La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 3 - 18 gennaio 1925

12 Il Partito del lavoro Siamo dunque nuovamente a <liscute1-edi questo partito, come nel 1\)06, quando ne parlava 1'on. Bi&.c;olati; ma ntramcute non si può dire che dal 19o6 ad oggi sia stato fatto alcun passo •e.r'oo la rhia.n1 detcnnina.1Jonc di que.<;to partito che, nell'atto stesso in cui vuole costituirsi, fa delle dich.iarazioni cl1e von-cbbero farlo apparire uo non. p_artilo. E' insomma per noi, oggj come nel 1900, il partilo del non senso, sia che ,i. segua il D'Aragona, il quale: pensa ad una politica propriamente sindacale, sfa che si segua il Balcles1, il quale vo1Tebbe fondere JX]rtito poli. tico e sindacalo. Frattanto, per capire ciò che sarebbe questo nuovo partito, uon ~ vano ricordare ]'atteggiamento incerto ed impreciso che, di front.e al fascismo fino al marti1;0 cli iWatLeotti, le1u1cro i due ideatori di questo famoso partito nou politico, che essi chiama.no, tanto per distinguerlo, , del, Lavoro,. Il Ualdesi è q11cll'ingeauo che, ::>"l.tbitodopo la marcia su Roma, non aveva nessu.na pregiudiziale morale oonlro una eventuale collaborazione con MttSSoliul, ed il D'Aragona (! quel politico ern:unctae naris che credeva cli salvare il sindacato dalle devastaziou.i fasciste, con quel discorso pieuo di distinguo e di cautele, tenuto alla Carnera discutendo il po·ogramma MU6Soliuia.no. Dunque, dai fatti, d.i cui han dato prova i pronubi del nuovo parti1:o, si comprende che esso, pur d'i vi vere, non si preoccuperebbe molto del valore morale dei collaboratori. Si può indulgere all'errore tattico di questi due , politici•, pensando che nella stessa illusione è caduto il Vaticano, quando ha creduto di salva.-., i circoli cattolici dalle devastazioni, distinguendo azione cattolica da partito popolare e rivolgendo buone parole al governo fascista. Ingenuità e sbaglio di calcolo dunque; non cattivo volere. I due antenati di questo partito sarebbero il t'Orporati, ismo amorfo ed egoistico del Medio l':Yo, che· era affidato alla ]Xvtezione dei Santi vatroni, per meglio sbrigare i propri affari, ed il sindacalismo SOrelia.no, il quale voleva ridursi ad un socialismo· operaistico, geloso e intransigen~ che eccezionalmente avrebbe dovuto servirsi della· politica parlamentare; ma sovratutto doveva allenarsi all'azione diretta. 11 Baldesi non n10le e non può voler questo; egli Yorrcbbe che la Confederazione fosse 'il centro di attmzione dei vari partiti socialisti, come è accaduto in Inghilterra., pex, compiere un'aziooe eflcttirn di politica democratica. Senza rilevare che in Tnghi)tcrra non è apparsa ideale la forma cl 'organi.1.:zazione là usata e che altra è l'origine del mov;mento sindacale, si può tuttavia osservare che, alla prova, il laburismo si è presentato come un qualsiasi partito socialista occidentale, sì che pare un fuor d'opera sconvolgere la usuale topografia dei partiti, se la conclusione deve poi essere la stessa. Tanto j)'ÌÙ uand'o l'inaspettato ed ingenuo suicidio dell'onesto governo laburista, se possiamo rinunciare a compr!'llderlo, data la diversità d'indole e di ambiente, non può certo essèr ricordata da noi come un esempio incoraggiante di acute7,za politica laburista. Lasciamo stare dunque l'Inghilterra e stiamo. cene in Italia, ove il Sindacato, p,µ- proclamandosi indipendente da tutti i partiti politici senza pregiudiziali di 001i:a, dovrà fare una sua politica « la quale può interferire con quella dei partiti che hatltl10 le stesse finalità vicine o remote :ii. Tale politica - dice l' O. d. g. confederale - , pur essendo più pa,rticolannente volta alla soluzione elci pioblemi ~he le necessità quotidiane del proletariato pongono innanzi (a differenza dei partiti che sono per lor nattua meno pragmatisti) deve sempre mitare alla proprietà collettiva degli strumenti ,di lavoro». Tale il verbo _dei confede:ralisti, nella sua amm.irevole improprietà di parole, da cui traluce una non meno ammirevole imprecisione di pensiero. Due partiti che « interferiscono » per le stesse finalità « remote , (? ?) sono un doppione i11utile, e se si incontrano per le stesse finà.lità , vicine, (? ?) potranno essere alleati sulla base di quel « programma minimo » di vecchia memoria, che ·uon deve e non può essere conside1·ato fine ultimo, ma trarre luce e senso da questo. Il fine « vicino , del partito del lavoro è il provvedere alle , necessità quotidiane del proletariato » ; che se fossero assunte come fine remoto, cioè come fine vero, farebbero di questo partito un egoistico e materialista organismo cot1p0rati vistico. Ma esso, per la Confederazione, 11011 può essere fine ultimo perchè, sullo stesso ord.ine del giorno confederale, si avverte che la politica del partito del lavoro deve ad ogu.i modo tendere alla socialiu..azione dei mezzi di lavoro, deve essere cioè ... socialista. Il Sindacato infatti, :,,e fos:Je un'organizzallone che s'adopera..c.se per ottenere e per difendere solo dei miglio1·ameni1:i ixofessionali, sarebbe in balla d'ogni govem~ senza scrupoli, sarebbe disposto ad allearsi con ogni partito; potrebbe salll'e, ·pur d'arrivare, sul prilno treno che passa, secondo la frase mussoliniana; m.a se il 6indacato, secondo la prassi socialista, sa che qualunque miglioramento di salario, qualunque soddisfazione alle necessità quotidiane sarà vana illusione, se non si trasformerà l 'ordin.amento economico, su cui si basa la società, dovrà co·me videro e prescrissero il Marx. e l'Engels, lottare per la conquista dello Stato, dovrà fare l'opera politica del socialismo. Jl cui fine è la forma solidadstica della società per lo sviluppo morale, per la libertà morale dell'twl<l\.()LI 7,lfJ\ì' 1.JBl·.R \l,1 mo. La lotta ecouomica nou può da ,sola essere, ma deve divenire politica, uuivcrsalizz:1ndo i suoi fini ed investendo l'ordinamc:nto sociale e quindi la forma dello Stato. 1', allora? Se questa politica, per distinguersi da quella dei partiti, vien falla dal sinda<-alo, 11011 potrà essere fatta rhc come il simlacato 1x.·rsua n:1tunJ può f<1rla, cio& uon s11lx,n1-innndo i lini « vicini li n quelli « remoti•; 111a questi a que]li, eh(' sono i più scn tili, i più reali per u11 sindacalo, che per prim;J ~·osa e J.)("1' immc.diato scopo ha quello <li tutelare intcrcss1 immc.-<liati. Politica sinclacale perciò i: di regola polilic;i miope, egoista che 1100 vuol ri1nandarc le so<l disfazioni oontingc11ti ad idealità di natura universale. Ragione per cui in Russia, nella forma z.iouc dei Soviets, si volle con clementi poHtid correggere l' iuevit.abile spirito corporativistico, dclelet;o per la politica generale, import.alo dagh clemculi puraruculc tccnic~. (Sulla lolla cgoistic-... tra i vari sindacati bols,ccvichj, cbc. con tutti i me-.tz.i e contro gl' interessi gc11erali, Ct,;-:rcavano accaparrare per i lol'o soci il maggior 11umcro di vau.~ggi possibili, vedasi Crilica Sociale (16 marzo 1920). Se la Confederazio1.1c vuole invece, come pare, subordinare queste necessità immediate alla finalità della proprietà colletti va, allora fa la politica del pa1tito socialista, che d.i quelle necessità terrà quel solo conto legittimo, che può tenere; cioè in quauto es.se non iutraJcino la lotta pe1 fìue maggiore. Se solo per questo la politica conledern.le rnlesse distinguersi, solo cioè per valutare queste necessità a detrimento delle finalità , remote , , allora ... ' cadrebbe iu quel cieco corporati\'ismo che potrà cousigliare magari: un telegramma dantesco a D'Anuu.rudo o UllfL vi!--ita a Mussolini, ma che uon è p_olilica ed è solo opporttmismo. L'esperienza dei sindacati catt.olici e fascisti dovrebbe aver dimostrato che il sindacato, nella sua lotta chia.-oveggente, uon può uscire dalla lotta di cla&se, che è lotta politica d.i ix<riso indirizzo socia1ista e dovrebbe insegna.re che se esso vuol fare un partito a sé, o farà una copia scorretta del pa,tito socialis.ta, o farà w1 part.ito acefalo, apolitico, appunto pcrchè subordinerà le finalità remote alle finalità vicine. Un tale partito mancherà di quell 'clemento moraJ.e L-. cui deficienza nei sindacati rossi denunciilva di recente la Civiltà Catt-0/.ùa, la quale perciò ritene'va di do,-er contrapporre ad essi i sindacati bianchi. Tale critica investirebbe in p'ieno un partito del lavoro che, per non rompromettere i propri interessi, volesse straniarsi dalla politica dei partiti. Per noi invece Pelemenlo morale, che è poi l 'eliemento universale, umano, e~ che solo può formare quella coscienza nuova la cui importanza nei moti rivoluzionari è stata illustrata dal Mondolfo (Sulle onne di Mar<x ed. 2• pag. 12 e 40) non può e uou deve mancare all 'organizz.azione sindacale, ma. questo senso morale, che solo può essere ispiratore del d.isin.teresse, è dato al sindacato dalla sua finalità , remota,; dall'aspirazione ad' una società di uomini liberi. Solo questo elemento morale, per noi, spiega la forza e la vitalità delle organizzazioni proletarie, che haru10 maggiormJnte resistito là ove, come a Molinella, non s'eran formate per le grette necessità quotidiane, ma per fini superiori e di natu,ra spirituali; mentre cedettero ignomiu.iosan1ente là ove clied'ero maggior peso al lato , tecuico, in confronto a quello « politico». Ed infatti: perchè Ul1a massa organizzata solo per aver la'Vod o maggiori salari avrebbe dovuto rinunziare a que.->te fiualità, solo percbè date da fascisti, a11zicbè da socialisti' E' la deficenza di questo « senso morale ~ che ha reso possibile l'acc~tto11aggio cooperativistico e l'interessata azione protezionistica di alcuni ceti operai dell 1a11te-guerra. Era tutto frutto del tecnicismo, elle non teneva conto dei più amj)'Ì fini politici statali. Il sindacato dunque deve. avere fine professionale e morale; anche se uon fa lotte prevalen~ temente 1norali, deve con<lw.·re le su.e lotte e professionali , subordinandole alla finalità morale (che, per il suo carattere e per il suo modo d' espressione, qui c9.iamasi politica). Il sindacato può accogliere tntli gli operai senza )Xegind.iziali politiche, perchè non fa lotta specificatamente politica, ma, per la natw.·a della lotta economica di cui si rende strumento, non può chiudersi in un puclico a.gnosticismo e deve chiaramente dire che la forma politica, in cui inquadra la sua lotta sindacale, è la fÒnna socialista. Ciò che ha fatto appunto la Confederazione, avvertendo che la sua m~ta ulti1ua è la socializzazione dei mezzi di prodnzione. li sindacato deve sentirsi l'embrione o il lievito della società futura, non deve ridursi a gretto organismo di mutuo soccorso e perciò esso non è socialista, ma è campo fecondo per la propaganda socialista e deve, pe:r la sua natura, essere so1idale col partito socialista. E' organismo prepolitico 11011J veramente politico, deve d.istiuguersi dal partito socialista specialmente per la tattica, ma non può distinguersene per il fine. Riso! vere diversamente il prnble,ua sarebbe non solo u11 andare contro alle tradizioni dottrinali, ciò che importerebbe relativa.mente poco, ma contro la stessa direzione della tolta di classe. ALFREDO POGGI " h'Eao DEhhA STAmPA " il ben noto ufficio di ritagli da giornali e rivist• fondato nel rgor, ha sede ESCLUSIVAMENTE in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. Una rivoluzione che non fu fatta Ogni unjtà agric.:ola fknut.a, r,ock--rc,mas&.-ria, ec<:.J, ha 1111 corredo dj bestiame, aUre-/4zi, macchill(:, carri, paglia, fif'1lO, L'C..'C'., necc,.--s.c;ariper la condu7j<)ne <lclJ';11,ienda, che &i chiama stime e .scorlt ,,, <:orn<· in To~<':s.na, ',tima vù.·a o stima morta. l..a 5ti111a viva ; il 1)(1..ti:jmc::, la ~tima morta tutlo il rc:slo. Dove c.-siste la mc-1,7,r1<J1Ja, 1c &tirn<::o ~curt< o sono lutte del conduttore rk:11'azienda. /proprietario o nffiltuario), o sono prc,prid.à rld conduttore: e del mczz... ·1dro, o r-.Q1W del mc:zzadrv. Quest'uJtimo caso è raris.simo, meno raro i] ~<- condo, frcquenti';i;.imo il primo_ In Toscana, antico pa<!.c;.(:, f.>aescdw-siro <lf-11:J ,nezza.dria, le oi.ime sorw del conduttvre del fondo, il quale, salvo qualche cccez.i011c, gli ;iffittuari contandosi su le dila, è il proprietario stesso elci fondo. Gli utili f.k;TÒ e 1,: p•-rditc, (YJme l'aumc11t.o e la diminuzione:. ckl v:tlr.rrcdcl br--stiame, sono goduti o SOJ,portati a mtt.à fra proprietario e mez7...adroe, fino a ieri, era goduto a metà l'aumento o soppo1tata a metà la diminuzione di valore delle macchine attr<:Zzj e: <;corte della stima morta. Fino a ie1;, pcrch~ da qualche mese un concordalo ~tipulalo fra l'Assoca'l..ione Agraria Toscana e i Sindacati colonici fascisti della regione ha stabilito che la stima morta sia dal mezo-,'tclrorestituita al propri.e-tari.o per qu.aritità e -valore e non per 1.Jalore soltanto. Ciò ,·uol dire che all'uscita del mcz,-.adro dal podere, mentTe prima, se il mezzadro avesse preso in consegua, all'entrata nel podere, rooo lire di slima morta avrebbe dovuto restituire mille li.re di Jitima morta al conduttore, dl venendo padr6ne del valore della metà del re;to; oppure aHebbe dovuto pagare al conduttore metà della clifieren= fra il nuovo Yalore della stima morta, se questo fosse rimasto al disotto dell'antico, e 1'antico; ora, per il recente concordat:o, il colono d.eve restituire la stessa quantità, se c'è, presa in consegna all'entrata nel podere, indjpendentemente dal valore attuale di fronte all'antico, e dh;dere a metà col conduttore il valore dell 'eventuale aumento, o, la quantità attuale CS5elldo inieriore ali 'antica, sopportare la perd.ita di metà del valore della diflerew,a. Per me i prop1;etari toscani, che tanto si son dati da fare per ottenere questo concordato, hanno ragione moralmente, ma ginridicameute hanuo torto. I I primo loro torto è di essersi ricordati dell 'ass,ud.ità della cosa dopo parecchi secoli da che usava che il mezzadro ricousegnasse la stima morta pe,· valere e d.i essersene 1icordati quando la moneta' ha suhlto una forte svalutazione ed i prezzi sono sa.liti in proporzione maggiore della svalut:37ione della mone~. L'altro loro torto ·è d.i volere qu~to criterio di riconsegna per la stima morta e non chiederlo per la stima viva, il cui valore aumenta per l.e nascile avvenute nella stalla, cioè a dire anche per l'opera del mezzadro, ma aumenta o diminuisce anche per l'oscillazione dei prezzi di mercato, e a.nri, dalla guerra iu poi, il valore del bestiame' è aumentato specialmente a causa della svalutazione della moneta. Ma il torto maggiore dei proprietari è che essi, qualunque sia il valore al quale venga riconsegnata la stima, formalmenle non ci rimettono nu.llai o ci rimettono ben poco. Infatti essi conseguano la stima al colono entrante per lo stesso valore per il quale l'ha riconsegnata il colono uscente: da una parte i prop1·ietari versano una somma al colono uscente, cbJl'altra addebitano la stessa somma al colo. • no eutrante : la loro perdita consiste dunque in quella degli interessi per la maggior somma n~rsat:a al colo110 e nel privarsi di circolam.te. Quest'è il torto maggiore dei proprietari, dal punto d:i vista giuridico. Ma moralment.e nessuno saprebbe dar loro torto di quelli che conoscono le oondiz.ioni delle aziende agricole di Toscana; moralmente. è qui che i proprietari banno specialmente ragione: essi dicono, ~usta.mente, che più alto è il debito del colono entrante e meno ptobabilità ha il ]Xop,;etari~ di vederlo sodd.is:fatto percbè è assai difficile far pagare i debiti •ai me7..zadri toscani e, spesso, addirittura impossibile. Ma questo non si può raccontare ai tri. bunaH, ai quali si può dire soltanto che 11011 è giusto che il mezzadro goda del prczro maggiore che dovrebbe essere pagato oggi una bestia o una macchina, r;he gli è stata soltanto imprestata, se fosse acquistata oggi. Allora lo stesso do'vrebbe avvenire per il fondo dato a mezzadria: macchine, attrezzi, bestiame sono inseparabili dal fondo, com'?: insepatabile la casa colonica. Ma, ripeto, quest'ottima ragione la si porta soltanto oggi che la moneta vale quattro volte cli meno; fino a prima della svalutazione della moneta i proprietari non ne fecero una questione perchi: le differenze erano piccolissime, e· l'aum.ento o la diminuzione considerevole non era mai dovuta all'oscillazione dei ixezzi d.i mercato. Ma se la lira valesse, invece che quattro volte di meno, due volte di più, i proprietari si agiterebbero tanto? Anche questo possono dire i me-..:zadri. Finchè il mezzadro è nel podere, e ciò a. •volte dura decine di anu.i, il valore della stima morta rimane jnvariato, tranne che si verifichi au1nento o diminuzione di quantità, chè allora se ne segna l1aumento o la diminu.z.ione di 'Valo-re (e anche d.i quantità, ma non sempre) uguale al valore della quantità aumentata o djminuita. La stima del bestiame ,invece, vien rifatta ogni anno, ma, come dice il patto colonico, con criteri di Pr,c.denza e di equità, cioè in modo che, se il bestiame aum(·JJti lTùPJ.>0 in "'<:gu1toili valer ... fÌi qu.antita, o rii quantitc <· di ·.cdor~ in-A,.•·, il vruprietari<.> t11.Jnsi trovi ic.1rtemente in rJeii«VJ versr.>il r:-olonn, e: li colono non j trovl, a!J ~-=> .e to dal wk.-re, tr,,r,po iu dr·bitr, vcr"" ,J p,,.d,- M· j prezzi d, 1 be-t.fr<.m<: in .-Y.:gtdt.odlm1niii.a..r~_Jv.., eccc.<.<.;ivamc1Jte,u _.,j verifichino perdite p<-r ~Jtri rn<Jtivi. JJ rolon<> ha diritto di far..;i P13gare --~ 1,:ldrone quantr.>t in s<-;:rtùtr.1a qw:"SUJ stima, fi__,1·- b a proprio ''T(;ltito, <: il padrone ha '!udi'> J: rletrarre <la]<:redit.<,de] (·olcmo quantr.J, in -~g!:l.!tr alh1 c,t..cs&a. ~tima, ri-;ulti a creditn :;uo, del p,·ormetario (o crmduttore, 111 genere,. .\1"a'Juatldo 11me:--1,,'l..adro lascia il pedi-re, aU<.;<a la stima del b<·stiame \'"lL-n fatta iu base ai prezzi del mercato t, r·om<~ ho detto, fino a 1JOChi ~i fa, vtlli va fatta. in base ai pre72j del mercato k. ~tima di tutte.· le marchi ne, attre:7_;,j, c-,.;u-ri e r,;o.,c-_ le:. Se si pen<;i che la maggior par'.e dei coloni hi trova nel podere cx:cupatr, attualmente ìa dc.-cinedi anni, e cbt:: moJti cap; di br-stiame s.<,.r..<_, nati nella gtaJla e molti altri = stati acquistati qn..---mdo j pre;,..;J era.no ancora b---d.SSiYiim; e c-he baMi sr.1t10 i pr€:7...zi ~ nei regi ...tri della maggior parte delle wse cite co,tituic,,-mv, ia stima morta, si saprà. che il mtzz..jdrr;, la, .;a11tkJ oggi il podere, ?: creditore vc:::rsùil er.mdu.tt,.1r• del fondo di molte mig!.iru,;. d.i lire e di un.a maggior somma sarebbe 5tatr, creditore si.Iv, a pochi mesi fa. F:incht' il me72..adrc noti fasci.a il pock-re; se (; in credito verso il condutt:.o-rc::,qu!:.- sti difficilmente soddisfa il debito tutto in ua,,. volta, ma lo sodd.isfa un po-' alla volta, ~, --~; resto della somma, della quale si sen·e per ·,. conduzione dell'azienda, paga i fratti, al cotono, quando li paga (se è piccolo propri<.-tario, specie se divenuto tale da poco tempo, è difficile che li paghi) sul resto della somma paga dun.qu-e ' frn.tti al colono in ragione del quattrc per cento, mentre trov<:rebbe difficilmente danaro alle Ba.:- che a meno del 7 per cento. lli quando il mazad-ro ha lasciato il podere, il conduttore "°" può fare a meno d.i saldargli tutto il credito, •· i,., non deriva soltanto dall'aumento del valot-,e e della quantità delle stime e scorte, ma spe;so da t2nte altre cose, come la vend.it.a di prodotti non di visi sul fondo. Sl ricorderà_ che negli anni della guerra e in quelli del dopoguerra fino aJ 1922, gli mganizza.tori socialisti e popolari, i popolari spa-ialmente, han sempre impedito la libertà ddie disdette coloniche, costringendo il Governo a fare dei decreti-leggi per cui la disdetta al colono non poteva esser data senza gravissimi. motivi. Io non bo mai capito il percbè d.i qu,._--,ta agitazione, che non si può sp-iegare Se non in due modi : o gli organizzatori avevano un alti::- simo senso di responsabilità o erano moralmeute inferiori al loro comj)'Ìto. Percbic essi, cbe allor" disponevano in Toscana delle masse dei contadini, avrebbero potuto costringere i contadini a lasciare ciascuno il podere fin allora OCCUf"lto per andare a occuparne un altro. E' difficile dire quali conseguenze aYrebbe a,..-u_ to questo fatto. Esse sarebbero state d.iverse a seconda che la cosa si fosse verificata nel 1010 o nel 1921 o nel 1922. Nel 1920 i proprietari uon avrebbero opposto alcuna resistenza a quest'atto enormemente rivoluzionario ma ne a,-rebbero risentito un danno minore, almeno momentaneamente, che se la cosa fosse avvenuta nel 1921 o, peggio ancora, nel 1922 (marzo) qnando la resistenza sarebbe stata maggiore ma i danni incalcolabili. Se il cambio generale dei poderi fosee avvenuto nel 1920J i proprietari di Toscana ;;:_: sarebbero trovati debitori dei contadiu.i per u11a somma superiore al miliardo e nel 1922 per una somma molto vicina al miliardo. E non so daYvero dove avrebbero trovato tanto denaro, specie nel 1922, da ingare nello spazio di qualche mese. Se la cosa fosse riuscita. perfettamente, 3vr~m- .mo avuto una grande rh·oluzione con....c::.ervatrice, chè sarebbe cresciuta di quindici o Yentimila famiglie la classe dei proprietari toscani (moiti 1100 avrebbero realizzato tanto da sentirsi poi in un'altra classe), e molti dei nuoYi ricchi sarebbero divenuti più ricchi. Le organizzazioni colonie-be socialiste si sarebbero trovate con molte migliaia di aderenti di meno e la maggior parte di costoro s.a..reb~ro d.ivenuti loro nemici 1 e i loro nemici p:iù duri é violenti (non credo tuttavia fosse per quel timore che non consigliarono a.i loro organizzati il cambio generale dei poderi); tua gli orgauizzat:wi popolari avrebbero, battendosi sul terreno st,cttawente legale, realizzato un.o dei punti del !uro programma e a·vrebbero gttadaguato alle proprie organizzazioni molte migliaia di nuovi aderenti. Forse non sarebbe accaduto nulla di tutt.o ciò, specie dopo il '20, chè i proprieta1i non avrèbbero potuto far fronte a un debito che sarebbe stato per loro colossale, e allora., prima di rif.:1Ye la stilna, avrebbero venduto parte del bestiame, delle 1nacdiiue e delle sèorte, e bestiame, macchine e sro1te sarebbero diminuiti di prezzo, e il credito colonico sarebbe scemato; o avrebb,.:ro pagato, ma l'anno dopo non avrebbero avuto i rneZ7_j per coltivare la terra. fn og-ui modo gli organizza.tori avrebbero dato loro un colpo tremendo, le cui conseguenze sarebbero state i;1 tutti i casi incalcolabili per la classe dirigenle, senza che la maggior p0.1ie dei coloni tischias~e nulla e il resto di essi rischiasse troppo. ARCANGl!I,O Df STASO. 1111 edjzione. ~ Sostituisce la 1~ sequestrata. PlERo Gos.ETTr- Direttore-responsabile 0.G.E.R. - Corso Principe Oddone, 34 - Torn,o

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