La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 16 - 15 aprile 1924

bit RIVISTI\ STORICI\ SETTlfl\f\Nf\LE DI POLITICI\ ESCE Diretta da PIEROGOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 IL MARTEDÌ POSTALE Abbonamentoper il 1924L. 20 - Per un semestre L. IO . Estero L. 30 Sostenitore L. IOO• Un numero L. 0.50 Clii rice"e ur, r,urr,ero <li saggio o: ooo ir,teo<le al>l:>or,:a.rsi r"spiol!a il l!iorr,ale, altrirr,eoti l!li_cor,tiou<tr~rT)o r'io.,,io e dopo ur, "'"se pro.,,.,,e<leremo .. 11a risccssicr,<t m•<liante tr~lta Anno III ~ N. 16 15 Aprile 1924 SOMMAR I O: p. g.: Dopo lo elezioni. - U. M. di L.: Difosa del Santo Ufllzlo. G. DELLAOORTI<:Prem,ssn a uno 1tudio sai Mezzogiorno - I. L'L'nl1à. - PROCOPI<,:Letttrr dalJa Germania: In ruerte di Ugo Stinnes. - A. CAVALLI: La politka di Giob,•rti. - p. g.: l.'orn di )larx. - OnSERVER:Contro il dazio snl grano. - a. e(: Il dittatore. DOPO LE Nel pensiero dJell'on. Mussolini le elezioni. dove_vano essere la prova sperimentale dei SUOI srntemi_ totalitari. Per giungere a risultati d1 pleb1sc1to fu predisposto il congegno elettorale. Il periodo della preparaz10ne_della lista nazionale attestò in grado dec1s1vo le attitudini dell'addomesticatore. L'on. Mussolini aveva due vie Joo-iche da scegliere: mantenrare in vita la ve~hia Carnera che,_in sostanza, era una Camera gioliUiana disposta a servire (riproducendo la situazione del 'i5) percl:ie gi;à addomesticata., o_ppure fare le elezioni• di • partito, con una lista tutta fascista, darrd◊--,'pieni poteri a Gmnta e a De Bono. Nàtu·ralmente non scelse_nè l'una via 11èl'altra e die.d'e i pieni poteri a Giunta e a _DeBono per far riuscire non una lista fascista ma una lista di blocco. Che De Nicola, Orlando, Salandra debba. no la rielezione al' manganello, che con tutti i loro discorsi di costituzionalità e di democrazia rimangano complici ciella pressione fascista, ecco il capolavoro del mussolinismo. , .. Una opposizione seria· do-vrebbe Gapire che questo è il punto vulnerabile del regime.. -Il rvAssolinismo è più violento del fa. scisrilo, è-'più•. illegale perchè si nasconde dietro la l'egalità delle forme. Se il fascismo -fosse soltanto dittatura si farebbe presto' a liquidarlo con le barricate: ma 1a:sua forza:_·è specia,lmente presidiata ò'all'esiste.nza di un consenso. Ora Mussolini deve la forza a Farinacci ma il consens., alla nropria ambiguità. ' Le elezioni di Salerno sono un fatto grave . non tanto pe,rchè il governo vi abbia esercitato violenzé inaudite quanto perché i seguaci dell'on. Amendola, che in provincia hanno la maggioranza, le subirono. El\>ttori addestrati alla lotta politica sanno opporre violenza a violenza, djfendere con la forza la propria dignità. Nel i9i9 a Bitonto e a Molfetta i salveminiani risposero alla pressione ammazzando Ungaro Nicola, il capo dei mazzieri del 'i3. Ma se Gio•vanni Amendola scrivesse oggi Il 'ministro della mala vita non ne otterrebbe probabilmente neanche un successo librario. Perchè la violenza di Giolitti era un fabto eccezionale e piccante, ridotto ad alcuni casi di vendette personali, significative di una qualità politica dete,riore ma quasi indispensabile di cui Giolitti non mancava: la capacità di odiare. w v.iolenze di Giolitti r'iguardano pochi nomi : Giretti, Salvemini, Galimberti. Elencare le violenze mussoliniane invece ha pochissima importanza pe,rchè esse sono un sistema del regime: implicano responsabilità totali, derivano dalla compliéità dei citltadini, tant'è vero che sono localizzate in una zona molto più vasta. La pratica della non resistenza al male è una malattia non meno grave del pol-iticantismo. nel nostro paese. Il 70 per cento al governo era assicurato una volta che Mussolini era riuscito a fabbricare il listone con !Je lusinghe, con le minaccie, con la corruzione, creando l'ossessio. ne del dogma della patria e raccogliendo la eredità di tutti i ministerialismi. Le velleità di rinnovamento ci'el Mezzo0 giorno coltivate da alcuni fascisti come Pa. dovani e -Lanzillo non valsero a nulla contro il ·trasformismo di Mussolini, pronto ad accettare tutti i gruppi padroni delle situazioni locali. La funzione di un fascismo CO" raggioso nel Sud sarebbe stata di rifiutare tutte le alleanze, di combattere tutte 1e po. sizioni elettorali del giolittismo, di creare con uno stato d'animo di palingenesi ministeriale, un'atmosfora di ribellione contro le cricche di Colosimo,di Fera e di Orlando. Invece i comm. Maurizio Maraviglia e Miche.le Bianchi non aspiravano che a sostituirsi a Colosimo nell'ufficio cii compari r di paraninfi· e a Fera, come. distributori di impieghi; temettero (gli ant1parlamentar1!) che il programma intransigente fosse per dare al fascismo non più che il i0 per cento degli elet>to•rie finiro1;10per affidarsi al sen. ELEZIONI no e alle manovre del Duce - supergiolitti. Così il metodo di Mussolini fu: mazzieri e patto Gentiloni, lo spettro, de,lla violenza nell'apparente pacificazione, e la ·ptii.hca qrn?tidiana dei blocchi e delle corruzioni. Il risultato .più evici:ente della vittoria ministeTiale dunque è la sconfitta del fascismo. La. marcia su Roma è stai.a peir nulla. Le elezioni del '24 sono identiche a quelle del '2i: allora il fascismo fu utilizzato nei.blocco nazionale per creare uma· maggio•ranza GioMti : lo stesso programma a tre anni di distanza, riesce senza incerfuzze a Mussolini, scolaro- più abile del maestro. Nel '21 come nel '24 le camicie nere fanno da mazzieri, i combattenti e l-e medaglie d'oro lavorano, come muli di servizio del dogma della patria, la Confederazione dell'Industria fa le spese a patto che Olivetti, Mazzini, Bennj, ecc. diventino insostituibili pres. so il dittatore. La proporzionale sventò il piano cii Giolitti come lo avrebbe turbato a Mussolini: il sistema Acerbo ha compiuto il qua.dro, e l'avrebbe compiuto, si badi, in modo analogo il collegio uninominale che dà parimenti gli e1e,ttori in mano al gover. no. Si insiste su questo punto perchè vogliamo che d'or innanzi una delle pregiudiziali di qualunque opposizione seria sia la richiesta della propòrzionale. Tenendo presente l'ultima esperienza la storia d'Italia si vede sempre più rettilinea: una dittatura economica d~ ceti plutocratici, non abba'stanza forte per diventare dittatura pohtiica (l'ultima volta che lo tentò, con il fascismo, non fu più fortunata cie!l-ealtre), e tuttavia ministeriale sempre perché sempr'l,1,Padrona del governo attraverso ambiguè manovre; in politica per l'immaturità generale e per il peso inerte del Sud una dittatura demagogica, burocratica e paterna che controlla i cittadini persino nei mezzi di sussistenza e può costringerli pacificamente a esse1·e ministeriali. La p,roporzionale portando alla politica le masse socialiste. e popolari segnava il principio del tramonto delle due dittature. Il solo effetto sensibile della maTcia sù Roma è stato l'a. bolizione della proporzionale. Così la deviazione del dopo-guerra è stai.a corretta e l'I· talia torna in minorità politica. , Quando ci'iciamo che Musso,lini è il nuovo Giolitti, più abile e meno serio, vogliamo indicare. questa situazione storica, in cui gli effetti della immaturità politica si complica. no per la immaturità economica. Perciò la base, della dittatura giolittiana come di queL la mussoliniana è nell'Italia centrale e meridionale, dove il fascismo era ancora infante. E per l'appunto si può dire che le elezioni rappresentano la sconfitta del.fascismo e la vittoria di Mussolini. Il fascismo è stato sconfitto in Italia settentrionalle dalle opposizioni (specialmente socialcomunista e popolare). In Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Venezia Giulia, le opposizioni prevalgono per 70.000 voti (più di i.400.000). Per Mussolini sono invece propizi i venti africani. Mussolini vince nel sud e nel centro con 3.350.000 voti circa contro meno d'i-i.i00.000. Basta la più generica geografia per spiegare la nostra politica. Tuttavia contando i voti dei partiti di opposizione, chi ha creci'uto cornei ndi a quel principio di lotta politica che si avve,rtì nel 'i9 ha il diritto di accorgersi che non fu un illuso e può interpretare il risultato delle· elezioni com<'l la prova che esiste in Italia una minoranza aristocratica degna di chiamarsi antifascista. Gli operai del Nord, hanno saputo battersi. Al posto di Bombacci hanno mandato in parlamento Gramsci,. Le parole che scrivemmo nel numero del i2 febbraio scorso non sono state smentite. « L'idea della diserzfone di fronte alle violenze fasci/ste ci sembra disonorevole. II partiti che hanno q~lche serietà e qualche tradizione devono scendere in cam,po, ognuno al suo posto, fo1ti delk1. propria: i:11transigenza, non per conquistare dei seggi, ma per mos>trarsi degni di combattere. Kiente leghe, niente complicità. E' l'ora del bilancio, dell'esame di ccscienza. ...... A Montecitorio anche queste sca:rse pattuglie potranno acquistare il val.ore di avanguardie del ftLtw·o se sapranno non patteggiare con l'addomesticatore. I primi oppositori di .:,,;apoleone III fttrono cinqu.e. La lotta oontro Mussolini non sarà meno lunga nè men.o ilifficile. G1i uomini cli cinquant'anni che vogliono realizzare devono scoprfre il loro giuoco, inserirsi nella storia di- \-enta.re mussoliniani. ' L'a.11tifascismo è un.ai questione di aristocrazia di nobiltà, di stile, è una dignità che si acquista con le ri111.1ncie coi sacrifici. Solo le minoranze provate e perseguitate hanno dei buoni dir,itti. , E' chiaro che i partiti proletari .e il partito popolare impostarono, su questa pregiudiziale la lotta: ossia seppero combattere senza illudersi di realizzare, per sola fedeltà alLe, promesse. Che esista ancora u,n'Italia continentale ed europea, che Mussolini non sia riuscito a renderci tutti raraceni è un risultato positivo. ,Purché i partiti resistano: non saremo noi a contestare al fascismo la sua maggioranza. Noi ci accontentiamo modestamente di un futuro che forse non vedremo. De elezioni ci àanno un fascismo addomesticato che non era nei nostri voti. Mussolini democratico e indulgente sarà un disastro per la nostra educazione politica: ma, tantto è l'Italia nòn é paese di tiranni se non nello stile più paesano e giocondo. Un vank'lpgio dalla faccia bonaria di Mussolini 10 a't•,èmo per- ì'a.desìon,e a ìui di tutti. i faìsi opposito-ri, di tutti gli antifascisti conservatori, disposti a servire durando l'ordine e la costituzione. L'opposizione che chiedeva al fascismo di essere legale e cost1tiuzionale ci ha semprn fatto ridere. 'I'anto meglio se invece di averla tra i falsi amici la potremo classificare tra gli avversari. Noi non fummo mai così stolti da contare la monarchia tra le forze dell' antifascismo. Ora che il mussolinismo non si potrà più distinguere dalla monarchia una. delle chiarificazioni indispensabili è avvenuta. Se ci avviamo verso l'idillio e verso la pa... cificazione, se stiamo per assistere al ripetersi della tranquillità del decennio giolittiano (con dannunzianismo e psicosi bellica in peggio) noi vogliamo notare già mentre l'era nuova si apre che non credi<WTioa ,questa pac,e, che ci viene come soppressione della lotta politica. Il compito delle opposizioni nel prossimo decennio - mentre il movimento operaio si verrà maturando - deve· essere quello ,ii esasperare la lotta, di non wnir meno alla intransigenza, di provocare il regime senza concedergli tregua. Bisogna avere il corag. gio di non collaborare neanche alla Camera con la critica, magari a costo di iniziare un nuovo implacabile ostruzionismo. L'opposizione non ha il dovere di p-ensare in Parlamento al!' ordine e alla ricostru. zione•. Per la ricostruzione la via rettilinea, è un'altra: la conquista dei comuni con lo scopo di c.reare, sia pure a lunga scadenza, il dissidio tra i poteri locali e il centro. Ecco un programma di lavoro per tutta una ge,. nerazione. p. g. IL "LIBERALISMO,, DI SALANDRA Nel discorso filoiasòsta di Milano !'on. SaJan• dra ha ripetuto un suo vecchio concetto che « il ]iberalismo in It.alia volle e vu.ol dlre patriottismo ». A P'roposito della peregrina assimilazione sarà opporth.1no di ricordaJ·e qui quello che ne s;crisse Vilfredo Pareto in nn,_1n,ota al N. 1555 del , Trattato cli Sociologia Generale, (edizione Barbera 1916, Voi. II pag. 109) : « Tra i bei travestimenti del tennine li.be,ra. bi.smo, bellissimo è quello posto in opera dal ministro Salandra; il quale, il 6 aprile 1914, esponendo alla Camera il programma _del si:o Goven10 disse: « Secondo me, hbe:rahsmo 1n Italia ,-~10! dire patriottismo ('Vive appro'l!az·ioni) ,,. Sarà un agg.iunta per un futuro vocabolario ,dei sinonimi. Ma forse il nnn1stro ha solo voluto dire che liberale e patriottico erano termini che si usavano per' indicare un certo _partito; e, in tal caso, e-gli tJ:oppo non &i discostava dal vero· sono infatti eufemismi dari.quali si compiace b'arre il proprio nome il pautito degli « specu.Jatori :o in IWia :o. ZJOMIN I E IDEE Difesa del Santo Uffizio Dieci anni or sono la condanna di don Ernesto Buon.aiuti avrebbe suscitato molto clamore. Durante un certo periodo il clero che usciva dalle sacrestie e si mescolava più che poteva alla vita comune è stato di moda ; i predicatori eran doventati conferenzieri, i teologhl professori, i con,. fessori consiglieri segreti, i parroci campagnuoli ciclisti ; e la miglior ambizione d' un sacerdote pareva fosse quell.a. della benevolenza universale, della quotidiana popolarità. Kon più di tanto significarono i modernisti italiani _ presero infatti a emblema una rinnovata foggia <li cappello. A chi augurava una specie di promiscuo abbracciamento, cli corcliale indulgenza pacificatrice fra Chiesa e Società che sembravano scisse ìl pontificato di Pio X è apparso come un rito:,,., di barbarie 1 come una crudele e pazza violenza ai tempi e agli spiriti per opera d'un gretto f.a.. natismo che veniva a offuscare le speranze della nascente luce. Come pochi anni <li stari.a ahbian convinto dell 1inanità di quei sogni idillici e della resistenza naturale dei mondi che, combaciando, avrebbero do,·uto l'uno nell'altro trasformarsi è problema che può apparir chiaro solo ali'~ cli Papa Sarto, la quale ormai non viei,_e più accusata se non nel segreto di qualche sua ,i.ttima tu~o,...a inqui"t..ta. La condanna d'oggi, in tempo di raccolta tristezza ma d'interna pace per .la Chiesa, è :"orse informata da un senso più sereno. Xon c'è- cattolico che le si ribelli, non c'è cattolico che si senta capace di giudica.re secondo il cuor suo la suprema e legittima autorità. Si può compatire il Buoruaiuti e comprenderlo. Ma non parteggiare per lui, quasi in nome del suo ~ si . av~esse a giudicare della maggiore o minore cnst.t.anità della Chiesa, quasi si potesse farlo simbolo d'l.llla rivolta intima ai poteri che si ritengono sacri, e testo di rettitudine 0 di giustizia. ilfa la condanna che deve servire d' ammonimento, trascende la persòna del colpito e si rivolge a tutte le coscienze con elementare chiarezza. E' condannato il superficiale atteggiamento cli quanti credono a una casuale e esterna riprova d.ata dalle ricerche e ipotesi scientiiìch" alle verità rivelate, e anche solo la curiosità della ricerca che si scompagni dal sentimento della ne-- cessità d,ella fecle. E' condannata quell'apol02"etica di cui ognuno si serut'irebbe capace, quell ':ttiva e indiscreta propaganda fuori dalle giuste secJ.ie d..'1.lledebite fanne che si riduce a sminuzzare e a falsifica.re per troppo precisi e mesèhini adattamenti il dogma, a sbriciolare l'organamento logico e la potente stru1lttu-a della religione. E' condannato lo spirito di propaganda e di missione che infatua le persone più loquaci e meno attente e fa scambiare la soddisfazione dell'amor proprio con la conquista delle anime. E' condannata Pac-- cettaz..i.one senza riitegno e senza riserve delle esigenze temporali ,per cu.i si è presi e sb,-ttuti dall'aria dbminante e - come dice quest'esempio - oggi, s'i:m.metto110nella propria fede, quasi a legitti1narla, espressioni e persuasioni sociali, attivistiche, fau.stiane. Cbi non ha moltei volte dubitato, chi non ha tante volte sacrificato a idoli vani, a iddii incerti, griderà allo scandalo o sarà preso da sgomento. Ma I.a Chiesa è fatrt!a per rassicurare, per asso!-. vere i fedeli. Se riaccoglierà don Ernesto Bnonaiu.ti nel suo seno, speriamo che lo ~ccolga persuaso della virtù del silenzio e della profonda necessità degli esempi. Tra i quali primeggia la rinuncia personale e la sottomissione. Non c'è punto bisogno. che il professor Buonaiuti vesta l'abito ta.lli,re; ma non c'è bisogno neppure che il sacerdote ci parli, in un'aula della Sapien7.a, cli Ugo da San Vittore .. U. M. DI L.

62 Premessa a uno studio ~ul Mezzogiorno L'UNITÀ Le in.sufficienze ecònomiche e i ritardi sociali del Mezwgiorno banno alimentato - è risaputo - 11.1,a letteratura cospicua. Inoltre, le neccssi là di esso - rapportate agli atteggia.menti e alle possibilità costituzionali dello Stato Unilnrio cioè trasferite sul ttrreno integrale - son motiv~ rilevante ,li te11denz.ediverse, le quali si pougon come politiche ai1che quando intrinseca.mente si presc11taJ10 di carattere a.mm.inistratirn, per il coordina.mento insito nei. concetti <lelle varie wani[esta:1.ioni sociali, ,·aie a dire per la costrizione che oguj fallo, ancorchè tecnico, si i uqua<l.ri in tu1 suo clima politico dal quale non può (.:ssen~ avu.lso, pena la infondatezza. Le suddette tendenze possonc compendiarsi i11 tre mo,·irnenti distinti. 1) li popolarista: noi voglia.mo e restituita e integrala. l 'autOJ1omia dei Com11ni e delle Provincie; riconosci LLlol' Ente regione 11elfJU111là Stola/e,; e quiudi 1 ment.rc « si moltiplicano i tentativi cli ceut..ra.liz;,..azione e cli ù.1terve11rioniswo », clichiaf'a7ione di « lotta contro lo Stato accentratore e panteista , . ( A p. peUo della Direzione del Partito ai Popolari d'lta!,a). 2) Il federalista, 1nella realtà, esiguo e meramente letterario,) che inquadra i prohle,ni locali in u.ua ,·eduta complessa ed ampia di ordinamenti nuovi., e che - vitall.7...zato,per qu.a.nto io mi sappia, dalle elaborazioni dott,;uali di una rh.;staJ Critica Politica - si riattacca. alla tradizione federalistica del nostro Risorgimento. E tra questi due - come fatto subitaneo e tipicamente isola110, e con chiari motivi insurreziouali - il movimento sardista (ora falcidiato in misura rileYante), che, se pure cerchi dedu.rsi da u.n indirizzo posto come nazionale (noi sia.mo per « wi movimento autonomistico ai base regionale che assicuri a tutte le regioni italiane lWa vita propria, autonoma, svolta nelP ambito, ben si intende, dei grandi ordinamenti politici e generali •), è, nondimeno, atteggiamento propriamente localistico ,la qna.l cosa è lasciata anche intendere dall'affermazione che w-ge una rapida attuazione (del regionalismo) poichè esso se costittùsce « u.na questione importante di orti.i.ne stat.-ùe, per la Sardegna è questione di -vita o di morte • · (Il Sardismo, in un'iintervista di Lu.ssu). Interessante movimento, questo, perchè si sostanzia di due :mamlestazion.i. contrastanti : da tu1a parte, tLUa imponente esasperazione psicologica (che è, ab imis e come fatto qu.alitativo, nelle possibilità - mentali e di fatto - di tutta e sola l'anima meriilionale) ; dall'altra, la presenza di uu inesplicabile embrione di u.na certa classe dirigente, per la quale, usare il termine « combattentismo > significa dare un uome, ma nulla. spiegare, se altrove non è stato m..'U fortu.nato un movimento specifico di e.,-<:ombattenti. Occorre ricono&'.:'ere che, ad ogni modo, una certa consistenza. generate e una possibilità CQlstituziouale di attuazione l'ha soltanto l'affermazione regionalistica del popolarismo. Contro di e<;Sa, però, nella vita de11'oggi si contrappone trionaa.lmei1te il r,1 incip:io nazionalistico dello st.'tto accentt·atore. Ci par di aver accennato sobriamente ai c~rntteri del movimento regio11alistico. Ma esistt nel Méaogiorno u.ua tendenza che lo rigu&di? In altri termini, è in elabornzione u.na mentalità pel regionalismo? Vediamolo. • •• Sessanta e più anni cli con,;vew,,a llDitaria hanno comportato al ~1ezzogiorno u1:1acoppia di pregiudizievoli dittature burocratiche. Per la pri. ma, adesso che si comincia ad i.Jidagare con una certa se1·enità sugli avvenimenti che seguirono la mtificazione d'Italia, si riconooce che - dopo H 16o - l'Italia non si consolidò con. g1·acluali sviluppi di comprensione mentale, ma in modo esòso e volgare, grazie ad una classe di bu 1·0crati, che ven.ue quaggiù a padroneggiare - i , piemontesi • dell' a.nedottica popola.re -. Furono, è Yero, le Yicende del uostro Risorgimento che determinarono questo fatto. Comw1que, esso ha un peso non trascurabile, tanto più se si consideri che la burocrazia ripugna ai problem.i della terra, come ben disse il Treitschke; per la seconda, essa fu i.nstau.r'ata da Giolitti, mentre - cl'alfra parte - il ]v!ezzogiorno quasi niente gode,·a delle parentesi liberali del s,10 predomfoio. E sulle im,ponenti questioni giuridiche insolute - ad esenipio, la demaniale - e sugli avvelenamenti della vita m1n11lc-ipale,la corn1zionc, i soprusi e i favot'1tisnni, di 1111. fttnz.ionar:ismo esotico insensibile 1 per costituzione mentale, aUa realtà meridjonale, dovevan0 fatalmente man.tener basso il nostro costume ciYile delle plaghe meridionali. In qualche punto - come in Sicilia - si manif~tò a ,·olte ttna reazione in,·c]uth·a, ma, effimera1 per durata, fu solamente volgare. L'intellettualismo regionalistico è stato rappresentato da qualche isolatQ: mai come t.endenza di psicologie colletth·e 1 nonostante non mancassero provocazioni. Dunque, se il regionalismo esiste in qualche en.unciaziolle programmati-ca, 11011esiste ,invece, nell' «animo» medcl~onale. Vi sono i:n esso1 al contrario, manifesta.z.io11i tipiche dè esaltaz;ioni collettive. E queste si avvertono, ed è logie.o, in fonn.a. Ì11Sur,re7..ioua.le, LA RIVOLUZIONE LIBERALE principalmente Il ove le condi7joni ambientali rono ecce-.<iona.lmente favorevoli. Il fatto dell 'insularilà molto spiega dei moli diversamei1te sviluppati - di Sicilia (fasci sicilfa.11i)e di quelli recenti di Sardegna (sfociati nel « Sar,lismo •). Osservazioni 11011inutili ci pai<:110queste: che la Sicilia mai ha conosciuto Mnrx, mentre le si può riconoscere 11at.urale 1111ae<:rt.aprefercn1--a per la « forma mcntis • dello scriUorc di , J,a città del Sole•, ossia u11'aspirazicmc ncbulo~ e irrequieta. verso utopie umaniLaristic:li(~ (csist{.-1J7_,a, di plebi e pre<lominii solari • c.-cc.-ola spfogazionc concisa); che la SardegtLa s, iluppa tipi suoi propri, specifici: in sintesi ,sviluppa un socialismo che non aspetta le crisi spossanti rx-r far omaggio alla « realità ,. Il tro11co conlincntalc, invece, non ofire - cd l! s1>iegabile - cli quelle 1nanifcslal ..ioni, ma non prese-uta nè tm ti po evolt1to cli at.t.eggiamenti cousapevol-i, nè un comportamcnlo tendenziale di preferenze domestiche . L' atteggi.amento del mericlionale è mat.eriaio di equivoci che si possono comprendere o, megUo, dedurre da questa vivente situazione: intimità di • cafone>, che si ,•orrebbe strozzare sotto orpelli cli pseudo-cos111opolitismo; in clcfini✓.ioue - come tipo sociale - in w10 sterile sfogo--.'.:' superamento, meglio, cli ritrnegamenlo. • •• Si può anche suppone che il Partito Popolare potrà vedere attuato quell'insieme di ritorme che è nel suo bagaglio programmatico.Se persù,ie il tipo attuale ciel meridionale, che cosa avrà fatto il popolarismo con ciò? E' presto detto : avrà imposto al Mezzogiorno una nuova conformazione anuninistrativa, 1u1a nuova fonte di corruzioni. Sarà 1 insommma, deceutrame11to (di pa,te.Ji:lalisrui) e accentrainento (di mtw.icipalismi). E c:he il fatto che un pa.itito politico costitu,. zionale abbia posto il concetto dell' Ente Regione, non significhi considerazione cli qualche att.eggia.mento nel Pae$e, ma semplice integrazione programmatica, lo comp1·oya I'osservazione che esso partito mieteYa e miete (per quel che gli è consentito) in Sicilia (idealità cristiane) e in Lombardia-Veneto (quelle e interessi sociali). ;-;-eJ Mezzogiorno 11011 ho mai veduto adesioni ad esso pel programma régionalistico. E se non per noi, per chi dovrebbe servire il Regioua.lismo? • * • J1 M€:Z7...ogiorno,in quanto ha di meglio - Ossia nei gjovani - non manifesta nessun sintomo oouforteYole. ~e volete una prova: non son molti quelli che - non dico conoscano per familiarità di studi - ma almeno sappiano che vi sono stati degli studiooi del ùiezzogiorno; che esistono due palpitanti enciclopedie delle nostre condizioni mrali. .M:i domando: in questo ambiente è a parlarsi cli r'egionalismo? Credo di no! Secondo me la questi:one rnerixl:ioua.leè pnùna. cli tutta - e sovra tu.tto - questione di stato d'animo. Sono due o tre ostacoli mentali o due estremismi che bisogna superare pregiudizialmente: l'implicita tendenza fatalistica. (nonna.le) e la credenza (marginale) alla necessità insu.rrezionale, c!Je sono - piaccia o non piaccia - alla base della « forma 1nentis > meridionale. Spiegabili nella plebe, non lo sono in persone letterate. Questi estremismi vulnerati, è possibile mettere con proprietà la questione del l\!Iev...ogion10, e considerarne adeguata1nente i vacr-i problemi. Pt·esentemente non v1Jpuò essere che paternaliismo; non bisogna i.1lu.dei·si. Che i giovani leggano Da Verona o Zuccoli O Pitig.rilli, è fatto pei'sot.talc e di mere 1>refere1ne letterarie. 111.la che gli stessi, e clopo siffatte letture, se ne Yengano a sputar sentell7,.e che sau di sàclico vassallaggio, è fatto repugnante e idiota. ~on può non contristare, specie quando si pensa che non son poi pochi. l\Ia che per lo meno ·se ne vad.a.110 ! Che si avviino ,·erso ]a fan1eticata terra del loro sole artificiale, quale risulta dall'idear.ione ma.tu.rata attra,·erso il contrasto insopp1·imibile tra l'essere e il Yolcr sembrare. 11 problema del me.7,,zogiornoav,.à a giovarsi soltanto di chi si sente italiana nelilo spfrito ma domestico di mentalità. V' è m10 spirito, nobile qu..'tnto poch.i a]tri1, che possiede sapientemente fusi i clue caratteri: G-iustino Fortunato. Sconsolato ma. non pessimista, egli. ha dato l'esempio luminoso. Che lo si sappia seguire! Solo in tal modo ci p1·epareremo aUa verace rivoluzione unitaria! GIUSEPPE DEI.LA CORTE "b'Eao DEbbfl STAillPA " il ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel rc)oI, ha sede 1,:scLUSIVAMF.N'fE in Milano (r2) Corso Porta Nuova, 24. IN MORTEDI UGO STINNES BERLI:-;O, ro aprile. La figura di Ugo Stinnes resterà per lo storico carattc.--ri&tica di tc.-mp:i dc.-ca.denti e matcriaHstici. Che Ugo Stinncs sia stato per i suoi contemporanei più importa11te e più celebre rii Einstein e di IIaupima,m è un fatto che basta per giudicare un 'epoca. Forse 11.€S6w1 uomo prima di Slinnc.-s ha avuto ma.i nelle mani una JX)ten,-...acosi granclc, sen;,..a che essa corrispondesse ad alcuna c-:,rica ufficiale. De mcrtuis nlhil nisi bene. Tutta\.·ia dov<.--ndo dare dello Stirrnes un giudiz;io stc,rlco oc-corre non nascondersi i danui che l'opc..-ra sua ha causato al suo l'ac.'-i<:.L'n giudizio sintetico, che non mancheremo di dimostrare in seguito, pub essere questo: la s.ua ricchcz,-.a favolosa non era cresciuta. con il lento sviluppo clell'economfa nazionale e tmi versale, ma c.--ra i] frutto della miseria della Germania vinta, il rL~ultato di quella catastrofe monetaria che la.sci.a\'a tutte le possibilità ad alcuDl uo·mini sew...a scrupoli, mentre le grandi masse subivano dolorosamenl.e gli effetti della crisi. ('go Stinnes, agile, energico, di un egoismo napoleonico ha saputo sfruttare tutte le occasioni del dopo guerra. Quale fu il motore d.i questo temperamento? ~ulla del parvenu, nessuna delle corruzioni che reca talvolta la ricchezza, in questo uomo assolutamente privo di passioni personali, lavorat:ore instancabile, cbe non si serviva in alcun modo per sè delle sue immense sosta.=..e. Viveva modestissimo, portando abiti neanche stirati tutti i giorni, privo di ogni vizio come di ogni predilezione. Veniva a Roma e faceva le sue visite commerciali sell.7..a ricordarsi! dei musei nè delle bellezze artistiche. A un giornalista che voleva sapere che eosa egli pensasse della let,. teratura moderna, i-Lspose che la sua unica lettura efa la « Deutsche Allgemeine Zeitung • il giornale di cni egli era proprietario. Il suo lavoro e il suo guadagno non avevano alcun scopo, fuori del suo stesso imperialismo commerciale. A chi gli chiese perchè lavorasse tanto, non seppe rispondere nulla fuori della frase banale : - larnro per i miei figli! - ~a è dubbio che i suoi figli si trovassero d'accordo con lui. La figlia Desia almeno ha pubblicato un dramma, piuttost'o mediocre e che viene recitato soltanto in qualche piccolo teatro di provincia, in cui si confessa pacifista e socialistoide. Tutta la sua vita senl:'imentale si esprimeva in un patriottismo 1niope, di quel tipo guglielmJno che ha b-atto a rov-ina l'impero tedesco. Stinnes ha appunto continuato a vivere nello stile del vecchio send.b:>re imperiale anche nella . Germania repubblicana. Fu lui, in prima linea, tra: gli ispiratori industriali di Ludendorl. Il suo piano imperialista tendeva alla Lorena lraucese per trarne la ghisa necessaria ai suoi alti fo1ni, al Belgio, dove avrebbe potuto estendere il suo impero _carbonifero'. alla Rome:nia., ,;~ile per la sua politica petrolifera. Anche a Spa p01tò la rudezza e la decisione dell'uomo di affari ; e fu egli solo, l'esperto per i rifornimenti di carbone, che osò alzarsi tra gli altri, fermi e s-il•enziosi, a prronwiciare il suo discorso contro la 'malattia. della vittoria : « Io mi alzo per parlarvi e guardarvi meglio in faccia ... > Questi gesti non gli impedivano tuttavia di peusare al p>rop,;o ,·autaggio. A Londra cercava spregiudicatamente l'appoggio degli ingiesi per il suo piauo di acquisto delle ferro,-ie tedesche. Si accordaYa parimenti col marchesè di Lubersac, capitano di industria francese riuscendo a guadagnare niente.meno che wia percentuale del 4 per cento per la mediazione tli rifornimenti in couto riparazioni che dovevano essere fatti da.gli industriali tedeschi. Bisogna notare che la somma veniva tutta a pesa.re sullo Stato tedesco. Louchem· ha raccontato pochi giorni fa come persino dtu·a1.1tela reS::i.stenzapassiva. Stinnes cercasse di trattare con i fraJ1cesi. Egli fu per la resistent' ...a passfra, perchè credette -inizialmente, da quel miope pclitico che è, al successo. l\1a appena com.prese l 'errorc non esitò1 approfitt..--mdo delle circostanze a valersi dell'esercito dell'occupazione, per peggiorare le condizioni dei suoi la,·c1-alori anche contro le leggi tedesche. Come tipo egli non è uu Selfmtu:te-ma11. Appartiene a una famiglia benestante già da be genera,-Joni. Il nonno ne a,·eva fondata la fortuna occupandosi del traspo1to del carbone sul Reuo. li giovane Ugo S6nnes si occupò più la1~gamente di vencUta, e di estraz-ione del carbone. Già nel 1901 aveva potuto fonda.re la Deutsch Luxemburgiche Bci·gwerks und Hu.tten A. G., nu'intpresa di proporzioni moderate, non disfanne dal lo sviluppo generale dell 1industria tedesca in quell'epoca. ~la la sua rapida ed eccezionale carriera. conuuerciale appartiene invece completamente al dopo-guerra. La sua abilità si dde tutta nella prontezza con cui si adattò alla 11uo,·a situazione. Kon solo egli riccnobbe subito le conquiste sociali del proletari~to: ma seppe dal 11110,·ostato <li cose trarre il massimo vantaggio. Fu Stinnes il fondatore della prima . .:\rbeitsgemcnnschaft (Stabile collaboraz-ione coi sindacati) nella quale le forze rivoluzionarie Ycnivano nddomesticate, potendo gli industriali accontentare facilmente con l'aumento dei salari le tendenze riformiste della cl:asse operaia (i prezzi si potevano infatti in forte mistua anmenlare per la indispen ...c:.abilità dei prodotti offerti). Il crollo del marco facilitò :I gioco di questi apparenti aumenti di salari. Gli aumenti degli stipendi e dei salari proc<rlevano sem_prc più _Ientam~te del giro della valuta, m•e 1n potevano attraverso la valuta Dumping esportare e guadagna.re sui margini del basso costo. Si è sviluJ>P8ta in qu.el tempo la strapoten,.a. dell'industria, per modo che Rathena.u poteva parlare di u.na mezza dozzina di nuovi Arciduchi che: erano pc-r le loro ri.cché7.:re i veri padrc,ru del paese. A determinare questa situazione contribui vano la grande quantità di mr.,n.eta cartacea in circola7.ione, le larghe indennità paga.te dal Go,·c.-rno tedesco per i beni di· proprietà dei cittadini nei paesi perduti, e finalmente i pagamenti che ricevevano gli industri.ali vendendo all'estero alcune delle loro fabbriche (per esempio nella Slesia): questi introiti potevano essere imr>iegati in sempre nuove i.accende. Vi fu. tutta una serie di speculazioni che· si pot.eva110 tentare a colpo sicuro. Le azioni delle grandi società anouimc, per es., erano quotate in marchi carta., !-,Cnt'..alrun rapporto col loro vero Talore, ~icchi: per prezzi minimi si pote\.·ano comprare fabbriche intere. Dato il continuo crollo del marco era ugualmente u.na speculazione sempre sicura l 'acquLstare grandi partite di azioni a termine. Il successo di Stinnes è tu.tto qui, nel continuo abbassa.mento del marco. La R.eichs Bank ne ha latte in buona parte le spese: egli dava in pegno una partita di azioni e ne riceveva denari con cui poteva comprar subito altre azioni e restituirlo in carta svalutata. Gli industriali erano così naturalmente interessati alla svalu.tazione del marco che dava loro la possibilità di esportare a prezw inferiore all'estero, pagando i costi di produzione all'interno con denaro cattivo. Colla moneta buona che ricevevano dall'estero e dalle banche (buona almeno nel momento in cui la ricevevano) era sempre possibile combina.re nuove imprese più vantaggiose. Perciò accadde che lo stesso Stinnes in un momento in cui si era riuscito a stabilire il marco, lo fece ricadere ancora buttando sul mercato u.na grande somma di sterline per l'acquisto di carbone per conto delle ferrovie dello Stato, proprio durante l'occupazioné della Ru.hr ! Stinnes comprava tutto. Il fainoso trust verticale è una invenzione a posteriori. Egli acquistava prima e combinava poi. Se si vuol trovare il tipo dell'industriale, dell'intraprenditore IDC>- deruo, bisogna pensare a Rathenau. Stinnes non è che un tipo di affarista in grande. Rathenau è in coltura, in politica, in industria 1a sua più netta antitesi. Stinnes si accontentava delle materie prime. Rathenau fu l'uomo dell'industria di seconda la,orazione. L' A. E. G., il grande trust di Rathenau è un bell'csempio di u.na sola industria, la elettrica, organizz.ata " perfezione in tutte le sue parti. InYece St:innes compra Ya tutto ciò che '""ede,a, carbone, te:rTa, accia.io, ghisa, nav-i, legnami, giornali, alberghi. Quest'opera poteva affermarsi e fiorire in tempo di inflazione. QIJalldo Stinnes avesse tentata la prova con 1'economia tedesca in condiz-ioni nonna.li egli sarebbe cert'amente fallito. La morte ha sottratto a questo esperimento il re assiro dalla barba nerissima. : e per sua fortu.na la sua eredità sarà di ,;sa tra diversi diadochi. PROCOPIO PIERO 60BETTI - Editore TORINO - Via XX Settembre, 60 Opere di Enrico Pea ROSA Ol 510N Dramma in tre atti, L. 4. PIU!VIE PIOGGIE DI OTTOBRE Tragedia in tre atti, L. 4. FOLE Rncconti e fantasie, L. 4. (rilegata L. 5). I tre Yolumi che rappresentano una delle più siguificatiYe opere di poesia della letteratura contemporanea, si spediscono contro assegno o dietro vaglia di lire dieci. GHERARDO MARONE DIFESA DI DUù.CINEA Saggi su Pea - Onolri . Papini - Unga.i-etti Di Giacomo - Panzini - Pet:raccone ecc. 1 vol. di r8o pag. L. 6.

LA RIVOLUZIONE LIBERALE LA POLITICADI GIOBERTI L'avere l' Anzilotti (Gioberti, Vallecch,; ed.) poco ~pprofou.dito l'esame del travaglio C11lturale giovruule del Gioberti ,gli ha impedito di mettere nel dovuto rilievo diversi aspetti (sccon<lan,. ma caratl.eristici) del pensiero dell'abate tonuese. Anch'egli s'industria cl 'attenuare l'unpo:ttwza dell'adesione giobe1i.iana al re,pubblicanesnmo ma.z.ziiniauo, do\·uta all 'accctta.zione del panteismo di Bruno e di. Spi.110;,,a,quale ,isulta nella famosa lettera di Demofilo ai compilatori della Gio1Jine Italia; mentre, d'altra parte, passa quasi sotto silenzio le pure giovanili ~ ~1tccess1ve adesioni al m.atc.rialis1110,al ro-- m.a.n.tieismo, al giusnaturalismo ed aUa teocrazia ,predudendosi per ciò la possibilità cLi caprre appieno i.l pensiero del Gioberti maturo. Certamente, il documento politico più importante dell'epoca giovanile è la famosa lettera al Mazzi11i: ed è notevole il fatto che aU'csaltazione dello • stupendo panteismo bruniano » consegua l'accettazione delle idee repubblicane e dell'evangelismo giansenista cosi caro al Mazzini noi:i meno che al LameU1w.is 1 poichè taie accettaz10ne ritornerà, ogniqualvolta il Gioberti, obbedendo al suo temperamento, abbandonerà il ferreo platonismo della • fonnola ideale , pe:c nconoscere i negati clidlti della de.mocra:,,ia (r). Pote:nz.talmente, t:: o,rvio, e qua.le espressione del suo persistente temperamento giova11.ile, il Gioberti ba sempre portato in sè la possibilità di deplorevoli abbandoni alla passionalità demagogici e retorica ; ciò che mette in chiaro, oltre che la sua origine popolana, il cai-a.ttere della « democrazia • verbosa e ,-acua delle e: teste bru6ate > : Brofferio (che il Rodolico ha dimostrato esse.re stato 1111impunitario) e Macchi. Per il Gioberti della , fonnola ideale • la democrazia (e il panteismo di cui era la politica espressione) vichianarnente era la fase preistorica, infantile e seutiment'a.1e dello sp:irito, destinata ad esser negata e sorpassata dall'affermazione dell' Idea. Insistere sul panteismo giovanile del Gioberti non deYe voler significare il p:roposito da parte nostra di dare valore più grande di quel che effettivamente abbia all'adesione ad esso del iiformatore piemontese, ma i1 riconoscimento che tale adesione rimase sempre in lui in fwizione di stato d'animo e di sentimento: elemento atth-o, .$Ì direbbe, in contrapposizione all'elemento statico rappresentato dal suo intellettualismo. Il vero si è che pri!rna del ritrovamento della • formola ideale • l'a,n.imo del Gioberti fu come un campo d'esperiniento, nel qu:ale le più contrastanti idee e tendenze vennero a cozza.re per la selezione e la prevale9za. Cosi nel culto dantesco come nella tlrad.izione alfieriana e nel teocraticismo del De :Ma.istre trovarono forse la loro origine l'idea del Primato, e il sentimento della fatale prevalenza piemontese; mentre forse aJ raziona'1ismo positivista si deve i1 suo realismo politico, e :-i.1 giusnaturalismo il concetto dell'miz.ihle uguaglianza di fatto e di di.-itto di fronte a.lla natura ed a Dio Purt.11ttavia tutte queste varie ten<lenze rimasero in lui latenti ed all'oscuro stato di potenza: correnti vicen.devo!Jnente equilibrantesi nel convulso mare del suo animo; finchè l'idea - madre di tutta la sua filoscfia - non fu da lui percepita e non impresse al suo spirito una sic111·alinea cli demarcazione e di condotta, assie:rn.ead una robusta spinta. verso l'azione. Il tono com,nosso con C1l.i il Gioberti parla della sua percezione della , f~mola ideale • potrebbe a tutta prima klsci.ar st,pparre che tale percezione egli abbia avuta per iJJurn;nazione -improvYisa, se i diligenti recenti studi del :Menzio sulla disserta:,jone inedita sul Progresso, preparatoria del Primato, e del Caramella sulle anticipazioni vichiane della , fonnola ideale • uon t.esti111oniasse:roche anche di essa ia matura'.Òouefu lent':ae che solo attraverso tUl lento processo cli elaborazione la teoria clel linguaggio del De Bona.ld doveYa spiegargli il mistero d'ella RiYelazione, e la filosofia del Vico inspia'argli 11, senso dell'unità della Legge divina esplic-a11lesi nei corsi e ricorsi della storia, intesa que- .Sta qua.le biografi2. dell'umanità. Colla formala ideale: « l'Ente ctea l'esistente e J1esistente torna all'Ente » 1a concezione allegorica d'ella trinità contenuta nella giovanile lettera al N!.azzini prende corpo: il Padre (oggetto ,lel primo ciclo) diventa l' Ente primo, w1ico e creatore ;la Grazia « nascente dat1a sosta.11za divina » diiven.ta la Parola generatrice e genernta, il Cristo e l' Idea (tennine medio sinte- (1). - Basta ricord3l'e l'apP'licazione dei metodi demagogi6 (e· l'anticipazione. di quelli fas6.sti) nella provocata solleYazione cli GenoYa oer' abbattere con me7..zie..-xtra-parlamentari l mi- ~tero « municipalista , del Pinelli. Può essere utile rilevare che i:n quell'occasione il Gioberti, ·come un qualsiasi. demagogo del nostri giornii, non, s'i peritò di adoperare l'e paro1e meno vere e più grosse per r~ggitu1gere i1 suo scopo; dopo di chè dovette, come è logico, convalidare gli uomini della piazza che difese ed assw1se nel suo :Ministero del 16 clicembre 1'4 : che fa dai conservatori chiam.rulo «il Ministero di Genova» petchè sorto dal tumulto e perchè in odio a To1'ino re.pubblicaneggiava e eh iecleva la Costituente ! Pensi il lettore se ai nostri giorni 11011è. avvenuto qualcosa di ~inrile. tiro); mentre lo Spirito diventa l'Umanità-Cristo. (oggette1_del secondo ciclo, il 6clo umano), desiderosa d1 ntornare in seno a Dio. .~011 essa fonnola ideale, che è l'esprc:s,;ione p1u matura e geniale del teologo e filosofo torinese, la ei·eazi~ne col suo pe1·chè riceve una legge ed una sp1egaz1onc: i due c-icli della lormola rappresentano, oltre che le due sfere ,li azione dello Spirito, nclLo. pri1ua ,liviuo e nella sccoucl.a umano, le due fasi distinte della vita del Gioberti, nonchè l'esplicazione delle finalità wuane e la di1nostraz.ione dcJJa caduta originale. Iu w1 passo della già dcordata mcmol'ia sul Progresso preparatoria al Primalo, lo stesso Giobetti molto chiarantente s' esprime a tal riguardo. Precisa.mente scrive: e L'origine del progresso e del regresso è sovraunalurale, e questi sono Ja continuazione e l'esplicazione naturale di due fatti primitivi e sovranuatu.rali. li prine,p10 sovrannaturale del progresso è la l'ivelazione e l'integrità prhnitiva rinnovata ln parte della redenzione. Il pdnc-ipio sov1'a1111aturaledel reg:esso è il peccato origiuale, qttello della corruzione e della decadei17.a ». (Menzio, La prepa,. razione al Primato e la diss. in. s1t.l Progresso di V. G. Giorn. St. cl. Lelt. i.t., fase. 2267, pag. 82 e seguent!i). Dove si vede il teologo cattolico cliventare. proto-n1odenùsta per spiegare secondo la storia i dogmi della Chiesa, l'uomo cli fede giusti.ficare mediante il pensiero il sentimento del peccato primitivo e del conseguente duali.snro uomo-Dio· il filosofo acquetare il suo tormento intimo ne.Ì riconoscimento del la Ie.rrea legge della vita cosmica; e l 1u01nodel secolo il cittacl'ino accettaJ'e la lotta per la libertà 'come un do~ere da compiere (espia.'lione, missione) per accostarsi a Tuo • Di conseguenza, il primo ciclo (involutivo) sarà queJlo della cacluta originale e deJla. enuncinzioue-1ivelaz,ione dell'idea mediante il Cristo (Grazia), e comprenderà tutta l'attività teoretica del Gioberti pensatore e polemista; mentre. il secondo ciclo (evoltttivo) sarà quello della affennazione - concretizzazione deli' Idea e comprenderà l'attività politica di fatto ciel Gioberti capo-partito edi uomo di Stato. Il platonismo dell'idea del Primato dell'Italia deriva Yerosimilrnente dal platonismo del dogma della rivelazione ausi1iato dall'a,postolic-ità delln. Chiesa romana, e si capisce molto facib:neute come l'Italia, sede del Papato, possa esser dal Gioberti stimata la Na7jone-madre, quando si ammetta che la sola rivelazione è il fatto unico della nostra giustifica.7. .ione e del nascere in noi dell'Idea, evidentemente conservata dalla Chiesa che di detta rivelazione è la depositaria e l'erede. Q,uesta 1'idea-chiave del Primato italico-papale, e la giustificazione del suo penn.anere nei secoli : - è la superiorità dell'Idea (libertàmetessi) sulla materia (schiavitù-llllÌmesi) che il Gioberti intravvede nella Chiesa, la quale per la sua esistenza nei secoli ba perciò bisogno di una Nazione-corpo (terzo termine sintetico) libero ed autonomo, in cui inca.rnai•si, per manifestarsi e redimersi. L'Italia culla d:l tre civiltà non. pot'eva non essere la n.a.z.iouea ciò pre-\ de.strnata. Come la primitiva libertà pelasgica era stata la c-iviltà-madre della preistoria, e la civiltà romana quella madre dell'a11tichità nonchè il corpo i:ri cui l'insegnamento del Salvatore s'era i11ca.rnato,cosi ora 1 'Italia risorta a libertà dovrà essere la propagatrice del rinnovato insegnan1ento eristico e la Cllllladella nuova ci1viltà cattolica. La tradizione vichiana era peii.anto in tal modo ripresa e portata a nuove conseguenze, seguendo le quali l'unità ed indipenc1en7.,adell'Italia cliventava fatale. E' da notare che tale concezione. affatto platonica e teologica (vecchio testamento, popolo eletto), non poteva noi1. essere aristocratica , necessa1iam.ente presupponente, nella Federazione delle quattro monarchie della Penisola, l'inevitabilità di una che h~ esse fosse preponderante. Il 11eo-guelfi&1110del Gioberti 1 che non fu se non l'esaltazione dell'idea apostolica e dell'Unità, potè fa.- credere che egli postulasse il rafforzamento del Governo tempora.le del Papa e ]a prepondermna di esso in, seno alla federnz.io~ ne - non si tenne abbastan7,. a conto che i 1 Giobe1ti era piemontese td ammiratore e seguace del p-2nsiero liberale e laico cl 'tuL altro grande piemon&-se, 1 'Alfieri, il quale 1uezzo secolo prima aveva fra l'altro scritto la seguente n1olto si,gnificativa divinazione: , L'Italia divisa in molti principati e debolissimi tutti 1 avendone tuto nel suo bel ce11tro (quello pornliificio) che F-t.a per finire, e che occupa la miglior parte cli essa, non potrà certa1nente audare a ]ungo senza riuni.rrsiahneJ10 sotto due soli ptincipi che o per 1natrimoni dappoi, o per conqu,isla si rid1u-ranno in uno,. (Gobetti, Ln filosofia politica di V. Alfieri, p. n6-7). Coll'emergere della ì\1ouarchia piemontese nelle guerre e nelle insurrezioni qaa.rantottesche, li pensiero politico del Gioberti maggion:nente si concretizza, per orientarsi verso una concezione schiettamente laica e libernle. I due cicli della « forn1ola ideale » si divi.dono sino a pol.ru;r.,z.arsi ed a contrapporsi. Come sin allo1·a il suo pensiero etla stato esclusivamente teoretico (anche le su.e polem.iche contro i I Rosmini ed i Gesuiti devono rientrare tutte le lotte che egli sosteunc contro il sc.-nsismo adoratore dcl molteplice (internaziona]jsmo gesuitico) e delJo statico (rifonnismo rosmin.iano, accomodantisnw), vale a dire enuncia,. zione e clifesa dell'idea. contro 1'abbniamento dell'empiria : cosi ora, poggiando sopra un nuovo dato di fatto, l'azione, il nuovo ciclo, qudlo esclw;i vamente mnano si inizia. J4a t-rad:izionesanamente attivistica dell'Alfic-ri è dpresa, mentre dallo storicismo che n<;c:essariamente e-on. essa si postula, balr.a alto il pc.-nsiero del ;\>focbiavclli e cli Vico. Ultima conseguc=..a. ,li quc-sto nuovo fatto doveva essere il farsi l'azione 6COpO a sè stessa inclipendentemente da.i fini impostigli dalla re'. llg1011ee clai prin6pii postulati dall'Idea. JI platonL•;;rno inhdale veniva pertanto superato. Non è più l'idea preconcetta d'istituzionj fisse quella lit tale fonna di attività, poichè rappresentano che cl.etei·mina l'attività politica, ma il libero avan1...aredel pensiero e il suo progressivo concretarsi nella vita. In grazia a cjò il Giober'j allarga all'infinito il suo orizzonte incluoendo rn esso i pensieri più arcliti e ]e esigerrze più e- ~r~e: prova ne sia la sua accetta:done del socialismo • estremo porta.to della <leniocrazia che oggi. hionf.a, perché essa è lo svolgimento del pensiero nel.le classi che non pensavano i,. Q~ando si aggiunga che. nella nuova fase del pensiero giobe.rtiano anche la religione è assorbita dalla filosofia per diventare uno strumento, s, è detto. abbastanza per riconoscere necessaria la valu.taz1one da noi. tentata del .,.; , •1 t · , . b.ovam e paneismo dell abate tonnese ora più che mai vivo nella_ filosofia idealista del prof. Gentile e nella praxis del PartitoJGoverno nazionalfascista. Questa l'attualità, buona e ca11tiva, del Gioberti pen~tore politico; i11dipe.ndentemente dalla concezione platonica dei due cicli involutivo ~ evolutivo la qtiale dovrebbe dargli il diritto d1 essere considerato U,n pr=sore del Bergson ed w1 tardo epigono di Plotino, dopo che si sia t'liconoSCLutoche l'azione politica svolta con tanto acume dal Cavom non fece che maturare i germi da lui faticosamente gettati nel solco che la Monarchia piemontese aveva scavato. ARMANDO CAVALLI L'ORA DI MARX La Libertà di aprile pubblica la seguente risposta ad un'inchiesta sulla vitalità del marxismo e del socialismo : Bisogna aver il coraggio di affermare che questa è l'ora di Marx; pochi tra gli scrittori del secolo scorso (degli itali.ani solo Cattaneo) si. possono r'.!leggere con tanta commozione fremente.~ sdegnosa. Bisogna ristampa.t'ne le pagine di cntica della piccolo-borghesia : sono la critica del fascismo! Alla sua polemica contro il comunismo utopistico e anarchico e contro la democrazia traditrice potremmo mettere i nomi del sovversivismo inconcludente e dell'iuce::rte-4zasoc:ialdemoCI'atica. che ci diedero nel dopo guerra invece della nvoluzione proletaria, la rivolta de.gli spostat:i e de1 reduci. E quante volte non ci sono venute in mente le malecl-izioni di Marx di fronte agli intcllettuali 111ussolin~ll1? In Mru·x mi seduce lo storico (gli studi sulle lo~te cli classe in Francia), e l'apostolo del movimento operaio. L'economista è morto, cori il plus-valore, con il sogno della abolizione delle classi, con la profezia del colletti,~smo. In filosofia il suo hegelianisn10 è tt1l p,rogresso rispetto ad Re.gel. Il materialismo st01ico (senea determinismo che saa·ebbe un fraintenclel'e il concetto luminose di rovesciamento della , pra.-tis , ), e la koria della lotta di classe sono sthunenti acquisiti per sempre alla scienza sociale e che bastano alla. sua g101ia di teorico. Il movimentp operaio ha avuto uno· scopo e una organicità da quando egli levò il suo grido d'i battaglia. Non è vero che Marx parli alle masse il lll1guaggio materialistico, Mazzini il liugu.agg:io ideale : 1 'ideale di Mazzini è nebuloso e romantico: quello cli l\Iarx realistico e operoso. In Italia Marx fu messo in soffitta per l'i=nat~tà ciel capitalismo e del proletariato. Il giolittismo era w1 musso1inismo in anticipo. Oggi corteggere il socialismo introducendovi il patriottismo e la democrazia, sarebbe viltà: nei suoi risulta.ti il movimento operaio sarà ce.1to patriottico e democratico, ma per raggiungere i suoi lis1ùtati deve segui re una linea- di intransigenza senza inchùgete agli avversari che sperano di a,tenuarne 1'cnergia. 11 fas6smo anti-capitalistico e anti opera.io perchè infantile, pensa di ipotecare il foturo di condannare l'Italia alla minorità politica ~ all'ossequio verso i tutori: è probabile che la parentesi fascista non sfa breve: ma certo sarà i 11 nome di Marx chet le avangua:rdie op&aie e le élites intxansige11ti lo seppelliranno insieme con le stte lusinghe. PIERO GODETTI 63 SOTTOSCRIZIONE PER PORTARE LA TIRATURA DELLA RIVOLUZIONE LIBERALE DA 4000 A 10.000 COPIE Corrado Spadoni F. F, Un socialista avanti lettera Alessandro Pellegrini f',-uido Stacchini ~- :;,.;_- Milano A. F. G. Morgadi Mario Gia.notti Cesare Gianotti Leopoldo Rocchi Castagna Grc-gorio Terroni Cannelo Pagliani lo Vincell7.,(J Galt.errnayer t-;iso Giuseppe Isnardi Luigi Silvani Tullio Asearelli Pastè Camillo X. P. Sore Testa L. M. De Jona V. Vannucchi Giovanni Freddi Mario Grazzini Mirko Falcani N. :;,.;, Roma N. :-,, Li,io Martinelli N. Y. Roma Giovanni Amadei K. Y. Roma A. F. C. .Della Seta R. P. -'· --- Roma N. N. - Dansani Stefano N. N. Roma N. N. D. Ciccarelli. G. Pampiglione Epifani. Piero Parenti Licheri Rinaldi Romeo Patarino U. Ciarli -'ebbia Gregorio Alessandro Magrini Francesco Cucinotta Antonino Ropa A. A. C. F. G. G. Dott. Dino Vannucci Dott. Luigi Rocbat Ida Se.ttepassi Luisa Sette.passi Martini Gino i{ariani Agostino Dorvin Tommaso Martinelli Benedetto Gian\lotti Ezio Dott. Scimione ln.g. Emilio Borbaltoni Doft. Gino Ragazzini Gilberto Ma111,anotti F. R. B. M. G.-'\- Giovanni Bottacini L'elenco contin.:u.a. Lire 15 > roo • roo 50 IO !O 25 IO 5 IO 5 5 5 5 20 20 50 5 5 5 IO II 5 5 5 5 5 5 50 15 IO 5 5 IO 5 5 I 3 IO IO IO IO IO IO IO • roo Aumenteremo la tiratura di IOOO copie per tutto l'~no ogni 4000 lire di sottoscrizione perven~teei. Questo è_ il costo netto tipogranco dell awnento della tiratura per tutto quest'anno. LA CRITICA POLITICA Direttore: OLIVIEno ZUCCAnINI Non v'è altra Rivista in Italia che agiti il problema del « regionalismo » proponendosi di risolverlo in a.na radicale trasformazione delle attuali istituzioni. Nel suo programma nettamente antiburocratico e anti• parassitario, autonomista e federalista si esprime una tendenza che nel nostro Paese va facendo costanti progressi. La CRITICA POLITICA è una Rivista organica, completa, interessante che in due auni di vita si è solidamente affermata L'abbouamento costa per un anno Per un semestre L. • 11 Un fascicolo s~arato L. 2 Per l'Estero l'abbonamento aumenta Inviare vaglia al1a L. 20 di L. 10 CnITICA POLITICA . Via del Serpenti, 116 . noMA

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==