La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 30 - 22 luglio 1924

\ LA TERRA fondamento dellaquestione sotiale ùccorre sovente di vedere affermato che la • questione sociale , è prnb)ema della. nostra civiltà economica (cap-it.ali<,ta). L'avvenimento industriale - cioè il trionfo del lavoro meccanico su quello trntauo, - assottigliando semr pre più il bisogno (quantitativo) di mano d'opera, ha in sè enucleati, gli aspetti più uoLevo1i della questione suddetta, ed è, quindi, alla base della lolla sociale. Ef da not:lrsì, però, che a ,·oler essere sto'ncamente più proprii, si deYe avvisare ad uJ1,.1. causa anco1· meglio generale e comprensiYa: al p1·occ~so di appropriazione della te1Ta, dando come inizio alla « questione sociale», il momento -in cui, non essendo più possibile (economicamente) l'espansione territoriale, si rese per la prima \·olta necessario ttno sviluppo « vertica.1e • della cultura, laddove il pri1no (e 01·izzontale :e) era meramente « estrattiyo ». Ci pare che la « questione sociale• sorga in questo nmtamento cJlindiri21~ p1·oduttivo, e per esso; ci~ con l1originarsi del e problema della terra 11. So, ente questo fatto è stato trascurato per pregiudizi scolastici: tipico, a tal riguardo, l'atteggiamento della dottrina mate1falista, per la su.a interpretazione industriale e cittadina, così di premesse, come di realtà e di ,,isioni rivoluzionarie ed espropriatrici. (Degno di nota: tosto che uno Stato, - la Russia - per{ poter pen·euire, in fine, ad un reggimento n1w-vo, Che, non certamente comunistico, potrà forse essere democratico, si ,;bellò alle Yecchie classi clominatt;d (feudali), il movimento venne dalla terra; e quanto \'1 fu in un primo tempo di comunistico, significò non edHicazione, ma sp~etata negazione del l'ideologia macxista). * .. Rifacciamoci agli inizii : consideriamo un gruppo di incliddui cbe vive in un certo ambiente. Una ,·olta uscito dallo stadio di \"ita mnda:i;ia (popoli cacciatori e pastori), esso si lega al te-rreiio con un'« appropriatjone » sempre crescente del suolo; «appropriazione,,, questa, che dal concetto storico-giuridico che si ha dell'appartene111.a fondiaria, vien sistemata entro fonne di riconoscimento pubblico; ma su questo non pensiamo indugiarci. TI procedimento a,ppropriativo è automatico. A<l ogni inflazione del vohune dei bisogni fa meccanicamente seguito una estensione della superficiè coltivata. * ** Uscita la società da quelle forme di convivenza che si yogliouo matriarcali e patriarcali, ossia e\·olvendosi dalle forme di « comwrità di vil. laggio ,, verso quelle individualistiche e familiari ITT.àsono a credersi come dualistici l'interes~ ~roprietario e quello collettivo; in questa fase però, l'interesse proprietario (consistente nel \"Oler godere, come plus-profitto, oltre che <lel1a congenita rendita fondiaria, anche dei frutti d.i una produzione sem.pre più inadeguantesi ai bisogni) è di consistenza. illusoria: ap. pena cerca cli imporsi, la collettività lo sfugge, meglio, lo elide, appropriandosi direttamente del suolo creduto bastevole per la reazione economica. ');"emmeno l'Ente che presiede la co1Iettività -può1 Yolenclolo, modificare questo stato.di cose; nella realtà storica, poi, esso è portato a far del suo meglio per secondare il movimento appropriativo. * *. In quelle condizioni, il < problema della terra• non esiste ancora : se ben si vede può affermarsi che esso sorge nel nw·nz.en.to in. cui è occ1t.patotutto il terreno che} storica1nente, è econo·niicamente apprapria,bile, ,um solo; ma che è_separato da 1t-n e11entu.ale terreno ri1nanente, intYm- .secamen.te s1tJScettibile di cu,ltwra, da wn qualche ostacolo « economico 1.1 tale da far reputa,,,e più con1Je11ienle smettere l' idea dell' espansione e pretende,·e (per quel che abbiamo detto, il giudizio, in questo stadio, è della collettività, ~1en. ... tre la classe proprietaria deve rassegnarsi all'inerz.ia; è questo, però, il punto limite, come vedremo) /}inizio di 1t.1wS'Viluppo che può d.irs~ «verticale,»; con questo momento non ancor s1 delineano, 1~e1nmenotende11zialmente, quelle pe- ~osità pt·oduttive che, col Malthus, richiederau11~ i mezzi « repressi vi » delle .guerre o delle clec-1maz.ion-i per mali sociali, o le emigraz.ioni verso te1·re più primordiali. . J * •• 11 proprietario non poteva intervenire fino a quando era possibile Io sviluppo II orizzontale• perchè allora si tratta\·a cli un insieme di azioni sociali che si svolgevano aJ. « di fuori » della 11 sua» proprietà così che, se l'avessero cli poi danneggiato, non costituivano d.irettam,ente una minorazione della sua pe-rsonalità discretiva, e, non gli consentivano titoli formali bastevoli per intervenire ed opporsi. Ma quando l'inter€$se collettivo parlò per la prima volta del « dovere della proprietà fondia.- ria , a meglio coltivare le proprie terre, allora il giudizio 11011 si portò più al di 1fuoli deli!e singole proprietà individuali, ma entro la sfera LA RIVOLUZIONE LIBERALE della ,·olontà di 1xr~onc· tunat1t.: e b:::n indh-1du;tlc. E la lotta sociale si inizia a questo punto. li proprietario intuisce subito J_X,rla logica del tornaconto e per la facilità di 1x:rce,.iooe <lei procedimenti eco,wm,ici clic ora può far giocare i suoi interessi di classe, c-he lo porta.Ilo ad ostacolare lo sviluppo ascensionale della coL tivazione, 1x.:r raggitt11gcre una dnplitc 6<..-ric di effetti : far elcYare tu111ttltuosa111c11te jJ prc.--.t-w delle derrate, e far riprendere la marcia appr0priati,·a ,,_ Ossia trovare - con una rendita o con 11a1tra -- il 1nassimo storico di tornaconto. L'equivoco del Sella 1'i1t11ù>11e_ d lla Sezione l<>rinesedel Par. lito Libernle il nostro Brosio ha fatto le dichiarazioni segu..enti. I nostri mnici iscritti al Partito Liben1le de-z:0•110te11tnre 11,n1n.011im.entodi chia~ rificazionf nel senso indicato dal Brosio in tulle le Sezioni o-ve sarà poss·ib-ile, in modo da portare al prossimo Congresso generai.e del Pa•rlito qu.estioni prec1se. Sono ,·eramente lieto e stupito di aver lasciata questa sala piuttosto agitata e tumttltuosa. circa un mese fa e di ritrovarla questa sera cosi tranquilla, a parlare - se posso usare una frase dell' on. Gon.za.Ies - di ordinaria amministrazione. E della mia stessa idea sembra sia stato il. Consiglio Centrale del Partito Liberale il quale, Yoleudo organiz1.are un congresso generale del partito, in cui naturalmente la prima cosa che si deve discutere è la linea direttiva deila politica. del partito) ha pensato bene di rimandare - forse anche per il calore estivo - ogn.i e qualsiasi decisione ad Ottobre, in attesa che la situazione si chiru.isca. Cosi noi abbiamo avuto questa soddisfazione: che tutti i partiti, aln1e110 attraYerso i loro gior·nali, hanno esp1·esso nel modo più chiaro, specialmente riguardo agli ultimi avvenimenti, che hanno anche susseguito alla u1orte dell'on. lVIatteotti, le loro opinioni; ma invece il partito liberale, che ha la gran fortuna di non avere un organo giornalistico, può tranquillamente prendere le sue vacan,ze senza averle espresse. Ora io domando se è possibile che il partito liberale rimanga cos-ì assente dalla vita del Paese, in momenti che non voglio qualificare gravi, perchè non si creda che sia u.11 d:ifetto di esuberanza giovanile quello di daJ.·e eccessiva importanza. ad avvenimenti purtroppo presto dimen. ticati, ma che voglio pw· qualifical'e pr:iuttosto se1i:i. 11 partito liberale, se ben ricordo, o almeno quel gruppo di uomini che in occasione delle elezioni- si riassume e si giova del nome di 1iberale1 sempre, o almeno .negli ultimi venti anni di vita politica italiana è stato cosi assente che non ha mai dato assolutamente alcnna diret. tiva alla vita politica italiana. Noi abbiamo visto prima della gùerra - per. mettetemi questo breve ricordo - che il partito liberale è stato talmente assente ,che per dieci e più anni si è avuta WJa politica asso-lutameute contraria a tutti i principi liberali: la famosa politica. del socialismo cli Stato, che ha visto gli. industriali e gH operai papparsi sotto le ali del protezionismo il massirn.o bottino dell'economia italiana. Abbiamo visto Giolitti, questo serio uomo, questo abjle dittatore dominare assolutamente uomini e cose, senza che mai il partito libera1e italiano, o gli uomini e.be si chiamavano liberali, riuscissero ad intporre vera mente una lotta politica libe1'ale. Noi abbiamo visto poi che questi stessi uomini, i quali tanto si erano sempre dimostrati amanti dell'ordine, e fedeli alla Monarchia, hanno frettolosamente abdicato alle loro idee a favore di qnella demagogia che negli a.uni llll;ID-ediata.inentesuccessivi alla guerra ha d-omi1iatu, e abbiamo visto questa stessa Associazione Liberale ìVIon.archica Umber- •to I di,·entare Associazione Liberale Democratica, per poi diventare dopo ti-e anni nuovamente Partito Liberale Italia.no j>lll"O e semplice, proprio nel mo1nento in cui il fascismo stava per salire al potere. Cosiccbè assisteinmo a questo singolare spettacolo di un partito che djventava tale propri9 nel momento in cui ve11ha meno l 'esseuza. vera e fondamentale dei part1t1, ossia la poss1b1htà cli vi ,·ere in un regime democratico, fumi del quale non s1 ha partito nel vero senso politico 1 ma solta.nto faz1011e.In tutti questi -anni noi siamo stati dominati : ora abbiamo seg1ùto Giolitti, ora i socialisti (perchè se, pochi mesi p,·inia che il fascismo andasse al potere, Tura.ti ci avesse offerta la col1aborazione l' avre111rmo accettata) : non abbiamo mai posta una politica nostra. Per. chè questa asse117..wdi pensiei'o liberale? lo non voglio qui fare delle lunghe analis.i storiche o deile hu1ghe critiche economiche. (Rttmo-r-i). Mi compiaccio molto di questa libertà cli parola che domina nell'assemblea libera.le! Io non voglio continuare in un'analisi, eccessivamente luno-a economica e storica del partito liberale. Son~ 'stato molto breve. Dico soltanto questo: che se il pati.ito liberale non ha mai espresso niente di proprio si è perchè è tuttora dominato da a1tri interessi, i quali sono necessatiamente confrari acÌ una politica liberale vera. Nessuno- può negare c-he, specialmente oggi, il Partìto Liberale è clomina.t0 dagli in,teressi della o-rnnde industria protetta. Nessuno può negare° che specialmente nell'Italia set_tentrioL' iu r1u<.:stost.a,lio <.:h<-: ]'intcr('...,;seproprietario c:omlncia a giocare e-on fortuna : ha a sua disposi.dcme la traclb~1onc giuridica, e mira ad impadronirsi sc:mp1'e più dello Stato, finchè lo d.omùierà. La • questicmc "-<JCialc• l già m{;SSa: la "tena• da qu<.:,.;t.omomc-nto si rivestirà sempre p1ù di un alo11<: di lotta f>0.ssi<m.alee cruenta. .\ I cli là elci fatto tecnico di produttrice di socldisfaz.ioni materiali, la •terra• <:. il problema dell'umanità, in quauto ha di travagJi, di palpiti, di sentimenti. G. DELLA co1nE Partito Liberale n.ale questa gra11de industria protetta domini, nel Partito Liberale, come in molte S<:.zionidel Fascismo, cosicchè: inùifTerentc.-mentc ve11gono rovveu,,ionati Il Corriere /laliilno e La Stam,pa. (r,w,o-ri). Quanto meno i capitali della Stampa 60llO io pa1te cli questa industria protet.ta. :N"onè assolutamente possibile, finchè ,·igono queste concliz.ion~ economiche, fare un.a politica. liberale, se non v'è un gruppo di uomini che sappia, non già cliscono:;cere gli interessi di questa industria, che anzl si desidera più forte, liber'a e vitale, ma che sappia IimHare gli interessi dell'industria stessa. e li sappia contenere entro •i giusti confiini, imponendo l'idea liberale all'interesse e non sottoponendo alPinteresse l'idea liberale. Fino a che non avi-ç:moquesto gruppo di classe dirigente, la quale si liberi dalle pastoie degli interessi - i quali assolutamente si servono delle idee per i loro capricci e per-i loro secondi fini - non avremo un partito liberale cbe funzioni. Lo ,·eclimno ora di fronte al fascismo, ora in cui la più assoluta mancanza di libertà e di djgnità si \~e.i;fica·, e tuttavia da parte liberale non si i:a che sperare in una futura successione, la quale poi non si cerca apertamente di provocare mediante opera cli critica. leale e risoluta 1 ma semplicemente si attende per il giorno in cui il Go,verno, non si sa perchè o come, cadrà per un caso fortuito. Ciò non è assolutamente po~ibile: non è p~ sibile che il Partito Liberale acquisti ancora vitalità, dignità e forza, se 1nanca e continuerà a mancare dalla vita italiana nei momenti culmiuant:i; se mentre noi v~cva.mo tutta la nostr_a vita atnmrinistra.tiva e politica. soffocata sotto il peso di un partito,· il quale si impone in modo assolnto e sopprime evidentemente tutte le libertà non sa dire una chiara ed onesta parola. E' cli ieri il decreto sulla stampa. Ora a me sembra che in un'assemblea liberale non si possa tenere una seduta senza nemmeno accennare a questo fatto fondamentale, che offende non dico un liberale vero, ma qualsiasi onesto conserva. tore che desideri .semplicemente la calma ciel paese. Quando ci troviamo di fronte ad un rinvio di conOTesso per paura di risolvere simili que- • stioni (ru,1nori), si rinvia per il timore di risolvere simili questioni, io dico che assolutamente ci sarebbe da disperare dell'avvenire del Partito Liberale Italiaqo. Per conto mio io dico che non si può assolutamente accordru·e la fiducia agli uomini che r'eggono attnalmeute il Partito Liberale Italiano. (Approvazioni, com:nienti, rum·z.ori). MANLIO BROSIO PIERO fi□BETTI - Editore TORINO - Uia XX Seltl!mbre, 6□ J{ovifà: .VINCENZO CENTO IO E ME ALLA RICERCA DI CRISTO Con prefazione di Adriano Tilgher L. 6 FRANCESCO NITTI hAT~AGEDIADEitù'EUaOPA CIIE COS!!Fl!Qil.!t'l!fl[EQIG!!? con ritratto e autografo L. 14.-00 NOVELLO P AP .A.F.A.V.A. F"ISSAZIONI L>!BE'RAL>I L. 6ANSALDO - BORSA - CRESPI DE RUGGIERO . GIORDANI - ROSSELLI ehe cos'è r lnghilfePPO L. 6,oo. Figure della politica italiana DONATI La polemica. contro gli ltr!liar,i del G1PJt~- rrwla ha rivelato un g-iornali;;l.a di primo ordine e una figura d( eccezionale solidità. mora.le: Giusepr..e D<ma.ti,di Faenza, direttore del Popolo di Roma. Educalo nel Seminario patrio, la guida in esso trr,vala nella persona del rettore, monsignor Francesco Lanzoni, lo s½rico delle Dir,cesi italiane e l'agiografo dei Sanli emiliani ed africani, valse ad inspirargli l'amore degli studi storici, rigidamente attenendosi al metodo professato dai suo illustre maestro: vale a dire al metodo positivista; toskche. quando ahbandr,nata la carriera ecclesiasLica, egli si recò a Firenze per com,. plelare i suoi studi, non gli riesci discaro l'avere per maestro Gaetano Salvemini, lo storico della Rivoluzione francese e della rivolta dei Ciompi, ed il biografo di Giuseppe Mazzini che per primo in Italia tentava l'applicazione del ma.f.erialismo storico. Dalla fusione di questi due storici scaturi il suo storicismo e la sua democrazia cristiana che solo dagli ignoranti e dagli incauti, come Minocchi e Romolo Murri, poi.è essere 0 1•,cmbiata per modernismo, mentre si prop0ncva soltanto di respingere il pregiudizio giacobino che la Chiesa. debba per fal.alilà essere sinonimo di conservat-0ristno e di schiavitù. Il ricordo che cosi tornava al cuore dei giovani cattolici dei fulgidi esempi del martirologio cristiano dei primi secoli, che cosa era se non l'espressione che una nuova coscienza etica e civile stava per germogliare tra le file degli aderenti ai modesti circoli parrocchiali ? Se a questa nuova coscienza per venire alla luce fu necessario cercare degli appoggi in filosofie che con essa nulla avevano a che fare, non si deve farne una colpa ; nè tampoco condannare i disgraziati che come H.0molo Murri od altri di lui minori si sono perduti nei viottoli scuri della miscredenza per seguire l'orma fallace dell'idealismo gentiliano. Che la democrazia cristiana sia stata la. espressione di questa nuova coscienza civica. dei cattolici, Io si è visto sin dal principio, allorchè non esitò un momento a schierarsi contro il clericalume bloccardo, col chiaro proposito di crea.re in Italia un autonomo Partito Cattolico che dalla vita politica della Nazione non fosse più avulso, come lo erano stati sin allora i cattolici. Come questo tentativo sia finito e traversç quali peripezie sia fatalmente risorto nell'attaale Partito Popolare, altri ha già detto e non è il caso di ripeter qui cose note. •Noi vogliamo piuttosto seguire il dottor Donati nel suo processo di consolidamento e di chiarificazione per riconoscere come il suo anti-giolittismo (che del, resto aveva in comune coi suoi amici dell'Unità e della Voce) non sia stato e non sia che l'espressione della superiore moralità civile che lo fece dapprima orientare verso la democrazia cristiana e lo fa essere oggi uno degli esponenti più seri della. opposizione antifascista, come ieri lo fece essere uno dei più convinti fautori dell'interventismo. Di quest'ultimo è oggi di moda. parlar molto male nel campo dell'opposizione, perchè si ignora (o si vuol ignorare: Mussolini è interessato a far ciò) che l'interventismo dei salveminiani non fu che la prosecuzione· della loro moralissima politica. antio-iolittiana anti-libica ed anti-prolmionisl.a.; ~me in f~ndo, l'opposizione contro il fascismo, oggi: considerato quest'ultimo come la più volgare e perciò più odiosa reincarnazione del trasformismo di Giolitti. E poichè i fatti storici, come qualsiasi altro avvenimento na,turale, obbediscono ad una loro inderogabile logica, non ci si deve per niente meravigliare se vediamo con Giovanni Gentile la sparuta minoranza dei modernisti italiani seguire nel suo delirarnento dittato1·iale !'on. Mussolini, per giustificarlo coi lumi della loro filosofia ; poichè ciò è fatale e già lo si è visto in Germania dove l'hegelismo non ha mancato di sboccare o nell'anarchismo di Stirner o nella teorizzazione della tira,nnia. La polarizzazione antifascista subito avvenuta nel P. P. I. per merito di Sturzo e Donati è la prova più precisa della sua italianità ; come gli spurii passaggi dell'ono 0 1,evole Marlire, ecc., in seno ai Fasci non • sono che la riconferfoa dell'avvenuta sua moralizzazione, colla: eliminazione dei vecchi arnesi del trasformismo giolittiano, e dei vecchi campioni del cesaropapismo. Questa. chiarificazione indica. l'originalità politica del Donati, il quale, forse come nes.- sun altro, sin dal primo sorgere dei Fa6Ci ha sentito quale profondo abisso divida coloro cbe traverso la democrazia, cristiana si sono forma.I.a.una coscienza. civile superiore, da coloro che attraverso una lunga serie dì involuzioni han fatto retrocedell'e la loro coscienza e quella: di troppi italiani alla. sc'hiavitù papale e borbonica. dei « sudditi devoti ,, e « degli amati figliuoli ». A. C.

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