La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 32 - 2 settembre 1924

LA RIVOLUZIONE LIBERALE COMECOMBATTEREIL FASCISMO Pe11combattere il fascismo bisogna sapere che COS& esso sia, rintracciarne la genesi di tra la do...tcia delle ciarle. Le definizioni variano a seconde. del metodo di investigazione e di interpretwtione che al fouomcuo in esame si applica. Una spiegazione largamente accettata è: lolla di clas.se dei C<!ti med.ì. Un'a1ti-a, me1Jo originale anche se muove su per i declivi della storia antiqtt.'l, è quella cbe si riassume in una parola: resta.nrazione.. Ed ecco che contro quanti di noi hanno cercato di marx..isticameute approfondire le mgion.i prime, che fe-cero e fauno esse.re il fu.sci5mo, s'accampa il direttore di questa rivi- ~ta.. affermando che il fascismo non è un ·mo. i11e-,.1,1,o della •dittatura economica dei ceti capitalistici e plutocratici, ma uu semplice ritorno a forme e a sistemi medioevali : riaffiora.mento del M:edioern. illa questa tesi, alla quale ha pw·e aderlt.o Pietro Nenni in alcune sue note del- )' A-van.ti!, è viziata in tutte le sue euunciaziotù, non fosse altro per la pretesa che iu sè. contiene di tessere l'estremo gelido rito su la t.omba di quelli che si ritengono gli appiccica. ticci della ortodossia marxista. E' vero. Il fascismo ripete alcuni aspetti e ri- •P""Chia alcune caratteristiche cli quelle bande annate di cui ragiona, tra gli altri, lo st.orico Hn:ra.tori,ma solo, si badi, per ciò che è estetica della so.a organizzaz.ione militare e spirito di molti de' suoi associati. Identici o press 1a poco pc:6SOUO essere e sono gli ordinamenti per squadra,i moventi psicologici che agiscono su capi e gregari, i motti che sintetizzano la mentalità del movimento. D1accordo: oggi, come nel decennio 1340-1350 (e fui io uno dei primi a scriverne) esist.ono conclizioni cli fatt.o - clisoccupazionc, ineducazione politica, amoralità, ecc. - che danno al moto delle camice nere una !isonomia quasi identica alla banda di ventura medioevale. La clisoccupazione, oggi come allora, è nna grande produttrice di giovani violenti, che solo nel disordine trovano di che facilmente soddisfare il loro tenore di vita. Nessuno nega che quanti dalla guerra tornarono spostati, con attitudini di vita non realizzabili in pace e con nell'animo fermenti e sedimenti punto rollancliani, abbiano intravisto nel fascismo un modo, l'unico modo di continuare la vita appresa a vivere - o a morire? - nelle trincee .. Nessuno smenti.sce che la boria per cui nereggiavan di bassa minaccia le gote di Bombacci abb'ia, seeondarissimamente e indirettament:e, contribuito alla organizzazione fascista. Ma alia base della formazione delle camice nere è un fatto economico, fatto econo,mico che è a sva, volta in dipendenza del sistema capitalistico. Del resto, chi sappia penetrare e storicamente intendere le cronache, che so, del 1342, avvertirà subito che le famose - le tristamente famose! - società di soldati, in tanto esistevano e fruttuosamente operavano, in quanto permanevano le situazioni disastrose succedute alle guerre veronesi, pisane, ecc. Fenomeno dunque della disc,rganizzazione medioevale le bande di venhua. Fenomeno - previsto! - della civiltà capitalistica il fascismo. Ecco : il fascismo è la nim1.ifestazicrne italiana della dittatura capitalistica, avveratasi in ogni paese a forme produttive individualistiche. Semplicismo orgoglioso? Ma si può fare credere che ;n Italia - sia pure paese di analfabeti che non seppe o non volle portare a termine la sua rivoluzione spirituale e attuare la sua riforma - sarebbe stato po56ibile la conquista dello Stato d,a parte di una, organizzaz.ione ingiustificata e ingiustificabile? Il fascismo si è originato, ~i è svolt.o, - il pungolo di alcune idealità aiutando - è giunto al pot~re perchè rispondeva alla necessità po1itica della classe che detiene i mv..zi di produzione e di scambio, perchè era i11 f=zione della reazione antip,roletaria che qua e là si andava prouunciando, perchè ha accettato - di essere, bO?i gré mal gré1 lo strumento più valido della conservazione, della dominazione capitalistica. _-è valé l'obiezione che pretende dj essere definitiva: P Italia è una nazione precapitalista. Non vale: perchè le statistiche tutte, a cominciare da quelle offerte dalla cronaca sia pure frettolosa, <limo-strano il contrario. Non si deve pretendere che il P'rocesso di formazione capitalistica si svolga i11 modo uniforme in tutti i paesi e sotto tutti i climi. li capitalismo italiano nella sua espressione terriera nel meridione e' manifatturiera nel settentrione, sarà, è, meno intraprendente, meno intelligente, meno ca.pace di 01·ganizzare e di produrre, quanti~tivamente e qualitativamente, di quello germaruco e di quello inglese, manca di energia inventiva, diletta di quella saporosa - si può dii·e? - saggezza in, cui eccellono i grandi organizzatori cari all'etica del Sorel. ì\1a la sua natura non è clivèrsa da quella del capitalismo internaè diversa, da quella del capitalismo internazionale. Nell'uno come nell'altro la produzione è controllata da pochi individui associati. Kon c'è bisogno,.credo, di fare nomi e di citare fatti. Le ultime polemiche scandalistiche, clamorosamente suscitate da Massimo Rocca, dimostrano come due soli siano i gruppi finanziari che si contendono la. ditigenza della economia, e quindi della politica, italiana. . . Ricordiamo. Già verso la fine del 1920, 11 capttalìsmo accennava alla controffensiva. Dopo aTere dubitato di poter resistere validamente al1•assalt.o portato dagli operai associati al prn- :fitt.o, si rjorganizzava e dalla difesa passava all'sttacco. La Re-vue inlernalionale du Tra1Jail, pre-.tiosa ininiera di infonnazioni per chi si occupa <lei problemi sociali, seri veva nel dicembre 1922 : « La teudenza a prolu11garc la giornata cli lavoro si è manifestata con una intensità variabile in tutte le Nazioni industriali del mondo, 1na più particolanncnte in quelle dell'Europa. La Francia, il Belgio, lai Danimarca e Ja Svezia hanno largamente partecipato al movimento,. La previsione di Marx (La fondazione di u11agiornata nor>11aledi la11oro è perciò il prodollo di una lunga guerra civile, più o -nteno dissim1data, fra la classe lavoratrice e la classe capitaliSlica) risullò cosl confermata. La reazione si avverò in senso inlenutz-ianale, assumendo aspetti nazionali. In Ameiica l'iudustriaLiS1no, pei garantire il suo profitto, non ebbe bisogno di ricorrere senz'altro ad orgauiz7...azioni armate. Gli bastò lo Stato. Tuttavia, quando lo ritenne necessario, non ebbe difficoltà ad uscire dalla sua legalità per meglio assicurare le sue fortune. Il garysm.o la. vasta nutrita vivace campagna per l'open shop altro 11011 sono che mezzi tattici della battaglia antioperaia. Le serrate di Inghilterra, di Germania e di Danimarca, le guarclie bianche di Ungheria, i sa-mate11es di Spagna sono in derivazione e in funzione della volontà caP'italistica cli annientare ogni movimento progressista delle clas.si operaie. L'Italia, sempcre geniale, ha l;""'- tecipato al generale movimento di reazione con il fascismo: agrario uelle campagne, ma industriale, amico Gobetti, nelle città, la tua Torino compresa. E però l'equazione fascismo=medioevo non può ave:re altro senso ed esprimere altro valore. Prodotti da due diverse, benchè assomiglianti, realtà sociali, hanno cliverse finalità arche se identiche strutture. Le bande di ventun• al servizio del Visconti e di altri si giustificavano storicamente nella disorganizzazione sociale di cui erano u.no degli aspetti più appariscenti. I manipoli fascisti al servizio del capitale industriale e commerciale - e più forse di questo che cli quello - germinati dalla crisi capitalistica, in essa crisi trovarono la loro ragion d'essere. E' conosciut.o l'aforisma della filosofia vichiana: « ogni società, s01'paSsa,n.doil pu11to so-mmc del suo s-vol.gi~nento 1 torna, nella sua decadenza 1 a uno stato di barbarie, siniile a quello iniziale, ma assai peggiore , . Lo squad1ismo trovò nel clima cl' Italia il suo clima. Si modellò su l'esempio delle medioevali società di soldati. Non più scioperi fu la parola d'ordine. Ordine e disciplina fu il comandament.o. E l'era nuova ebbe icizio legalizzata con le elezioni pagate da industriali, banchieri e agrari. La fazione si identificò colla Nazione. La Monar,;hia, che ha un intuito storico sviluppatissimo e un fiuto politico di primo ordine, dopo aver lasciato fare, si regolò con il fascismo così come si era .rego.. lata con il repubblicanesimo prima e con 'il socialismo bissolatiauo poi : assorbendolo. E il danno e la vergogna, ancora dwra... Il lascism0., generandosi alle radici del tronco capitalistico, non è un movimento sporadico, passeggero, sen1...a,.alcuna aderenza, dunque. Ha un largo, profondo sostrato economico, si pose e si affermò in rapporto a determinati precisati e precisabili interessi economici e politici .. Chè, se cosi non fosse, se la nostra diagnosi peccasse in principio e in fatto, vorrebbe dire che quello che attraversiamo non è - com'io ritengo - un periodo rivoluzionario socialista aperto e iniziato dalla guerra, ma un momento dello sviluppo capitalistico, per cui mancherebbero le conclizioni non proprio soggetti ve, di preparazione e di organizzazione politica, ma altresì oggettive, e cioè puramente materiali, per un'azione autonoma,· intransigente della classe operaia. Ciò che assolutamente non è. Guai a illudersi. Se lo squadrismo, se il rassismo fosse un caso cli coscienza. o una questione cli polizia, a quest'ora non se ne parlerebbe più. Il delitto ì\ilatteotti non l'avrebbe solamente incrinato, ma distrutto. Oggi è scosso, è moralmente minato. Le fonti ideali cui attingeva, si sono essicate. L'u.lulo della guerra.... al mondo, non ha a sprone che gli alti ideali del ventre. Il capo è discusso. Il mito è a terra. Ma appunto perchè non pone una semplice pregiudiziale morale o un provvedìmento ·poliziesco, ma un problema sociale, il fascismo ha resistito e resisterà ancora - pur lasciando alcune delle forme nelle quali si rea117...1..a. - fino al compiersi di quel processo storico che deve sboccaxe nel socialismo. Proble111adi forza, si conegge; non sociale. E' inesatto, o, se più piace, incompleto. Comunque, oggi come oggi, u11 problema di forza presuppone sempre un p,roblema di orgrullzzazione sociale." Ccmscient·ia e altri periodici banno fatto éco alle aspre critiche da Ri-voluzione liberale mosse al Comitato delle Opposi1ioni. Si voleva l'attacco, si pretendeva più decisione, si domau~va una parola d'ordine con cui vincere o monre ..• A torto. Il fascismo non deve cessare cli essere prima del tempo. La catilinaria del Ci.ornale d' ltnlia non deve trarre in inganno. I :fiancheg. rriatori o o-li ex fiancheggiatori non combattono i1 fascism~, ma la cosidetta degenerazione del fascismo, I'esuberanza, direbbe Cesarino Rossi. Oppositori costituzionali e critici benigni sono, nell'animo, nella mentalità, fascisti come pnma. Del fascismo non combattono, fatte poche ecce- ~ioni, la dottrina, il mussolinismo e il... gentili~,no, ma il farinaccismo. E' la ricomposizione dell 'eq uilibr-io nazionale nel • fascismo e con il fascismo e il rassismo più bécero che più· li interessa. Intendono imprigionare il vast.o anelito alla libertà nelle strctt.oie di quello stesso ordine che rese possibile le vergogne presenti. Le opposizioni non possono prestarsi al gioco, non possono impegnarsi in una aspra guerra ili successione a un portafogli che lascierebbe intatto il regime. Non, si deve poi dime11ticare che la forza del Comitat.o delle Opposizioni consiste proprio nella sua debolC'tr...a:nel non poter cioè organizzare i momentanei rapporti di partit.o in un program. ma di governo, in un sistema politico, senza aprire profondi dissensi, sew.a produrre incolmabili differenziazioni di classe. La successione avverrà soltanto allorchè il fascismo, in uno con Ja. realtà che l'ha manifestato, si sarà esaurito, soltru,to quando avrà percorsa intera la sua parabola, soltanto quando si avvereranno le tre condizioni che Giorgio Sorel dJstingueva nel materialismo storico: piene-l.za di produttività, insopportabili fermenti di trasformazione, matu_ rità delle questioni sociali. E sarà una successione ~ocialista. Ora è evidente che a questa soluzione non possono aderire popolari e amendoliani. Esigere quindi dalle opposizioni ritiratesi su l'Aventino un immediato attualistico programma di rinnova.7ioue u:vlonale, è assttrdo: la comunanza della negazione non significa affatto comunanza di fini e di volontà cootruttive. Si può forse pen,. sa.re di sostituire Salandra a Mussolini? La funzione delle opposizioni non può dunque essere, nel4t contingenza, che di critica e di demolizione. Funzione utile - momentaneamente utile, si capisce! - in quanto guidando ad una attività oppositrice quelle categorie e quei ceti che economicamente e storicamente sono, finL S<:-onoper essere alleati alle masse operaie, incoraggia gli operai e i contadini, ai quali favorisce il ci.torno uei sindacati cli mestiere e nei partiti che di essi sindacati sono la espressione politica, a riprendere fiducia in se stessi, a fidare esclusivamente nelle proprie forze, a ricondurre con più ardore e più intelligenza la lotta di classe, dalla quale sola può scatµrire un organamento umano che, per esse.re vera- . mente antifascista, non può che essere socialista. Perchè, è detto in Misère de la philosophie, « soltanto quando sia attuato un ordine di cose in cui non vi siano _più nè classi, nè contrasti di classi, le evoluzioni sociali cesseranno di bsere ri,·oluzioni politiche. Insino a quel mpmento, alla vigilia di ogni novella formazione della società, la parola d 'orcline della Scienza sociale sarà sempre: guerra o morte; lotta sangui uosa o il m1lla: cosi la questione è inesorabilmente posta,.- Anche, naturalmente, per i gruppi cli Rivoluzio-ne Liberal.e. GUIDO MAZZALI La diagnosi del fascis-nio dell 1a1nico Mazzali svolge elementi in gran parte analoghi a quelli fissati in tre anni di battaglie da Rivoluzione Liberale. H problema pe,- i Gruppi di Rivolu- , zione Liberale è qu-indi d,i discutere la connessione posta dal Mazzali tra profezia ma-rxiStica e liq11,idazione del Jascistn0. Altro-ve abbia·mo detto elle questa è l'ora di Marx. Ma s'intende che noi pensiamo ad un Marx -vitale in. una situazione caratteristicam.ente _italiana. In questo senso la taltica e/te prop011e Rivoluzione Liberale contro il fascisnio è la seguente: Nessu:na ill1,si011e di l_iquidare il fascismo coi giochetti parlamentari 1 con le combinazioni della maggioranza, çon lo Stato Maggiore, con la ri- -volta dei -vari Delcroix e si1nili aborti 1norali. Il problema italiano è di liquidare lo spirito e le /onne del trasfonnisnio, dell'accomodantis1no, della corruzione oligarchica che fu rappresentato dai -vecchi ceti sedicenti de1nocratici e che il fascis1no portò alle estre11ie 1nisure di im.pu,a,icizia e di trafficantis·,no. CrediCl1noal 111.0-vimento peraio come alla sola forza - che per le riserve di spirito comba.tti-vo di cui dispone, per la su.a vol011tà di redenzione - potrà opporre alle vecchie cricche, pronte se11ipre a patteggiare, la sua ineso1·abi!e intransigenza. Le esperienze pp.ssate (;i insegnano che il ·mo,;iniento op,eraio alla resa dei cont{ a-vrà bisogno di un.a classe dirigente sic1ira e 1noderna, dotata di spirito di sa.crificio e di mai.:itrità storicq. Conmnque si liq1ddi la q1iestio11e del niinistero Mussol.ini (noi non abbia.mo alcuna solleci.tu.dine per le azioni di Salandra, di Giolitti, di Caviglia o di Di Giorgio!) la situazione da c1d è nato il fascismo si liquiderà soltan.to con la ripresa del ·mo-viniento operaio. O11esta è connessa con il 1nigliora1nento della. 1~stra classe capitaUst-ica, con. le attitudini della nostra economia a -vi-vere nel commiercio nion.diale non se1nplice1nente da parassita. La recente campagna di Einaudi ha questo senso profondo. Per secondarc la. ripresa operaia co·Htro il fa-- scisma perciò non bisogna in-vocare pro;ezie o proporre sche·mi di nuo-ve società {Se in. Italia do-vessimo aspetta-re le tre condizio-ni di Sorel, la questione sarebbe piuttosto allungata!) ma aiutlltre i part.iti seri e 11ioderni a libera·rsi dai costumi giolittiani, a miglio-rare i loro q1wdri nella. lotta senza quartiere e senza 11isinghe, a prepa·rare Le condizioni in cui le m.oderne democrazie non sa-ranno più schia~ve di nessuna oN. garchia. L,cf; guerra a.l fascismo è q1teSbi.onedi 1naturità storica, politica, economica del.fa. nostra, econoniia, delle nostre classi dirigenti, dei ceti ope-rai e ind.ustriali. p. g. 131 Figure della politica italiaaa DE GASPERI Carne tanti altri popolari De Gasperi vien.e dal movimento dell.a Gioventù Cattolica Italiana e dall'azione cristiano-sociale. A difle:rew..a però di tanti altri popolari non reca nel suo ahit.o mentale le impronte più superficiali della milizia giovanile. Le quali - nella generalità dei casi - si riassumon.o nella faciloneria oratoria e in una certa aria esibizionistica che la gioventù spiega e forse giustifica, ma che clivengono irritanti e vacue allo sfiorire cli questa. La sua partecipazione alla vita della Gioventù Catt.olica Italiana - specie universitaria - egli dovette intenderla veramente come l'adempimc-nt.odel suo dovere di cattolico prima, cli trentino, amante della sua patria italiana, poi. Ma alle frequenti sagre oratorie giovanili egli preferl la silenziosa e solitaria maturazione degli studi; ed agli entusiasmi improvvisi e passeggeri del propagandista l'indagine della rea1ìà sociale e politica del suo paese. De Gasperi infatti è politico ma non tribuno; è giornalista - clirige fin dalla sua fondazione iJ t: Nuovo Trentino·• - ma non è oratore: è italiano di faruigÙa, di nascita, cli coltura, cli sentimento, ma antiretorico e, politi~ente, antisentimentale. I freni dell'educazione o del costume austriaco non sono stati senza in.flueD.7..a sulla sua austerità. ~on è il politico acchiap. panuvole; tipo c06l clifluso nel!' Italio regno; è il politico realistico che vuol vederci chiaro, capire, distinguere, analizzare coscienziosamente prima di pensare alle sintesi comprensive e risolutive. A sentirlo parlare si indovina lo sforzo e il segreto ansioso desiderio cli ridurre quasi la realtà sociale e politica della quale si occupa, ad una equazione di numeri o di inquadrarla in una formula geometrica per :fissarla in termini precisi e compiuti e sottrarla alle fluttuazioni sentimentali e irrazionali. E questo non è in lui aridità di sensibilità o limitazione cli percezione: è gusto e sforw di precisione, è penetrazione realistica. Odia i sistemi tolemaici della politica avveniristicà. Il recente discorso da lui pronunciato ccme segretario politico del P. P. è stat.o una bazza per le ignobili speculazioni aYversarie tantochè è parso ingenuo anche a qualche amico. Ciò perchè era in esso espresso con nitidezza e ,..-igore- senza la solita mucillaggine dei politici invertebrati - il suo logico pensiero su un problema che afultica da tant.o tempo la vita interna del partito, çon ripercussioni tutt'altro che liete per la sita del P"-ese: la collaborazione coi socialisti. Ma sarebbe fuori strada chi consideras.se tale sua attitudine mentale senza connessione con il suo abito morale. Egli è un cattolico apostolico romano; fin dalla nascita e per tradizione di famiglia; e gli studi severi hanno ribadito e più profondamente raclicat.o in lui il principio e la dottrina cattolica__ Ora, a differenza cli tanti altri cattolici clericaletti, gli deve Yenir cli il la passione della verità, cioè la volontà cli scoprirla, amarla e confessarla - costi quello che costi - cosi nel campo religioso come in quello umano, sociale e politico. E gli deve venir cli li, come dalle vissute esperienze sociali e politiche del suo Trentino, la fede inesausta nella democrazia cristiana e l'amore eroico alla libertà « dono di Dio , . E debbono cotali elementi spirituali costituire l'unità infrangibile della sua coscienza di cattolico, cli cittadino e di italiano. De Gasperi - già deputat.o nel parlamento austriaco, dove difese strenuamente i diritti nazionali della sua regione - fu eletto deputato popolru·e nel 1921. Se non avesse già da lungo tempo avviato il commercio con le CO-..'€: politiche italiane (la parte della direzione del P. P. I. fin dalla sua fondazione) entrando nella Camera Italiana nel 1921, a,Tebbe certamente avuta la impressione di ritrovarsi in una casa di pazzi. Fu nominato presidente del gruppo popolare, il reparto meno agitato, se non pure alquanto ipocondriaco. E come tale si trovò impiliato in tutte le esplosioni - più o meno periodiche - del furore politico dei suoi cinquecento e più colleghi. Tali esplosioni, con termine molto eufemistico, si chiamaYano crisi parlamentari. Si dice che la loro frequenza. aumentasse a dismiSttra, allora, la constatata demenza. ì\.fa la loro coatta sparizione pare dia dei risultati, oggi, addirittura mortali. Crisi Giolitti, etisi Bonomi, crisi Facta, seconda ed ultima crisi Facta... Dopo di che c0mincia Yeramente la felice era dei pazzi più veri e maggiori. Ebbene come ci si rigirò, in questo labirinto manicomiale, De Gaspe.ri? Nè bene, nè male, conviene dirlo: O fosse l'ambiente italiano nuovo per lui e così.. burrascosoi o fosse Pimpressionante gonfia.re della crisi nel paese, e la forza dell'autorità e del volere di Sturzo che premeva da una parte, e la lentezza e la contraddittorietà dei movimenti del gruppo che pesava dall'altra, certo si è che egli non riuscì ad imprimere un nuovo inclirizzo al gruppo alla battaglia parlamentare. Ebbe llll momento cli forza: quando s05tenne il veto al ritorno di Giolitti; ma fu scontato da un atto cli debolezza: l'accettazione di Facta, aggraYato dalla riaccettazione, a luglio, dello stesso Facta. Ebbe un altrò momento di debolezza: l'atteggiamento del gruppo 'popolare per la rifonna elettorale mussoliniana ; ma

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