La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 3 - 18 gennaio 1925

bi LA Rl V()f UZIONE LJ DERA lY LIBERALISMO IN ATTO b ltalia, il Partito Liberale è late solo di nome, di fatto è un partito di conservatori, nel seo.so più ristretto della ·parola, e di clerico moderati. ln Inghilterra, nella l.otta combattuta tra i labouristi al potere e i conservatori che souo 1"1u.acitia cacciameli, il Partito Liberale ha agito oome zavorra la qua.le, spostandosi, detennlua sì nn mutamento di equilibrio, ma è pur sempre un peso morto. Tanto al momento dell'assunzione al potere di i\fac Donald quanto dopo le ultime elezioni, molti fruono concordi nell1asserire che il ];'. L. aveva sentito suonare la sua ultima ora, ave-.,a esaurito il suo compito storico per cui, mentre la sua ala destra dovrebbe finire col far oorpo coi oonservato1i, il resto è destinato a-passare al labouri&mo, erede necessario e antesign.a.no dei suoi princi pii. Siamo ben lontan.i dall'identificare uel P. L. inglese la realiuazione integrale dell'idea liberale. Esso ha. U11coutC1iuto liberale ancora assai profondo, ma convoglia di fatto precisi interessi economici e sociali per cui il suo orientamento liberale è conclii,ionato e limitato. D'altra parte non siamo disposti a credere, per quanto altre vol,t,e dicemmo, che l'idea liberale abbia trovato 1\ pin esauriente interprete e continuatore nel laburismo più o meno socialisteggiante. Ora, ci chiediaiuo se possa in realtà esistere un pentito pel quale l'aggettivo liberale assuma inie4-a la sua. storica significazione. E saremmo te"'l.tati di risponder sin d 1ora in senso negativo per una ragione capitale e cioè che partito è la riunione di persone che hanno comuni interessi economici e sociali e che vogliono affermarli e tntela.rli, mentre liberalismo è il riconoscimento dell'affermarsi nel corso della storia degli inteff'SSi e del movimenti cui essi d.ànno luogo, per cui è partecipe della vita combattuta solo in q.ua.nto e...~rcita una azione di critica e di revisione delle forze (interessi) in atto - quali si siano - alirneut.andole, per quanto le loro specifiche tenden:oe lo comportino, dei suoi postulati. 1 ~ procediamo con ordine e vediamo di deter _ minare qua.le profondità possa questa, funzione attingere, quale importanza avere nella vita 'di un paese. La vita politica non è che il manifestarsi del1'u.rto di diverse classi (classi che si esauriscono E classi che assurgono; e nell'interno di ciascuna da.sse., c-ategorie che si uttµi.o e si sele7ionano) mentre contemporaneo si svolge un processo continuo di osmosi tra l'una e l'altra che ne rende più complessi i moti. Ogni c1asse - corpo composito e ineguale iu ~enne ricerca di un suo proprio equilibrio interno, oltre che di quello esterti.o - tende necessariamente a identifica,·e gli interessi della •collettività n.ei prop1·ii, o per dir meglio, a far coincide1-e il massimo di utilità sociale col mas- ~mo di tutela degli interessi proprii. Tale tendenza si esprime in senso conservatore per la classe che detiene il governo, in senso rivolwjonario per la classe che aspira al potere. Questa ben inteso, non pone semplicisticamente ii p,roblema nei suoi termini realistici : togliti cbe mi ci metta io, anche perchè contro di sè S-tJf5.citerebbepiù acerba la resistenza dell'avversario, ili che sarebbe contrario all'economia stessa <lella lotta. Ricorre qniudi più volentieri a iormula,ioni ideologiche a fondo sentimentale e si alimenta allora dei miti potenti dell'eguagiianza e della fraternità, dell'abolizione cioè ààle cla,:,;s1ron 1'assorbimento di tutti gli indiv:idui iu una claS6e unica nella quale gli interessi ài tutti e di ognuno siano assunti in nna univei.-sa1earmonia.. l'osta la premessa dell'identità soggetti va tendooziale degli interessi cli classe· con quelli della collettività, non può recar meraviglia se lo Stato sia considerato costantemente come mezzo per l'appagsawento degli interessi stessi. Si ha quindi: con un governo borghese, il p;-:otezionismo industriale, la lotta contro l'orgaD.lN.az.ioneoperaia, il prepotere di interessi pluboc:ratici, ecc·. ; con un governo che sia emana- :ll!one anche parziale dei ceti pt"oletari o di essi subisca l'influen7...a, avremo il socialismo di Stato in tutte le ~me forme a diretto beneficio dei lavo.ratori. ):!è l'uno nè l'altro tien conto delle 1i:percussioni mediate della pratica intervenzion.lsta del governo, m.a si tieu pago degli effetti immediati conseguiti a favore della classe rapp<'esentata. Effetti me<liati contrari alle previsioni, in quanto si concreta110 in un.a riduzione de11a ricchezza nazionale, non possono mancare con una politica che fa dello Stato il fulcro dei rappoTti economici privati. E ciò perchè la riparb:;,.lone della ricchezza. raggiunta. col suo iuterTe:nto non può essere che arbitraria. Non lo sarebbe se si conoscesse esattamente la composizione della società nazionale e qualora tale composizione fosse costante. Il che non è, non solo Pf:"' fatto naturale facilmente osservabile, ma per l'effetto stesso dell'intervento. .-\d ogni modo, per quanto aa.·bitrario sia l 'effetto ultimo della subordinazione dell'equilibrio economico aJla volontà di un p~re centrale che, oc"l1lnnque si sia stabilito, attribuisce a chi lo incarna un yalore sociale diverno da quello che e.~~ axrebbe se si tenesse conto esclusivamente delle sue effettive capacità prnduttive, il fatto sk>ricamente sussiste per ragioni utilitarie o sentimentali (indirettamente utilitarie) ed è conseg-uen:,.a di una. precisa volontà dei cittadini, sarebbe inntile negarlo. Esso è voluto dai conser- ,-ntori (classe al J?.Otere)i quali vi cercano il modo d1 orientare specialmente a loro particolare be11eficio l'impiego della ricchezza nazionale, e di comperare, con uu sacrificio in gran parte apparente, la tranquillità sociale, c ciò col sodd.iswc a spese comuni, in modo parziale, le aspirazioni delle categorie rivoluzionarie (aspiranti al potere) più temibili, in esse creando, mediante i benefici ragginuti, interessi contrari a quelli di altre categorie del la classe me<lesima cui le ulti. me appartengono. E' voluto altresl dalla classe rivoluzionaria la qnale, pur sotto gli impulsi di aspirazioni totalitarie, non può soffocare quella che è tendenza generale di tutti gli uomini e cioè la preferenza decisa per l'uovo oggi che per la gallina domani, per cui solo una esigua minoranza si sente capace di stringersi in una dura intransigenza, mentre la maggioranza non sa rinllllziare ad alcu.t1 be.ue.fìcio present.e anche se la sua accettazione significhi riduzione dell 'impulso rivoluzionario. In uuo schema siffatto della lotta politica quale valore ha il pensiero liberale? •Ogui clas.se al potere è per necessità cli conservazione illiberale. La consideraziotie del numero di individui in essa compresi - il diritte cioè della maggioranza - non ha che un peso contingente insufficiente cli per sè a giustificare in linea, assoluta il potere; si.a perchè i diritti delle minoranze potranno essere tenuti allo stato potenziale, 111.a non posS0110 essere di fatto distrutti; sia perc.hè ogni classe è uu soggetto in continua trasformazione, dal ~1u.ale nascono nuove « élites », che reggono in nome della classe stessa il governo, e tendono a differenziarsi dalle altre categorie imponendo i loro particolari interessi come prroprii di tutta. la classe, per cui anche il termine maggioranza è un termine di impossibile definizione concreta. Ciò che accade nell'ambito dello Stato, della società, acca<le pure nell'ambito della classe. Siccome dunque uon si può scindere il fatto Stato da chi materialmente occupa il governo, lo Stato' liberale non ha possibilità di attuazione pratica perchè esso dovrebbe ridursi rigida.mente nei confini delle funzioni negative d, gove:/no, cli tutela cioè di tutti i cittadini come tali, in quanto persone fisiche e giuridiche, inclipendentemente dai loro interessi cli diretta portata e<:onomica. Lo Stato allora appare come nu limite verao il quale si tende, ma praticamente irraggiw1gibile. E tale limite si pone in quanto è armonia spontanea delle forze agenti nel mondo politico -e rappresenta. quindi il 1.1. maximum )> di tttilità sociale che in determinate condizioni loro è possibile cli raggiungere. Da questa valutazione delI'armonia nascente dal loro contrasto, il libera.le può interamente comprendere la grandezza del mito negatore delle classi, pur riconoscendone l'inanità pratica i11, quanto irraggiungibile speranza senza una premessa cli assoluta eguaglianza degli individui, poichè non si nega una libertà senza negarle tutte. Ba.se del pensiero liberale è una interpretazione critica e storicistica della vita 1 politica, retta sul riconoscimento : a) del conflitto tra le classi; b) della infinita varietà di soluzioni, di equilibri (c.ombinazioni di interessi) che tale 'conflitto successivamente può raggiungere, e della loro precarietà ; e) deIIa necessità cli una valoriz:7....azionecostante, di fronte ad una combinazione politica dominante, cioè presente, delle forze in atto o potenziali dirette a contrastare a quella il dominio I a prepaiarsi a succederle con una di versa combinazione, e ciò perchè siano ridotte al minimo quelle tendew..e che contrastano il dinamismo sociale. Abbiamo detto che lo Stato liberale non può esistere come organismo concreto ma solo come limite verso il quale tende l'azione sociale; ora, non è impossibile trovare elementi sociali capaci di comprendere tutta la profondità di questo concetto relativistico della lotta politica ed intorno ad esso gravitare come intorno a un partito; ma si t:I\J.tterà pur sempre di , élites ,, di quadri, non di masse. Tali ((élites n pertanto non rinunziano ad esercitare una attività politica diretta, anzi, quanto più la loro posizione ideale prescinde d,igli interessi cli una determinata classe, tanto più essi assumono il compito cli inserirsi nella lotta fra le classi ad esse inclicando con La ineluttabilità del loro urto la possibilità di una affermazione soltanto traverso uoa chiara coscienza dei proprii compiti storici, una decisa volontà cli attuarli, una 1ssoluta intransigew..a, solo a prezzo.- della quale potranno esprimere sew..a equivoco quei valori che di fatto con J.a loro combinazione devono stabilire l'equilibrio politico ed economico del momento_ Se ci fosse permesso usare di = espressione tecnica <liremmo che le forze liberali costituiscono il catalizzatore della lotta politica, l'organismo detenninatore del rinnovarsi perenne di un equilibrio sociale. Opera siffatta si avvera non certo con la pura e semplice elaborazione cli dottrine, con la pura e semplice interpretazione storica dello Stato, ma anche con una diretta partecipazione dialettica agli episodi della lotta. Tale partecipazione si completa col passaggio matetiale di singo11 individui permeati dell'idea liberale a correnti èi ii1ten~si definiti, cioè a partiti in campo. Pei· quanto abbiamo detto costoro condizionano il loro Uberali5mo agli intt.-ressi contingt..-nti, ali< 1Jecessità tattiche della classe nella quale si so.no inseriti e cessano e;osl di essere liberali, ma compiono opera di divulgazione dei principi i del liberalismo in ~= agli organismi che li ospitano, ed un nuovo pas.so può esser compiuto ,er~o il limite vagheggiato. Tali ladivi(lui non interessano più il movjmento liberale propriamente detto; questo invece non può non continuare L-i su;1 vit:i agitando per tutti i partiti ~ contro tutti i partiti problemi c-oncret.i diretti alla lotta contro ogni subonlinazioac dello Stato agli i11krcssi della classe dominante o cli w1a qualunque altra cl.asse, e ciò mediante la rivendicaziont: a) di t1tlte le libere iniziati ve economiche indjvidu.ali e collettive a carattere privato in qualunqu<: classe esse si manife,;;ti110; t b) della più ampia libertà cli manifestazione della volontà politica degli individui e dei gruppi che solo ])UÒ dare ad essi la possibilità cli combattere il prote-Lionismo cl.assista della classe al potere e della classe aspira11te al potere; e come conseguen.z.a e) di q11ci sistemi cli partecipazione alla vita politica 11,,L:,Jonaleche assicurino il più ampio, cosciente concorso delle masse al governo. - Ci si può obbiettare che cli fatto la maggioranza dei cittadini manifestanti la loro volontà mediante quelle fonne cli pa:rtecipw..ione al governo che_il liberalismo accoglie e clifende, può fonnU,. lare una costituzione deUo Stato tale da attribuire ad essi un potere assoluto sn tutti i rapporti ecouomici che oggi sono regolati dalla volontà dei singoli, vale a clire che lo Stato liberale (imperfetto) tenti uu equilibrio sociale perfettamente illiberale in quanto irrigidito in una formula che vorrebbe essere definitiva. Il problema che si pone è assai semplice. O la nuova costituzione rappresenta di fatto l'optimwn, sociale e soddisfa tutti indistintamente i cittadini, e in tal caso non esisterebbero forze di opposizione, non vi sarebbe lotta JX>litic:a, l'eden sarebbe raggiunto, il pensiero liberale, com.e ogni altra. dottrina politica~ non avTebbe ragion d 'essere. Lasciamo ipotesi siffatta ai poeti. Se iuve<:e, come è probabile, il nuovo equilibrio lascerà e vechà sorgere interessi non soddisfatti e quindi agenti allo scopo di dissolverlo per sostituirlo ~on un nuovo, il liberalismo avTà una !?ua funzione continua e cioè riconoscere quegli interessi e per essi rivendicare nello Stato la possibilità di una manifestazione minoritaria. Ove tale manifestazione non fosse dal potere costituito tollerata, avremo nella frode la realizzazione degli interessi con.cuJcati. E sarà essa l'inizio di un nuovo equilibrio. Il liberalismo la dovrà constatare constatando che l'• optimum, sociale noni è raggiunto, che è necessaria una ulteriore elaborazione del!' equilibrio sociale che' cioè la battaglia libel'ale ricomincia, per la difesa dei nuovi interessi nascenti contro gli interessi conserva t01i. RICCAROO BAUF:R_ LA SITUAZIONE Gli ultilui av'cenimenti confermando le nostre tesi e dimostrando che non, ci eravamo ingannati sostenendo, contro l'ottimismo di tutti, una tùteriore capacità di resistenza del Mussolini, ci lasciano sereni al nostro posto. I fatti nuo-ui essendd stati da noi previsti i1 nostro pensiero non ha bisogno di revisione. Lo riaffermiamo : r) Saland.ra, Giolitti, i ·combattenti, i dissidenti del listone non servono a liquidare il fascismo. 2) Due armi cli lotta. contro il fascismo hannb migliorato il costume politico di un gruppo di italiani ; la resistenza <le·lleopposizioni ne è = p:rova. Non metterebbe conto aver combattuto questi due anni pe11 tornare a Giolitti o a, Salandra. 3) La politica.. conservatrice del Mussolini non ci spaventa. Abbiamo se.ritta l'elogio del/a ghiglioit.-hia mentre si facevano qui a Torino le liste di proscrizione . 4) In quanto alla libe:rtà cli stampa parlando ad un pubbiico ristretto, che sa leggere, noi ci impegnamo di conservarcela. 5) La liquidazione del fascismo non si può aspettaTe dagli intrighi parlamentari nè da interventi dall'Alto nè dalle barricate. Non si può continuare il costume inaugurato due anni fa : la lotta politica non può ridursi a una successione di spedizioni di avventurieri e di dilettanti d'armi. Si liquida il fascismo lavorando per preparare una classe diligente seria e nuova; cer. cando di abituare il popolo italiano a un maggioT senso di dignità e di carattere. 6) Nei Comitati delle Opposizioni i Gruppi di II Rivoluzione Liberale) sostengano queste premesse di integtalismo; concludendone che non si deve mutare la tattica cominciata nel giugno; ma preparare un'atmosfera di collaborazione leale tra popolari e socialisti che sappiano proporsi nel futUio con sicura maturità il problema del governo. Quando il Mussolini farà le elezioni l'Aventino applicherà la proporzionale prima delle elezioni, formando il cartello elettoraJe, dividendosi i posti e concentrando i voti su un solo candidato per ogni collegio. p. g. 11 Del popolo greco Se ad ,\tene le infinitt, sovra.s-tru.tture e la ialsila ddlé imitazioni <!all'estero impediscono di percepì re una SO&tanz.a profonda ed unitaria, che costituisca il carattere <lella nazione, ciò i: piu facile conosc:E:Ddo la vita della provincia, studiando l'animo e le manif<oStazioni del popolo nelle varie regioni. Qui, mentre la ,;empliciti. impedisce tuttavia all'artifizio cli c,,lare il reak sentire, il tenace spirito ron,;ervativo p<:rpctu« I,: immediate espressic,ni popolari. A ila smania di modernità ID A tene, si cc,ntrappone dunqué lo spirito delle prr.rcin.de. Per la loro 5lessa. p<.1Sizivne 1 isolate dal mare o da alte montagne, pove::rament.t comunicanti w:ia co1l'a1tra, rh:,trttte cia.G<.1Jlla in St: da una economia rudimentale e cumpk-ta, prc,,lucendo ogni regione quat,i tutto il proprio nEa:S6ario e poco atbisognando di scambio, es.sE:: hanno vissnto sempre una vita raccolta, limitata allo stretto ambito dell'isola o della vallata, lontana da oontatti e da influc-n.1..ee, d hanno cosi salvalo la loro particolare indjvidualità, mentre negli abitanti si foggiava un carattere fiero, contento di sé t: ostile ad ogni novità. Ogni provincia ha cosi UJ1 suo tono spirituale, e se ne avverte la differenza passando da una all'altra; la Lacunia morbici,,. e sensuale, l'Arcadia rude e irv..,spite, 1a Beoz;ia tarda. e neghittosa, Creta forte e generosa, la Foci.de astratta. e crudele; e cunserv·a con cura gelosa il patrimonio tradizionale, siano canti e danze, siano costumi e fogge d'aggetti, .siano le costumanze ,ituali che richiamano a volte alla mente di eh i contempla ricordi di antiche età; anche se son cose cui la praticità. e le nnove esigenze della vita consiglierebbero di rinunciare. C'è un bisogno cli non abbandonare questo patrimonio, quasi si fosse consci di perdere con esso la propria anima fr=a e immediata, e cli cadere nell'uniformità della vita moderna. C'è un fresco arcaismo, un basare su pochi valori solidi e<l elementari; quello che vantano con ll06talgia i lodatori dell'ingenua vita del campo. Pare da principio che in questo restringersi in sé d'ogni piccola regione, respingendo ogni intromissione estranea, sia una delle manifes.ta7Joni dello spirito individualista dei Greci; e che pertanto, oltre il legame regionale, nessun altro più largo cementi tutte le prO\,;ncie; fare che ciascuno viva per sè, e consideri tutti gli alb-i estranei, anzichè unire solidaria.mente a sè tutti i compatrioti; nè il contatto col cittadino di Atene disinganna, perchè, sotto le parole patriottiche e i retorici richiami ali 'antico non c'f:: alcuna volontà di sacrifizio e sommissione a un comune dovere, ma ciascuno si considera estraneo al d:overe che vorrebbe imjX)ITe agli altri. Ma ci si accorge poi che nella provincia la co,;a è diversa: nn senso di patria, anche incompleto e rudimentale, esiste, ed è vivo in tutti. Realmente un legame sincero stringe tutti questi uomini dall'eguale lingua; qualcosa. as__<olulamente naturale e irrazionale, quasi fisico, m.a efiioente; qualcosa ch'è vivo in tutti e risponde generosamente a toccarlo; è il senso della stir- -pe, acuito dalla lotta contro lo straniero, esacerbato dall'aspirazione alla libertà. Lo si capisce, constatando come sia presente in tutto il popolo, in qualunque luogo, il ricordo delle guerre per l'indipendenza. Fatti che la fantasia ha ingenuamente travisati, resi leggenda meravigliOSB, sono sempre vivi nella memo.ria; non v'ha casa in cui manchino i ritratti degli eroi nazionali; non paese dove non si mostri con orgoglio il luogo in _cui gli avi combatterono, vincendo in cento su migliaia cli turchi; da all;,.a data il senso di patria, e pare che di lì cominci la reale storia del paese, perchè quello fu il primo &forzo comune; anche più sentito delle recenti ruerre che sono nelle menti pallide ed est.rane:, ~ ricordo di terrore; dovere penoso e doloroso, solo dovere1 mentre le prime vero atto di volontà di cui rimane eterno l1orgoglio. Ma questo legame ,·ale più di fronte agli altri che in sè stessi; uno spirito che rinasce solo in cospetto dello straniero, ma. che nella vita interna non è valido e non consiglia. E' fatto di 1icordo, nè ha un volere, una linea definita per il futuro. E' un legame negativo, da cui può nasce.re una. resistenza, anche una reazione, ma non una azione tutta nuova; legame conservativo, materiato di passato e di tradizione, n::.a che non sa trarre voci per i1 futuro : lo si vede negli ultimi anni. Esso è tropJX>naturale e rudimentale; non è diventato ancora cosciente nou s'è fatto legame spirituale, interiore, con' una tradizione di coltura, con una meditazione della propria storia, con un esame cosciente della pro. pria realtà; così non dà alcun senso di solidità e d'equilibrio; è incerto e fantastico, paramento popolare. Nell'azione il buon fondo si smentisce· esso è estraneo specialmente alla vita politica, che ridesta altre molle e solo su esse fa base. Si ba cosi l'assurdo di u= bontà non efficente che resta -inespressa, o ristretta 1 solo a poche f~, incapace di respiri più ampi. Ci sono due campi assolutamente estranei ; in ttno essa domina all'altro è estranea, e ci spadroneggiano l'egoì: smo, la furberia, la retorica. Questo cozw di due rigid.i, opposti, questo passare da. una bontà trop,po istintiva e quindi incapace di volere, ad una vita d'artifizio, priva di sostan?...a e di valore, tessuta di sforzo retorico senza una soluzione medi.a, si può raffigurar; nell'opposizione tra Atene e la provincia: dne incompletezze irreducibili da cui risulta la vita della Grecia. PIRRO MARCONI.

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