La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 45 - 2 dicembre 1924

bi 1$2 estranea alParu.biente me:ridiouale e che impecliYa l'unità del movimento !;ùciali~la, qualche cosa che non era connaturale al marxisn10, ma prodotto specifico del clima politico ilaliauo. Questo ostacolo fu subito identificato e la queblione meridionale apparve al Salvemiui come presupp<>l>todella questione socia.le. D'allora il grande scrillore pugliese prese a c01nbatterc tulle le oligarchie, sia 1XL<lronaliche operaie, cosUtuite sul sacrificio degl' lllteressi generali. Dapprima la su.a critica iuvc.-.U il partito stcs60 in cui egli militava, av\·iva11closi della segreta speranza di poterlo richia1nare alle sue origini libertarie e disincagliare dalla politica dcila difesa di categorie per spingerlo nel vivo della. questione italiana : poi si sollevò ancora più in alto ad indagare le responsabilità d'intere generazioni quando la sua nuova fede lo costrinse a restituire la lc~sera. Ma la critica sah·em.iniaua, pur superando, con una. i11\·est.igazione feclde e pertinace delle cause del male, la fase pessimistica cl.el problema, uou potè ancota eYadere il chiuso otizzonle del proble.mis1no. La necessità dell'analisi 1i,·elatrice ed il processo di maturazione politica anco1·a aH'inizio non consentivano sintesi affrettate, e, pur avendo &.1.h·c.mini già .identificato nelle cla.s.si della produ.doue terriera la miniera dell 'autitrasfonnismo rivoluzionru;o, l'azione pratica. gli apparve ancora sconsigliata dalle necessità quotidiane della battaglia ideale. LA GuEnnA Ad affrettare I'inizio del processo di maturazione politica conbibtù invece notevolmente. la guerra, che, obbligando gli italiani ad uno sforzo m1itario, doveYa fatalmente sYelare le deficienze e le ingiustizie dell'unità storica. Preceduta dalla concessione del suffragio uu-iversale che la critica salveminiana aveva s1 llllllgamenle postulato, la guena obbligò le classi rurali del ì\iezwgiorno ad un lavoro di autoc1it.ica., tuttora in pieno S\-iluppo, e dette i colpi più rudi al dominio delle oligarchie trasformiste. Infatti 1 'elevamento progressivo dei prezzi dei prodotti agricoli, mentre potenziò rapidamente la secolare fame di terra dei contadini meridier nali, agevolò la tendenza all'alienazione da parte dei propriet.arii non coltivatori, operando una ,,era e propria rivoluzione, le cui conseguenze si fa.ranno ancora a lungo sentire. D'altr~ parte la gravezza del servizio militare acni nella grande massa dei combattenti il senso delle ingiustizie storiche, mentre la propaganda sovversiva dei conservatori tradizionali raffon:ò in essi la pretesa alla terra. , ?'le derivò, nell'immediato dopo guerra, quel movimento d'invasione e di ripartizione delle terre da parte degli ex-combattenti che rh·elò anche agli occhi dei più inconsci l'esistenza di nuove Yolontà, non ancora irreggimentate, e,. ~quando le vecchie classi dirigenti non tardarono a gettarsi nel movimento, per scongiurarne le conseguenze più radicali, non pochi furono quelli che temettero più vaste reazioni. Il movimento, perciò, ebbe una sosta, più per mancanza di capi intransigenti ed emancipati dal sistema economico della ·classe che imprendevano a combattere 1 che per mancanza di forza intima, e franò, un po' dov7.Ulque, anche là dove ebbe la fortuna, come in Puglia, di essere capeggiato da uomini come Gaetano Salvemini .. Ma se la mancanza .di una vera e propna nuova classe dirigente impedì allora la vittoria, è fatale che il movimento d:ebba riprendere il su.o sviluppo dopo nuoYe fa.....c::i d'incubazione sto. rica. IL FASCl~MO Ed invero lo stesso sorgere del fascismo napoletano costituisce i11dubbiamenfe un altro inclice della sconfitta storica del trasformismo per opera delle generazioni post-belliche. Prodotto dall'accoppiamento d:ei bisogni delle c~i piccolo--borghesi cittadine e.on la rettorica dannunziana, il fascismo napoletano fu, un prodotto sui generis 1 un misto di antisocialismo ed antitr'asfom1ismo 1 che non riusci mai ad assumere carattere originale. Suscitato farse in principio più da ragioni mimetiche, cbe da bisogni veramente se~titi, vis.se, senza grande seguito, fino alla mareta s~ Roma ed invano si sforzò, dopo tale avveu1men~ cli assumere atteggiamenti federalisti. Il f~smo settentrionale - l' unico e vero e:rede dell'unitarismo storico nella funzione di oppressione del :Mezzogiorno - ne schiacciò bou presto le pretese autonomiste, quando r~~o<lusse 11uovamente il prepotere dei trasfonmsti della dolenza. ~1 ~ D'allora fo1·se cominciò insieme il period~ U.l maggior sofferenza e di ~aggio:'e matur~z10ne per le geuti del Sud, e la cieca v1~len.za cl':' partigiani cl'el Governo svelò agli occhi mgemu delle grandi masse tutto il secreto della qu·esbone meridionale. Invano i fascisti di buona fede e i fia11cheggiatori, desiderosi di risolvere a proprio beneficio il fenomeno, ammomrono 11 partito doi::urnmte di non esagerare nel concetto della violenza per non svelarne il sistema, cli riswi·miar_e i e.api avversarii per non a,:vilire i~' rsonalismo, cli agevolare gl' interessi coll~ttt:1 per. non aggravare le ingiustizie preesistenti : 11fascismo ufficiale, preoccupato di consolidare 11.pr~pno dominio in uno schema. rigidamente urutar'10, e tuttavia pretenzioso di ope:rare anche nel Sud quel sovvertimento che~ nel Nord si era preteso chiamate rivolu,;io11e, non seppe fa1'e altro che LA RIVOLUZIONE LIBERALE esagcnue 11 .".1-istcma, di tanto acccnluando 11 concetto ddla violem-a di quanto piu deboli si mostravano nel Mezzogiorno le correnti dell 'op1nione pubblica, p-iù recenti apparivano i ceti di nuova fr.>1 JJJaJ..io11e,che si acciug<:v:.•u,, a &volge1·e un'azione antitrasfonnist.a. Fu come il eauln del cigno del tra.sforn11smo : la ptetesa :,~~wrrJ:i.ed antistorica <li ritt..::.ciread imporre llllQv:un.cnte il sistcm..a., nel momento stesso iu cui s,i •!ra costrelti acl abbandonare le finezze orgaui-,;1;-Jteda una esJ_X::'ric1l'l..a secolare:. :=--;atU1·alm(..•'ntp, come avviene in <·a(;,icon.simili, l 'csagerazimre del melo<lo J1011 servi ad altro c-bE:: a dislruggc.·rlo. Destino questo si11.golare del fascismo U1 t11tta Jta.lia, più aucor'a nel Mez.wgjorno, ov...: il novi,dato di libertà e:ra ap'J)<.11.à caso di c«win1.r.:1.individuale, e le masse solo <L-'l poco comiuri ..tv:u1.o a distaccarsi cL1llaconcc-.doD.c; passiva ddlo ,t;,1o paterno. Ora il }.J,.;-o.<_;giorno,in conseguenza di questi av\·en.imeuti i: ,li queste esperiell7,,c, trovasi ia uno stato di &)SJ)ensiouc, oltre di cui la nostra speranza accende luci più vive ed orizzonti più ampi. Potrà così ripiombare jo tLua co11.dizi011edi nuova inferiorità, come sollevars.i ad una visione pjlt piena e _p-i1ì sicura dei suoi destini, rna le sventure sec:ola.ri, l'iusegname11to dei precursori, la passione di un numero sempre maggiore di suoi figli, .alieni dal servilismo cd iulrausigenti nella fede, ci fa confidare di potere assistere finalmente al sorgere di uua classe dirigente, conscia della propria missione, e decisa a portare alla ribalta della lotta politica gl'interessi e le aspirazioni della stenninata classe dei produttori meridionali. Certo non ci nascondiamo che il passat.o ci incalzerà con nuovi tentativi, sforzandosi cli assorbite in w.1'abile linea diplomatica le reazioni suscitate dalla violenza, ma ci sembra che giorno per gior'uo venga affiorando 1llla nuova generazione òi politici il cui còmpito storico sarà quello di intraprendere, contro il feudalismo trasformist.1, della vecchia borghesia. terriera, gli -interessi. liberali delle nuove classi in formazione. Di questo--duello, che ueI campo <lell'organiz- ,.,.zione staLale sarà altresì il duello tra la vec. chia e la nuov·a Italia, sarà intessuta la futura lotta oolitica meridionale, ed è sintomatico che tutti -i partiti storici cerchino oggi cli riprenclere posizione con aperte afiermazimii cli decentramento autarcluc-o e di autonomia regionale.. IL NOSTRO COMPITO E' cosi finalmc.-ute che 11 nostro còmpit.o si profila limpido all'<,cchio del lettore. Riunirci per spazzare 11 t.t:rribilt: ~imis-mv della solitu.clinc, J.!Cr elaborare insieme le nostre teorie c.~ i nostd miti, ma riunirei sopratutto p<:r eccitare la /c,nnazione della nuova cla!!lle dirigc,11:<: L-<l ~ducarla al disprev,o delJa vittoria nascente dal cc,mprom.<.,s,o ed alla dolorosa passione della lotta anche se non vittoriosa. Combattere, oggi e S<:JO pre, le deviazioni de, partiti storici, s,·elarne i 1._-0ttintcsie gH equivoci, incanalare le idee verso correnti la cui serietà non sia discutibile, provoca.re, se occorre, anche la forma,jone di nuovi partiti, fino a quando le oligan.hie antimc.-ridiunali non sian.o 1Y..itlute, ecco il nostro còmpit.o. Per svolge1·lo a parte ~rnj altra inl7.iati va locale - nessuna palestra migliore di quesW, spontaneamente eletta, che s'intitola a qudla ·ri'voluzione liberale 1 eh<:: sarà realizzata solo quando sarà fatta anche da noi mericlionali. Perchè bisogna <..'01lvi11.cersi, u.na volta per sem.- pre, che la questione meridionale è tutta la questione italiana. e che gli studii, le critiche e le omelie sulle sventure: del Mezzogiorno o.on. serviranno a nient.e se nc,n si ritLscirà a con.vincere i meridionali stessi della bontà della loro causa. I liberali del Settentrione debbo110 fiancheg. giare quest'opera rifi11tandosi cli prestare qualsiasi aiuto a quelle oligarchie parassitarie che noi imprendiamo a combattere. Con questi propositi inizia.mo la nostra fatica, fiduciosi che questo appello non resterà se,17.,a eco. G u 100 Douso1 A-ve-llino - E. Azn.{oNTii Potenza - C. BELLIENI, Sassari - G. CAPPA, CaUrnzMo - G. CARA,.ODoNnToJ Foggia - G. CHIUMMIE1'- TO, Basilicata - T. FroRE, Ba7i. - G. IsNARDI, Calabria - G. MARONE, Napoli-Salerno - E. l'Easrco, Napoli C. PucuoNrsr, Catania - R. SANTACROCE Ab-ruzzi - G. SC.roRTINOJ Palerm~ .:_ M. TEDESCHI, cata-nzaro. Su queste basi ~ivoluzione Liberale dedicherà ogni numero una pagina alla Vita meridionale, coi più importanti collaboratori. SPUNTI DI PSICOLOGIAITALIANA DINAMISMO Quella povera ex-sottoeccellenza Finzi, che al processo di Milano ha dovuto lasciar mettere in luce colla storia della propria vita anche le debolezze del proprio carattere! Lasciamo andare le altre e fermiamoci ad una sola di esse : prima di salire a.i fastigi del potere Finzi era un giovinotto che correva volentieri in motocicletta. Non arrivava mai vincitore, ma continuava a correre per s.ingolare dev<YZ.ioneall,, velocità. Riflesso di tal devozione (e causa) l'affetto per la Gazzetta dello Sport. Uua volta, poniamo ai tempi di San Francesco, si portava devozione a una virtù e a qualche libero antico, per esempio alla povertà e ali' Evangelo. La. balclli. gioventù, che ha assicu. rato all:'rif:atia la sua nuova grandez7..a, si è format.1, tutta al culto esclusivo della Velocità, ed ha riconosciuto il proprio specu.lwm pe-rfectio-nis nella , Gavcetta dello Spott ,. Pe:rchè la Veler cità? :\1aJJ ! C'è da rifarsi la vecchia domanda : dove vanno j cani, che incontriamo per le strade senza padrone e senza incarichi ma zitti e seri co1ne gente di senno e frettolosa? La velocità è naturalmente un'utilissima cosa iu \'ista di qualche scopo. Questa è sapienza an. tica. Conquista modernissima invece è la devozione alla 'velocità per sè stessa. Chi corre di più e chi corre 1>iù. instancabilmente è il p<.iù bravO; acquista per ~ semplice costanza og:ni diritto, a cominciar da quello cli metter sotto il prossimo. Si rifletla un momento e si vediJà che il vezzo moderno <l:i non tener in nessun conto la vita altrui è nato ancor prima della guerra, in ossequio alla l~gge (questa sola rispettata) del diuamismo. Codice propulsore del quale era il 1"0seogiornale milanese. Verrà tempo che un laureando di belle lettere cercherà le fonti dell'oratoria (e del pensiero) fascista nelle qnate della Gazzetta. E sarà tlllil tesi niente affatto più stupida di tante altre. I primi elementi dello stile fascista sono là e non nel futurismo: retorica, mitologia, teatralità, disinvoltura e wpratutto quella, oggi p.I'ediletta, sublimazione <!;i fatti fisici, uaJturali e transeunti iu miti -angusti 1 sovraDJ1aturali ed eterni. La mentalità e la coltura di moltissimi dirigenti attuali d'Italia sono t11tte là dentro. Quando l'eminenza gtrigia. del fascismo, Arnaldo Mussolini formul~ questo suo credo: , _per ridar pace all' Italia basterebbe togliere dalla circolazione una ventin..1. di capi clell 'oppooizione e i loro giornali D, ragiona come un boxeur, per il quale tutti i problemi dell'universo si riducono alla necessità di mettere knOck-out un avversario. Un sistema americano, si dice. Questa mania di diffama-re l'America.! Lo sport nei paesi anglosassoni è cosa che interessa tutti, sicuro, ma precipuamente i muscoli d:i tutti, e la passione per esso nasce dal piacere schietto della vita sanai e attivi; è rimasto, insomma - a parte le esagerazioni - il diporto. Da noi, gente tanto meno giQva.ue e tanto meno ferina 1 lo sport s'è voluto nobilitare, s'è fatto, o meglio l'han fatto di venire uua faccenda di cervello. E l'han trasformato in 11:'dinamismo :r,_ Tutti i paesi d'Europa, va bene, soffrono di questa febbre. Ma badate: pare che questa curiosissima mascherata da noi sia considerata la maggior conquista. spi.. rituale del .tempo, perchè abbiamo adesso, noi primi nel mondo, un governo dinamico, un teatro dinamico ecc. Per naturale conseguenza da noi i c01Tidori più veloci e i trasformisti più scaltri (tra le due categorie è ammessa com pen,- sazione) sono i più stimati uomini della felice Italia. Non mi uascondo che il problema ha un altro lato angustiante : perchè dunque la fortuna del dinamismo? Già, ma: dove vanno i, cani? DISCIPLINA E' risaputo che da un paio d'anni nell'Italia monda d'ogni lebbra è restaurato il senso della disciplina e della gerarchia. Certi malcontenti di mestiere borbottano di non so qua.li assassini e bastonature, che sarebbero avvenuti e avverrebbero qua e là. Ma costoro offrono così solamente il destro ai capi del partito dominante cli dimostrare, sulla base degli scatti sporadici d'impazienza, il merito e il vigore della gran disciplina, che tiene in redini' tallti generosi lioncelli. Perchè alt.rime11ti ie Alpi e gli Appennini non basterebbero ad arginare il lago di sangue versato. Nè vale sottilizzare cercando nel blocco monolitico dell 1 ubbidienz.a gerarchica tante signotie pa1ticola1i, SP'iec-iedi isole feudali teil!Ute insieme dalla stessa .fiumana che le nutre tutte. Ko, no, disciplina esiste, e per scoprirne il punto debole, se mai, bisogna indagarne l'origine. Vivia1no, per [ortuna, in tempi gro......::.si, d fatti •e d' idee. Poichè tutto nasce o si rinnova adesso, il mondo è un calclei·oue, dove basta tufi.are il mestolo per tfrar su qualsiasi spiegazione ci oc-- corra. Ora duuque il mestolo mi dice che la. disciplina italiana è nata, come tante altre virtù, nella grande guerra. E' nata così piena, così perfetta da far dubitare che non sia, al pari d'altre cre.:1.hLrealmeno cenc.ett.1.1.ali,figlia cli molti padri, ma d'un padre solo. Altra girata di mestolo: sissignori, ha u.n padre solo, il Regol'a·m.ento d.i disciplina per l'Esercito itaéiano. Bisogna esser stati nelle caserme, durante le opeIWioni di mobilitazione, e lassù al fronte, nei Corsi allievi-caporali e allievi-ufficiali, e nelle trincee e nel le batterie per ca.pire l'enorme importanza del Regolamento di disciplina. (studiato o anche soltanto praticato) sullo spirito della maggioranza degl 'Italiani, intendo degl' Italiani che pretenclon d'esser colti. La più parte di essi era andata in guerra sprovvista cli vera coscienza morale. Sapeva, sicuro, che non si deve uccidere nè rubare, si devono pagare le tasse e rispettare le autorità, esser buon.i e gentili verso gli uomini e gH animali, assolvere ai proprii impegni, nutrire degli ideali ecc. Ma che moralità sia un fuoco intimo, non iden.tiJìcab-ile con nessun codice, identificabile solo <'on personalità etfra, ltggc per S('. infallibil<c <:CC. non sospettava n<.-mmc-no.Erano andati in querra per il gnsto dell'avventura, IJ per la spinta cli varie ideologie o semplicemente per la spinta del foglio di pre.-- cetv,, wn in mente delle visioni truci o glorio6e di sa,,gu,, e cli sole. Ed =:o, prima d'esser a.mm~c-;i alJa fatJca della guerra, o, quasi a ristoro, nelle J.>ause di essa, <:eco la careehizzazione del Reg,,lamento. {jn singolare pala7..;,_,,! Trova van là rkntro un <:urioso mu.seo di prescrizic,ni formalisti.che, che avrebbero potuto apparire ben aride e a.s,urcle nell'ombra della possibile morte imminente, ma <.:beinveu::: si ooloravano, per l'invincibile tenden".a fantastica italiana, di c-olori rer mantrci, quasi si potes..e Il in quel palazw severo fare una dt:gna t,,eJetta funebfe. A !tre cose c'erano giù nel le fondamenta che già il b-UDn .Boine s'era sforzato anni avanti cli mr.>Strare Tra l'altro un'urbanità, la quale indicava, rome quelle fùlmule fossero e56en.7Jalmente un. I>r<;-memoria. ad uso di persone, che .sapessero già wsa fossero sa.erificio e dovere, I"3-tria e:l umanità. Studiare il Regolamen.w di d,f..scipli:na t:: n<.m iscorgervi sotto, a cvmmen.to, la. figura d' un .\-1.ass-imr.,d' ;\'l_xglio vuol dire nr.m. capirne nulla. Ebbene molli dei buoni italiani, i moralmente anarchici, non ne capivano nnlla. E luttavia videro in quel cc,dic:ett,-.,cli prescrizivni il libro educati,·o cli cui ab-bisc,,çnavano. Ideologie ne avevano loro in serbo, o potevano toglierne in prestito a bizzeffe. );on sentivano il bisogno cli rinnovare (cli creare/ l'humus della loro anirna, sentivano il bisogno d'un pe7.7..0 di sistema, d'uno schema saldo, ben ramificato. E se lo piantarono in corpo quel bastone pluricornuto e si sentirono finalmente uomini oompù,.ti. Fu un'ab-ata di genio di Mussolini, quella. di aver armato i suoi uomini di manganello. Manganello flWri, manganello dentro. La storia. ricompensa sempre con un quarto d'ora di cel.e-- brità coloro che sanno esprimere con simboli materiali quanto è racchiuso negli spiriti della lolla. Ora c'è un mu.cchio di ragioni, pe:rchè il fascismo si mostri tanto n.::Sistent.e. contro l 'offensiva del!' opinione pubblica. :\la lasciamo eia parte ogni considerazione d'interessi speciali e generali, e presentiamoci il caso di quei fascisti - saranno ce.-to molti - 1 i quali traggono dal loro mestiere più perdite che guadagni e sono, come si dice, uomini cli fede. D maggior bene di costoro è appunto la loro , disciplina•, quel bastone piantato dentro per tenere sn il loro mondo morale. Se quel bastone domani si rompe come un pe,..zo di legno qualsia.si? Si può ridere raffigurandoci le vie e le piazze piene di gente da uu'ora all'altra oostretta a camminare sghemba. Ma non bisognerebbe esser Italiani per non sentire quanto la vantata disciplina sia per tutti mortificante. \"0LO"TA' • Quest'altro tabù è in circolazione da un pezzo. Ma anch'esso ha trovato· secondo la recente dog- , matica, soltanto nel nostro tempo le personificazioni più compiute. « Volere è potere> diceva già l'ottimo ~Iichele Lessona. Ed ecco per semplice effetto di volere oscurissimi giovincelli salire alle cariche maggiori dello Stato. Le aquile romane dormivano da millenni; èd eccole, allo scatto d'un comando telegrafico riprendere il volo imperiale per posarsi sulle sabbie africane fin sotto l'Equatore. E nondimeno il mondo sempre inYiclioso non vuol lasciarsi imporre da quegli starnazza.menti. E gli stessi Italiani, questo difficile e mutevole popolo, si mostrano già stanchi di tanti sforzi ,·olontaristici. Onde sorgono delle sibille tricolori a lamentare che il malumore icouoclasta insieme con tanti ideali appella usati sia per distruggere anche alcune virtù quasi intatte, archetipo delle quali sarebbe aJ>- puuto la volontà. Che cosa rimarrà ali' Italia rica.du.ta nell'antico scetticismo? )lolti cittadini dabbene scuotono la testa riconoscendo che c' è del vero nelle anticipate geremiadi. Occone dunque decidersi a metterla sulla bilancia questa viitù cardine della vita moderna. Chi ha provato ad esercitarne sul serio almeno una virtù, sa di quanti pezzi fosse ine,-itabilmente l'abito di lei. Perchè insomma se lo spirito umano è pronto la carne è debole, e una volta sposatala, l'alta donna, fino al divorzio si doveva pensare a vestirla noi. E invece come appare la rinnovata dea \"olontà ! E' tutta bella, tutta lustra e agghindata, con riflessi di scatola come - mi si passi il paragone in tempi bellicosi - come un soldatino di piombo uscito appena cli fabbrica. Armato di tutto punto, colla sua uniforme scintillante, coi colori della salute nel viso feroce, col colore dì morte nell'arma spianata il soldatino è sempre pronto col piede in aria per iniziare la strage. E' sempre pronto e non si mtt0ve mai. 1,.._,. sua an.ima è tutt.."'tnel gesto, e in quel gesto si esaurisce. Non, è un soldato, è la volontà d'esser soldato. D piede in aria, le armi, il ...-iso feroce sono la COmic:a (la tragica, se Yolete) smorfia con cui la voJootà esala il suo ultimo respiro, e dunque sono le. maschera dell'impotenza. Non è di natura ngua.l-c la celebrata volontà di volontà moderna? Non è ora. di riconoscere nella , Volontà •, in questa pretesa dea, una Venere Pandemia e cli congedarla? Per ricominciar ad esser qualcooa. prima di volere. L. VINCENTI Questo numero è mandato a indirini scelti ad ._ ad uno di uomini che possono costituire la base della classe dirigente meridionale. Essi d«rvono rispoa .. derci e allargare la cerchia dei 11ostri lettori e, Gel nostri aderenti.

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