La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 3 - 18 gennaio 1925

bi IIIIUI. IL BARETTI SETTIMANALE EDITORE PIERO GOB'::TTI TORINO VIA XX SETTEMBRE, 60 t OVITA DELLA SETTI MANA G. STUARI MJLL Quindicinale di letteratura Editore PIERO GOBETTI ABBONAMENTO Per il 1925 L. 20 Semestre L. 10 Estero L. ,O Sostenitore L. 100 Un nume,o L. 0,50 C. C. POSTALE LA LIBERTÀ Abbonumento anmu, L. 10 Efrl.ero l. 15 U11numero L. O.SO Chi riceve un numero di saggio e non intendi ebbona,.-ai respinga il giornale, altrimenti gli continueremo l'invio e dopo un rnese provv ?l>'deremo alls f"'"iacoasione mediante, tratta 81 'Jped11JU franu, di pt:,rlo o ,hi mi,rda •109/Ja di l. JJ all'~dtton: (Jr.,i,~tl - Tr._nrr. Anno IV - N, 3 - 18 Gennaio 1925 SO M, MAR IO: <J. C. T. cin,Bs: La bianca flustralia. - G. ANSAWIJ: Ulsila a Siena. tua Merùlionale: (;. GA1<AN<>-D<>w11•1,: La ter,o ai contadini. - Lo sostanza del p,oblema. R. BAll8R: Liberalismo in allo. - P. M.A1tCONJ: Del popolo greco, - A. PooGJ: Il Partilo del lavoro - A. Dr S-rAso: Una rivoluzione che non fu falla. - v- g.: La massoneria - La situazione. La bianca Australia La lentezza dello SYiluppo e del prngrcsso del1'Au.$tlalia t· note\.oli-.sitn:1, :--pcci:ùmente se comparata al rapido iucremcuto degli Stati Unib. L'atea di questi due paesi è su per giù la stessa, ma la popob.z:ìone dell'Australia è ili sci milioni d,'abita.uti, cioè di un venb:simo: di quella ùegli Stati Uniti. L'Australia non ha più dell'uno per cento <letla sua superficie coltivata a mès-s.i. Le su.e iernivie raggiungono poco più di 40.000 km. di lunghez.7..a, nn decimo de.Ilo sviluppo fen-oY:i.ario americauo. "°onostante abbia forti dazi protettivi, le sue industrie son relativamente insignificanti; 1a pastorizia e 1 ·ag1icoltura pennangono principali sue risorse. Se:o.,-.a dubbio il suo isolamento - essa dista quasi 20.000 km. dai p1;ucipali centri europei - spiega le ragioni del suo scarso svilupJ;X>; ostacolato anche dagl' inco,n-enienti del clima. Circa ttn ter-LO <lcll'Australia è "?'lltro i tropici, e su una superficie quasi eguale cadono annualmente meno di 250 mm. di pioggia, Solo negli anni ròee!lti la =>perla; dei pozzi artesiani e u,,a razionale opera d' irrigazione hanno redento vastè zone di deserto. Ma se tali fattori naturali han. no avuto la loro parte ncl det.ermin.a.re l'isola.- mento dell'Ausl:t'alia, non, si può negare che esso ,-ie:n sempre più accentuato d!a.ll'orgoglio c\e gli Australiaru ne traggono e perfino, negh ultimi decenni dalle lotte sostenute in favore <l'una politica. di restrizioni imirugratorie. La _politica dell'Australia Bianca è in genere ,rispettata come un, sacro .e inattaccabile dogma dalla stragrande maggio:ranza dtj popolo Australia.no. Si dovrebbe ritenere che La politica dell 'Austra1ia .Bianca miri soltanto all'esclusione de1le razze asiatiche o di altro colore; e così difatti si sostiene che sia. E' vero anche che le su.e applica:,,ialri, pratiche quasi sempre riguardano la' gente di colcre. Ma di ,fattu poi e nel senti;nento comune l'a.ssolut:o rigetto dell'immigrazione colorata s'accompagna a uno schietto disprezzo per tutta l'immigrazione, con soltanto qualche di. stinzione a. favore cli pochi i111IDÌgranti scelti di origine britannica. Ufficialmente il motto dell'Australia bianca s'interpreta come il profondo sentiment<Y della razza superiore; ma usualmente è molto più particola.re. < L'Austria agli Austra1iaJLi 11 significa c:he es.;:;;di faprez.zano il «Pommy» - com'essi chiamano_ per ischemo gl' Inglesi immigrati - poco meno dei • Deghi 11 (gl' ita liani), degli Ola.ud~, dei negri, dei « Cbinks, (i Cinesi) e dei Giappon~. Discutendo di quest'argomento con un organizzatore operaio gli dimostravo che l'obbiezione economica. all' immigrvJòne colorata non era dopo tutto valida, poichè i Cinesi appena giunti nel paese nuovo aspiravano subito a quel più alto livello di vita che vedeva.ne raggiunto dagli altri opera.i intorno a loro. Il mio interlocutore riconosceva che avevo ragione, ma soggiungeva a: insomma, non Ii vogliamo tra i piedi - e nemmeno i aeghi ». Questo mi sembrava tu1 pregill.d.izrio di ~ razza, perciò gli chiesi se gli spiacevano ~e _gl'immigranti britannici. Con un sorriso rroruco-bonario mi rispose : I( Certo, non si vogliono qui nemmeno quei maledetti PCMnr,iies )l _ Tale atteggiamento intransigente è seguito cfu un gran numero di lavoratori australiani; e rjsulta da, molti clif!erenti istinti e sentimenti. V'è 'in esso il segno d'un CT11donazionalismo, un accento di egoi-c;mo be.lui.no, la risoluzione di mantenere a qualunque costo quel livello economi.cd eh.e pone l'operaio Australiano fra gli aristòcrati del lavoro, e una suprema commiserazione pei d!isfatti e consunti popo,li d.el.l' Europa. In questi uiltimi cinquant• anni gli Attstraliani si sono acc:aniti a fare del 101·0paese una terra immune <lai mala.uni sociaJi e industriali del vecchio mondo, un paradiso del lavoi--a:tore; e fino a un certo segno ci son riusciti. E' probabilmente: esatto dire che il lavoro Australiano lgnora i peggiori guai del capitalismo. È in buona parte giustificata la pretesa. che l'Australia d'oggi offra alle masse tma vita più piena, più libera e più skura cli quella che essi vivono nel re:sto del n..ondo, insieme con un'aria e un clima che fa gli uomini soclisfatti e allegri. Non è dunque da stupi,re che i più degli stessi Australiani abbia.n Dnora clifeso i loro privilegi con uno zelo aggressivo. E se l'atteggiamento dei lavoranti Australiani è francamente ostile all'lnunigrazione, queL lo degli industriali e degli agra.ti è indifferente. L'-indushiaile ottiene la protezione dagli alti dazi e può qu.indi kw:gire forti paghe senza tema della concorrell7.,a estera; viceversa non iiesce ancora. a p,codm-re tanto da poter tentare l'esportazione. l Jicchi ag:rari son combattuti dal desiderio della mano d'opera a buon mercato e daJla paura <lel1'espropriazione, qualora una vigorosa politìc:.a. immigra.to1;a creasse un'insistente dom.anòa òi terra. Perciò in Australia non c'è nessun ceto interessato a w1a gene.rale politica immigratoria. E , iuvero, 11011 fosse. stata 1a pa.thl"a•d'un'aggt'ess.ic:ne del Giappone 1 probabilmente l'immigrazione non avrebbe avuti puuli propugaalori p1·U11:idc.11a guerra. (11 ogni mo<lo, il 11umero degl 'i11111Ugrall ~- s<=IDprestato meschino. Tra, il 1910 e il •1,; I 'au,ne:nto nctio de!L-l pcpo].a;,,ione immigrata è stato di 300.000 persone (nello .stesso tempo 5 milioni negli Sta.ti Uniti). Come risultate si ha uon solo l'esclusione. a..c;solut-3c.l.i ltttt..'t la gente di colore, ma mia. enonne limita7~ionc a ogu.i immigrazione eccetto quella oriunda inglese. Si sti1ua. che il g8 per cento degli Atcstraliani sono di stirpe inglese. Gli eventi della guen'a e più quclli dell'ultima pace hanno profondamente. intaC('"..atola posi'ljone dell'Australia. Pa· quanto gli Australiaui desiderino di cullarsi nel loro felice e prospero isolamento, non possono chiuder gli occhi daYanti a certi cssc1wiali e cvi<l'en,ti mutamenti della situ.az.ione mondiale. Il centro di gravità nella politica mondiale si sta spostando ,·erso l'Oceano Pacifico. L'Armata bri. tannica non· è più dominante sui mari. L'alleanza col Giappone - che agli occhi degli . \tcstralia11il. era. una garanzia coutro tuia sua aggressione - è ocma.i sosbtuita dalle p,iù vaghe assicurazioni della conferenza di Was.bington. Alla co;;,ierenza della pace il Giappone clsiese - e fu lì lì per ottenere - che nel patto della Lega, deUe Nazioni fosse iuserit:. una clausola che avrebbe reso nulla la politica dell'Australia Bian.. ca. Nella Cilta e n.ell 'India La popolazione che aumenta e che insorge 1ni11accia di sb-aripare da un momento all'altro in regioni meno popolate. , La tragedi, clell' Europa, e la manifesta disintegrazione delle sue industrie farà sì che la gente a milioni, nqlJ solo sttl Continente ma anche nella Gran Bretagna, sarà costretta a cercare in qualcb'altra parte i mezzi cli suss,istenza. Un cambiamento di politica negli Stati Uniti ha qu,a,si affatto .chiuso un altro sbocco di qU:el gran movimento migratorio che par.e iuun,ine.nte. Cj sono ,dunlle, tutti gl'indizi possibili per capire ehe l'isolamento del!' Australia si approssima al. la fine. Ci vorrà cli molto tempo pci'cl.tè gli Arnstral.ta.... ni &i renda.no conto di questi futti. llfa di già c'~ qualche' segno che il loro atteggiamento sta per mutare; si cominciano a veder delle crepe nella muraglia cinese dell'isolamento. Per la prima volta negli an(llrui diell'Au,stralia, si nota, seppur per ora insignificainte, U11 -movimento politico in senso liberale, e quegli Stati che banno leggi -immigratorie han potuto precisa.re un programma. Perfino il partito del la.varo, che. si è finora opposto a tutti i provvedimenti statàli in questa materia, si dispone a concei1t.rar le sue ene.rgfe, piuttost.o che nell'opposizione pregiudiziale, neL l'ottenere progetti di colcmizz:az.i0l1eponderati e giudiziosi. Sì stanno conv-iuce:ndo a poco a poco che cinque milioni e 1nezzo non possono, tener t11tto per sé un vasto continente; m"Lfo1·sc s'aglta anche qualche cos'altro nella coscienza australiana e spunta ;1 concetto che l'An.stralia ba da compiere cel:ti. doveri verso i dispera.ti lavoratori di paesi meno prosperi. Il movlmeuto a favore dell'iinmigrazione è pet~ò per ora nelle mani di classci. reazionarie. Tutti i govetni degli Stati, fuo,· cbe q1.tello del Q11eeuslancl e cletl'Aush-al.ia del Sud sono in mauo ai conservatori e gli oratori della Lega dei « New Settlers n - associazione semi-ufficiosa di propaganda in favore dell' immigrarictne ...., s'appoggiano continuamente su argomenti strategici per .eccitare la popola.z.i.one con lo spettro d'un'invasione. Si ripa.r1a, come quando si stabilì dt!l'ante la guerra . la leva, militare obbligatoria., del pericolo giallo. ì\1a questa proPJ.ganda non è solo pericolosa., è anche inefficace. Gli Australiani son pienamente fiduciosi - focse troppo fiduciosi - nella loro ~ilità a clifen~ere ~ loro ~el'ra c?11tro chiunque, e si ribellano alla. nsw·re-L.1one di questo spettro antico. Inoltre non c'è molta fi.dt1cia ti-a, il l_X)- polo nei governi presenti. Si crede ge~ralmente, e con qualche ragio1Je, •che essi son troppo teneri per gl 'interessi degli agrrui. Ci sono a mi-. gliaia dei pretti Au.stra1iaU1, per non pé:rla.re degl'immigrati, che non riescono a ottenere allottamenti di terre a un prezzo 1'agìonevole. Bisogna quindi ripone le speranze d'una politica favorevole all 'irnmigrazione fino al tempo che sia la Confederazione, sia ogni singolo Stato, abbiano- i laburisti al potere. Più ancor~ che neJ suo atteggiame.1.1to di politica immigratoria, si . vedono svegliarsi spiriti di progresso uell'importaJJza clie ora dà il partito del Lavoro al problema della terra. Negli ultimi anni il portito del lavoro era qua.si esclusivamente dì reclutamento iudustriale 1 e da ciò derivava il suo atteggiamento a.nti-ìmmigrat01io. :Ma, come Ieee al suo inizio, oggi il partito tende a appoggiarsi su 1 piccoli proprietairi e a fondere nel suo JJTogrnmma gl'interessi dei lavoratori di città e di campagna. Net QÙeesla.nd, sotto 'la clirezione del pn~ente primo n1i11istro, ~'ig. Theodore, 1 'alleauza è completa. e se ne vedooo i risultati nella. politica. terriera del governo. Una simile allean?"..... 'l. in tutta l'Australia significherebbe la. fine del latifondo, 1111apolitica di prog1'edieute colonizzazione, e un conseguente abbassarsi delle barriere che oggi cbiu.don la via ai coloni d'oltremare. G. C. T. GILES VISITA Ci a/Iacci..w10 alla balcouata del Pa.la,..zo del Popolo. Dentro, nelle sale, le antiche Città flagellale o esaltate, le Virtù cai'd:inali, Bestie occhiute p<.."'tl11utc con1ttt.e, cacce, giostre, deilizioni cli ca,,1:clli e ingressi cli conquistatori, tutto il ciclo dei miti e de11c vicende medioevali ; e fuori, sotto iJ sol di ;\iovembre, le toni cLi San Gìmigna1Jo; la Rognosa, la Sa1vucc:i I la Pescioliui,L'l. Chigiana; Ll1ttc a5Clutl.e e ferrigne, tutte tidotte in muscolj e nerbo aJ mcstie:ro del.la guerra, come arcieri eternamente gioYaru, partecipanti della balestra e del ,·cnru.to; e tutte cr,ronate da 1--a.uchi\·oli di co:rna.cch.ie, tra buche pon.. taie, mensole e merlature. Cinque balzane, issate ai finestroni. sopr'a 1101, ci lambivano iJ ,·olto colla. stoffa pesante e odorosa cli casoo.pan,- che e eh ripostiguo, relento cli secoli. - Festa grande, oggi, in Siena, ci splegò jJ famiglio, cu.stode del Palaz,.o del Popolo. Quelli delta j\,fili7,;,, sono anelati in Siena, per dare il giW'alneuto. La balzana cli mcz.zo, (; la nosba, di San- Gimignano, e porta tutto campo azzlll'- ro; poi c'è guella. 5enese, me-;;za.bianca e mezza nera, poi quella col drago rami>=te in campo rosso, che è di Montepulciru10; e poi la. rnlterr<ana, e 1a fiorent:ir.a. Ci hanno anche messo il gagliardetto deJI fascio, percbè la sede, laggiù iu fondo all'a piazza, all'1mboccç di Yi.1. San Matteo, è piuttosto bassiua e non figura. J1 gagliardetto, d.ifu:tti, unico nostro contempora:ne.o in questa serica mostra, era innastato iu u11.ci-occo della ringhiera; non e' era posto pe,· lui, tra le cinque balzane, e poi fra quelle pieghe solenui la su:a sm.ili.a seta troppo n,uova sarebbe stata molto mortificata. Anche gli stendardi hn,;1no nna loro gcr'archia., e quelli il1ustri e fa.mos!, conie la balzana senese, un certo modo cli tenere a posto, e a distanza, i nuovi arrivati. Sicu:ro. Giù in piav..a, al Yarco 'tra la torre Chigiana e le SaJvucci, dove s'apre appunto la strada di San Matteo, c'era la sede del Fascio, o Partito N.a:1..ionaleFascista, sezci.011e di S. Gimign-auo. Sotto 1 'al'co medioevale detto de11'Oro, ess-~ cercava. di farsi notare, con grandi cartigli civettoni e va,riopiuti, e ghirlande cli carta tricolc1·e disposte come per 1i.chia.mo; UJ1'aria da uccelliera, o, se più vi piace, da. bottega in cui si liquicli la merce a basso prezw, p,rr cli attirare [olla di comp,ratori. Sopra l'ingresso, e Stille due finest:t·e laterali, era ben! disposto, l'apparr'eccbi.o . delle Jwninarie, non ri1necliato per la solennità della giornata, ma stahilitovi :in permanenza, e pronto ad ogni occorrenza di celeb1•azione1 o civica, o nazionale, o imper.i.aJ.e, o internazionale;• le listere!Je di legno con.le lampadine erano app~cc-ate a certi colou.nini della. facciata, come un abbellimento ormai definitivo; l1J..9. il groviglio dei fiL:ilasciati peu{lenti, testimoniava dell 1opera frettolosa e U1.c.'ÙdestraI. manifesti, incollati e rincollati semp1'e a quel t,ù posto della mura.- glia, gii avevm10 dato il lerciume proprio di tutte le colonne usate per l 'af!ìssioue di bandi; erauo stati, certo, bandi più obbediti di quelli affissi sotto il Mai-rocco dai commi&..~ fiorenbìni, un tempo; ma anche più sguaiati e appiccicosi. E sopra le porte un ritratto d'el Mussolini, i-ie:a.vato a mezzo 111-ievosu wiai t.,.trga. dj argillai, di quella. usata negJi studi degE statuari per gli abtxnzi ; q,ui a San Gimignai;io, dove pur c'è esempl mirabili di sculture condotte in nobile marmo, quella argilla provvisoria era, parsa pregevole; e il Mussolini, con le gan..:1.scieforte• mente segnate, e con l'aquila, uccello famigliare, raffiguratogli sul capo, campeggia,,,. su quel, non più facciata cli antica casa sang.imignanese, ma baraccone di fiera. Tutta la piaz.za, gli archi e le torri, e la cer. chia murata dalle porte fio1ite1 oi era apparsa, fino allora, come Uill corpo sodo, ·racchiuso in una austera armatura; ne sentivamo- in noi l'asciutto vigore, i profili secolari, e pulsare .il euore nei lievi ondeggiaJJ1enti delle balzane. Ma or ecco, che ,olio ! 'ascella cli questo corpo adusto, di pietra, avevamo scoperto proprio un go..• vacciolo; o peggio u,n.a di quelle bollicine infuocate Lra ne1·e e rosse, con certi razzetti, che g1i antichi chiamavano carboni, e c.he stimavano sintomo di pestilenza inguaribil<e. Scendemmo in piazza. Accostatici al1a. sed€: del Fascio ,in co~ pagnia clel fa.miglio, potemo leggere i _due cartigH r.,iù grandi, appiccicati a certe persiane. Essi dicevano : « Chi non ha. dato lJobolo, se n.e p,uò stare rintanato li. « Vi con.oscia·nw, 'Vi teniamo ti/occhio, 'Vi so-r- ?Jegli,amo nei -vostri CO'Vi , . A SIENA .Erano minacce. La 1-JOttc--ga. in Jiqui<.!a.7..icru:, la mostra della. van.ità, era dun.gtlf: anche una fucina cli rappresaglie' Pareva. M~o di fa- :,jon1 ,,;venti in queste, ~iedioc.··YOdi pietra? ){,;,iti giornali spiegano c-he-t.-~ <; c·h{!1a ris.--;.a d'un tempo ricompare fra 1t: veccbk pietre. ;,1a, t,mt'è. Il Medio Evo aveva un altro sar,ore; questa bottega, adcrna di lampadine "f'P"e-- slate per le luminarie e di ghirlande di carta, sapeYa troppo di fonografo e di film. lntanto, il famiglia del Comune di San Gimi. -6,rnatlO, eh 'è toscano scrutat:<>re e sottile, e aveva C:-dpitodj poter parlare aperte ,accennò a t:ntt!i quegli altarini e ai due cartigli, con qn.el dispregio che solo può avere un d0117,ellocli un pa\a,'..zo com una le ,-i~'"itato - come attesta.no le storie del Pecori, sangirni~rnanese - da. Dante. - Ringraziato sia Dio, egli di-;se, che pu:r cli qul si k,verà questa fanciullaia. Ma tacque quando passò dinanzi. alla porta dai molti richiami ,-istosi; jCeI'ch 'egli è prudente quanto arguto ragionatore. Un giovine era seduto su una panchetm, a ia.r da guardia, certo, a tutto q u.ell 'apparecchio festaiolo, perebè ne;;- ~ìl.D.Q della parte avversa lo .sco:n.cia.sse, profi.ttando della lontananza d quasi tutti i più mattani e bizzarri; e il famiglio comunale gli fece di cappello, ma quello duro: accettava gli omaggi, ma non rendeva i saluti. O conosceva il f.amiglio =e un avversario aperto: difatti, quando fummo poco più innanzi, il giova.ne piegò la manca. sulla piegatura dei braroo destro, e questo agitò a pugno chiuso dietro cli lui. Oggi anrora, se ripenso alle ore cli San Gimignano, il contrasto fra il ~fedio EYo di pietra e quello di cartone mi appare tutte qtri: nel giovinastro seduto all'ombra di qu.elle torri, sotto quei cartellani da cinematografo, ed esercitato' più che trar di balestro, a schermire e01 gesto priapeo. . ** 6'ul piazzale (uori Porta San GioYan.ni. a San Gimignano, c'è una certa lapide murata sul bastione, che, a decifrarla, in quel giorno del giuramento della .Milizia \·olontaria, :{Xlleva un trucco del.l'Opposizione. La lapide sa.ngi.mignanese clice: 1< Qill, l'anno tale e tale, così e così, Xicolò J1achia-velli - esercitò primo J.e .WiUzie Nazionali -- alla nu-O'Va disciplina delle anni. - Qttand-o cessato il rnerci1noni.o degli stipe-nài ~ delJ.e infa,uste l'ompagnie di -1.1entura - riw-ndicossi agli ito/iani il prop,rio diritto - di mmire e spargere sangue P.er !.a patria., ecc. ~c. :. Come piazza d 'aiì1.1-i 1 le reclute di ~ìccolò MachiaYelli •l'ebbero fraucamente bella. Dalla porta, e torno tonio dal recinto del piazz.ale, comincia il decliYio della cOSL'l tutta oJi\-ata; le prime ville biauche in sui poggioli tal quale ::..-ulleetichette di falso Chianti, di.s.corsive èd accoglienti nei loggiati aperti, aJ1che quando sou riquadrate di sagoma come fortezze e con iut-orno i fieniJi zeppi cli maggese, e 1 gli alti c.'lste11i di legname &.~to, come baluardi; e poi l.J.distesa. della campagna, tutta fe:5t0-..<::...'\ uel coutrasto tra le ghirlande delle Yiti ingiallite, intrecciate agli ulivi risecchiti dai ge.li precoci e le pore lucenti, a linee oudulate, condotte :1 regola d'arte su chine difficili, da bovi sa.pie.ini e da erpici ammaestrati, non a sba.ndare le zoJle cli qua e cli là, ma a. pettinare queste teiTe sfarinate e sottili; e la deJlcata arch.itettura degli argini aggrottati, tutti fatica umana, che tiran su i colli come giardini, perchè i colti non smottino; il fwno delle olivi.e.re appena messe 111 opera per la ~'J)remitum più sollecita; e dapperh1~to1 di colle in col~e, l'arguzia delle te.rricciole e delle pievi, e quell'ariosità graziosa del p-.-1esaggio tosca.no, tutto p:issi pissi, aneddoti e voglia di benestare ; e la torr.e mozza di :\fontemic-cioli in fondo. A..lcuni podestà cli San Ginrignauo murarono sulle piombatole della porta, le lbro armi. Piccoli manu.i, tenue opera cli lavoranti senz.a.. pretesa; e pur rifiniti, ben sagomati, ben fermati alle vecchie mura con la calcina di alberese tenace. Documenti delle imprese compiute, e de~ gli uomini morti, fissati senza ordine sulle \-ecchie mura; ingenue come un desiderio di gloria giovanile, solenni come diplomi dì privilegi cittadini, le armi dei podestà toscani guarniscono dov-unque le pietre squadrate dei Palazzi di Cit. tà; da quelli di Arezzo o di Volterra, che ne s011

I bi a rico1.><:rLia, qudli delle pievi rustiche del Mugc·llo e de] Casentino; dal lido delle i\1aremme, «..<n·ele rade ton-i di palazzo ha.uno u.n 'alterigia p;ù viva per il limor del contagio, a quelle dcli.e cittadine delJ'Amiata, che si levano lr-<l l'odor fretico cli borrac-h1a, e iJ vento dei monti sfrulla.nte per le" vette delle faggete e dei castagneti ; do\ 1tmque, i magistrati del Medio Evo in fiore 13&:'iarouo qncsto ~igillo alto più che man d'uo-- _.mo no11 possa toccare; anne e non orma, segno dell'animo e nou del corpo, fatto tutt'uno cou h1 nobiltà elci sito, colJ'austerilà delle mllTa, coll'ameuità del contado, coJla d:ignità dei citU.Kti ni ; oud.e oncor oggi tutta la terra loscana, "-C:grn1t.daalle loro armi come ck1 cicatrici, canta le lodi dei reggitori antichi anche i;e uc dimcutkhi i u01ni; segno cli cortesia. Fu cosi, e con questi peusieii, che subito dopo prooedemmo per Colle Val d'Elsa; ogni occhiata cl >intorno ci pa1·e\'a una presa di possesso su quella terra e di quelle rne1na.r:ic; e mi ricordo che, alle case cti Bibbia.no ve1U1<:f:uori il sole, ·u11,branco di piccioni sì staccò dalla colombaia, e l'ombra htlm.inea passò sui muri bi..'lllchi delle ease, e su un ca1tello che cticeva: « zona infetta di afta epizootica ». :Ma anche questo cartello ci pl1.acque 1 e 1-asoitta ci parve onesta e graziosa. Fiu.chè alle p1·ime case di Colle, la nostra strada oominc{ò a calare in llil bon·o, e a svoltare l\tton10 a1l1abitato 1 al1U11gato in <ùto stùla collina; e ad uno svolto, ci b:ovammo a passaTe ~Ta un filare di alberelli stenti e malati, pianto.ti sul d_g·lioue della str~da e su ceite piaggerelle motose, :>opra il torrente. 1\'la il singolare è, che ognUJ10 di quegli albere.1Ji reggeva un b:"espolino bianco, rosso e verde, e ognuno dei trespoli un cartellino co.l nome di un povero .morto in guerra : onde compr.ende.mmo d'i c-ssere proprio in .mezzo al Parco della Rimemb1-anza rii Colll.e Val d'Elsa. '- Merità, da solo, di fru·e un viaggio a Colle. ·Degli ·alberetti, ce n'è: di quelli intisichiti p~~ i mw::dl.1 di ghiaia che gli stPaditti devono fare ln.n:go la stra.da; ce n'è, degli aJtti. schiantati, o col trespalioo fra=sato, da qualche brutto s-cherzo, di 1no1..7,0 di ruota; e tutti i' cattivi ser- ~izi che le fruste dei carrettieri, le frogie dei ciuchi, i badili degli stradini, la dimoia. alla fine del gelo e il poh:erone d'agosto possono li.:..""'nil.e.-e a delle povere piante, quel viale ùédiicato •ai Caduti se le può aspettare; e poi l'unùliazio,i1e cli essere giù, ficcato nella va11.e mentre qtrei di Colle" i viventi, abitano in alto, e il p1·imo sole è il loro, e 1'tùtimo aII1Che. E qu:esti, poveri nomi d:i morti? Furono' stampati in firetL.'l, su un cartellino bianco, dalla tipografia del paese. Lavoro pnripitoso, eseguito senrm. uobiltà e selli'..a amore; e carta, pensate. Appiccicaiti a1 trespolino con delle punte da disegno, già stinti e fradici per ie prime pioggie, non è possibile essere più mise.rin-i, pill provvisori, più sciatti dii. questi carte.lllni. Oh, le anni di podestà, lavora.te nel manuo, varie secondo tutti gli umori e le voglie ar:1ltlic.he del c&nmittente, lilW"ate a capricçio, e p.ur oggi vi ve come cicatri.ci sul corpo delle mura antiche! Pe:rchè, di quei morti, ,restò traccia così peculiare, e fenna, e di questi, più vici11i a 110i, più gira.udi, più" cari, non resteranno che questi alberetti e questi cartellini, piantati ieri, e poi subito, pare, smessi e buttati?' ~\1iglia.ia e migliaia di cartellirrl!i bianchi, in' centinaia di alberetti stenti, piantati in tutta la Toscana. çJua.nti ne avevamo veduti? Dovu.nque; luor degli abitati, o' d!iuamz,ialle scuole e ai municipi, o- confinati accanto ai cimiteri; e tutti, o appena sgargianti per l'inaugurazione recente, con ancora le Ìmpalcattl.!re drizzate per le lum.in.a.rie o già abbandonati alle erbacce delle strade fuori mano e dei terteni vaghi. Porta.no in sè, così dolorosamente contn-astante con il carattere di tutta la terra, l'impironta dell'ordine venuto dall'alto, e dell'osservanza timo-rosa di una imposizione; paiono etichette, messe li per compiacere i potenti, non per Wl bisogno vivo degli occhi e del cuore. Venne un giorno, .si vede, una. scritta da lontaJ110, da Roma, c'"he imponeva a tutti i borghi e a tutte le pievi, il Parco della, Rimembranza, così e cosi, secondo quel tale modello; e· allora se ne fece una fruia., in poco d,i tempo. Pw che il Parco foss,, piantato, si andò a cercare le te:r,rucole addirittura, che un bosco n.oh ci reggerebbe le barbe; e di gran premura, i fusti deg.li_alberetti, e i cartellilii dei morti; più presto che si poteva, per soprra.vai1za,regli altri nella esecu.ri.o.ne degli ordini e nella occasione della sagra. Ma un tedio, u.na colpevole noia, pare che colga, coloro stessi che furono iniziatori dell'impresa; appena la ba11da ha tonato e i discorsi sono pronunciati e il ministro è ripartito.. I paesi toscani sono sempre in festa; il regime abbonda di espedienti commemorativi; ma il Parco della Rimembranza t_; ])ttono per una volta sola; bisogna passare ad altro. Questa terra, cosi ferma uelle tradizioni e n.eì costume) è violentata e distratta dalle sagre a comando. Smentisce sè stessa e le sue storie, e la fama di cortesia fra le lumina!lie improvvi- ::;ate e le dimostrazioni ordinate e serie. In nes- ~una ,·egione d'Italia, gli espedienti del regime fer-iscouo di p-iù il nostro buon gusto; perchè in LA RJVOLUZIONE LIBERALE Vita A<:l'.erid.iona1e nc.'5-Strn.a,le voci dei rampi e gh aspc:tti delle case e le pietre murate e gli ru·ginini dei solchi e tutto segJJ.auo cosl bene la s,ponu1.11eitàe la cancisione, e chit.-dono uomjJti ed opere argute e clc.licate. LA TERRA AI CONTADINI Pe.rdò ne scapita anche la JU('moria dei morti; i Colligiani 11011 hanno colpa del I.oro povero l'arco della Rimcmbrai17.a, e d.el la vom cosi precipitoso e poi tra.san.dato e dei trespolinj tricolori loi-<lati di mota dalle a,,tomobi li cbe passano. E' la sag,-a, che. (:, passala; che lta. illl• provv-isato e ha stroncalo; che c.Jovw1qu.ctocca, le niemotie dei morti cd il co..c.tumc <lei vivi, tutto dìm.iuu.isce e lTadi.sce. Da quel tris-le viale subu.rba.110del borgo 111uraW di Colle, si sfilò via &tL i\1011.Loriggiani; paese terribile, sepolto vivo iu cima al poggio dalle alte mura, rosse nel sole del tramonto, che non lasciano sop1·avauza-re nc-:;suua casa. il più bel lo cd aste.ro wonumeuto commemonrli vo di tutta Toscana; almeno per chi udì quei giorni, 1:a voce d,i certi soldatini del contado senese: « Macch.in:ist.a. di Poggibonsj Tace.a puxc tuta macchitw. a vanti Siam borghesi cougeda.nll Ed a casa si voi tornà ». pet' chi udl passare cosl, di -strof; iIL strofa, lutti i nomi del e011tado, c fin qU'ello di ì\{ontcdgg:io11i, sl ; dove se w1a sillaba era. di soverchio, quei canterini la maugiavano pronuTI7..ian~ do; e la nostalgla ci si sentiva tutta, anche in - quattro sill:abe sole. Siena, la sera, era tutta in :;agra. Certi giovanottini di, su..' 'l. vent'aruti, ili quelli ctl!Ì le sto1uellatrici dri. 1111 tempo salutavano ool « Quando ti vedo mi par nato il sole», anda- \·ano attorno col moschetto imbracciato, come se per via Larga ci battessei·o le ·lepri; e-occhio ai piedi, c'era da farsi arruotare dai camiOllS' stracarichi cli urla.tori. Il git.1.'l'amento era stato dato alla mattina sulla Lizza; dbpo una giornata di sole; questi erano i momenti brutti. Al Casino dei Signori, sotto la Loggia dei Mercanti il decoroso S'crvitore s'era ridotto a,d; ogni buon fine presst> il cancello per difendere l' entratura con l'autorità della 1ivrea. Dei canti non dico; una Toscana stravacata, beccnt e sgangherata. tene.va Ù n1a<rciapiede sotto le alte dimore elci Sa.limbene e dei Tolomei. Ma sul campo, c'era deserto e silenz.:io. Solo la.ssù, sopra le bertesche de!Ja To'rlre, attorno al castello delle campa.ne, aveva.no fatto un po' di Luminaria; ma .con gru:bo, aU'an.tica, con certi lumini che ìappol:ava,no e j>alpitavallb nel vento della sera. .'\.iutati da quelle luci, ci pareva di cogliere, pur nel buio tutto lo slancio e la grazia d'elio stelo di pietra, i'l più bello che abbia germogliato tra l'Appennino ed il maire; ma forse, 51 ritrovava in noi stessi, al di sopra d'el clamore sagraiolo, il profilo della Toscana gentile. GIOVANNI ANSALDO LA MASSONERIA Non crediamo che il Mussolini voglia condu:rre sul serio la lotta contro h Massoneria. Se fosse non crediamo che gli riesca perehè per soppri. mere le società segrete, non bisogna reru:!ere la vita. impossibile a quelle aperte e dichiarate. In linea di principio nulla ci è più odioso della, mentalità del congiurato e ci sembra che la lotta politica abbia la sua dignità in quanto si combatte all'aperto. Questè le fàgiotii Mlla uostra antica e radicale opposizione alla Massoneria. Sul terreoo contingente crediamo che dj taluni errori commessi dalle opposizioni in questi mesi la responsapilità debba ricercarsi appunto e soltanto in 1.1!Ila certa influenza esercitata in casi specifici dalla Massoue1i.a sull'azione dell'Aventino Fu la Massoneria che influì a far peccare di troppo ottimismo gli oppositori. La Massoneria rispetto al Fascismo è ciò che può essere ... la Mjissoueria. Ossia non può scendere alla lotta aperta, all'intransigenza. Lo spirito della Massoneria è di. rimanere nel! 'equivoco, di noi.1 spingere le cose all'estremo, di non escludere il compromesso e la transazioue. Per il massone è semp1·e possibile mettersi• cl 1accordo, dividere le parti; la commedia della faccia feroce per il pubblico, ma a tu per tu concertare botta e risposta. La Massoneria ideò nell'agosto e nel settembl'e scorso il gran pateracchio del blocco di tutti, della soluzione centtista., della sagra comp,leta con un ministero Giolitti - Orlando - Salandra - Delcroix - Benelli - Savelli - Peppino Garibaldi con punter"e-lle magari sino a Frui nacci e a E. Chiesa. E' questo equi VGCo presentato in, forma or pitì or meno salace che ha danneggiato l'opera dell'Aventino. Rfvol1tzione Liberale combatte. da 5 mesi a struISCherare tale equivocc. In qiiesta battaglia la Massoneria deve ricevere la sua definitiva sconfitta: Ja battaglia delle opposizioni contro il fascismo non si 'può chiudere in nessun comp1·0111es.c;oc;hi lavora per una transazione lavora per il Mussolini. Noi sappiamo che l'Aventino queste cose le ba ben capite. p. g. La prima edizione di questo numero di « R:ivoJu_ zione Liberale» è stata sequestrata oer tre articuH di R, !\Iondolfo, G. PrezzoJini, G. R-ensi sulla quc. stione istituzionale. Li abbiamo sostituiti, ma, a parte il danno, non abbiamo potuto evitare due gior. ni di ritardo. l I lc:1..lon:: cbe e i ;tbbia fatto l'un.ore di bc.--guire quanto abbiamo scritto su que.st.o periodico, troverà da 5<:, con la s.ua _rx:r&-pic.:ada, il nesso logico che lega e coordina in un tutt:o cnganico ed arruouico queste nostre iclt(: sulia questione 1neridfonale. Il problema attuale l cminen.temente agricc,l.o; "'1 è problema, com'è facile comprerule:re, CO'lltemporaneamen~ : ec.onomico, moralt, sociale, politico. li problema agricolo è problenm • à' i><Unsijicazione agric.ola ~, di maggiore produzione, di maggiore rendimt.:nto. La emancipaz.ione dalla coltura gran.aria, e perciò dal dazio sul grano, come già scrivemmo, è btn..-1.t.a.mentcconnessa con la int..en.&'1..6.ca✓..ione agricola, pe,...,-chdèa_noi il grano appartiene più alla coltura estensiva t.:h<: alla inté:nsiva. La i:nte,isificazione agraria dposa, naturalmente, su tre fattori, che poi sono i soliti tre elementi o fattori ,lei la produzione: natura, lavoro, capitale. Per la risoll172one adeguata del nostro problema occorre analh.J"...are questi tre:: fattori iu rapporto alle nostre co1ulizioni, al fine, ai mezzi. Ci,rca l'elemento 11alura l facile dire che occorre meglio Comprenclere, per meglio sfruttare-, i nost.-ri clementi na.turali, dal suolo al dima., in rapporto in.sc.i.n.dibik, s'intende be.ne, con le condizioni degli altri fattori, lavoro e capitale. Anche da questo punto si presenta uguale la necessità clella limitazion.e della coltura granaria, con la sostituzione di pl'ocl.u.z.ionipiù conformi alla nostra terra e al nootro cielo, e quindi più redditizie. Quanto al fattore I,( la1Joro », fondamentale anche per questa nostra economia, esso, com' & noto, va distinto in lavoro intellettivo (organizzativo e direttivo) e lavoro materiale. Questo del lavoro è Pargomento che noi oggi vogliamo qui svolgere in particolare. Si scrive, si è sempre scritto che il problema meridionale è problema economico ed anche pi:1. problema morale, spirituale. Sa,rebbe strano' che fosse diversamente : ogni problema economico è nel contempo sociale e spiritu.a.le. Noi abbiamo quaggiù, purtroppo, trna massa che è tutt'ora -plebe e non popolo; elevare questa plebe a èignità di popolo, ecco il massimo problema, come affermava lucidamente un Pedagogista, .studioso del nostro r,roblema meridionale, il Prof. Guido Della Valle, nel suo acuto discorso, col quale testè ina..uglll"'avasi il nuovo_ anno accademico ptesso la R. Univer@tà di Napoli. Nessun 'opera più meritoria -- diceva 1'amico 110stro - della elevazione intellettuale e morale di qu-esta riserva prvJosa di energie potenziali che è il popolo meridionale; nessuna vittoria è più gloriosa che questa di trasformare la plebe in popolo, d'innalzare alla luce del vero, clel bello, del bene un volgo disperso, che nome / non ha. E ba.disi (noi no.a ci stancheremo mai cli after- ,uarlo) che nessuno comprenderà mai bene l'Italia e i suoi problen1i, nè meriterà vera.mente il nome di Statista, che non abbia prima compreso quanta. virtuosità naturale, quale riserva preziosa di energie nazionali si celi sotto la scorza ruvida di questa gente, che molti banno scoperta nei suoi appariscenti, superficiali difetti, e calunniata, ma non studiata mai abbastanza, seriamente, co.scienziosamente nelle sue non poche, non scarse virtù, altamente potenziabili nell'interesse della intiera Nazione. Elevare la nostra plebe a popolo - ma come? Dotando - pensiamo e scriviamo da tanto tempo - queste regioni di ntunerose e forti classi cli piccoli imprenditori agricoli, di piccoli proprietari cli ca.mpagna; diminuendo, assottigliando al massimo (far scomparire è impossibile) la odiesna munerosa classe dei salariati agricoli, ·dei braccianti; aiutandola ad elevarsi a piccoli prnduttori, a produttori sfruttanti direttamente il proprio lavoro, direttamente interessati al massimo rendimento agricolo. Avremo così nu popolo aJ posto di plebe; un popolo sotto il riguardo economico e poscia, necessariamente, sotto il riguardo morale e politico. Un popolo non più facile massa di manovra di ciai·latani politici, propagandisti della utopia del sol de11'avvenire o duci e ras maggio1i e minori del novello feudalesimo del p:iù pratico sole del presente. Il p,roble.ma e<eonomico e il problema morale del :Mezzogiorno è proprio qui, se non 1 in tutto, in buona parte certamente. E che noi siamo nel vero ce lo dice e conferma tutto il risultato del nostro fenomeno emigratorio, la passione con la quale schiere innumeri di contadini meridionali si avventuravano e si avventurano risolutamente al di là degli oceani, fra i mille stenti di w1a emigrazione « 1m.slàlltd. )l' per ritornarsene in patria col pectùio sufficiente- a comprarsi avi,. damente quel campicello sn c11.ipotersi asside.re « paclroni e clonni li, e potersi gode.re quei « djritti dell' umno » che la Grande Rivoh17Jo11eaveva loro dati in potenza, ma notf in fatto. La terra ai contadin·i ! , ecco tutto; ecco 1 'antico g1ido1 l'antica aspirazione; ma non nel sens? bolscevico, bbterato nel primo scapigliato dopo-guerra e aizzato dai ciurmadori di piazza dai pescatori cli torbido. Non la terra invas: ~ occupata violentemente, usurpata ai suoi legittimi p1·oprietari, ma la ten·a legittimamente e pacifìcame11te con.cessa in affitto, a mezzadria, in <.:nfiteusi ai diretti coltivatori cli es.sa, ai c-oota.dini. Non il la1.:orode--~-'essere Locato aua terra, ma la lerra deVessere locata al larvoro; ecoo la formola. La vera intensificazione dell'agricoltura 1'Jecid1ona1e non si potrà raggiungere che per q11I:Sl:t via . .'ivn. bastano i cunr1mi, gJi attrezzi, le rt.!ltea- ;,Jun-:i,occorre sopratutto • l-'uomo , . Le p-ico:dt: terre tenute dai contadini sono ridotte a 11.lira; bi1i giardini; abbiamù nul11..E:'rosi e splendidi u;ernpi. Data la scarsità di capitali qu.aggiu, è qu.a..i ge:n.e:ralmente impossibile c:he int.ensificazioni e grandi migliorie: 5ienv fatte dai diretti propcittari 1 cui cosfano un G<'cbio senza adt:gu.a.ti Clffrispettivi (interessi) rx:r i nuovi, maggiori investiinenti <li capitali, SJX-cie s<c presi a p-restito. Svlo la passione, la tkrla.cia e quindi lo spiritr, di sacrificio, talvolta addirittura eroi.cv, dei contadini e coltivatori diretti J)'UÒ supplire alla de. fide:nza dei capitali e ~oStitui.re fiumi ili sudori ,i mancanti fiumi ùi oro, per la rc-den;,jc,ne ,Jell-e nostre vecchie esauste terre. :'\ nche in agriooltura si fa quistione. di [ gran- <le e piccola impresa •. Sc."117..a ripetere qui gli elementi teorici clella quistione, possiamo sùbitr; -r-scludere che da noi, date le nostre peculiari oondizioni, nO'Dsi potrà affermare cbe la piccx,i.a lm_presa agricola. I.a intensificazione della n<.,- ,;,tra cultura agraria sarà, come in parte i- già t-tvviata, opera di. cont.adjni, piccoli produttori; potrà seguire dopo probabilmente la grande impresa, anche cooperatbistica, a.ssocia.nd.o fra loro i piccoli p-roprietari, che avranno frattanto fatta quella educazione senza della quale la coopera- ~-ione intristisce e muore-, come pianta in. terra inadatta. 1 tentativi cl.i grandi imprese agricole fatti in varie parti di queste regioni da capitalisti del Nord riuscirono quasi sempre una vera delu9ione, anche perchè niente richiede più prudenza e lenta oculatezza delle frasformazioni ;g,.arie. , Non è il caso, almeno in questo articolo, di fS0r tninare le ragioni particolari; ci basta qui ki constatazione. Ma come si spingerebbe questo s,;luppo, questo incremento della piccola proprietà e il -.llj),.,::. <amento della fase del salariato' Qui occorre esser· chiari : precisi e recisi. l\lienle leggi speciali~ per amor del cielo!, 11iente inte-ruent.i statàli. La formazione della piccola proprietà e il passaggio, la trasfonnazicme dei contadini da salariati a coltivatori diretti era già prima de.Ila guerra in promettente sviluppo; \a guerra prima, le leggi limitatrici e stroncatrici della emigrazione dopo, hanno arrestato il salutare sviluppo. E' van.o sperare, almeno per ora, di pvt.er fronteggiare la opposizione americana alla n<>- ;;tra emigrazione, quel potente protezionismo operaio; solo i11usi o illusionisti possono agita.ce questa speranza. Di conseguenza la ripresa dello ,viluppo della piccola proprietà sarà effetto di ragionamento, di persuasione e quindi di propagruida. Convincere i proprietari di terreni cli tutti i benefici economici, morali, politici della cessione cli terre ai contadini: in affitto, a mez.- i.adria, in enfiteusi, o della vendita addirittura a piccoli lotti 1 con facilitaziµni, agevolazioni detta.te non da altruismo ascetico, ma, alm.euo1 cùt egoismo illuminato. S-i avrà cosi la maggior ricchezza, la maggiore convenienza di molti degli attuali proprieta1-i di terreni, specie dei più grossi; si avrà la maggiore ricche-zui e la rroenzione economie 1, ,;o. ciale,' politica dell'attuale nwnerosa clas:--e dei contadini braccianti, salariati; si avrà la soluzione, almeno in gran parte, della questione meridionale. La chiusura della e.m.igraz.ione, .specie trau .-...- oceanic:a, rende ancora più acuta la necessità ti i iuteusificare la nostra agricoltura, per creare lavoro alla esuberanza della. nostra popolazioue. La pensino bene i più ostinati proprietari cli teITe ! Non s'illudano sugli specifici... da ".i\ledioevo ! lnclietrò u.on si torna .. Quando nna forte plebe di liberi Dirit guardando al sole: - Illumina Non ozi e guerre ai tiranni, Ma la ginstizia pria del lavoro? GIOVANNI CAR,\NO-DONVl'fO LA SOSTANZA DEL PROBLEMA I. Dai giornali ufficiosi. 7,8 gennaio 1925: Il ministro dei LL. PP. on. Giuriati dichiara che convergerà' tutta la sua azione per la soluzione dei problemi del!' Italia Meridionale. Ora che iu bilancio sono state stanziate ingenti somme, OC'COITeaccelerare il 1itmo dei lavori Q"là deliberati, in modo che l'Italia Yieridionale -::,ed Insula.re abbiano finalmente, ed in modo concreto, la sensazione del!' applicazione totale dei provvedimenti. 2. Dal discor50 dell'on. Sonnino su la qilestione E:::- ridionale, pronunziato in Napoli il 9 novembre }~2: Questa del NJezzog-iorno non è solt.anto, anzi 110n è principalmente questione di lavori pubblici : l'errore maggiore, anche degli stes.c:.imeridionali, è stato di volerla sempre considerare 0 trattare come tale.· Per parte mia concordo sulla fonntùa espresse in Senato da11' on. Cava.so.ki - doversi, cioè, attendere il beneficio economi~ del Mezzogiorno assai più dalla provvida azione dello Stato che non dalle opere da-eseguirsi dallo Stato.

bi LA Rl V()f UZIONE LJ DERA lY LIBERALISMO IN ATTO b ltalia, il Partito Liberale è late solo di nome, di fatto è un partito di conservatori, nel seo.so più ristretto della ·parola, e di clerico moderati. ln Inghilterra, nella l.otta combattuta tra i labouristi al potere e i conservatori che souo 1"1u.acitia cacciameli, il Partito Liberale ha agito oome zavorra la qua.le, spostandosi, detennlua sì nn mutamento di equilibrio, ma è pur sempre un peso morto. Tanto al momento dell'assunzione al potere di i\fac Donald quanto dopo le ultime elezioni, molti fruono concordi nell1asserire che il ];'. L. aveva sentito suonare la sua ultima ora, ave-.,a esaurito il suo compito storico per cui, mentre la sua ala destra dovrebbe finire col far oorpo coi oonservato1i, il resto è destinato a-passare al labouri&mo, erede necessario e antesign.a.no dei suoi princi pii. Siamo ben lontan.i dall'identificare uel P. L. inglese la realiuazione integrale dell'idea liberale. Esso ha. U11coutC1iuto liberale ancora assai profondo, ma convoglia di fatto precisi interessi economici e sociali per cui il suo orientamento liberale è conclii,ionato e limitato. D'altra parte non siamo disposti a credere, per quanto altre vol,t,e dicemmo, che l'idea liberale abbia trovato 1\ pin esauriente interprete e continuatore nel laburismo più o meno socialisteggiante. Ora, ci chiediaiuo se possa in realtà esistere un pentito pel quale l'aggettivo liberale assuma inie4-a la sua. storica significazione. E saremmo te"'l.tati di risponder sin d 1ora in senso negativo per una ragione capitale e cioè che partito è la riunione di persone che hanno comuni interessi economici e sociali e che vogliono affermarli e tntela.rli, mentre liberalismo è il riconoscimento dell'affermarsi nel corso della storia degli inteff'SSi e del movimenti cui essi d.ànno luogo, per cui è partecipe della vita combattuta solo in q.ua.nto e...~rcita una azione di critica e di revisione delle forze (interessi) in atto - quali si siano - alirneut.andole, per quanto le loro specifiche tenden:oe lo comportino, dei suoi postulati. 1 ~ procediamo con ordine e vediamo di deter _ minare qua.le profondità possa questa, funzione attingere, quale importanza avere nella vita 'di un paese. La vita politica non è che il manifestarsi del1'u.rto di diverse classi (classi che si esauriscono E classi che assurgono; e nell'interno di ciascuna da.sse., c-ategorie che si uttµi.o e si sele7ionano) mentre contemporaneo si svolge un processo continuo di osmosi tra l'una e l'altra che ne rende più complessi i moti. Ogni c1asse - corpo composito e ineguale iu ~enne ricerca di un suo proprio equilibrio interno, oltre che di quello esterti.o - tende necessariamente a identifica,·e gli interessi della •collettività n.ei prop1·ii, o per dir meglio, a far coincide1-e il massimo di utilità sociale col mas- ~mo di tutela degli interessi proprii. Tale tendenza si esprime in senso conservatore per la classe che detiene il governo, in senso rivolwjonario per la classe che aspira al potere. Questa ben inteso, non pone semplicisticamente ii p,roblema nei suoi termini realistici : togliti cbe mi ci metta io, anche perchè contro di sè S-tJf5.citerebbepiù acerba la resistenza dell'avversario, ili che sarebbe contrario all'economia stessa <lella lotta. Ricorre qniudi più volentieri a iormula,ioni ideologiche a fondo sentimentale e si alimenta allora dei miti potenti dell'eguagiianza e della fraternità, dell'abolizione cioè ààle cla,:,;s1ron 1'assorbimento di tutti gli indiv:idui iu una claS6e unica nella quale gli interessi ài tutti e di ognuno siano assunti in nna univei.-sa1earmonia.. l'osta la premessa dell'identità soggetti va tendooziale degli interessi cli classe· con quelli della collettività, non può recar meraviglia se lo Stato sia considerato costantemente come mezzo per l'appagsawento degli interessi stessi. Si ha quindi: con un governo borghese, il p;-:otezionismo industriale, la lotta contro l'orgaD.lN.az.ioneoperaia, il prepotere di interessi pluboc:ratici, ecc·. ; con un governo che sia emana- :ll!one anche parziale dei ceti pt"oletari o di essi subisca l'influen7...a, avremo il socialismo di Stato in tutte le ~me forme a diretto beneficio dei lavo.ratori. ):!è l'uno nè l'altro tien conto delle 1i:percussioni mediate della pratica intervenzion.lsta del governo, m.a si tieu pago degli effetti immediati conseguiti a favore della classe rapp<'esentata. Effetti me<liati contrari alle previsioni, in quanto si concreta110 in un.a riduzione de11a ricchezza nazionale, non possono mancare con una politica che fa dello Stato il fulcro dei rappoTti economici privati. E ciò perchè la riparb:;,.lone della ricchezza. raggiunta. col suo iuterTe:nto non può essere che arbitraria. Non lo sarebbe se si conoscesse esattamente la composizione della società nazionale e qualora tale composizione fosse costante. Il che non è, non solo Pf:"' fatto naturale facilmente osservabile, ma per l'effetto stesso dell'intervento. .-\d ogni modo, per quanto aa.·bitrario sia l 'effetto ultimo della subordinazione dell'equilibrio economico aJla volontà di un p~re centrale che, oc"l1lnnque si sia stabilito, attribuisce a chi lo incarna un yalore sociale diverno da quello che e.~~ axrebbe se si tenesse conto esclusivamente delle sue effettive capacità prnduttive, il fatto sk>ricamente sussiste per ragioni utilitarie o sentimentali (indirettamente utilitarie) ed è conseg-uen:,.a di una. precisa volontà dei cittadini, sarebbe inntile negarlo. Esso è voluto dai conser- ,-ntori (classe al J?.Otere)i quali vi cercano il modo d1 orientare specialmente a loro particolare be11eficio l'impiego della ricchezza nazionale, e di comperare, con uu sacrificio in gran parte apparente, la tranquillità sociale, c ciò col sodd.iswc a spese comuni, in modo parziale, le aspirazioni delle categorie rivoluzionarie (aspiranti al potere) più temibili, in esse creando, mediante i benefici ragginuti, interessi contrari a quelli di altre categorie del la classe me<lesima cui le ulti. me appartengono. E' voluto altresl dalla classe rivoluzionaria la qnale, pur sotto gli impulsi di aspirazioni totalitarie, non può soffocare quella che è tendenza generale di tutti gli uomini e cioè la preferenza decisa per l'uovo oggi che per la gallina domani, per cui solo una esigua minoranza si sente capace di stringersi in una dura intransigenza, mentre la maggioranza non sa rinllllziare ad alcu.t1 be.ue.fìcio present.e anche se la sua accettazione significhi riduzione dell 'impulso rivoluzionario. In uuo schema siffatto della lotta politica quale valore ha il pensiero liberale? •Ogui clas.se al potere è per necessità cli conservazione illiberale. La consideraziotie del numero di individui in essa compresi - il diritte cioè della maggioranza - non ha che un peso contingente insufficiente cli per sè a giustificare in linea, assoluta il potere; si.a perchè i diritti delle minoranze potranno essere tenuti allo stato potenziale, 111.a non posS0110 essere di fatto distrutti; sia perc.hè ogni classe è uu soggetto in continua trasformazione, dal ~1u.ale nascono nuove « élites », che reggono in nome della classe stessa il governo, e tendono a differenziarsi dalle altre categorie imponendo i loro particolari interessi come prroprii di tutta. la classe, per cui anche il termine maggioranza è un termine di impossibile definizione concreta. Ciò che accade nell'ambito dello Stato, della società, acca<le pure nell'ambito della classe. Siccome dunque uon si può scindere il fatto Stato da chi materialmente occupa il governo, lo Stato' liberale non ha possibilità di attuazione pratica perchè esso dovrebbe ridursi rigida.mente nei confini delle funzioni negative d, gove:/no, cli tutela cioè di tutti i cittadini come tali, in quanto persone fisiche e giuridiche, inclipendentemente dai loro interessi cli diretta portata e<:onomica. Lo Stato allora appare come nu limite verao il quale si tende, ma praticamente irraggiw1gibile. E tale limite si pone in quanto è armonia spontanea delle forze agenti nel mondo politico -e rappresenta. quindi il 1.1. maximum )> di tttilità sociale che in determinate condizioni loro è possibile cli raggiungere. Da questa valutazione delI'armonia nascente dal loro contrasto, il libera.le può interamente comprendere la grandezza del mito negatore delle classi, pur riconoscendone l'inanità pratica i11, quanto irraggiungibile speranza senza una premessa cli assoluta eguaglianza degli individui, poichè non si nega una libertà senza negarle tutte. Ba.se del pensiero liberale è una interpretazione critica e storicistica della vita 1 politica, retta sul riconoscimento : a) del conflitto tra le classi; b) della infinita varietà di soluzioni, di equilibri (c.ombinazioni di interessi) che tale 'conflitto successivamente può raggiungere, e della loro precarietà ; e) deIIa necessità cli una valoriz:7....azionecostante, di fronte ad una combinazione politica dominante, cioè presente, delle forze in atto o potenziali dirette a contrastare a quella il dominio I a prepaiarsi a succederle con una di versa combinazione, e ciò perchè siano ridotte al minimo quelle tendew..e che contrastano il dinamismo sociale. Abbiamo detto che lo Stato liberale non può esistere come organismo concreto ma solo come limite verso il quale tende l'azione sociale; ora, non è impossibile trovare elementi sociali capaci di comprendere tutta la profondità di questo concetto relativistico della lotta politica ed intorno ad esso gravitare come intorno a un partito; ma si t:I\J.tterà pur sempre di , élites ,, di quadri, non di masse. Tali ((élites n pertanto non rinunziano ad esercitare una attività politica diretta, anzi, quanto più la loro posizione ideale prescinde d,igli interessi cli una determinata classe, tanto più essi assumono il compito cli inserirsi nella lotta fra le classi ad esse inclicando con La ineluttabilità del loro urto la possibilità di una affermazione soltanto traverso uoa chiara coscienza dei proprii compiti storici, una decisa volontà cli attuarli, una 1ssoluta intransigew..a, solo a prezzo.- della quale potranno esprimere sew..a equivoco quei valori che di fatto con J.a loro combinazione devono stabilire l'equilibrio politico ed economico del momento_ Se ci fosse permesso usare di = espressione tecnica <liremmo che le forze liberali costituiscono il catalizzatore della lotta politica, l'organismo detenninatore del rinnovarsi perenne di un equilibrio sociale. Opera siffatta si avvera non certo con la pura e semplice elaborazione cli dottrine, con la pura e semplice interpretazione storica dello Stato, ma anche con una diretta partecipazione dialettica agli episodi della lotta. Tale partecipazione si completa col passaggio matetiale di singo11 individui permeati dell'idea liberale a correnti èi ii1ten~si definiti, cioè a partiti in campo. Pei· quanto abbiamo detto costoro condizionano il loro Uberali5mo agli intt.-ressi contingt..-nti, ali< 1Jecessità tattiche della classe nella quale si so.no inseriti e cessano e;osl di essere liberali, ma compiono opera di divulgazione dei principi i del liberalismo in ~= agli organismi che li ospitano, ed un nuovo pas.so può esser compiuto ,er~o il limite vagheggiato. Tali ladivi(lui non interessano più il movjmento liberale propriamente detto; questo invece non può non continuare L-i su;1 vit:i agitando per tutti i partiti ~ contro tutti i partiti problemi c-oncret.i diretti alla lotta contro ogni subonlinazioac dello Stato agli i11krcssi della classe dominante o cli w1a qualunque altra cl.asse, e ciò mediante la rivendicaziont: a) di t1tlte le libere iniziati ve economiche indjvidu.ali e collettive a carattere privato in qualunqu<: classe esse si manife,;;ti110; t b) della più ampia libertà cli manifestazione della volontà politica degli individui e dei gruppi che solo ])UÒ dare ad essi la possibilità cli combattere il prote-Lionismo cl.assista della classe al potere e della classe aspira11te al potere; e come conseguen.z.a e) di q11ci sistemi cli partecipazione alla vita politica 11,,L:,Jonaleche assicurino il più ampio, cosciente concorso delle masse al governo. - Ci si può obbiettare che cli fatto la maggioranza dei cittadini manifestanti la loro volontà mediante quelle fonne cli pa:rtecipw..ione al governo che_il liberalismo accoglie e clifende, può fonnU,. lare una costituzione deUo Stato tale da attribuire ad essi un potere assoluto sn tutti i rapporti ecouomici che oggi sono regolati dalla volontà dei singoli, vale a clire che lo Stato liberale (imperfetto) tenti uu equilibrio sociale perfettamente illiberale in quanto irrigidito in una formula che vorrebbe essere definitiva. Il problema che si pone è assai semplice. O la nuova costituzione rappresenta di fatto l'optimwn, sociale e soddisfa tutti indistintamente i cittadini, e in tal caso non esisterebbero forze di opposizione, non vi sarebbe lotta JX>litic:a, l'eden sarebbe raggiunto, il pensiero liberale, com.e ogni altra. dottrina politica~ non avTebbe ragion d 'essere. Lasciamo ipotesi siffatta ai poeti. Se iuve<:e, come è probabile, il nuovo equilibrio lascerà e vechà sorgere interessi non soddisfatti e quindi agenti allo scopo di dissolverlo per sostituirlo ~on un nuovo, il liberalismo avTà una !?ua funzione continua e cioè riconoscere quegli interessi e per essi rivendicare nello Stato la possibilità di una manifestazione minoritaria. Ove tale manifestazione non fosse dal potere costituito tollerata, avremo nella frode la realizzazione degli interessi con.cuJcati. E sarà essa l'inizio di un nuovo equilibrio. Il liberalismo la dovrà constatare constatando che l'• optimum, sociale noni è raggiunto, che è necessaria una ulteriore elaborazione del!' equilibrio sociale che' cioè la battaglia libel'ale ricomincia, per la difesa dei nuovi interessi nascenti contro gli interessi conserva t01i. RICCAROO BAUF:R_ LA SITUAZIONE Gli ultilui av'cenimenti confermando le nostre tesi e dimostrando che non, ci eravamo ingannati sostenendo, contro l'ottimismo di tutti, una tùteriore capacità di resistenza del Mussolini, ci lasciano sereni al nostro posto. I fatti nuo-ui essendd stati da noi previsti i1 nostro pensiero non ha bisogno di revisione. Lo riaffermiamo : r) Saland.ra, Giolitti, i ·combattenti, i dissidenti del listone non servono a liquidare il fascismo. 2) Due armi cli lotta. contro il fascismo hannb migliorato il costume politico di un gruppo di italiani ; la resistenza <le·lleopposizioni ne è = p:rova. Non metterebbe conto aver combattuto questi due anni pe11 tornare a Giolitti o a, Salandra. 3) La politica.. conservatrice del Mussolini non ci spaventa. Abbiamo se.ritta l'elogio del/a ghiglioit.-hia mentre si facevano qui a Torino le liste di proscrizione . 4) In quanto alla libe:rtà cli stampa parlando ad un pubbiico ristretto, che sa leggere, noi ci impegnamo di conservarcela. 5) La liquidazione del fascismo non si può aspettaTe dagli intrighi parlamentari nè da interventi dall'Alto nè dalle barricate. Non si può continuare il costume inaugurato due anni fa : la lotta politica non può ridursi a una successione di spedizioni di avventurieri e di dilettanti d'armi. Si liquida il fascismo lavorando per preparare una classe diligente seria e nuova; cer. cando di abituare il popolo italiano a un maggioT senso di dignità e di carattere. 6) Nei Comitati delle Opposizioni i Gruppi di II Rivoluzione Liberale) sostengano queste premesse di integtalismo; concludendone che non si deve mutare la tattica cominciata nel giugno; ma preparare un'atmosfera di collaborazione leale tra popolari e socialisti che sappiano proporsi nel futUio con sicura maturità il problema del governo. Quando il Mussolini farà le elezioni l'Aventino applicherà la proporzionale prima delle elezioni, formando il cartello elettoraJe, dividendosi i posti e concentrando i voti su un solo candidato per ogni collegio. p. g. 11 Del popolo greco Se ad ,\tene le infinitt, sovra.s-tru.tture e la ialsila ddlé imitazioni <!all'estero impediscono di percepì re una SO&tanz.a profonda ed unitaria, che costituisca il carattere <lella nazione, ciò i: piu facile conosc:E:Ddo la vita della provincia, studiando l'animo e le manif<oStazioni del popolo nelle varie regioni. Qui, mentre la ,;empliciti. impedisce tuttavia all'artifizio cli c,,lare il reak sentire, il tenace spirito ron,;ervativo p<:rpctu« I,: immediate espressic,ni popolari. A ila smania di modernità ID A tene, si cc,ntrappone dunqué lo spirito delle prr.rcin.de. Per la loro 5lessa. p<.1Sizivne 1 isolate dal mare o da alte montagne, pove::rament.t comunicanti w:ia co1l'a1tra, rh:,trttte cia.G<.1Jlla in St: da una economia rudimentale e cumpk-ta, prc,,lucendo ogni regione quat,i tutto il proprio nEa:S6ario e poco atbisognando di scambio, es.sE:: hanno vissnto sempre una vita raccolta, limitata allo stretto ambito dell'isola o della vallata, lontana da oontatti e da influc-n.1..ee, d hanno cosi salvalo la loro particolare indjvidualità, mentre negli abitanti si foggiava un carattere fiero, contento di sé t: ostile ad ogni novità. Ogni provincia ha cosi UJ1 suo tono spirituale, e se ne avverte la differenza passando da una all'altra; la Lacunia morbici,,. e sensuale, l'Arcadia rude e irv..,spite, 1a Beoz;ia tarda. e neghittosa, Creta forte e generosa, la Foci.de astratta. e crudele; e cunserv·a con cura gelosa il patrimonio tradizionale, siano canti e danze, siano costumi e fogge d'aggetti, .siano le costumanze ,ituali che richiamano a volte alla mente di eh i contempla ricordi di antiche età; anche se son cose cui la praticità. e le nnove esigenze della vita consiglierebbero di rinunciare. C'è un bisogno cli non abbandonare questo patrimonio, quasi si fosse consci di perdere con esso la propria anima fr=a e immediata, e cli cadere nell'uniformità della vita moderna. C'è un fresco arcaismo, un basare su pochi valori solidi e<l elementari; quello che vantano con ll06talgia i lodatori dell'ingenua vita del campo. Pare da principio che in questo restringersi in sé d'ogni piccola regione, respingendo ogni intromissione estranea, sia una delle manifes.ta7Joni dello spirito individualista dei Greci; e che pertanto, oltre il legame regionale, nessun altro più largo cementi tutte le prO\,;ncie; fare che ciascuno viva per sè, e consideri tutti gli alb-i estranei, anzichè unire solidaria.mente a sè tutti i compatrioti; nè il contatto col cittadino di Atene disinganna, perchè, sotto le parole patriottiche e i retorici richiami ali 'antico non c'f:: alcuna volontà di sacrifizio e sommissione a un comune dovere, ma ciascuno si considera estraneo al d:overe che vorrebbe imjX)ITe agli altri. Ma ci si accorge poi che nella provincia la co,;a è diversa: nn senso di patria, anche incompleto e rudimentale, esiste, ed è vivo in tutti. Realmente un legame sincero stringe tutti questi uomini dall'eguale lingua; qualcosa. as__<olulamente naturale e irrazionale, quasi fisico, m.a efiioente; qualcosa ch'è vivo in tutti e risponde generosamente a toccarlo; è il senso della stir- -pe, acuito dalla lotta contro lo straniero, esacerbato dall'aspirazione alla libertà. Lo si capisce, constatando come sia presente in tutto il popolo, in qualunque luogo, il ricordo delle guerre per l'indipendenza. Fatti che la fantasia ha ingenuamente travisati, resi leggenda meravigliOSB, sono sempre vivi nella memo.ria; non v'ha casa in cui manchino i ritratti degli eroi nazionali; non paese dove non si mostri con orgoglio il luogo in _cui gli avi combatterono, vincendo in cento su migliaia cli turchi; da all;,.a data il senso di patria, e pare che di lì cominci la reale storia del paese, perchè quello fu il primo &forzo comune; anche più sentito delle recenti ruerre che sono nelle menti pallide ed est.rane:, ~ ricordo di terrore; dovere penoso e doloroso, solo dovere1 mentre le prime vero atto di volontà di cui rimane eterno l1orgoglio. Ma questo legame ,·ale più di fronte agli altri che in sè stessi; uno spirito che rinasce solo in cospetto dello straniero, ma. che nella vita interna non è valido e non consiglia. E' fatto di 1icordo, nè ha un volere, una linea definita per il futuro. E' un legame negativo, da cui può nasce.re una. resistenza, anche una reazione, ma non una azione tutta nuova; legame conservativo, materiato di passato e di tradizione, n::.a che non sa trarre voci per i1 futuro : lo si vede negli ultimi anni. Esso è tropJX>naturale e rudimentale; non è diventato ancora cosciente nou s'è fatto legame spirituale, interiore, con' una tradizione di coltura, con una meditazione della propria storia, con un esame cosciente della pro. pria realtà; così non dà alcun senso di solidità e d'equilibrio; è incerto e fantastico, paramento popolare. Nell'azione il buon fondo si smentisce· esso è estraneo specialmente alla vita politica, che ridesta altre molle e solo su esse fa base. Si ba cosi l'assurdo di u= bontà non efficente che resta -inespressa, o ristretta 1 solo a poche f~, incapace di respiri più ampi. Ci sono due campi assolutamente estranei ; in ttno essa domina all'altro è estranea, e ci spadroneggiano l'egoì: smo, la furberia, la retorica. Questo cozw di due rigid.i, opposti, questo passare da. una bontà trop,po istintiva e quindi incapace di volere, ad una vita d'artifizio, priva di sostan?...a e di valore, tessuta di sforzo retorico senza una soluzione medi.a, si può raffigurar; nell'opposizione tra Atene e la provincia: dne incompletezze irreducibili da cui risulta la vita della Grecia. PIRRO MARCONI.

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