La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 21 - 20 maggio 1924

f A RIVOLUZIONE Lll r.F -~7.E LA FRANCIAREPUBBLICANA lerancl andando al governo con Walcleck-Rousseau inizia la tradizione del partito repubblicano-socialista cbe avrà uomini come Briand, Vi. viani, Paiulevé. Superato il pericolo anticlericale con C0111bes,il partito socialista vien ricar.:- cialo all'opposizione dalla politica personale di Clemenceau. Questo farsi e sfarsi del blocco <li sinistra ha lasciato ai francesi una fresca ficlu. eia nella capacità di rinnovamento della democrazia, ed ha abituato tutte le formazioni politiche alla responsabilità del governo. Naturalmente la lotta politic;, ne è stata moderata entro i limiti rii combattività della piccola bmgbesia. PARIGI, 13 maggio. l giornali della sera pubblicano la statistica ufficiale delle elezioni dell 'n maggio : Conservatori J ntesa Repubblicana-democratica blocco nazionale) Repubblicani di sinistra Sinistra democratica Radicali e radicali socialisti Repubblicani socialisti Socialisti Co111unisti 20 (exII7 52 75 139 35 102 29 luvece di un commento mi viene naturale un 1·iscoutro. Elezioni del 1914 (programma : l 'ilnposta del reddito e il servizio milik~re di due a111ù): Socialisti 104 Repubblicani socialisti 24 Radicali e Radicali socialisti 172 Sinistra democratica 66 Progressisti, conservatori, destra ecc. 234 Si potrebbe risalire più in là, alle elezioni del 1900, che portarono al potere l'Herriot di quei giorni.. Clem.euceau o a quelle anticlericali del 1902. Si è parlato addirittura del programma di Bellcville (1869) che in Francia infatti è sempre di attualità, nel 1881 con Clemenceau, nel 18g6 con Millerand, nel 1924 con Hemot. La Francia non si allontana dai suoi valori storici e dai suoi metodi di governo. La tradizione è : equilibrio raffinato a tendenze conservatrici tra moderati e radicali Il metodo : mandare al governo, a quarant'anni, gli uomini che a trenta facevano i sovversivi. Co11questo espediente, in Francia, si hanno le prove logiche per contL nuare a credere al progresso, mentre d'altra parte non si è· ancora trovata una scuola con vincente e completa: per i presidenti del Consiglio nazionalisti fuori della pratica o delle lotte vissute nei partiti di sinistra. Milleraud, Cleme11ceau, Bri.and, Viviani, Painlevé, per non parlare che dei viventi, vengono dal socialismo. Per spiegare un fenomeno cosi caratteristico le formule dell 'a.rri-tMmo e dell'opportunism,o servono soltanto ai superficiali. Uu rilievo basta a dimostrarne la. se:-ietà : non solo gli uomini ma i partiti si sposta.rio a. destra, invecchiando; nelle tùtime elezioni i conserva·tori superstiti sono 20 mentre siedono a destra e sono fior dli reazi~ri i repubblicanì di sinistra e la sinistra democratica nati come semi-rivoluzionari dopo Gambetta! E' naturale che la Camera. del 1924 sia tutta a sinistra rispetto a quella del· 1871, ,. del 1876 se appena si pensa che in 50 anni il problema monarchico è stato liquidato e chi si chiamava progressista per difendere la Repubblica. contro Boulanger, oggi nonostante l'ironia del nome conservato, si trova alla Camera vicino a:gli sparuti legittimisti. Non può sfuggire, a chi abbia qualche pratica di storia francese, che queste infinite dizioni sottili ed· evanescenti, dei partiti democra. tici non costituiscono affatto unai trovata elet1:or~le o un'improvvisazione, come le nostre democrazie sociali o democrazie nazionali : sono partiti storici con una tradizione precisa nel1'ttltim0 trelltennio e possono -ancora co1111D:ù.overe i cuori degli elettori. Sarebbe assurdo parao-onar1i ai grandi partiti moderni, di tipo ingl~ 0 tedesco; rna la vita francese è 'solida e ,seria anche senza essere moderna nel senso l_)Teciso .che si dà in politica a questa parola. Sussiste una vita democratica francese sebbene di un proletariato forte e intr;,uS<igenfe si scorgano appena adesso le prime reclute. I valo,-! _bisogna cercar1i nella passione innata per la pohtlca, nell'abitudine al parlamento, che consente ancora una specie di gusto per il tribuno, per l'oratore'. per l'aritmefica delle manovre alla Camera dei Deputati. . In Francia è riuscito perfettamente l'espen- -n1ento della Riforma. senza calvinismo, nel senso che si è creato la stato nazionaJe attraverso se coli di storia· e si è spezzata ogni •iu:fluen;,..apolitica del clero, senza che per educare degli: anticlericali fosse necessario turbare le coscienze dei buoni cattO'licl. La legge della separazione è 1 un fatto compiuto su cui non si tornerà ed è un risultato della politica rettilinea e dell 'eqru1ibrio stabile della Terza Repubblica. Se la lotta delle idee si confonde per lo più nella lotta delle persone, se nell'equilibrio par1amentare si scorge spesso molto opportttnismo 1a. spiegazione non può essere una _coudan~a: }'1 struttura eco1101nicadel paese è 11.m:asta llDID.U·· tala sino al r9r9; uessun ceto nuovo è entrato nella vita poli<t'ica: per le lotte epiche, _per l_e rivoluzioni grandiose_ è mancata la tnatena p,11:- ,m. Pe:r" l'Italia il problema della clem?crazia è di 1+,olgersi alla capacità di im~iattva di tn?Sse selvag-ge che entrano per la p-n~a volta -nella vita dellQ. società; per la Francia demo- -cratica. che non ha più nuovi barbari (questa ~ra 1a c:!ìsperazione di Sorel!) si tratta di custod,re le tradizioni di diploma.zia e di costume pa~·: lamentare e politico e di far sì, coi' congegni più sem.plici e rapidi, che gh ttlb_mt venuti poSSElno utitiz.Z.:'ll'e il lavoro, l'espenenza. e lo stile deLle generazioni pas-c;ate. . - Gttarda.ndo a distanza i risultati del c111qua11te11. nio si, può dire che il compito della, Francia postnapoleonica è stato assolto: la_ repubblica con• lidata evitate le avventure eh politica esteta, -:;i es~rimenti di politica finanz~ria. misur~ti, "10ttquistate. prudentemente le legg1_laLche, naffermata una situazione cli libertà politica e di attività parlamentare aperta a ttttti. In uno stato antico che trova in sè le ragioni di decadenza da combattere, la conquista di un siffatto equilibrio di b.uon sei1so e di misura è un grande r-isultato: non è facile tenere i nervi a posto, quando non è neanche possibile avviarli attdacementc in una sola direzione; un regime eh tribuni che riesce ad evitare la demagogia (almeno nella sostanza) è un regime vitale. !l probletna stessa della diminuzione delle nascite non può essere guardato con lroppe preoccupazioni: è un altro aspetto cli questa situazione generale di ·equilibrio e di misura. Le risorse economiche e politiche del suolo e della storia france.se valgono finchè la popolazione è quella che è; 1'1/loged1• bou,rgeois français (del piccolo borghese) non può essere altro che l'elogio di una pa. )'ente.si, di nn cauto periodo di transiziom~, che prepara a secoli di distanza lo sb~co ad un regime cli de1nocrazia moderna. Sino a ieri la struttura della Francia si presentava come un blocco w1ico. La Costituzione nata dopo Napoleone III era piena di diietti, frutto di affrettate conciliazioni tra antitesi -fe_ roci ; ma non era neppure lecito pensare a rimetterla in discussion.e, in un paese che aveva avuto tante avventure nell'ultimo secolo. Cosl il blocco si cementò, di fronte al pericolo monarchico più che cli fronte, al pericolo tedesco. La regola della disciplina repubb/.1cana nasceva da questa politica di blocco piccolo-borghese: una volta che l'elettore repubblicano deve votare nei ballottaggi per quello dei candidati repubblica• ni che ha avuto la maggioranza relativa nel primo scruti11io, contro il candidato conservatore, le divisioni dei partiti sino alla capillarità vengon@ ad1 avere un significato solJtanto formale. L'eredità cl.elle tradizioni francesi non poteva più essere affidata a un capo dopo' le avventure dell'ultimo dittatore nel '70; ma il popolo alla sua volta non avrebbe saputo accoglierla se non attraverso interp~ e con complesse cautele. Il plebiscito del maggio 1870 aveva data 7 nù: lioni di voti all 'i-mpero e r milione e mezzo a1 repubblicani. Questo ci può indicare la nùsura dei compiti che incombevano ai successori di Napoleone. La Repubblica fu un'istituzione grande perchè non si ebbe· fretta di crearla completa. Nacque trai i compromr55i, presieduta da un realista, mentre il firmatario del Cahier di Belleville pred'icava la guerre à outra.nce, e mentre orleanisti e legittimisti, disputando della bandiera tricolore, si lasciavano sopraffare dalla minoran1.,a di sinistra. Tra. la Comtllle e la Restaurazione la risorsa vitale della Repubblica francese sin dal febbraio r87r doveva essere il l_)Togramma moderato e~ la tattica opportunista. Nella costituzione è ri. masta traccia di questa. fondamentale indecisione. Il capo dello Stato è il presidente della Repubblica ò il presidente del Cc-nsiglio? Nulla impediste costituzionalmente parlando, che quello appunto possa esser·e il Prenoier, con poteri dittatori con funzioni. insieme rappresentative ed eclu~tive, sopra e contro il Pfll"lamento, senza responsabilità. Che in 50 anni il pericolo sia stato costantemerute evitato.; che appena parve più forte gli elettori francesi abbiano potu::o tranquillamente, in una domenica silenziosa, liquidare· insieme Millernnd e Poincarè; basta a· provare che la Repubblica. ha in Francia sosteg~i spirituali vigorosi e si è assicu1·ata una tradizione indistruttibile. • La Francia piccolo-borghese, economiMmente arretrata, statica intorno a uu equiliblio tutt'altro che capiita.listico, ha un regime sicuro, spiritualmente moderno, in cui tutt~ i cam_bi~- m.enti e tutte le esigenze possono nvolgers1 111 piena libertà e buon costume sociale._ Essa è preparata a superare la crisi di domani; a dare la classe dhigente che ,x1,prà con raffina.tezza politica guidare il p3.SSaggio dalla piccola propnetà ao-raria alla grande democrazia modem.a. Tutte le rivoluzioni in Francia sono utilizzate: la politica non si lascia. sorpt·endere dalle cris-i de-11'economia. La democrazia parlame11tare che praticò la p,:,-• litica moderata e opportunistica dopo Gambetta ha questa superiorità fisiologica sul nostro deprretismo e giolittismo. Nasce 1n un pa:5~ dt piccoli signod, in. cui la politica ~. un 1stJnto il gioco diplomatico una: passione c1ts1nter'essa!3"- I,a minoranza repubblicana. che successe a Napoleo.ne fu una classe dirigente sul serio, se seppe superare il « 16 mai » sottomettere Ma_c !Yfo.- hon demoeratiz1.are il Senato, stroncare 11 feudali~rno, costringere .al ridicolo Bou·langer, non compromettersi negli scandali eh~ m.a.cc~ia.rono spesso i capi democratici, più 1nfl11en.b. Pe~ ma:ntenere questa linea di governo i programmi dovevano essere tutti. elastici e servh'e con le conven1..i.o11j più accorte allo scambio delle élites che il governo parlamentare divora e(l esautora con la maggiore rapidità. Cle.n1ence.a.uripresenta il prograJnma di Belleville nel r88r aggiungenclovj le esigen,.e del socialismo e crea il partito radico-socialista. Nel . '99 per stroncare la po1itica di « ap-aise1ne11tdans Je domaine religieux » di 1vléliue si trova alleata.. dei socialisti e dei radicali, l'union progressiste che, appena passato il pericolo cl:' i. cale si ferma in un.a posizione reazionaria smo alle' elezivni del '24 nelle quaH la der1onùnazione ili P'.fOgressisti resta agli amici di Poincarè. MiiMa nessu11 Stato ha mai avuto a sua ùisposi7.Ìone un sist.em.a cosi completo di quadri per il governo : Poincarè, Cien1cnceau1 MiJJerand, CaiL laux, Herriot, Rriand, Painlevé, Barthou, 'rarùieu, Blum, quasi tutti uomini <li primo ordine, rappresentano una riserva stabile per la continuità di qualunque politica estera. Con una classe dirigente cli questq genere la sola ipotesi di una dittatura non può destare che il ridicolo. Gli stessi uomini che hanno il temperamento del domaitore democratico, lo stesso Briand, che per l'abilità di manovra può ricordare Giolitti, sono vittime ad ogrii istante dell'imprevisto. La loro influenza non può essere continua pur mentre rimane costante la politica di governo. Il ritratto dell'uomo politico francese, am.. m~so che un discorso generico possa valere in questi casi, conferma i nostri ri]ievi sui costumi e sulle qualità della democr~a parlamentare post-napoleonica. E' raro che si trovi al Quai d'Orsay o al parlamento la figura di ecce-àone, l'intuito politico geniale. Le qualità storiche prevalgono su quelle più individualmente caratteristiche. C'è una cultura professionale, un'astuzia che gli ambienti ufficiosi insegnano; una raffinatezza diplomatica diventata abitudine, che nelle manifestazioni esterne ti sembra superfi, eia.le e volgare, ma che in nessun modo ti riesce di sorprendere e di smontare. Un'impassilità Lliventata stile. Una banalità e un semplicismo fatti apposta per professarli im l1ll consesso internazionale senza compromettersi. Tutti i valori di ro-utine, di costanza nel proseguire un Pl''>· gramma ideato da altri, di moderazione, che a noi italiani professori di genialità e di improvvisazione sembrano ridicoli, _costituiscono il noviziaito inclispeusabi1e •in un paese che spinge lo spirito di risparmio in tutti i camp,i_ Il risultato è che mentre il politico italiano deve recitare la sua parte improvvisandola disperata. mente, il francese non stona mai nella retorica, mentre d'altro canto il suo calcolo e il suo ordine non risentono affatto di pedanteria. Tutta Ja cultur'a politica francese è diventata stile e pratica: tutta• è poliitica estera. e agilità di c0111binazioni parlamentari : ossia esperienza che rende sicuri di sè, M1chequando si ignora.no i tre quarti dei problemi regionali, economici, sociali. Sotto questo aspetto le deficenze sono grandi:· il meccanismo sociale funziona percbè cii sono gli impiegati: gli uonllui politici non hanno tempo a pensarci (meno ancora, che in Italia) - essi devono proporre questioni di tendenza e di orientamento; il loro stile è manovra parlamentare. Tutta la Francia contribuisce anno per anno neutralizzando tutti gli egoismi di casta, con un processo rigoroso di scelta a creat'e questa classe dirigente specializzata nella fllllzione della politica; girare le difficoltà, manovrare e ren- • dere delicati i sistemi rigidi, condurre gli uomini. Ecco un esempio grandioso di raffinato spirito di risparmio 1 simile al processo di te. saurizzaz.ione per cui la Fnmcia ha creato Parigi 1 che>rappresenta di fatto 1 che è la Francia. In questi temperamenti di capi i diletti iudicano spesso mediocrità, sempre u.11 U,rello troppo comune: Poincaré è uno spirito troppo giuridico·, meticoloso, testardo i Clemencea.u autoritario, aggressivo, cinico; Briand, troppo sicu,ro e parlamentarista sino alla comtzione; Herriot, debole e semplicista; Painlevé, ingenuo e timido; J'ardie11 superbo e provocatore; Blum dilettante eppure senti in tutti l'onestà, il senso d~ responsabilità e la pratica del capo de111oc-rat1co. In dieci anni, dopo il r914, la Francia ha dimostrato che non si può parlare della sua decadenza, anche se il suo equilibrio sembri statico all'osservatore. La guerra provò la sua coesione, il dopo~guerra ba documentato quanto essa respfri tu1 un'atmosfera di libertà. Non conobbe movimenti cli ex-combattenti e di reduci. Gli e...'- c01nba:tteuti italiani dovetter.,o improvvisare il fascismo per risolvere il problen,,.a della disoccupazione; i francesi non avevano che da toTna.re ai toro lavori d-ilpace, bestemmiando contro la 1Jie chère ma godendo tutta.via di un modesto benessere di piccoli proprietari.. Per attenuare J1esaltazio'lll~degli spiriti servì il bloc natjonal _ Oggi che è ben morto sarebbe ingiusto non din1e l'elogio. Esso è stato il fascismo attenuato cli una nazione seria. La maggioranza. del sigrior Ar.ago e de~ signor lsaac comprendeva press 'a poco tante teste vuote quante ne com. p,1;encleti·a noi il listone. Inesperti di politica, conùannati al silenzio alla Catnera, ..:-01npresero da sè, dopo s anni di 11011 esser fatti per questa vita e quando i gi01nali pubblicarono nell'aprile i· nomi degli uscenti che non si p1·esentava110, di t111a cinquantina ahneno il pl1bl:flicofrancese credebte di leggere il nome per· la prima volta. i.,a diffeten;,.a è decisiva: con PoiucaTé questa gente taceva, con 1\1ussolini ricorre al manganello o si esercita negli incidenti e nelle accuse più scandalose. Il bloc na,tioncrl fu mansueto sino alla 83 fine e votò prima di sacrificarsi le imposte più impopolari. l'oincaré avrebbe potuto salvarsi. Herbette sul Temps aveva indicato la via per giungere in poMica estera dall'oceupa7ione della Rhur alle aspirazioni democratiche. L'industria metallurgica - che può procurarsi il carbone necessario accordandosi coi m,.guati dell'industria tedesca e non riesce invece a sfruttare direttamente le mi. niere - avrebbe fasorito la conversione. Poincaré preferl cadere con la· sua maggioranza proprio mentre i giornali di sinistra gli offrivano una ritirata un mese prima delle elezioni. L' 1 I ma1;gio gli elettori francesi si trovarono cosl a votare un programma di pace attraverso gli accordi internazionali. TI pa.ese è c0111patta.- mente pacifista pur nel suo spirito patriottico e nazionalisteggiaute : non ci sono più malattie di guerra in Francia, nè combattentismo, nè fa_ scismo. Si lavorerà dunque per la pace; ma per una pace nego-,.iata, una pace di diplomatici: anche Painlevé e Briand seno molto cauti nel parlare di Società delle Nazioni; per lo meno propongono la pregiudiziale che nella discussione della pace franco-tedesca, le colonie inglesi non votino e la soluzione sia preceduta da un accordo tra le poteme dell'Intesa! Perciò sarebbe ingenuo :lt. tendersi cbe la linea di Herriot e di Painlevé sia antitetica con quella di Poiucaré; la politica estera di una nazione deve sempre parere 1a stessa! Ma la sostan7..a è che oggi in Europa nessuno è disposto a far la guerra: le diplomazie lavoreranno su questa pregiudiziale. In politica interna le deficienze del bloc ae ga,u;he si vedono già. nella facilità con cni si vuol ritornare al collegio uninonùnale invece di imporre la proporzionale integrale. Le sinistre in Francia si sono setnpre unite per separarsi dopo la vittoria. La, pressione dei comunisti oggi spezzerebbe l'unità del partito socialista se esso si decidesse a collaborare con uomini suoi al governo; senza i socialisti poi i radicali si trovano privi di uomini autorevoli: mandando Painlevé al! 'Eliseo o almeno, per ragioni di noviziato gerarchico 1 alla presidenza della Ca.mera, e Herriot alla presidenza del Consiglio, i vincitori si trovano imbarazzati nella scelta del ministro degli esteri. Tutto lascia- prevedere che tra qualche .mese si tornerà a Briand, che 11 Qiwtidien si è affrettato sin dal 12 maggio a mettere delicatamente in quarantena. E Briand, che è l'erede raffinato e miglioraito dello spirito di Gambetta, vuol dire appunto evitare tutti gli esperimenti pericolosi, specialmente in politica estera, alla Francia repubblicana. Basta la fisionomia di Parigi per definire la necessità invincibile di questa cautela storica che si esprime in politica nel radicalismo moderato. La critica a Daudet e all'Action Françtrt-se diventa superflua nella capitale francese. Ntùla di più ingenuo del nazionalismo e dei camelots du roi in una città che potrebbe improvvisare in due giorni una nuova Comun.e, con un mero sci.opero nei servizi dei trasporti se un pericolo di reazione si co!lcretasse. Leon Daudet non deYe aver troppa pratica di strategia: certo non ha respirato abbastanza l'aria dei metro e non ha sentito il soffio esasperato della vita moderna nelle classi umili. Non. ha capito che 1a plebe di Parigi può soffrire la vita infernale della fabbrica, il tu.multo dei boulevards, le corvées nd vortice <lei cheniins de fer sotterranei, soltanto perchè passeggiando la domenica. nei giardini delle Tuileries, dei Champs Elysées e del Lus. semburgo non gli può succedere di incontrare Maria Antonietta. Di istinto gli uomini accettano l'inferno della civiltà moderna a, patto di conquistarsi questa dignità e questo senso di sovranità. Scrivendo che il proletariato stringe in un cerchio di ferro la capitale dalla banlieiie 1'H11, manité del 12 maggio non faceva una frase· retorica. •La repubblica francese è ancora sana perchè sta preparando silenziosamente le condizioni di vita libera della futura democrazia operaia, che da Parigi e dalle fabbriche deh Nord' e dell'Est si appresta a sostituire la piccola borghesia agrico1a, questa dasse meravigliosa che ha reso possibile col suo spirito di iispannio l'industria nascente- e 1a protegge con la fine-r,za della sua tradizionale politica di libertà. p. g. L. CAPPELLI - Eòitore BibliotedciaStuòSi ociadli rettadaR.MONDOLFO € uscito; PIERO GOBET'rI •_ùR·RIVOhUZIONE ùlB RAltE Saggio sulla lotta politirn in Italia L. 10Si spedisce il volume franco di porto a chi ne fa richiesta alla .nostra redazione Via XX Settembre, 60 Torino, mediante vaglia di L. 10,

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