La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 47 - 16 dicembre 1924

-- Vl'.t'TOl:llO ACllUl'.RON~ VIA 8ERN O !iTHOZZI NV 4-12 u:lNOVA IIULU IL BARETTI Quindicinale di letteratura Editore PIERO GOBETTI SETTIMANALE EDITORE PIERO GOBETTI TORINO VIA XX SETTEMBRE, 60 NOVITÀ DEL LA SE1 TI MANA ALBERTO CAPPA Abbomr.mento annuo L. fO EBtero L. T5 Un numero L. 0,60 ABBONAMENTO Per il 1925 L. 20 Semestre L. 10 Estero L. 30 Sostenitore L. 100 Un numero L. 0,50 C. C. POSTALE Chi rioeve un numero di saggio e non Intende abbonarsi respinga 11 giornale, altrimenti gli continueremo l'invio e dopo un mese provvederemo alla r-iaooaalone mediante tratte. VILFREDO PARETO 81 hpedlu.e /rancr, di porto a chi r"4.116o Dagllo. di L. 5 olfedltore (}<,b~tl - Tr,,in<, Anno 111- N. 4 7 - 16 Dicembre 1924 SO M hl A R 1 O: A. Mowri' Impiegali, stipendi e partili. - L. VmcEJNTJ: l..e elezioni tedesche. - .La Vita Meridionale: G. GANUALE:Il problema del Sud. - G. STOLn: Basilica1a in camicia nera. - G. A.: Cose mai visi~: □jelll imbroncialo. - E. PEns1co: t.ellern dalla Spagna. - E. s,mvADIO: 6razie. IMPIEGATI, STIPENDIE PARTITI L'anno 1910 a Pisa fra il 30 Ottobre e il 2 Novembre la Federazioue fra gli lusegnanti delle Scuole Medie lcne\'a il suo oita \·o con~-esso nazionale; pt.imo degli arg01uenti trattati in. quel ~resso era. questo: • parifica7Jone degli stipen,ch dci prnfessori a quelli degli imp-iegati statali muniti di uguali titoli,. Nella se<luta del 1° Novembre parlò sulla questione un valente i~te, appa1tenentc alla « vecchia guardia, della 1:ederazionc, a quel manipolo di valentuomini che nei « tempi eroici » dcll 'organiz... z.a:z.ioneaveva saputo impon-c ali 'opinione pubblica ai partiti ed al governo il problema della Scuola media e de' suoi insegnanti. Diceva questo profesSOt·c a' suoi colleghi, fra l'altro, così: • I..0 ragione per cui i nostri stipendi e quelli di tutte le altre catego1ie d'impiegati sono insufficienti deriva dall'aumento progressivo, rapido e continuo del cooto della ,;ta. Ora questo aumento del costo della vita, che re<:a solo parzialmente un danno e un pericolo a11e categorie dei liberi professionisti e degli operai, perchè quasi meccanicamente mano a mano che aumenta il costo delJ:a \·ita, aumentano anche i loro guadagni e i loro salaii, teca danno gravissimo a tutti gli impiegati pubblici, i qua.li non ottengono cosi facilmente un awuento di guadagno proporzionato al costo della vita : per cui questo problema è un problema generale di tutta ia Nazione, ma specificamente interessa h classe ct,,gli impiegati , . Proseguiva poi l'oratore addita.udo ai colle,rhi « l'inconveniente più grave» che poteYa ~r prodotto dalla corsa agli aumenti delle varie categorie di imp1cgati, l'i·J1ccm:-11enie·nte cioè « del disavanzo finanziario a cui si avYici~ava a gra.n. di passi lo Stato,. E dopo -aver detto che la questione dei migEoramenti economici degli impiegati non poteva essere clisgillllta dalla questione della politica finanziaria del governo, conchiude\·a rivolgendo ai professori congressisti il seguente invito: « 01'a noi dobbicwno chiedere wna mutazio-ne nell~indirizzo- economico del,Jo Stat-0 » A questo punto il resoconto u.:fficiale del con~ gresso professo'I'a.le porta. wia parentesi cosi : interruzioni - rum,o•ri: ev;dentemente gH insegnanti congregati a Pisa nel 1910 non erano su questa lDateria d>accardo con l'orat&re: aumenti vole·varnc, e non <lisserta.z.ioni di economia politica. Eppu.re quel professore aveva veduto anche troppo giusto: gli aumenti che nel rgo6 (anni di vacr-he grasse) lo Stato aveva concesso ai professori medi, e poi da via a.ci' altre categorie <li impiegati, furono poi a quattr' annci di distanza annullati dì fatto dall'aumento del costo della dta; come gli aumenti che quattro anni appresso i p1-ofessori faticosamente estorsero ~ 1 già smunto erario erano già stati assorbiti nnticipcatameute dall'incalzante e irrcfrenato rincaro della vita. Poi veni va la guerra. Poi finiva la guerra e riprendeva da parte dei professori - e degli impiegati - 1'antico e vano ed estenuaJJte gioco d'i agitazioni per ottener l'aumento, e di recriminazioni quando l'aumento finalmente ottenuto risultava ancora uua volta inadeguato al bisogno. E intanto la disciplina andava a. rotoli e il bilancio statale anda,·a a catafascioi e professori e impiegati seguitavano a boccheggiare semiasfissiati dal crescente costo della vita. E adesso, anno di grazia r924, anno terzo di .. quell'altra èra, le cose stanno per i professori - e per gli impiegah - esattamente al punto in cui stavano nell'ottobre 1910, quando il Mondolfo teneva ai colleghi impazienti e dissenzienti il discorso che io ho riferito. Onde io, credendo che l'esperienza di questi quattorclici anni un poco avesse mutato gli umori dègli :insegnanti medi, mi ero arrischiato un mese fa a riprender quel discorso, ed a rifare iu ll!l1 mio articolo « Impiega.ti, stipendi, ca!J'oruita », su.ppergiù le stesse con.stata;,,ioni e le stesse proposte, che l'interrotto e rumoreggiato co11ega aveva fatte a.I co11gn::&SOdi Pisa: esse1· 1a. questione economica dei professori medi sempre più i.nime<liabilmente cotmèssa con quella degli impiegati statali e dei ceti a entrate rigide ed a carichi non riversibili; essere tale questione indissolubilmente connessa con quella del progressivo rincaro <lella vita e non esser quindi risolvibile col sistema degli aumenti cli stipendio, rovinosi per l'erario e inadeguati ai bisogni degli impiegati; dovere gli impiegati, e pdmi i professori, i-n.vocare ed imporre ài governi u.na « mutazione pazione delle fabb,;che quanto dalle tgitaz.ioni nell'indirizzo economica dello Stato 11, cioè « una - politica la quale: lolg-a le c:.i1154.: prime del ca.ro- \·ita., fra le quali p1'ccipna il protezionismo•- J l l\lolldolfo nel '10 era stato nel suo discorso replicatamente interrotto cd abbondantemente rumoreggiato dai colleghi : sorte uou di veTsa. t.; toccata nel '24 al mio articolo, il quale, appro- , ato e lodato per la parte iu cui lamentava !e: pietose condizioni economiche dei professori medi ed iu,·ocava per essi la promo1.ione di un grado nella ~ scala gerarchica », era per il resto dal giomale della Federazione Nazionale I. S. M. - organo del Sindacato dolla Scttola Media - dichiai"'a.to assunlo e inopportuno·. Dirò subito che quella reazio11e dei dirigenti dei professori organizzati e questo loro netto rifiuto di prende.re in considerazione la mia propos~ non mi banno lllinimamente !,°tupito; dirò anzi che questo contegno da parte dei capi della Federazione degli Insegnanti Mcdi (; anche, ip. fondo, giustificato. Proposte come quelle fatte dal :Mandolfo nel 1910, da me nel 1924, son proposte di carattere « squisitamente politico-» : ·iniz.iacretma lotta per una « grande 1iforma finan.- ziaria • o per una mutazione ncll' indid7..zo economico dello Stato, come voleva nel 1910 il ~'fondolfo, spiugere p1•ofessori ed impiegati a condurre- la lotta. p 1 er il 101~0benessere « contro ì ceti che son più responsabili del carovita e più interessati al protezionismo», come vorrei io, nel 19241 è cooa che può esser fatta da un organismo il quale riconosca di aver carattere e competenza. ,ll.ODI solo ecouom.ìca, ma anche politica: la Federazione Nazionale Insegnanti Medi iun~e è cli fatto, volere o non volere, una orgauizza.7..ione apolitica iu cui si trovano iuclividui « di tutti j partiti, di tutte 'le ten<lc11ze, di tutti gl 'indiri?.zi ctouomici » ; si capisce qu-in.cli hPni<-- simo che i dirigenti - e i membri - d'un tal sodalizio cli fronte alla proposta di « agitarsi » per avere duemilacinquecento lire d1 ai1meuto si trovino subito d'accordo, mentre invece di fronte alla. proposta di inizfare un n1ovimeuto· pet~ im~ porre al go,·emo una politica. e: liberista » o una politica di sgravi e di economie, si stringano nelle spalie e dicano: « questo non è affar uo1stro, esiger tanto da noi è un assurdo far u.na simile proposta è fare de11'ironiai se ~on addirittur~ del krumiraggio ». Come s:i capisce anche assai bene cbe quegli imp,iegati e professori, o pochi o molti che siano, i quali sono av-vezzi a considerare il problema della loro condizione e della loro classe iti rapporto coi più vasti problemi della v:ita ·nazionale e delle esigenze dello Stato, trovino l'esistenza e l'attività di codeste organiz.zaz.io'ni apolitiche di statali pericolose per gli interessi finanziari dello Stato, e non utili, in definitiva, neanche agli autentici interessi economici dei loro organizzati. Per etti, avendo bussato inivano alla porta delle ofganizzazioni impiegatizie per averne un sussidio nelJa lotta. contro il protezionismo per il liberismo, contro il caroviveri per la co11servaz..ione o la conquista. del pareggi.o, altro 11011 mi 1~esui che rivolgere una raccomandazione e un avvertimento a quei p;artiti politici i quali finora per tradizione prestarono a quelle tali orgauizzvJ.01J i apolitiche il loro appoggio, quando si trattò cli indurre i renitenti goYern:i ad allentare i cordoni della borsa a favore dell'uua o dell'altra cittego1ia di « stata.li ». I ceti impiegati1..i, come del resto è risaputo, • prima. d'ella guerra, e aucòra sùbito dopo la gu.crra, gravitar0110 verno i partiH cosidetti di sinistra, i quali non lesi.n.Mono loro l'appoggio proprio e la soli<larietà dei loro organiz1..ati. In tempi p-iù recenti questi medesimi ceti inclinarono verso tutt'altra parte, indotti a ciò da sentimenti e da risentimenti di varia indole. Ora, ~<leluse e insocl.djsfatte, accen,- uano queste classi a scostarsi dalle forze in c-ui troppo cred'ettero e fidarono; non andrà· molto che finiranno con torna.re, mutati i tempi, agli antichi amori. Quando qu:esto accadrà quei tali partiti accol_gano pure, se credonoi e facciaJ1 festa ai figliuoli prodighi pentiti e ravveduti, ma non abbian più per loro tutte le antiche indulg-enze: ricordino i fra 1'altro, che il maggior cumulo di antipatie essi se le a.ttirru·ono non tanto per le agitazioni di operai quanto per Ie agitazion'i cli impiegati statali e òi enti pubblici; ricordino che la maggior offesa all'integrità e sanità dello Stato fu recata non tanto dall iocC11di statnli culminate nella famosa offensiva del ({fronte unico» scatenatosi circa la metà del '2r; ricordino che nessuno Stato potrà mai reggere ai 11011. contenuti appetiti dei proprii funzionari e che uessw1 proletariato potrà ma.i respirare se il bilancio dello Stalo non sarà i11 saldo pa1 r--ggio. Non dimen.tichino la recente lezione i pa.rtiti a cui alludo: nei tempi andati essi erano UJi11oranza, non eran partiti di governo, poteva,- no sostenere a cuor leggero certe rivendicazioni; quegli stessi partiti in un non lontano avvenire potranno esser maggioran7__a_d, omani potrebbero avere 1·espon.<;abilità cli gove:rno; in vista di quel che si prepara vadano molto a rilento nel prendere impegni verso chicchessia. E se domani gli impic-gati tom.c-ranru:, a loro, li aiutino pure, Il'. nei limiti del possibile•, ma non man<'hino di esiger da essi che collochino i loro particolari interc.~i nel più vasto quadro degli intereSlii dello Stato e della :-fazione, e, in cambio della 10To assistenza, non manchino di pretender 1'appocJgio di quci c-eti e nella lotta contro il protezionismo esoso e rinc:aratore, come dicevo io, e magari anche nella lotta c.-ontro... la :.\1iliz.ia.,come diceva un mio contradditore in m1 giorna.1c, con cui ,·crrt:i, ma non posso mai, andar d'accordo. AUGUSTO Mm;n LE ELEZIONI TEDESCHE Pcrchè è .:,,.--tato sciolto dopo mezz>a.nno di vita il Reich.stag eletto il 4 maggio scorso? Perch/; non si riusciva a formare una maggioranza capace di governo. Basti 1.1 ùire che il ministero 111es.--;ionsieme a pre740 d'interminabill trattati,•e era il frutto de!Ja coali,-ion.c di tre partiti : Zemlr·u.1n? Deu,tsche llolkspairtei e Deniocra-tici? i quali disponevano alla Camera appena cli 137 dei 472 seggi. Governare dunque non si poteva sen- :r,a l 'apipoggio o ahuet 10 la benevola neutralità tl'll.lll altro g.rande partito. S'era prestata a tal servizio la soc:ial-democrazia, che gettando i1 $UO centinaio cli ,·oti stùla bilancia parlamentare poteYa quasi sempre salvare un.a situazione pericolante. Kon sempre però. Un articolo della 1•ostitu.zione di Weim.air, escogitato per metter la Carta fondamentale della repubblica ali sicuro fai colpi di mano della Destra, richiede un.a maggioraw-'1, dii dlle terz.i quando si tt"'atti cli deci,lel'.e 6U argomenti particolannente importanti per 1a vita della nazione. Uno di questi ca.si si presentò l'estate scorsa, qu.and:o il parlamento flt chiamato a votare l'accettazione de1 piano Lawes. Nemmeuu 1.'a.iut.o- <lelkc-.sv<aaldcmocrazi.a poteva allora, basta.re. Data l 'intransigell.Z'! di piincipio <lei comunisti e dei nazionalisti solo un inten 1ento dei tedesco-nazionali sarebbe valso a ·coudune in porto la legge. E i tedesco-uazi'o1 nali tuonavano da tempo contro il progetto intm~anea.to per'chè consacrante t1J11a lunga schia- \·itù del popoJo germmtico. Il Goveru.o era dilllque scoperto, e i tedesco-nazionali gongolavano, d'esser finalmente gli arbitri della situazione, essi che, come la frazione parlamentare uscita più numerosa dalle urne elettoro.li, fLVevano atteso, sperato, gridato che si pass<1sse finalmente a. loro la somma èella cosa pttbblica. Ma gongolaYano anche i socialisti. La partita dl,l 4 magg10 s'era svolta sotto auspici a loro non molto favorevoli. Non erano ancora avvenute le ele7..ioni francesi, uess,unai delle località renane occupate era ancor stata sgombrata, duravru l'esaltazione nazionalista sfrenata da,! pu.tsch di Monaco e l1.nfoc.0L1-tadal successiYo reclamistico processo, duraYano i, terrihilj effetti dell'inflazione, per cui le masse di tutti i ceti impt>verite, deluse, eccitate prestavano orecchio a.i predicatori chi rimed:i esti-emi. Inoltre il conco1·sO alle un1e non era stato- troppo grande. Rifiuta.re ora il piano Dawes significa.va U.tL pa11roso salÌo neÌ buio. I crediti e.li Cl.Iii. l'industria. e in genere tutta la "\•ita.economicai tedesca abbisognava urgentemente non sarebbero venttti; l'opera di risam.c1mento ll!iziata dal marco-1'-endita si sarebbe ar1'e.:;tata, la Germania sarebbe rimasta isolata senza mezzi, senza, lavoro e senz'anni in mezzo a u.n campo cli nemici e in piena discordia intestina.. Poichè l'unica soluzione legale era allora lo scioglll.nento del Reichst:c'lg, qual magnifica occasione di dar battaglia ai tedesco-nazionali! ! Il buon sen.."'<>del popolo non anebbe mancato cli far giustizia della loro o5tina.zione; la socialdemocrazia coi partirti sinceramente repubblicau) a:vrebbero otte011ta u1t.:1, 11H1ggior'anza :finalmente sicura. lVIa i te<le"sco-11;-i_:donafliin,tato il vento infido, batterono in 1itirata strategica. Mentre i membri più decorativi del partito ·contin1uavano a declamare d'onore calpestato, d'impossibilità, ecc., i politici del partito scesero ad. accordi colla coaJi'l.ioue di governo. U risultato fu, che una parte d'ei c;,detti cli Pomerania, all'ultimo momento licevette l'ordine d~ \·otare per l'accett..1.- zione del piano Dawcs. Così la crisi ftt scongi_u1·ata, e 1e speranze socialiste n.ndatono delus;. Ma i te<lesc.o-nazio11a1inon intendevano aver co11cesso pc1· nulla il loro ;i:into. Ci furono impegni precisi? Fu affermato e negato. Certo è che i salvatori P'retesero d'esser accolti nel Ministero e che la crisi tornò a i n.sldiare il govenno. Non si trattava adesso soltanto più d'un attacco cla1 di ·htori, bensl, e sopratutto, di in.: ~-erte,,,..,.., interne. Ogui partito ha una destra ~ wia sinistra, ma nel! 'instabile equilibrio delle forze politiche tedesche le due tendenre sono particolannente mobili nei partiti di centro. E ognuna <li esse mira ,;empre a collegarsi colla frazione parlamentare più ,;cina. Dopo il voto dell'estate dunque le due ali d.cstre del Zentrmn e della. Deutsche Volkspa·rtei si chiesero se nc,n fos,;e il caso d'aderire alle richieste twesco-naz.ionali dando vita al blocco borghese auspicato da tutta La stampa conservatrice. Il multiforme Stresemann (capo della D. V. P.) f<:<:euna serie di giri di walzer con quea;ta e con quella possibilità, dimostrando abbasta=a desiderio di piegare \-erso destra. Xon si riusci a concluder nulla, perchè i maggiorenti del Zentrum col cancelliere ìHarx alla testa dichiararono nettamente di non rnler deùar d'un pollice dalla politica, es1:tla fin allora seguìta. Le manovre avernn "=to il paese e insospettita la socialde. mocrazia che, ritenendo ven~to di nuovo il momento favorevole dell'appello al popolo, ritirò il suo .appoggio al Governo. E questi, incapace di \ ita, deci~e lo sciogliment.o del parla.men.t.o_ Per't:ali premesse è chiaro che i proponenti le elezioni era.no i socialisti con un dilemma semplicissimo: a destra o a sinistra? Ogni partito, tranne gli estremi, scese in lotta colla speranza di guadagnar terreno, e in ogni modo col proposito d'impegnare ogni sua forza nella battaglia. E fu infatti battaglia qn.anto mai serrata. Il concorso alle urne superò l' 8o % de-- gli isctitti; si ebbero oltre 30 milioni di voti valicli e 493 mandati contro nemmeno 28 milioni di voti e 472 mandati nelle elezioni del maggio. (Il n,umero dei seggi del Reichstag non è fisso: resta.no eletti tanti deputati quanti 6o.ooo voti effettivi). Tutti i partiti, eccetto gli estremi e alcune liste minori, segnarono un guadagno. Gli spostamenti del maggio non potevano essere in complesso grandissimi, ma assai significa.ti"'-;_ La lotta era dunque tra rosso-bianco-nero (la bandiera imperiale) e TOS.SO-ner(H)ro(la bandiera repubblicana). Proprio, una questione di colorì, ma una, questioue che toc.ca le radici della "\ita. politica tedesca. La perplessità della. quale (che ~i mrutifesta anche nella molteplicità dei partiti e sopratutto nell'equilibrio numeiieo delle due tendenze antagoniste) è la perplessità dell'anima tedesca stessa. Di fare esperienze arrischiate (P·u,tsch a parte) la son·eglia.nz.a degli ex-nemici e il peso della s<..--ou:fi.tntaon consentono alla Get·- mania, e ]e mancate esperienze fan sì che la perplessità si trascini d'elezione in elezione. Da u.na parte sta il passato, troppo grande perchè non lo si possa lamentare e risognare, dall 'a11:ra sta l 'avYenire troppo incerto e mesc-hi.n.opercbè ci se ne possa esalta.re. Quando si presenta.no i tedeschi di destra come tut mucchio dì fossili e cti rea.2'..ionad, che vogliono ostinarr-si a Yivere, si commette un grave errore di Yaluta7ione storica. S-i tratta di eeti ancor ,id. C'"è intanto una classe industriale assai più matura e organizzata che da noi. Poi ci sono delle masse agricole (1e bavares.i, p. es.) attaccate per mille fili vitali al loro conservatorismo. Ci sono delle masse cattoliche (le ren,cne sopratutto), che porta.no nella lotta polihca uu elemento etico di cautela insop.. primibile. E infine uemtneno i Junker, vecchi é: g:iovanl, nè gli ::i.1tiimpiegati, nè gli alti u.:ffic;ali sono 1u1 ceto mortoi perchè è gente che ha stile, abitudine, espe1;euza. e non cli rado sapienza di comandb, in misura certo sconosciu.ta alle, uostre .corrispondenti classi sociali. La perplessità politica tedesca del dopo guerra è quindi ampiamente ginstific.abi. E la conquista democratica della Germania nou può essere che lenta, e sarà tanto p;ù sictira quanto sarà lenta. Ora com 'è riuscita stavolta la risposta al dj_ lemma: destra o sinistra? Ognuno dei partiti

J b 190 capad di go\·cn10 c:anla villoria, ma &e le cifr1-: ilitXJn tp..akh"-' cu... ,1, il n.::-.pom,o dclJa colli:.lllLiz1014.:lu p1utl(r.;to fa\orcYolc alla ~inistrn. J->oiclic'.:h ~iuislra allualmcnle in Gé:rm.ania vu_ol es-- -..cr<.m! 0<lc:.razion<.:, S\:'llSO dJ re;altà, \·olontà di uu a,Te11ire umile ma nuo\·o, bisogna clan:: tra i ri,ullati la maggior importanza a11a sconfilla dei <luc: p:u liti e'i-lrerni : i connu1i-;ti discesi <h 02 ~ 4_:;,i 11~v:io11alistid~t :F a 14. E notare co:mc la 111aggi,11h;1la;la l'abbiano :n uta i na.zio11alisll, La roUa pu· cpiesli fu pa1·licolannc11lc grave Ì1i J.kn 11...:rad,on.; um Ltillc.•,-~mp1·c in p,rigiuue, il 1xulil<) di, i.:-;oia dHe ia,,.io11i rahbiosnme11i<.: :1,Te1 ~ l' una ,tll 'altra, Luclcl\(lorfI squalificai..., p1..-1la ..,ua lite co11 Rttpp1cchl ecc., i sttperbi rlunovalori della (~ennania buu perduto il loro lrn.rn poli.no di :--lancio per le soguatc tn:1rce ~u Berlino. Cli :rnmuiti di sc~gi del Zentruw .. (salito da o_;., <,g) ddla !lculschc 1·v1ksparlci l<la 44 a 51), dell:i lia_1·, ,·ischc 1·01ks/>a1fci (da 16 a 19) c della Lega ,1.~iaria (ùa 10 a 17} son più cbe altro do- \uli :1\l'aume11lo elci \'Ola.11ti, .-:cbbeuc non sia t,;:-.C]u~ il L'é-l:--o di qualche profiLto alle &}Y<llldeei 11.;.1.z.iou.,_tlù-Li. Co11\·ie11t..1·1ui11di c1.mcc11lrare l'nttenzionc sui dnc \·cri p1otagon.ii-Li della lottai i social<lemonatili :...i- Lt:<.lesco-na1.io.Ht.l.i. J ptiwi aYeva110 otlctrnlo i11 m~1ggio 100 ~eg-g-i con.lro 96 <lei secondi, i qnali però beneficiando dei ro mandati d'ttn p.1.rtik~lo accolito potu·au sempre wcttere i11 c;.mpu 1o6 \·oti. 11 7 dicembre ha dato 131 seggi ;1i ~i:disti e 103 più S degli accoliti, cltwque .1 u i-ef!gi ai tedesco-nazionali. Entr:imbi gli an·1.;r:;.ari ciu~· ha11 gu:H.Lag11ato;ma tenendo conLo d1.i gnml:.!~ni fatti <lag1i altri 1Yartiti e che del gros~ cklle perdile comuniste hau, beneficiate i <..;(':,"1aliseti delle nHzionaliste i tedesco-nazionali, :-i \·cd,·ù cs..-;cr stato il \·aut.aggio cli questi rJtimi as.<:.aimiuore, s.e non illusorio. Considerando poi che i democratici, dati p~r ù-pacciati dalle destre, han prog-re<lito da 1::> a .}~ seggi, ~i ÙO\Tà pux concludere che lo sp:~!-1 <1mento a ~1nìstra c'è stato e cosciente e decise,. Le contemporanee ,·otazioui per il L2ndstag pn.1ssi-auo han mostrato 1111 aspetto concord3.ntc. 11 rappo1to tra la rappresentall.7...a nuova e la Yecchi...1. l:, per Yero, qui un po' diverso che per il Reich.,;llg (i socialistli pur restando in magf_--io-- ranza numerica, perdono lll.la ventina di seggi, mentre 1 tedesco-naziona.ii ne guadagnano u.na bnona trentina) ; ma bisogna tep.er conto che il Yecchio l.andtag era stato eletto nel 1921, che da allora la riscossa borghese s 1è•fatta pii) aud~.cc, e che i sccial-isti in sei anni di governo pru~- s'lano si sono alquanto iogorati. In maggior armonia coi risultati del Reichstag sou stati quelli delle elezioni per le diete degli si:ati cli Brunstvich e di As.-;ia. Xon è dttbbio che si a,Tebbe uno spostamento a sinistra anche in Baviera, se s..i ripetessero k: elezioni per la diet.:--i,malgrado i forti succ€:Ssi dei tedesco-na1iouali, che ave,·ano portato in cunpo qui di nuoyo il loro corposauto più formidabile, il grand'ammiraglio von Tirpitz. Le elezioni comunali tenute in alCW1e grandi città han risentito più profondamente gli umori di politica locale. ~otevole ad ogni modo che do.-e i socialisti son st.ati sbalzati, come a Monaco, dal potere sia occonso il blocco cli tutte le forze borghesi. Altrove, come p. es. a Brema, si ,ono magnificamente affermati. Quale sia per essere il risultato delle trattative già avviate -per la formazione dei ministeri del Reich prnssiano non si può dire per. ora. • Ragionando coi uumeri alla mano c'è possibilità tanto per 1rna grande coalizione di sinistra ( soci.alisti., de·mocratici, Zen.lrumi, lega agricola) con o-senza la De·1tf;schc Volkspa,,-tei, quanto per una coalizione borghese coi tedesco-nazionali. Nè è esclusa di nuovo 1a possibilità d'un gabinetto di miuoranza sotto la tutela degli assenti socialisti. La decisione è nelle mani della D. V. P. e sop·ratutto del Zentrw,n, e dipenderà dal come si risolverà nel seno di ciascuno di questi due par. titi la. lotta tra destra e sinistra. L. VINCENTI Il prossimo martedì i oostri al:>l:>onati ri· ,everar,oo ir,vec~ di Rivoluzione Liberale il !>rimo oum"ro <l<i,I Baretti. Raccomao<liamo vivameot" ai oostri an,ici questa r,uova iniziativa <ti ('Ui era seotito il l:>iso<:(oo e ct,e e i pern,,;,tt"rà <li corr,pletare e <li alla.ria.re l'op.,ra nostra, offrendo un esempio <li rivista letteraria peosata dalla ouova ll"O<,razioo~. Gli al:>l:>ooati a Rivoluzione Liberale m"o· tr" riooovaoo l'al:>l:>ooameoto faraono l:>"oe a mao<larci l'importo <leil'abl>ooameoto al Baretti. Quelli ai quali la rivista l..tteraria r,or, ir,teressasse procurino di far abbonare ,qualc:::uoo dei loro amici. Ct,i ci procura tre aDbooa•ti al Baretti riceverà io <:1000 Ve,,oca <lella c'ritica di G. 5ciortir,o, uo Prillante "olum" sulla critica cootemporaoea. Ct,i poi oor, intendesse at>booarsi oè Procura:rci ab· booati ci usi la cort"si;,. <li respiosi;ere il 1925 Ri110/,uzio-1u, Liberale pubblicherà nel 1925: F. Nrrn : Dalla Svizzera L. EINAUDI: La libertà e G. S. Mi/.l D. GIULIOTTI.., Aniicus Plato. C. AVARNA DI GuALTIERI: La qu.esion.e me_rid.ionale. S. VITALE: Il fascis11i0 e noi. s. CARAMELLA: Bianchi e ross'i in. Mongoliti p. FILODEMO : L' A ntistato. Un numero sul.la Co-rsica. Un numero s1<lla. propo·rzimuile L'inchiesta sulla Monarch.ia in Italia cou la risposta dei più noti scrittori, uomini politici, giornalisti. Gli a.miei rinno'lri.1to sù,bitv l'abbonamento. LA RIVOLUZIONE LJBERALh LA VITA MERIDIONALE li problema del Sud 1•:sso l· an1.itullo uu pi-oblem.a spiriLualc. Liott m un fa.Scisolo di ( rtlica /marzo 1924) alle giulifi~11jonj sullo stalo di follo mcridionalt:, b<, sale sul clima, sul krrc:110, ~ulla n1zza, dspouclc,·a con le pn.rok: di I [c:gd: f/ Il 111<:<lc.simcolima accogliere le opere degli l·,lkni <..-Jlozio dei Turd1i li. Ciò (; pi ofondru11l'.nlc Kiu~lo. J 1 1-n..·oblcmame 1 idionalc l: più un probl<·llla di ,to1ia d1<.: di g-eografia. Jl Sud uon ha u11a horghc.<-;.iaiudu- ~trialc (ha una J..X-.t:tttloborghcsiacli avvocati, di impiegali e di piccoli prop1 icl:tri d<:paupei-ali dal fisco); data quindi h1 mall('all/,.'l di questa, non vi csi<,.t<; la lotta di da.c;~e. C'l: una plebe numerosa povera, sobria, incolla, sott.opost..:'l al latifondista cd alla pan-occhia. 11 Sucl iusomma 11011 ha ;i.ne-ora aY11to il suo ottantanov(; da cui si e-prirn(;~Sc 1111anuova hoq~IH..·sia. :'\cl .'.\onl è pass:1.La, alla mc:110 p<:gg-io, una Riforma a scartamento ridotto (St11a1i. ~1ill e Kant sen7.a Calvino), nel Stul s-iamo ancora nella prc-rifonna. 11 c-ontadino o mcg-lio il hraccianlc-c-011Ladi110vive sollo il controllo ùci quittro o cinque proprictad del luo~o che gli danno, alla giornata, il salario; e sotto il controllo del parroco, mediato attraye1:=;o le mogli analfabete e supe.rsti7,im,;issimc. La introcluzio11c dell'alfabeto nelle cla..<;sicontadine del .:\Ic.ri<lioncha ser- \-Ìto ben poco. L'alfabeto l· un mezzo pet chi ,·agli.a raggiu11ge1·e una coscicnz.a e l'auto11omia 1 ma pei· chi non ,-;a che co~:'l. ciò significhi) esse se.tYc soltanto a scri,·c1·e le lettere ai ca1i d'America. L'cmigra:,jone uo;1 l- servila a Bulla; in wia ci dltà giovane come l 'americaua i nostri contadini dvono spiritualmente isolati; sfacchinano e mandallo alle lort.. mogli i dollari in voto al ;:;auto protettore del paese. La chiu.sura dell'emigrazione darà forse una cei-ta pressione nella fredda caldaia me:ridiouak. La sttperstizione è vastissima; processioni frequenti, culto di reliquie, osservanza dei precetti. ?\on vi esiste altrn che (come nelle civiltà pi-imiti,·c) la festa a carattere :teligioso. Il c.aratteTe cli di \·ertimento dato a questa, 1a rende una funzione sociale come, per esempio, il tealTo. Il valore efficace dato alle pratiche religi06e magiche - caratte1;stica dei popoli non avvezzi 21 senso protestantistico della. responsabilità e d.el lavorn ~ è grandissima. L'Italia meridionale appare una fortezza triangolare chiusa ai suoi vertici d3. S. Geunaro di Napoli, da S. ~icola di Bari, da S. Rosalia di Palermo. luSomma la caratteristica dello s.pirito contadino meridionale è nettamente, staticamente cattolico-superstiziosa. Non e' è a1tra « forma. mentis >). La politica iu quelle classi non ha senso. Feci, qualche anno fa, una breve inchiesta sull 'autifascismo meridionale contadino. E' un fenomeno riflesso causato dalle leggi restrittive sull'emigrazioue, dalle tasse rovi.uose di De Stefani che si 1-ipercuotono dai piccoli proprietari sui contadini (in alcuni paesi le mercedi giornaliere sono di sei lire) e - reazione psicologica del nostro contadino ombroso e protervo - dalle violen7.e consumate dalle cricche di piccoli borghesi disoccupati, che si dicono fascismo. L'id-ea po1itica nel contadino e nel piccolo p,r0prietario è quella del Governo paterno e provvido verso i sudditi. Mentalità borbonica dun. que. I meridionali sono antifascisti perChè il Governo non è stato p-rovYido verso loro. Ho sentito io stesso, in questi ultimi mesi, nel Sud molta gente fare paragoni. □-a il regime borbonico e quello mussoliniai10, con la preferenza al primo. E' bene che le opposlZioni pensino a1la gravità di questa inestirpata ment-'11ità cattolica. La c.hiave della situazi011e 111e1;dionale è 1a pa.nocchia. La pal"rocchia è iu ciascun villaggio quello che, in grande, ç, per 1' Italia, il Vaticano: un controllo conse.rvato1~ei mode1~at01·e, antirivoluzionario. Non si tratta solo di controllo ed iufl.uell.7,..aspirituale, ma di controllo economico; iufatti la maggior parte del movimenta di piccoli ca)Yitali coutadini è affidato alle Casse ru.r.ali che, come è notoi fan capo alle parrocchie. In questa situa?ioue io credo &i debba spiegare lo scarso successo (tranne qualche centro operaio come Bru;, Taranto) dei movinìenti di sinistra nel Sud (nei paesi feudali dove esso attecchi assunse semplicemente le caratteristiche cli lotta antifeudale). L'unico movimento che abbia avuto qualche successo è stato il popolarismo perchè .legato intimamente alle pa1Tocchie le quali, d'altra parte, impresse1-o al movimento la loro caratteristica cou.se.rvatiice. Casi Miglioli, prove di ~utonomia e di educazione del contadinato nei' Sud invano si cercherebbero. In. molti paesi la sezione popolare è tuttora u11a minestra fatta in famiglia fra 11 pan·oco e qualche espo- :t:ente dell'aristoc.:tazia clei;caJe. ln considarazione cli questo io credo che nessun movimento politico rinnovatore riuscirà tra le masse del Sud (le quali masse, è bene rico,·. darlo, se non diventassero giacobine potrebbero essere le vandeane di domani), se non si propone di colpire al cuore la parrocchia e se non terrà conto della fo-rma ·1n.entis pseudo-religiosa del contadino. Il contadino del Sud uon può comprendere il volte.rianismo che è una forma di dilettantismo borghese posteriore al tempo iu cui ide---i.lmc-nlcvive; il contadino del Sud che: <· l'<.1X>C.t aut<...>rion: ::ille hresic jt.;;i}iane ~ se-- col,; ;,.:U fton.-,idcrnre: <.ome qu.estk non hanno mai tranne eh<: c-011 g-li c-migranti valdesi - ·,ùfJY<1s..,aitlo V0lturno) e: anterion:: alle lotte tc.:- <l<:sd1(;d<...-c1ontadini. Ci{.1 rn.m sig11it1ea e}](· oggi sj debba &...t.re a. r1ua;Lc: ma..,sc come. antidoto jJ miL-J delJa povertà, d<.:li' inc ullar:t e: d(;Jl' ail<.si apoca]ittica impc...,·Sf;Haloin qnakhe S. Brancesco o in qualche: F1a JJolci110, p<:r poi, come attraverso ad un pr0gramm:1 g'l..:ntiliano, farlt:: passare aJla fe<le inlelletluale di C:dvin,1 v ;i] catastrofismo clialcitico di .Wai·x. Le t-1·csit: me<lioe\·ali mentre i11 parie sono w1 pro<loLto di situazioni p---d.rtic;olarie irrlproducilJili del l<:mpo i11 cui sorsero (crAru1,ione della Chiesa, incultttTa millcuaria). hanno un vaJore et.c~·no che ,·i,·e intatto nella civiltà della Riforma C.: solo (; riprodueihilc.-. Occ01·rc dunque che l'az.ionc: rinnoval,ic<.: sia 11uov~1,f;i.a sopratutto polit.ico-r<:ligiosa e tenda a. stacca.ré il contadi. nato dalla parroc:diia e a porlo contro a questa come alla uasco:-;ta :.f.f\·e:r;;aria de-Ila !--11.a autonomia <.: <lella sun libertà d:i movimenti che non hanno e non cla:ino libertù d'a:do11e in quanto movimc:uti popolaristicj facenti capo alJa parrocchia sono controllati dalla Chie-a. GIUSEPPE GA:-.GALP. Basilicata in camicia nera Pecunia omniu.ni dig11itatem exaequ.at. L:a,T. Vito Catala11li non ancora deputate faSCista per la circoscrizione Calabro-Lucana si impegnò nel 1916 ad interessarsi delle !-OTt/ ;,: tlll sold..:--itobasilicate:;.c, condannato per diserzione dal Tribunale di Thiene. Egli :n·rebbc dovutu recarsi nel Veneto per ave;·<..c-o11osci'..:t1zsaia delh entità della imputazione che del testo della se.11tenza emanata, ed a,-rebbe dovuto o presentare ricorso al Tribunale supremo cli gue;rra e: marina o fare ottenere la grazia a] soldato Cirenz.a, dietro compenso di lire duemila, se i suoi sforzi fossero stati coronati da successo entro un periodo di tempo detenninato, o se una provYida amnistia fosse intervenuta ad appianare ogni difficoltà. L'on. Catalani avrebbe dovuto difendere molto audacemente il II documento inoppugnabile li, se avesse ricordato <li avere adei;to al fascismo <lopo avere militato nelle file popolari, con tutta Pan.ima pervasa dal verbo de11a fede e dell'amore che a\·eva accolto nella solitudine della sua coscienza. Avrebbe potuto Così .i;petere l'affermazione e.ara a tutti i t~ologi, che i1 mondo è p1eno di iniquità e di pc--ccato, cose senza dubbio turpi e abbominevoli, ma cui Dio compatisce e perdona, perchè nella sua misericordia senza confine sa la creta di ctù siamo composti. Accettan<lo talt- insegnamento, non bisogna infrangei-e/ la canna che già si piega e non si deve spegnere il lucignolo ancora fumante, perchè non si addice ad un'anima cristiana il coutempla:re le miserie altrui e l'aggravarle, ma occorre dare sempTe un conforto inm1ediato. Dopo questa pro-1 fessione di fede !'on. Catalani avrebbe potuto aggiungere che obbedì ad un; profonda convinzione religiosa quando si impegnò, mentre durava ancora la guerra, a far graziare un disertore entro un tempo in<letenninato, e qualcuno dei fedeli che ancora gli restano avrebbe potuto gridare ad un nuovo miracolo di carità e di fede, di grandezza infinita ... Il capo dei fascisti potentini invece ba sdegnato questa linea di difesa, fondata quasi esclt1si\'atuent€' su ragioni morali, e si è trincerato dietro una serie di affennaz.ioni avvocatesche prive cli senso. Egli invero ha affermato che, di fronte ad una sentenza di condanna all'ergastolo piena di gravi errori di diritto, si era sentito autorizzato a promettere la riduzione della pena ed anche 1a grazia sovrana, e il compenso che avrebbe premiato la sua fatica. gli era 1egittimamente dovuto. Questa difesa, innegabilmente fiacca, nas-condemanifesti errori che è bene esporre con la chiar~za più cristallina. E' affatto gratuita l'asserzione che l'avvocato Catalaui abbia avuto esatta conoscen7..a. della sentenza di condanna del soldato Cirenza quando scrisse il documento inoppugnabile, perchè tutti hanno letto in questo l'affermazione perfetta.mente contra1ia, che cioè "l1avv. Catafa.nì sj obbliga recarsi a Padova per assumere personalmeute dal Cirenz.a le possibili informazioni e fare, se sia ancora in tennine, ricorso avverso la senteuza che condannava il Cirenza all'ergastolo,. Chi è pratico di cause e di ricorsi comprende perfettamente che, siccome l'on. Catalani non aveva letto la sentenz.a, non sapeva se fosse ancora possibile il ricorso al Tribunale supremo, percbè 110n sapeva da che giorno dovessero de-- correre i termini. Se invece egli avesse letto la sentenza, non avrebbe avuto a tale riguardo dubbio alcuno, perchè la sentenza stessa glielo avrebbe chiarito. 1\ssoclato dunque che la sentenza era sconosciuta ai due contraenti, viene anche meno ]a caus:i. per cui l'avv. C:J.talaui afferma di essersi obbligato, e cioè la fiducia che promanava clai gravi errori cli diritto in cui il Tribunale militare cli Thiene era caduto. Rimane alloI'3 ~eltanto quello che appare dal documento riprodotto in fac:-simile. J'obbligo di .a,.<,.&um<:rf: infonnu:.Jtri sull'andamento del processo, dj ricorrC;re: al Tribunale: supremo se si fosse ancora in tempo, e rJi chiedere in caso contrarie, la grazia, ottenuta la quale si s.-".lrebbero dovute versare duemila lire. E ~:1 <JUl.~lopropr.J6ito n011vc:Y51iafare alJ 'onorcvolt: Cntalani 1'offesa di credere che: egli nrm sapc,.-sse di contrarre un 1obbHgazione: nulla, Jk,- cbi- fr.mrlata su r:-ausa i!lt·cita. L'i11dulgc-n,✓1 i11htti ~ spk,gabile dopo la vittoria, p<:rchi: allora la :\azione può Sélltirsi tanto fortt da f){:rd011:1rca chi non ebbe fede nel trionir.1 c ftte pn-va1en: lt tendc..-n;,.ec:goitistiche che aveva. ne;ll'anima. Jn guc.-rra inn:<c: la \.ig:hae<-h,-:h ,-. ign,)blk, e l'aiuto rhe gli uomini d'onr.Jrt:: le dà.nn0 (~ co5a nociva a11'iDte:reso/:; della Patria, ;pec.-fe quando <:: lungamente mercanttggiatz.i e lautamente _pagato. Quella stessa magistratura che riprova, perchi: fondata su cam,a illecita, una obbligazione scssualmtntc immoraJE:1 non può ritent-re valido un contratto che nOD nuoce soltanto alla clignit.à umana., ma all'interesse stesso della generalita, il quale vuole punjti j dl.S(:rtori, ciu<:: i soldati che non fanno la guerra, quando fare la guerra (; wndi zic;nt:: necessaria per raggiungert: h \·ittoria e la pace. CapiSCù benis..~jmo che t:.ìi i<l<:e .-;ianù diffiriJi a comprendersi da un ap•,stolo <.'.t::'t1l1a ntwva, Hc:ila quale la morale, il diritto, i.a ... ita Stéssa in tanto hanno valore in 'Juanto sfono vaJut~.h. ih in danaro. Se in un'epoca in cui si fa S1 (;molo <le11e c<r~ di \·ine e umane per SQ(Jdisfrr- la i;r;:imosia sempre crescente di riccher2...a, t possibile 11011 ritenere cosa turpe: J'imp•egno ·c_,nt:-~tt:r...; ,h far graziare per danaro un disert.ore durante la guerra. Ciò premesso, non si r>uò T.ìt:rdona.n: all'onorevole Catalani cli non a ,:er ~ ad u.na circostan.7..a notevole mentre detta va la sua. cliies.a... Egli ha perduto nn'occa,ione felice di ripu<liare 1a s.ua a\·entura popolaristica, e di trovare la sua. difesa come mussoiinianr; &Jl-1 prima ora paragonando la sua condotta a uuE:ìia u•-"uaÌmente disinteressata da altri kn,;ta a: ~po dell'interventismo di fronte a Stati str:.:.nieri. n. SToLn GRAZIE L'opera s-,.:olta dal fascismo atti-;.1ista com.p,rend.t.' an..che l'ind..iretUJ ~ua.l.orizzazione di una discreta quantità di 11z..·u.11rniie, che niai a.-,nebbero sperato una così allegra bazza. Si può esprimere, a 11.,r;ne d7 tutti i ca.da:veri gal~uanizzati, di tutti i solai ?4!,spoh;erati, di tutte le m.agn..iju;ate nullità - ed anch.e (Perché ,w ?) ih t11tte le ris'Veglùzte cos.cienze - u.n grazie c01nmosso al partito dominante. • Grazie a n.01ne di tutti i frmn .a. sso-n..i che har,.·no avu.to finalmente, dopo ta11to, gli anori della ribalta. Il nz..io fornaio del croce~,.,-ia Ca'Valiere il 'mio 1Jecchio nuzestTo elementare, l'impiegato delle Ferro-vie che 111,i salu.ta, e che io n.o;i conosco esprimo-1w al fascismo , e per lu.i al Grido d'Ita: 1ia, al Giornale di Genova, et simili.a, la loro più. commossa gratitu..dine per l'in..serzione (gratuita) in sec01ida pagina. Grazie a nome di alcune Case edti.trici clandestine, ·che guadagnano a cappeliate pubòlican.ào fascicoletti apolitici ma scaw:lalistici ripo-rtmr.ti b1 a.ni scelti di crani.storia del regime. Scriòa.c.- cini se11za colonna 1Jertebra.le, editori. del miglior offerente, sciacalli del delitto o della crisi, in"Viano ai dignitari e ai sicari della Cek:1 ft~ntra!e e prm-inciale il loro gra,zie più nu.trito per l'appagamento (gratuito) della loro fame ài c;ra-re e di pro~uen ti. Grazie a no·me dei Clnnbattenti, cui le strappate medaglie hanno reso sacri e desti nati .a.ila succession.e. L'on.. Viola 1i0n crede-·.:a di poter essere portato su.li-e bocche di tu.Ui, di a-uer gli onori. del.la prima pagina in quasi tutti i quotidiani. Tutti coloro che han.no fatto il loro dovere e che perciò tùn,-rllti·rno g011ern.are il Paese 1-i.ngrazùrno il fascismo dell'accelerazio-nc (gratuita) del 4 no-ve1nbre 11-. s. Grazie a no-m.e di tre bandiere rosse, cOn o senza Jaf.ce e m.artello, che hanno a·ztu.to l.'i1tSperato onere di essere appese alle ccntraìisstme . fin.estre del Giornale di Geno,·a cd esposte per fu,ngo tempo agli occhi attoniti d.efla cittadinanza. Si pa1Joneggia1Ja110, i tre lc,nbi rossi, protago-nisti di siffatta esposi:::;i011e. .4 utori e drappi conjezi01iati rin.grazia110, obbligatissimi per il trib·u ..to spontaneo di omaggio. E grazie finahnente a nome di tutti gli Sfaccendati., per i qu.ali nz..olto 1t.tile m.Oti'Vo d'OCCUr pazi<>ne è d.ivenuto il d.ir bene o ma/e de/. fascis·mo. Parla1·c del tempo. Pm.,are del fascisnw. Argomento 'Vecchio, argomento li u.o~~·o degli oziosi di tutte le pasticcerie. La fannullaggine, perscmificata nei sala.nz.i Gian.dotanti dinm1zi ai po... liti cristalli delle grandi COì1fcttc;•ù: italiane, rende gra:::;ie al fascismo, 1Jero ed unico ;-iso/u,... tare delle crisi di disoccupazione. E, per dirne una seria, ringra,zio siHfCramente, di cuore, il fascismo, a mio no-me, e a nome di tutti ·i giovan.i dei q1wli il fenomeno abn.onn.e ha Jarzato gli sguardi 1Jerso le dispe-ramti con.dizicnti dell'educazione pol.itica in Italia. I ris1Jegliati dinanzi al fungo ·mostruoso sano ·molti orm.ai_ Pachi ancòra quelli che invocano la ghigliottina. A u,menterG11no 'f EMILIO SERVADIO.

LA RIVOLUZIONE LIBERALE COSE MAI VISTE 0.JETTI IMBRONCIATO L 'inYito era lusiughiero. Scritto su 1111a cast.a fib1'akt., a.1,zur1i1u1, intestata. sempljccmcut.e così. '~i :,aL--Ji.alino ... Per l'iudom.a.ni, alle nove, al mlt') allx1go; egli sarebbe passato e-on La macchin.1:, e ,·ia ad Arc:z7..o,a vedere insieme la 11 Leg. g\.:nda Attrc.a 11 1 affresca.la da Piero della Frauce• ~ ut?ll'.-ibsi<it.:<lei Cappuecini. tn <'.a.sodi impedimento, tclefou.arc:. J 'on teL....fonai. 0jetli Iu punluak ... C'era o mi parve <li vedere in lui un po' di p1cmur.1. ad essere subilo di buou umore a Ila pri m:1 baltuUt ; come per ranni toccaJ:e che: proprio, queste \ iccnde della couvalida mancata JiOll gli ave-nino tolto il garbo e la voglia di e.~c- g-t.ntilmcnte adulatore auchc con i pesci piC"'C'1ui,(-Otnc me. Una grossa borsa di cuoio nero, tipo curialesco, era posata 5u11'imbollilnra d\.t sedìk: pareva gonfia di c-~rte. Fon,c, lulli L.t~ni11i per apµunlarvi le cose vislc? rbtcw, ancht.: <b.r~i. &tpc\·o - lo sanno tutti! che S<itto que.<::t '::i.ri:1 facile di discorritore, ci bao da Cti<SCJ'(.' d·imolti schedarii 1 e d.imolti segnalibri, e dimolt'-· spnntatui·c in margine ai classici, e climolto lavoro <li schiena, dimolto orario, e climol to metodo: e shk certi che quando 0jctli si po1'tc... per veder qu.akhe cosa, tempera per bene j} suo l..,.pis, come un piccolo réporter; di quelli, ;1.ppunto, eh ·egli chiama con squisita beneYolt'l1.r...a, « caro collego. ». l..-1 ma<'China iufilò presto la Barriera Aretina 1 e .:.i f11 snll:1 gran strada di Rornagu.a, per Ponta..,sjeve. 11 suburbio fiorentiuo 1 atto1110 a San Sah·i 1 mi pan·e più ignobile e più motoso che mai; ,011 passate le sagre, l'Èra. nuova e la restaurar.ione n.izionale, ma uelle bassure attorno a Ffrc:n1.c-la guardata degli uomini e il lerciwue delle mura, quelli non mutano; solo che, adesso, gli anarchid non Yogliono più stup1·are persone ~Ila Sacra Famiglia, ma bàdano a far tenere esposte, e bene, le bandiere tricolori. Grandi OC'Tlt:L.:: a carbone, su per i muri delle case, e condotte set17...a.1ispannio di braccia, da gente slCura dj poter sconciare alla faccia di quel dio, con tutto comodo. Così : 1: I -fascisti 110n perdo_ no-ub.1 •, oppure: « Comunisti, attenti alla leg11ata, passa-no qu.eU.i della disperata», opp,u-e: v: f utti n letto .. , oppure : « Pescicani, vo·mitate » ; e b.."U'011ate camorrate ài questa forza, tutte ripiene di nerbo ~accia e di fervore estremjsta. Tanto _per di.re qualcosa, osservai al mio illus.t.re compagno di viaggio, che la materia e' è, orma.i, per scrivere uu altro « Mio- figlio feTro-. ,.:rie-re 1 a rove.c;cio. Per lui, scendere dal Sal.vfatim:, a San Salvi e a Ripoli, e1·a un momento, e avev.-i. sottomano la meglio, e più sfarinata polvere umana che dai sepolcri italiani sia mai .scaturita; e oggi, col regime dei Ciompi rinnoWlti, in pieno trionfo. Ma 0jetti non parve gradire questo in,.,;to; e forse ci scorse una allusione aJ suo amico :Mussolini, che non e' era, lo .Q'.'luro. 1 Preferì farmi notare i pilastri indicatori, ai biVI delle strade. - Bei pilastri granducali, tirati su senza lesin«re sulla pietra e sulla calcina: di linea dolCrf:'mentebarocca, di gusto lorenese. E la lastra, di marmo; e i caratteri, scalpellati bene. Avete ,-E<luto la scritta: « Strada di A rezzo e della t:h.iana ,,. Nitida, come i frontispizi bodoniani : la stessa arte nelle pancette e nelle gambe delle oo:n....~uanli, la st~a proporzione degli spazi tra parola e parola, tra riga e riga. State attento a! primo che troveremo. Niente divagazioni; i c.:lrtelli segna.vano i grandi itiuerarii del grand-acato, e da ~quei nomi antichi viene ancor oggi un profumo di Toscana sòda e montanina: , Strada di Pisa e Livorno, Strada di Vadipesa, strada. cli Mugello•· Niente di tutti quei numer;uj e quei segni cabalistici del Touring, che nessuno legge, così sciatti e fitti. Vi dico: un frontispizio bodoniano. Già, in quel tempo, e in quel secolo, da qualunque pru:t.e ci si rifaccia, e s-ia pltre dai pilastrelli stradali, si trova gente d1 gnsto e d'ingegno. Egli aveva veduto veramente tutto, passando di volata dinanzi ad un bivio; nel discorso c'era, intie:ro il suo dono visivo, e la squisita felicità ;.ua, di ascendere al regno delle grandi alte1..ze ,nl filo della prima occhiata, sicuro come il caJ"O"/.zonedei Rigi-Kulm asc-ende al regno dei g-mndi panorami sul cavo della funicolare; ma più gentile. Anche la lieve nostalgia del Settec'\:::ntolorenese quadrava bene a queste riflessioni --kl Conte Olta1Jio in automobile. Chi, in una 1Uattina cli autunno, filando via 1ungo l'Arno e snlutanclo da lontano le abetaie sui colli, non si i-ente u.n po' granducale? Si passò l'Amo sotto l'Incisa. Da una casetta ...111laslrn<la1 Lucrezia dei Mazzanti fece il salto ncl filiu1e per sottrarsi a certi lanzichenecchi te-deschi che la volevano violentare: e una lapide attesta ancor oggi il fatto memorabile, di 11na. donna che preferi la motte alle emozioni della gran vita. Da Ulla colombaia, posta sul tetto della casetta di Lucrezia, s'involano oggi c.::olombiin ~ùnore; e s'involarono 1 proprio menfre passavamo noi. M'aspettavo qualche motto di 0jetti su questa coincidenza perfettamente rusccttibile di essere rimpolpata fino a fare un ;..ìlpitolo cli « Cose viste• ; ma lui non perlò. Parlò invece a Montevarchi. Montevarchi, borgo sacro alle urlatacce bol- ,;oevicbe e alle randellature fasciste, ha la sededel Fascio proprio 11cll.a c~u;:1 1 d1<:; a1>1>ai-l.cunt; alla famiglia del Varchi, slotico fiorentino. Le vie del borgo erano tulle iJJ1barnlicrate1 itupompou.alc, infiocchellate per 110n so che sagra. Quella tal sede poi, era sguaiata, al solito, peggio che un cincmatograro suburbano: perd1t' l 'oudata di ga7.2.arr.a,che copre lut.t..a la Toscana, &i ringorga qui, nel Valdan10 1 e dà qui fuori la schiuma più lercia, i ciuffi di bravi più osceni, e le scritta mura1i più viluperc,•oli. 0jetli ne pan·c ofieso ; e pi Ì1, del fallo che coi carte] lon i da cinematografo rrH~va11mezzo coperto la nobile casa dei \-archi, il cui solo nome suscita memo1-icdi prosa paludala e sostenuta. - Conoscete il Varchi? - Debolmente;. - Fu un nomo felice. lo lo amo, pe1·ch<'.:celebrò scmpn:: pel' le p1ù deliziose ciel mondo le collint di Fiesole. C'era stato tirato su 611 da ragazr,0: pcrchè: suo lXl<lre, eh 'c1'a scr Giovanni, aveYa fuori della porbl a Pinti, in sulla via che va a Fiesole, una sua bella villetta., la quale posseggono oggi quelli della Font.e; e tutto il tempo che gli avanrava dai suoi negozi, quivi cou i suoi tìglio1i in santa conversazione si dimorava. Così almeno, di lui dice uno dei suoi biografi. Ora guardate come gli han sconciate la casa, a.I mio colligiano, al mio compatriota. d1 Fiesole. Uua pausa. - Eran tempi buoui, quelli, pc.1· uomini come noi. Si sarebbe avuto di buon'ora qualche benefizio, e colle rcnclite avremmo potuto vivere placidamente. Aver commissione da Leonora di To·ledo, di volga1;zzare Seneca. De Beneficiis ! accom.paguare cardinali e prelati ue11e visite ai luoghi santi dello Stato del Duéa, come l'eremo di Camaldoli, Vallombrosa o la Ve.mia; e lavorare in pace. In fondo, mio caro amico cl cosa cerchiamo me, e voi, e tutti gli uomini del nostro taglio e dei nostri costumi? Lo ringraziai con tutta ]'affabilità disponibile della grazia di a\·enni associa.te a lui, in quel mclliflno noi. - E dvere nella intimità di sovrani di talento, che vi apprezzayano, vi complimentavano, aggracliauo i bei periodi e le nobili frasi : e potevano darvi una distinzione, f~u-vi un favore, senza essere costretti a seguire nonna nessuna di legge e di regola1nento, nè paragrafo nè capove1so; e sopratutto, distinguevano, sceveravano 1 non facevano accoppiamenti offensivi, non facevano gafies. Signori, caro mio, Signori. ci è un aneddoto delizioso sul Varchi. Lo storico chiudeva ogni libre delle Storie Fiorentine con un complimento ben rigirato/ ben tornito, a Cosimo dei 1\1edici, Cosimo il grande. Poi se ne scendeva più dalla sua Pieve di San Gavino, e lo andava a Jeggere al suo patrono ed ani.ice. Questi, quando lo udin1 leggere, riferiscono che stesse con meravigliosa attenzione a.d udirlo; e spesse diceva: « Miracoli, Varchi, miracoli». Quanto è fine, -<.oi lo udite, il complimento! E il solito biografo non aggiunge altre parole del Granduca. Bastauo queste: « Miracoli, Varchi, miracoli 11. 0jetti stette cosl, colle dita prelatizie piP<6 .1te nel gesto dell'Orate fratresi e il volto c01npunto ·non so se per imitare bene la cortesia del Gr.mduca. mediceo, o per esprimere tutta la sna am· mi razione verso quel tiranno geniale. - « Miracoli ,, ! Oggi, si può cesellare un profilo ..... - Quello del re a Peschiera, arrischiai per dar -vivezza al .discorso, e fargli toccare che cn. noscevo i pe-ci duri delle u: Cose 'Viste,,. ....,...Lasciamo andare se quello del Re a PeSC'hiera1 o quello di Mussolini oratore, riprese lui arditamente, e fissandomi per fatmi capire che non aveva paura di niente. Dicevo un prc.- filo qualunque 1 in cui traluca un po 1 di simpatia, un po1 cli comprensione, per un potente. della terra. Cosa succede? Costui, o non app~ezza, o non ha mezzi per esprimervi la sua simpatia : mai mi son sentito dire cosi 1 da buongustaio, a quattr'occhi: o: Miracoli, 0jctti, miracoli :1. Mai. Tutt'al più un decreto, combinato a casaccio, _appioppato tra capo e collo, che vi arriva come una schioppettata.. Perchè, voi ]o sapete? . - Lo so, lo so. Me lo avete anche scritto. ln due anni, siete stato a Roma quattro volte: e Mussolini, lo avete visto due volte. Quella nomina fu una schioppettata davvero. - Al 1·umore, amico mio, al rumore. Perchè, poi, fece cilecca. Ritrovai per un istante, nel sorriso di questa battuta, 110jetti migliore. ·Ma riscomparve sùbit.o sutto una seconda ondata di riflessioni amare sul caso di Benedetto Varchi . - E poi, l'altro impaccio grosso, oggi 1 è 1a muta dei bòtoli che salta add.osso all'incauto autore, appena pone una dedica niente cortese, o dà una piega gentile ai proprii periodi. Il Varchi aveva buon gioco, allora, n chiudere i suoi libri, ringraziando la benignità di Dio che gli dava vita e sanità, e la liberalità del duca Cosimo che gli assicurava ozio e comodità. Nessuno malig!lava, nessuno insinuava; nessuno andava rombazzando che il Varchi voleva esser fatto senatore, per esempio. Vedete: la eleganza di quel secolo beato sta per me in questo: nella scorrevolezza delle lodi, del nessu,1 scandalo che se ne faceva. Per gente come noi, mettere i libri nostri i-.otto prol(:ziouc di qualche:: gran signore è un diletto; prrJ\,·iamo, ,.mch<::noi, e prima, la sovrana s.<J<lclisfazioncdi donare. )rla guai a chi si provn. Jl < aso l'iian<lcllo: terribile. Di me non dico, che ho la pdl<:: dura : e poi, parlo a un gran JJUblko, son c:hi '.,rmo, c'è Mussolini cbc mi nomina (·<:llatore, i seuatori mjnistc:riaJi che mi 1.>0Ct-iano,i suiatori di opposizione che mi <lifcu<lono, e ùei <1clica.tiamici c:hc::continuano a vok.·'nni 1->euc.J'crò, son semf.JTCimpacci, e si fillisce c·oll'amrnirarc: S<..'111prcpiù quel beato Cinque-cento. Era già il secondo !-,(;<:olo, vc::rsocui voia.i..·a il ,·impianto di Ugo 0jelti, durante questa aul1;- mobilata. 1-'rima il Settecento, ora il Cinquecento. Tetro giorno di nostalgie, m'era toccato: <> erano i wffii premonitori di un prematuro r.,es simismo !--enile che ingrugnavano c.-osl il viso e i giudizi dj Tantalo I Non &-0. Fatto sta che:, prima di sboccar sopra la Chiana, la strada ia giri e rigiri in triJJcce e scarpate, per certi borri; e là, su una piaggerella tutta quc--rcioli, si vide:: ÙJ1 \'CCchiuo, con un sacchette,, e un can da pagliaio che fiutava il vento. E 0jetti, a far segni al \·cechi no: ma quando lo cbauffour frenò dav- \E:ro, <: 1ermò la macchiu,a.1 costui era già sorpassato di cinquanta mctr:i1 e venne lemme lemme, col sacchetto sempre a mano. 0jetti, intaulo, mi diceva soddisfatto di se: ....:-Ved1·etc1 che .almeno questo si porta a casa. Questo ort1etto è un ta1-tufaio: qui i tartufi ci fanne bene, è Llll tartufaio certo, capitato alla cerca. E al vecchina: - Bu011 \·ecchino, volete ced..-~rmeli due tartufi? L'altro ci guardò con occbi mal vagi. - 0h 1 raccatto per andare Jà là, tanto per campicchiare, cari signori! - Ma insomma, ce li Yen<lete i tartufi? '- ChE: vitaccia! Lavoro, lavoro. e poi sempre lavoro. Eh, per chi non è signore, la morte finisce tntti i guai. Ci si regge male, a queste fatiche, e avere stronche le braccia ! - Auff, quanti discorsi! Noi vi si paga subito. Fuori i tartufi. - E non ce n'énno ! ::--J'onraccatto tartufi, io. - E che raccatti? - Raccatto ghiande. Che risata!. Ridevo io, lo chauffeur, e i] vecchino. Ma 0jetti non rise. - Via, via, via, gnùlo. E tu fila. UJ\':l schiacciata al _pedale, un rombo, e si proseguì. Ma 0jetti stette zitto fino ad ,..\rezzo; e parlò solo per ordinare allo cbauil'eur di fermare alle Chia'Vi d'Oro .. u: Accanto alla Chiesa di San Francesco: due passi per vedere gli affreschi •· Grandi accoglienze al o: signor Senatore•, eh 'era conosciuto: ma colazione punta. E vuoti af_ freschi; la chiesa era chiusa fino alle due. C'era ttttto il tempo di fare un giro in città. Il giro fu ner'b. Sentivo, che, per quanto si fosse discesi alle Chiavi d'Oro, eravamo tutt 1e due, precisamente, fuori chiave. La mia risata, quando gli era stata data quella rispostaccia delle ghiande, aveva seccato 0jetti. Quando un uomo come lui crede di aver trovato tartufi, e gli offron ghiande, è un brutto momento per ridere. Kon mi pareva neppure, con que11'aria preoccupata e aggrondata, che avesse gran voglia cli illustrarmi Piero della Francesca; e mi da.va da dire quella tal borsa curiaJesca, che siera messa sottobraccio. Ugo 0jetti no"!l va attorno per Arezzo come un deputato che voglia becherare, o come un legale che sia venuto qui per una causetta di tribunale. Ero deluso di lui; U11a lunga ammirazione, alimentata settimana per settimana, come lwne dal be<:cuccio di una brocchetta d'olio, da colonne cli elzeviri, vacillava, lappolava. A vedermelo accanto con quella • borsa, finivo per crederlo capace di tutto: perfino di avenni fatto dei complimenti, per legarmi la lingua, cbe non mi diveitissi dietro alla Sua nomina a senatore. Che sospetto! Che SOspetto atroce! In piazza !}rande, c'era sta1 to mercato di pollame, di prima mattina; e i rive.udug1ioli badavano a caricare su' carri le stie e i cestoni. C'era da impollinarsi perbene. Ma non ristetti però dall'andare a leggere l'iscrizione sul basamento della statua a Ferdinando III di Lorena, prosciugatore, anche lui 1 e risanatore della Chiana. 0jetti dietro, ma per pura compiacenza. Ora, quell'iscrizione è amena. C'è in alto: Ferdi,wndo III Austriaco adsertori publicae felicitatis ardo Arret.inoTum. universus ML.CCCXXI/ Dunque, una dichiarazione di lealismo lorenese. E più- sotto: Il popolo toscano a.ttingcndo l'audacia concorde dal pensiero d-i Dante e dal cuore di Ferruccio nel XVII Aprile 1859 1'icacciava sulle ·de d' A uslria l'ultimo Lorenese. - Illustre amico, dissi a 0jetti con tutta innocenza e soadtà; ecco il nostro adorato paese, compendiato in questa duplice iscrizione. Sopra, l'apoteosi; e sotto 1 il calcio dell'asino. o: Orcio Arretinorum 1,niveTsus », nel '22 1 si perleccano le labbra, dalla soddisfazione di potere adulare il principale. Neppur quarant'anni dopo, allez, cambia solfa. Non. si btineggia più. Cuenazzi è sul candeliere. o: Co/. pensiero di Dante e col cuore di Ferruccio», vi prego: e dite bene la frase. Rassettntini, prudenti, sa vii, nori .ti-comHn promettt--rc, gJi aretini, venuti a1la stretta del sar:c,->i non volIL-ro neppure sacrificare jJ loro manumenlc,, tutto riboboli granducali. Vi ap- {-A)5<•• -ro sotto l'errata corrig.!, semplicemente. Ed c--rano,cQ4-.toroeh(: ebbc.-ro Ja pensata, gente colta, gc-nte fine, g<:nte <:hc va per la maggior<:· gli ottimati, ordo Arretin<>rum. Pensate quelli che vend.<:vanr, 1 c·ome vendono oggi, po]lame su questa pùlzza .... ).on è un popolo, è della mote-ria prima per le sagre. E Oj•·tti agrc,dok<: : - Eu.:ovi in un a(CéS.SOdi gobettismv 1 care.., mio. (fuarùa1.evc.--ne. ~on (: vero. Gobettj non c'entra.. 1-1a,Jitemi voi, piutt.ost.<.,: che differen1....ac't' tra quec;te dediche lapidarie e le scrit.u- a carbone che abhiam veduto stamattina a ·San Sai.i e a Pc,nta.s- .;ievé? Viva 1 Lorena - Viva Vittorio Emanuele ~ Viva J,{:nin - .:\ttc.-'Ilticomunisti che passa Ja dispc::rata. Sempre uguali a noi stessi, e tutti ; dal sovversivo di fuori porta aJ Senatore del Rc-g-no.. , Era detta, anche: questa. Ma l'fJjetti, brevino brevino, non mi dette neppure tc-mr..iodi gustarne gli effetti. Con quti certi attucci degli uomini di mondo che voglion far capire di annoiarsi, mi disse che doveva salire un momento a palaz1..0 1 in Prefettura, per dei suoi affarucci; e che lo aspettassi alle Chia'Vi d'oro. Le, cc,n. fesso: rimasi Jì, come Giona: un r,,o' mi rimordeva d'aver chiacchierato troppo; un po' ... - Ma infine, se l'hai per traverso, non te la raddrizzerò io. Sia come .._i sia, aspett(::Tò alle Chùr.;i d'Oro. In fin dei "conti, iu lui che mi invitò, sapendo come io la pensi. Ma sì. Aspetta! Passò mezzogiorno, e si avddnò il tocco. 0jetti non compariva, Chiamai allora lo chauffeur, eh 'è un giovanotti no spigo1o e sveglio, <::: avevo subito cap:it.o che ha entratura col signore del Sal~..:iatino. - Dl un po'; e il padrone? - Uhm, gli ha da essere affare lungo. - Cbe affare' - :rvra io 'un so nulla, altro cbe per me,..z.odi aveva appuntamento con l'Agente delle Imposte di 1\rezzo. E sarà per via della tenuta in Chiana, rincab..ò que11' aspide, col ghigno dei fiorentinacci quando parlano delJe tenute in Chianti; che per le tasse deve dipendere di qu.aggiue. Cbi ha terra ha guerra : ma il padrone la guerra la fa all'incontrario degli altri, e adesso è tutto fòco per farsi aumentare le tasse, Lei mi capisce. Se capivo! Tutto: anebe la borsa di cuoio. Di Piero della Francesca, e degli affreschi, non si parlò più. Tutti e due, 0jetti e io, d'intesa, si fece finta d'essercene dimenticati. Un uomo cbe si arrabatta per farsi crescere i balzelli, fino al censo senatorio, non ci si va insieme a vedere Piero della Francesca. Con lui non si trovan più, nemmeno in arte, tartufi; si troYan ghiande. L'indomani gli mandai un biglietto da visit'.2 con. p. r.; e la relazione fini IL G. A. ùETTERA D hùA SPAGBA E' malizioso costume di pubblicisti stabilire analogie fra la dittatura del generale Primo de Rivera de Estella e u II nuovo regime• del signor Mussolini. Veramente, questa comune credenza, tratta ad ingannarsi per t.l.lu.ne pose comuni ai due Sancio, ha fondamento soltanto nella politica tenuta dalle due Corone rispetto alle prerogative costituzionali. In Ispagna poi nessuna seria opposirion.e è sorta a contrastare il prepotere della dittatura, cui è buon giuoco compilar note sulle responsabilità del passato regime. Il sistema parla. mentare, istituito in lspagna per infiluenz.a del1'estero, fuor di ogni tradizione nazionale, custodendo vizi proprii delle monarchie assolute e reggendosi, in mancanza di un'opinione pubblica illuminata, col < caciquismo •, non è riuscito mai a funzionare con dignità! Per cotal situazione, la Spagna, dopo i torbidi dei primi tre quarti del secolo scorso, restaurata la monarchia alfonsina, s'ebbe al modo d'Inghilterra due partiti alterni al potere. Fu mezzo per ristabilire l'ordine e consolidare il trono; ma a liberali e conservatori, poco distinti nei programmi e nei meto<h e per altro poco solleciti del pubblico bene, veuuti meno Canovas del Castillo e Sagosta che li reggevano, accadde disperdersi in piccoli gruppi, senza coesione, senza ptincipii, messi l'un contro l'altro per ambizioni e rivalità di < caudillos •. Peggiorando questa situazione, il carattere più significativo degli ultimi anni della vita politica spagnola fu segnato dall'assoluta instabilità dei gabinetti cbe si successero a1 potere senza aver modo di risolvere quei problemi intitolati al Marocc:o, agli autonomismi 1 alle questioni economiche, finanziarie e sociali. Poi: gli scioperi, gli attentati dei , 1>istoleros ,. Fra mez;,,o a questa baraonda, il marchese de Estella è parso a taluni politici di gusto grosso un altro provvido «duce•, salvatore della nazione e della moruucbia spagnola. Il 13 settem. bre 1923 era atteso: il generale Aguilera, con la sollevazione militare del 1° giugno 1917 restata impunita, l'aveva per cosi dire annunz.iato. Avendo riguardo alla situazione dei partiti politici, l'esercito, scaduta la gran fede mistica alla vuota specie della esterior pratica cattolica, è la sola forza organizzata di Spagna: questa nz.zione, che all'alba del secolo scorso era un popolo di lavoratori retto da preti e legisti, in dodici anni - dal 1Bo3 al 'rs -, fiero della guerra d'indipendenza. contro Napoleone, si mutò

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