La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 33 - 9 settembre 1924

LA RIVOLUZIONE LIBERALE INVENTARIO. DI CULTURA r.aio e colorito di tratto in tratto come da sprazzi cli luce di un potente riflettore, è il documento più significativo di un mo• I. L'orologio smontato Durante qu,esto principio di secolo abbiamo festeggiati molti centenari, che ci riconducevano agli uomini ed alle cose del principio del secolo XIX. Purtroppo quelle fosticciuole ci hanno fatto mep"lio comprendere come si sia allonLanato da noi - ancor più che nel tempo - lo spirito di quegli uomini e di quelle cose. Non da curiosi, ma da uomini di studio, rifacciamoci per un momento a un secolo fa ed entriamo nel Gabinetto Viessieux, istituzione nata da qualche anno appena, e passiamo in rapidissima rassegna fra le pubblicazioni recenti, quelle di maggiore importanza, che hanno avuto la più larga eco nel pubblico, e che hanno formato le più profonde correnti di pensiero nel deDennio immediatamente seguìto alla restaurazione. I Sepolcri sono dell'epoca antecedente, ma sono ancor vivi nell'anima del pubblico, che inconsciamente sente trasfondersi il precorrente spirito romantico di Foscolo. Da Foscolo a Manzoni, anche allora, prima che la critica lo assodasse, il passo non era molto lungo. E Manzoni doveva già trionfare nel 1824. Sono del 1815 i primi quattro ·inni sacri, del 1819 la Morale cattolica, del '20 il Carrnagnola, del '21 il Cinque maggio, del '22 I' A.delchi e la Pentecoste; e già tra il '21 e il '22 comincia il segreto travaglio ohe lo porterà alla più alta prova. Da Milano, così ricca di vita letteraria e battagliera ed amante di novità, sopravvenivano i fascicoli del Conciliatore, che riaccendevano le dispute scoppiate all'apparire della Lettera di Grisostomo, fin dal 1816 ; e da Milano ancora, insieme con i volumi della Biblioteca italiana (che sopravviveva letterariamente all'epoca napoleopica, schiacciata moralmente sòtto il sussidio austriaco) venivano anç'):le i fascicoli di una pubblicazione periodica alquanto eclef;tica e confusionaria, ma compilata da un editore nuovo ·ed intraprendente, Fo_rtunato Stella, lo Spettatore, che per primo lanciava nel gran pubblico un giovane nobile ingegno quasi dissepolto dalla biblioteca di una casa patrizia marchigiana. E insieme con le p,rime 'prose dello Spettatore ed altri lavori filologici', tra il 1819 e il 1826 si svolge e matura rapidamente buona part.e dell'attività poetica di Leopardi. Nella prima raccolta del 1824, insieme con le tre prime canzoni troviamo, p. es.: la 1 canzone Alla Pri~ rnavera, I' Ultilmo canto di Safto, I' Inno ai Patriarchi; e sono del 1825-26: L' Infinito, La sera del dì di festa, Alla luna, La vita solitaria. E in quello stesso periodo si compiva la formazione spirituale di Tommaseo e Mazzini, di Troya, di Rosmini, di Galluppi e di Colecchi. Si può dire che il germe di tutta la fioritura intellettuale italiana del secolo sia in questo primo quarto di secolo; gli anni posteriori non aggiunsero, degli altri elementi (ondamentçJ.li, che il pensiero di Giobert-i •(che è poi un tentativo di sintesi eclettitia) e degli hegeliani napoletani, con, a fianco. De Sanctis. Chi avesse voiuto dare un,o sguardo complessivo a quella stupenda fioritura d'ingegni dovevà riconoscere 1conprofonda ammi-_ razione l'affermazione di un'· Italia nuova. Le ·stesse nostalgie medioevali importate d'Oltr' Alpe, in quanto motivo poetico, diventavano, nelle loro e.spressioni più originali un richiamo al1e tradizioni della Patria \n ore più gloriose (si ricordi il Medio •Evo corrusco d'armi sognato dall'esule berèhettiano); o· un'aspirazione altamente patetica verso la giustizia divina, sia che esali - dal fragile petto di Ermengarda, sia che si sprio-ioni dal cuore infranto di un Na.po1eon~; o ufl appello alla dignità tlell'individuo e all'eguaglianza umana, eguaglianza non più giacobina, ma cristiana, ma pure eguaglianza, c110si riaffermava in un atto di protesta civica. (Tutti fatti a sembianza d'un so/o figli tutti d'un solo r-iscatl:9... ) Anche l' Italia, dunque, in forme sue, cementava il nuovo edificio, quale sorgeva al chiudersi de!LeJguerre napoleoniche. I potentati vincitori a congresso, sfmttando alcune formule astratte, potevano dane alle parole ordine, pace il significato cli qu ietism-0,; ma per quelli pei quali aveva avuto una parola lo spirit_o tragico degli anni turbinosi, che ancora echeggiavano cupamente nell'aria, ordine, pace non potevano significare che una più s:Lretta comunione con Dio; una più fervida invocazione alla Provvidenza, ali' amore del prossimo; un più intenso ripiegarsi dell'anima su se stessa, e quindi la ricerca di una nuova coscienza e il bisogno di riaffermarla, oggi nella ribellione evangelica di fra Cristoforo, ·domani nella ribellione civica di Ugo Bassi. OrdinP, pace.. mento, in cui si accostavano alle sponde del!' Italia letteraria le onde già in moviNon sentiamo, oggi, intorno a noi rie- mento delle nuove tendenze, delle nuove cheggia~e frequenli le medesime espres- morJc nel pensiero europeo. li vigile ed s 1on1 ? bppure sono raccostamenti del tutto asluto pescatorn abruzzese si aff;ettava a supernciali. Nulla di peggio che fermarsi gettai-e le reti in mare, e metteva in mostra alla facciaLa delle parole. nel suo acquario tutto quanto aveva rlìcato Noi parliamo oggi di ordine e di pace con la rete. facondo wnlo egli, stesso, del resto, una lucida coscienza di parlare in una più della iridescenza delle! scaglie che della stanza vuota, e quindi con una intima e qualilà della pescagione. insuperabile insoddisfazione, che invano Comunque l' esempio e il successo da~- alcuni tentano cli celare anche a se stessi. nunziano affrettarono il movimento cli a~- Basta un minimo di perspicacia per accor- sorbimento che appariva necessario in congersi che si è rnggiunlo un ordine esLeriore scguenza del fatto che non si era determicd una pace fittizia, e non tanto perchè nato fine, allora un moto interno di rinnoi plenipotenziari di Versailles hanno com- vamenlo. Si noti che le nuove correnti di messo questo o quell'errore, questa o quella pensiero europeo entravano in Italia quasi rngiuslizia (ciò avvenne egualmente a Vien- di contrabbando, tra le pieghe della lettena e in tanti altr-i congressi diplomatici), raLura d'arte o addirittura della letteratura ma perchè dentro e fuori di Versailles cosiddeLta amena: questo perchè dopo il non aleggiò uno spi1·ilo creatore. '70 il pensiero speculativo era vissuto d'imL' ordine dei fatti procede clall' ordine prestito, e impigriva nella scuola, che dcdelle idee: è malinconico _ ed· è una ri- clinava a visLa d'occhio. Le dottrine positiprova delie nostre deficienze culturali __ viste avevano avuta la loro parte di bene; che in Lempi di moda idealistica ci sia così ma erano giunte "di rimbàlzo e già prive frequente necessità cli ri,cordare un prin- di elasticità. Giunsero troppo tardi per cipio elementare come questo, che solo ci avere una elaborazione nazionale (uso la difende dal dare alla storia un significato parola senza alcun senso «sciovinista"· Il puramente casuale, cioè nessun significato. pensiero di un paese dev'essere ripensato Ora, mentre la fine del secolo XVIII è uno in un altro, perchè possa essere conservato dei più vivaci risvegli di .pensiero della in vita e trasmesso altrove o ad altre genestoria umana, la fine del secolo XIX è u'n razioni). Ma il positivismo si affermò in torbido tramonto di un' età critica. Basta Italia quando manifestava già- segni di pensare ai valore rappresentativo ed alla crisi nei paesi di origine, e la nostra decainfluenza vasta e dissolvente di Nietzsche clenza accademica non permetteva l' auclaniel trentennio che ha preceduto la guerra; eia. di un tentativo italiano di soluzione ma forse il peggio ài tutto non fu tanto della crisi incipiente. la immediata influenza di Nietzsche, quanto Era quindi naturale che la giovai'te gelo strano mescolamento che seguì al sovrap- / nerazione si sentisse spinta, al di fuori della porsi del!' alta influenza del pragmatismo. scuola, a vedere altre cose di là ùalle Alpi. Il pragmatismo, nei paesi anglo-sàssoni, Fu una corsa attraverso i giardini di Ardai quali si dipartì, trovava i suoi confini micla. I pomi vietati furono porta.ti come ed il suo equilibrio nella forma analitica tesori - e non sempre lo erano. del pensiero, niell' istinto realistico, nella Aver tracciata la genesi _di quel movitradizione puritana della razza. Nell' Eu- mento significa anche averne indicate certe rapa'. continentale vennero a mancare J'wno caratteristiche e certe Lare originarie, le o l'altro o· ~utti quei contrappesi; il prag- quali lutle si potrebbero raccogliere sotto matrismo fu raccolto da una generazione di la parola: improvvisazione. Una prova nietzschiani deçadenti, e si verificò un con- molto significativa è offerta da una ossernubio che direi belluino, che portò a un vazione di natura filoìogica - onde a qualindividualismo egoistico sistematico e ret- ouno potrà parnre pedanteria il rilevarla, torico insieme, che avvelenò un po' tutti. • mentre I,e conseguenze furono estese e proIl simbolo più caratteristico dell'epoca nella. fonde. Il nuovo gusto aveva il carattere sua forma di follìa della vertigine, è il spiccato di un cosmopolitismo saltuario e costruttore So.Jlness. L' Europa tutta, neb irrequieto; però le fonti, alle quali si abbefatale agosto del '14., fece la fine del costrut-· verava erano più di prima in fortissima t S Il I prevalenza francesi; vale a dire che alla ore o ness. 1 Le giovani generazioni che ancòra imma- Francia non solo chiedeva largamente la ture sÒrpassarono ·1asoglia del nuovo seco,Jo produzione francese, ma si adattava volene si trovarono quasi d'un balzo di contro a tieri e senza scrupo.Jo per raggiungere in una delle grandi catastrofi della storia, modo molto approssimativo la cultura erano in condizioni d'inferiorità morale ed straniera attraverso traduzioni e spesso inintellettual,e e furono ,tifavolte. La loro con- fide manipolazioni. dizione, g-ià di per sè stessa critica, di Con poca fatica si riescono a trovare alnuovi enfants du siècle (di un secolo cioè cuni filoni di cultura pseudo-cosmopolita, nato con un cataclisma) ha prodotto un sulla quale è facile riconoscere alcune etimalessere più acuto per lo spaventevole chette di grandi case editrici francesi: le vuoto intellettuale che gli avvenimenti bru- bibliòteche filosofiche di Alcan; le pubblitali di una guerra oltrem-0do « meocanici- caziòni del M ercure de France (attraverso stica,, e senza poesia (con molta rettorica, il quale P- es., c'è venuto- Nietzsche), la che è l'inverso) hanno operato sui campi Biblioteca cosm-0polita di S,tbck (attraverso del pensiero già mezzo dissodati qualche la quale c'è venuto Ibsen) ecc. Questa defianno innanzi. Nel bel meglio delle guerre cienza originaria ha lasciato tracce pronapoleoniche il secolo XIX si apriva con il fonde, che ancor oggi sono riconoscibili - Genio del Cristianesimo,- Barbusse, Guido e talvolta ci balzano davanti quanto n,eno da Verona e ì discorsi di Wilson, avrebbero oe l' as.pettiamo - malgrado la sopravvedovuto sollevare i nostri cuori o il nostro nuta opera metodica di nuova oominagione intelletto durante l'ultima guerra. Questa compiuta dal Croce. Ma il' Croce, a mio è stata la vera crisi di Versailles. avviso, è stato sempre un solitario, anche * * * A quella crisi generale l' Italia non ebbll da opporre argini ·di nessuna specie; avvenne che anche gli elementi più vivi e forti della sua cultura contribuirono a solleci.tare l'opera di disgregamento della viLa culturale. Dopo il '70 l' Italia aveva avuta una vivida fioritura letteraria. L'impressionismo e il naturalismo regionalistico, assorbendo con duttilità spesso felice le formule del- !' estetica naturalista francese·, e favorito dalla reazione partico-larista contro l'accentramenl-o ad oltranza della destra, dettero opere altamente significative, sia in letteratura che in arte. Però lo spirito animatore era già ritardatario e _quindi destinato ad un afirèttato sviluppo e ad un rapido declino. E' questa in buona parte la ragione intima diel frigido rispetto - convenzionale per molti - che si fece subito dopo, il 1890 intorno a Giovanni Verga. C' è un Iibro che ségna una data nella cultura del tempo: Il trionfo della morte - 1894. Quel barocco accavallarsi di pervertimento erotico e di sino0ro culto dell'arte come unica realtà veramente sentita, di wao-nerismo e nicianismo e di nostalgie regio~alistiche abruzzllsi con 1 una persistente cr.eclenza arcadica nella. potenz.a miracolosa delle forze primitive; ·il tutto mescolato con incérti tentativi di simbolismo e con pretese d'indagine di psicologia sperimentale, mesS-Oinsieme alla rinfusa, come in una sala di >'endite all'incanto e illumiq·uando non pareva così, e sulla· sua opera mi fermèrò dopo aver finito di tracciare le linee di questo·, che si può chiamare il vero ,e;proprio movimento di reazione cosmopolita delle generazioni dell' 80. Questo dunque passò per due stadi. Il primo fu di .quasi passività so-tto le influenze straniere. Aperto da artisti, come i1 D'Annunzio, o semi-artisti, come il Nencioni - che fu per qu,esto rispetto un pre-. cursore - esso mantenne il carattere precipuo di dilettantismo, estetico, che assorJjiva pe,r altro da alcune manifestazioni analoghe, di pow anteriori, della letteratura franco-inglese. Questo p0riodo è fissato nella nostra mente da due titoli: Il Convil'o e Il Marzocco. Meno nota è una terza rivista, che ebbe breve, ma non ingloriosa vita. a Napoli, Flegrea, tra il 1899 e il '901 e che acquista maggioro importanza pel fatto che insieme con alcuni epigoni del Convito vi collaborarono il Croce ed amici ·del suo primo circolo (un frammento del- !' Estetica fu pubblicato la prima volta in quella rivista). In confronto a quel primo stadio il secondo, costituito dal movimento fiorentino, che si raccolse •intorno al Leonardo, al Regno ed alla dee (1903-1914), si presenta come uno sforzo maggiore di assimilazione, un desiderio di uscire dai modi del dilettantismo e cli tentare una rielaborazione che avesse una impronta propria. •Fatta giustizia a queste intenzioni, e riconosciute le qualità individuali dei più brillanti ingegni che presero parte a quel movim,ento, un giuòizio riassuntivo sui I • 1315 risultati di esso nella storia nella nostra cultura non può essere sostanzialmente molto diverso da quello che si può dare del periodo precedente. Il " materiale » importato clurante quel tempo per opera di quegli scrittori fu indubitabilmente ricco: atrtraver;;o il Leonardo e la Voce furono conosciute, per lo meno approssimativamente, tutte le tendenze d'avanguardia della letteratura, e dell'arte francese d'intorno il '900, e il r,ubblico, che, nella sua generalità, era fermo ad Anatole France, al Bourget e - i più avanzati - a Remy de Gourrnont, c<>minciòa familiarizzarsi con i nomi del GirJe, del Peguy, del Claudel; in arfA3 si sali.i, rlall' impressionismo al cubismo ; attraverso Sorel si cominciò a mettersi al corrente delle dottrine sindacaliste. :\-la forse il rnaggiore,successo di divulgazione fu nel campo della filr,sofia, col pragmatismo. Da parte sua il I/egno introduceva la critica antidemocratica e le idee politiche del J3arrès e dei legittimisti dell'Acticm françoise. Tutto questo però rimaneva un accrescimento quantitativo, il cui I peso era sicuramente superiore a quellCJ verificat-OSi nfei dieci anni precedenti ; ma che purtroppo non cambiava affatto il modo di pensare, non modellava e sopratutto non disciplinava una nuova generazione d'intelletiuali: anzi ora che gua.rdiamo quel tempo con una certa prospettiva storica, dobbiamo riconoscere che su quest-0 punto fondamentale della educazione intellettuale le cose peggiorarono e non migliorarono, e l'azione sopratutto del quinquennio della « Voce• (1909-1914), ootto l'influenza prevalente di due uomini di qualità femmiJ]ili come il Papini e il Soffici, doveva avere di necessità più efficacia dissolvente che ricostruttiva. Il Prezzolini, ingegno .molto meno brillante ed intuitivo, con qualità più pratiche che speculative, ma di tempra sana ed equilibrata, si accorse dello squilibrio, ne sentì il disagio ed ebbe in un primo t-empo l'ambizione di superare (la parola cominciava ad essere di moda) le contraddizioni con uno sforzo insi;eme di sintesi e di adattamento. Ma la sua natura.le propensione è per l'adattamento, pel semplicismo ottimistico, che dia una tinta d'ideale, di trascendente, alla sua attività - per altro rispettabilissima - nel campo della pratica. Ciò rese impossibile la sintesi, la rielaborazione; e l'occasione, perduta una volta, non si ritrovò più. Personalmente anche il Prezzolini, perduta quel!' occasione, non ne ritrovò più un'altra pec capeggiare il gruppo della Voce. Egli si trovò in mmzo a loro come un giovane di buona famiglia capitato in mezzo a una brigata goliardica. Al principio questi si sente fuori posto, imbarazzatb e ride forzatamente delle loro scapestrataggini ; ma la sua timidezza di fronte a giovar.,; spregiudicati gl'impedisce di imporre la propria maggiore serietà, e finisce per essere soggiogato. Il giorno dopo sì consola e mette a tacere la coscienza ripetendo a sè ste.sso le Memorie di Pisa di Giusti __ Il Prezzolini è rimasto così attaccato ai ricordi di quel periodo - oerto ricco cli fàscino e di nostalgìa - che anche oggi, a più di dieci anj di distan_za, è vinto dalla tenerezza dei motivi sentimentali che accompagnano quei ricordi e non ha acquistalo l'obbiettività sufficiente per giudicare il fenomeno da un punto di vista approssimativamente storico. Ne è prova il recente libro sulla Cultura italiana (Firenze, 1923), nel quale la prospettiva è anacronistica a.ppunt:o di una dozzina d'anni fa: la Voce è l' « incipit vita nova» dell'Italia contemporanea ; da allora I' Italia ha imparatq a pensare, a studiare e così via. La culrura italiana sono le Memorie di Pisa di Giuseppe Prezzolini ... Concludendo, l'azione di quei tre gruppi, e specialmente della Voce, accrebbe sema dubbio di una gran quantità di materiale grezzo la cultura del paese ; ma mentre esercitava. con acume persino ingeneroso la critica della cultura accademica, cadeva troppo spesso in istato di anrn1irazione stupefatta davanti alle scoperte _che faceva nel camipo della cultura europea contemporanea. Ipercritica da una parte, deficienza di critica dall'altra. Il nuovo materiale veniva così gettato alla rinfusa su di un terreno no11iancora preparato a riceverlo ed a rielaborarlo. Si potrebbe con qualche fondamento di esattezza accos,tare il movimento culturale fiorentino del 1903-914 a quello dei letterati franoesizzanti della seconda metà del '700 (Bettinelli, gli scritto,ri del Caftè, ecc.); con questa sostanziale differenza per quello che riguarda gli .effetti conseguiti, che mentre gli uni avevano la fortuna di poter trasportare un corpo di dobtrine semplice ed organico insieme, gli. altri erano costretti a cogliere ali' estero e pori.are in patria frutti euerogenei, ràmpollati da uma crisi di pensiero che già aveva invaso l' Europa. MAHIO Vrncr.buERRA

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