La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 16 - 15 aprile 1924

bi 64 LA RIVOLUZIONE LIBERAL~ UH:ima. repl.ica. a Coletti CONTROIL DAZIO SUL·GRANO Le g€1JJti.lianime accademiche possono respirare: lo squisito analizzato-re marchigiano resta liberista e individua.lista. Di fronte a chi si Ì.ln,ic ginava già che avesse passato il Rubicone, egli presenta lllla prova decisi va: si è guardato nello specchio, e si è rasserenato trovandosi c01ne prima. La martellata non ha lasciato .traccia: nemmeno WJ capello si è s,postato. Sicuro: i protezionisti si riconoscono a guardarli, ammonisce la nuovissima dottrina. Il bello è questo: appena un libeiista passa lra i 1: riucarat:ori • (si può dire cosi?) eccolo mutarsi nel viso e nella figura come frumo i condannati nel 25° canto dell'Inferno dantesco. Peccato che l'egregio economista umanista non ci abbia tratteggiata completa la teoria delle trasfonnaz.ioni persona.lj successive al cruubiar di opinione! ne sarebbe uscita una pagina ricca di hwnw·r e di vivacità, quale solo il Coletti od un altro scrittore elegante ed acuto e mordace come lui potrebbero regala.rei. No: Francesco Coletti va tolto dalla schiera dei protezionisti, non runa quegli obli.qui contatti. Basta, per comprenderlo, guru·d.arue la fotografia ;. alto, segaligno, volto dolicocefalo come macerato dalla. rifless.ione, vivacissimi gli occhi. Tutto l'opposto del protezionista, probabilmente grasso, rotondeggiante, morbid.o e cerimonioso. Però alla prova dello specchio forse anche l'on. Olivetti passerebbe nello stesso gruppo dell'economista di Sau Severino: che la teoria • 1,p to date » non sia del tutto sicura. e decisiva, nia ancora un poco appannata? Il fortunato strumento, fido compagno e confessore delle eleganti. signore come dell'economista macerato, deve aver suggerito al nostro , rincaratore del grauo , la definizione del perfett'o protezionista : « un tale che ammette a priori la regola della protezione , . La norma è chiara: date le premesse però, mancia competente a chi troverà ancora un protezionista. Scomparsi tutti dalla circolazione, non ne resta p~~ wio. Come nei manicomi nessuno ammette d1 essere pazzo, tutti. procla.inandosi sanissimi di mente cosi tra i « rincaratori )) più en1eri.ti nessuno 'vuole il rincaro come regola : tutti sono liberisti in teoria, salvo le indispensabili e<::cezioui, da valutarsi naturalmente caso per caso, nel momento presente tipicissimo per la mal vagità dei produttori stranieri cli tanto più _abili. Siderurgici e zuccherieri 1 cotonieri e c_h1.1JUC1'. Benni e Peglion 1 O1ivetti e ìV[a.rescakhi con tut~ i minori corifei, non hanno mai dimenticato d1 tiirarsi fuori dal protezionismo come regola. Se il Coletti se ne accontenta, sono dispostissimo a. recitare il t"< mea m.a.Tima culpa n e battezzarlo liberista al pari degli onorevoli sopra ri!feriti. Tanto più che vuole un solo dazio sopra i 2500 della tariffa! Quanto al nodo dell'argomento, nelle due colonne brillanti e vivaci del.l'economista marchigiano - che ora con .t\.rrigo Serpieri disputa la gloria di essere il moderno J acini - non bo trovato risposta alcuna. Osservazioni :earticolari parecchie, e puntate vigorose: ma al « qui'a » lo specchio pur troppo è rimasto muto. Eppl!re valeva la pena di non sbrigarsela col classico , non ho detto male di Garibaldi , ; e forse anche di evitare il rinvio ad uno scritito c1i oLtre venti anni fa. I1 concedere un dazio rinca.ratore del o-rane non è un prohlema contingente, da risolv:re nel 1924 e non nell'anno duemhla? .In Italia e non nella Nuova Cale<lonia? Per U11 malanno definito e 1ninacciante, e non solo asserito? M:a allora ci occorre conoscere questo « periodo futuro con prezzi ribassati » : le pag.i.ne del 1902 non ci possono i11uminare, naa pwtroppo an<::he le co·lonne ancora fresche di stamperia non re lo precisano. Se non viene in aiuto un fatitlico « Deus e."X machina » non vedo come abbia furto chi ne prevede i caratteri in un, modo differente daJ. suo. Si tratta d, un problema contingente : non metto nemme110 in dubbio che per 1;solvei'e date crisi convenga un da.zio protettivo, ma domando: quale è la crisi·? Sui mercati internazionali vi è accenno ad una notevolissima e sosta1iziale caduta clel prezzo del frumento? Questo è un fatto da accertare prima di passare oltre: ma il Caletti non dice pruola. Guardiamo gli eleuchil dei prezzi nel grande mercato esportatoo-e nord-americano: la media trimestrale nel 1921-23 è stazionaria con lievissimo cenno a depressione: i noli ed i ::ambi vengono poi a tenere le qu6fuzioni del frw:uento per quintale a Genova dall'ottobre del 1921 ad oggi oscillanti attorno alle 108-120 lire per quintale: un po' più di cinque volte il prezzo del 1913-14, quando costava L. 21. Carntte.ristica la fermezza d,ell'offerta in twtto l'anno scorso1 il prezw movendosL scio in limiti strettissimi, da L. 109 a III; flettendo nei due mesi di agosto-settembre a 104-98, ma per 1;sailire subito alle 108150 e.be non abbandona. più nemmeno nel primo trimestre .del 1924. Esercita in questo modo una concorrenza distruttiva per i nostri produttori? Non Io si direbbe dato che,_ anche nel 1922, quan<lo nessuno se ne lagnava., 1 pte1,z,1 in Italia erano sulle n5 foe per qttintale. questi ultimi mesi risalendo al li,ello del grano estero. li ribasso dunque si è; mantenuto inter1101 co1rnesso all 'abb011ùa.nza del rarcollo e compensalo appunfo da qucsla, sicd1è il r~,ldito lordo non appare scemato. J I Colelli ti-ova i,1fantile questo co11fronlo del 1923 col 1922 e non ne vuol sapere, pcrchè forse lo lurba più ili qu.a.nlo non voglia lasciar supporre: ma non :.;.e ne può fru·e all.ro. li reddito lordo deriva da questi due ele1nenti: pTe't;7,◊ e quantità, ma uno è in funzione <lell'altwo, sono due variabili legate, interdipendenti. Non si può estc:ndere il caJcolo alla campagna del 1924 ed alle successive, percbè l1avvenire è cbetro al nostro specchio e nou da.vanti, o tncglio è sulle ginocchie di Giove. Se nel prossimo estate il raccolto non sarà abbon- <la.nle 1 non è troppo a1-rischiata la profez.ia che il pre7..zo di ~endita riescfrà assai più ,;mll..llffativo. Il reddirto netto nell'ipotesi del Coletti sarebbe urinare in quanto il raccolto sarà meno abbondante: ma non offre nessuna luce sul prezzo probabile. EppUtre lasciano chiara.niente supporre un rincaro interno, al111eno fino aJ livello del grru10 strru1iero, le notizie della sostenutez7..a nei paesi conc01Tenti1 dove la zoua coltivata viene 1;stretta appunto con lo scopo <ld rialzai-e i pre-1;z;i di vendita. Se non si vuole combattere contro dei muJ.ini a vento, per un meta.fisico <r periodo duraturo a prezzi ribassati » è giocoforza fare il calcolo terra terra dell'incidenza del dazio nel 1924, in Italia. Anche se lo si. fosse messo nello scorso estate, quando incominciò la caduta provocata dall'abbonda.uza, non c'è ragione alcuna per imaginare che i1 prezzo interno ne av1:ebbe risentito: anche se117...daazio, il prodotto straniero rima.se di ben venticinque Hre per quintale P"iÙ elevato, e tuttavia se ne co·mprQ :i.11 quantità tutt'altro che tem1e: oltre ai 17,6 milioni di q.li introdotti nel primo semestre del 1923, e quindi relativi alla campagna precedente 1 da.Ilo scorso luglio a: g~- tlalio 1924 arrivarono altri 14 milioni cli qwn,tah. Il prezzo estero avrebbe potttta cliventa,re ef!ettivo: spiegare perchè quello interno non sali alla parli è còmpito degli agricoltori : ma intan:° resta evidente che il dazio non poteva serv1re. E pel 1924? Il dazio uon può a.vere vit~tù taumaturgica : è un r<YZZQstrumento e.be agisce att:ra verso al1'incidenza., non nota solta1_1.toai setti~ tem;ci com.e il Bro,wn ma palesi a chiunque esamini l'andam,ento dei prezzi in mercati aperti e chiusi. Agisce interame11te in detenninati cas-i! è ine1i.e in altri. Si può quindi sup:porre che gh' economisti e pratici, riul.Uti. nella com.nhlssione di studi clella « Federazione dei Consorzi Agra~ ri » 1 approvando « il ripristino dci_ cla,z;i .doganah ora sospesi quando. si tratti cli ev1tare 11 ~1111~ di una crisi » si riferissero alle circostanze ~n cu~ questo rimedio j_:,nòessere efficace, _non agli altn 'in cui rimane sterile. Non c'è qm affatto questione di ]jbeiismo o cli protezionismo; ma di decidere se vi siano gli estremi per 1'incide.nza. Se dtmque ancora nel luglio I924 i l_)rez.ziesteri rimangono sulle 120· lire per quintale 1 il dazio non 1isulta necessroio: e se il prezzo interno scende al di sotto mentre il grano d. 'oltremare continua fermo, il dazio risulterebbe inattivo. Converrà allora ricorrere ad un premio, con tutte le sue 1ipercussioni sui contribuenti. C'è cli più; anche se iJ grano estero rinvilisse, prima di acèerlere ad un dazio sarebbe indispeusab;]e il calcolo Sttlla durata; " ponderare beue se il riucaro del grano non danneggi delle :industrie esp'ot-tatrici col tJ:a.ttenere più alti i salali no.minali. Tante incognite di cui nUÌla si dice dai drife:n.sori del dazio 1incaratbre del grano. Quanto ane conseguenze indirette che un aumento delle importazioni cerealicole può esercitare stù cambio, vennero esposte in modo magistrale nel 1918 da Luigi Eiuau,di. Per iufilzare del tutto questo buffo sofis1na e relegarlo tra i mostric-ciàttoli da museo, conviene riesporlo ancora una volta, Quan<lo si compera all 1estero· per diciassette miliarcli di lire e si hanno soli serlici nti.liardi tra merci e s~vizi e titoli da cedere in pagamento ai credito1i 1 non diventano diciassette anche se il cambio sulla sterlina da 100 passa a no e magru; a 150 e 200. Può darsi che offrendo un interesse del 10 per cento si trovi all'estero della gente disposta a farci credi.to per un miIiarclo di lfre : se noi accettiamo l 'ac-cordo potremo compTare tutti i diciassette miliardi di m.erci e servizi, altrimenti ci dovremo accontentare di sedici soltanto: il cambio non si mod<i:6.che.rà punito per causa del cinumercio internazionale. Ma può accadere che noi ~1011 accettiamo i1 peso del ro per cento cli interesse, per offrire il 6 per cento: i portatori (stranieri) di capitale disponibile lo accetteranno ,a patto cli 1;cavare il residuo 4 pet- cento da tUL peggiorame~1to del e::;.mbio. Ma allora questa caduta 11011 dipende dalle importazioni, ma solo dall1aver ,roluto m.ascberare un saggio d1iuteresse per lice1ta1·e una tenuità apparente. Anche qui le importazioni non agiscono che come occasione eccezionale, indiretta, per una politica sbagliata : il peggio1-amento del cambio s:i deve a questa e non alle :iinSul mercato itfl.liano c'è stata Elvece una ca- portaY.ioni. duta, nella scorsa esitate; e come! <li circa un quarto, fino alle 85 lire per quintale, appena in OBSERVER IL DITTATORE , Voyez, disais-je à M. de Skaren, comhien Napoléan était su.r da l 'amour <les peuples; jamais avec lui la liberté n'eut été J>OS5ible,. STP.NJJHAt, Jl libricd110 di l\lphons~ Séchi: che ci ha indolli a pren<lc-r la. )X.-nna non ci tratterrà molto. Appartiene al ge11ere • imp-rovvisazio11.<;tdito-- rialc ,, e noi diffidiamo degli scrittori che porgono lib>ri di attuali.t.à nel momento favorevole al loro spaccio. Buttando sulla carta quattro i<leucce generi.che, cliai citazioni &travaganti, cinquanta riassunti di articoli <la giornale, molti si sono creati una fama internazionale divertentissima, e passano pc....,.. teorici di un movimen:lo politico, di cui hanno semplicemente collezionate le espressioni transitorie e superficiali. Quanto all'opera polemica, erlificata )X.-r necessità pratiche in breve tempo, essa ci appare irrime<liabillnente tendenziosa ed effimera: nondimeno 1 il suo valore i:. in diretto rapporto con l'ingegno di chi la compone. Ora, Alphon.se Séché è un poligrafo di sc-rond'ordine. Le dictaleur è un volumetto piao::.J\lolee spassoso. Ch1que capitoU : ( Delle crisi » - 1: L'uomo delle crisi , - , Il dittatore è l'uomo della democraz.ia 11 - ( Lui )l - « A n.cliamo verso un potere personale». Molti capiversi 1 spazi, e l'interlineatu>ra costante. Centosettautasette pagine; cinque frauc-hi e quaranta.. A pagina 44 il signor Séché scopre (e te lo fa stampare in maiuscoletto) che , Il dittatore è l1uomo cle11ecrisi sociali e po1-itiche :e e i que- .s.'ta.conclusione giWJ.ge dopo aver tratteggiato le suddivisioni delle crisi e dopo di aver definite le medesime. A pagina 61 ammiriam.o 1·elenco segue:n.te: « Solone 1 Pisistrate, Aristide, Temistocle, Pericle, Alessandro, Cincinnato, 1\1:ario 1 Silla, Augusto, (dei?) Medici, Lttigi XI, Richelieu, Luigi XIV, Pietro il grande, Bonaparte, Pitt, Bism.ark e Mussolini». Come compiutezza storica non c'è male. A pagina 67 una noticin.a contiene questa frase: « )fon fu Macchia velli u.n d.ittatore in carnera? Del dittatore aveva l'ambizione e l1astuzia ;il coraggio e i1 carattere gli facevan difetto ». (Queste cose il signor Séché deve sognarle di notte). A pagina 69 leggiamo: « Il dittatore raippresenta veramente l'energia, il dinamismo vitale del sua popolo ». 1vlario Carli o il signor Settimelli vedano ancora, prima cli rallegrarsi 1 il seguito ra pag. 132 (« Il potere del dittatore si alimenta a due sorgenti : la sua Yoloutà di potenza • personale e la volontà di potenza della collettività: Pimiperialismo nazionale»). Qui i :Medici possono protestare 1ma i direttori dell'Impero applaudon.0 1 tanto più che il buon Sécbé rincalza (p. 141) « Il d:ittatore è un esemplare superiore della razza 1 in etti questa si contempla». (Napoleone 1 infatti ,era cli purissima razza francese!}. 1. Dice Séché1 volgendosi ad applicare al proprio paese le scoperte teoriche che iJ suo acuto ingegno e la sua p1·ofon.da e soda cultura hanno codificato: « I giovani repubblicani hanno un 1altra mentalità ». Sì, sono de:i nazionalisti. Anzi dei 1-eazionari. Ed iniatti vien fuori, all'epilogo, il tu•ribolo per l\faurras e l'esaltazione del la discipli1uz. 1 l 1apologia del « chef ». E c1erano degli ingenui che credevano agl1insegnamenti d'ella guerra! • ** Non ho potuto sbrigare su due piedi il libriccino di Alphonsc, Séché, e prima di riporlo voglio segnalarlo come esempio significativo della tremenda perturbazione che esiste tuttora.i nel =po dell'intelligenza. Il caso del signor Séché non· è isolato, e per questo merita attenzione. Gustave Le Bon, che non è poi l'ultimo venuto, si è messo sulla stessa linea del Séché ed alh; ancora, aU'estero\ si perdono in vane generalizzazioni politiche, prendendo delle ombre per corpi, e tratta.n<lole come cosa salda. Non sarà mai abbastanza deplorato l'avvele.i:i.amento della cultura compiuto presso tutte le Nazioni, anche non belligeranti 1dalla guerra europea. Oggi la maggior parte delle opere di politica, di storia e di sociologia che cadono sotto i nostri occhi sono corrotte dal virus partigiano, inquinate dal bacillo dell'ambizione personale, dall'a,,;dità del successo immediato e facile1 della ricompensa tangibile. Il p;·ofessore d'Università trova che è assai più facile scribacchia.re un volumetto. d'occasfone 1 stampato- a spese del partito, in laude dei partiti dominanti 1falsan-do a loro vantaggio la storia e alterando la verità, che non lavorare a opere dì erudiz.ione. Se si continua cosi, i titoli• degli insegnanti sa.ranno, di qui a un ventenn.io1 composti cli brochures politiche. Intanto, le cattedre si appaltano ai benemei;ti del regin1e (qualunque esso sia, e ciò vale pel -1919 e pel 1922; gli uomini che ne approfittano sono sempre gli stessi). *** Ca.pi'Versì per non dir nu/.lai: Scruulalizzerei infinitamente il signor Séché e i suoi compari se sostenessi che non esiste , il dittatore,, molla a sorpresa della clemocrazia, ma. bensl esistono dei .-dittatori , diversi tra di loro, e non paragonabili. L'idea che Luigi Xl appartenga alla stessa categoria di Silla o di Giulio Cesare può ven-ir :in mente solo a persone notevolmente digiune di ogni cognizione di storia, e che prendano sul serio le rorbdleric dcdamatorie dei partigiani e ass,,rbano la sci=.a dc-i prorngandisti. Metter insieme Loren.1,1.)<le' Medi<.1 e L<..-Wn t catalogaYir.me da analfabeti. La teoria delPtwmo rr.ovvidenz.iale è eminentemente romantica. Serse, d<JJ)O::Sapoleon.e nei cervelli esaltati d.c-ip<.J":'1e:isi s,-iluppò per OJ.'<'fa di quel gran visionario puritano che fu 0l.rlyle. Per costui la storia dell'uarùtà si riassU111.eYain una d<nzina di nomi. (Jltre oceano i1 mistico e l.a.ttiginoso Emerson istituiva i « repre;e:n±ative men>, gli uomini rappresentativi. Il p.ii.t. curi.oso fu che chi sfrutti, le loro malincrm.ie fu un tirannello: ~apoleone UT. Prima di blaterare le loro troYate teoriche, Séché e i suoi compari dovTebb<::roes~inare d:rligentemen.te se le condizioni spirituali di nn individuo mediocremente colto dell'epoca nostra sono tali da indurlo ad ammettere ,-olontariamente ,anzi ad inr~ocare la dittatura, ed in secondo luogo quali effetti la dittatura medesima avrebbe sul m.ovimento operaio e lo sviluppo capitalistico. Prchabilmente essi dovrebbero fin.ire per ammettere che < gl' immortali prinC'ìpi. del 178g , sono oramai entrati ndla coscienza di ogni twm.o civile, e che pericolosissime ripercussioni proletarie corrisponderebbero alle misure di eccezione di WJ dittatore. Inoltre, in realtà non avremmo un a:ittn.tore, ma un gruppo di d.Ztta;tori. La comples,,ità dell'organizzazione sta.tale moderna non consente l'accentramento assoluto, e rende dannosissimo quello relativo /altro che • culte de l'inrompé1:ence, !), dimodochè una nazione si troverebbe nelle mani non di un uomo, ma di cinquanta, di cento individui. Si facciano i conti. Meglio il regime parlrunentare. Stendhal, di cui raccomando l'epigrafe che bo posto in capo a queste note, era un aristocratico a tendenze gia.ccbine, C10è un indi vidualista della specie migliore. Egli soleva esclamrue: < Les deux Chambres et la liberté de la presse>. E' il più bel programma politico che conosC?,-. A. Cj. Ò. B. PARAVI.A & C. Editori - I.Al>rai • Tipogrr,fi TORIN- OMILAN- OFIRE~Z- EROM-Ar.APO-UPALERMO Biblioteca di Filosofia e Pedagogia I.tHF!GURH E llH noTTfUNA. DI ffii<!5Ebt DI monTmGnE Pagine degli 1: Essais > scelte e tradotte da .:\);'TOXIO BozzoKE. - Un Yolume L.12. E1 ingiusto non fare ài ::Wontaigne che un runabile scettico: la sua ultima pruola non è la varietà enimmatica. dei fenomeni, e il Yalore personale delle opinioni .. L'idea della natura nella sua infinita grandezza costruisce lo sfondo del suo pensiero. Il carattere nell'uomo è in un certo senso questo intimo pendant dell' eterno naturale che è fuori di noi. Sorge di qui quel1' individualismo che mentre è nobile affb--.mazione cli sè, è aucbe rispetto degli altri e tolleranza reciproca,. Per più di .due secoli ~Iontaigne godette fruna ili essere uno dei migliori igienisti del cuore ed i stioi Essai.s, chiamati già dal Du ~erron le b-ré111airedes hon.nétes gens, furono tra 1 libri più letti e più citati dai n0&tri padri ,anche in Italia; tra gli aJ.tri, infatti, l' _-\lfieri nella SUA Vita rac-conta. cli averli portati sempre con sè in tutti i suoi daggi. Oggi, dopo ch'essi sono stati WJ po' perduti dì vista.1 gli Essais meri~o .di essere richirunati alla coscienza del pubblico, se non altro in una opportuna cernita di quei brani che meglio gioTino a far conosce.rt:?la ~- o-u-rae la dottrina dell'Autore, che fra gli scntk>ri del XVI secolo è il pjù vicino alle,, spirito 1node.rno. JOHN RUSKIN LRCORODN'OALISVEOLVATICO Traduzione di ANGELO BL\NCOTTI,con prefazri.onedi Giacomo Eoni. - Un volume L. 8. O.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 3<1- Torino PIERO GoBETTI - Di-rettore-responsabile

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