La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 10 - 4 marzo 1924

~!z~,~~ 11 1111..::. CONTO CORRENTE POSTALE RIVISTI\ STORICI\ SETTIM/\Nf\LE DI POLITICI\ ESCE Diretta da PIERO GOBETTI - Redazione e Amministrazione : TORINO, Via XX Settembre, 60 Abbonamento per il 1924 L. 20 - Per un semestre L. 10 • Estero L. 30 • Sostenitore L. 100 • Un numero L. 0,50 (L'abbonamento non di•detto prima del 115 dictmln-e •'i11tet1de rinnovato per un anno) IL MARTEDÌ Ct,i rie&\,& ur, r,un,ero <li saiiio ,r l)OI) il)t&l)<le a.l>l>ol)a.rsi r,rspil'lia il iiorl')a.le, altrin,ell)i ili col')til')u,rrtn,o l'il'l"io e <lopo UI') n,<,se pro.,.,e<leren,o a.Ila. ris~ossiol')<r n,t<lial')te tratta. Anno Il! ~ N. IO - 4 Marzo 1924 SOMMAR I O: A, MOI<TI: Le organlnuleol di • statali•. - S. CARAMELLA: Snelli e le varie fortune del combattenti genonal. - 'G. M. di L.: Unamuno. - G. ANSALDO: L'iJ>gegnere Roesettl. - D. PETJtINI • p. g.: Guerra agli ap•litlcl. LEORGANIZZAZIONIDI "STATALI,, Si natTa che 11011 molt.o tempo fa cinque i1npiegati governativi, n1embri di non so che giunta di non so che organizzavione di • sta.tali • 1 rei di aver in una circolare agli organizzati parlato c]j amare.z:L.e e c]j delusioni causate da recenti riforme, siano stati dal loro superiore ministero sottoposti a processo disciplinare e ir1e vitat!i a difendersi dalll'accusa di aver semina,, to il malcontento fra i loro colleghi e suscitato fra di essi propositi di insubordinazione e di inilisciplina: per le giustificazi01ù degli incriminati il processo disciplinare non avrebbe più avuto corso., ma. in compenso i redattori e compilatori ciel bollettino di quella stessa associazione avrebbero ric·ev-uto l'intimazione aperta di cessare da q_uella loro ingrata. e sgradita bisogna, se non Yole,·ano incorrere in qualche non lieve punizione. Il fatto, insignificante per sè in un paese come il nostro, è qui ricordato solamente come der cu.mento della lotta che il goYerno attuale, diretto in questo dall'alta burocrazia romana, ora più ·che mai dominante in Italia, conduce contro le antiche organizz.az.ioui di i1npiegati e di salariati statali : lotta che nello stesso tempo e negli stess.i modi e cogli stessi iuenti è. conclotta contro le orgaa.ri72aZ.ioni di impiegati e di salariati di Enti pubblici locali, i qua,Li negli ult.imi, tempi si etano Yenuti sempre più assimilando, e giuridicamente ~ economicame-n.te_.ai loro colleghi dipendenti dallo Stato. Xon è chi non intenda che questa lotta contro le Associaziani c]j statali e assimilati, è parallela a quella, ben più Yasta e clamorcsa, che il fascismo prima 1 il governo poi hanno iniziato e vanno alacremente proseguendo contro le Associazioni di lavoratori ilipendenti dalle industrie e delle aziende priYate: e non è chi non veda, medesimamente, clie questa davvero mara,·igliosa offensiva se, immediatamente e dichiaratamente, si proponè\ come fine la restaurazione della dignità dello Stato e 9eila disciplina sociale, essenzialmente· e re1110ta1nente nura allo scopo, a cui sono intese dalla fine della guerra in qua tutte le forze reazionarie mondiali, di fai- pagare ai molti (ai meno ricchi e ai poYeri) le spese della guerra e dei risarcimenti ai danni cons~uenti alla guerra. * * * Se però la Crociata bandita contro le Associazioni di operai privati trova noi di « Rivo- , lnzione Ljberale , francamente dissenzienti dal Governo e dal Fascismo e risolutamente favorevoli agli operai stessi, non possia1no dissimwlare che la sorte delle varie associazioni di statali e di assi1nilitati non riesce a coll1!Illu<r Yerci soverchiamente. Le ragioni di questa nostra scarsa simpatia per le organizzazioni di impiegati e ili sala.r:iati dello Stato e degli Enti pubblici sono parecchie,- di queste ne esporremo oggi qualcuna. Anzitutto queste Associazioni, accogliendo i concetti di lotta d• classe, di organizzazione e c]j resistenza e innestandoli sul ceppo refrattario del ceto borghese e semiborghese, da cui si rech1tano gli statali, e applicandoli ai rapporti fra dipendenti dello Stato e Amministrazione stata1e, hanno singolaxmente travisato e cl.eformato questi principi, e presenJanclo ai loro acle0 renti lo Stato unicamente nell'aspetto del padrone esoso e sfruttatore, han trasfdnnato i diperuclenti dello Stato in altrettanti nemici dello Stato, trasmutando cosi quelle che erano idee di c];sciphna e cli responsabilità in altrettanti fomiti di anarchia, ili indisciplina e di insubordinazione. Nè si cbietti o s'insinui che lo stesso è accaduto anche nelki fabbrica o nell'azienda agricola per ciò che concerne i rapporti fra operai e datori cli lavoro: percbè nel caso dell'azienda l'operaio J,a di fronte il padrone o chi per esso, l 'organizza7jone operaia ha di fronte l'organizzazione padronale: forze concrete sono c,p~te a forze concrete e il trasmoclare dell'una 0 ctelrr'altra trova subito un limite ed lllla. correzione nelle necessità economiche socia.H e politi.che; mentre invece nel caso del co~tto fra Amministrazione pubblica e ilipendenti, la forza coucreta e bruta della massa dei ilipendcnti, trova di fronte a sè una squisita astra1...iouegiuridica ed etica, o, se \·oglia.mo, ua organo massiccio, lento, irresponsabile o, peggio ancora, siccome l'astrazione « Stato • se si oonc!'eta si concreta nell'individuo , dipendente dallo stl,to, il dipendente in veste di organ.izzato e di organ.izza.tore, in veste di ribelle e di suscitatore cli ribe.11ioni, trova di fronte alla su.a associazione e al1a sua « agitazione • nessun altro, in ultima· aualis±, che il clipendent:e in veste cli funzionario, cioè nessun altro che 5e stesso. Dal quale paradosso ognuno i11tende cbe sorta cli complicazioni e di danni possan cleri rn,·e per la comune dei cittadini e dei contribuenti. Altra ragione della nostra c]jffidenza è questa. Le Associazioni fra impiegati e sala.r:iati dello Stato, sorte sugli infai con l'intent.o giustissimo e rispettabilissimo di otteno!re daJlo Stato per i proprii soci un.o « stato giuridico » cioè, in sostanza, un contratto di lavoro stabile, ragioneYole e decoroso, ben presto degenerarono/ co:me forse è fatale che a,Teuga in Italia, in cricche oligarchiche, o, se si vuole, camon;stiche, tendenti ad assicurare ai d.irigent;i i.mmuni.tà e lucri. di vario genere, ai gregari privilegi ,i~pun1tà, favori spiccioli e minuti, che non avevan più nulla a che fare c~n lo « stato giwridico,, o col « contratto di lavoro » e che, tradotti in aumenti cli soese o in dim.inuz.ioni cli a resa », erar poi tutti _;,,ontati dall'erario pubblico, cioè dai milioni di contribuenti estranei alli, pubbliche • amministrazioni. E poi successe che, aYendo ogni organizzazione maggiore o minor YOC:ein capitolo a seconda del maggiore e minor UUIDero dei p.roprii aderenti, le associazioni di « statali » a pocv a poco aprirono le loro porte e cercarono di inqu.a<lrare anche gli impiec;;;ati di enti pubblici, comuni, provincie, enti morali ecc., op-- pure, estendendosi il contagio dell'organizzazione, le prime associazioni .di statali generarono o suscitarono, per figliazione o per imitazione, altri consimili sodalizi di impi.egati di Enti pubblici : intttile dire cbe specchio per attirare i ilipendenti di Enti pubblici nelle file delle Associazioni di statali, o piresame per tenere.. insieme questi ilipendenti 11elle no,·el le associazioni autonome, non poteva esser aJtro che il proposito e la promes~a di assicurare a questi più trascurati fratelli quei pri,ilegi di cui, beati loro, i fratelli maggiori delle am.ministrazioni statali già « godevano » da un pezzo: equo trattamento, ridnzioni ferroviarie, trattamento cli quiescenza, yacanze, stipendi, salari, e via dice,,<lo: il p,roposito cioè e la speranza che tutti gli impiegati cli comwi, d:i. pr?dncie, cli enti morali, di società esercenti pubblici sen·izi, ecc. di venta.ssero o P'rima o poi, effettivamente o imp1icitamente, altrettanti impiegati o salariati gov~rnatiYi. Anche qui lasciamo pensare ad ognuno che razza di disastro abbia finito con il rappresentare per le finanze e per la stabilità dello Stato e per l'autonomia degli Enti locali l'opera di queste associazioni di cui aneliamo parlando. * * • I fatti a cui sian1 venuti accennando èran già accadttti o preparati prim .. '1 della guen·a, negli anni che vanno dal 1902 al '9r4; la guerra trova queste associa71ion.i già tu.tte sorte o aiThne.no abbozzate, il dopoguena rinlorza 1 quadri anche cli queste associazioni e infonde anche in queste associazioni quello S']}irito, che adesso si suol chiama.re , spirito bolscevico,. Ho detto « anche queste associazioni. i, volendo d:ire che si produsse per le organìzzaz.ioni di statali lo stesso fenomeno di enfi.agibne e cli esasperazione che si ebbe nelle leghe e nelle federaz:ioni di operai delle aziende private: ma subito devo aggi1U1gere, a costo cli ripetermi, che fra i due fenomeni corse una differenza evidente ed essenziale. I lavoratori delle aziende ind'ustria,li ed agricole accorrendo sotto le baudiere delle loro le- , ghe e dando sfogo alla loro esasperazione nei modi' che tutti sappiamo, svolgev311lo la lord azione nel campo delle libere competizioni ds classe, pagavano cli persona perdendo o r~schiando cli perdere giornate di paga, impiego, aumenti, urtavano contro la resistenza. più o m.eno ela&tica c]j altri individui singoli o collettivi; se interessi <lfaturbavano disturbavano interessi CO'lltenuti in limiti topografici e sociali relativamente ristretti; e, finalmente, erano nell'a7.lont loro animati - e giustificati - da un proposito rivoluzionario, cioè, oltrechè demolitore, ricostruttore e rinnovatore. Im·ece i dipendenti statali ed i loro assimilati, inquadrati nelle loro associazioni, abbando-- nandosi anch'essi alle agitaziou.i che contra,ddisinse.ro il periodo 1919-1921, esercitavano la loro atti \.ità sovvertitrice in un campo che è per neressità sottratto a quelle tali leggi delle competizioni di libere fon.e e di liberi interessi, 'nel campo dell'amministrazione ili Stato e dei pubblici sen·izi; a: agitandosi II non pagavan di persona e non arrischiavano nulla., perchè gli stati giwidici, le , piante stabili > li proteggeYano contro ogni pericolo, e, per quanto si srappricciassero a far ostruzionismi, scioperi bianchi, scioperi rossi, scioperi trlcolori, sapevano, o spera\·ano, di non incorrer in graYi e immediate sanzioni, anche perchè ristùtava loro che gli incarÌcati di proporre e di far eseguire, eventualmente, quelle sanzioui erano anch'essi della « manicai», erano anch'essi del « fronte unicò •, erano anch'essi, insomma, degli « agitati » se non addiTittura degli agitato,·i. Trattandosi poi ili pubblici dipendenti, cioè cli gente preposta ilirettamente o indirettamente a dei pubblici ser- ~>::-}.zj~. gli effetti cli queste agitazioni avevano ripercussioni ben più Yaste delle agitazioni di liberi operai, e a tali effetti non si ·scttraeYa nessun ceto e nessuna regione, anzi più vi erano esposte le zone Jont.we dai grandi centri e più ne pati\·ano i ceti più attiYi o più umili. Finai.- mente questi clipeuclenti tutti o quasi tutti, nell'agitarsi che faceYano o per proprio conto o per ordine delle loro orga11izzazioni, non avevano, mai, almeno espressan1cnte, almeno prcgrarnma.- ticamente, un movente rivoluzionario, ma sempre, a1 momento buono, si affrettavano a dichiara.re che Je 101·0 « rivendicazioni. ,, erano di carattere :innocentemente « economico•, e che dalle loro a: manifest'azioni » esulaYa il fine politico. Per cui, a conchiudere, si può dire: primo, che a creare quello stato d'ari.mo di irritazione e c]j intolleranza succeduto a quello , bolscevico • e convenzionalmente chiamato a: fascista i, 1 assai più che i moti popolari ed operai che ,·anno dai tumulti pel carovh-ere all'occupazione delle fabbriche, hanno concorso le esorbitanze degli « statali», dagli scioperi dei sen-izi pubblici alle agitazioni contro le leggi rifonnatrici dei ministeri Kitti Giolitti; seco11do1 che il più grande sproposito commesso dal pa.1tito socialista italiano dal suo nasC'ere frno ad ora fu quello di avere sempre appoggiato in tutte le loro rivendicazioni gli ((statali », m.ettendo a disposizione cli essi le forze del prr-oletariato libero, e sacrificando in tùtima analisi questa superba accolta ili forze libere e , liberali,, agli appetiti indiscreti di quelle associazioni, tipicamente piccolo-borghesi e profondamente « aliberali i,. * * * Per cui, ripeti.a.mo, scarsa commozione in noi quando udiam parlare di persecuzri.oni contJ:o organizzatori e orga11izzazioni di « statalil> e p.ropens-ione a considerare tali persecuzioni un po' c01ne non i.m.met;tato gu.i'Clerdoue di tan.te malefatte. Ma, detto questo, noi dobbiamo affrettarci a fare un'altra considerazione. Al cli là e al clisopra delle antiche organizzazioni di stata.li e di « perequati 11, le quali ci interessano 1nediocremente, ci stanno le persone dei dipendenti dallo Stato, fra cui il nostro paese conta molti fra i suoi più fedeli e p,iù preziosi servitori, e oltre le persone e gli interessi e gli affetti degli impiegati e salàriati stanno gli i'n.teressi delle Amministrazioni e dei servìzi, cioè gli interessi più gelosi della ~espublica1 (stato patria), che noi poniamo ini cima dei nostri pensieri. Ora è risaputo che attraverso le organizzazioni dli statali si vengono a persegwitare gli statali stessi, e che negli statali si colpiscono spesso le loro idee e il loro pa.ssa.to politico, e eh.e dagli statali, specialmente dai più umili, si richiede, sotto forma di falcidie economiche e di iliminuzioni- giuridiche, quel concorso alla restaurazio.. ne dell'erario, che a,d altri membri della burocrazia civile e militare non sempre si richiede, e che quasi mai si è richiesta ai ceti più ricclii e più fortunati. Ora è risaputo che dalla &fuiucia, dalla d.emoraliZ7.azione, dalle angustie, dalle angoscie dci servitari dello Stato e del Pubbljco, nessun beneficio è mai venuto nè alle Amministrazioni nè ai servizi, nè, in ultima analisi, allo Stato, alla. Patria. Ed è risaputo che una siffatta seminagione c]j risentimenti non ha. mai alla lunga recato altri frutti che c]j tossico e di pianto per tutti e per tutto. Ed è appunto ripensando a ciò che llO'i, pur con le premesse e le risen-e che abbiamo fatte, non passiamo e non vogliamo disinteressarci del tutto delle sorti degli statali, i quali, spiantate le loro organizzazioni, abolite le loro garanzie giuridiche, si troYano ora allo stesso punto in cui erano venticinque anni fa, timidi e inermi zimbelli del talento dei loro capi e dei capricci dei politi.canti, che premono sui loro capi. Come• possono gli statali, impiegati e ,,alariati, uscire da tali distrette? La sah-e,..za è ancora là : nell'organizzazione. ~la questa "<"olta chi riprenda a risolvere praticamente il problema de1]'organizzazione e della difesa degli « statali , dovrà far ben.e tesoro della lezione del passato. Il quale passato sopratutto questo ci ba insegnat.o: che le organizzazioni di statali, le quali si professano neutre, apolitiche, e ~ propongono di « curare solamente gli interessi economici e giuridici dei loro aderenti», sono alla fin dei conti, la ro'"ina dei loro soci e finisce che non cu..ra.bonessun interesse vero e reale nè degll· statali nè dello Stato: nei momenti delle Yacche grasse non sono c:he delle pompe che prosciugano le casse dello Stato senza nè inondare nè inumiclire le tasche dei loro soci, e nei momenti delle Yacche magre sono delle finzioni, a cui nes- .suno crede e di cui nessuno tien conto. E devono a questo punto gli statali guardar bene in faccia. la Yerità e pigliar il toro per le coma. Ogni a: statale• ha una duplice personalità : quella del , funzionario • e quella del , cittadino i, : in quanto funzionario, lo statale è, insomma. un soldato, ed anche per lui legge suprema e norma d'azione ha da essere la gerarchia e la subordinazione. Ciò posto ha da parere assurdo allo , statale , stes.."O che un « fmlZlonario , , un soldato in quanto tale e come tale, si « organizzi ,, si associ, per che fare se non per criticare l'opera dell'Amministrazione, per discutere l'opera dei capi, e, quindi per infinnare quel principio di autorità che solo può reggei·e l'immane edificio di una amministrazione statale? Quindi gli statali stessi dovrebbero • da sè, senza che Yenga una legge ad imporlo,. riunnziare alla facoltà di organizzarsi come statali, di creare organizzazioni proprie, neutre, apolitiche, di categoria e simili. ~Ia accanto al a: funzionario > c'è nello e statale • anche il « citladino •, il quale, come tale, non può -e non de\·e rinunziare a nessuno dei diritti elementari del «cittadino•, fra cui supremo quello della libertà di aYere Ul1 pensiero politico, e di esprimerlo e di sostenerlo, anche insci·ivendosi a quelle associazioni che hanno per iscopo cli elaborare e diffor,dere idee e teorie politiche, cioè ai partiti pol~tici. E siccome la distinzione che ho fatta, è possibile farla così in astratto, in un articolo di ri.\;sta, ma nella realtà la distinzione uon esiste, e il cittadino trascina dietro con sè anche lo « statale funzionario i, 1 così se lo stata.le, anzi se gli statali entrano, o in pochi o in molti, in un partito politico è naturale che essi in quell 'ambiente si rice.r'chino e si ritroYino e discutano anche dei loro interessi ili dipendenti dello Stato, ed è naturale che della forza. del pa.rtjto in cui militano cerchino ili valersi per tutelare questi ler ro interessi, che non sono interessi generici di , c:ittàdini >, ma che sono intere,'Si speci.fi.ci di « statali i,. - E allora non è la. stessa cosa? Le associazic,ni d~ statali escluse dalla finestra non tornano a, entrare per Tu. porta?

!r :.\"on l la stess.a cos1.: qui 11011 è più l'Associazione apolitica, la quale cura gli interessi dei suoi affigliati, considerando questi interess.i per sè: soli, aYulsi dal complc.~so degli interes&i di tutta la nazione: qui non è più l'Associazione unica la qu,~le fa Yalanga di tutti gli appa11.eneuti a quella tale amministrazione, c1 per tener insieme tanti elementi, non può far altro che buttarli coulinu.amente ali' assalto delle casse delJo Stato; qui so110 ::;e m:1i ,·ari gruppi che si fonnano uei partiti 'e che J1i.'.rnecessità di cose, sono obbligati a coonlinare ed a subonli11are gli interessi 101·0 a quelli del paese, o per lo n1e.110, sono obbligati a considerare il ..problema cle1la !oro ca1~ricra, della loto amm.i11ist.ra1;ione 1 del loro servizio, come uno dei problemi tecnici e politici che il loro partito trotta o deve Lrallare, e de,·0110 cli queslo • singolo e specifico problema addita.re o accettare la soluzione che è inclic-:ila dal si!-.letna. di idee del loro partilo. Dal J)trnto di Yist.a degli interessi dello Stato l'assalto di gruppi di\'isi e spesso discordi sarà meno temibile e pericoloso; dal punto di vista degli interessi dello , statale • anzitutto l'opera di stuclio o di critica che egli c01npie, SYoll..aall 1ombra cli una fede politica. e in seno ad ttn paitito orgaui12ato, sarà, se non altro, mei10 soggetta, a ris~J?tiinenti cli cap-i ed a sanzio11i cliscipliuari, in secondo luogo l'ausilio delle forze del pa11.ito posle a clispooizione di queg·li stessi interc.c;si, nel caso che il partito intenda iinpegna.l'si perciò, sarà qualcosa di più ser'io, cli più sicuro, e dl più stabile che non l1ausilio di trna associazione neutra, se111-aanbna, senza sapore, e senza e.olore. .. Io non so se quel eh 'io dico a,-rà l'ap,pro•:azione dei miei atnici - e colleghi - statali; quello eh 'io so è che per ora, dalla parte del go,·erno, l'aria spira in direzione affatto opposta. Condizione indispensabile percbè' l,Y'~a ·a~:veni"re quel che io dico è che nel paese sia libera l 'atth·ità e la lotta politica, e che dallo Stato tutti i partiti, i quali non escan da certi limiti, siano trattati alla stessa stregua; ,·ed:a i 1 lettore se questa con.dizione si avvera nel paese nostro. Co11,di7,ione indispensabile perchè possa avvenire 1<;> a smjstamento » degli statali nei ,-ari partiti politici è che le &ttpreme al!,toridi. goYernatiYe e burocratiche non si occupino delle idee politiche dei" loro dipendenti e badino solo alla loro capacità e aJ.lo zelo che dimostrano nel loro ufficio: ,·eda il lettore se si avveri nel paese nostro anche questa. condizione. La sapete, è vero, la formula del gi.uram.ento imposta agli stata li tutti ? Eccone qui la. parte centrale : • dichiaro che non appartengo e prometto che non apparterrò ad associazioni e partiti la cui attività non si contemperi con i doveri del mi'o ufficio ». E Pavete letto, è vero, il R. Decreto 30 dicembre r923, all'aa-t. 64? , si incorre alla reyoca dell'impiego ... per mancata fede al giura.mento » ; e all'articolo 65? : « Si incorre nella destituzione.:. per pubblica mauifesta7..ione di propositi ostioli alle vigenti istitw..iioui »; e a,1l'art. 66? : , si incorre nella destituzione per qualsiasi condanna riportata per delitti ... contro la. patria ». B::i.sta questo 1 io credo, per mostrare che aria tira cli las.sù: aria di apoliticità assoluta: altro che , smistamento nei partiti politici , . E le conseguenze di' queste ... satire da panettiere sono già Yisibili nei campi delle oTganizzazionj. : la LA R ; ,. O L li Z I O~; !. L i BER AL E SAVELLI Il 20 gennaio l1i qttc.~t'am,o, a Genova, le c.:lez.ioni pes le cnrid1c locali dcll'Assoc-ia:,~ionc :-.:azionale Combalt~~1li diedero luog-o a un putsch: la lisla c\ell'/lalia Libera, prcscnl;tlas.i in miuorruna con tre nomi; della lista di 1rn1ggioran.z.'.l proposta dal Consiglio uscente caddero in m.iuorauz.a i tre e.-;po11enlifascisti I Lantiui c01npreso. Xo11 ci ,·olle molto a parlare <li • fallo polilico, e cli e afTcnnazione ccc1...zio11ale,: tir-ava 1111 v<.'1Jto <li fro11da da 11011 dirsi. XalttraJmcntc g-li eletti della lista scorbacchiala si dimisero , per solidarietà» e « per chiarire l 'cquivoca situazione .o e la scz.ione di Genova passò sotto tutela. JI gruppo dell'llalio I.ibera, che già da u11 pezzo a,·e\·a suonalo la diana con la lettera <li Zanotti J_3ianco,csallò la propria soddisfazione morale. Il 20 febbraio esce il « listone 11 per la I.-iguria: ,·j fa Imena mostra di sè il candidalo Savelli Rodolfo, professore di 6 losolia, combattente, decoralo, presidente della Federazione Ligure dei Com.baltcnti romponeule del Con.sigl.io );azionale clcll'Associazionc •: la cui anima in'equieta troYa finalmente la soluzione del suo enigina. ì'v[a dal 20 geuuaio al 20 febbralo, è tu1 altro enigma. Un po' di storia, se non \'1 dispiace. Perchè Savelli i, lui il supremo moderatore dei Combattenti gC'llovesi, ltù che dirige il loro giornale, lui che quando due o tre atmi fa, se ne parlava con1e di un e piccolo li movimento, rLc;pouùeva alteramente che il loro sforzo era cli , cl1iai·ire 1tn problema pol.itico »; e che « non bisogna essere empiristi nel giudicare la storia : perchè la storia è idealistica i,. ì\'Ia non la stoiia estenars-i mock.<.,l'ltn<,ntca (_.actano SalH.-m.inir dichiarandc, rli a\·crc, si, infinitame:nte messo di ~cien.7,..1..ma ... molto maggior • sc..~1sopolitico :a, e in confonnit..à di que:-..;tr1a.v(;va erc..··<luto mr.1rtr; il fay·i~mo dopo le fucilate di Sarz.a.na, e ancrJra seguendo 11 mc~,Lc..':oimo Hlo.;ofeggiavc1 sull'insct1jo11c nella tori.a : quc:st 'uomo intonò un lc,ggcro, legge-rii dmo antifa:;cismo: per lo meno, llC fa sospclto. Sperava in un 1ninio;;tero lilx--ralc :q,pog-gialo sui Contbaltknt..i ! .Sirc·h(-' nc:l1e giornate del railioso oltohrc i fa..<;<_-istl gli rx·cuparono la 5t'.donc cii (je:nova, vi iscriss(.•·rr.,nuovi ~-i di loro conio a cc11Unaia1 e vi piantarono le l<:11dcco11 un Direttorio di r.m,prio )(usto. -~1lora, sì, il senso politico di SavelJj fu S\eglialo davn:::ro: allora, sl, tom1nc-iò J'avvc..-niura. Pcrchè, una volta che-·gli fu rc....--.;tituita,con uu « pacifico 11 accordo la. sua se-.1.ifm<:, :-;1 guardò bene dal perderla: unica roccaforte di c,_Ji fJOt.c,;sc disporre, di fronte al fascismo clcllc sc:-/4ion11cli provincia. E fu, per un anno e più, fino ad oggi, h.111:;ala sede dei comprome:--;s.i,<l<:lJe concessioni, delle palesi ambigujtà, degli sforzi perchè i soci antifascisti non gli preruk-ssero la mano e gli guastassero la frittata. Bisognava • o: ,·alorizzare il movimento• : una valorizzazione che somiglia a ... queilo che prende gli schiaffi. Oggi tttl colpo al cerchio e domani un altro alla botte: oggi una puntar ella antifascista, domani l'esalta1✓ione della rinata romanità: tutta la raccolla del suo ebdomadario, in quindici mesi dalla marcia su Roma, è fatta di questa music.a. Motivi temattci: m.tLssoliniaui sì, fascisti no; i1 fascismo rinsanguatore dell'idea Jiberale, impersonala nella /\.. è-1. C.; abbasso le \"iolenze evviva la. maniera forte; il ineto<lo fascista è un fatto contingenlc, la sapienza del .Duce è un valore eterno; i11ginocchia1noci davanti alla. storiore di questo caso episod.ico, ,·al la pena di ria che passa; « fascistae boni Yiri, Farin.accius fare: s~rebbe, appunto, empiristico. Che serve m.ala bestia »; oggi è nata Ja nuova passione del racconp.re di Sa.velli socialista 1 siadacalisi:f!., sal- popolo italiano; ecc. Yemhuano, interventista, combattentista? Una Nei giorni della votazione della legge e1ete,·oluzione più 11.atural:e<li così non è possibi.le t01-ale, SaveUi Ieee Ll gran passo: andò da ìviuscitare. Che serve parlare della sconfitta elettorale solini, co' suoi sozi del consiglio centrale, a dei Combattenti nel '2r, quando Savelli cedette testificargli la loro graude fiducia: < un fatto le sue preferenze a Rizzo, cioè al direttore della politico cli pdmisshno ordine ». Ma con gli aCooperativa Garibaldi? E del suo proposito, miei, a quattr'occhi, diceva , di esserci andato dopo la sconfitta, di fondare anche a Gen,ova come un toro al niacello i,; che lui, poYeretto, qualche cosa C◊'llle il Partito d'Azione sul pro- si rarumaricarn di do,·er scendere dal nwndo gramma cli quello sardo e molisano, siam.o trop- delle idee nella realtà conlingente: ma grandi po poco empirici per far parola. Lo st esso si- erauo le responsabiiità sue come capo del com1.enzio copre ormai nella tomba il « gruppo de~ battentismo ligure e bisognava tenerne conto, mocr'atico » di Savelliana creazione, che nel 1921 abbandonando il cielo platonico della .filosofia ... trovava modo cli approvare l'occupazione delle per un 1nomento. La discesa nella reatà continfabbriche con molta eleganza di circonlocuzione. gente significò questo: a Genova, uno schiaffo No: lasciate piuttosto clt'io vi presenti Savel- al mese, da parte dei Fascisti, alla Federazione li, .Yent'aruni fa socialista hegeliano, ogg~ .in Combattenti : politica dei ripari, medicine spiripolitica « romagnolo » (veramente è rnarchigia- tu.a.Li di liberalismo ai m.onnoranti am.:icheYoli no : ma la dis~~ è poca e il sang~-e _è gen~:..:. ~ _t-pieg.a.zioni per i vecchi e i giovd1ii ami.ci; a .roso lo stesso) • cioè un uomo a ou.t 11 Duce Roma ubriacature di sole mussoliniano trionfi stringe la ~o e batte la spalla,, e lo chiama orato;i, condotta , squisitamente» politi;,,,: dal- « Rodolfo». Nessuno a Genova, citta apatica per la sagra dei combattenti il 24 21uITTWaU'ultimo I fil fi liti "ttà tt· 1 s • clmt " "' a_ ~o. a. po ca, _ci sce ica ver O 1 consiglio nazionale. Con t\ttto questo, la situa- « 1deahstic1 », ha ma.i tanto lavorato a metter su ziOlle non era tranquilla.. ~i~coli e conventicole ~ ritu1ioni di cultur~ po- Troppe beghe succedevano fra combattenti e httca: ness\1110 ha mai tanto battuto le C1rcou- fascisti : tt"op,pa necessità stringeva di mordere vallazioni, a monte e a mare, ammaeS t rando so- i ras : troppo liberalismo romano ~ rotDagnolo cratica1uente i giovanetti su11a spiritualità della infiorava i1 suo organo ebdomadario, pe.rchè Saprassi: nessuno ha mai fatto tanta prnfessione ,e1li fosse siciu-o del fatto suo, e della sua policli disinteresse e di iclealilà : come Savelli. Ma nei tempi pw·ament:e « culturali .,, si potevano già notare più d'una cosa : per esem.pio, una &impatia irrefrenabile per le prodezze di Giulietti (romagnolo, per Dio!) ; per esempio, in un'artico1o sull'Azione, lUla fantasia romantica sui ta:varisch che carica.vano senza pietà, a spron battuto, su Varsavia; per esempio, in ttu altro articolo, il , realistico» consiglio di usar , maniera forte » coi comunisti; e altri ese111pi ancora. E nei ptimi ten1pi « elettorali » l'instaurazione d,i un profondo metodo polemico che passerà alla storia col nome di Savelli : quello di chimnare gli avversari o « --uecc/z:ìoa1nico », o « gio--Jane a·m.ico », a seconda dei casi : col quale appellativo ogui -.differenza era risolta, a vantaggio dell'amico cli mezzo, cioè di Sa,·eUi m.edesimo. Nia intorno a quest'uomo, e in parte per merito suo, i Combattenti crebbero su sul serio, con un'accolta di giovani pieni di vofoutà, qualche- <lu.no anzi di buona. educazi011e salveminiana. Avevano metà della maggioranza in consiglio comunale; l'infelice sorte toccata nelle elezioni del '2r non li scoraggiò. Continuarono a pubblicare più o meno regolanuente il loro giornaletto settim.auale 0(che Savelli definiva pomposamente « il più grande del mondo», un po' per ischerw e un po' credendoci sul serio, alla bontà del giornale) : e Panno scorso ne fecero l'organo dei Combattenti di Ligtu-ia e cli Lombardia. ticità crismatica. L'estate scorsa cominciarono le lette.re aperte e le pt"Oteste dei djssidenti, Jj. quidate col solito tono sprezzante Yerso i « giovani a.miei » : n1entre ad altri cari giovani amici si appoggiaYa qu.a..<-i esclusivamente un semipacifico 111.odus vh;endi col fascis1no loca.le. ~Ia d'a un lato i fascisti ,dall 'altr'o i-noltissimi combattenti cominciavano a vedere Savelli come un pnino negli oçchl: tutti capi(ano ormai l'insanabile equivoco della _posizione di questo apparente Amleto in diciottesimo jèsus d.ella politica ligu·re, e la contraddizione di cul egli viveva, alla giornata. Il Lavoro lo attaccò : e Savelli rispose con al.tera insolenza, in ter7.,a pagina: me11tre in po.i.ma_pagina sfrecciava sdegni liberali. contro lo squaddsmo. Il 20 gennaio, quel giorno stesso che gli andarono male le cose elettorali, i fascisti bastonavano Gonzales e Canepa: Savel1i, o chi per lui, deplorò la violenza che « l'h·aJoriz.zava degli sYalorizza.ti • ; n1cntre si guardaYa bene dal mettei' le cose a posto per il putsch fascista alla Combattenti di Mila,10. La conclusione, a fine mese 1 era che Savelli, sulle corna di tutti, non sarebbe e11trato nella lista goven1ativa. lJOMINI E IDEE Unamuno La Spagna è un.a grande nazione. Cioè: una nazione tragi<:a. dove tulte le cose si fanno sul "---rjo, con m1 caratt.c..--re <l 'ausk--ra inflessibilità. Poco importa che Primo de Rivera sia ln pr-odn to di far Je valigie; in tanto, jn~egna al suo popolo di quale fincz;,.,a rnie:oic,gka sia capace un genc...--ralefatto primo ministro, e come sappi.a sdegnare qualunque appare,na cli accomodamc-nlf>e cti <:omplkità. Se.r.,suno, r·ol sur_, ~ik-11.zi<J,gli stava a fronte c.:omc.~•liguel de r ·namuno. E' inutile cc.-rcare -i pr.1rag-oni: Ja gente nostra che a lui parrebbe somigliare, ba':.ta. J.1ronun/..lare -iJ nome (Prez.7.. l..>- Jini ':J po· metter:;.i a ridere. E' un uomo che non s'è mai vergognato di nulla, nem111!:1lodella· sua retori<:a. Certo, E: r~te. Ci ~n mmnentl ée' suoi sc:ritti in cui tutti, al posto suo, metterebbero dell'ironia. E lui invece ,·a diritto, pet" una stra.da maestra ché: non ha vmbre ili: riposi, sr;-ttv i raggi implacabili ddle sue verità che picchiano con furore, armato di occhi magici che scaglianr; le frecce avvelenate degli anaten_t.i. Giuliotti in confronto non i, nulla, i:.ercht t bi7..7..0SO.Guam.uno, pri,·o di tutte le aJtre ~razie, possiede quella della lo-<,çica,ch'i: la ;,iù dw·a e la più imperativa: siccbè si sta ne' suoi libri come in una morsa. E' i1 più bel campi• ...ne di fanatismo che ci stia sott'occhio. I fran.c<:<i troppo • ragjonatori •, < presentabili :a, e uomini <li n1on.do • anche quando dicono le lnsolenze, possono andarsi a sotterrare. Unatn\lllo merita d'esser deportato. Ha sempre desiderato, implorato che si venisse < ai ferri corti.-. Tutti i combattimenti gli paion belli, e non ci son mulini a Yento quando si è pronti a ,·ersare il sangue. Pure gli mancherà qualche soddfafazione; gli agenti di polizia 1101l saran è.egni di lui e dell'ordine riceru.to, ai.:ran.no un tratto Yolgare, non seguirallllO le perfette regole della cavalleria. Delle offese che gli toccheranno molto lo compiangiamo. )fa gli offriamo la consolazione di pensare alle losche =none con le quali, nel nostro regime, sarebbe stato trasferito a Caltanisetta. Tanto losche e umilianti, da fargli perdere il lume della ragione, e da indurlo a prosternarsi alla 1linerra u. :'.I. cli L. PIERO 6DBETTi - Editore TORINO - Uia XX Settembre, 60 GRILDRIG ,;Yovità LE6EftEHDZIOftl NELFD5CI5MO L. 3 Alcuni Giudizi della Sta1npa « L'autore di qu.esto interessante e acuto otntscolo 1..•edenel fascism.o t~u.I.tim,0 e jortwnato ;pisod 10 della lotta della generazione dei gio,ani contro la generazione dei ,ecchi che deten.e-..:a in Itali.a gli onoli e il potere 11. A. Tilgher, Il .llando, rr n-O'L·e11Wre 1923. « Cu.riosa opuscolo 11. Il Diritto it,zliano r4 noYembre 1923. « ci si presenta sotto il ~,.:elodelVanoni.mo un jo-rte scrittore di cose politiche .... Il saggio di Gnldrtg è infatti la cosa più seria che Sia stata scribta snl. jascisnw dopo gli st,uii di Sa.l-ea:to- -relli e di Vinciguerra ». Il Lamone -25 noYembre 1923. a: L'opuscolo è interessante e 1nerita di essere letto ,. . Critica polit;i-ca 25 n<rvembre 1923. « L1tnterpretazione dell'autore è in gran parte -vera». . . Conscientia 9 febbraio 1924. « Gr1ldng a proposito del. fascismo ci dà un saggio filosofico. Baslel"ebbe questo per diffidarne. Del resto l'eaito-re indica la via al/''au,tare e così la filosofi.a serre anco-ra 1uia volt;a. alle tesi in1iiili.. Intendimnoci: inutili, ma attraenti 11. Il .Y,wi-o Paese 9 febbraio r924. « Un brillante e paradossale Stltdio appare per i tipi del Gobetti sotto il titolo: Le generazioni nel fascismo, ad opera di 1rn virtuoso del.la penna che si cela sotto lo psez_u:frmim-0 di Grildrig ». L'A."t-a1Iti! 7 dicembre 1923. « Solla:;:;e'Vole e l:u.cida teoria che chiameremo per intenderci) dei figli Lu.pi e dei padri aguelJ.i >. Critica fasci.sta r6 àicembre r923. « Grildrig cl Ila lascìato piuttosto scett.ici s1tlla tesi che co11 b-rilùr11te tratta:;io-ne sostiene». Corriere Nl.ercantile 22 dicembre 1923. --Confederazione del Lavoro, a cui aveva aderito il Sindacato Ferrovieri, si ti;ncera più sah:1'amente che mai nella sua « apolit1cità »; sindacati professionali aderenti a questo o a qu.el partito si struggano come neYe al sole; persino certe sezioni o gruppi di siuda.cati nazionaJi ccx;tituiti fta « statali .,, si sciolgono e rientrn.110 in g:rern.1bo al le antiche federazioni, che hanno 1-ia.ffermato or ora a caratteri di scatola la loro , apoliticità »; i ct.:nvegni che si susseguouo a Roma. rjconiermano più che ma.i il principe dei sindacati di opet-ai e cli padroni , misti , e quindi, per forza, « apolitici »; poi verrà il parlamento de] lavoro in cui avranno diritto di sedere, si capface, solamente i rappt'esenµn.ti dei sindacati « misti » e delle associazioni provata.mente « apolitiche .,,; e sarà iì trionfo della « co1npete.uza » e del «tecnicismo»; e sarà il fallimento dell'abbon-ito politicantismo; e fiuchè le ,·acche saranno magre e ci sa,rà in alto qualche castigamatti a1lora tutti questi , apolitici , staranno queti, ma appena le cose accenneranno a 111utarsi 1 e si avrà, se si avrà, il p~eggio, e la lira si sarà rivalutata, se si rivaluterà, allora vedrete, amici, e.be corsa, allora vedrete queste cagne cli associazioni apolitiche, fatte studiose e conte dall'astinenza e dalla dieta, che razza di volata; e vedrete, avanti a tutte, buone prime, quelle degli «statali», e sentirete che salassi ali 'erario, e che giri di torchio di nuovo a tutti i contribuenti. E allora, lo stato ,magari ancora fascista, dovrà 1Jaccomandarsi 1 mi par di vederlo, e p1 regaJ'e a maui ghrnte i partiti politici che gli Yengauo in soccorso e .lo difendan dall'assalto delle cavallette d:ella Di fascisti, fino al '22 1 si parla.va a Genova per modo di dire: il campo era apetto. Savelli se lo lavorò bene, contegnosamente: accanto alla Sll<'t Associazione sorse1·0 delle CooperativeJ che le crearono, indirettamente, una base ecouomica.1 e una « politica pesante », con g.rn11cliimprese i.ti appalto. , Tutta Genova, ancLwa in solluccbero per quest'opera squisitamente politica,; era uu'idillio di vecchi e cli giovani amici. Non pei· niente Savelli. ftt uno degli o: epttratori » della Combattenti, a Genova e a Roma. Va,,-da che zogiaf iV[a ai primi di febbraio da Genova si passa a Roma: defenestrazione di Arangio-Ruiz, nuova eptn-azione con languori 1nussoliniani, Save-lli in testa. Non bastava: ed ecco il , professore di filosofia» (ma non di storia nè di ecouolllia politica!) nel l'iceo dii Novi Lig·ure, &tende.re ad pedes l'ofletta rntiva: un articoloue sulla Tribiwa, che celebra il discorso dell'Augusteo come a: un'acquaforte» e così via. Apoteosi del « mussoliniano non fascista » : il posto nel Listone è assicurato: sarà certa111ente uno dei capi dell'opposizione addomesticata in seno alla maggioranza, ad uso e co'.:tlswno del Duce per le sue questioncelle con Farinacci e Ba1~oucinl. Savelli ritorna a GenoYa, e racconta a qualche a.m:ico c.he « i fascisti norn lo vogliono nel listone., ìVIussolinl sì : lui però gli ha fatto qualche riserva, per il discorso all'Angusteo! i,. Intanto, nel suo giornale, ha già pubblicato un articolo sulla p:ropria entrata nel listone, do,·e comincia Sttbito a far l,oppositore ad uso e consumo ... « La tesi di Grild1'ig è suggesth;a sopratu.tto pere/tè tenta di legare il d-i-venirc della staria a u.n fatto P1'imordial.e ed elementare: /.Jisti1J1.to ». « apoliticità , e della competenza. Ma i pa1titi politici saranno tutti morti; tutti spariti, e allora chi si leve1·à a difesa degli iuc teressi supremi del la res pu blica contro l'assalto degli egoismi e dei partic'o1acismi associati e riscaldati nel seno del malcauto go,-erno paterno? AUGUSTO 111:ONTI. Senonchè... nell'agosto ..,,del '22 i fascisti presero il porto di Genova. Silenzio savellia.no. Appena qualche motto sul decrepito cooperativismo che il Sindacalista del r904 aveva pe:r primo combattuto. Settembre r922 : l'uomo, che in conversazioni private 11011 esitava a pa.ragoQuesta. è, « Yecchio amico» Savelli, la ,-ostra istoria, s-pfacevolc al narratore, graziosa per gli uditori. Il mondo delle idee è rimasto ancora wt palmo e mezw al di sopra del cielo! S\.NTINO CARAMELLA. S. Vita.le Giorn<rle di Sicilia 30-r-924. , L'autore proponendosi il problema della -,,_ cenda dell.e ge;1erazi011i 11efla storia contempora- ·nea d1 Italia, sostiene che lievi.to- e ferm.e11-to di ce1·ti. nostri recentissim•i 1n.0H fzt « /.a genetazione gio•vanissima degli adolescenti dai q1,.ind'ici ai 1Jtnti anni che non partedpò alla g-1terra, » sì che q·u.ella che sì chiama « ri:voluzion.e. fascista» non sa.rebbe 11era1nente la « ri-'VOl'llzio-ne dei combattenti», ma pi1,.ttosto la « rivo/u,zicnie dei figLi def reduci ». Con-iere della Sera 8 febbraio r924. Si spedisce franco cli porto contro nglia cli L. 3; IO copie L. 20.

L .\ R I V O L U 1/, I O ;,,;L L I B [ R \ L J, --------------------- L'INGEGNERE ROSSETTI DC'vo dire che andai a trovarlo, la pnma volta, per cloYerc professionale. Cn giorn1.ùist-t mi a\·e\·a raccontato una storic11a. impr(;;S~ionantc su di Jui. • Figurati, che nella campagua elettornle ciel '19 lo prendemmo su in anto da Paraggi• fin 1Jou s~ don : e Rossetti non <li~-sealtro che quc:---lo: ]11 fondo, C'O~'l ~0110 io? Sono una effimera. Rifklt{..... va un po', C' poi ripigliava più c-ondnto: S1, sono una effimera! Che candidato, caro mio! ». A me, quC!ìlc riflessioni ~ulla cadnr-ità umana 11011 interessano. Ho ti-oppa pratira delle melense con.~s-ioui di u1niltà e di inculttu-a, fallL d:1gli org:rnia..atori e da.gli apostoli, per credere-i. Esse rapprc.;;;entano, di ~olito1 il nono rrrado ch:lla ribclliorn ..- ~:-itauica, come la dc;.crin~ Sft11 Rcrnardo nc-1su<, trattato. li dedmo grado, ai lcmpi di San Rcrnarclo, era la disobbcdien7-~ aperta alle leg-g-i clclln chiesa: ai tempi nostri, <: la candidatura nl p:irlamento. Il sigillo dell'orgoglio Con mia grande soddisfazione, trovai uu Rossetti orgoglioso. :Modesto nel tralto, nel di.scon-o, nel ra~rionamento . .?\Ia mentre si saliva traverso gli ullYi clclla :-.na terri.cciola, io finalmente S<'Cr persi il sigillo del suo intimo orgoglio. E' un modo repentino di Yoltar la testa sulla spalla, una guardatnra ,·era.mente aquilina : tutta la testa gira sulle Yertebre del collo; l'occhiata di sbieco, l'occhiata cli triglia, l'occhiata ehe per la lunga pratica del servir messa gli italiani -ehiamano anche II occhiata del Prefazio , 1 sono completamente abolite. E' una guardatura in cui non c'è nè ostentata dilatazione dell'arco cigliare, nè esposizione feroce del bianco dell'occhio, n~ rctcament.o della pupilla, nè fissità ammaestrata. E' se1nplice: solo, che è una guardatura sempre di faccia. E basta. Xon ci sono deviazioni, distrazioni, sfum.ature. E' il contrario del cipiglio, rna è anche il contrario della guardatura pretina. Rossetti « fa fronte» all'interlocutore. La. sua casa è come lui : fa fronte al mare. Se la è ricostruita a sua immagine: e lo spiega. « Vede, guai se io Jyessi aperto delle finestre laterali, o a tramontana. ~on ci si viveYa più. Le case di Ri dera sono tutte cqsì incomode, per la smania dei proprietari di ;;oler dare una occhiata da tutte le parti. E' inutile: il veuto di mare, bisogna prenderlo cosi, come l1ho pre• so io. A11ora non c'è con·ente, e anche se c'è scirocco forte, io posso ap1ire le porte sul terrazzo, non vola Yia niente». E' cosl, ne convengo, caro ingegnere. nra io sono siC1.11"0che la trovata di aprire tutte le finestre e tutte le porte della propria casa solo fronte al mare, non poteva venir in mente che ad un uomo, che ha la Yostra _guardatura. !I patriottismo tigullio Il golfo Tigullio, che cli qui si vede in tutta la sua apertura, è bello come un presepio. E i suoi ri"\ieraschi hanno ormai nel sangue il genio delle arti decoratiYe adattate all'industria dei forestieri. Quando il r9 Febbraio deil'arua:LOpassato, i giovani squadristi di Rapallo vollero compiere una impresa 1 smurarono una targa dedicata a Rossetti, sulla strada tra Rapallo e Paraggi: e mutarono l'indicazione cli , Strada Rrufaele Rossetti , con quella di , Strada Milite Ignoto ,. Fin .qui, .:il loro gesto fu « squis-itamente 11 nazionale: ma però essi lo accentuarono con un perfeziona.- mento « squisitamente regionale», anzi « squisitame:1Jte • da Golfo TiguJJio. Franttllilarono la targa disve1ta, ma. non ne dispersero i frammenti : anzi, in una aiola ,-icina, li composero per benino a mosaico, in modo da formare l 'iscr.izione orna.mentale cli: « Viva il Fascio». Un vero patriottismo da soci del Touring Club, preoccupati giustamente della puli?ja stradale. Tutto il patriottismo di questa bella regione è così, lindo e loeandiero. n'Ia attorno alla casa cli Rossetti, dalJa strada al te.nazzo, sale 1'ordin-ato coro degli ulivi, e la socie,·o]e--;,:zadei rami ,composti ; si è già distaccati dal presepio e dal giarclino pubblico, s; è già isolati. Seduti nella sala, poi, la terra e gli alberi scompaiono, e resta solo, oltre la finestra 1 la linea dell'orizzonte fra cielo e mare. Rossetti è aperto e chiaro e forte, sopratutto in questa sua casa dei Yenti e dell'orgoglio contenuto e virile. Rossetti come mistico Questo ingegnere, questo tecnico, questo intenditore di apparecchi mecranici e cli, impòanh elettr,ci, è tlll mistico. Cerca il suo dio a tentoni e a sbalze.lloni, affronta i problemi cle11a vita e della morte con la sancta si,nplicit,a,s dell'uomo non gravato da una cultura letteraria, uon inaridito dalle troppe leltrue; lo cerca come lo cercano milioni cli uomini « tecnici » e ingenui, ne.i paesi più progrediti, nelle città americane, nelle colonie industriali di Gerniania o <li Inghilterra. Rosseth è tlllO dei pochissimi italiani 11011 letterati che io conosca. E' perfettamente il contrario dell'eroe cortigiano. In lui, l'equilibrio spi1ituale della v;ta moderna si è ristabilito: questo yua.Jificato ,pazw, od , esaltato » è un uo1no perfetta.mente assestato in mezzo a un popolo di • bei pi rati , , di sposta ti, cli umam.:isti senz.:1.impiego, cli ge11te pronta per la im!)'1"esa cl'oltren1are. Si iuteressa forte:1J1ente degH studtli e degli espe~rneuti tecnici, e si è consc,r\"ato aperto il rifugio mistico. 11011 lr<)\a p1ù tetra h fabbrica ( wm JHÙ schiacriantc e opprlmu1lc la J11Htth1na, {J('t"<ht <glt i prcoc- <·upa dt Ilio. 1Jtt,111doegli narra rlelle sue poche klt11rc filosofiche, 1-alta110fnod pochi nomi c-tcroclili e pérfettam<.:ntc sco11osci11ti: ma , i s<:nle <·hc-su qud libercoli egli e.i ha rimuginalo e rumin.ato sopra, li h;1 sprc-nHtli, li ha a~sorbili : ~onr, JJ<ffcrc c-ompi Lv,Ìoni francesi o inglesi, ma cosa imporL'l? Chi conosce un po' i cibi di cui si alimc-nta tutL'l la picth e lutto jl misticismo americano, s,1 p<:rfdtamc:nle che in certi librctlu<TL'l<'d ( hc.-a noi sembrano me<lioc.ri 1 milioni di uomini più sani e pilt buoni di noi tro,·a110 tutte le deli;,J~. Sono le letture dell'uomo d'affari dell'uomo cli fabbrica, fatte a caso e a rit..'lg-li, ;na co11una iuteu,...:;itàdi cul noi, che leggiamo per professione, non siamo più capaci. Egli ha anr-ora, a qu..'1.rant'anni, tutla la frc..:chc-l.z1.giovanile neces.saria per cntusiaSmarsi di Carlylc, incoulrato a caso :-;ulle scansie di nna biblioteca da signora:' oppLLrc gli càpita fra le mani il codice d'onore dei SamLttai giapponesi, e-11c resterà tullo ammirato, e ve lo leggerà cou una adorabile ingenuità! meradgliato di non trovarvi anche voi così disposti a commuo,·cni come egli si commuoYe per la storia di non so quale stoica esecuzione capitale. l\Ia non è ptwto libresco. I libri, o lo entusiasmano, o li butta ,·ia. Xon eè la sopportazione di col u.i che legge « per farsi una cultura», o « per tenersi al corrente :o : non c'è nepptt1e la sapiente dilettazione dell'uomo colto, del raffinato. C'è un po' l'ansia del barbaro, che cerca sulle aride pagine la verità e la vita, e non le trova, e tratta tutti i librai e tutti gli autori come una combriccola cli truffaldini. Allora s'infila il suo pastrano, e discende il sentiero tagliato nell'uliveto, e fa clcl1e lunghe tempestose passeggiate, e cerca di esprimere tutto ciò che dentro lo affauna e lo urge; libero da ogni sensaleria libraiola, libero da ogni rogna. culturale, asceta moderno, non accademico, non arcade. Allora è UJl italiano che non si ricorcla di Roma irnperiale, ma lavora per l'unico impero che oggi è possibile, quello in cui ogni cittaclino conquista il suo Dio per conto proprio con un attacco frontale 1 d.a bravo. _he sue preoccupazioni Si capisce che non si occupasse dì polihca. Non se ne occwpò mai. Prima della guerra, egli avrà letto, sì e no, il Corriere. Durante la guerra, fu preso in pieno dall'ondatn del wHsonis1no e del bissolati~mo. E poi aveva il suo progetto, al quale si dedicav.a con tutta l'intensità del tee-- nico specializzato. Il modo ~n eu.i clistribui il premio cospicuo ricevuto per 1 'affouclamento del « bastimento» - come egli chiama la Viribu,s U-nilis - restò un suo affare strettamente personale e intimo. Egli dovette molto riflettere sul diritto, o 1101 che aYeva avuto, di uccidere: w1 problema, questo 1che! non gli consenti cli fare molta attenzione al massimalismo, agli scioperi, e agli urli. Mentre fuori, lontano, milioni e milibn.i cli italiani letterati - e lettera.ti ac,che se analfabeti - volevano disfare o salvare la patri.a e le leggi e la ,·ittoria senza però uscire dal cerchio magico della letteratura e della esteriorità SOYYersiva o patriottica, Raffaele Rossetti, cittadino di uno stato moderno, uscito fuor dalla guerra con le mani macchiate cli sangue, i..nquish·a contro se stesso con la inesorabile crudeltà del puritano1 scrutava le sue azioni di guerra e le pesava con il ribrezzo del quacchero verso la violenza. E solo tardi- si assolse, più lieto cli essersi sal- ,·ato da questo naufragio, che non dalJ,.'altro, in Pola: e rifondò la patria e le leggi e la Vittoria, 11011 sulle piazze e nelle sagre, ma nell'anima sua. Di fronte a questa sua lotta, cosa erano mai i tumulti delle piazze? E cosa potevano volere questi uomiuj, la cui Yita si esauriva nell'urlo; quale import.a.117..a.potevano avere, per lui, i muternli umori delle folle? Egli fu ,nel 'r9, caudidato costituzionale con Orazio Raimondo, ma per compiacenza; prestò senrizio come macchinista durante gli scioperi ferroYiari del '20, ma senza ira contro il volgo che scioperava e gi;- dava. Il massimalismo lo dempiva di disgusto e cli pielà, non riusciva ad indigi1arlo. Una folla che urla non può iudignai·e tm signÒre. La ter• ribile volgarità clella re.azione itaUana consistette precisameute in questo : che molti uomini appar-1 tenenti alle classi ricche rimasero indigt1ati contro le fo.Jle, presero a. odiare l 'u01110 del la\Toro ma.nuale 1 volle:ro difendere la patria col gusto del cane cbe si a,,.,_-entaal ladro solo se e perchè è Yestito male. Una classe dirigente di signori può fare mitragliare la folla per ragione di Stato o cli ordine pubblico: ma. l'Italia è, forse, il solo paese dove ci sia tale cafonismo da rendere possibile che gli studenti delle Università partano in camions per andare a bastonare i contadini. h'orrore per la piazza Signore di nascita e di abitudini, raffinato da un continuo ripiegan1ento su se stesso 1 da una pratica costante di ascetismci laico, Rossetti nou fece attenzione alle folle dei lazzari e dei michelacci fi.ùchè le udl giiclare abbasso. Ma quaudo gridarono ir Evviva l'Italia 1, cioè evviva la u t<,11r1 ht..1, <.\ \ h 1 1 p: • a , t rr 1m("nte 1 .rg1111t , e ,)i si gu~ru,, attl'>rno. L'<>rn re { r plu7.7..a, il TI )T{·Zi'.I) ( dht fr ·1 lo JJT - ro, 'I 1an lo ucll H t Ji~,zz:i (' 1~.1 fr,Jl ,. t ~~ uo f. n. rl'acuJrdf> con l11i, gli «Jrrc-van<J dietro per ~pplaudirlo, glt nn ar i , tfJ il su,> tr<>i- "no non per JX:r< notcrlr, 1 ma JJ(-t' < c.,stringc.-rloa figurare~ nc-lk 'l"H' e n<1 'I r dn pl tic-1 d( l ,-<·· gimc. ~cl rc_,19,l'i,Jea <111.. a 1<ar,n1J,1d fo <:-ro ,·enti gagli,>ffì JJn;tJLi a fis<"hiarlv, s'<:gli a,, ,<.: ,·oluto <'OlllJJarirc Jl1 pubblitr, <'Oi f•g11i del suo valore, 1'>L,scla\a freddo. L'frlca < h( a RaJallr,, nel 1922, ci foS&.-ro vt:llti g-~gli<>ffi J,ronti :::,,d aJ>- plaudirl<>, G'<:gli avcss.c ; < e <m :,Cl tiU:, a .a. .. ,Ia compan;;J, lo <,,ffcndc\i1 T/Lpplau,o ,k 'e f,.;l]c, l'. mollo più ofT<:,c,ivo rlc-1!,1/is<:hi"ta: l'applauso crea un dnc-ol,, di c.:.olidaridh nella c.:a.glwra, l';;.fr plauso è il lau.am eh<>mette, la mano snlle sp-,1lle del sig-norc:, l'npplauso l la marchetta <ou cui le folle c.:omp1·no ]:l pro titul.ione degli L-ro1: ]'eroe applau,Htù rlc-v<'. e ;se:re se:mpn: pnmtJ"J a scc:nderc in piazza, come la pro~tituta a c:c:ndere in sala.. Queste cose il Ros.;ctti le senti profon,lamente. In lut.ta la nazione, nei paesi ri deraschi da lui conosciuti, nel ~ttcJ stesso ambiente famigliarei la Patria, cosl faticosa e pu.dica conquista p..:,.. lui, era invece. addom.c:.stica!.a. e infioec:hc:ttata come un. barboncino da signorn. Certi suoi pa· renti, forse, a,·re:bbe:ro visto volentieri che egli ,·alorizzas.c;e una me<l.8glia • eh 'era !--tata data per qualche cosa,. I suoi colleghi nel.la gerarchia delle onorificenze conzy.;;ceYauoil suo inrlirizzo di cittadino, accaparravano la sua adesione ad i11iziatiYe « realizr..atrici , 1 entravano nella sua ,·ita - nella sua intima e ricca ,-:ita - non in nome di un traYaglio tnorale comune, ma in nome cli wia distinzione esteriore, di w.ia segnalazione burocratica 1 di tuia indicazione da annuario. L'indignazione lo prese, come una schioppettata. Le sue idee politiche erano confuse e malcerte: ma la sua conversione all 'op-posizione attiva fu sùbita, totale, definitiva, come eosa di visceri e non di cen·eJio. ~on aYeYa mai pensato molto ai partiti politici, e meno ancora agli uomini che Y'a,Tebbe incontrati: e perciò si gettò a capofitto in mezr..o ai socialisti unitari, perchè gli parve che fossero i più • duri a morire,_ Voglio qui riprodurre la lettera con cui Rossetti si a: presentava , come col1aboratore. E' il primo passo che Rossetti fece nella vita politica., egli è fresco e semplice come un. ragazzo che manda ;1 suo primo articolo ad una redazione. « Rapallo 1 21 novembre '22. _.,-« Signor Direttore, offro al « Lavoro :1 la mia , « collabocazione, senza. condizioni d'alcun ge- , nere. Nel far ciò non ho altro scopo che quello < d; portare il mio contiibuto alla rivolta spi- « rituale che deve inllllancabilmente rafforzarsi « contro il governo attuale che si è imposto al a: nostro Paese. Ritenga che il mio nome non sia « ancora completamente dimenticato dai miei con- • cittadini, e per questo penso che la propa- « ganda reattiva che mi proporrei di S\olge.re - « e alla quale m'induco rompendo un silenzio « che mi è caro e che si confà meglio al mio ca- « rattere - potrebbe avere qualche efficacia tra , coloro che mi conoscono. La stessa offerta di « collaborazione ho rivolta alla II Giustizia», e , ne attendo la risposta, subOTdinata al ritorno , a M;Jano clell'ou. T1'eves. Accludo un articolo « come saggio del tono e del pensiero - che non « è precisamente politico - che vorrei s·1;-ilup- • pare. Se Ella crede, pubblichi prue; solo chie- • do che il mio sc1·itto noi, abbia a subire ml,- « tilazione alcuna 1 ma Yenga, in caso di obbie- « zioue a qualche sua parte, respinto per intero. « Con ringraziamenti e saluti Ing. Raffaele Rossetti •. I due giorua.li si ddero arrh·are questo franco tiratore cosi 1 come till pellegrino: e questa fu tutta Ja macchinosa preparaz.ione del a: caso» Rossetti. h'iniziazione politica I suoi primi se-ritti Yalevano poco. Il frasario mazziniano gli pigliasa di mano: ci si scorgei:a il roYello di m1 nodzio, non dico della Yita politica, ma adclidttura della lettura dei giornali. Ma nelle lettere, negli sfoghi, nelle risposte al Niinistro che lo inYitaxa alle sagr~, donmque egli poteva entrare lui, in persona prima, fu subito preciso ed esauriente. Senti poi la lettura dei gi.m1lali come un doYere, piccolo ma inIDspensa.bile : e Yi si sottopose proprio per amor della causa. Nia ancor oggi, credo, è una cosa che gli deve pesare. Egli legge soltanto i gjor1iali che gli 'fono iuanàati in omaggio: cioè tre. Quest'uomo, svillanueggiato e ingiuriato su tutta la stampa pattiottica della penisola, non sente neppure la cwiosità elementare del polihcante, quella del ritaglio cli giornale .. Dopo il m.aucato comizio di Gonzales, non lesse addirittura nessun giornale per non trovarsi ridesctitta una scena che lo aveva disgustato. Xonostante queste repulsioni, un a.uno di ripensamenti su quanto succede, di viaggi 1 di conoscenze più subìte che ricercate, lo sYeltl molto. Egli ascoltò le conversazioni di molti esperti, che lo andarono a trovare nella sua casa di Rapallo: e le ascoltò com'egli solo sa ascolta.re, con una buona volonta di scolaro cliligente e con una ammirazione confidente. Partecipò a cÌei convegni e a delle riunioni, dove credette di scoJJTJ"' mrzz\..· drr✓.:zine gli uominf puri, gh ing<-g"I 'lcttf. f11 'l J t,J,, nuo, ja ua '"aµa.c.it;, i;(:• ,Jr hil < 1 ..i,r 11 ir--:.1.rtfu 1nt€-n ;.arnc::nte- eser( itat.a. ~Ja poi tJCl'ed,·, fe;hcC'.menté, , he il romore ('i ta:ili < 1• «m 1 di a ·ocati e di ">norc"\oH cade ayJH-n<1c'""H i rifugia nella ~ua casa soJitaria. ~~ tr> • rr-izvJ , a.rrmin tutti, ma nr,.n ( r in:tto e non '-"inf1ut~r,.;1tJJ la ne uno. La tta ri c1 ,.;jt; lntima ,. rcligfrha, lo ha addestrato ad affron• t.ar< d:1 J;,,,Joa o1o ::i.nchr•le rl<;c_; j,,.;Jj pùliti<hc- • e qu,111,loegli chiude lii porta, , ,~1ali ti unita- ,..ii, J·ttalla Libera, tutta la 0J,1p-,si1J0ncmilitante resta di f11ori. li " provocalore " TJa s<,1r, a so1<J, (G1!1pr<ntJ.i-, I rk!.tau.' 7t( la inutilità dt tutte ie pn,p0;;anr1,~, fa. \anità di tuttQ qu,,JJ'afTaccen<l..amentr., VimJ,.aiolrJ d,...; prokssiornsti ddla fJQJiti<.:a.Ha un 6C."'v"ù préd~J dei uoi limiti r_ dc:-Jle ue rc:..<;pi-;n,,abilità, s1 ricr..1a- .:n11'"• ntl [>ffJfJf>-,11:n di on adf:::rireass0lutamente mai, a nessuna n•anù\Ta di astuzia. Jn mez1..o ad una fo11a di ma< hiaYc-lJiei, (1{Ji cr_,,n<'.J:;c•"C: il ·alorc del gesto: e in mc::zzoa parE::Cchiag{..ntf: che lo \·uol comprom1..:ttere, <.:api--cech'egli ha rla e ~re un~t bandk.Y-a, ('. nun 'altro, r...er g-1!14:ni]j , he <.:.rr noscono onnai iJ ~uo nome. Rice\"t: lettere di JY.>- ,·eri dia,·oli, da ogni parte d'Italia: espressioni come questa: < Voi d<rcete compiere per l'Italia questa sacrificio: di -nuintenerz;i puro , ; e riflette su questo singolare paese, e su questi tempi, in cui il con~n:ar~i galantuomini (; e-on:i 1eraL: com<· un e sacrificio • che solo gli eroi pc.650.!ù affrontare. Si è molto parlato, e si souo <:aU7.m,.ate,talune ·~uefrasi : « Voglio morire,, .. Amma7..zatem.i qui, se lo Yolete •· Sono state dette nel calore ,,~,,.i; incidenti. In realtà Rossetti cono:;ce lx:nissi;o il valore della sua ,·ita: è deiiberato freddamente a darla, ma ne ,·uole spremere tutto il danno possibile per il regime che egli combatte. _-on è una smania di martirio, una esaltazione di gio- \·inett-o. E' un calcolo. Ln uorno che ·calcola i ,·antaggi derh·auti ad una causa dcalla propria mor~, è più che un martire, è un ucmo ài "tato, che fa paura. Rossetti, infatti, fa patt1a: il suo nome e i suoi gesti hanno, pre..c;.;otutto. c.:r categoria di sostenitori del regime, la caustica mordacità del rimorso. Egli lo sa. Il fascismo e la stampa mussoliniana, trattando Rossetti come uno scioccone tolstoiano, come un mazziniano ripieno di formule Yentose, commettono uno sbaglio grossolauo. Rossetti specula su questo sbaglio. E' tlll avYersario temibile. )Iolti non si sono spiegati gli incidenti che Rossetti ~ audato cercandosi in questi ultimi tempi. Rossetti aspetta che De Yecchi ,isiti Geno·va, per gridare al passaggio del corteo fascista: « viYa la libertà,: e senza distintivo nessuno, per prendere tutte le botte Rossetti in treno, si rifiuta pazientemente di .esibire il' suo biglietto al milite àella ::\Iilizia ferron.aria.: interYento dei carabinieri, richiesta di aenera.lità denuncia. Rossetti partecipa ai comizi do\e s~ che gli squadrish meneranno legnate, precisamente per pigliarle. Rossetti scende in piazza, il 20 Settembre, e legge i manifesti affissi dal Commissario prefettizio, do\e si parla di « libertà di respiro , : e sente subito la necessità di esprimere al Com.missa.rio i suoi ringraziamenti ironici per l'ultima libertà lasciata agli italiani. Pei-chè tutto questo? Il < tradizionale buon senso italiauo , si ribella a questi episodii. Prende Rossetti per una specie di filatelico o di numismatico : un co11ez.ionista.di brighe e cli proteste. Proprio tutto il contrario. Ognuno di questi incidenti costa moltissimo sforw al loro suscitatore. Rossetti è un timido. Egli affronta l'incidente come un esercizio per ten1prare 1 e provare la propria ,ol9ntà. " Metodista" e " Precisista" della opposizione Quando spiega percbè reputi suo preciso « dovere » di non rispendere a.lle richieste del milite ferro,iario, è chiaro ch'egli considera questi piccoli incontri e scontri come specie di esercita7ionì necessarie per Yincere la propria timidità. Attua e sperimenta la disobbedienza ragionata : è un metodista della opposizione. Pare uno squilibrato che prorompa in inutili dispetti al regime, ed è un sistematico senza. pietà e senza transigenze per nessuno 1 e meno che mai per se stesso. Rossetti fa questa piccola opposizione, sapendo perfetbmente che essa è minuta e spicciola, e che sarà derisa : la fa per se stesso co.me un affare di coscienza. E' ridicola per, tutti, ma per lui è una occasione di controllarsi. Io credo che, da qualche parte, egli ne tenga il diario, ,proprio come Beniamino Franklin teneva il suo bilaucio morale delle buone e delle cattiYe azioni. Rossetti non considera i suoi atti di opposizione come « opere buone :o campate per aria, sfoghi di umori momentanei; no, no. Le in• quadra in tutto tlll sistema, introduce la premeditazione in tutte le manifestazioni pubbliche della vita. corrente e quotidiana. E' tlll « precisista • dell'opposizione. Altro che impulsivo! Rossetti è tlll « impulsivo :o che inganna: sotto a quello che pare tlll • dispetto , , c'è progresso nell'arte cli sfidare gli urli e le percosse, condotto i=nzi secondo tlll sistema !)'1"estabilito. Io non conosco, nel nostro paese, niente di paragonabile a questa vo!O!lltà precisa di protestatario. rer tro,·are i termini di confronto, bi-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==