La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 10 - 4 marzo 1924

40 sogna che ricorra alla storia delle sette religiose <legli altri paesi. L'Italia ha finora dat.o gli • imbronciati JJ col regime; i mw,;,,iniani che avevano uu fatto pcrronalc con la monarchia, facevano delle insinuazioni sulla purezza di taluni ta.lami regali, vestivano sempre di nero, pubblic.avauo un 1nanifesto com.ruemorativo per il X Marzo, commemoravano con un'agape l'abbruci-ainento di Giordano ]Jru1101 e erano la.nto acidi cbe se tiravano uno sc:aracco in un vetro lo foravano netto. Un « protestatario 1 fervor~o e fenno come Ro'ì5etti è nato da altro terreno, affonda le sue radici altrove: è frutta nuova. II suo saluto: "Evviva!,, Non vorrei che mi fosse uscito dalle ma.11i un Rossetti inaridito, un Rossetti rinsecchito dagli esami di coscienza e dai bilanci spiril7.la!L Sarebbe un tradimento. In realtà, questo , protestatario • non ba affatto la riservatezza crudele del settario, di coltti che è davvero in pari col suo Dio. In questo, egli è davvero ma.estro a ttLtti gli oppositori del regime, che in certi 1uomeTiti ba.n119 un po' l'aria dì coloro che Dio ba prescelti, salvandoli d;,\la <:<>rr11,,iondeei co,;t1uni1 e chiamandoli al Co-ven.mtt e alla grazia. Rossetti ha negli italiani uua fidttcia incrnllabile. Egli •aspetta, gli italiani. Gli altri decorati, gli altri combattenti, i ministri, sono loutani, si agitano, si contendono la precedenza nelle sagre e i posti nelç)istone. Rossetti aspetta. Chi, fra loro, agisce di più? Kon si può sapere. rr suo silenzio è come il siJenz-io dei santi, grandi aspettatori : e per lui la ribellione degli italiani al regime è sicura e sacra come una incairnaz.ione. L'online, 'ia democrazia, la. etiminazione della violeuz.a, tutte queste cose fioriran.n.o allora per il popolo italiano, che se le sarà guadagnate col dolore. In questa sua irremovibile aspettazione, egli non. transige. Un piccolo particolan, basta. Accompagnando Rossetti giù dalla sua casina rossa ,-erso Rap0.Uo, incontra.t111110più volte della po- ,·era gente, dei ragazzotti, delle dounette, che lo salutavano. Rossetti risponde: ma egli non conosce il saluto democ·raticone, il saluto militaresco, il saluto protetto:re, nessuno dei tanti saluti usati_ dagli uomiui noti yerso la povera gente. Saluht così: « E\'1."iva! "· Dice quellJerYdva in un 111ododiYino. Chi, YiYa? ViYa noi 1 C'è dentro tutto lui. La collera dell'amore ]\fa ba. poi un altro dono popolare. Egli possiede fortemente il dono d°ella « collera del1i"a· more », la passione ardente e forte, la passione che piaceva a De j\1aistre, la passione dei santi che bastonavano il :Maligno, insterilivano le terre laYorate cli domenica e faceva~o cadare la lingua air bestemmiatori. « !Wetteted in coUera, n1a non peccate » : è anche un suggerimento del1o Spirito Santo. Non è vero Che la giustizia e la misericordia siano due nenllci. Rossetti è misericordioso quando saluta col suo e\·yD:a. ·nia è anche giusto. La domenica in cui egli ebbe l'inc-idente con gli squadristi genovesi per la conierenza Gonzales, la collera dell'amore lo prese, e gli fece pronunciare le parole giuste: « Gli italiani sono vili». EgU le diceva ben, forte) iroso e selvatico)· in 1nezzo alla borghes,iuccia festaiola cli Via Roma. La gente s-i fermava trasognata 1 e le so1i-te persone ragionevoli che lo accompagn.axano, avrebbero vo1uto, per l'e prime, tappargli la bocca che puni \·a tutti, bastonatori e bastonati. Ma in queste parole teiTibili la sua attesa non può trovare il coronamento. Egli aspettò tanto, 11011per lanciare una profezia cli disastri, ma per cant::'lre un cantico. La sua fede è così ferma, che anche se potesse mnstatare la viltà di tutti gli italiani, numerati ad un per uno, e se da ognuno fosse respiinto, egli non desisterebbe dall'attesa: e come il monaco Patrizio 1 crederebbe di udire il passo delle generazioni ,·enturei e i1 grido dei bambini che lo chiamano dal seno delle loro -madri. Ed è per questb ch'egli, lentissima:µiente, vince. Tutte le qualità sagraiole e teatrali e plebiscitarie gli sono negate: non è un eroe cortigia1101 non è un eroe p~ttoresco. In questo paese, «fatto» dalle camicie rosse, «salvato>) dalle camicie nere 1 e popolato di scamiciati, egli è un eroe che porta la. camicia bianca, molto modesta e sem.pre cli bucato. La 1nedag1ia cl 'oro non gli funzionò da p.iombo appeso ai piedi: il cittadino si salvò, al di là dellJeroe. Kon è vero che la gente abbia fiducia in lLLi« perchè » ha la 1nedaglia d'oror. La n1eclaglia d'oro lo mise ln ,~ista: ma orm.ai, di dietro alla medaglia, il gra11 pubblico intravede già nn uomo. I mestieranti dei partiti, nella loro ro·1ttine, crederanno di sfruttarlo come decorato, tale e quale fa Mussolini con i decorati del I istoJ1e : ma egli si salverà, scavalcherà i mest.leranti 1 sorpasserà la svalutazione generale e tacita dei segni bellici, che si delinea fin. d'ora. Un taumaturgo che si ribellerà Più ancora. Io credo Rossetti capace di rompere la unanimità degli applausi che si vanno fhcendo attorno al suo nome. Leggete questo e~.isodio, narrato banalmente da un. cronista: « A Pamrnatone, ricevute le prime cure, Rossetti e Gonzales visitairono il Rossi, a cui rivolsero amorevole conforto. Mentre { due stavano I?":'° abbandonare l'aul:a, Rossi fu, avvertito che colui che gli aveva steso la mano era il comau.- dante Rossetfi. 'Gli occhi del sofferente mandaL ,\ R I V O L U Z I O ::.;;E L I B E R :\ LE rono uu lampo di gioia: egli chiamò Rossetti a gran voce. L'affondatore della Vìribus Uniiis gli si appressò di nuovo, chiedc."lHlogli che ros.a desiderasse. « Voglio un bacio, ingt:gnc->f'e,un bado da lei e: sarò contento,. Rossetti lo abbracciò e baciò. Rossi disse: « Ora mi p:1r(' di 11011 sentir più dolore. Anch 1io ho comballnlo rx·r quattro a11ni. Sono un mode.sto cx-ufficiale. Ilo fallo sc·mpre il mio dovere. So comballuto per la libertà dei popoli, e.on qncsti meravig-liosi risultati. P.-1..;,,ien~ za ! Non mi dolgo di quanlo ~ aC'c:uluio se non per quanto ha riflesso ai miei due bambini ». Voi lo vedete: siamo già avanli nel pnx esso taumatm·gico. Si reclama già il bacio di RossetLi come balsamo delle legnate fascist.e. Questo stato d'animo può riempire di letizia una op- -posi1.ÀO'Delipo llonlomi o tipo Italia Libera, 11ounoi. Ma tutta la preparazione intima di Rossetti mi consola. Mi pare di. trovarci la garanzia ch'egli si libererà ru1che di questa crosta taumaturgica, che la debolezza morale italiana va appiccicando attorno alla sua. figurn. Se il regime cade, egli non. baclerà p1ù nessuno. E se gli correra.i1110dietro a reclamarlo come un patrono miracolista e come un precursore, egli ri~erba al voi.go che oggi lo ammira delle sorprese. Rossetti è un uomo che 11011 darà mai con.fìderLza a Michelaccio. GIOVANNI ANSALDO. G~erra agli apolitici 1 < onsc:rvatoTl e i liberali sono fuori di essa. L'ltalin g-hlittian.a, compromesso tra la lotta e<'onomica nas<·c.-ntee Jc n•::-ce."-Sitdàell'unità italiana, 11011 ebbe nulla di libemle. L'Jt::ilia gioliltiana era sulla vi.a del modcr:iti ~mo della JJcs.t.ra, su cui ogxi tc.,-ndc,Nmtro og-ni velleità rli lotta politica, a ripor&i il fascismo. Che pure un momento parve riso!Jevare v0:.'t.·hie ideologi<:, ptli<:olosc per ] 'Italia m<yJerata. l'.'cl 1x.--riorloche sembrò un n.az.iona.hsmo repubblicano. )fa la lotta politica ancora una. volta fu più debole della realtà. Come il soda] i.sOJDdinanzi a Giolitti, il sindacalismo rcpubblkan0 di11a.1Jzi alla burocrazia e a.i p:iccoli borg-hesi. E noi restiflmo fuori di questa. storia, che è una storia di fallimenti ideali. li nostro liberalismo guanl,'.l al di là del moderatismo della Destra, del possibilismo della Sinistra, della dissoluzione giolittiana, del fascismo. E' questo il segreto del nostro scetticLsmo. Il nostro liberalismo, che è dottrina e ru:,n può essere azione politica ci pennette di comprendere 'la realtà ma non ci lasci.a combattere. Tu.tta la nostra ultima storia ci appare non una lotta pojjtica ma una preparazione alla lotta politica. Il nostro liberalismo sarà per un'Italia che chiede lunghi anni di sviluppo economico e di educazione pohtica. Perciò resta fuori e à.spetta. Non accettiamo più il compromesso dei moderati. Siamo i rigidi dell'ideale. E la nostra politica si riduce ad agi.tare problemi viYi e atCi siamo ritirati al di sopra cli tutte le mi- tuali. Sembra poco eppure è la politica più seria schie, iu questo piccolo horlus co-nclus1t.s donde in questa vigilia. Domani quei problemi a,·rantutte le lotte degli uomini ci appaiono, in. vi.sta no una realtà matura portati nel viYo della podell 'in.fìnito, nella loro necessità e, anche, nella litica militante. Ci, s.iam.o ridotti in margine alla loro vanità. politica ma si.amo più che mai attaccati alla vita. Da questo luogo solitario che pochi toccano Attaccarci alla realtà e studiarla. Senza polie nessuno tuxba, guarcliamo gli uomini e la tica, che in qualunque forma. non può essere storia. la nostra politica. Percbè questa non. è ancora Contempliamo e non combattiamo. Tutto, vin- la nostta Italia. Irrigi.dirci in una opposizione ti e vincitori, ci appare sotto la stessa legge, e.terna e sterile può essere di buon. gusto ma è dura e severa, che tutto costringe e tùtto guida. di dubbia utilità. Importa invece studiare la Forse mai abbiamo sentito tanto viva in noi la realtà e le necessità italiane: questa è l'unica esigenza religiosa dello spirito, e non abbiamo politica che noi possiamo fare. mai cercato con tanta ansia un Dio. Il liberalismo, chi lo Yiva con fede, non può Ma dicono che noi siam.o degli scettici, gli fare della politica. L'idea liberale di fronte alla esuli volontari, o come anche vogliono, i diser- realtà dell'Italia, che è una nazione che si fai tori di tutte le lotte. Dicono che abbiamo l 'ani- è una rurina mesta. ma del vecchio letterato italiano, quel povero Il nostro scetticismo pratico ba dunque un.a vecchio letterato, che fa oggi le spese di tutti sua fede ideale, non. è la malattia del ,-ecchio i nuovi entusiasti. letterato. Che era invece la rettorica. Koi non Per il vecchio letterato tutta la vita s'esauriva abbiamo mai fatto della rettorica. nel suo mondo diartista tagliato fuori d'ogni Une scettico, il più grande di noi 1 è Giustino realtà (salvo, in n1omenti di completa dedizion~ F01~tunato, che fu solo all'indomani della guerra proprio ·a questo suo mondo che per lui· a\.-~-v..:.-a vedere e dire quel che è l'Italia. La rettorie.a è degli altri. E risale ad anni lonta.ni. Il vecchio pnre un Yalo,re, a creare un Canzonìe1·e e tw letterato trionfava ancora nelle nuove accadeOrl.ando fu.rioso), nella sua forma, per noir in- mde dell'eroismo e del decadentismo. E noi YO- ,.ece tutto si dissolve in giuochi di pensiero e 1em1uo una morale più umana e un'arte più sedi sottigliezze spietate e sqtùsite. rena, ingenui cercatori d'umanità, in questo riEssi, i realizzatori, maledicono noi, gli. inutili torno secentesco che ignora la grandiosità deldella vita. Scettici, noi, ma poichè senza una l'antico. fede, diccnoi non si vive, noi siamo dei morti. E salutammo maestro Benedetto Croce. Che Qu.esto nosti-o scetticismo è in.vece il frutto tagliò allora le penne a tutti i segni n.ietzchiani più maturo del nostro liberalismo. Che è un liberalismo senza restrizioni e senza compromessi. e sperellici, e ci riportò, noi ancora sanii terra Il liberalismo in Italia non può e 11011 deve, terra, a guardare.i dentro e a studiarci; e a rise \7.101tener fede a sè stesso, fare della politi- fare noi stessi con l'utni]e lavoro d'un giorno. ca. Almeno come l1intendon.o i politici. Fn una scuoi.a sopratutto di serietà. n,ra intan- • Il liberalismo politico,' tenni nata l'azione rivo- lo lontano cla noi !'I.tali.a d'annunzi.ana prospe- !uzio11aria nella conquista regia, negli anni più rava e il 600 saliva, saliva. lontani del risorgimento, è vissuto sempre sul D'An.uU.1Jzio è il Gran Maestro (la terminologia è elegante ma non plù di u1oda) della XuoYa compromesso, fin dai tempi della Destra. • Italia (la tenninologia .è wcchia ma aurora di Perc.hè in Italia non c'erano e non ci sono le conclizioui per una politica libei-ale. Il modera- moda.)· tismo della vecchia Destra., il ttasfonnismo della L'Italia d'anmwziana caa'atteristica espressione della insufficienza e 1 clell'.impreparazione poliSinistra, la c11sso1uzioue giolittiana, il fascis.m.o ti.ca. italia.n.:'1.non è la nostra. Gentile, che nou appaiono a noi in nna linea. ideale di svolgi- vorrebbe abbandona.re il s,no ideale di llll'ltaJia mento continua, senza interruzioni e senza ri- seria e lavora.tric.e silenziosa, ma che si illude su voluzioni, nella classica linea: della più ree.ente tante cose, ha scritto recentemente che in Italia politica italiana, politica cioè mode.l'afa. ormai la rettorica è morta. Sviste di un filosofo. Politica di un paese senza liberali, ed anche r-.1orta la rettorica? senza conservatori, ma in fondo alla quaJ.e è Ieri si è firmato il patto marino. Con introduvivai in ogni sua forma, l'esigenza liberale. zjoue di ·Mare.o Gratico, vecchio lupo cli mare. 11 mode.rati&tno fu il compromesso tra 1'idea lri.berale e le necessi~à de,lla vita italiana cli dopo Claudio Cantehuo pel re di Roma sogna l'Impero. il , 70 _ :i\fa l'Impero è uu Basso Impero. Silvio Spaventa 1 il capo deUa Desti·a, ma an- Do-:-.rn:--rco PETRISI. che tont-court il n1aestt-o del llberalismo italiano giustifica in w1a pagina famosa la necessità del suo liberalismo moderato, che sentiva non esse.re liberalismo. E riportando la piccola lotta italiana ai più alti conflitti del pensiero nega in Italia l'esisten1..a. di un partito conservatore, perchè non può appoggiare il suo conservatorismo su una nobile trad-izione. Ai con&n·atori italiani maJlcava 1a forza conservatrice della religione. iVla il conflitto elci ideologie, sul terreno della prassi politica, si riscive negli anui seguenti in termini dJeconomia. La Sinistra è l'inter'pil"ete di questo trapasso. E con essa il più vivo dei suor uomiui: Giolitti. Che della lotta economica fa il timone del suo governo. La lotL1..ideale si dissolve in una lotta pei salari. In realtà l:a lotta ideale era già morta nel compromesso moderato della Destra. Anzi in, quesltb senso Giolitti con il suo ac.cettalfe la .lotta economica lavora per un'Italia liberale dell'avver,ire, riportando inconscian1ente e contro la sua stessa politica, alla creazione di partiti. Ma finchè 'Giolitti resta l'addomesticatore non lascia risuscitare nulla d'un pa..'5ato, che a lui dovea sembrar' pericoloso. La politica cooperativistica e labu,ristla è il sno più alto ideale. \ Vera111e,1.tein Rivoluzione Liberale non TOl'- rem111Opi1ì riprende-re quest'o discorso. Chi identifica il liberalis·mo wn la. tolleranza e co-n la tecnica problemistica non capisce niente cU fiberalism,o. La. tolleranza, liberale è un problema di edi,ca,zione che ha 1ML senso tra nazioni civ-il'i. In u.n paese iHcivile, di costiwii ajrican .. i come l1Italia in citi ·i go-vernanti, seccmdo che si sento-no pi:ù o -meno sicu,ri d1i se stessi, tendo110 subito a. diventmre de-i donwtor-i e a trattare i go1Jernati come fiere denu.f;rife da ffddomesticare, si pnò difendere la tolleranza. solo con l'in.t0Uera11za più inesorabile. Dato e non concesso che s8 possa in politica a:vere 1in. atteggiamento- di 1neri dialettici e ài teodci è e1Jiden.te che anche Prezzolini, l\'lissiroliJ, Petrini, se 110n 'Vogliono co11fondersi con. la palingenesi totalitaria dei co-rti.gi.ani do-vranno difendere con le unghie, con la. dim,enli,cata e preistorica ferfnità, l'in.tel.ligenza e il deccrro. T-1.,tti politici., t,otti combattenti. O nella corte d.ei nu01Jì padroni o all'opposizione. Chi sta i'n 1nezzo non è indipendent'e, ·11..è d.isinteressa.to. Gli scettici sono grati al regùn.e. Esso non chiede ai cittadini che d.i a.bd.icare alla loro d.ignità e ai lor<> diritti poli.lici: c'è un uomo in Italia che pensa a tutto, gii altri la,:orino a.mmi-rand.o o si d.i-certano nelle sagre o si nascondano in biblioteca. Di jronle a questo programma non si de-;;e più fare neanche nella letteratura senza combattere: chi manca all'appello ca.de in minorità poliiica. Del resto anche in queste posizioni di ferri curii la superiurità di educazione, farà sempre distinguere la nostra intransigenza politica del politicantismo dei ira/ ficani<. Noi prepariamo una classe dirigente più colla, una. più 'Vi•,;a coscienza dei problemi politici, lavoriamo per il juturo, per un futuro certo in cui il nostro realismo a~vrà un senso e si accor~agnerà con tutto un tono della ,;ila ital,a... na. Ma tutte quesie sono frottole, alibi per disertori, ipocrisie vigliacche se si ammantano, sotto la formula della apoliticità. Non c'è pre-- p0.razir,ne che non sia già lotta attuale, non si può pensare un presente di studi e u.n domani di azione. Chi non si irrigidisce in una oppc6izione eterna e sterile non ha di,,itto di pensare alla lotta polilica di domani. Egli ha rinu.ncia.to a difenderla oggi. Anche noi diciamo con Petrini: Questa non è ancora la. nostra Itali.a_ Ma soltanto perchè la nr.JStra c'è già in noi e noi la opponiamo oggi all' ftalw. musso!i,,,.iana_ Opposizione senza illusioni e senza ottimi.smi e ma. chi è scettico tn altro modo, chi si professa apolitico, non è soltanto un letterato o un retore, è u.n disertore, un complice del regime. Si intende che l'accusa non. riguarda l'amico Petri-- ni: che si definisce scettico, dopo una franca pregiudiziale di oppositore; il nostro disuwso ·=l essere per tv..t.ta una malattia itahana e chi 1rnol capire capisca.. p. g. G.B.PARAVIA & C. Editori - IAl>rai • Tipografi TORINO - MILANO - FIRENZE - ROMA - NAPOLI - PALERMO Bovità: Pmrno Ro"-'"0 della R. uni,-ersità di Torino PERUNANUOVSACIENZPAEDAGOGICA un YOl. in-r6° <li pag. XII-192 Prezzo L. 9 (Biblioteca di Filosofia e Ped.agogia - Ed. Para:-Jia) Interessante Yolume che raccoglie scritti composti in tempi diYersi - dal 1914 al 1923 - =- intirnarn;=nte dominati da un solo spirito che si esprime nella celebrazione dei Yalori ideali ; ed è da augurarsi che questi saggi possano frattanto richiamare gli studiosi della pedagogia egli educatori ad una più alta e più larga \·isionedella dottrina dell'educazione e delle id.eaiità. della \ita. I Piccola Biblioteca di Filosofia e Pedagogia E' 1/.SCito: _.\LESS . .\:--DRO )l.\>Zo::q ;_.\ppendice al capitolo III de.ila :\forale cartoli.ca. De!listem[hae!ondl aMorsaulell'utilità con introduzione critica, Yarianti delle diYers.e edizioni e raffronti Rosmi1ii.ani, a cura di Domenì.co Bnlferetti. Prezzo L. 5. LA CRITICA POLIT!CA Direttore: OLIVIERO ZUCCAIUNl Non y'è altra Ri\·ista in 'rtalia che agiti il problema· del « regionalismo» proponendosi di risol,erlo in una radicale trasformazione delle attuali istituzioni. Ker sno programma nettamente antiburocratico e anti~ parassitario, autonomista e federalista si esprimeuna tendenza che nel nostro Paese \a facendo costauti progressi. L'ab.bo:aamento costa per un anno L. 20 Invi::ire vaglia alla CRITICA POLITICA_ Via dei Serpenti, I 16. ROMA "b'Eao DEbbA STACDPA" il ben. noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel rgor, ha sede ESCLUSIVAMENTE 1111 Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. O.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino. PIERO GoBETTI - Direttore-responsabile

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