fertilissime con regio11i desertiche, il 11omadi- , politica e ,·e11cluto, lui custode.dei Luoghi Santii smo vigente nell'Arabia interna, il processo di agl'i11glesi; suo figlio Abdallah, autocrate come differenziazione operatosi nei vari i dia1etti sì ·da lui, ba amministrato malamente i1 suo Stato, allonimpedire l'intercomp.reusione, i particolarismi del- tanauclo dal gO\·erno i migliori, .ha dilapidato il le tribù., l'antagoni:;mo dei vari sovran.i,. tutt~ ciò pubblico denaro, è: a,·ido c11potere fino alla follia. rende oltremodo difficil~_ _l'!!!.tsJ>ica.ta_imificsq-"'i!"''--~--~-- -- -- l n aiid a prova della guerra L'atmosfera è buona per il competitore. E' Prima""della guerra mancava agli arabi la co- questi Abd el Aziz ibn Saud, il sovrano uahaJ scienza cli nazione, e quindi la coscienza unitaria, bita del Kegged, che già ~ua decina cli anni or o almeno essa cominciava a farsi sentire :;olo sono aveva Ullargato i suoi territ01i con l'Hasa fra i giovani delle classi più elevate specie in ex.turco. L'Iughilterra si e1·a. subito affrettata a Siria e Palestina, donde nou pochi affluivano 1iconoscergli con tm trattato l'intiero territorio alle Università europee od anieticane, iitornanclo per trascinarlo nella stta sfera d'azione; sei anni in pattia dopo essersi imbevuti cli civiltà e di dopo, p,er compensar.lo cli avergfì negato il trono coltura occidentali, o restando all'estero a seri- clell'Ii-ak cui aspi•rava, gli attribuiva il titolo cli vere giornali naziouali. Sultano (maggio 1921) e gli concedeva un asseLa guerra ebbe un1influenza decisiva: conso- gno cli 60.000 sterline a.n!ll.ue.l\'Ia Ibn Saud era lidò, con l'affennazioue dei princi.pii di aut<Xle- più «selvaggio» cli Hussein. Dopo l'armistizio cisione e di indipendenza nazionale, le loro a.spi. aveva esteso il suo domiJJio ad 1n1.a buona metà razioni alla libertà, e.. fornì 101·0il destro, con della penisola, spodestando gli Al Rascid dallo la disfatta della Turchia, di uscire da un avvi- Sciammar, gli Al Aid dall'Asir settentrionale e lente stato di cose che durava da secoli, deter- togliendo Giauf agli Al Scialan. Più volte aveya minando una serie cli rivolgimenti che nou a·✓xà fatto passi presso Httssein per un'unione degli •tregua forse se non con la loro indipendenza. Emiri arabi, ed anche l'anno scorso = confeSe si pensa che i popoli musulmani non hau- n:nza si era tenuta a Knwait sotto gli auspici no ancor superato la rigida ortodossia religiosa britannici; m.:1. le trattative fallivano sopratutto e sola unità pensabile e peusata è quella islamica per le diffidell7,e dello Sceriffo verso l', eresia, che ne [a un blocco contro gl'infedeli fu vera- uahabita e per la sua pregiudiziale di voler mente la prova del fuoco per gli arabi, e in restaurati gli emiri spodestati, oltrechè per quecerto senso il segno della loro maturità nazio- stioni di frontiera. nale, l'essere scesi in campo nel 1915, facendo 1h11 Saud segue tt11 metodo diverso da quello violen,z.a. ad uu radicato pregiudizio religioso, a di Hussein : propone plebisciti per i territori fianco clegl'inJedeli contro la Turchia. mustù- contestati, affenna di non voler governare conmana e il Sultano Califfo. Come altra prova di tro il volere dei s1uliti, si picca di nrtlla intra- ...questa incipiente coscienza nazionale, superante prendere senza prima co11sultare i prù1cipali capi le ilistinzioni religiose, basti citare la stretta iudigeni, si vanta di essere il solo sovrano arabo unione operatasi tra gli ar'ab:i musulmani e cri- veramente indipendente, tutte le sue azioni prestiani della Palestina coutro 1'iuxadenza ebraico- tende informate all'interesse della religione. I inglese, e la compattcz1..a da essi mostrata uel musulmani dell'India lo incoraggiano; gli emiri respingere tutte le proposte e le istituzioni in. dell'Asir e dello Yemeu osteggiano essi pure il glesi 1 dal mandato ai Consigli cons1ùtiYi alla Re Hascimita. Agenzia araba. Nell'agosto 1924 gli uahabiti sferrano simulOrmai l'idea dell'unità araba ha fatto molta taneamente un attacco coutro i tre Sta.ti avverst.racla1 ed è affermata costant~mente da tutti i sari; respinti al nord, invadono l'Hegiaz ove capi responsabili del popolo a,rabo, dall'emiro hanno concentrato il maggiore sforzo sbara.glian. Abdallah che dice: • Io, sono cittadino della do l'esercito sceriffiano, occu]Xtno la Mecca; Hus- 'fransgiorclania, dell'Egitto, della Silia,. del- sein abdica, e il p,rimogeuito Ali I che gli sucl'Hcgiaz ,, al figlio del Sultano ciel Ncgged il cede riuuncia al Califfato e chiede la pace. Ma quale dichiara di considerare il suo Stato come Jbn Saud, non pago aucora, respinge ogni tratpatria di ogni arabo, della Siria, dell'Irak, de:1- tativa, e traccia in pa1·i tempo ttn vasto piano l1Hegiaz, dell'Egitto, senza distinzione. di rinnovamento del mondo arabo ed islamico, Alta patrona del movimento panarabo volle di cui vuol farsi promotore. costituirsi fin dall'inizio della guerra la Gran Bretagna, che già aveva interessi nella penisoia, La politica inglese e suoi emissarii appunto indussero il Grande Certo nna profouda e 11011bre\·e evoluzione Sceriffo della Mecca, Hussein (2), ad insorgere dovrauuo compiere gli arabi dell'Haframaut per nel 1915 1 i.tupegnandosi con una convenzione a aYer cl.i.ritto cli cittadinanza tra i popoli civili; costituire coi territori ex-turchi un grande Im- ma perchè i si1iaci e i palestinesi giungano acl pero arabo con la Mecca per capitale, e tre vice- esempjo a11o stadio delle nazioni balcaniche non reami nelle diverse regioni retti dai suoi figli. occorrerà molto tempo. Per tutti poi indistintal\1a l'anno appresso la Francia strappava alfa mente è necessario m1 lavoro immane per dn• alleata un accordo che contraddiceva gli impegni cere il disordine economico e finanziario e clan: anglo-arabi, i quali di fatto all'armistizio uo11 al paese uu'organizzazione anuninistrati,·a, giu• venivano rispettati; e a sanziona.re l'àrbitrio la diziaria, sanitaria all'europea, istituire un escr- .Società delle Nazioui inventava i e mandati,. cito regolare ed una polizia, diffondere l'insegnamcnth, crt.:.are infine corpi lc:gii>lativi mùdc:r: ni ai qual 1 <lovrà vrogre.soi Yamtntt: adcguar~t l'educazione JX)litica degli abitanti. f'cr questa o{l(:ra sara rc:rtameott: utili sima la c~~l:ilx~ra1,.irJnedell'c.'-f><..'fienzatll.I"opea; e tanto ptu utile, :tnzi 11(."Cessario,sarà. l'intcrvc:n.to del c_-apitak c.-deJla tccmw. occide:::nta.ll r...er i 1a·vori puhblid (stra.dc, ponti, ferrovie, ~htc.-mi rl1 frrig:11,..ione, porti, ,_'(:c.), lo sfruttamc-nt.o delle risan;e riel suolo e del hl)lto"iuolo, l 'e'.--erdzfr.,di g-rand1 rndu- :,tric:, ecc., c:<.:t /\bbiam de:tto c.:ollabrJrazionc, che non lmplica la !:,Qgge-1,ionedegli ~'\rabi ad wia tirannia~ Jitka; e a CJUestc, proy-JSito appare CJU...'lntl_, ~1 miope ] 'azione cltlla .Francia, poichf' la pre..ss~,.,... ne: {--<-<·c:s~iva detkrmina, prima o poi, lo '-,,f'OP'J.11 1), o ,111.antr_, m(-110 manti~--11euno stato di agitar.ir.,- llé c;he non torna utile ad ak:uno. Puic.:bi- nùn è ammissibile: ormai s'-'ffocare i1 moto nazwnale degli Arabi, i• 1;aggia pr;litic:a, ùltrcchi· gill.b-ta, :;.econclarlo: é s(:{-<mdarlovur.Jl <lire, p<..--r chi \."Oglia m.a.ntc.-nc:recomunque un prOOominj,, ..,ovra cli nn popolo, r:once,krgli &Imeno grarlualmeute quelle autonomie: cui la sua maturità 10 prJrti a reclamare. La r.x,litica inglE::SE:: < nr.,tcn,Jm<:nte più realista. Che se per dare il loro appoggio le 1-'r,tenze non han bisogno di ricavarne corrispondenti benefid, t per lo meno duhbio che la tirannia politica si.a JX:r sen·ire a11o scop-.,: cht anzi, i:. interesse delle l'otem.e capitaliste, oltre che della civiltà e del1a giustizia, -;pezza.re il circolo chiuso de:1le tradizioni, favorire e accelerare lo ;;.vilupJX) dei popoli meno progrediti, promuoverne le libtrtà costituzionali; mentre la prtlc:..va di una so,•rarutà politica rischia di scatenere il modm.ento xenofobo e di arrestare lo sdluppo civile portando il JX)polo ad irrigidirsi, come la tartaruga che ~i ritrae uel su.o guscio, in un atteggiamento di ostilità ad ogni penetrazione. Gli Hascimiti, dotati di un'educazione europea e di 1.lilll buona coltura, sopratutto Feisal e Zeicl, il minore dt.i quattro fratelli 1 sono gli esponenti di una politica araba realista; ma appaiono troppo concilianti di fronte all'IngOilkrra. Questa infatti, sottc il manto di protettrice, te11ta l'accerchiamento del moYimento arabo ed i•a dimostrato un 'in \·adenza eccessi ,a, comt :a rv cente ingiustificata occupaziane militare della Transgiordania, che provoca le le~'lttime di!fidem.e del popoio . Ed anche nei confronti degli ..\.rabi ..... i i: ripetuto il t--olito giuoco cli intrighi e di influe1ne delle due Potenze occidentali: padrona in Siria e nemica degli Hascimiti, la Francia fomenta agitazioni in Tra11;,giordania çontro .\bdaJlab, negozia un accordo poli tico-econom.:ico coa I'I man di Saaua e ne incoraggia le ambizioni e si \·uole che aucbe nella recente le,·ata di scudi cli Ibn ~ud uon ma~hi. il _suo 7..ampino. Che cosa avverrà? Un trionfo clelinitirn di lbn Saud, se don,sse portare alla rottura della collaborazione, potrebbe esser causa cli un'inYolu.zione del nascente modmento; ma non si può ancora affermare che tale sia il proposito del Sultano uahabita, poichè, fin ch'egli reclama, per bocca di suo figlio, < indipendenza completa e ,·era, per gii Arabi egli esprime un coucetto in cui d.iffic:ilmente gli si darebbe torto; e se qualche ,·alta è apparso eccess-i,·o, può a\·érlo f~tto per sfruttare il sentimento popolaae, mentre la concessione petrolifera! fatta agli Inglesi denoterebbe ch'egli sa Yalutare l'importanza della collaborazione cl.egli occideutali, mentre in qualche ca.so non ne ba disdegnato neppure quella politica. Quanto all 'tu1ità1 non è J)OSSibilepreYedere se e come sarà realizzata. Certo ad llilO Stato uni. lario, anche quando Siria e Palestina abbiano l'indipendenza, uon è possibile pensare per le ragioni accennate in principio, nè gion:~rebbe agli Arabi, legando le regioni più cl\'ili alla sorte cli quelle ancora semibarbare; ed anche una confederazione generale con stretti legami sembra p1·esentare ostacoli insormontabili per ora. Più attuabile appare inYece la fonnazioue di ,·arii gruppi di Stati od ançhe un'intesa fra tutti in campi determinati. l\folto dipenderà dall'esito finale del duello tra Hascimiti e Uahabiti; molto dalla sòrte della Siria e della Palestina, nella quale nltima don·ebbero gli Arabi trovare un modus uh end i con gli Ebrei 1 che souo fra l'altro a loro dc:i11i per sangue. Ad esempio, un'unione potrebbe fonnarsi fra gli Stati settentrionali più ciYili, e,·e11tuahne11te facente capo agli Hascimiti. Ad [bn Saucl potrà toccare forse di unificare, medjante conquiste ed alleanze, la penisola; ed all'uopo egli proclama di voler fondare nel ~eggect lllla potenza in ar- ·monia con tutte le esigenze della ciYiltà, per qu.auto i suoi Uababiti abbiano dato pro,·a anche uella recente Ì11\'asione dell' Hegiaz cJj crudeltà ed abbiano commesso ,·anclalismi. L1Iman Yahyà, che ha pure l'ambizione di capeggiare lui il modmento e lanciò a questo proposito l'anno scorso nn proclama a tutti gli Arabi, potrebbe riunire sotto di sè, oltre all' Yemen, anche il Laheg e I' Hadramaut e qualche altro territorio dcino 1 magari in accordo e cooperazione con Ibn Saud. ANTo:,,roB,sso (1) Setta fanatica fondata nel secolo XVIII da Mohamed lbn Abel el Uahab e mirante, nei propositi del Maestro, ad 1.lilll purificazione della religione musulmana; assurta a grande potenza politica nei prinwrd.i del secolo scorso. (2) Della illustre fruniglia degll Hascimiti, discendente da Hascim bisnonno di Maometto, che detiene per eredità l'altissima carica. (3) Per completare il quadro, gli scorsi mesi l'Emiro di el Muhammara proclamava l'iudipeudenza del Kbusistan o Arabiatan dalla Persia.

LA RIVOLUZIONE LlBERALL I GRECI D'OGGI La :,;up<::rfìcic lella vila. polit.ic.:a~reca è in 0011tiuua effel'vescenz.a. I partiti loltauo t.rn loro at denlemente, e dal loro cozzare e alt.crua.rsi, at..ti nuo\ i e impensati 1iascono. S'as.•-dste alle rapide fortune e al veloce lrnmonlo di uomiui, come se si potes:;ero C011$Ulll<.u'cnel volgere di tin giorno. Elementi estranei s'uniscouo alla lolla: i militari, inquieti e ambiziosi, si servono dell'unica pan·cuza di fon.,a ch'è ncl J)aese pc:r imbastire p-ronuuciamenli e rivolte, e ogni tanto un generale ntol porre mano sul potere. Ta11ti uomiui pri,·ali fanno se11lire potenti influenze. Cambiò il regime, id~ nacqn<:ro e pe1;1•ono: chi alzò ti re, chi il popolo, e tnU.i vollero sacrilìc.ai-siper questi e.leiveritieri. E atlo1110, la gente s'affanna, ragiona, di:;cute: tratL'l grandi problemi cli politica estera, , uoJc sempre nuovi fouda111enti allo Stato. E' un apparente fc1Tore che puù far sospettare un fecondo crogiolo cli ,·ila, che solo per troppo fuoco ribolle incompostamenlc; un cnttLsia.smo politico che spinge tuttJ nel offrirsi, esagern11clo solo per soYerchio entusiasmo; uua ottimistica fretta, che basterà iuc-a.riaJnrce frenare perchl din:!uti perfetta ,·irtù ciYilc. RETORlC.\ POLITICA .Ma lJHC::itofuoco ~i dimostra 11lusorio e malsano a chi intenda uu poco lo sguardo. Già il !alto principale, l1interesse, stesso, così insistente, a ,·alte perfino morboso, che la ge11tc presta alla cosa pnbblic:1, posto sotto una diversa luce appare incompleto e insu.fficeulc. E' un interesse fonna.lc, esibit01·io; è determinato da uno straordinasio bisogno <11parole, ma in genere s'arresta a questo, 11011sente necessità di passai- olb'e; le azioni comuui sono acc,01npag11ate d~g1i inclividuj colle porole, 11011col ,-olere; far politica è pei greci fantasticare, costruire sul Yuoto, arri- ,·are alle pretese folli, ai sogni più a7,3...,,'\rdati,e poi arrestarsi, senza occuparsi se 11e segua un coniS.pondentc-. di ,·oleri e cli atti; e conclusione è il possesso irreale della fantasia, l'illusoda pienezza che lascia il lungo sogno. I Greci non posseggono il nostro seu~o cli realtà; non hanno coufi11e tra realtà e fantasticheria; 11òn paragonano mai il loro sogno alla seaJtà, cercandovi sanzione; la loro realtà l'han li, fuor dell'uscio, basta toccarla; la pochezza cui sono incatenati. Pare impossibile possai10 pensare seriamente quel che poi dicono, che non ne sentano lo stridente contrasto con ciò eh' è in loro, o loro attorno. • .Cosl, accanto a questo interesse. retorico, è una i11diffe1·enza effetti va per ~ cose della Nazione. L' indi,··tduo 11011 ci si sente imp1icato come cittàcli~o; ma 1i.con.q;ce in essa attuati i sogni tess.uti; e ad una az.iOne che non gli dja vantaggio~ inunecl:iato e personale, re-pugna; tanto più per ciò che chiede ded:i9.ione, pericolo, dolore; 11011 rinuncia mai alla propria stretta particolarità e non si dona a ciò che da quest'opera esula. Così, per quello che la patria effettivamente fa, e che e.erto è s"empr:elontano dai s~oi vastissimi sogni, serba una 11011cusa.111..a suprema; nè mai il dove-re di cittadino- c011lrasta questo egoismo; non è difl:icile sentir uno, che affermò testè la grandev/.a della patria e il suo diritto al domiuio mc:.ditern111eo, v-antarsi poi d'esser riuscito a imboscarsi durante l 'uJtima guerra; con. una. iJJgenuità che dà più stupore che repugnanza. Anzi, se Ja. pochezza del paese sentono, non_ è per aYerla nelht propria carne come dolore ·e ce.rcru.·di sana1·la, ma pe1· allontanarla come una cosa estranea e beffarla; han fastidio di questo ootacolo frapposto tra loro e il lor sogno, per questa dimostrazione palese della lor cloJJ;POchezr...a.E allora la noncut'anza riveste forme tdsti ed avvilenti, 'quale la voluttà di canzonare il proprio paese, <li porlo in burla di fronte a chitmque, che ferisce come un cinico sadismo. Ne ebbe pro,'a chi assistette alla lotta pel regi.me e alla proclamazione della repubblica; parve t'una fatta per burla, e arrivò d'altronde a mutar solo l'uomo che abita nel palazzo dello 1/...app.io;l'altra Ye11ne accolta da una soyraua indifferenza; ad Atene, un migliaio di scalma11oti s'affannò a berciare, tra lo stupot~e cli pochi spettatori; e c'era tanta gente, quel giorno, che a guardarsi, chi sa perchè, rideva; o c-hi vide la scena miseranda <lel ritorno dall'Asia dell'esercito battuto 1 1·esti d'un gran soguo per sempre spcz-7.,ato: glaciale fu la noncuranza dei cittadini, insensibili .:dfa ,·ergogna del crollo tremendo; e furon lesti a gettar la colpa su pochi capi. Ogni cosa nasca da loro, invece di riconoscer- ,·i::,:ie cPaYenie orgoglio, essi sono pronti a clisprezzarla e non ,·ogHono assoggetta1·visi; sono po1vi di lUsciplina interiore; 11011 vogliono 1i.- nunciare all'indeterminato bel sogno per la feconda determi 11at.a piccolezza dell'azione. E so110 anche delle volte stanchi di esperienza come ~c.ettici uomini matud, e qualtrnquc- ordine si proponga, non hanno entusia~mo e uon credono, instabili e troppo furhi, e invece di pens..'l.rlo buono, anche se son loro che lo vogliono,. pare ::;oppiano già che sotto vi s'annidano il ma0lvolere e l'ambizione. Son.o scettici e Stanchi prima <l'a,·er tocCc'lta la pi~nezza della P'rop1·ia espexi.enz:i. Stupiscono questi tratti di sfiducia in gente c,ni non manca salute, e che dovrebbe attender fi,lente l'.a,·venire; si se11te qui la radice del malcosttune politico, se la politica attiva è spregiata e nbbanclon,ata a chiunque voglia porvi mano; souo essi stessi che rifiutano una vita più larga, e<l ess.-'l.se ne, fa miser'a,,..eVile. S.\~ITA' POl'OJ,ARE fi 1:-SOIFFERE:-SZA C'(· 1111 falle. eh' l'insieme fondamento e ncgat.ivit.à dell'anima greca: la sanità popolare. Qualco:-;n di puramente llalurale, così come naturali e istinti\"L ne sono i prodotti; il fondo sano e ristretto, da cui nascono le uniche cose origi. nali e belle, i frutti dell'arte e dell'industria pop<..larc. E' wia sanità cl1e si riconosce nei modi, 11ellc forme di dta, negli slanci, in uua e~senzialc onestà, in una certa vita patriarcale, serena, diritta. Ritwsce il popolano dcli' età dell'oro. Ma ciò 11ou ha che 1111 ,·al01·e limitato, come cJlìccni'..a: è: u11a cosa al tutto precedente la coscieuz.a, un.a vita insieme pensata e voluta: e l'i~tiuto, per quanto buono, mai aniva ad una percezione chiara di moth·i, ad una scelta; abbandonato a st, trop'J)O spesso erra, e si lascia r..ececarc i'\on v'ha una ,·olontà 1nora}e che guida, ma solo il primitivo abbandono alla natura. E per la. vita sociale, ciò è troppo poco; cosi avviene che: su questa sponta.neità s'elevi e trionfi 11011l'effettiva bontà, il merito cosciente, ma 1 'astm:ia e l'avvedutezza; e che d'altronde da- ,·anti alla bravurn, alla fui-beria, cod.esfa gente s'arresti affascinata. E' uua 11atura che non s'è fatta volere, che 11011 ha tro,·nto ancora una sna da cl' esp1·essione; quindi, troppo spesso, tutt'a.ffatto inutile; fattore negativo. E sulla sanità i11co11scia,trioufa. la furberia; -così il greco, uomo sociale, si ·pone assolutamente diverso da quello che appdre nella spontanea vita individuale. Di fronte alla politica anche l'istintivo senso del bene si b111arrisce 1 e ogni intuito si smorza; rimane l'uomo solo, che vede in tutti dei' nemici, e che s'accosta all'altro selo per l'interesse. Sordi alle voc:i più nobili, non comprendono le idee che potrebbero esse1·c feconde di legami tra loro. Per questa iucompletezza, nella vita politica il Greto è di solito individualista o parteggiatore; alla disciplina interiore e cosciente che esige il partito, non arriva. Vuole avere a.cl og1d costo una ::-na opinione, e djstinguersi dagli. altri; e segtte--solo un uoxno; allora è la trista disciplina del parteggiatore. Atfche i J¼lrtiti, malgrado i nomi occidentali, sono solo un uomo, l'uomo rispettato e segu.ìto perchè è abile, furbo, potente, attorno al quale s'organizza una clientela che combatte nel suo nome. Il popolo Greco non è un gregge; è un conglo. merato di indi;idui che non si dialettizzano, non si fondono, ostili a qualuuque a'zi.one sappia di comune; preferi'scono capeggia.re, e spesso, qualche ignoto si solleva e vuol rovesciare lo Stato, ·raceudo concorrenza a quelli che gareggiano nel parlamento. L'organismo snodato e concreto della nazione è ignoto. Nei rapporti tra 101·0 1 non si tirattano come membri dello stesso popolo, sot.- toposti a una comune legge, ma come individ'ui assolutamente lontani e indipendenti; e trattano come uomini che abbiano ciascuno il proprio principio e ·il proprio diritto, e ness-uu dovere all'infuori di quclli della propria persona. Il loro legame è p1.11ramenteconservativo; la solidarietà, quella putamen~e rudim.entale, quasi animale, della stirpe, se agiscono d'istinto; coscienti, anche questa tosto smarriscono. LA DEMOCRAZIA ELLENICA Sotto il nome di partiti, dunque, consorterie e clientele s'adunano. La parola democrazia trionfa, in Grecia, ed è csprèssione tipica del cittadino ellenico; tutti si dichiarano democratici. e pare temano ad asswnere diversa deuomi11.azi011e;molti ne sono i g.ruppi, ciascuno rac• colto attorno a singoli capi, sempre iu concor1·enza o i_n lotta aperta fra loro. Ma non pare cbe questa democrazia esprima altro all'infuori d'uno slegarsi d'a una superiore tutela, o da ciò che• dà una disciplina ed uu dovere, e fare secondo il propri~ arbitrio; 11011 certo l'imporsi un altro dovere più difficile e du.r'o, perchè affidato tutto alle proprie forze. Essa esprime il fondamento anarchico e individualista di qu-esto popolo, a cui manca, della d'emocrazia, la disciplina interiore, l'educazione, la capacità di sottomettersi al bene comune; che rifiuta di ingranarsi in una vita. organica, dove· s'obbedisca più che comandare. Per essere democratici, manca loro il senso d'ella propria limitazione 1isp'etto agli alt.Ii, :il riconoscimento dei diritti altrui, accanto ai propri. E infatti questa democrazia è avversa a tutto ciò che impone disciplina e devo. zione, sia la monarclJia che il socialismo. Nell'azione, essa è disooutiuua; di solito, si limita al non iutervento, co1ne nelle questioni più g1:avi di politica interna; ma 11011 ma;ca a volte cli decisioni troppo brusche-, come nel recente p1·0getto di rifonna. al latifondo; il suo campo è nelle grandi questiOni inutili, e suo graude me1·ito fu il mutamento di regime, clxe cambiò solo un nome. Nella politica estera, non si impone una visione nazionale dei problemi, ma v' ha solo un uomo che tratta, e ottiene secondo la sua astuzfa. Nè a questa <le1nocrazia individualist.a ed egoistica si contrappone un serio conservatorismo, chè si passa da un tradizionalismo formalista e privo di sostanza a un nazionalismo retorico, se111..asenso comm1e, che non fanno radice su alcuna delle realtà economiche su cui potrebbe sorgere u.n saldo conservatorismo agrario, nè sul motivo assai sentito della monarchia. Realme11te, l'unico principio attorno a cui si polarizzano twmini devoti è il monarchico, e specie nell 'an.i~ mo incolto del popolo rlellc montagne vive la tra<li,-,ionc del re, principio tras<:endente che condnce all'o~:;.cquio, e che a volte si fa mito: s~sso 5i può sentir donne e vecchi nartare di Costantino, j! santo che: non è vero sia morto, ma vfre nasc-o:-.toin chi :-;aqual luogo di miracolo, attendendo la riscossa. Le 1'agjo11i nat.nrali cd e<.:onomiche, le varie forze che dovrc:hbcro condurre gH uomini a voleri e ad aggruppamenti, pola, i'-zanclosi attorno ad esse sccoudo i lor intcrcs..~i, nc;.u sono ancora pervenute a fon11rc la base di <·oncrc-tj ed effettuali voleri. ):e divic11c l'assc.--uzadi ogni base di lotta volitica; souo uomini che lottano per la propri:t affermazione particolare, nulla impersonando di superiore al proprio individuo; eh<: non rappresenta.Ilo il volere di una massa nella nazione, che 11011agis<.:ono in for7..adi una idea o anche di t11; mito, ma portano al go,·ern<> particolari interessi, e quando hanno da trattare:-, sono nello stato d'animo del mercante che lésina, dibatte, cel'ca di strappare il maggior ,·antaggio per il gu.sto de11'affarc; or'a, qucs.to puù tornare -a volte <li vantaggio alla ).;azione, ma è pericoloso erigerlo ~ome sistema. L'aspira;,,ione può esser anche cli far il bene della- patria, ma c'è il rischio di deviare dalle effettive necessità e possibilità del paese, e <li poitarlo a tristi estremi. Lo stesso esserci tanti uomini che aspirano al· governo della cosa publbica, e il vederli lottare lra loro, oggi amici, domarti nemici, e aspirare al potere e toccarlo per farsene un'arma di dominio per favorire i propri clienti, siano generali o ambasciatori o professori, togliendo ogni continuità e ogni serietà ag1i uffici più delicati dello Stato, dà un'idea della misera moralità politica di questo paese ,in cui sono solo fazioni e uomini che cozzano in un inutile affermarsi al possesso dello Stato ,non feconda lotta di partiti illnmiuati e coerenti, che porti, col contrasto di idee e di voleri, effettivo aumento alla nazione. L'OPERA DEL GOVER'.\O Si può così: capire quanto scarsa azione è ii.- serbata a simili governi. l fatti interni, lotte di lavorò', questioni economiche, scambi, rimasero semprre fatti privati, di per sè bruti, poichè non ne nasceva alcun fattore di volontà o di coscien. 7.,a1 che diveni,·ano secondo lo scontro dei fattori naturali, senza farsi ,·ace; nessm1a esigenza. superiore ne uscì, perchè anzic-hè cercarne una soluzione colletti va, ciascuno risolse il suo problema pa1-ticola,rmente e tacitamente, e più che desiderarne un.a. comune equità, ed esìgerla, si mise in gara coglr. altri e cercò di batterli i11 furberia. D'altronde, i1 go,·e1-no arrivava scarsamente e intempestivo, e, privo di Ùna linea, passò da passività inesplicabili a interventi precipitati 1 in cui i teOTismi e il desiderio di accon1ienta1· i capricci della Iolla soffocavano a volte l'innato senso dell'utile; si vide inerte iL governo di fronte al g.rave sciopero dello scorso· gi,ugno,· che pa.ra.lizz.ò per molti giorni la vita della nazion~, e lo- si vide or nou è molto, in una questione non essenzia1e per un paese i~ buona parte del quale già vigeva la piccola prv-- prietà, anivare ad una assurda legge di espro. p.rio dei irandi possessi terrieri, anche se ben 1coltivati, corredata di provvedimenti intesi ad impedirne il riassorbi6iento nelle mani di pochi, come se I'astrattezza di uua legge potesse an• nullare le tendenze innate dell 'iiomo. Invece la vera attività d'ogni governo è la politica estera; 1a maggior ambizione, trattare coll'estero, gettare lo sguardo nei gmntji problemi europef; la preoccupazioué dei provinciali. E in questo, in-ealtà e fan.tasia li gu.idano, come se al posto cl'un fondamento cli dati ittiziali e di conseguenti ~zioni, bastassero a determinarla delle aspirazioni astratte ed illusorie. L<t loro politica {politica. anche degli uomini comuni) è fatta giorno per giorno; ma, ii.solvendo caso per caso, tra 1'uno e l'altro non v1ha linea, unità; abili volta pe volta., nel complesso risultano :incerti, ondeggianti, discontinui; e loro stessi in fondo ci si sperdono-. C'è iu loro uno stacco netto tra una abilità partig-iana e destreggiatrice, fortissimo istinto dell'utile, de~ lato debole dell'avv·ersa1·io1 che li condtice senz'esitazione dov'è il lor effettivo vantaggio, e una deficenza di visione generale, realistica e Yolontaria, che li tragga per una via chiara e continuativa, limitata e coerente alle proprie disponibilità. Manca il legame unitario, e onestamente definito; la visi011e netta dellal""p1·opr:iavita. che si deve svolgere e agire tra quella degli altri ; Possessione d·el guadagno immediato li conduce spesso a fon_ <lamentali errori. :Manca loro un senso del p-roprio diritto e prnprio limite, confer'tnato da una effettiva esperienza e traclizione diretta; manca la coscienza. di aver fatto, <li esser sè. Pe.1·t:iò 1 debole è il confine tra il po-oprio e l'altrui, il senso onesto di un propl'io cammino, da. cui può uscire Ulla politica estera dignitosa, ferma e li• mitata. La politica estera greca è stata destreggiata e mercanteggiata, piuttosto che agita : potrebbero insegnarlo i serbi ed :i bulgari. Le azioni sono sca.i-see iusufilcenti : la prima. azione che i greci impresero da soli (l'aiuto inglese si limitò ai mez:ii) parla da sè abbastaJJ1~'lchia~o. Cosl, souo già grandi e non ancor consci cli sè; non hanno ancora avuto l'inestimabile bene morale d'aver fatto una volta da sè, d'essersi esperimentati. In questo senso, manca. loro anche una tradizio11e1 come linea d'azione chiaramente e fermamente tenuta attravel'so gli anni (chè non si può ·cbia- •mar tale l'istintiva tendenza a liberarsi dalla do- - 15 minazione nemica, teude117.,ache del resto ebbe s.cmpre p1ù carattere cli conquista che non ài compimento di giustizia); l'un.ica tradiz-ione è quella cli destrcggiamento e approfittamenti, e alla sua scuola i politici moderni son cre.-sciuti. ~fa tutto ciò è arrivato ora al fai limento; si clo- 'fà c-ap-ireche il primo e: piu profondo problema è quello interno; rassodare le proprie basi storiche, maJfenne e dubbie, e fondare una c05cie11za <li sè. L' EC0:--:0:llf _\ Sotto 1' andamento discontinuo e disordinato della vita politica, si tesse indipendente la trama istintiva della vita economica, fr...n<lata su una equilibrata distribuz..fone di forze; La trama degli atti veri, da cui si desume, oltre che d.alJ'c:- samc degli animi, le: capacità effettive del paest. Qut:Sta a.<;trazione, éJUC5-ta dupJicità <li correnti non determinantisi a \.'icenda nè corrispondenti e informantisi, al nostro occhio è un assurdo uo11 senso. Che la politica arrivi ad atti assolutamente incommensurabili co11' L-COD.Omiadc] paese, superanti ogni sua. possibilità, e che i1 senso della propria realtà e disponibilità DOtl infonda atti e contegno, ci sbalordisce: ed ~ questo che ~uccesse finora, fincht la· sconnessione della politica, giunta ad atti assurdi, non distrusse il difficile equilibri.o dell'economia e degli stati d'animo su essa fondati, portando alla crisi attuale e alla necessità di espressione di forze più aderenti alla realtà. Perchè, quale poteva e d01·e,·a essere la vita politica greca, lo dichiara il sommario esame delle possibilità economiche del paese, e degli stati d'animo elementari che vi. fanno base: solo su ciò può fondarsi una politica realistica, cioè una linea cli volontà conseguente alle disponibilità. La realtà natw-ale è povera, e non autorizza a5pirazi011i ad e5J¼3.nsionie grandezze, per cui manca l'elenieuto primo. Per quanto Pagr:icoltura costituisca. la principale risorsa del paese, e le valli, le scarse pia11ure e le coste dove abbondano l'olivo e la vite producano molto, pure l' infeconilità di molti luoghi d:i natura montuosa e petrosa rendono la ·Grecia bisognosa <li molti prodotti di principale importanza, e quindi suddita dei paesi esportatori ; ni::la pesca, non ancor completa.mente sfruttata, di cui specie il mar ;Egèo è ricco, nè il traffico delle spugne, di cui molte delle isole vivono, sono sufficienti a bilanciare la deficenza. Se ne determina uno stato generale di sudditanza e di incertezza, quale quello di un popolo che non dispone <li risorse fisse. La proprietà è ovunque assai frammentata, e se ne determina una esuberanza. cli proprietari di fronte ai salariati; e la rudiment.alità del lavoro agricolo non favorisce l'adunarsi di masse di operai e cli contadini, che radi e saltuariamente conve1·gono anche nei centri; do,.-e si esercita i1 lavoro e lo sfmttamento dei prodotti della terra. Ni:: tale accentrazione av··,.-iene per altri motivi, chè il suolo, poverissimo di minerali, non permette il sorgere di industrie; nè d'altronde fino a pochi anni fa s'erano raccolti capitali per lo sfruttamento delle risorse effetti,·e. Cosl, oltre che di prodotti agricoli, esiste una forte importazione anche di manufatti e di macchine di ogni genere. Quello che fa bilancia, e che, coll'emigrazione tempo1·anea, costituisce la ricchezza dei Greci, è il commercio marittimo, Ia,.-orito dalle lunghe coste e dagli ottimi porti. Es,_si fanno da intermediali.i; non producono, ma da una parte acquistano, e portano a ,·endere altrove; molti paesi balcanici (ora non più la Turchia) si servono degli eçonomici noli dei greci; navigatori eccellenti, la lor flotta commerciale, fatta dei rifiuti dei porti cl' Europa, solca infaticata il Mediterraneo orientale, a servire gli altri. Nè ciò è ~enza in:flueuza sul carattere della razza, priva di proprie risot'Se, e costretta a vi ,.-ere senrendo-; non è più il commercio giusto, adeguato alla propria produzione, ma quello mercenario. Il senso di instabilità, <li mancanza di un \alore proprio, è vivissimo negli uomini Greci. Una tal poYertà radicale non è priva d1 senso; vuol dire essere condannati a una disperazione di inferiorit..ì. e di sudditanza, non avere una propria base, non poter fondare una propria potenza sostanziosa, una vita dal giro completo. Nèc è possibile mutal·e, nè alcun volere astratte, può valere a ciò ; sono dati ne-c.essari che si accolgono e solo su essi si deve cootnrire. Prima dell'ultima guerra c'era un lento e continuo moto d'espansione verso l'Asia Minore; ma non bisogna scambiare la presenza di uno che va per servire c011 quella di uno che ,·uol dominare. E i Greci andavano semp,re per serdre; facevano uatu-ra.lmente quello che era lor meglio ad.atto; il com1nercio, la banca; ma non avevano fondata una st1perioxità, una. potenza; eranb sempre gli intrusi, ~on dei nuovi padroni ; in effetto, i Turchi non s'erano mai lasciati dominru:e; Iacevan lor comodo questa razza 8.lacre e industriosa. ~Ia i. Greci errarono quando cre. dettero che questo desse loro 11 din.tto a un dominio che non erano in grad~ di istituire. Impossibilitati ad w1a vita co1Ùpleta nella propria terra, non arrivarono a possederla espan- - denclosi; anche altrove, si portaron dietro la propria condanna, ben diversamente da. coloro che, lasciando una patria forte e xicca, hanno nell 'auimo l'orgoglio di una pie~ vita. C'è nelle cose _ una necessità da ClÙ non si può uscire; su essra. anzi si forma l'animo dell'uomo.

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