La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 45 - 2 dicembre 1924

LA RIVOLUZIONE LIBERALE LIQUIDAZIONE DI UN MITO I. I\ voto parlamentare del 22 uovembre, in cui Carlo Delcroix, Se.in Bene1li, Cesare Forni, Ani.. tonio Salandra votarono a favore del « commilitone• Mussolini, mentre i cosidetti combattenti si astenevano, rimaneudo a rapprese11tare l'Opposizione, attorno agli onorevoli GioHUi ed Orlando, solo uno sparuto ed eterogeneo manipolo, è la disfatta piena ed incontrastabile di una campagna di stampa durata tre mesi, è la rovina assoluta delli tendenza « centrista » e patriottarda. Da1 voto suindicato comincia una nuOV'a fase della battaglia antifascista, per cui è necessario buttar a mare, una volta per sempre, • liberali 11 e combattenti, e mettersi risolutamente sulle traccie dei partiti di sinistra. Anche se in via di dannata ipotesi dovesse P.rov. visoriamente trionfare una combinazione giolittiana, fatta di compromessi, materiata. di scaltre e geniali ipocrisie, per cui il liberalismo adulterato di conservatorismo prendesse il passo sulla democrazia, resterebbe semp1-e, nell 1episodio del 22 noVembre, un gruppo soccombente, svuotato ormai di capacità e possibilità politiche (se pure ne ebbe in passato), quello dei -coaìctetti « combattenti 11. U mito dei combattenti, la loro valorizzazione ,i debbono a unierrata. valutazione di uomini e <li dottrine, per etti numerosi individui organiaz.ati per motivi p['evalentemente economici iu un'Associazione per sua natura semi-governativa, veru1ero un bel gion10 chiamati ad interpretare ed a rappresentare il pensiero politico della Nazione, con lo specioso pretesto che ,: avevano partecipato alla guerra vittoriosa li. Come se bastasse il dovere compiuto per crea.re una coscienza politica! Ma purtroppo le funeste ideologie del dopoguerra a cui il fascismo diede nuovo rigoglio, hanno tolto a molti italiani il do•o di 'ragiona.re schiettamente, in modo positho e logico. E innanzi tutto, poniamo ben chiara una cosa. I membri dell'Associazione Nazionale dei Combattenti, dell'Italia Libera, del Nastro Azzurro -od erganismi affini non rappresentano affatto tutti coloro che presero parte alla g.uerra 1 ma solo una JX)rzione minima di essi. Concesso che gli organizzati raggiungano un milio~, resta~ no fuori altri quattro milioni di combattenti -altrettanto autentici. Tra costoro sono gli intellettuali che non vogliono saperne di Leghe, gli -;mpiegati o gli operai che per farsi strada contano esclusivamente sulle loro forze, i contadini ignoranti (magnifica carne da can.none) che non s'impicciano di politica, ed hanno ~agari dovu- -to emigrare perchè la « terra » che fu loro promessa nelle radiose giornate del r9r5 è ser;ipre 1.I] mani• altrui. (9uesta inunensa falange di non tee.serati milita nei partiti « borghesi » o non :la politica : non è giusto che un quinto del suo totale si arroghi il diritto di parlare come se la impersonasse per intiero. Socialisti, popolari liberali democratici comprendono valorosi ex~ombatte~ti, i quali si sentono estrallei agli interessi e alla mentalità dell'Associazione Na-. zionale e pretendono conservare gelosamente la loro personalità di cittadini liberi. Perchè, per entrare fra i cosidetti e: combattenti D due requisiti spirituali si richiedono, oltre allo stato di servizio bellico : la propensione alla retorica patriottarda, il bisogno istintivo dell'inquadramento. Noi ragioniamo freddamen- •te in sede politica, e ammettiamo psicologicam~te "il desiderio di sentirsi un « gregario » (di sfoggiar decorazioni, nastrini, ecc.; tipico p. es. nei fascisti, e capace di spiegarne la fortuna fra i ragazzi, le donne 1 i pensionati, ecc.)i e il punto d'onore che la piccola borghesia pone a mostrarsi « patriota li. Non trascuriamo neppure i motivi economici (non certo spregevoli, anzi più che legittimi) e pratici: disbrigo sollecito di pensioni, indennità, ecc.~ . . Consentite però che questa somma di ra.gioru che inducono all'iscrizione all'Associazione Na2,iona.le dei Combattenti non abbia nulla di specificatamente politico: siamo davanti ad una risj}cltabilissima Associazione di mutuo soccorso, e nulla più. II. Prima della « maircia s.u Roma 111 l'Associazione non aveva nessun carattere politi_co, nè1 tanto ~enQ, funzioni politiche: tutt'al più, raffigrurava il generico patriottisìno qorghese, a tinb\ lievemente nazionalista. Il fascismo, rapp,<esenlante della mentalità pkcolo-b~rghese • e.."3.Speratae mescolata a fumose ideologie .proletarie e alla cattiva letteratura dannunziana, e,a in certo qual modo l'avangnardia spirihl:'1e <:kl combattentismo da questo seguita con simpatia. La fantastiC:. scalata al potere,_ conquistato senza colpo ferire, scatenò una gigantesca lotta di appetiti e di ambizioni. Chiunque era portato verso il partito dominante mu:ava . ad assicurarsi in cambio dell'adesione, de1 p,nv1leg/. Otte;utili (o nell'attesa di averli) diveniva a su.a volta pre<la de/ regime. Fu questa b sorte -anche dell'Associazione Nazionale C0111battenti, Mutilati, é---c_ . Degli uomini che di essa si valsero o che essa espresse dal suo seno, non uno si è . di~ostrato fo qualche modo eminente. Fermo 11 nguardo dovuto alla loro con.dotta ~lica, furono dei -politici ,da operetta. Le mutilazioni di Carlo Delcroix non abolisc.ono la pretensiosa e vuota retorica delle ~ue pagine e delle sue oraziani; la medaglia d'oro di Ponzio di Sa12 Sebastiano 0011 copre il suo ridicolo scntimen.ta1ismo, il SttO stile sfibrato o troppo teso, il suo pensiero contraddittòrio, fiacco, stralunalo. Noi che vedemmo, testimoni involontari, Ald.o Rossini prepararsi la base elettorale a furia di concioni ai reduci e di patrodtiii locali 1 con I' ausiJio del fiumano professor ìVI:ario Morengo, e la sopportazione degli ascoltatori di un flusso di vacue e reboanti parole; o che leggemmo, con edificato stupore, qua,1to l'ultimo giornale di Benito Mussolini stampò circa l'attività postbellica dell'on. Ettore Viola, non ci meravigliammo troppo di ritrovarli momentaneamente assieme a Cesare Forni, Massimo Rocca, Sem Benelli e Peppino Garibakli. Ossia in compagnia di un ras sfortunato, di un anarchico conservatore, di un poeta autore dell'Arzigogolo e della Santa Primavera e di un garibaldino franco-italiano. Bisognava aver perduta qual1111qne nozione di sana psicologia per fondrure su costoro un'azione politica in grande stile. Una volta che dei bravi ragazzi come Ponzio di San Sebastiano, superate le in.certezze delle giovanili illusioni estremiste per 11a !}Oesia del proletariato e la legislazione del bolscevismo, si erano lasciati sedu.ne dalla diffusa infatuar zione pel fascismo che dilagò dopo il novembre 1922 1 non rimaneva loro che aggiogarsi al carro del trionfatore e trascinare nel cortoo vittorioso anche l 'Assoc~~ione Nazionale dei Combattenti. Ciò apriva la via a una carriera politica insperata. e miracolosa: Pinclusione nel listone realizzava i più folli sogni dell'ambizione dell'adolescenza, cariche ed onori li innalzavano su diun priedestallo, almeno in apparenza, sacro. , Senonchè, il fascismo 1 novello Mefistofele, chiedeva l'anima ai suoi imprudenti ad'epti, domandava loro - e, dal suo pwnto cli vista, non im.:ri.ustifìcatameute - fedeltà, sottomissione, di;ciplio.a. Chi aveva accettato il gran patto rimaneva legato per sempre al regime: :Mussolini « dito di Dio 11, Farinaeci, Devecchi, bisognava ingoiar· tutto 1 e ringraziare per l'onore. Imboscati, affaristi 1 individui. tarati e compromessi in mille modi erano stati riverniciati dal fascismo: il distintivo all'occhiello doveva bastare per garantire la verginità e l'intangibilità dei tesserati. Che avvenne? L'Associazione Nazionale Com. battenti diventò un orga.nismo gover.nativo, e la soggezione governativa, che l.l113, volta si· esercitava coh discrezione, fu palese a tutti : si pretesero plausi, ordini del giorno,. manifesta. zioni di solidarietà' fascista. E, le elezioni aiutando, si andò avanti cosi fin.o aJ delitto Matteotti, che costrinse i più ottimisi ed i p;ù ignari per partito preso, a guardare b cru.dele ~ealtà. Naturalmente, gli onesti, messi con le spalle • al muro, abbacinati dalla vista della scandalosa cancrena che l' assassiniQ del deputato unitario rivelava, reagirono, sentiron,o il bisogno di separare la responsabilità dai <C0111battenti , dai fasti del regime; compresero che, ostinandosi nella cieca fiducia e nella servile e supina sottomissione, la loro dignità era in-eparabilmente perduta. Ma le interviste deploratrici, le proteste, suscitarono la logica indignazione ·dei fascisti, della cui legittimità ogni impa!ziale ossenratore deve far fede. O non avevano i fascisti dato agli uomini della « Combattenti )I il più· largo ed entusiastiço 0,ppoggio? Non aveva.no regalato loro, oltre alle cariche ben retribuite, dei seggi al Parlamento, dei giornali, e persino un'intera ideologia? Perchè dunque i « Combattenti )I tradivano, passando all'Opposizione, o si concedevano i piaceri della fronda? Troppo comodo proclamare \ii quattro venti, dopo il 10 giugno, il disgusto per un regime a cui si doveva ogni cosa! Tre correnti si disegnarono frai i cosidetti <Combattenti , : quella di coloro che, con perfetta coerenza, rimanevano fedeli al fascismo per la vita e per la morte; una seconda che, pur non separandosene del tutto mirava ad !1na se1niautonomia autovalorizzatrice; e infine quella che, in rivolta aperf:?, si incanalò nell'11 Italia Libera , . La più cospicua fu la i11tennedia, la quale presenta va enonn li vantaggi di s fru t. tameuto delle più diverse situazioni, grazie alla ambiguità d,elle rivendicazioni chieste in nome del Paese al Partito dominante. Mercè il .,u.o programma estremamente generico e colorato di patriottismo umanitario, essa era certa cli "."iunire attorno a sè la maggioranza dei simpatizzanti del combattentismd, e persino - conquista o-loriosa - si vide affiancata da una , Lega italica •• capeggiata dal < poeta adriatico' bis {si dimenticò, per fargli piacete, che il primo c.ra ! 'autore della <Nave,), ossia da Sern. Bene/li. La tendenza <centrista> Delcroix-Pon.zioViola trionfò ad Assisi ed a Livorno, due tappe uguali di un'identica illnsfon.e. Sormontò lo scoglio del 4 novemb~e: sputacchiati, vilipesi, bastonati, i cosid\:'.tti « combattenti )I evangelicamente ammonirono il Govet'no, porgendo I'altra guancia. E infine, il 22 novembre, venuto il momento della responsabilità d•ecisiva, in ].Xlrte si astemiero (pel meschino calcolo di evitare una scissione) e in parte <nutrirono fiducia,, accodati a Salandl'a, e con.fondendbsi con. i conservatori-fascistizzanti. III. Della reazione morale con.seguente al delitto Matteotti e della suddivisione avvenuta tra i <Combattenti, la starupa dell'Opposizione cc,- stituzionale cercò di trarre partito. E si ass:. stette al fenomeno del <gonfi.amento , dei <combattenti , chiamati ad incarnare la tradizione del Risorgimento, sostenuti nelle elezioni amministrative, favoriti nella riproclu.zion.e dei più insignificanti ordini del giorno. Notevole però il fatto che, mentre l 'avaugua.rdia di essi, cioè l'< Italia Libera,, veniva guardala con. qu.alcbe diffidenza e trattata con cautela dai giornali borghesi, le simpatie andavano tutte verso i < centristi ,, e il direttore di questa rivista se ne accorse quando osò toccar Delcroix (che i suoi antichi sostenitori ad oltrarw..a si sono affrettati il 23 novembre a buttarsi dietro le spalle, in. fascio con il j}Oeta Benelli, autore delle famose < regole >). li tentativo dei j}Olitici dell'Opposizione costituzionale era (lo abbiamo dimostrato) psicologicamente erroneo, perchè coloro che avrebbero dovuto dirigerlo mancavano nel modo più clamoroso di serie qualità di pensiern e di capacità ad effettuarlo. Chi con.osceva i presunti <capitani , della riscossa si ribellò alla loro valorizzazione, e vide giusto. Costruito il mito dei <Combattenti , wn enorme fatica, la macchina destinata. a travolgere il fascismo si mise in moto con len.tezr..a infinita, tra le ingiurie, le beffe, le m.inaccie dei veri fascisti, le riserve ed i con.sigli dei . filofascisti, e la velata od espreooa irrisione dei ~ sovversivi. Le più sbardellate elucubrazioni ebbero un posto d'onore nelle pagine dei grandi giornali, e non vi fu vice segretario di = sotto-sez.ione di provincia ch·e non avesse I 'onore dell'intervista. Dietro alla tardigrada. catapulta non. v'erano che delle ambizioni e della holsa retorica: neppure i pubblicisti più insigni iiusdrouo a far prender sul serio certe ;manifestazioni. Là dove non esiste una mente creatrke di politica o una passione di foila, nulla si / forma; e gli applausi ai combattenti significavano « antifascismo , e non approvazione del 11 combattentismo ». Se qualcosa di reale fosse esistito, gli incidenti del 4 novembre avrebbero dovuto segnare l'inizio di un'azione decisiva e in grande stile contro il CTOvernodi Benito Mussolini. Invece, non se ne O fece niente, e, dopo i soliti appelli alla pacificazione tutto tornò come prima. L'occaSione perduta poteva esser ripresa il 22 novembre: e il voto fu quello che abbiamo detto. Tutto ciò è perfettamente logico, e non saremo noi a manifestare le nostre meraviglie per lo scacco subìto, prevedibilissimo. L'Associazione Nazionale Combattenti, .organismo di mutuo soccorso, sairà sempre un'istituzione gover- .. nativa : potrà bisticciare con Palazzo Chigi, ma non fare il broncio per troppo tempo. Poichè , domani un ministero Giolitti, Orlando, Salandra Turati, impeI'Sonerà sempre la nazione (se nod proprio la patriaf, l'-:=l\.ssociazionesarà volta a volta giolittiana, odandiana, turatiaua; e sia lungi da noi il pensiero di muovergliene un appunto. Noi insorgiamo contro ·coloro che hannO inteso di ffil°e di un milione di ex-combattenti (su cinque milioni di ex-co;nbatteuti) l'arbitro della situazione, con.ferendo a poche persone abilità che esse non possedevano, e a un quinto di reduci tesserati l'investitura suprema. In ogni modo, la liquidazione d'el mito dei cosidetti « Combattenti, è avvenuta, la sua importanza politica è alfine distrutta. L'equivoco_ è dissipato, e ne siamo profondamente lieti . Immaginate voi un Parlamento e un Governo di ex-combattenti? Protezionismo (naturale a tutte le gran.di masse), esibizionismo retorico, incompetenza... 11 Chi ci libererà dai libera· tori? ». E vivere sempre sul ricordo e sui residui della, guerra, veder risorgere le accuse di 11eutralismo1 i titoli dell'interventismo! Pensare che il 2ioco ironico delle cose poteva darci un.a. coiubin:zione Delcroix-Giolitti, o Soleri-Rossini ! Dopo ·il 22 novembre, il ter:reno è sgombro. Ognuno al suo posto, con le sue responsabilità precise. Per ] 'Opposizione la sca.rainuccia per~ duta sia di auspicio alla vittoria. ALFA. PlERO. 60BETTI • Editore TORINO - Via XX Settembre, 6□ Dscirà in Dicembre: IL BARETTI Rivi:strt quindicinale. Avrà nel mondo letterario il còmpito che ha Rivoluzione Liberale nell'a(titvità politica. Suscitar'e preoccupazioni di serietà ed esigenze di pensiero, di critica, di stile nelle nuove generazioni. A.bbonamenta per il 1925 agli abbonati di " Rivoluzione Liberale " L. 10. A. CAPPA: Pareto· . L. 5Genera!Je SARDEGNA: Il disegno di guerra italiano· nell'ultima. guerra contro l'Austria M. VINCIGUERRA: Un quarta d~ secolo 1900-1925. ,, 12- )) 5H!3 TRE f ACEZIE fIOREBTIJE Ili GOfiT.OItIQUI1HJ.ZIOJE Era fatale che la Toscanina mezzaiola, su.ffìciente a se stesoo. come ai suoi contadini il j}Odere, scettica per raffinatezza, crudele per attaccamento alla roba e ignara d'altro governo che oon sia quello di p-&rte, assistesse incredula alla passione unitaria ciel Risorgimento e alle aspirazioni umanitarie cl.ella guerra mondiale, e si prodigasse, invece, nella guerra provinciale delle fai,ioni. < Od,; /'altra parte et chedi pochissi'nw ,. Cerchi e Donati. Dumini e Caro.si. Firenze, fallita capitale d' ltalia, doveva risocgere capitale del Fascio. Tuttavia, sotto la cenere avvelenata della su.a provincialità rissosa, cova ancora qualche fa.villa dell'antico genio realistico e motteggiatore, sempre bu.ono a incendi.are i più tronfi palloni, a.D,- che se decaduto dalla ma,,;tà dei Sacchetti o Boccaccio al la7,ro del P-wvano Arlotto o al rntto del trippaio. E' questo genio che Liquiderà il su.o fascismo. Nella pianura padana sarà il paziente eroismo dei lavoratori che han redento dalle acque la terra loro; in Piemonte la qnadratnra legalitaria dei caratteri, nel Mezwgiomo iJ risentiment.o contro la nuova invenzione di governo dei settentrionali. In Toscana sarà il frizzo mordace di un popolo che può scaldarsi, ma col patto tacito cli non arrivare a r: confondersj ,, convinto com' I: - in fondo - cbe anche il patriottismo tutto sta nel figurarselo e dal momento che il vento muta, il più sicuro grido di guerra rimarrà sempre • Viva chi regna ,. La facezia è il segno che la comincia a pw..,.- zare. Altra difesa dalla tirannide non c'è in Toscana. E prendiamola per quello che vale, a sollievo di chi, si accòra. FACEZIA PRIMA A chi la bandiera? In uno degli ultimi assalti fascisti per conqui... stare una bandiera rossa, assalitori e assaliti tumultua ,an. di fronte, pronti a menar le mani. Quaud' ecco il più accanito dei difensori farsi avanti, cambiato di tono e d'avviso, e intromettersi come paciere plesso i compagni e consigliar addirittura la consegna della baruliera al duce avversario. Ma bonariamente, come c-hi cede a una giusta ragione. <A lui gli si poi dare. Gli ha diritto_ Mi 1icordo che messe dei quattrini anche lui, quando la si dovette comprare li. FACEZIA SECONDA Ma chi si bacchetta? Ma chi si bacchetta? interroga un randellatore preoccupato· dall'infiuenza della nuova p-iega politica nei riguardi professionali. « Ora viene la ti.azione. Ci mettono in, mano m1 altro bacchetto. Ma chi si bacchetta se siam sempre gli stessi? ,. FACEZIA TERZA Barbadoro, I' hai trovata la madia! ! Questa è di classe superiore. E io propongo che sia archiviata ne,i detti celebri e tratti di spirito del popolo italiano, e diffusa per fin.i nazionali. I Che sia diretta a 1111Barbadoro o Barbadargento o Fedineappunla, importa poco. E' un giudizio capitale su una classe politica; la smontatura po1'olare che passa al Monte di Pietà l'Elmo di Scipio. Pare che abbia dato ragione al duello Tamburini-Chiesa. Era 'attribuita a Rosadi che ha smentito; la voce pubblica la rivendica a Rosai. Io ·non ho fatto a tempo a chiedere al bravo Ottone se·l'ha sbottata lui. Ma mi piace immaginarlo, sceso il Ponte a Santa Trinità, dopo chiusa bottega, lungo lungo, quasi incurvato dal peso di quelle sue manone tutte sangue e nodi che han posato il moschetto e ripreso con semplicità b sgorbia e la pialla artigiane anche se san trattare con onore il pennello e infilano alla bottoniera i nastrini azzuni; per non scomparire. G_uardarlo godersi con quell'aria di ciompo che non le beve, la passeggiata carnascialesca dei compagni rimpannucciati dal < patriottis,no, ; la baldoria dei tenenti che son generali, degli altri puri tramutati in commendatori, delle coregge caramellate (questa sì è di Rosadi) che pretendono di rinnovare l' Italia, e sceltosi il più bello, scoccargli, confi.denziale, il suo saluto. Per gli altri, finchè la v:i,, la balla. Ma tra te e me ci s'intende. Ba,rbadoro l1 hai trovata ia rnadia! ! TI che, inÌerpretato secondo la nuova machiavellica, può dar luogo a una sintesi storica. dell'era novella in tre capitoli conclusivi : CAP_ I. - Del modo ten. uto da Barba doro per trovare la madia. CAP. Il. - Del modo tenuto dal medesimo per conservare la madia. CAP. III. - Del modo ri&perare la madia. tenuto dallo stesso per PIERO JAHIER " b'Eao D6bbA STAffiPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fon.dato nel rgor, ha sede >:SCLUSIVAMENTII ÌD Milano (12) COl'IIOPorta Nuova, 2~.

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