La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 30 - 22 luglio 1924

RIVISTI\ STORICI\ SETTIMI\Nf\LE DI In regime dl stampa imbavagliata il I ;;vero articolista è i! lettore: eg!i éeve leggere fra Il? righe. POLITICI\ ESCE CONTO CORRENTE POSTALE Diretta da PIEROGOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 Abbonamentoper il 1924 L. 20 - Per un semestre L. 10 . Estero L. 30 - Sostenitore L. 100• Un numero L. 0,50 IL MARTEDÌ Cl)i riceve un nun,ero <li sal!l!ÌO ., non inten<le ,.1,1>on,.rsi r<rspinga il ~iorn,.le, ,.ltrirnenti ~li continu<rrerno l'invio e <!opo on rn.,se provve<leren;o ,.11,. riscossior;., n;<r<li,.r;te tratta Anno III ~ N. 30 - 22 Luglio 1924 SOMMARIO: J..a nostro difesa: G. ANSALDO:Un vile libellista. - G. Donso: J..o Stato partilo. - V. Cuoco: Rifratto. - G. DELI,A Conn:: La ter,a fondamento dei problema sociale. - M. Bnosio: J..'equivoco dei parlilo liberale. - A. C.: Donali. A. CAVALLI: J..ellere dalla Romagna: Repubblicani e fascisti. - • Ma!leolli. LANOSTRA DIFESA Il decreto sulla stampa fa sorgere un problema pregiudiziale assai interessante: man. tenere in v·ita di forza o d'astucia un organo libero e spregiudicato, che non patteggi, che non ceda, che dia garanzia al pubblico di non essere ispirato a nessuna considnazione di opportunismo o di addomesticamento. Il decreto sembra fatto apposta per servire ai giornali maliziosamente filofascisti e 11wderatamente antifascisti, a grande tira,. tura. Essi non avranno più bisogno di far l'antifascismo che soddisfa la malignità del buon pubblico e continueranno ad essere venduti per la diligenza del notiziario e vastità dei servizi. l giornali di idee, i giornali di partito si sottometteranno o saranno ogni giorno in pericolo. ll solo fatto di essere il ge,ente consiglierà prudenza al direl/(YT'e: anche perchè egli viene. a trovarsi senza difesa in tutte le infinite pericolose contingenze della vita del quotidiano. Il giornale di tipo sovversivo o comunque di opposizione popolare è senz'altro disarmato e non può più comunicare col suo pubblico se non è libero di ricorrere al titolo su sei colonne, all'·insinuazione, alla notizia tendenziosa, alla polemica forte: il pubblico italiano non pecca di troppa finezza e gusta specialmente il sistema rumoroso. .11antenere un periodico libero in tempi avventurosi deve dunque significare affidarsi all'intelligenza del pubblico, rinunciare al pubblico facile e superficiale. Noi abbiamo la fortuna, che non ha nessun altro giornale, di parlare a un pubblico piccolo ma scelto. Possiamo contare sulle risonance, sul commento, su una specie di intesa nelle premesse. In queste condizi0ni diventa interessante giocare d'arguzia. Possiamo scommettere che non ci addomesticheremo. Ci sarebbe assai facile crearci una bella aureola col farci sopprimere. E' probabile che i signori del nuovo regime non ne attendano che l'occasione. Giocando allo sco- .Perto non li faremmo attendere più di quindici giorni. E considerato il bilancio, a qwesti chiari di luna, itna soluzione di tal fatta non sarebbe per noi la più incomoda: perchè questa nostra fatica settimanale non è sempre allegra e gioconda, e finirla con un mezzo martirio è addirittura una consola- =ione da Risorgimento. .4.bbiamo respinto questa soluzione per cedere a ragioni più realistiche e a un dovere preciso. Vivere e parlare è un còmpito più difficilt: dunque ce lo vogliamo proporre, finchè riusciremo, come un impegno d'onore. Impegniamo dunque il lettore alla gara singolare: e il premio sia per chi saprà trovar significati più arguti ai sottintesi, leggere e scrivere più pungentemente tra le righe, ricamare 7ralignità nelle cose °più_innocenti, interpretare da buoni modern:t la storia antica. (, Sarcasmi, ironie, malizie valgano dunque, poichè tali sono i tempi, in luogo di una professione di fede. LA :RIVOLUZIONE LIBE:RALE IO o Paul Lonis Courier, parigiuo di ua.scit.a, proprietatio dell'ex feudo di Meré in Turenna era l'anno de1la caduta di :Xapoleoue, stanc-o di 1 correre i I mondo. ..-\,,·eya bivaccato sul Danubio accanto ai cassoni cle:i suoi pezzi di artiglieria, ave,·a decifrato pergan1ene greche in lIJJ.a biblioteca di Fircn~e, aYe,·a dato 1a caccia ai briganti in Calabria, a,·eva tradotto Erodoto e Longo Solista, a,·eya insolentito il maresciallo Berthier. Ora basta. Dalla sua casa cli Véret2, eo-Ji vole,·a badare ai suoi pingui dgneti. « N~n °dite111i che sono ·un ellenista,. Se capisco bene il, Significato de/.la parai.a., ellenista. è colui Che mette hl m,0slra il greco, e ne trae il SU,O sostenta111c11to:qu,alche cosa come droghista, farmacista, eba,11ista, dentista». Egli Yole\·a trarre li suo sostentamento da altro: dalle sue vigne, situa.te così bene a mezzogiorno, sulla Loira: e saoeva come si fa per lavorare bene un arpento di Yiglla, " e quanti carichi di zolle cli bn1ghiera bisogna portare a spalla al fila,·e, e qua11to tempo biso. gna lasciarle là a maturare e Yirarle di tanto ln tanto: e quanti carichi cli letame Yi andavano aggiunti: e tutto il resto. Anche· uel !eta.me è la ·Grecia Yi\·eute, pilt che nei manoscritti arieti custoditi da biblioteca.ti inYidiosi. ..\nche 11ellemolli linee cli paesaggio, nei profili della « plantnre-uze T01.1-raine » è l'.-\.ttica. PauJ Lo1tis C..::urier, che aYeva cavalcato per tutta Europa senza. sella e senza speroni, nonostante inntunere\-oli arresti, si compiace,·a di ripòsare sulla sua ten-a; posside11te. Per timore di essere c-011s-ideratonobile, aYeYa lasciato cadere dal cognome borghese il suffisso di De Dieré, che gli ,·enia <lai suo fondo: per disine:izo d.elle cimici .accademiche si chiruuaYa « y]gneron de la ChaYonnière », e basta; per disdegno di passare per un nffi.ciale napoleonico a mezzo soldo, si era tolto dalla bottoniera il nastrino roseo della legion d'onore. Si presentava cosi, in un suo scritto: « Io sono della Tou;ra.in.e~io abito Lu,ynes. La m,ia principale sed.e è la casa di mio padre, a Lu.ynes: lù è il cani,po che io colt-i'vo, e di c:u.i vivo colla mia famig-lia: là il 1nio tetto paterno, la cenere dei niiei padri, l'eredità che mi han~no trasmessa e che io 11011 ho Cl'bba-ndonato mai, altro che q11a11doocrorse difende1'la alla frontiera,. * • * Orbene, un p1·oyinciale di gusti così sani, riposati e raffinati di,-entò, proprio dopo il r8r4, p1·oprio sotto il g0Yert10 di un re saggio e :filosofo come Luigi XVIII di Borbone, uno dei più temuti ed efficaci scrittori dell'opposizione. Ecco come ;m<lò. Paul Lou.is non runaYa. -i preti. E' una cosa che succede, in Francia, pare da molto tempo: Pa1ù Louis, cento anni fa, faceva nel CO'l.Tiune cli Véret2, la stessa guerra al curato, M. le Cziré, che adeeyso, nello stesso identico Co1nune di Véret2, sell7.a dubbio gli fanno gli elettori d.el blocco delle sinistre. In provincia - e nella provincia francese! - i tipi sociali muta.no ben lentamente. Paul Lotùs, quando vedeva una cerimonia religiosa, la croce delle missioni pian.- tata ad Amboise, per esempio, scriveva nel suo taccuino: « Sa-rem,ocappuccini'? No-11sa,remo ca,Ppucci,ii? Ecco la domanda di oggi. I eri, la do. manda. era 11.11! a/tra: Saremo i padron.i del. mondo?». :Ma pure, anche con questi rompicapo a11ti. cappuccineschi, io dubito che Paul Louis avrebbe mai combattuta sul serio la Restaura7~ione, senza il dolce invito della censura sulla stampa e dei processi per diffusione di libelli sovversivi. Le discussioni aperte, libere, sbracate sulla Rivoluzione e sulla repubblica, non potevano tentare tm traduttore cli Longo Sofista, -vigneron de La Clta-vo11nière. La Rivolu2-ione e la repubblica sono infinitamente meno interessanti degli amori di Dafne e Cloe: ecco l'insegnamento greco. E poi, tutte queste. teorie, tutti questi astrattis1ni, guastano la p1·osa.. Ma eludere il censore e il pt'ocuratore del re coi racconti più dO'.t..Zinali, con la prosa più lucida, con gli sc-hern.i più inafferrabili e più sfumati: attaccarsi all'episciodio, alla historictte, come i greci : c-hc tentazione, per Pau] Lo11i~. ! l ina tentazione come que1la cli piz_,dcottar una donna polputa. e chiapputa, ma pizzicottarla alla catliYa, con l'unghia e 1a striz_ r-<1.tinafinale. E Paul Louis yj cedette: egli fu il bonh01111nu! cli Turenua, parlò delle cose che tutti ,·edern.no, I!el Comune, nel Cantone, nel Dipartimento: degli ~y\·eni1nenti cos-ì futili, che, a Parigi, la grand.e stampa di opposizione cli allora non se ne sa1·ebbe occupata mai. L'arresto abusi,-o àel povero Pierre Clavier, detto Blonde.au, terrazzano <li Véretz, _colpe\·ole non d'altro che d'aYer eletto in pli\·ato al ~ignor Sindaco allez---,;ouspromener o, tutt'al più, ma è dubbio, alle=---.:ousfafre fcndtrc. Oppure: l'arrh·o a Saumur del deputate di sinistra Benjainin Consta.nt, e l'immediata in- ,·,sione della locanda da parte di ùodici ufficiali della guarnigione che Yolevano ad ogni costo schiaffeggiarlo. Oppure: le ragi011i :finanziarie e morali per cui il Comune cli Véretz, dipartimento di lndre et Loire, Comune poYero, non può contribuire a11a sottoscrizione nazionale destinata all'acquisto del castello cli Chambord, come dono a Sua. .'\ltezza Reale il duca cli Bordeaux. Oppure : le ragioll.i per cui i terrazzani di Azai hanno diritti di continum·e a ballare sulla piazza grande del loro Conume, no1103ta.ntc che il cun•tJ nuoYo, zelatore come tutti i preti giovani e riscaldati, U1trighi per far Yietare questo innocente trntteni111ento campestre. E queste piccole peripezie della Yita di proYincia raccontare in piccoli scritti, dagli umili titoli : « Lettera particoinre », a: Sem.plice <Uscorso di Pa1d-Lo-u.is » a: Ga=zettino del --,:il!aggio », « Petizione per dei --Jillici cui si 1·-uolc imp_edire di ballare» : e con tutto il rispetto clo\·uto alle autorità ciYili, religiose e milita.1i, e alla buona lingua; e stamparli, quei piccoli scritti, in piccoli fogli, che costino pochi quattrini .. E poi aspettare. C1·edete che 1a gente non se ne accorga? In regime di censur'a la gente se ne accorge, e come! Scruta e soppesa ogni giro cli frase. Basta. che Paul Louis ripeta: « L'eredità che i miei pa-dri mi hanno tras1nessçi, io 110-n l'ho abbandonata mai altro elle qiumdo mi occorse difenderla alla frontiera» : ebbene, la gente Yed.I~à q1ti una insinuazione conb.-o la famiglia regnante, transfuga daJ.la Francia. Basterà che Paul Louis faccia mostra di tipetere in un silnple disc01,1,1's ai terrau...ani di Véretz questa frase: « Sappiate che non v'è in Francia 1t,.na sola famiglia nobile, ma dico nobile di razza e di antica origine, che n01~ debba• la s-ua fortw11a alle d011..ne:voi m/ intendete » ; ebbene, là gente vi \·edrà 1tn attacco alla famiglia b01·bonica e a1le famiglie dei Pari cli Francia, nate e prosperate colla prostituzione. Le strizzatine d'occhio dell'autore sono afferrate golosamente dal pubblico. La lotta fra il censore, il procuratore del re e l'autore diventa estenuante - per i primi due. Finalmente deve venire i1 processo: « Ah, ti ci ho preso, vil po11i,phletaire ! Sputa l'osso, vile libellista! Tu hai insultato la. monru·chia ! ». Paul Louis si diverte: « \;i domando: perchè mi volete condannare per delitto cli sta.t.upa? Per quello che bo detto sul castello cli Chambord? Perchè ho d.etto: non c'è per i nobili che un mezzo cli far fortuna, a Corte : la prostituzione? Ma siamo intesi! La Corte chiama galanteria la prostituzione: io ho usato là parola propria, dovevo pur fare un sinip!e discour, un discorso semplice, a dei contadini di Véretz ... Vi domando: Perchè mi chiamate -vii pampliletaire, vile libellista? Ma io non so cosa siano i pantphiet : di grazia, signore, sapreste dirmi cos' è un pam,Phlet r , E' uno scritto di poche pagine come il Yostro, di un foglio o ·due soltanto». Di tr'e fogli, è ancora un pam.ph let f' « Forse, nel linguaggio volgare : ma, propriamente, il pa,nphlet ha due fogli , . Ma allora ... « Andiamo, andiamo, signor Paul Louis: è il veleno, vedete, che la giustizia perseguita i11 questa storia di scritti. Del resto, la stampa è libera, stampate, pubblicate quanto vi acco. moda, ma non del veleno :1. Sta bene, signore, e gra1.,ie: tU.'l per"chè la gente ama. tanto il Ye1eno? :,1a b1.,ta c01, questo Chambord: si i: andati in tribunale per Chambord: non c'i: la spesa. Paul Lotti.~ attacca da un'altra parte. Paul Louis è possessore di una bella foresta, la foresta cli I.arcui. Ecco un fatto <li natura ben personale e pri\·aL1, non e \-ero? Ebbene, Paul Louis affitta due tagli dj questa. sua foresta a un certo P.ourge·.11: Bourgeau intacca, contro il contratto, il taglie; ~~guente : Paul Lou.is lo dta. Ecco, anc<;re, tutti dei fatti dt natura ben per~onale e p:-i·--~ 1ti, la Re::-;tan.raz.ionenon c'entra per nienté-, e nemmeno 1_acasa regnante. J-Ia Paul Louis è m:11izioso: ne,11rico:rre a nessun aYn>cato, e lui stc,sso patrocina. la sua causa din.anz.i al tribunale ci,-ile di Tours. Stende una ·conelnsionale e la pttbblica stt un foglietto ,·olante: liscia come l'olio, 11011una dimgazione politica. }fa non conta. La gente ha l'occhio add.osso a Paul Louis, 'Vi[ pampletaire: cerca la malizia do\·'egli non ba ,·oluto metterne, l'opposizione ai Borboni in un processo per taglio abusirn. Basta che Pau Louic;. ~i qualifichi come -..:ig11eron de la Clia1·011.nière, perhè tutti pensino ai nobili emigrati, che adesso n,~ogliono foreste e Yigneti (, Si ricomporranno e grandi proprietà. La terra allora si riposerà. Ogni gen.tiluom.o e can.0niCo a--Jrà per sua p_arte, 111.illearpenti, con l'obbligo di dormire: e se ru.ssa, il doppio»). Basta che Pau1 LOuis si qualifichi e ancien cha1ozonier a che--,.:al », percl1è le armate imperiali siano e,·ocate a tutto clanno del cappuccinesco esercito della Restaurazione. Il pubblico, collabora con : 'at'.tc:·e: 1 'eloquenz.a, l 'arguz.-ia, il:..>ll so:uo tante. nel pamplilet&ire che parla, quanto nel pubblico che ascolta. Come per_gli oratori e pei tragici dei bei tempi J1i Gi·ecia, Paul Louis ritrora la Grecia, la mi. gliore, quella di Senofonte, Yeramente in mez~ al letame, in mezzo alla umile ·rita di una pro- \ incia francese, nel comune di Yéretz o in quello di Luynes, dipartimento di Indre et Loire, Francia. * • * 1l miglior commento ai pamplets cli Pau.l Lou.is si deYe intitolare così: « Sui Yantaggi letterari delle limita2-io11i della libertà di stampa•· Solo la censura fa il pubblico arguto e sottile, gli dà finissimo udito, per distiilocruere l'amaro riso dello scrittore, e tatto per sentire la punta uascosta di un discorso apparentemente bonario. Paul Louis scrisse contro la reazione borbonica dei libelli così puri di linee, e dall'arguzia cosi contenuta che il pubblico di un grande giornale moderno non se ne accorgerebbe nemmeno. La libertà di stampa, questa rotati,·a d.el pensiero, I' ha disavwzzo dalla malizia, l'ha intontito. Si, signori, il nostro pubblico è tonto. Il suo palato è insensibile agli attici sali. E noi, noi che scrh-iamo, sperduti nelle alte considerazioni stùla immanenza della lotta di clas;, o sulla belle:iza della collabornzione sociale, abbiamo perduto cli ,·ista la collaborazione del pubbico, la malizia del lettore. Yogliamo, ad ogni costo, impressionarlo e-on la chiarezza spregiudicata del nostro inguaggio, e gli togliamo la più lusinghiera delle sod.disfazioni: quella di poter crederci, lui, unico interprete malizioso del n~ stro pensierO', o magari completatore o perlezionatore. Quando noi scridamo la frase abituale: « sen1..acommenti », oppure: « i commenti li farà il lettore•, indtùgiamo semplicemente alla nostra pigrizia; in realtà, il lettore non fa nessunnissimo commento mai : noi lo abbiamo disabituato dal coIDJnento, soffocandolo ogni gion.10 con tutti i commenti possibili, su tutti i fotti itumaginabili : dall'eclissi di sole al vespasiano fetente. Bisogna che le limitazioni di stampa ci riconducano all'articolo limato, curato, bene avYitato: al paniplilet meglio se clandestino: al piccolo foglio, dove noi sa.remo obbli. gati a dire l'essenziale e dove il pubblico sarà portato ad aggiungere, veramente, il suo commento. L~ limitazioni della stampa, legale o illegale: ma lasciate che qui 1 in sede accademica, io mi professi ora caldissimo fautore, per il be.ne che voglio all'arte del pmnphletaire ! .. Le limitazioni di questa. banalissima e volgare libeità di stan1pa, creeranno attorno a noi un uditorio btton ragionatore come il pubblico provinciale cbe si passava i , paphlet&, di Paul Louis, mai i lettori ci aiuteranno. Coloro che si

, 12:& span~ntano per le possibili sopprcssiom di gioi nati, cldlo ~trou.amento della libera stampa, <:: dicouo che in tal modo l 'opposi1,io11c s·irà N:,ffo... cala, impo:-::.ibilc, sono \·ili mecc..-uiici, cau~idi<.:i della opposizione: la }ibera sbmpa fa l 'uome, tonLo, le pcrsccnzioni cli stampa fanno l'uomo arguto. -\i fini ddla opposizione c-hc ,·oi volete fare, carissimi Jralrcs, vale p1ù un piccolo pa111. j>l1fct ricc-o <li chiaroscuri e di ,<.;fot1di 1 e che la gente !-e lo pas..-.;idi m.._1.noiu 111..1i110 1 che non lutti gli ~·ampoli di cui Jienotti Serrali, l'uomo pili noio~ del mondo, voleva mettere i11sic111enna came.-.clb :dh rh·oluzione 1nassim...1 lista. ~ella lotta (·011tro il g-iornalc libero i gon.:1,1i ,·im·ono sc.:.mpr(': nella lotta contro il giorn:tlc censuralo e imb;n·aglinto, hanno sempre perrluto. La limi1..:"!zÌ(inc lklLt libertà di stampa i: la. ginn:1:-;ti~-1 della i11tdligen;r"'1.,<la parte degli scrittoi i e <h parte dei lettori. P.aul Louis dke\·:-t : « I miei pamphlet..~? I m1Ci pnmphlels? :\In cos..1.\·olete mai che d dica, come faccio a s1amparli ! .\ lla scra 1 prima di aJ1da.1·ea lctto 1 io, po\·cro bo1il1omme1 se1·ivo qu.... ,lche foglio cli qu.a11to ho \·edulo ne11a gioniata: poi getto i LO STATO Con l'attuale cri:;;i politica e con i rimaneggiamenti teorico.pratici che il partito dominante è costretto a fa.re1 si può dire sia segnato i'n maniera assolutamente inequivocabile H crollo dello Stato-partito in Italia. orto nella concezione teorica del trapasso sociale, come 11unica forma di organizzazione, rivoluzionaria, che possa garentire 1e masse dai riton1i rea.zionarii, lo Stato-partito è forse u11 111ilo nel senso soreliano della parola 1 cioè un fatto sociale che, il gion10 in. cui si rendesse veramente possibile, sarebbe effetth·amente dive1~uto inutile. ~la, più ancora che per la sua iuutilità, costituente l'essenza del mito, lo Stat<rpartito è forse inconcepibile per la sua teleologia messianica, che è costretta a porre. dopo la sublimazione della lotta, la fine della lotta, dopo la guerra sociale la pace sociale, arrestando cosl la propria dom. matica ricostruttiva alle porte del1a vita, che è lotta eterna, destinata a rendere illusorio ogni trionfo. instabile ogni conquista, contingente ogni equilibrio, e che appunto 1 nel continuo porsi del. le cause e degli effetti, trova le ragioni del susseguirsi di sempre nuove aT111onie. La teoria dello Stato-prutito·, dunque, è fortemente. contraddetta da obbiezioni che muovono contemporaneamente dal terreno del liberaJismo e del marxismo e che si sforzano di segnarne la inutilità sia nel periodo dei conati rivoluzionarli sia in quello della catastrofe finale. Tuttavia la prassi dello Stato-par-1:ito non si arresterà ai due ultimi esperimenti, russo ed italiano, ma si riprodurrà continuamente per la stessa ragione che realizza. frequentemente l'in-azionale nella storia. * * * Specialmente nel campo delle nazioni aventi organiz1,a1..ione precapr:italistica, questa dottrina dello Stato-partito, essendo assw1ta in funzione, più che della lotta, della violell7.a della classi, è destinata ad essere utili2:zata, volta a volta, dall'una o dall'altra parte e cessando di essere specifica arma cli conquista di una classe rivolu. zionaria svela la sua intima essenza anti-Jibertaria ed anti-sociale attraverso le utilizzazioni reaziouarie piccolo-borghesi. )la anche nel campo della conclamata ri,·oluzioue proletaria lo Stato-partito è un'orga.nizza,. zioae giacobiaa e non sociale di governo, che il più delle Yolte sotto iridescenti formule verbali rinserra funzioni e realizzaz,ioni puramente capitalistiche. Cosi in Russia lo Stato.partito, sovrapponen. dosi al si;tema soviettista, mai vivificato dalla linfa popolare, e riproducente il difetto caratteristico di tutte le costitu1joni p1""eliberali <l'istituti giuridici formali vuoti di contenuto· um.ano, è rillscito a nient'altro che ad assicurare, attraverso devia1,ioni. indubbiamente fatali, l'uscita della Russia dalla organizzazione feudale e la sua entrata nel giuoco del capitaJismo mondiale, così' come la stessa critica socialista orma.i non nega. Nessuno certamente vorrà disconoscere la grande importanza di questa funzione economico-politica esercitata dalla rivoluzione russa, e la fatalità dei suoi atteggi.amenti giacobini, dipeude;iti appunto dallo sviluppo del p-rocesso rivoluzionario, ma nessuno, del pari, potrà disconoscere 11 fa:llimento dello Stato.partito inteso come organo <li trasfonnazione comunista. Forse questo fallimento involge la completa • sconti tta delle dottrine Yolontariste e degli sche1ni ideali precostituiti, e dimostra che la Russia ba fatto una. rivoluzione di tipo borghese, ma indubbiamente in tutti i conati pre-comunisti la dottriua dello Stato-partito fallisce il suo scopo, e, ·pur dimostrandosi con i suoi risultati .effica_ce organo di generiche realizzazioni _rivol~z1o?ane, è assai lungi dal condurre al1e nsoluziom p~e~ .stab'ilite. ** • Questo insuccesso è divenuto assai più caratteristico in seguito alPesperienza fascista. Per quanto i teorici naz.ional-fascisti non si siano ma.i resi sufficientemente conto del dualismo inLA RIVOLUZIONE LIBERALE fogli dalla fine -tn <.: la m:1tt111a dopo, trovo lutti 1 1,onlwmmes al mercato che hat11HJun pom,phift bello st..."lmfr.ltonc:llc.-nw.ni, e ~ In 11:1sconcl0nc1 uno con l'altro, fx..n:hl: dav't-ss<:rc d::nclc..."-;tino!•. L q11clo è \'CTo, non 11('} sig-111fic- LU"J volgar<.: che h oppo~iz.ionc tro\"i scmpn ..• cptakhf.' tipografo coraggioso, ma lll'l 1ig-11ifiu1t<, più allù eh~ la collaborazione fra .;crittor<.:e lettore .•.i fa p-iù intima, più S€rrala: i1Jvi1wibih:. Vi dico: 1.a (~rccia. lTna Creda artifìt:ialc, dov11h alle cure: dei go\'e-r11i « libcrtiddi •, che S'ltrifica110 st stes. si alb lortutH dc.-llc b1101J1• lcthrc-. .. Voi forse tro\·atc, in lult.o questo d1c ho detto, delle allusioni e dell~ malizie? Bnclat<.-,restiamo intesi : io ho parlato ciel celebre pa,nphlétafr frauce.~c Pa11l Louis Coudcr, nato nel 1772, morto nel 1825: tutti i commc.-11ti,tutte le dccluzioni, sono roba \·oslra: io ho Jalto st·mplic<:mculc: un pamphlet dei pa11,pldtls; se ci tro,·atc la mali. zia1 ~eguo è che i tempi sono maturi' pt.:r il dsorgirnento della buona prosa. politica, GJOV.\:-;:--1 .\:"-8.\J,IJ(). PARTITO sanabile esistente nel loro partito fra le masse incapsulate nelle corporazioni e gl'interessi padronali, specialmente agrari, da cui il fa~cismo è.: stato solledlato e prodotto, tuttavia non ci pare dubbio che se lo Stato fascista deve avere uu sigufocato, questo significato non può essere altro che quello di una dittatura incontrollata ed iucontrol]abile della classe borghese sulle altre. Ecco, dunque, che la prassi comunista dello Stato-partito si rovesc-ia completam.ente, e mentre in Russia viene utilizzata eia un partito pro. letario per sviluppare le condizioni stoiicbe della rivoluzione capitalista. iu Italia è sfruttata da un nucleo di ex-socialisti ri\·oluzionari per assicurare ristretti ceti parassitari contro la ri \'Oluzione dei partiti in marcia. Tn entrambi i casi lo Stato-pa/tito è un meccanismo reazionario, che ostacola il successo delle forze reali, e determina un lavorio in pura perdita : corrisponde a.i preconcetti dei condottieri e non alla reale condizione delle masse: forse potenzia, per virltt di contrapposto, le vere ei sostanziali forze ri \·oluzionarie del paese, che gli sono contro, ,ma non è esso stesso 11organo della rivoluzione, come p-retendono i suoi autori. Ju Russia doveva soccombere e soccomberà sia oerchè non corrisponde alla costituzione de.i Soviety che formalmente è una costituzione denlo. crati~a, sia' perchè nessun.a teoria politica o forza umana poteva impedire ai contadini russi, che. sono la stragrande maggioranr.a della popolazione, di cn~are le piccole proprietà. Basta leggere la storia della, divisione delle terre, dei Comitati dei poveri e le sollevazioni agraiic-, di cui è stato teatro la Russia durante gli ·ultimi auui, per comprendere a quale fantastica distanza ci troviamo sia dal co1n1111ismoteorico che dalle sue escogitazioni formali. In Italia egualmente doveva. soccombere e soccomberà per un complesso di ragioni economiche, sociali e politiche, che occorre brevemente specificare. Anzitutto la costituzione economica italiana è: beu lungi dall'aver prodott9 una classe capitalistica ben ·selezionata. e cosciente del suo compito economico nel processo della produzione. La pl~tocrazia italiana è1 in gra'u parte, di origine parassitaria ed affaristica, e non ha, perciò carat. teristiche di classe ben definite. Di più i nuclei plutocratici sono una esigua minoranza rispetto al rimanenente dei ceti medlO e piccolo-borghesi, che costituiscono l'impalca. tura sostanziale della società italiana. Quindi mentre una dittatura di plutocrati non può reggersi se non quando si serva di altre classi, il tentativo della dittatura dei medio, e dei piccoli borghesi 11011 può farsi che all 'iu:fuori dello Stato-partito', attraYerso il trasformismo giolittia1w, costituendo, implicitamente, un primo tentativo dì democrazia. Tutto ciò spiega perchè lo sforzo del Salvato. re1li di teorizzare il fascismo come lotta di classe della piccola borghesia può considerarsi fallito. Ma la ragione sostanziale del fallimento dello Stato fascista in Italia deve ricercarsi più che iu altro nell'illogicità del fine e nell'equ.i\·ocità della tattica adoperata per realizzarlo. Non è possibile suppore. nemmeno in sede di romanzo politico, che la dittatura di classe sia per la borghesia il 111Jglio1·modo per tutelare defi.nili1Jamen.te i proprii interessi economici perchè, in tal caso, la dittatura cli clnsse saYebbe già da tempo il sistema abituale cli governo del regime borghese. E' perfettamente inutile soltanto accennare alla stretta connessione che vi è tra il sistema delle cosiddette libertà economiche e quello delle liber. tà politiche. Basta, invece 1 affermare che solo ecce1ionaL mente ed in regime precapitalistico la borghesia parassitaria è portata a rifanne ctittatoria1i, Quindi, mentre la dottifoa dello Stato.partito ostacola, queste necessità vitali della borghesia e spostando la lotta politica sul terreno della ,~o. lenza, rende p-iù precario l'equilibrio borghese 1 le necessità econo-miche dei ceti che controllano la produzione debbCYDocostringerli a distruggere formalmente la loro stessa creazione. .\f..: -.opratutto l<, Statrr-1,artito in Italia apparira t.:no sl<..:rilc mim<:ti,;mo quando si (onsideri che il partito domin:rntc non ha mai nemmeno tc:nlato di ,H~truggt:r<:: la costituzione fondamentale .,lei Regno. .\n<hto ;J! p(Jkr(" p,-r appoggio dc:i ceti rJirig-Cnti e dt;]f,.! <•,1slt-militari, invc-;;tito <lal sovrano ,·omt! un prc:sirlcntt' <JUal<:iia,,i,11011. Mussolini non poteva più f:irc lo Stato-partito per la. stessa ragione d1c tgli aveva a<·t.·e:llato ] 'investitura del cosidetlo Stato di lutti. L'incompatibilità clc-lla C'Oesistenza dei due si.. stemi, J'illusorielà O',t.inzialc: del nistema giacr>- bi110, e 1a ne<·essità del trionfo <lcl buon S<:nso apparvero loj..!ic-amcntc agli r;.cc-hidegJi italiani quando il ])ucc: <lei :Fa,;;dsmo, inchinandosi ai piedi del Trmlù disse la frase storica: • )faestà, io \'1 porto la generazione cli Vittorio Vent.-f:o•· Da quel momc11lo lo Stato-P'àrlito esistette nella fantw;ia dei numerosi imhecilli ed avven• luricri che si oCC'U!XlllO di politka ma non nella realtà. ,Se la co11sucla farsa politica italiana fosse qualche cosa di diverso dal solito tessuto di incongruenze si potrebbe dire che lo Stat.o-partito in Italia non è esistito mai. E' esistilo solt,mto !'011. )lussolini che porto ai piedi del trono una generazione di rétori per avere l'inYestitura di primo ministro. GUIDO DORSO RITRATTO Di un antico si dice\·a, che o doYeva essere Cesare, o pazzo; di Robespierre si avrebbe _potuto dire, che o doveva essere il dittatore del mondo, o pa:t,zo. Ho cercato nella storia W1 uomo, a cui Rcbespie1Te si potesse assomigliare. Alcuni dei suoi amici ed. anche dei suoi nemici 1o han parager nato a Silla; ma c01n;en dire che i orimi llO'.l conoscesséro Robespierre, ed i secondi -non cono. scessero Silla. Robespierre ha molta somiglianza con Appio. Differivano nelle massime che predica vano ; non so se differissero nello scopo che si ave\·an prefisso, perchè per me è ben lontano dall'esser evidente che Robespierre predicando libertà non tendesse al dispotismo; ma ambedue legalmente ambiziosi, e nella loro ambizione, legalmente crudeli, egualmente imbecilli. Alubeclue volevano stabilir cou le leggi quel dispotismo, il qu.ale non è altro che 1a forza distrnttrice clella legge. Ambedue ebbero quell'autorità, che Macchiavelli chiama perico. losissima., libera nel potere, limitata nel tempo, onde nell'uomo nasce brama di perpetuarla, nè gli mancano i me7..zj; ma questi non essendosi dati dalla legge a quel fine al quale egli li indidzza, debbono per necessità divenir tirannici. ~è l'uuo nè Paltro comprese la massi111a o ,ài offender nessuno, o di fare le offese a un tratto, e di poi riassicurare gli uomini e dar loro cagioni di quietare e fennare l'animo; ma rinfrescavano • ogni gion10 nei cittadini con nuove crudeltà, nuovi ti mori 1 e re:ndevan feroce quel popolo che volev.an don1iiuare. Ambedue \·o1evan stabilire l'impero col terrore; non e-ran mi1ièa.ri, nè. so!- frivai1o la milizia della quale te1119"ano 1 ma avevano alla medesima sostituita l'inqtùsizione ed una prostituzione cli giudizii, che è più crudele di ogni milizia, pcrchè è costretta a punire i delitti che questa previene, eà accresce i sospetti che questa minorn. Qnesta specie di tirannide, che chiaina.rni potrebbe decemvirale, è la più terribile di tutte, ma per buona sorte è la meno durevole. VINCENZO CUOCO. Libertà è lotta Cittadini del secolo XX, opponiamo alla concezione medievale cli nazione e ru1tinazione il diritto politico e civile di tntte le idee e di tutti i pcasieri, la citt:iclinanza di tutte le idealità nel seno del Paese. Consape\'Oli che la storia di una nazione è creata dal risultato della lotta tra le forze· politiche che dal suo seno si esprimono e nel suo seno operauo, rh·endichiamo il diritto di Yita e cli azione per ogni partito politico, il dititto delle minoranze a diventar maggioran1..e, la libertà di propagandare il prop1;0 credo politico. Ma soltanto un,- salda coscienza politica può ctare il giusto senso delle civiche libertà, eh~ sono ttn diritto ed ,m dovere nello stesso tempo. Coscienz...'le.cl educazione politica si acqu..istano at. traYerso la consuetudine delle lotte civili dei Paititi 1 i quali tutti banno u.n minimo comune denominatore. che consiste nella. 11 felicità• della, P~tria, cui conb;buiscono parimenti, detenni. nandone lo sviluppo e le fortune, perchè il contrasto delle forze si risolve ne1l1equ.ilibrio a queste e a quello necessado. Ogni Partite ha ru1a sua formazione storica da compiere ha una necessità sociale cui obbedire : determinare, perciò, la fon11azio11edi Partiti, equivale a regolare lai circolazione sanguigna della Nazione, impedire questn fonnazi011e è qu.anto vol~ arrestare la vita ciel Paese. G. LAZZERI PIERO 60BETTI - Edifol'e TORINO - Via XX Settembre, 60 SCI{ITTI Sr-L FASCIS.\ifO: G. AMt.'IIJfJIA: r·n11 U1Jil1Jglialibn1JlP L. 11,- L. S.\LVAT/JHELLI: 1',azirm1Jlfasci.sma (i vnl. di pa;t. 20/J " 7.00 GHILJJHH;: LP (!Pt,Pr/'Jzù.,ni nel /o.;c1smti I vol. di f>f1?. 48. . ,, 3 - 1·. [-'()l!\JESTISI: GPr1JrchiesindfJCIJli ff vr,J. di pa~. 5f.i . » 3Lurc;r f;TI.H7,(J: Pr.ipr1larisrtil'J e f«- r.;rism,"J n 14PROBLE_\ifl POLITICI I~. BEr:TJJ: La Fr11r,.r-e au r/1ilir--11 du 111,,r,r/e (un vol. di pa.g. 4!J1 L. 3 A O I STASO: Il proble-m.a i/1Jlt/J7/Q (2' edizione, 5° migliaio. . ,, 1.2-'5 A. 01 Snso: PrPgivdi~i ecwvJ"trtir1 ,, 6, - L. E1s.1t:01: Le lolle del la,x,ro 11 voi. di pag. 300 " 10,00 T. l'iAVARBAMASI: fl problerrv.L fe1r1r mini/e nel dopo q,.1,erra . F. NJTTI: La trogedia dell'Europa - Che forà l'An,erica? J. STt:ART MlLL: l ·.-libertà /in preparazione) G. STOLFI: La Basilicata senza SCWJ- • 1,2'> ,, 14le li voi. di pag. 100: • 6 - Che cos' è r Inghilterra. - Scritti di ANSALDO, BORSA, CRESPI, DE Ri::GGIERO, GIORDA,,I, ROSSELLI . J) 6PROBLE:.\11 YIILITARI Gen. C. AssuM: La priraa difesa del Grappa (con 2 carte geograf.) L. i0,50 PAPAFAVA: Badoglio a Caporetto (esaurito) " 4ARTE P. GOBETII: Felice Casora.ti (50 tavole) Edizione di gran lusso in carta a mano, rilegata. . L. 50FILOSOFIA A. D'ENTREVES: Il fondamento della filosofia giuridica hegeliana " 7 - P. GOBETTI: La filosofia politica di V.. 4.lfieri (esaurito) TEATRO E. PEA: Prime pioggie (dramma) L. 4E. PEA: Rosa di Sion (dramma) " 4c. LODOVICI: L'Idiota (commedia) " 4F. HEBBEL: Arrnese Bernauer (tragedia) " 6~ ùETTERATURA F. M. BONGIO\'ANNI: T'enti poesie con incisioni in legno originali di N. Galante) . L. 8V. CENTO: io e Me .. .J.llaricercà di Cristo " 6 - T. FIORE: Eroe svegliato asceta perfetto ,, 4T. FIORE: Uccidi (con disegni dt F. Casorati) ,, 10 - R. JESURU~,r: il dono di Lucifero " 4 - CRJTICA G. PREZZOLINI: G. Papini . . L. 7G. SCIORTINO: L'epoca della critica ,, 3 - A. TILGHER: Goldoni (in preparazione) . Si spediscono franchi di porto a cl,:i,manda cartolina vaglia all'Editore Piero G<lbettì - Torino via XX Settembre, 60.

\ LA TERRA fondamento dellaquestione sotiale ùccorre sovente di vedere affermato che la • questione sociale , è prnb)ema della. nostra civiltà economica (cap-it.ali<,ta). L'avvenimento industriale - cioè il trionfo del lavoro meccanico su quello trntauo, - assottigliando semr pre più il bisogno (quantitativo) di mano d'opera, ha in sè enucleati, gli aspetti più uoLevo1i della questione suddetta, ed è, quindi, alla base della lolla sociale. Ef da not:lrsì, però, che a ,·oler essere sto'ncamente più proprii, si deYe avvisare ad uJ1,.1. causa anco1· meglio generale e comprensiYa: al p1·occ~so di appropriazione della te1Ta, dando come inizio alla « questione sociale», il momento -in cui, non essendo più possibile (economicamente) l'espansione territoriale, si rese per la prima \·olta necessario ttno sviluppo « vertica.1e • della cultura, laddove il pri1no (e 01·izzontale :e) era meramente « estrattiyo ». Ci pare che la « questione sociale• sorga in questo nmtamento cJlindiri21~ p1·oduttivo, e per esso; ci~ con l1originarsi del e problema della terra 11. So, ente questo fatto è stato trascurato per pregiudizi scolastici: tipico, a tal riguardo, l'atteggiamento della dottrina mate1falista, per la su.a interpretazione industriale e cittadina, così di premesse, come di realtà e di ,,isioni rivoluzionarie ed espropriatrici. (Degno di nota: tosto che uno Stato, - la Russia - per{ poter pen·euire, in fine, ad un reggimento n1w-vo, Che, non certamente comunistico, potrà forse essere democratico, si ,;bellò alle Yecchie classi clominatt;d (feudali), il movimento venne dalla terra; e quanto \'1 fu in un primo tempo di comunistico, significò non edHicazione, ma sp~etata negazione del l'ideologia macxista). * .. Rifacciamoci agli inizii : consideriamo un gruppo di incliddui cbe vive in un certo ambiente. Una ,·olta uscito dallo stadio di \"ita mnda:i;ia (popoli cacciatori e pastori), esso si lega al te-rreiio con un'« appropriatjone » sempre crescente del suolo; «appropriazione,,, questa, che dal concetto storico-giuridico che si ha dell'appartene111.a fondiaria, vien sistemata entro fonne di riconoscimento pubblico; ma su questo non pensiamo indugiarci. TI procedimento a,ppropriativo è automatico. A<l ogni inflazione del vohune dei bisogni fa meccanicamente seguito una estensione della superficiè coltivata. * ** Uscita la società da quelle forme di convivenza che si yogliouo matriarcali e patriarcali, ossia e\·olvendosi dalle forme di « comwrità di vil. laggio ,, verso quelle individualistiche e familiari ITT.àsono a credersi come dualistici l'interes~ ~roprietario e quello collettivo; in questa fase però, l'interesse proprietario (consistente nel \"Oler godere, come plus-profitto, oltre che <lel1a congenita rendita fondiaria, anche dei frutti d.i una produzione sem.pre più inadeguantesi ai bisogni) è di consistenza. illusoria: ap. pena cerca cli imporsi, la collettività lo sfugge, meglio, lo elide, appropriandosi direttamente del suolo creduto bastevole per la reazione economica. ');"emmeno l'Ente che presiede la co1Iettività -può1 Yolenclolo, modificare questo stato.di cose; nella realtà storica, poi, esso è portato a far del suo meglio per secondare il movimento appropriativo. * *. In quelle condizioni, il < problema della terra• non esiste ancora : se ben si vede può affermarsi che esso sorge nel nw·nz.en.to in. cui è occ1t.patotutto il terreno che} storica1nente, è econo·niicamente apprapria,bile, ,um solo; ma che è_separato da 1t-n e11entu.ale terreno ri1nanente, intYm- .secamen.te s1tJScettibile di cu,ltwra, da wn qualche ostacolo « economico 1.1 tale da far reputa,,,e più con1Je11ienle smettere l' idea dell' espansione e pretende,·e (per quel che abbiamo detto, il giudizio, in questo stadio, è della collettività, ~1en. ... tre la classe proprietaria deve rassegnarsi all'inerz.ia; è questo, però, il punto limite, come vedremo) /}inizio di 1t.1wS'Viluppo che può d.irs~ «verticale,»; con questo momento non ancor s1 delineano, 1~e1nmenotende11zialmente, quelle pe- ~osità pt·oduttive che, col Malthus, richiederau11~ i mezzi « repressi vi » delle .guerre o delle clec-1maz.ion-i per mali sociali, o le emigraz.ioni verso te1·re più primordiali. . J * •• 11 proprietario non poteva intervenire fino a quando era possibile Io sviluppo II orizzontale• perchè allora si tratta\·a cli un insieme di azioni sociali che si svolgevano aJ. « di fuori » della 11 sua» proprietà così che, se l'avessero cli poi danneggiato, non costituivano d.irettam,ente una minorazione della sua pe-rsonalità discretiva, e, non gli consentivano titoli formali bastevoli per intervenire ed opporsi. Ma quando l'inter€$se collettivo parlò per la prima volta del « dovere della proprietà fondia.- ria , a meglio coltivare le proprie terre, allora il giudizio 11011 si portò più al di 1fuoli deli!e singole proprietà individuali, ma entro la sfera LA RIVOLUZIONE LIBERALE della ,·olontà di 1xr~onc· tunat1t.: e b:::n indh-1du;tlc. E la lotta sociale si inizia a questo punto. li proprietario intuisce subito J_X,rla logica del tornaconto e per la facilità di 1x:rce,.iooe <lei procedimenti eco,wm,ici clic ora può far giocare i suoi interessi di classe, c-he lo porta.Ilo ad ostacolare lo sviluppo ascensionale della coL tivazione, 1x.:r raggitt11gcre una dnplitc 6<..-ric di effetti : far elcYare tu111ttltuosa111c11te jJ prc.--.t-w delle derrate, e far riprendere la marcia appr0priati,·a ,,_ Ossia trovare - con una rendita o con 11a1tra -- il 1nassimo storico di tornaconto. L'equivoco del Sella 1'i1t11ù>11e_ d lla Sezione l<>rinesedel Par. lito Libernle il nostro Brosio ha fatto le dichiarazioni segu..enti. I nostri mnici iscritti al Partito Liben1le de-z:0•110te11tnre 11,n1n.011im.entodi chia~ rificazionf nel senso indicato dal Brosio in tulle le Sezioni o-ve sarà poss·ib-ile, in modo da portare al prossimo Congresso generai.e del Pa•rlito qu.estioni prec1se. Sono ,·eramente lieto e stupito di aver lasciata questa sala piuttosto agitata e tumttltuosa. circa un mese fa e di ritrovarla questa sera cosi tranquilla, a parlare - se posso usare una frase dell' on. Gon.za.Ies - di ordinaria amministrazione. E della mia stessa idea sembra sia stato il. Consiglio Centrale del Partito Liberale il quale, Yoleudo organiz1.are un congresso generale del partito, in cui naturalmente la prima cosa che si deve discutere è la linea direttiva deila politica. del partito) ha pensato bene di rimandare - forse anche per il calore estivo - ogn.i e qualsiasi decisione ad Ottobre, in attesa che la situazione si chiru.isca. Cosi noi abbiamo avuto questa soddisfazione: che tutti i partiti, aln1e110 attraYerso i loro gior·nali, hanno esp1·esso nel modo più chiaro, specialmente riguardo agli ultimi avvenimenti, che hanno anche susseguito alla u1orte dell'on. lVIatteotti, le loro opinioni; ma invece il partito liberale, che ha la gran fortuna di non avere un organo giornalistico, può tranquillamente prendere le sue vacan,ze senza averle espresse. Ora io domando se è possibile che il partito liberale rimanga cos-ì assente dalla vita del Paese, in momenti che non voglio qualificare gravi, perchè non si creda che sia u.11 d:ifetto di esuberanza giovanile quello di daJ.·e eccessiva importanza. ad avvenimenti purtroppo presto dimen. ticati, ma che voglio pw· qualifical'e pr:iuttosto se1i:i. 11 partito liberale, se ben ricordo, o almeno quel gruppo di uomini che in occasione delle elezioni- si riassume e si giova del nome di 1iberale1 sempre, o almeno .negli ultimi venti anni di vita politica italiana è stato cosi assente che non ha mai dato assolutamente alcnna diret. tiva alla vita politica italiana. Noi abbiamo visto prima della gùerra - per. mettetemi questo breve ricordo - che il partito liberale è stato talmente assente ,che per dieci e più anni si è avuta WJa politica asso-lutameute contraria a tutti i principi liberali: la famosa politica. del socialismo cli Stato, che ha visto gli. industriali e gH operai papparsi sotto le ali del protezionismo il massirn.o bottino dell'economia italiana. Abbiamo visto Giolitti, questo serio uomo, questo abjle dittatore dominare assolutamente uomini e cose, senza che mai il partito libera1e italiano, o gli uomini e.be si chiamavano liberali, riuscissero ad intporre vera mente una lotta politica libe1'ale. Noi abbiamo visto poi che questi stessi uomini, i quali tanto si erano sempre dimostrati amanti dell'ordine, e fedeli alla Monarchia, hanno frettolosamente abdicato alle loro idee a favore di qnella demagogia che negli a.uni llll;ID-ediata.inentesuccessivi alla guerra ha d-omi1iatu, e abbiamo visto questa stessa Associazione Liberale ìVIon.archica Umber- •to I di,·entare Associazione Liberale Democratica, per poi diventare dopo ti-e anni nuovamente Partito Liberale Italia.no j>lll"O e semplice, proprio nel mo1nento in cui il fascismo stava per salire al potere. Cosiccbè assisteinmo a questo singolare spettacolo di un partito che djventava tale propri9 nel momento in cui ve11ha meno l 'esseuza. vera e fondamentale dei part1t1, ossia la poss1b1htà cli vi ,·ere in un regime democratico, fumi del quale non s1 ha partito nel vero senso politico 1 ma solta.nto faz1011e.In tutti questi -anni noi siamo stati dominati : ora abbiamo seg1ùto Giolitti, ora i socialisti (perchè se, pochi mesi p,·inia che il fascismo andasse al potere, Tura.ti ci avesse offerta la col1aborazione l' avre111rmo accettata) : non abbiamo mai posta una politica nostra. Per. chè questa asse117..wdi pensiei'o liberale? lo non voglio qui fare delle lunghe analis.i storiche o deile hu1ghe critiche economiche. (Rttmo-r-i). Mi compiaccio molto di questa libertà cli parola che domina nell'assemblea libera.le! Io non voglio continuare in un'analisi, eccessivamente luno-a economica e storica del partito liberale. Son~ 'stato molto breve. Dico soltanto questo: che se il pati.ito liberale non ha mai espresso niente di proprio si è perchè è tuttora dominato da a1tri interessi, i quali sono necessatiamente confrari acÌ una politica liberale vera. Nessuno- può negare c-he, specialmente oggi, il Partìto Liberale è clomina.t0 dagli in,teressi della o-rnnde industria protetta. Nessuno può negare° che specialmente nell'Italia set_tentrioL' iu r1u<.:stost.a,lio <.:h<-: ]'intcr('...,;seproprietario c:omlncia a giocare e-on fortuna : ha a sua disposi.dcme la traclb~1onc giuridica, e mira ad impadronirsi sc:mp1'e più dello Stato, finchè lo d.omùierà. La • questicmc "-<JCialc• l già m{;SSa: la "tena• da qu<.:,.;t.omomc-nto si rivestirà sempre p1ù di un alo11<: di lotta f>0.ssi<m.alee cruenta. .\ I cli là elci fatto tecnico di produttrice di socldisfaz.ioni materiali, la •terra• <:. il problema dell'umanità, in quauto ha di travagJi, di palpiti, di sentimenti. G. DELLA co1nE Partito Liberale n.ale questa gra11de industria protetta domini, nel Partito Liberale, come in molte S<:.zionidel Fascismo, cosicchè: inùifTerentc.-mentc ve11gono rovveu,,ionati Il Corriere /laliilno e La Stam,pa. (r,w,o-ri). Quanto meno i capitali della Stampa 60llO io pa1te cli questa industria protet.ta. :N"onè assolutamente possibile, finchè ,·igono queste concliz.ion~ economiche, fare un.a politica. liberale, se non v'è un gruppo di uomini che sappia, non già cliscono:;cere gli interessi di questa industria, che anzl si desidera più forte, liber'a e vitale, ma che sappia IimHare gli interessi dell'industria stessa. e li sappia contenere entro •i giusti confiini, imponendo l'idea liberale all'interesse e non sottoponendo alPinteresse l'idea liberale. Fino a che non avi-ç:moquesto gruppo di classe dirigente, la quale si liberi dalle pastoie degli interessi - i quali assolutamente si servono delle idee per i loro capricci e per-i loro secondi fini - non avremo un partito liberale cbe funzioni. Lo ,·eclimno ora di fronte al fascismo, ora in cui la più assoluta mancanza di libertà e di djgnità si \~e.i;fica·, e tuttavia da parte liberale non si i:a che sperare in una futura successione, la quale poi non si cerca apertamente di provocare mediante opera cli critica. leale e risoluta 1 ma semplicemente si attende per il giorno in cui il Go,verno, non si sa perchè o come, cadrà per un caso fortuito. Ciò non è assolutamente po~ibile: non è p~ sibile che il Partito Liberale acquisti ancora vitalità, dignità e forza, se 1nanca e continuerà a mancare dalla vita italiana nei momenti culmiuant:i; se mentre noi v~cva.mo tutta la nostr_a vita atnmrinistra.tiva e politica. soffocata sotto il peso di un partito,· il quale si impone in modo assolnto e sopprime evidentemente tutte le libertà non sa dire una chiara ed onesta parola. E' cli ieri il decreto sulla stampa. Ora a me sembra che in un'assemblea liberale non si possa tenere una seduta senza nemmeno accennare a questo fatto fondamentale, che offende non dico un liberale vero, ma qualsiasi onesto conserva. tore che desideri .semplicemente la calma ciel paese. Quando ci troviamo di fronte ad un rinvio di conOTesso per paura di risolvere simili que- • stioni (ru,1nori), si rinvia per il timore di risolvere simili questioni, io dico che assolutamente ci sarebbe da disperare dell'avvenire del Partito Liberale Italiaqo. Per conto mio io dico che non si può assolutamente accordru·e la fiducia agli uomini che r'eggono attnalmeute il Partito Liberale Italiano. (Approvazioni, com:nienti, rum·z.ori). MANLIO BROSIO PIERO fi□BETTI - Editore TORINO - Uia XX Seltl!mbre, 6□ J{ovifà: .VINCENZO CENTO IO E ME ALLA RICERCA DI CRISTO Con prefazione di Adriano Tilgher L. 6 FRANCESCO NITTI hAT~AGEDIADEitù'EUaOPA CIIE COS!!Fl!Qil.!t'l!fl[EQIG!!? con ritratto e autografo L. 14.-00 NOVELLO P AP .A.F.A.V.A. F"ISSAZIONI L>!BE'RAL>I L. 6ANSALDO - BORSA - CRESPI DE RUGGIERO . GIORDANI - ROSSELLI ehe cos'è r lnghilfePPO L. 6,oo. Figure della politica italiana DONATI La polemica. contro gli ltr!liar,i del G1PJt~- rrwla ha rivelato un g-iornali;;l.a di primo ordine e una figura d( eccezionale solidità. mora.le: Giusepr..e D<ma.ti,di Faenza, direttore del Popolo di Roma. Educalo nel Seminario patrio, la guida in esso trr,vala nella persona del rettore, monsignor Francesco Lanzoni, lo s½rico delle Dir,cesi italiane e l'agiografo dei Sanli emiliani ed africani, valse ad inspirargli l'amore degli studi storici, rigidamente attenendosi al metodo professato dai suo illustre maestro: vale a dire al metodo positivista; toskche. quando ahbandr,nata la carriera ecclesiasLica, egli si recò a Firenze per com,. plelare i suoi studi, non gli riesci discaro l'avere per maestro Gaetano Salvemini, lo storico della Rivoluzione francese e della rivolta dei Ciompi, ed il biografo di Giuseppe Mazzini che per primo in Italia tentava l'applicazione del ma.f.erialismo storico. Dalla fusione di questi due storici scaturi il suo storicismo e la sua democrazia cristiana che solo dagli ignoranti e dagli incauti, come Minocchi e Romolo Murri, poi.è essere 0 1•,cmbiata per modernismo, mentre si prop0ncva soltanto di respingere il pregiudizio giacobino che la Chiesa. debba per fal.alilà essere sinonimo di conservat-0ristno e di schiavitù. Il ricordo che cosi tornava al cuore dei giovani cattolici dei fulgidi esempi del martirologio cristiano dei primi secoli, che cosa era se non l'espressione che una nuova coscienza etica e civile stava per germogliare tra le file degli aderenti ai modesti circoli parrocchiali ? Se a questa nuova coscienza per venire alla luce fu necessario cercare degli appoggi in filosofie che con essa nulla avevano a che fare, non si deve farne una colpa ; nè tampoco condannare i disgraziati che come H.0molo Murri od altri di lui minori si sono perduti nei viottoli scuri della miscredenza per seguire l'orma fallace dell'idealismo gentiliano. Che la democrazia cristiana sia stata la. espressione di questa nuova coscienza civica. dei cattolici, Io si è visto sin dal principio, allorchè non esitò un momento a schierarsi contro il clericalume bloccardo, col chiaro proposito di crea.re in Italia un autonomo Partito Cattolico che dalla vita politica della Nazione non fosse più avulso, come lo erano stati sin allora i cattolici. Come questo tentativo sia finito e traversç quali peripezie sia fatalmente risorto nell'attaale Partito Popolare, altri ha già detto e non è il caso di ripeter qui cose note. •Noi vogliamo piuttosto seguire il dottor Donati nel suo processo di consolidamento e di chiarificazione per riconoscere come il suo anti-giolittismo (che del, resto aveva in comune coi suoi amici dell'Unità e della Voce) non sia stato e non sia che l'espressione della superiore moralità civile che lo fece dapprima orientare verso la democrazia cristiana e lo fa essere oggi uno degli esponenti più seri della. opposizione antifascista, come ieri lo fece essere uno dei più convinti fautori dell'interventismo. Di quest'ultimo è oggi di moda. parlar molto male nel campo dell'opposizione, perchè si ignora (o si vuol ignorare: Mussolini è interessato a far ciò) che l'interventismo dei salveminiani non fu che la prosecuzione· della loro moralissima politica. antio-iolittiana anti-libica ed anti-prolmionisl.a.; ~me in f~ndo, l'opposizione contro il fascismo, oggi: considerato quest'ultimo come la più volgare e perciò più odiosa reincarnazione del trasformismo di Giolitti. E poichè i fatti storici, come qualsiasi altro avvenimento na,turale, obbediscono ad una loro inderogabile logica, non ci si deve per niente meravigliare se vediamo con Giovanni Gentile la sparuta minoranza dei modernisti italiani seguire nel suo delirarnento dittato1·iale !'on. Mussolini, per giustificarlo coi lumi della loro filosofia ; poichè ciò è fatale e già lo si è visto in Germania dove l'hegelismo non ha mancato di sboccare o nell'anarchismo di Stirner o nella teorizzazione della tira,nnia. La polarizzazione antifascista subito avvenuta nel P. P. I. per merito di Sturzo e Donati è la prova più precisa della sua italianità ; come gli spurii passaggi dell'ono 0 1,evole Marlire, ecc., in seno ai Fasci non • sono che la riconferfoa dell'avvenuta sua moralizzazione, colla: eliminazione dei vecchi arnesi del trasformismo giolittiano, e dei vecchi campioni del cesaropapismo. Questa. chiarificazione indica. l'originalità politica del Donati, il quale, forse come nes.- sun altro, sin dal primo sorgere dei Fa6Ci ha sentito quale profondo abisso divida coloro cbe traverso la democrazia, cristiana si sono forma.I.a.una coscienza. civile superiore, da coloro che attraverso una lunga serie dì involuzioni han fatto retrocedell'e la loro coscienza e quella: di troppi italiani alla. sc'hiavitù papale e borbonica. dei « sudditi devoti ,, e « degli amati figliuoli ». A. C.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==