La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 16 - 15 aprile 1924

LA RIVOLUZIONE LIBERALE LA POLITICADI GIOBERTI L'avere l' Anzilotti (Gioberti, Vallecch,; ed.) poco ~pprofou.dito l'esame del travaglio C11lturale giovruule del Gioberti ,gli ha impedito di mettere nel dovuto rilievo diversi aspetti (sccon<lan,. ma caratl.eristici) del pensiero dell'abate tonuese. Anch'egli s'industria cl 'attenuare l'unpo:ttwza dell'adesione giobe1i.iana al re,pubblicanesnmo ma.z.ziiniauo, do\·uta all 'accctta.zione del panteismo di Bruno e di. Spi.110;,,a,quale ,isulta nella famosa lettera di Demofilo ai compilatori della Gio1Jine Italia; mentre, d'altra parte, passa quasi sotto silenzio le pure giovanili ~ ~1tccess1ve adesioni al m.atc.rialis1110,al ro-- m.a.n.tieismo, al giusnaturalismo ed aUa teocrazia ,predudendosi per ciò la possibilità cLi caprre appieno i.l pensiero del Gioberti maturo. Certamente, il documento politico più importante dell'epoca giovanile è la famosa lettera al Mazzi11i: ed è notevole il fatto che aU'csaltazione dello • stupendo panteismo bruniano » consegua l'accettazione delle idee repubblicane e dell'evangelismo giansenista cosi caro al Mazzini noi:i meno che al LameU1w.is 1 poichè taie accettaz10ne ritornerà, ogniqualvolta il Gioberti, obbedendo al suo temperamento, abbandonerà il ferreo platonismo della • fonnola ideale , pe:c nconoscere i negati clidlti della de.mocra:,,ia (r). Pote:nz.talmente, t:: o,rvio, e qua.le espressione del suo persistente temperamento giova11.ile, il Gioberti ba sempre portato in sè la possibilità di deplorevoli abbandoni alla passionalità demagogici e retorica ; ciò che mette in chiaro, oltre che la sua origine popolana, il cai-a.ttere della « democrazia • verbosa e ,-acua delle e: teste bru6ate > : Brofferio (che il Rodolico ha dimostrato esse.re stato 1111impunitario) e Macchi. Per il Gioberti della , fonnola ideale • la democrazia (e il panteismo di cui era la politica espressione) vichianarnente era la fase preistorica, infantile e seutiment'a.1e dello sp:irito, destinata ad esser negata e sorpassata dall'affermazione dell' Idea. Insistere sul panteismo giovanile del Gioberti non deYe voler significare il p:roposito da parte nostra di dare valore più grande di quel che effettivamente abbia all'adesione ad esso del iiformatore piemontese, ma i1 riconoscimento che tale adesione rimase sempre in lui in fwizione di stato d'animo e di sentimento: elemento atth-o, .$Ì direbbe, in contrapposizione all'elemento statico rappresentato dal suo intellettualismo. Il vero si è che pri!rna del ritrovamento della • formola ideale • l'a,n.imo del Gioberti fu come un campo d'esperiniento, nel qu:ale le più contrastanti idee e tendenze vennero a cozza.re per la selezione e la prevale9za. Cosi nel culto dantesco come nella tlrad.izione alfieriana e nel teocraticismo del De :Ma.istre trovarono forse la loro origine l'idea del Primato, e il sentimento della fatale prevalenza piemontese; mentre forse aJ raziona'1ismo positivista si deve i1 suo realismo politico, e :-i.1 giusnaturalismo il concetto dell'miz.ihle uguaglianza di fatto e di di.-itto di fronte a.lla natura ed a Dio Purt.11ttavia tutte queste varie ten<lenze rimasero in lui latenti ed all'oscuro stato di potenza: correnti vicen.devo!Jnente equilibrantesi nel convulso mare del suo animo; finchè l'idea - madre di tutta la sua filoscfia - non fu da lui percepita e non impresse al suo spirito una sic111·alinea cli demarcazione e di condotta, assie:rn.ead una robusta spinta. verso l'azione. Il tono com,nosso con C1l.i il Gioberti parla della sua percezione della , f~mola ideale • potrebbe a tutta prima klsci.ar st,pparre che tale percezione egli abbia avuta per iJJurn;nazione -improvYisa, se i diligenti recenti studi del :Menzio sulla disserta:,jone inedita sul Progresso, preparatoria del Primato, e del Caramella sulle anticipazioni vichiane della , fonnola ideale • uon t.esti111oniasse:roche anche di essa ia matura'.Òouefu lent':ae che solo attraverso tUl lento processo cli elaborazione la teoria clel linguaggio del De Bona.ld doveYa spiegargli il mistero d'ella RiYelazione, e la filosofia del Vico inspia'argli 11, senso dell'unità della Legge divina esplic-a11lesi nei corsi e ricorsi della storia, intesa que- .Sta qua.le biografi2. dell'umanità. Colla formala ideale: « l'Ente ctea l'esistente e J1esistente torna all'Ente » 1a concezione allegorica d'ella trinità contenuta nella giovanile lettera al N!.azzini prende corpo: il Padre (oggetto ,lel primo ciclo) diventa l' Ente primo, w1ico e creatore ;la Grazia « nascente dat1a sosta.11za divina » diiven.ta la Parola generatrice e genernta, il Cristo e l' Idea (tennine medio sinte- (1). - Basta ricord3l'e l'apP'licazione dei metodi demagogi6 (e· l'anticipazione. di quelli fas6.sti) nella provocata solleYazione cli GenoYa oer' abbattere con me7..zie..-xtra-parlamentari l mi- ~tero « municipalista , del Pinelli. Può essere utile rilevare che i:n quell'occasione il Gioberti, ·come un qualsiasi. demagogo del nostri giornii, non, s'i peritò di adoperare l'e paro1e meno vere e più grosse per r~ggitu1gere i1 suo scopo; dopo di chè dovette, come è logico, convalidare gli uomini della piazza che difese ed assw1se nel suo :Ministero del 16 clicembre 1'4 : che fa dai conservatori chiam.rulo «il Ministero di Genova» petchè sorto dal tumulto e perchè in odio a To1'ino re.pubblicaneggiava e eh iecleva la Costituente ! Pensi il lettore se ai nostri giorni 11011è. avvenuto qualcosa di ~inrile. tiro); mentre lo Spirito diventa l'Umanità-Cristo. (oggette1_del secondo ciclo, il 6clo umano), desiderosa d1 ntornare in seno a Dio. .~011 essa fonnola ideale, che è l'esprc:s,;ione p1u matura e geniale del teologo e filosofo torinese, la ei·eazi~ne col suo pe1·chè riceve una legge ed una sp1egaz1onc: i due c-icli della lormola rappresentano, oltre che le due sfere ,li azione dello Spirito, nclLo. pri1ua ,liviuo e nella sccoucl.a umano, le due fasi distinte della vita del Gioberti, nonchè l'esplicazione delle finalità wuane e la di1nostraz.ione dcJJa caduta originale. Iu w1 passo della già dcordata mcmol'ia sul Progresso preparatoria al Primalo, lo stesso Giobetti molto chiarantente s' esprime a tal riguardo. Precisa.mente scrive: e L'origine del progresso e del regresso è sovraunalurale, e questi sono Ja continuazione e l'esplicazione naturale di due fatti primitivi e sovranuatu.rali. li prine,p10 sovrannaturale del progresso è la l'ivelazione e l'integrità prhnitiva rinnovata ln parte della redenzione. Il pdnc-ipio sov1'a1111aturaledel reg:esso è il peccato origiuale, qttello della corruzione e della decadei17.a ». (Menzio, La prepa,. razione al Primato e la diss. in. s1t.l Progresso di V. G. Giorn. St. cl. Lelt. i.t., fase. 2267, pag. 82 e seguent!i). Dove si vede il teologo cattolico cliventare. proto-n1odenùsta per spiegare secondo la storia i dogmi della Chiesa, l'uomo cli fede giusti.ficare mediante il pensiero il sentimento del peccato primitivo e del conseguente duali.snro uomo-Dio· il filosofo acquetare il suo tormento intimo ne.Ì riconoscimento del la Ie.rrea legge della vita cosmica; e l 1u01nodel secolo il cittacl'ino accettaJ'e la lotta per la libertà 'come un do~ere da compiere (espia.'lione, missione) per accostarsi a Tuo • Di conseguenza, il primo ciclo (involutivo) sarà queJlo della cacluta originale e deJla. enuncinzioue-1ivelaz,ione dell'idea mediante il Cristo (Grazia), e comprenderà tutta l'attività teoretica del Gioberti pensatore e polemista; mentre. il secondo ciclo (evoltttivo) sarà quello della affennazione - concretizzazione deli' Idea e comprenderà l'attività politica di fatto ciel Gioberti capo-partito edi uomo di Stato. Il platonismo dell'idea del Primato dell'Italia deriva Yerosimilrnente dal platonismo del dogma della rivelazione ausi1iato dall'a,postolic-ità delln. Chiesa romana, e si capisce molto facib:neute come l'Italia, sede del Papato, possa esser dal Gioberti stimata la Na7jone-madre, quando si ammetta che la sola rivelazione è il fatto unico della nostra giustifica.7. .ione e del nascere in noi dell'Idea, evidentemente conservata dalla Chiesa che di detta rivelazione è la depositaria e l'erede. Q,uesta 1'idea-chiave del Primato italico-papale, e la giustificazione del suo penn.anere nei secoli : - è la superiorità dell'Idea (libertàmetessi) sulla materia (schiavitù-llllÌmesi) che il Gioberti intravvede nella Chiesa, la quale per la sua esistenza nei secoli ba perciò bisogno di una Nazione-corpo (terzo termine sintetico) libero ed autonomo, in cui inca.rnai•si, per manifestarsi e redimersi. L'Italia culla d:l tre civiltà non. pot'eva non essere la n.a.z.iouea ciò pre-\ de.strnata. Come la primitiva libertà pelasgica era stata la c-iviltà-madre della preistoria, e la civiltà romana quella madre dell'a11tichità nonchè il corpo i:ri cui l'insegnamento del Salvatore s'era i11ca.rnato,cosi ora 1 'Italia risorta a libertà dovrà essere la propagatrice del rinnovato insegnan1ento eristico e la Cllllladella nuova ci1viltà cattolica. La tradizione vichiana era peii.anto in tal modo ripresa e portata a nuove conseguenze, seguendo le quali l'unità ed indipenc1en7.,adell'Italia cliventava fatale. E' da notare che tale concezione. affatto platonica e teologica (vecchio testamento, popolo eletto), non poteva noi1. essere aristocratica , necessa1iam.ente presupponente, nella Federazione delle quattro monarchie della Penisola, l'inevitabilità di una che h~ esse fosse preponderante. Il 11eo-guelfi&1110del Gioberti 1 che non fu se non l'esaltazione dell'idea apostolica e dell'Unità, potè fa.- credere che egli postulasse il rafforzamento del Governo tempora.le del Papa e ]a prepondermna di esso in, seno alla federnz.io~ ne - non si tenne abbastan7,. a conto che i 1 Giobe1ti era piemontese td ammiratore e seguace del p-2nsiero liberale e laico cl 'tuL altro grande piemon&-se, 1 'Alfieri, il quale 1uezzo secolo prima aveva fra l'altro scritto la seguente n1olto si,gnificativa divinazione: , L'Italia divisa in molti principati e debolissimi tutti 1 avendone tuto nel suo bel ce11tro (quello pornliificio) che F-t.a per finire, e che occupa la miglior parte cli essa, non potrà certa1nente audare a ]ungo senza riuni.rrsiahneJ10 sotto due soli ptincipi che o per 1natrimoni dappoi, o per conqu,isla si rid1u-ranno in uno,. (Gobetti, Ln filosofia politica di V. Alfieri, p. n6-7). Coll'emergere della ì\1ouarchia piemontese nelle guerre e nelle insurrezioni qaa.rantottesche, li pensiero politico del Gioberti maggion:nente si concretizza, per orientarsi verso una concezione schiettamente laica e libernle. I due cicli della « forn1ola ideale » si divi.dono sino a pol.ru;r.,z.arsi ed a contrapporsi. Come sin allo1·a il suo pensiero etla stato esclusivamente teoretico (anche le su.e polem.iche contro i I Rosmini ed i Gesuiti devono rientrare tutte le lotte che egli sosteunc contro il sc.-nsismo adoratore dcl molteplice (internaziona]jsmo gesuitico) e delJo statico (rifonnismo rosmin.iano, accomodantisnw), vale a dire enuncia,. zione e clifesa dell'idea. contro 1'abbniamento dell'empiria : cosi ora, poggiando sopra un nuovo dato di fatto, l'azione, il nuovo ciclo, qudlo esclw;i vamente mnano si inizia. J4a t-rad:izionesanamente attivistica dell'Alfic-ri è dpresa, mentre dallo storicismo che n<;c:essariamente e-on. essa si postula, balr.a alto il pc.-nsiero del ;\>focbiavclli e cli Vico. Ultima conseguc=..a. ,li quc-sto nuovo fatto doveva essere il farsi l'azione 6COpO a sè stessa inclipendentemente da.i fini impostigli dalla re'. llg1011ee clai prin6pii postulati dall'Idea. JI platonL•;;rno inhdale veniva pertanto superato. Non è più l'idea preconcetta d'istituzionj fisse quella lit tale fonna di attività, poichè rappresentano che cl.etei·mina l'attività politica, ma il libero avan1...aredel pensiero e il suo progressivo concretarsi nella vita. In grazia a cjò il Giober'j allarga all'infinito il suo orizzonte incluoendo rn esso i pensieri più arcliti e ]e esigerrze più e- ~r~e: prova ne sia la sua accetta:done del socialismo • estremo porta.to della <leniocrazia che oggi. hionf.a, perché essa è lo svolgimento del pensiero nel.le classi che non pensavano i,. Q~ando si aggiunga che. nella nuova fase del pensiero giobe.rtiano anche la religione è assorbita dalla filosofia per diventare uno strumento, s, è detto. abbastanza per riconoscere necessaria la valu.taz1one da noi. tentata del .,.; , •1 t · , . b.ovam e paneismo dell abate tonnese ora più che mai vivo nella_ filosofia idealista del prof. Gentile e nella praxis del PartitoJGoverno nazionalfascista. Questa l'attualità, buona e ca11tiva, del Gioberti pen~tore politico; i11dipe.ndentemente dalla concezione platonica dei due cicli involutivo ~ evolutivo la qtiale dovrebbe dargli il diritto d1 essere considerato U,n pr=sore del Bergson ed w1 tardo epigono di Plotino, dopo che si sia t'liconoSCLutoche l'azione politica svolta con tanto acume dal Cavom non fece che maturare i germi da lui faticosamente gettati nel solco che la Monarchia piemontese aveva scavato. ARMANDO CAVALLI L'ORA DI MARX La Libertà di aprile pubblica la seguente risposta ad un'inchiesta sulla vitalità del marxismo e del socialismo : Bisogna aver il coraggio di affermare che questa è l'ora di Marx; pochi tra gli scrittori del secolo scorso (degli itali.ani solo Cattaneo) si. possono r'.!leggere con tanta commozione fremente.~ sdegnosa. Bisogna ristampa.t'ne le pagine di cntica della piccolo-borghesia : sono la critica del fascismo! Alla sua polemica contro il comunismo utopistico e anarchico e contro la democrazia traditrice potremmo mettere i nomi del sovversivismo inconcludente e dell'iuce::rte-4zasoc:ialdemoCI'atica. che ci diedero nel dopo guerra invece della nvoluzione proletaria, la rivolta de.gli spostat:i e de1 reduci. E quante volte non ci sono venute in mente le malecl-izioni di Marx di fronte agli intcllettuali 111ussolin~ll1? In Mru·x mi seduce lo storico (gli studi sulle lo~te cli classe in Francia), e l'apostolo del movimento operaio. L'economista è morto, cori il plus-valore, con il sogno della abolizione delle classi, con la profezia del colletti,~smo. In filosofia il suo hegelianisn10 è tt1l p,rogresso rispetto ad Re.gel. Il materialismo st01ico (senea determinismo che saa·ebbe un fraintenclel'e il concetto luminose di rovesciamento della , pra.-tis , ), e la koria della lotta di classe sono sthunenti acquisiti per sempre alla scienza sociale e che bastano alla. sua g101ia di teorico. Il movimentp operaio ha avuto uno· scopo e una organicità da quando egli levò il suo grido d'i battaglia. Non è vero che Marx parli alle masse il lll1guaggio materialistico, Mazzini il liugu.agg:io ideale : 1 'ideale di Mazzini è nebuloso e romantico: quello cli l\Iarx realistico e operoso. In Italia Marx fu messo in soffitta per l'i=nat~tà ciel capitalismo e del proletariato. Il giolittismo era w1 musso1inismo in anticipo. Oggi corteggere il socialismo introducendovi il patriottismo e la democrazia, sarebbe viltà: nei suoi risulta.ti il movimento operaio sarà ce.1to patriottico e democratico, ma per raggiungere i suoi lis1ùtati deve segui re una linea- di intransigenza senza inchùgete agli avversari che sperano di a,tenuarne 1'cnergia. 11 fas6smo anti-capitalistico e anti opera.io perchè infantile, pensa di ipotecare il foturo di condannare l'Italia alla minorità politica ~ all'ossequio verso i tutori: è probabile che la parentesi fascista non sfa breve: ma certo sarà i 11 nome di Marx chet le avangua:rdie op&aie e le élites intxansige11ti lo seppelliranno insieme con le stte lusinghe. PIERO GODETTI 63 SOTTOSCRIZIONE PER PORTARE LA TIRATURA DELLA RIVOLUZIONE LIBERALE DA 4000 A 10.000 COPIE Corrado Spadoni F. F, Un socialista avanti lettera Alessandro Pellegrini f',-uido Stacchini ~- :;,.;_- Milano A. F. G. Morgadi Mario Gia.notti Cesare Gianotti Leopoldo Rocchi Castagna Grc-gorio Terroni Cannelo Pagliani lo Vincell7.,(J Galt.errnayer t-;iso Giuseppe Isnardi Luigi Silvani Tullio Asearelli Pastè Camillo X. P. Sore Testa L. M. De Jona V. Vannucchi Giovanni Freddi Mario Grazzini Mirko Falcani N. :;,.;, Roma N. :-,, Li,io Martinelli N. Y. Roma Giovanni Amadei K. Y. Roma A. F. C. .Della Seta R. P. -'· --- Roma N. N. - Dansani Stefano N. N. Roma N. N. D. Ciccarelli. G. Pampiglione Epifani. Piero Parenti Licheri Rinaldi Romeo Patarino U. Ciarli -'ebbia Gregorio Alessandro Magrini Francesco Cucinotta Antonino Ropa A. A. C. F. G. G. Dott. Dino Vannucci Dott. Luigi Rocbat Ida Se.ttepassi Luisa Sette.passi Martini Gino i{ariani Agostino Dorvin Tommaso Martinelli Benedetto Gian\lotti Ezio Dott. Scimione ln.g. Emilio Borbaltoni Doft. Gino Ragazzini Gilberto Ma111,anotti F. R. B. M. G.-'\- Giovanni Bottacini L'elenco contin.:u.a. Lire 15 > roo • roo 50 IO !O 25 IO 5 IO 5 5 5 5 20 20 50 5 5 5 IO II 5 5 5 5 5 5 50 15 IO 5 5 IO 5 5 I 3 IO IO IO IO IO IO IO • roo Aumenteremo la tiratura di IOOO copie per tutto l'~no ogni 4000 lire di sottoscrizione perven~teei. Questo è_ il costo netto tipogranco dell awnento della tiratura per tutto quest'anno. LA CRITICA POLITICA Direttore: OLIVIEno ZUCCAnINI Non v'è altra Rivista in Italia che agiti il problema del « regionalismo » proponendosi di risolverlo in a.na radicale trasformazione delle attuali istituzioni. Nel suo programma nettamente antiburocratico e anti• parassitario, autonomista e federalista si esprime una tendenza che nel nostro Paese va facendo costanti progressi. La CRITICA POLITICA è una Rivista organica, completa, interessante che in due auni di vita si è solidamente affermata L'abbouamento costa per un anno Per un semestre L. • 11 Un fascicolo s~arato L. 2 Per l'Estero l'abbonamento aumenta Inviare vaglia al1a L. 20 di L. 10 CnITICA POLITICA . Via del Serpenti, 116 . noMA

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