La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 32 - 2 settembre 1924

liii~ ~ o\>► ~cq;u~'\>\> CONT~ CORRENTl POSTALE .11IST/\ STORICI\ SETTIM/\Nf\LE DI POLITICI\ ESCE Diretta da PIERO GOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 Abbonamento per il 1924L. 20 - Per un semestre L. IO • Estero L. 30 - Sostenitore L. 100 • Un numero L. 0,50 IL MARTEDÌ Cbi rice.,,e ul) l!Urt)ero <li saggio ~ 1101! iQteQ<le alll>ooar:;i r~spiQga il giornale, altrirt)er,ti gli coQtir,u~rtrr,o J'ir,vio e <lopo ur, rt)tse provve<lertn;o a.Ila. riecc,::;i<olJ~ rr,~<lianl• tratta. Anno III ~ N. 32 - 2 Settembre 1924 BO MM ARI O: M. BRos10: f'roposla di un parllto llbernle. - U. M. di L.: 611 lnduslrlall • Il 6lornale d'l!alia - ha vita inlernazlonale. - E. SM1TH: heltera emerlcana. - J. LOMATI< u: ha Bulgaria dopo Stambolllscky. - G. MAZZAt.1 • p. g.: Come combattere il fascismo. - A. P.: De 6asperl. - M. MAZZARFCLLJ: Una stroncatura di Mussolini - ha dittatura di Cesare. Proposta di un Per quanto un paii:ito liberale orgauicamcutc inquadrato sia sorto in ltalia da pochi auni e non abbia dato le migliori prm~e di originalità e di autonomia, tuttavia, ed il fatto è uoteYole a questo organismo di scarse tradizioni, priv~ di vigorose opere, ed assai p,iù ricco di frettolose abd:ica.7.Joni si ri \·olgono oggi l 'atteuz..ione e la speranza di forti co1Tei1ti di italiani abche di coloro che militano i.n altri partiti e 1 li guidano. Kella attuale campagna antifascista le di. chiarazionj dc] « Giomale di Jta/ia Il, da.pprima molto circospette} furono valorizzate e costrette ad intensificare il proprio tono} dall 'iuteresse col quale furono segtùte e commenta~e. Motivi primi di questi segni di fiducia sono, da un lato, la. mentalit~ paurosa dei benpensanti, i q~li mentre vedon~ vagamente oscillar~ il comodo sostegno matenale e morale di una dittatura patriottica, ritornano volentieri ad 1 apprezzare quelli, che sono sempre stati per definizione gli uomini dell'ordine; dall'altro, il calcolo dei lea.ders dei partiti diversi, i quali tentano di at. trarre. a mezw del partito dell'ordine masse im~uenti e mnorfe nell'orbita della op~sizione. M1 oltre a dòi non si può negare una. certa. importanza al fatto che, specialmente nelle città più industriose} il contatto con la vita moderna, le necessità dei tra-ffici, l'esempio di popoli politicamente più progrediti sono andati lentamente creando una mentalità desiderosa o1trechè di quiete ànche Ji un .minimo cli diguità e di giustizia nella vita sociale; esigenze \·tve, se pure con esse coesistano estreme grettezze e resìdui fortissimi di indifferenza pdlitica. E1 • su questa prima e molto elementare cosciènza ix>litica che gli attuali dirigenti del partito liberale contano, allorquando, dopo una de. dizione al fascismo che non poteva. essere più totale, lentamente cercano staccarsene incerti ancora, e più che altro desiderosi di ~on rompere troppo presto i ponti. n partito sa, che nella eventualità di un cambiame11to legalitario di governo i suoi uomini ritorneram10, almeno in un primo tempo, al potere ;e su -dei minimi presupposti di legalità e/ -di ordine prepara i titoli per la successione molto semplicistica.mente sperata. La sua stessa pntdenza indica, con quanta paura esso maneggi i eoncetti più ovvi del liberalismo, quasi armi pericolose da µsare in quanto strettamente indispensabili nelle più gravi contingenze. Non bisogna quindi illudersi: nella ipotesi che un muta.mento si avverasse, si avrebbe un governo di uomini che altrettanto vagamente si sono dichiarati/ o si dichiareranno liberali, ma nessuna garanzia di tin metodo 1i berale di goven10; del resto la, resa a discrezione del partito di fronte ,illa marcia su Roma, e 1'adesione alla lotta elettorale senza condizioni, hanno dimostrato se ancora era necessa:rio, che non esiste in I~lia una forza. organizzata., 1a quale abbia autorità bastevole per mantenere il governo e dia garanzie per uno s·vi1uJvpOHbero e legalitario della lotta politica. Una riprova di questa realtà sta nel fatto, che gli sforzi più vivaci e più autorevoli di vivificare la coscienza politica italiana su presupposti liberali, provengono da forz.e giornalistiche appoggiate à.d autorità personali : il Corriere, la SM·mpa, il Mondo, cui non ha mai corrisposto a1éuna organfa..7.,azionepolitica stabile e continuativa. Il largo seguir0 di questi giornali e delle loro idee dimostra una caratteristica « Jor11ia mentis » delle classi med:Ìe italiane, non aliene dalla di;cussione teorica privata e dall' interessamento dilettantesco in materia politièa, lontane' però dalia ca'pacità di attaccamento preciso e responsabile ad un iudirizzo pratico. Non si vuole con ciò negare il valore i'lldiretto ed educativo della campagna giornalistica, nè bandi'l"e la necessità assoluta della stretta dipendenza dei giornali dai pru-titi; certo però le constatazioni di fatto non {'CTIDettono alcuna valu~zione di efficacia permanente di un iudirizw giornalistico, anche lungo e serio, ~u1le masse. Non si potrà dimenticare mai, che Ia diuturna e tenace professiòne di liberalismo del senatore AJ.bertfni a mezzo di un giornale che ba costituito per tanti anni l' unico' testo politico di l.arpartito liberale ghe masse di italiani, non ha menomamente impedito la accettazione e la esaltazione gaudiosa di principii contrarii al tempo del fascismo; per opera, si iutende, delle stesse masse. Ciò perchè la sola discussione individuale fra giornale e lettore non è produttiva di effetti pratici se non nell'àmbito delle élites o per fenomeni passeggeri. Si comprende facilmente quale p1u efficace azioue il partito liberale potrebbe esercitare, an-· che nei limiti della pura educazione politica, grazie alla efficeuza immediata della sua azione sull'ambiente, malgrado la evidente inferiorità delle sue premesse teoriche attuali cli fronte alla maturità e nobiltà delle forze giornalistiche personali. Ogni atto del partito mette in moto una leva la cui azione è senza confronto più ampia della quotidiana risonaina delle voci giornalistiche} giacchè ogni sua manifestazione è moto .cli una forza ben definita: la forza. dell'alta borghesia italiana che si trascina docile al seguito la media e, in parte, la piccola borghesia. Nella sua precisa costituzione di classe, sta il suo merito. Il suo graYe torto, sotto il punto di vi.sta liberale, sta nella. composizione e negli interessi della borghesia che lo domina: grande industria in g.ran parte protetta, classe agrai;a essa pure tutelata da dazio, e ~r 1r.entalità reazionaria. E' noto ormai attraverso a troppe dimostrazioni (l'ultima polemica Ei, naudi-Silvestri ne è una riprova) che simili gruppi sono necessariamente indifferenti od ostili ad ogni politica 1ibe.rale. Era pèrcìò ineluttabile che essi annuissero indulgentemente alla sprezzante arroganza di grossolani parvenusi nello stesso modo che vi ha annuito il tradi. zionale buon gusto dell'alta nobiltà} dando ai bei giovani nnovi le sue donne in matrimonio. Fra i signori, i parvewus ed i disoccupati, la borghesia italiana contprende molte altre forze di interessi e di sentimenti diversi e in parte discordanti ; esse sono però in gran parte le forze politic~mente meno vive, le classi benpensanti contente del pane quotidiano e soddisfatte della risoluzione dei piccoli problemi personali, compiaciute di una loro piccola spiri.tua. lità di assai comoda soddisfazione. Su di es.5e l'alta boTghesia domina politicamente lasciando la illusione della libertà, come la rete degli interessi protetti domina lasciando la illusione della autonomia. In: una situazione tanto s·favorevole, la costituzione ufficiale del partito come organismo nazionale unico potrebbe sembrare una semplice formalità sen7...autili conseguenze; viceversa essa è un fatto nuovo importante, poichè nella lotta politica nulla ha tanta importanza quanto la treazio11e di nuovi mezzi per nuovi cosidetti 'Vani tornei di p_arole. . _ Il partito- libera.le è uno strumento nato con evidenti intendimenti di conservatorismo e cli reazione; allorquando, cleliueafasi la disfatta del socialismo, si· voleva radunare in partito tutte le forze conservatrici ed anticlemocTaticbe, sperando nella loro sufficienza a dominare ancbe il movimento fascista. In questo senso, esso è nato proprio per opefa di coloro·, che la funzione del partito nella odierna realtà politica rinnegavano, accontentandosi di semplici postulati di lealismo monarchico. e di vago legalismo, che il prof. Giovannini aveva l'abilità di diluire in interminabili discorsi. Ma, come spesso accade, gli ef_ fetti dell'atto JPOSSonosupera.re le intenzioni degli attori. Altro è usufruire comodamente di sparse Associazioni ciascuna. delle quali si accentrà attorno ad un uomo, si aduna per sentirlo parlare di lutto o di nulla in assemblee semicleserte; altro è il dovel' seguire la vita di un partito organi-zzato i cui nuclei loca1i agiscono in vista.- di una direttiva centrale dominante, e rea. giscono su di essa. Il pt·imo sistema, semplke rete di maga7...zini di mobilitazio11e, serve per le elezioni soltanto, e più serve, quanto 1ne.110 nei periodi di quiete si sono usate le riserve. Il secondo è coshretto bene o male ad una attivit.1 continua., alla assunzione di posizioni e di responsabilità di fronte ai problemi che la vita pubblica man mano suscita; jn esso gli uomini 1Jon possono scindere le posizioni personali ma debbono continuamente sostenere o respingere un ir:.diriz.zo, che per quanto si tenti di mantener\,; vago, incerto e a<latto alle prudenti ritirate, diveuta necessariamente- un forte legame. Lt forze nuove, ambiz.ioni, interessi, idee, i1lu. mi11istiche speranze 1 che possono farne parte, dehbono essere segulte; i tranquilli associati dei tempo'passato si accorgono che le istituzioni mutano, che g1i organismi creati col presupposto rli domi11arli acquistano impensatamente fc..,rza ed indirizzi proprii superiori alla volontà dei creatori. Questo fatto cli per sè importante, la esistenza cli un partito liberale ufficiale, rappresentante del liberalismo puro senr...aaggettivi, è nato, per di più,.proprio quando si preparava a tutti i pretesi liberali che lo costituh·ano, la prova più dura sul Yalore cle1 loro libera1ismo; in cui chiaramente si è saggiato, se Yi fossero in Italia uomini capaci di capire il ]oro interesse àl mantenimento di una linea politica dignitosa e ccstante 1 come prevalente alla esigenza di un.a bruta.le momentanea domi11azic·~1e, E'd '11 mJntc.- nimento ad ogni costo delle posizioni di governo. La prima prova. ha avuto esito ne.gativo, e pur tuttavia oggi essa accenna a ripresentarsi 1 segno cli labile memoria e di eterna illusione, ma specialmente della gravità e della -profonda risonaùza clegli avvenimenti, con gli stessi uomini che hanno mancato alla prima. ~<:n. ·vi è .:1patì~ di masse indifferenti che ln condizioni come queste resista ad una azione etiérgicaménte condotta da minoranze consapevoli; ne è un esempio la campagna ìHatteotti, sulla quale il buon borghese desideroso cli ferie metterebbe .volentieri il fin~li se1na 1~ sprone di una coraggiosa campagna senza reqme. Gli illteressi appaiono compatti e uniformi fino a quando esiste uno stato di equilibrio che permette loro di contemperarsi ed una situazione economica che non consenta assolutamente lotta politica; ma non vi è nulla di p,iù atto a dividerli, che il dibattito su questioni puramente poJiticHè fortemente discusse,' quando le condizioni economiche non siano assolutamente contrarie. Il mito socialista continua ad impedire la totale unione fra industria ed op.mi sul terreno del p-rotezioni&mo, i principii liberali rimessi in discussìone possono agire come discriminanti fra le ,,arie [or~ p,iù o meno aderenti al sistema economico e finanziario oggi dominante. E1 in momenti come questi, quando i principii essen'zialì del viYere politico sono in dibattito, che la dispersa educazi;ne giornalistica può d.are i subi. frutti, che si può sperimentare se veramente si sia venuta formando attraverso a cinquanta anni di vita unitaria quella minima crosta di hu.,wus politico 1 di senso di dignità seùr,a 1a quale ogni tentativo di azione liberale deve ginclicarsi senz'altro disperato. E se una classe borghese capace di governare c'è an.cOTa in Ùa1ia, ès5a ù·rn deve mancare di app•rofittare di questi sentimenti diffusi, e del valore cbe torllano ad assumere pdncipii squisitamente borghesi, per tanti anni derisi dai socialisti; il riassumerli energicamente sarebbe per essa, oltrechè una'. sicurezza. per il presente, una difesa e un titolo cli dignità pet il futuro. Gli attuali segn·i di risveglio, fervore di opposizioni giovanili, piccole secessioni, vibraiione più intensa di disc.ussioni e di attese, non devono essere sopravalutati, perchè sotto mo1ti di essi non sì nascondono che i soliti fenomeni cli modeste ambizioni personali, h1 uomini i quali tentano di approfittare, muniti di UJ1a impreparazione ardente, degli avvenimenti eccezionali. Jj disprezzarli sarebbe però gretta pretensione, e significherebbe soltanto incapacità cli approfit. tare delle forze reali, per ricercare ie solite ine-- sisteuti f6rze pure e rispettabili. Tutto consiste nel saper dirigere e forzaTe a 1uaturazione le incerte tenden?~ affioranti, con la tattica sistematica di costringere a mezzo di esse la borghesia, la quale ha vòluto affrontare il rischio e la responsabilità di dirigere un partito, a rivelarsi in esso1 ed a resistervi continuamente alla discussione ed alla critica. Tale lotta risoluta in seno al partito può essere oggi utile e necessaiia, sia nei riguardi della politica generale, sia nei riguardi del solo partito liberale. Sotto il primCJ punto <li visi.a e;;.sa i: utHe, qualunque idea si abbia sul risultato della lottà che le opposizioni combattono più o meno chiaramente contro il fascismo; giacchè nella ipotesi che il fascismo duri e si rafforzi 1 sarà agevolata la formazione di un partito liberale solido cementato da una lotta aspra; nella ipotesi che il potere torni entro un tempo più breve agli , 110mini ll1ordine • della destra, sarà più che neC66sario mantenere in vita una corrente di opposizione che non •pc.--rmelta 1 'esanrirsi del movimento nell'opera sterile <lei trapasso di potere dal mussolinismo al salandrismo. Xei riguar'di interni, la durezza quasi inesorabile delle forze cohtrastanti dovrà essere tenuta prcsentt; bisogna pro.-;pettare la ipotesi assai probabile che la posizione di una tendenza libe. rale nel partito liberale di,·enti insostenibile, come è accaduto di passati movimenti; e recentemente, a )1ilano. In tal caso l'opera di c...hiarificazione a\·rà servito per 1o meno a definire rigorosamente il partito, a precisarne la posizioné in modo tanto più definitiYo, quanto più seria e ricca di risonanze sarà stata l Jazione d':l. dissidenti. Dalla lotta e dalla differenziazione ['Òrrebb:ffo nascere organismi di\·ersi 1 o più semplicemente si -potrebbe effettuare uno spostamento di forze, un concentrarsi delle classi borghesi, a seconda degli interessi in esse divergenti} attorno a nuclei di\·ersi, più nettamente liberali e conservatori o democratici; una parte delle classi medie potrebbe trovare un punto di contatto col proletariato; senza finalità parassitarie. Individuare e definire oggi le _IX>SSibilitàprecise di una azione evelltua.le sarebbe, oltrechè inwossibile, infantile. i\Ia pçr intanto, quale punto di partenza, che essendo cosa di oggi si ,uole chiaro e senza equiYoci, esseuz:iale elemento· di una valorizzazione de1Porganismo liberale nel senso negativo o positivo suddetto, deYe essere la cura dei liberali autentici, di precisare la loro azione non semplicemente intorno ad una comoda e Yaga linea di premesse genericamente legalitarie, ma su proposizioni in\·olgenti responsabilità precise. Un 1jgido antifascismo deve essere inteso come \·olontà di tendere Yerso la instaurazione in Italia di una vita politica e cli una situazione economica rispondentj alle necessità della, Yita moderna; presupposti quindi di libera lotta economica, e di libera lotta politica intorno al gioco di ben definiti partiti. Libe1jsmo, libertà di organizz.azione e ricon0scimento delle necessità della lotta delle classi, ritorno al sistema elettorale proporzionale, lotta antiburocratica e repulsione dei nazionalismi dovrebbero essere i capisaldi di differenziazione, ove un improvviso (e impreveduto) crollo del fascismo eliminasse questo fonda.mentale mezzo di riconoscimento. Tutto questo} io ripeto, senza illusioni; troppo grave è la situazione italiana, ricca più cbe mai di disoccupazione e di una borghesia proletaria la quale nella propria onorata miseria esaurisce le aSpirazioni politiche con la risoluzione giornaliera del problema della esistenza, per fondarvi rosei sogni. Serie mutazionì politiche possono essere negate alla borghesia, e riservate ad altre cla'Ssi, semprecbè si creda, come è necessario credere, in una funzione politica moderna deL l'Italia. Nel freuetico muta.re degli avvenimenti, che distingue la terra dei suoni e deì canti, questo momento è certo utile per chiarire le posizioni; questo scopo minimo è sttfficiente a giustificare, alle élites, l'azione. MANLIO BROSIO Ln pubblicazione s-nUa- RiYoluzione Liberale del resoconto stenografico dì 1nie improvvisate dichiarazioni ad una assemblea di parti.toi 1ni ha in.dotto a chiarirle ed a svil·u-P,pa.rle nell'articolo che p·recede; in dette dichiarazioni 'Vi era liaccenno a 'll,11 collega11ie11to fra la « Stampa • e l)inditstiia protetta, che, come si comprende anche da quanto o-ra seri-va, 110-ns1,ssiste. .M. B.

130 Gl'industriali Le parole con le qua.li alc,mi rappresentanti deg1' 111dustriali chiarisfono il loro atleggiamen_t.opolilico non recano punta sorp:rcsa. Se foss11no in un'ora più consueta, e sembrasse opera di buon gusto cercare gJj scagioua111c11tie volger gli a.11.imi a un sereno ottimismo, direm- ~o- ~be gl' industriali, teorizzando, peccano cLl msip-,ell7.a ma non cli malvagità e cbe il loro ten1peramcnto è assai più retto o molto meno iniquo delle loro conclaniate i11te11ziotfl1. Ma oggi, cerca.re di scusarli uou sarebbe QOSa degna. ;on si vuole però denjgra1·li personal- -!]lente, con atto di bassa demagogia, denunciru,·t..! uno per uuo gl' insensibili e: cinici • plttlocrat.i • cui uuioo limite del lecito è la so,-ra.Irnpaw·a. C_'è da prender di mira una vasta compaguia di gente, legata, ancor più che dagl' interessi, da.i gusti e dall'(..'Xlucazioue,cbe vige e dòmiua in quel famoso triangolo « moderno•, Torino Genova .Milano, sede cli diritto, secondo taltm.i, della presente vita italiana. PigUaudo a Llpo la meulaJjtà del ragioniere, diciamo allora che ba.ll.1Ioragione. Devono, prima cli tutto, tornare i conti. Su i mezzi non si discute. La politica è un'iniqua speculazione, Iun assurdo logico, un 'inframmettenza. cli da.ti eterogenei nel campo dci loro calcoli, una cattiva consigliera con que' suoi profetici richiami che ban quasi sempre l'ufficio cli gettase il pànico in borsa. Se non ci fosse il Parlamento s~ non ci fossero i giornali, tutti gli oratori dei cçmi7..i (quando c'era.no) tutti gli agitatori sovversh; starebbero buoni, poichè non tendono ad altro che alla popolarità personale, a risorbirsi l'eco delle proprie parole diffuse lontano dalla fama. Per questi il governo despòtico è ottimo, an,. che se si mantengono onesti e non ne apprnfittano per condurre illeciti affari. E' la prima volta che possono « vivere in pace,,, sottraen• dosi a quelle condizioni di lotta cbe non sanno riconoscere per necessarie. I guadagni sono molto più saporosi; percbè è scomparsa una parte del rischio, e giungono quasi per elargizione, con grazia, invece di essere un premio agli sforzi e agli stenti. E' uno stato d'animo quasi .identico a quello dei soci delle grasse e ·sussidiate cooperati ve • piovra dello Stato , degli antichi tempi. Essi certi fa,·ori (se non cbe era.no minimi) li ottenevano senza nessun loro merito o lotta, per atto quasi prammatico, un 'iscrizione e il rilascio d' ttna tessera} e coll'assumere una certa qualifica, che era investitura di dignità e accampamento cli diritti per godersi pochi e meschini beni attuali, ma sperandone dei fantastici pel futuro. Anche gl' industriali noµ filibustieri - e vorremmo conoscerne di quen • fililpustieri per documentare la loro candida psicologia! -, si potrebbe giurare, banno fatto affari piuttosto • magri. Ma sono grati e fedeli a un governo che ha fatto tra.vedere regioni inesplorate pur dalla più acce.sa e romantica loro fantasia, e· li nutre delle più rosee speranze. « Un 'industria libera da ogni .protezionismo e da ogni paternalismo cli Stato • ? Per carità ; bisogna prima aver mutato, a UllO .,a uno, i cnori dei suoi capi. E per ora non ci resta da far altro che laconica.mente protestare, umiliati, in nome dell' intelligenw. • Il Giornale d'Italia È onna.i doventato lo. specchio della nequizia. Tra· le molte malefatte di Cesariuo Rossi - cbe si dimostra ormai tanto privo delle basse arti politiche e incurante d'accomodarsi alibi e ripari da costringerci a stimare che fosse un « purissimo • in perfetta buona fede - tra le sue malefatte vi è quella di non aver voluto eleggere Vettori deputato. Per una medaglietta che ..... non vide, quanti sospiri e quanti guai! L'arte con cui la dabbenaggine e la bonarietà si fa, nel su.o giornale, nemmeno ironìa, ma atroce satira, e, se un poco il tono s'alza fino ad _accennare uno sdegnoso ammonimento, crudele vendetta., è diabolica. I fascisti col giornalismo tocca.uo le più amare delusioni; come supporre che nei sotterra.nei dell'addc.rmentato palazzo Sciarra ci fossero nascoste queste tremende artiglierie? Non importa da che parte sparino quando colgon nel segno; e, per le funzioni della polemica, tutti gli atteggiamenti e gli accaparramenti sono leciti. Sarebbe forse più iuteressa.ute domand:ire : cbi c'è sotto? Ma forse sotto non 'c'è nulla.C"è la tiratura del giornale, cbe è una nobile e sempre rispettata istituzione e, dav- .vero, il dspetto alla mutevole; opinione pubblica; cioè il senso psicologico di non w.ia1·e i lettori, anzi d'intonare il coro più accetto. Roma che dopo le sagre resta quella di prima, e ripara al peccato di retorica con una. precisa arguzia; che, senza scomporsi, sa trov'are ne11'anima. arguta una ragione di dignità, perciò si fa inafferrabile, quasi ribelle; educata da un 'esperienza cosl lunga e viva, 111.aga.ridi servaggio, ma al contatto e in cospetto d'idee e forme universali. La nostra coscienw però nega che questo atteggiamento sia liberale. Una delle esperienze liberali più vivaci della nostrn storia banno con. tribuito a stronca.ria. Il testo critiw del liberalismo era l'anno 1922. In questo il fascismo ha ragione. Gettar l'anatema su. quegli anni del dopoguerra e rivendicar lo Statuto è un proposito senza senso - o è u,n tentativo d 'annebLA RIVOLUZIONE LIBERAL~ bi.a.re le coscienze e di preparare, sotto la lustra del Uberalismo, altri domlnii personali. );on m,ij come ora ci si può convincere che, per noi, H libera1ismo è rivolt11.ione. Diciamo la sola. dvolll.7i◊1H: che conti, fatta. s<..--n'l....a par te, sen.1...a urli e senza can'l..oni,ncll'anjmo d'ognuno, contro consueludin.i e interessi erista.llizzati, lotta e conquista d' ogni giorno. l liberali in Italia uon c'erano e 11011 ci sono. L'uomo moderno, la classe dirigente, la lcmp-ra e la figura dell'uomo di Sl.ato che 11011 l un padrone, ma non ha <la essei· nC"mmenoun servo. A dominare, a sopportare la lotta politica degli a.uui scorsi uou potevano ,·enir<!avanti rhe i Bonomi e i Facla. Non si dice che altrove il moudq liberale sia in allo. Probabilmente è proprio il Gi0'1'1U1/e d/ Italia quello che eccede nell' ammirazioue per certe fonnc, int~ staticamente, cle1Ja vita po. litica nci paesi occident.lili. Da per tutto il liberalis1110 1 più o 4.ncno diffuso, combatte; e deve far i conti con le nuove e diverse forze che ha spronate e rinnegate. Il proble.111adelle masse, rifuggenti a] metodo e alla mistu-a liberale, ma eccitate dallo stesso libera.ljsmo a p;g!iar coscie11z" e farsi stato, è il problema massimo, è il tono non soffocabile della vita politica. Per c:iò il liberaliSilllo cbe ci pare vivo non è dottrinario; è: un'esperienza che si compie, pri~ ma di tutto volendo compierla. Se diciamo cbc è piuttosto metodo cbc tc:orla non ci pare di diminuirlo; in quanto, non irrigid.ito in punti fissi e pn...-cisi, impegna cli più g1i animi, e a ognuno s'ad:illa meglio; js.pira educa e form;..i, non appreso come lezione e a scopi p-ratici ma vissuto; crealo, per parla.re romantica.mente, da ogni mente che lo ix-usa. li Gior1uile d' Italia potrebbe anche entrare nel variopinto novero degli oppositori; non JX--T •qu.csto ci si sentirebbe più vicini. Crediamo che finch~ esso rappresenti I.a meclia mentalità borghese, ei sia un poco da disperarsi, e molto da fare per riconoscere e isolare il buono e il nuo\·o tramezzo alla pigrizia e ali 'incoscienza generale. E con questo discorso si rende a.Ila borghesia il massimo degli onori : quello di crederla tltttora capace di farsi classe dirigente. u. M. DI L. LA VITA INTERNAZIONALE Lettera americana E' lecito ritene.re superato negli Stati Uniti lo stadio acuto della reazione. Chè nell'ultimo ventennio, se si esclude la parentes~ Wjlson, no11 si poteva uon considerare con molta tristezza. le sorti di quella democrazia nella qua.le Tocqueville aveva riconosciuto e descritto wi ideale di modernità. Gli istituti deruoçratici americaru si erano venuti asservendo alle forze plutocratiche; la lotta dei partiti si riduceva a uu. alternarsi di gruppi cli uon1ini, qua.si indifferenti ad ogni elrtborazione i<leale; lo stesso incremento di benessere economico uon si accompagnava con un allargamento degli orizzonti politici e sociali. Si potè anzi notare un bisogno allarmante di isolamento .quacquero e cli misoneismo egoista. Nel protes6ntismo che non aveva mai asservito la. politica, ma sembrava aver realizzat~ l'ideale della pratica di tolleranza, vennero prevalendo tendenze dogmatiche : Brya.u, tre volte candidato democratico· alla prcsidenw, ttomo di p-,imo piano nella politica b.az.ionale, giunse a condurre una campagna percbè si proibisse cli parlare nelle scuole della teoria dell'evoluzione come pericolosa per la fede. Nei primi cinque anni del dopoguerra questa reazione politica, sociale1 religiosa si sviluppò nei modi più estremi : le delusioni e le crisi provocate dalla guerra • non vi furono estranee. Si ebbe la politica più crudelmente aùtisocialista e antioperaia. Le persecuzioni contro l' r. W. W. (Lavoratori dell'industria di tutto il mondo) non ebbero esempio in nessun 'altra situazione reazionaria. Si riempirono le prigioni sebbene poi succedesse che magistrati indipendenti assolvessero gli imputati delle colpe immaginarie. Il proleta.dato si trovò indifeso ai fronte a questa bufera, perchè esso è più immaturo che nei paesi europei. Un Partito socia.lista non esiste. Gomperz è una caricattira di organizzatore: gli industriali lo trattano da buon amico, lodano il suo buon senso, lo tt·ovano squisitamente immune di deploreYoli illusioni e di indegne utopie. L' I. W. W. raccoglie l'esasperazione delle classi più umili, un •:sasperazione violenta anche se non è giunta mai alle intemperanze di cui l'accusano gli avversari. Ma questo partito manca di capi autorevoli e di ogni tradizione di lotta rli classe e sorge piuttosto da un'esigenza umanitaria ed elementare cli miglioramento economico e civile. Il fascismo ha avuto nella reazione americana un precu.rsone: il J{:zt,-1{.lux.Kla-n. Questa società segreta, di cui come della massoneria non si conosce la forza e si può sempre esagerare l' influenza, sorse in America nel secolo scorso, dopo la guerra civile per fronteggiare il pericolo uegro. Un pericolo per metà immaginario, e appena delineato in pochi Stati del 'Sud. Kt4-Klu,x.](la,n non significa nulla in lingua i11glese : è una riunione di suoni che voITebbero incutere timore: una specie di ai noi, o di eia, eia ad uso dei barbari. Gli affiliati a.Ila società portavano mascher~ bianche da capo a piedi, manganelli, pistole. Tuttavia non si giungeva sino al delitto di Stato e il movimento tra gli uomiui principali della poUtica an1ericana non ebbe mai troppo credito. Negli ultimi anni ha esage.rato'il suo nazionalismo: è diventato oltre che autinegro, antiebraico ·e anticattolico e il suo sogno è di creare cleglF americani al cento per cento. I partiti uon riuscirono a sottrarsi alle i11Hue111.edella setta segreta. Nel congresso dei repubblicani non si tr6vò chi osasse affron- "tare la questione. Nel partito democratico invee-e .la lotta. fu lunga e violenta tra il genero del presidente VVilson, che con buoni sistemi massonici faceva gli interessi della setta affermando che non era il caso di occuparsene data la sua scarsa importanza, e Smitb, goven:iatore dello Stato di New York, cattolico, uomo di primo ordine,, cbe sarebbe forse oggi àlla presidenza se in America fosse concepibile l'idea di un presidente cattolico. Beuchè la lotta tra runici e nemici del Ku-Klux.Klan non sia stata.. decisa si può ritenere che il movimento vada perdendo sempre più credito nella vita pubblica, dove rimane soltanto a incutere un po' di paura per il prestigio del segreto. Dei partiti politici tradizionali non si saprebbe che dire. Indeboliti di uomini, si sono anche venuti vuotando di senso. E' ormai difficile in· dica.re che cosa distingua. i democratici dai re. pubblicani. Le idee politiche sono state sacrificate ad uu generico buon senso; i due partiti indulg<,nO a una. tendenza dell'opinione pubblica all'isolamento, all'orgoglio americano. C'è un desiderio cli cristallizzarsi nelle posizioni costituite, di attenuare la lotta: il paese classico della tollerallza attraversa una. crisi di dogmatismo, proprio mentre nelle sue classi dirigenti si constata una notevole decadenza. Se si volesse spiegare la situazione con dati esclusivamente psicologici si potrebbe pensare all'indecisione che sopravviene in un ingenuo ottimismo sorpreso da una realtà cruda. L'origin.e di tutto il turbamento è una vera e propria catastrofe economica.. Una malattia imper- ••:ersa da cinque anni sulla produzione del cotone nel Sud e I 'ba •ridotta cli 15 sedicesimi ; nel Nord i coltivatoti dj grano sono per metà rovinati ; la classe dei proprietari terrieri che costituiva la base operosa della vita nazionale si trova in una condizione cli viva inquietudine e incertezza. Ma dell'entità del. disastro non si ba un 'idea sufficiente se non si tien conto del. l'assoluta impreparazione ad affrontarlo dello sipirito americano, gi.oYanilmente sicuro ed audace non mai sorpreso da un dubbio o da una difficoltà insuperabile. Di questa improvvisa proletarizzazione delle classi agra.de, cui tenne dietro un forte mod. mento emigratorio verso le regioni indust,iali . dell'Est e del Nord, bisogna tener conto se si vogliono prospettare sin d'ora gli elementi della futura politica. americana. Il vecchio equilibrio col15el-vatore è infranto. Agrari e operai si troveranno presto alleati nella lotta contro la prevalenza, delle classi industriali e bancarie. Di questa lotta le classi .medie si mostrano ignare: a.uche negli Stati Uniti esse sono complici della plutocrazia, e vanno ad ingrossare i quadri dei partiti repubbUca.ui e democratici cbe pur si sono rivelati inadatti a superare la crisi pre• sente. E' difficile che le nuove elezion.i presidenziali lascino affiorare tutto il malcontento .che fennenta: perchè nomi e formule sono ancora troppo vecchi. Il partito repubblica.uo ripresenta Coolidge e propone alla vice-presidenza Dawes. Coolidge non è un uomo eccezionale. La sua fama è dovuta per metà al suo rise, bo nelle assemblee: m~ i maligni dicono che egli usi tacere per aver tempo di orientarsi tra le opinioni altrui. Comigciò ad avere fortuna per w1 caso: perchè seppe conciliare uno sciopero della polizia a Boston); per un caso fu presidente a11a morte di Harcliug. Dawes celebre per il rappo1-to degli esperti nella questione delle riparazioni è un banchiere arido e spregiudicato, che ha rasentato parecchie volte il codice, ed ha sacrificato sino la politica agli affari. ·Da.vis, candidato democratico aila presidenza, è ce1-to meglio dotato di qualità poUtiche, sebbene sia anch'egli l'uomo della banca e della grande industria almeno quanto Coolidge che ha parlato in un suo discorso dell' industria come. del più importante fattore di grandezza per l'America. Dads porta poi la sua esperienza di ambasciatore a Londra, è meno estraneo alle grandi correnti popolari, sarebbe forse capace di dare uu nuovo indirizzo alla politica europea. Gli è compagno per la carica cli vice-prcside11te Bryau, in rappresentanza dell'agricoltura del. l'Ovest, fratello del tre volte battuto candidato alla preside1na. E' un uomo secondario, di istinti conservatori. Non è più giovane 1 ma si può considerare come ltll uomo nuovo, dopo tante battaglie, La Follette, il terzo candidato alla presidenza. E' u.n radicale, che rappresenta appunto la situazione prima accennata e che avrà i voti di operai e di agrari. Si pnò parlare cli questo bel tipo <li combattente ostinato come di uno degli u0mini migliori della politica americana. Anche se egli sarà battuto è probabile che dalla campagna nasca un terzo grande partito di tendenze liberali e radicali.\ Verso questa nuova forma.· zione guardano negli Stati. Uniti gli spiriti p1ù preoccupati del domani. E. SM!TH La Bulgaria dopo Stamboliisky Vienna, Agost.. Per molti buoni e pacifici cittadini bulgari, non affetti da spirito di parte, il colpo di Stato del giugi,o 1923 doveva significare la pacificazione generale, la collaborazione tra i partiti e le classi e la fine delle lotte poLitiche. Tanto piu forte e pen06a. dunque fu la delusione di Lutti gli elementi moderati e sani del paese allorquando il nuovo regime continuò, inasprendole ed esacerband-Ole le vecchie passioni partigiane, portando nelle vita politi.ca bulgara un disorientamento generale - ca.Il.Sa. di disagio e di malessere moltolpiù insopporta. bili e molto più funesti cl.ella prima. I pochi militàri, ebe, unitanlente a qu.alehe rappresentante della grande industria, dell'n.niversità di Sofia e del partito popolar-p,c,,,sressista., riuscirono, in un batter d'occhio, a rovesciare il regime di Stamboliisky, si dimostrarono sprovvisti di tatto e di senso politiço, inesperti ed incapaci come uomini di governo ed ignari della realtà della vita bulgara .. Jngenuamente ma sinceramente essi, gli artefici dd colpo cli Stato, si illusero di poter tener unito tutto quel blocco di forze politich<c e SOciali che volevano, vivo Stambo1iisky, la sua caduta, anzi la sua testa. Epperò rovesciato il governo cli Stamboliisky ciascuno credette di poterne approfittare a scopo di partite, di clan, di classe. Invece di assistere al consolidamento dclla • Concordia Democratica , (cosi si chiamava il blocco delle opposizioni al Gabinetto Stamboliisky) si ebbe un'unione eterogenea. e inattnale che il popolo chiamò ironica.mente , la Discordia Democratica.•· Infatti bastarono pochi mesi perché gli alleati di Zankoff, disgustati cli non vedere assicurati a proprio vantaggio tutti i frutti dcl1 'avvenuto cambiamento di regime, passassero uno ad uno all'opposizione, divenuta più aspra più impaziente e più accanita che mai. E Zankoff coi suoi collaboratori si vide isolato, incalwto, attaccato da tutte le parti e da tntti gli alleati cli ieri. I congiurati del 9 giugno, nel breve volgere di tempo, sono giunti a.dunque a risultati diametralmente opposti a q_uelli voluti e si sono trovati in mezzo ad un isolamento completo. I nemici di Stamboliisky erano una società costituita al solo fine della successione; mancato il nemico è mancato ogni legame, ogni interesse ed ogni ragione d'essere della società medesima. Il più grave errore cli Zankof! è stato indubbiamente quello di non aver fidato nelle proprie forze e di non aver tentata la co.stituzione di un nuovo partito sulle rovine dci vecchi partiti già demoliti e debellati dallo Stamboliisky. I quali, risorti inopinatamente, non mancarono di rivelare il loro egoismo e il loro appetito di potere. L'oligarchia militare, sentendo il vJoto sotto i piedi, non volle arrendersi nè far compromessi con chichessia. Volle il potere, tutto il potere, contro tutti e contro tutto. Cosi dapprima venne sciolto il partito comunista, poi quello del lavoro. lndi cominciò un periodo di persecuzione contro gli uomini più in dsta dei vari partiti. ma sopratutto del partito cli Stamboliisky, minacciato anche esso di scioglimento. Di guisa che per virtù di queste misure ecce-- z:ionali e odiose, avvenne ciò che si do'\·eva e poteva evitare: una specie di alleanza a roves_cio, alleanza tra tutti i partiti perseguitati dal prof. Zankoff. Di qui l'invasione in massa dei comunisti uel partito di Stamboliisky, il sorgere di nuove combinazioni e coalizioni politiche, il formarsi di società segrete, il pullulare di fogli e bollettini clandestini, il ripetersi di assassini politici, il rifiorire di bande armate. Gli effetti degli eITori di Zankoff non mancarono di manifestarsi. Nelle elezioni amministratiYe di maggio scorso abbiamo assistito in Bulgaria alle più ibride e alle più inverosimili coa.. lizioni, fusioni e confusioni. Hanno votato liste concordate difatti secondo le condizioni locali e le circostanze comtlllisti e contadini, comunisti e democratici. contadini e democratici, democra. tici e contadini e via di seguito. In tutta questa baraonda una sola cosa è da rileYare: le masse popolari, sconcerta.te e sm..-iriite, hanno cercato di orientarsi Yerso il cosidetto fronte uni'co del lavoro in opposizione al Governo. • I risultati delle elezioni, il disagio generale 1 e l 'ecdtazioue estrema degli spiriti farebbero credere alla necessità assoluta di un largo rimpasto miuisteriale sulla base collaborazionista con nn orientamento Yerso i democratici, i radicali ed i socialisti oppure verso il ben agguerrito e forte partito liberale. I fr~queuti consigli dei ministri, i colloqu! tra i leader dell' opposizione ed il recente consiglio della Corona ne sono indizi sicuri. Si parla con iusisten,.a di un Gabinetto Liapceff, capo dei dissidenti democratici, uomo navigalo ed esperto della vita politica cui non sarà difficile attirare taluni elementi, raccolti tra i diversi partiti del centro e della sinistra moderata. Solo a questa condi7ione e attraverso 3. quest..."l. prima tappa, la Bulgaria potrà uscire finalmente dall'attuale penosa e difficile situazione interna, creata ·dopo il fatale colpo di Stato che ba scombussolato tutta la vita politica economica. e sociale del paese. Altrimenti si lavora per la rivoluzione. D. LOMATICH

LA RIVOLUZIONE LIBERALE COMECOMBATTEREIL FASCISMO Pe11combattere il fascismo bisogna sapere che COS& esso sia, rintracciarne la genesi di tra la do...tcia delle ciarle. Le definizioni variano a seconde. del metodo di investigazione e di interpretwtione che al fouomcuo in esame si applica. Una spiegazione largamente accettata è: lolla di clas.se dei C<!ti med.ì. Un'a1ti-a, me1Jo originale anche se muove su per i declivi della storia antiqtt.'l, è quella cbe si riassume in una parola: resta.nrazione.. Ed ecco che contro quanti di noi hanno cercato di marx..isticameute approfondire le mgion.i prime, che fe-cero e fauno esse.re il fu.sci5mo, s'accampa il direttore di questa rivi- ~ta.. affermando che il fascismo non è un ·mo. i11e-,.1,1,o della •dittatura economica dei ceti capitalistici e plutocratici, ma uu semplice ritorno a forme e a sistemi medioevali : riaffiora.mento del M:edioern. illa questa tesi, alla quale ha pw·e aderlt.o Pietro Nenni in alcune sue note del- )' A-van.ti!, è viziata in tutte le sue euunciaziotù, non fosse altro per la pretesa che iu sè. contiene di tessere l'estremo gelido rito su la t.omba di quelli che si ritengono gli appiccica. ticci della ortodossia marxista. E' vero. Il fascismo ripete alcuni aspetti e ri- •P""Chia alcune caratteristiche cli quelle bande annate di cui ragiona, tra gli altri, lo st.orico Hn:ra.tori,ma solo, si badi, per ciò che è estetica della so.a organizzaz.ione militare e spirito di molti de' suoi associati. Identici o press 1a poco pc:6SOUO essere e sono gli ordinamenti per squadra,i moventi psicologici che agiscono su capi e gregari, i motti che sintetizzano la mentalità del movimento. D1accordo: oggi, come nel decennio 1340-1350 (e fui io uno dei primi a scriverne) esist.ono conclizioni cli fatt.o - clisoccupazionc, ineducazione politica, amoralità, ecc. - che danno al moto delle camice nere una !isonomia quasi identica alla banda di ventura medioevale. La clisoccupazione, oggi come allora, è nna grande produttrice di giovani violenti, che solo nel disordine trovano di che facilmente soddisfare il loro tenore di vita. Nessuno nega che quanti dalla guerra tornarono spostati, con attitudini di vita non realizzabili in pace e con nell'animo fermenti e sedimenti punto rollancliani, abbiano intravisto nel fascismo un modo, l'unico modo di continuare la vita appresa a vivere - o a morire? - nelle trincee .. Nessuno smenti.sce che la boria per cui nereggiavan di bassa minaccia le gote di Bombacci abb'ia, seeondarissimamente e indirettament:e, contribuito alla organizzazione fascista. Ma alia base della formazione delle camice nere è un fatto economico, fatto econo,mico che è a sva, volta in dipendenza del sistema capitalistico. Del resto, chi sappia penetrare e storicamente intendere le cronache, che so, del 1342, avvertirà subito che le famose - le tristamente famose! - società di soldati, in tanto esistevano e fruttuosamente operavano, in quanto permanevano le situazioni disastrose succedute alle guerre veronesi, pisane, ecc. Fenomeno dunque della disc,rganizzazione medioevale le bande di venhua. Fenomeno - previsto! - della civiltà capitalistica il fascismo. Ecco : il fascismo è la nim1.ifestazicrne italiana della dittatura capitalistica, avveratasi in ogni paese a forme produttive individualistiche. Semplicismo orgoglioso? Ma si può fare credere che ;n Italia - sia pure paese di analfabeti che non seppe o non volle portare a termine la sua rivoluzione spirituale e attuare la sua riforma - sarebbe stato po56ibile la conquista dello Stato d,a parte di una, organizzaz.ione ingiustificata e ingiustificabile? Il fascismo si è originato, ~i è svolt.o, - il pungolo di alcune idealità aiutando - è giunto al pot~re perchè rispondeva alla necessità po1itica della classe che detiene i mv..zi di produzione e di scambio, perchè era i11 f=zione della reazione antip,roletaria che qua e là si andava prouunciando, perchè ha accettato - di essere, bO?i gré mal gré1 lo strumento più valido della conservazione, della dominazione capitalistica. _-è valé l'obiezione che pretende dj essere definitiva: P Italia è una nazione precapitalista. Non vale: perchè le statistiche tutte, a cominciare da quelle offerte dalla cronaca sia pure frettolosa, <limo-strano il contrario. Non si deve pretendere che il P'rocesso di formazione capitalistica si svolga i11 modo uniforme in tutti i paesi e sotto tutti i climi. li capitalismo italiano nella sua espressione terriera nel meridione e' manifatturiera nel settentrione, sarà, è, meno intraprendente, meno intelligente, meno ca.pace di 01·ganizzare e di produrre, quanti~tivamente e qualitativamente, di quello germaruco e di quello inglese, manca di energia inventiva, diletta di quella saporosa - si può dii·e? - saggezza in, cui eccellono i grandi organizzatori cari all'etica del Sorel. ì\1a la sua natura non è clivèrsa da quella del capitalismo internaè diversa, da quella del capitalismo internazionale. Nell'uno come nell'altro la produzione è controllata da pochi individui associati. Kon c'è bisogno,.credo, di fare nomi e di citare fatti. Le ultime polemiche scandalistiche, clamorosamente suscitate da Massimo Rocca, dimostrano come due soli siano i gruppi finanziari che si contendono la. ditigenza della economia, e quindi della politica, italiana. . . Ricordiamo. Già verso la fine del 1920, 11 capttalìsmo accennava alla controffensiva. Dopo aTere dubitato di poter resistere validamente al1•assalt.o portato dagli operai associati al prn- :fitt.o, si rjorganizzava e dalla difesa passava all'sttacco. La Re-vue inlernalionale du Tra1Jail, pre-.tiosa ininiera di infonnazioni per chi si occupa <lei problemi sociali, seri veva nel dicembre 1922 : « La teudenza a prolu11garc la giornata cli lavoro si è manifestata con una intensità variabile in tutte le Nazioni industriali del mondo, 1na più particolanncnte in quelle dell'Europa. La Francia, il Belgio, lai Danimarca e Ja Svezia hanno largamente partecipato al movimento,. La previsione di Marx (La fondazione di u11agiornata nor>11aledi la11oro è perciò il prodollo di una lunga guerra civile, più o -nteno dissim1data, fra la classe lavoratrice e la classe capitaliSlica) risullò cosl confermata. La reazione si avverò in senso inlenutz-ianale, assumendo aspetti nazionali. In Ameiica l'iudustriaLiS1no, pei garantire il suo profitto, non ebbe bisogno di ricorrere senz'altro ad orgauiz7...azioni armate. Gli bastò lo Stato. Tuttavia, quando lo ritenne necessario, non ebbe difficoltà ad uscire dalla sua legalità per meglio assicurare le sue fortune. Il garysm.o la. vasta nutrita vivace campagna per l'open shop altro 11011 sono che mezzi tattici della battaglia antioperaia. Le serrate di Inghilterra, di Germania e di Danimarca, le guarclie bianche di Ungheria, i sa-mate11es di Spagna sono in derivazione e in funzione della volontà caP'italistica cli annientare ogni movimento progressista delle clas.si operaie. L'Italia, sempcre geniale, ha l;""'- tecipato al generale movimento di reazione con il fascismo: agrario uelle campagne, ma industriale, amico Gobetti, nelle città, la tua Torino compresa. E però l'equazione fascismo=medioevo non può ave:re altro senso ed esprimere altro valore. Prodotti da due diverse, benchè assomiglianti, realtà sociali, hanno cliverse finalità arche se identiche strutture. Le bande di ventun• al servizio del Visconti e di altri si giustificavano storicamente nella disorganizzazione sociale di cui erano u.no degli aspetti più appariscenti. I manipoli fascisti al servizio del capitale industriale e commerciale - e più forse di questo che cli quello - germinati dalla crisi capitalistica, in essa crisi trovarono la loro ragion d'essere. E' conosciut.o l'aforisma della filosofia vichiana: « ogni società, s01'paSsa,n.doil pu11to so-mmc del suo s-vol.gi~nento 1 torna, nella sua decadenza 1 a uno stato di barbarie, siniile a quello iniziale, ma assai peggiore , . Lo squad1ismo trovò nel clima cl' Italia il suo clima. Si modellò su l'esempio delle medioevali società di soldati. Non più scioperi fu la parola d'ordine. Ordine e disciplina fu il comandament.o. E l'era nuova ebbe icizio legalizzata con le elezioni pagate da industriali, banchieri e agrari. La fazione si identificò colla Nazione. La Monar,;hia, che ha un intuito storico sviluppatissimo e un fiuto politico di primo ordine, dopo aver lasciato fare, si regolò con il fascismo così come si era .rego.. lata con il repubblicanesimo prima e con 'il socialismo bissolatiauo poi : assorbendolo. E il danno e la vergogna, ancora dwra... Il lascism0., generandosi alle radici del tronco capitalistico, non è un movimento sporadico, passeggero, sen1...a,.alcuna aderenza, dunque. Ha un largo, profondo sostrato economico, si pose e si affermò in rapporto a determinati precisati e precisabili interessi economici e politici .. Chè, se cosi non fosse, se la nostra diagnosi peccasse in principio e in fatto, vorrebbe dire che quello che attraversiamo non è - com'io ritengo - un periodo rivoluzionario socialista aperto e iniziato dalla guerra, ma un momento dello sviluppo capitalistico, per cui mancherebbero le conclizioni non proprio soggetti ve, di preparazione e di organizzazione politica, ma altresì oggettive, e cioè puramente materiali, per un'azione autonoma,· intransigente della classe operaia. Ciò che assolutamente non è. Guai a illudersi. Se lo squadrismo, se il rassismo fosse un caso cli coscienza. o una questione cli polizia, a quest'ora non se ne parlerebbe più. Il delitto ì\ilatteotti non l'avrebbe solamente incrinato, ma distrutto. Oggi è scosso, è moralmente minato. Le fonti ideali cui attingeva, si sono essicate. L'u.lulo della guerra.... al mondo, non ha a sprone che gli alti ideali del ventre. Il capo è discusso. Il mito è a terra. Ma appunto perchè non pone una semplice pregiudiziale morale o un provvedìmento ·poliziesco, ma un problema sociale, il fascismo ha resistito e resisterà ancora - pur lasciando alcune delle forme nelle quali si rea117...1..a. - fino al compiersi di quel processo storico che deve sboccaxe nel socialismo. Proble111adi forza, si conegge; non sociale. E' inesatto, o, se più piace, incompleto. Comunque, oggi come oggi, u11 problema di forza presuppone sempre un p,roblema di orgrullzzazione sociale." Ccmscient·ia e altri periodici banno fatto éco alle aspre critiche da Ri-voluzione liberale mosse al Comitato delle Opposi1ioni. Si voleva l'attacco, si pretendeva più decisione, si domau~va una parola d'ordine con cui vincere o monre ..• A torto. Il fascismo non deve cessare cli essere prima del tempo. La catilinaria del Ci.ornale d' ltnlia non deve trarre in inganno. I :fiancheg. rriatori o o-li ex fiancheggiatori non combattono i1 fascism~, ma la cosidetta degenerazione del fascismo, I'esuberanza, direbbe Cesarino Rossi. Oppositori costituzionali e critici benigni sono, nell'animo, nella mentalità, fascisti come pnma. Del fascismo non combattono, fatte poche ecce- ~ioni, la dottrina, il mussolinismo e il... gentili~,no, ma il farinaccismo. E' la ricomposizione dell 'eq uilibr-io nazionale nel • fascismo e con il fascismo e il rassismo più bécero che più· li interessa. Intendono imprigionare il vast.o anelito alla libertà nelle strctt.oie di quello stesso ordine che rese possibile le vergogne presenti. Le opposizioni non possono prestarsi al gioco, non possono impegnarsi in una aspra guerra ili successione a un portafogli che lascierebbe intatto il regime. Non, si deve poi dime11ticare che la forza del Comitat.o delle Opposizioni consiste proprio nella sua debolC'tr...a:nel non poter cioè organizzare i momentanei rapporti di partit.o in un program. ma di governo, in un sistema politico, senza aprire profondi dissensi, sew.a produrre incolmabili differenziazioni di classe. La successione avverrà soltanto allorchè il fascismo, in uno con Ja. realtà che l'ha manifestato, si sarà esaurito, soltru,to quando avrà percorsa intera la sua parabola, soltanto quando si avvereranno le tre condizioni che Giorgio Sorel dJstingueva nel materialismo storico: piene-l.za di produttività, insopportabili fermenti di trasformazione, matu_ rità delle questioni sociali. E sarà una successione ~ocialista. Ora è evidente che a questa soluzione non possono aderire popolari e amendoliani. Esigere quindi dalle opposizioni ritiratesi su l'Aventino un immediato attualistico programma di rinnova.7ioue u:vlonale, è assttrdo: la comunanza della negazione non significa affatto comunanza di fini e di volontà cootruttive. Si può forse pen,. sa.re di sostituire Salandra a Mussolini? La funzione delle opposizioni non può dunque essere, nel4t contingenza, che di critica e di demolizione. Funzione utile - momentaneamente utile, si capisce! - in quanto guidando ad una attività oppositrice quelle categorie e quei ceti che economicamente e storicamente sono, finL S<:-onoper essere alleati alle masse operaie, incoraggia gli operai e i contadini, ai quali favorisce il ci.torno uei sindacati cli mestiere e nei partiti che di essi sindacati sono la espressione politica, a riprendere fiducia in se stessi, a fidare esclusivamente nelle proprie forze, a ricondurre con più ardore e più intelligenza la lotta di classe, dalla quale sola può scatµrire un organamento umano che, per esse.re vera- . mente antifascista, non può che essere socialista. Perchè, è detto in Misère de la philosophie, « soltanto quando sia attuato un ordine di cose in cui non vi siano _più nè classi, nè contrasti di classi, le evoluzioni sociali cesseranno di bsere ri,·oluzioni politiche. Insino a quel mpmento, alla vigilia di ogni novella formazione della società, la parola d 'orcline della Scienza sociale sarà sempre: guerra o morte; lotta sangui uosa o il m1lla: cosi la questione è inesorabilmente posta,.- Anche, naturalmente, per i gruppi cli Rivoluzio-ne Liberal.e. GUIDO MAZZALI La diagnosi del fascis-nio dell 1a1nico Mazzali svolge elementi in gran parte analoghi a quelli fissati in tre anni di battaglie da Rivoluzione Liberale. H problema pe,- i Gruppi di Rivolu- , zione Liberale è qu-indi d,i discutere la connessione posta dal Mazzali tra profezia ma-rxiStica e liq11,idazione del Jascistn0. Altro-ve abbia·mo detto elle questa è l'ora di Marx. Ma s'intende che noi pensiamo ad un Marx -vitale in. una situazione caratteristicam.ente _italiana. In questo senso la taltica e/te prop011e Rivoluzione Liberale contro il fascisnio è la seguente: Nessu:na ill1,si011e di l_iquidare il fascismo coi giochetti parlamentari 1 con le combinazioni della maggioranza, çon lo Stato Maggiore, con la ri- -volta dei -vari Delcroix e si1nili aborti 1norali. Il problema italiano è di liquidare lo spirito e le /onne del trasfonnisnio, dell'accomodantis1no, della corruzione oligarchica che fu rappresentato dai -vecchi ceti sedicenti de1nocratici e che il fascis1no portò alle estre11ie 1nisure di im.pu,a,icizia e di trafficantis·,no. CrediCl1noal 111.0-vimento peraio come alla sola forza - che per le riserve di spirito comba.tti-vo di cui dispone, per la su.a vol011tà di redenzione - potrà opporre alle vecchie cricche, pronte se11ipre a patteggiare, la sua ineso1·abi!e intransigenza. Le esperienze pp.ssate (;i insegnano che il ·mo,;iniento op,eraio alla resa dei cont{ a-vrà bisogno di un.a classe dirigente sic1ira e 1noderna, dotata di spirito di sa.crificio e di mai.:itrità storicq. Conmnque si liq1ddi la q1iestio11e del niinistero Mussol.ini (noi non abbia.mo alcuna solleci.tu.dine per le azioni di Salandra, di Giolitti, di Caviglia o di Di Giorgio!) la situazione da c1d è nato il fascismo si liquiderà soltan.to con la ripresa del ·mo-viniento operaio. O11esta è connessa con il 1nigliora1nento della. 1~stra classe capitaUst-ica, con. le attitudini della nostra economia a -vi-vere nel commiercio nion.diale non se1nplice1nente da parassita. La recente campagna di Einaudi ha questo senso profondo. Per secondarc la. ripresa operaia co·Htro il fa-- scisma perciò non bisogna in-vocare pro;ezie o proporre sche·mi di nuo-ve società {Se in. Italia do-vessimo aspetta-re le tre condizio-ni di Sorel, la questione sarebbe piuttosto allungata!) ma aiutlltre i part.iti seri e 11ioderni a libera·rsi dai costumi giolittiani, a miglio-rare i loro q1wdri nella. lotta senza quartiere e senza 11isinghe, a prepa·rare Le condizioni in cui le m.oderne democrazie non sa-ranno più schia~ve di nessuna oN. garchia. L,cf; guerra a.l fascismo è q1teSbi.onedi 1naturità storica, politica, economica del.fa. nostra, econoniia, delle nostre classi dirigenti, dei ceti ope-rai e ind.ustriali. p. g. 131 Figure della politica italiaaa DE GASPERI Carne tanti altri popolari De Gasperi vien.e dal movimento dell.a Gioventù Cattolica Italiana e dall'azione cristiano-sociale. A difle:rew..a però di tanti altri popolari non reca nel suo ahit.o mentale le impronte più superficiali della milizia giovanile. Le quali - nella generalità dei casi - si riassumon.o nella faciloneria oratoria e in una certa aria esibizionistica che la gioventù spiega e forse giustifica, ma che clivengono irritanti e vacue allo sfiorire cli questa. La sua partecipazione alla vita della Gioventù Catt.olica Italiana - specie universitaria - egli dovette intenderla veramente come l'adempimc-nt.odel suo dovere di cattolico prima, cli trentino, amante della sua patria italiana, poi. Ma alle frequenti sagre oratorie giovanili egli preferl la silenziosa e solitaria maturazione degli studi; ed agli entusiasmi improvvisi e passeggeri del propagandista l'indagine della rea1ìà sociale e politica del suo paese. De Gasperi infatti è politico ma non tribuno; è giornalista - clirige fin dalla sua fondazione iJ t: Nuovo Trentino·• - ma non è oratore: è italiano di faruigÙa, di nascita, cli coltura, cli sentimento, ma antiretorico e, politi~ente, antisentimentale. I freni dell'educazione o del costume austriaco non sono stati senza in.flueD.7..a sulla sua austerità. ~on è il politico acchiap. panuvole; tipo c06l clifluso nel!' Italio regno; è il politico realistico che vuol vederci chiaro, capire, distinguere, analizzare coscienziosamente prima di pensare alle sintesi comprensive e risolutive. A sentirlo parlare si indovina lo sforzo e il segreto ansioso desiderio cli ridurre quasi la realtà sociale e politica della quale si occupa, ad una equazione di numeri o di inquadrarla in una formula geometrica per :fissarla in termini precisi e compiuti e sottrarla alle fluttuazioni sentimentali e irrazionali. E questo non è in lui aridità di sensibilità o limitazione cli percezione: è gusto e sforw di precisione, è penetrazione realistica. Odia i sistemi tolemaici della politica avveniristicà. Il recente discorso da lui pronunciato ccme segretario politico del P. P. è stat.o una bazza per le ignobili speculazioni aYversarie tantochè è parso ingenuo anche a qualche amico. Ciò perchè era in esso espresso con nitidezza e ,..-igore- senza la solita mucillaggine dei politici invertebrati - il suo logico pensiero su un problema che afultica da tant.o tempo la vita interna del partito, çon ripercussioni tutt'altro che liete per la sita del P"-ese: la collaborazione coi socialisti. Ma sarebbe fuori strada chi consideras.se tale sua attitudine mentale senza connessione con il suo abito morale. Egli è un cattolico apostolico romano; fin dalla nascita e per tradizione di famiglia; e gli studi severi hanno ribadito e più profondamente raclicat.o in lui il principio e la dottrina cattolica__ Ora, a differenza cli tanti altri cattolici clericaletti, gli deve Yenir cli il la passione della verità, cioè la volontà cli scoprirla, amarla e confessarla - costi quello che costi - cosi nel campo religioso come in quello umano, sociale e politico. E gli deve venir cli li, come dalle vissute esperienze sociali e politiche del suo Trentino, la fede inesausta nella democrazia cristiana e l'amore eroico alla libertà « dono di Dio , . E debbono cotali elementi spirituali costituire l'unità infrangibile della sua coscienza di cattolico, cli cittadino e di italiano. De Gasperi - già deputat.o nel parlamento austriaco, dove difese strenuamente i diritti nazionali della sua regione - fu eletto deputato popolru·e nel 1921. Se non avesse già da lungo tempo avviato il commercio con le CO-..'€: politiche italiane (la parte della direzione del P. P. I. fin dalla sua fondazione) entrando nella Camera Italiana nel 1921, a,Tebbe certamente avuta la impressione di ritrovarsi in una casa di pazzi. Fu nominato presidente del gruppo popolare, il reparto meno agitato, se non pure alquanto ipocondriaco. E come tale si trovò impiliato in tutte le esplosioni - più o meno periodiche - del furore politico dei suoi cinquecento e più colleghi. Tali esplosioni, con termine molto eufemistico, si chiamaYano crisi parlamentari. Si dice che la loro frequenza. aumentasse a dismiSttra, allora, la constatata demenza. ì\.fa la loro coatta sparizione pare dia dei risultati, oggi, addirittura mortali. Crisi Giolitti, etisi Bonomi, crisi Facta, seconda ed ultima crisi Facta... Dopo di che c0mincia Yeramente la felice era dei pazzi più veri e maggiori. Ebbene come ci si rigirò, in questo labirinto manicomiale, De Gaspe.ri? Nè bene, nè male, conviene dirlo: O fosse l'ambiente italiano nuovo per lui e così.. burrascosoi o fosse Pimpressionante gonfia.re della crisi nel paese, e la forza dell'autorità e del volere di Sturzo che premeva da una parte, e la lentezza e la contraddittorietà dei movimenti del gruppo che pesava dall'altra, certo si è che egli non riuscì ad imprimere un nuovo inclirizzo al gruppo alla battaglia parlamentare. Ebbe llll momento cli forza: quando s05tenne il veto al ritorno di Giolitti; ma fu scontato da un atto cli debolezza: l'accettazione di Facta, aggraYato dalla riaccettazione, a luglio, dello stesso Facta. Ebbe un altrò momento di debolezza: l'atteggiamento del gruppo 'popolare per la rifonna elettorale mussoliniana ; ma

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