La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 30 - 9 ottobre 1923

RIVISTI\ STORICI\ ScTTIMI\Nf\LE DI POLITICI\ ESCE CONTO CORRENTE ·POSTALE .. Diretta da PIEROGOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 .. Abbona.mentoper il 1923L. 20 - Per il Il semestre L. IO(con diritto agli arretrati). Estero L. 30 - Sostenitore L. 100- Unnumero L. 0,50 IL MARTEDÌ (T,.'a,libo11a1nent-0 non cli11detto prlnna del 15 <licemll"re 1J'i11te1u.te r1.n11o'l·trlo per v1i un11<JJ Anno Il ~ N. 30 - 9 Ottobre 1923 B&M.MARIO: G. Asr;;.r.oo: l'olitlca • tori (Vari11v.ioni "" unn gitn Jn S1>agn11). - !J. g.: ('ommento <Jnotldiano (Elogio di J-'nrinnrC'i - Ri1rRt1o di J.ih,ro Tancre~IJ. - Gr.1Jn1:1G: J..e gennazlrci dtl warnganello. - Aud.itm- tantum: l,o !-lpirito girondino. - A. CJ.: Letture. POLITICA E TORI (Variazion.:i su. u.:n.a ~ita in. Spagna) Armistizio Barcellonese BARCELLOXA, 17 Settembre. Sbarcando a Barcellona, noto !--uhito quc-sto: l bas~ori lic,i di br01v..o del grande monwneuio a Colombo, non <'1 sono più Quei has.-;:orilie,·i sono celebri negli :w11:ili <lei w,·,·ersi,·ismo catalauo. Erano sci, e rapprescu.- !,;_n·a.110, <.'Omed1obbligo, episodii dcl]a \·it.a. deUrJ 6C'Oprilorc. .\lolti c:irdinal{. molti signori 1 molti re cri:--tlaui, molti cacic-chi indiani. Gli a.n... ·trchici tii Barcèllo1~a si rifaceYano, di notte, su quei per- $0Ua!,?gi, <li tutte le cariche e le perquisizioni. §lualcuno era fucilato a Monhùch? Si risponlÌeva colla decapitaziouc in mass..'\.di tutta la signoria dei bassorilieYi. Quand'io , isitai Barcdlona, anni fa, erano già blati rifusi 1111a,o!ta, tutti : quello del Concilio rlj Salama ne..'?.,due. Sui preti, si sa, l'odio vin.dice 1lcl libero pensiCJ·o morde cli più. Ade,,,,o, l'autorità ha tolto i bassorilievi. Sulle .aiole spelate ùeJ monuiJJento, inveknite dagli t-ipuli e da.Ile pisci~te cli cane, dei mendicanhi - •lei libertari? - doruwuo, con la facci.a. difesa tla Tli di ...g-ionrnlc-.Come gli antichi guerrieri, riJ1-0!-ano sul L'..lmpo cli battag"Jia. Arntistizio. Si ,·edono, di qui, tutti i punti strategici : il Mou. t.a.ich, il Palazzo della· Capitani"l Gcnernle, la ~ta.7..lont ùi Francia, da. çui i rivoltosi cliYelgono ln un anno le rotaie più volte, di quante non sia, in un anno, falciato un prato. La Rambla si apre, a.sfalt..-'lcca.e ombrosa, proprio come si conviene pJ]a. :--ua destinazione: poligono di tiro per le mitragliatrici pi.az.zate su] monumento. Con .in più i chioschi ricolmi di gi.ontali libertari e di libri osceni, e le file di seggiole cli ferro. Queste seggiole, uno può adoperarle: nei giorni cli ar111.istizio,per sedercisi sopra, pagando una locaLione di dicci centirui: nei giorni di sommossa, per cacéiar]e fra le gambe dei ca,·a11i che carieano, gratis. Ogg-i si pagrmo i d1cci ccntim~. Stivali e spardiglie :!lfADRID, 18 Settembre. Questo esercito che ha fatto iJ colpo cli stato, proclamato la legge marziale a suon di tromba, ,;oppressi i deputati, i giurati e tutte le pubblieh:e libertà, m~1ita di essere studiato nelle sue valzature. I generali del Direttorio cal7..arono <lei bcllis- ~'-Timisti,•aJou.i alla scudiera, di cuoio gia11o, in. speronate dj marca maggiore, col fiosso inca.stellato ruicora iu un'altra sontuosa &trisci..adi cuoio che fnuzioua da paratomaie. Se ben ricordo, ~li stivali gialli, alla scud.iera, e imitati da quel1; <lell'armat:a b,;tannica., fmono int.rodotti nell1esercito itaJiano nell'estate del '17, e ]'averne mostrato l'uso, primo ha i primi, su tutto i] territorio del Corpc d'Armata ùi Firenze, costi- •1,nisce una notevole impresa bellica del tenente dcl Gen.io Paolo Orano. Ma, perclio, in Spagna .!{li stivaloni hanno attaccato ancora più cbe da ':aoi, e fanno un bellissimo vedere: si tratta p:ro- ~o di 1J.D. « -osc1,1ro erro-re del genio 110s tl'O • a non, averli accolti con. maggior fervore. E sotto ai generali insti vaiati, e agli ufficiali instirnlati, ci seno i soldati in spardiglie. Spard;giie d'ordinanza, con due tistcreUe di cuoio scui·o che passano tra 11 poUice e l'indice, e si :,vvinghiano attorno al collo del piede: sparclic.rJie fuori ordiuan'l.a, con la suola cli corda con il tomaio di tela; da contrabbandiere da :ne}o. uaro, da acquaiolo, da torero, da pica~o, da cJu. spero, da lechu,gui1110, da pordiosero, da encape1'UiZJ.do da ba.nàerolero, da quanti mestieri variopinti e leggero-vestiti ha questa Spagna incan. ta.tora. Vedere sfila.re uu battaglione spagnolo, per mc è uu godimento, per vla. delle spa.rdiglie: eome m1 e un go<lime:11.tocontar la moneta spa- :nola per via dei d·uros d'argento sonanti nel •1.io taschiuo. Già il fatto che tntti calzan spardiglie, popo- ];i.ni e solrlatit Yiene ad e'::-Screuna attcnnaziouc del militarismo. 11 m.ilitatismo, come l'abbiamo ,eduto nella sua tùtiru.a più completa inca.rn.a- ;1joue, la grande annata democratica wilsoniana., è cuoio: una. enorme quantità di cuoio borchiato e lucidato: cuoio nelle cra~Jacltes, cuoio negli zaini, cuoio uei finimenti, cuoio negli sti\'a]i 1 ('noio, se possibile, nel fondo dei pantaloni: il qunìc ultimo 1 itrovato rappresenta .L'l pe.rfe--L.ione s-11pn:-m.a di ogni tenuta YeTamcnte militare. Uu esercito in spardiglie, in mezzo a una nazione in spardiglie, non può eS6ere ni: provocante, nè opprimente. L'esercito spagnolo, nonostautc tutti i colpi di stato possibili, 11011 lo è. ~on au• noia. ~elle strade, nei caffè, nei teatri, le spa.rdiglie borghesi hanno un eccellente comportamento di fronte agli stiYali. ~on s'impressionano del tintinnio degli speroni. Se gli stivali instaur~no i tribunali militari, c1è subito un paio di, spardiglie c-c.1Wane che muovono all'assalto di tUla b:.u1ca: spardig1ie cL.1. pista/eros an~schici, le ,pardiglie dei due fucilali cli llfanresa. Ma anche le altre spaT<liglie, cli Castiglia o cli Anc.laJusi2. 1 <-0no sicurissin:ic del fatto loro, e orgo. gliose. Lasciano fare ai miJÌf:ari, per tutte le ragioui; fuori ~he per senrilismo o per viltà. Xesstu1 borghese spagnolo adula o tenie la congreg-azione cli coloro che lrascinano la sciabola sul selciato. Xessuno degli spagnoli cou. cui bo discorro, ha a..rnmesso eh.e:_la Spagna si trovi co:;trelta sotto una tirannia milita.re. essuno cot1\·ic"'l1eche, almeno per oggi, sia impossibile un colpo di forza contro De Rivera. Il 11uo,.,-o regime 1nilitare non è aurcolato da nessuna vigliaccheria cli borghesi o cli proletarii. Tutti sono « hyd,(Jlgos como el Rey, y uJJ poco 1nas ». F. p1·onti ,'1. tlimostrru·lo. Questa è la ragione, per eui il Generale De Rh·era si n1ostra sempre così .sorridente e benigno ne11e fotografie di apparato; abone nei suoi proclami dai termini di •forza,, e colpo di Sta. to a, e simili; e continua a ripetere che le spa.rdiglie borghesi riprenderanno a go,emare lo Stato aJ più presto possibile. Il soldato Farreu 18 Settembre. )Ii hanno raccoutato una storia pietosa. Certe volte, i contingenti cli truppe indate al l\-Iarocc-osono bene arroventati. I soldat.i 1 a bordo, affilano le navaie: hay que cortar orejas d.e moro} ci sono del1c orecchie di moro da tagliare. Le conYcnienze scx:iali, il diritto internazionale, i rispetti umani del secolo Yentesimo, la preSC117..a dci co1Tispondenti di guerra inglesi, tutto un complesso di circostanze infelici obbligano le a,Ltorità militari spagnole ad aYvertire i soldati ch_e- sotto pena di morte - nou si deYono mulilaxe i 1nori prigionieri. Guerra, g-u,erra a Io i11fiel 11,arroq1tì, sì : ma se11za vendemmia di orecchie. ?da m1 giorno, tempo fa, arrivano al campo di concentramento di Mclilla dei notabili mori prigionieri, con le orecchie moz.ze. Un disgra1.-iatosoldato, Farrei.11 è colto proprio 1nentre 111u. tila il moro Amadl. Condannato alla fucilazione. Quando lo si conduceva al palo cli esecuzione, Farreu, ottimo soldato, di sua COndizionc muJattie,·e a Hnesca, spagnolo fine, cli quelli che osse1·vano aucora le regole della cortesia paesana, cli quelli che non dànno mai il fuoco a più cli un fumatore per Yolta: qu.anclo lo si cond·ucern al pa]o, il poYero Farreu chiede,·a ancora: e Por qw!? ,. Perçbè mi fucilate? Egli 111orì da braYo, senza ayer capito che oggi si costuma far la guerra ai mori m.a non 1110-1,z..1.r !o o le orecchie. I saggi, che fanno delle conferenze all'Ateneo di :Madrid contro le imprese marocchine, dicono: e Il poyero Farren, e tutti i suoi compagni, ~0110 vittime di una educazione sto~c-a. sbagliala. Quanto sarebbe più bello evoca.re cou compia.ceuw la corte di Abderr:nuànn il magnificoi iu:;c;gw1,c ai ba.mbin.i uci libri cl-ilettura che c:gli ùominò 111An<laltt.s1a su più di dieci mila pro- ~pe1._ . Jldcas, mentre chf..!oggi i paesani di Saut·bc:~ C~tc.;-1a \'i viv~JO cristianj ~ì, ma mi.sera• bili? •· Suggcd111c11ti pieni ùi aceatlem.ica sapienza. l n base a,l essi la Spagna ~ condannata ad essere ragioneyoJe. Dovrebbe [are tuia e re,,;sionc » ck:lla propria storia, come un partito italiano qualunque: condannare :tlla fucilazione tutti i soldat.i Farrcu, grandi e piccoli, che an. dava.no in cerca di orecchie da lllO'"aa.re: come il Campca<lor e i conqtùstaclores, iJ santo cli Guz. man e In. santa. <li Adla 1 i carlisti e i ~erriglieri. f2ua1che volta la Spagna prende in° santa rassegnazione la sua. condanna, e si sforza di cli- ,·entare un regno proprio tagliato per Dona \"ictoria 1 l'ingle.sc moglie di .i{c .\lfouso, che pare Yermncnte il tipo sta11cl.'1.I<liv.atodella regina augl0--saS-SCue,e che noo i: anrora riuscita 2. par- !nre d<:<·cnlemente il e&ligliano. ~la altre Yolte. L:1 ~oncbnuata Spaglia, tncntrc: la conducono al patibolo della ragionevolezza, punta i piedi e conuncin a chiedere. ancb 'essa. e Por qné? » proprio come il :.;olcb.to fue1lato. e Co~a.potremo mai fa.re, nrio Dio, se non ci lasciate !leppure n1ozzare le orecchie ao-li infedeli? Perchè dobbiamo essere condannati a co}ti. ntre gli ~trnnci e le banane, che i dolcieri di Jn- ~hiJterra. con,·c.rt.ono in rn..n.rmellata, e gE inglesi spalmano sulle tartil1e di pane? 11. Parole tl.i Miguel Primo dc: RiYcra alln :;ta,yjoue di ilarcellona: « •-.:rii1>n•s .' \ i assicuro che ci mo..~trercmo clcgili della co1lfiàcnza che ;n·cte riposto in uoi. Ancìia.rno a )Ia<liid, a finirla. con le raccomandazioni e col fa,·oritismo, e a mettere in prigione tutti quelli che banno tradito il paese. Aneliamo " ccstituirc una Sp..1.gnagr.mcle e sincera, una Spa. gu:1 nuoya ,. li. 1 resoconti dei giorIL"lli porb110 : < O?adò11 •· Onuione alla pros~ttiva cli un po' di Yacanza, di un po' di orecchie cli moro da tagliare:. La spiegazione carlista 20 Settembre. 1.;li uomiui politici girano tutti al largo dalla capitale. Romauones, in una inten·isla publicata stamane da El Svi, ha detto: , In bocm cb_ius.'l. non entrano mosche». Don .\ntouio Maura, il più forte e il più solo, ,·iye gra.u parte dell'anno in proYincia. Xon mi riesce cli incontrare altri che il signor Vazquez de ll'fella, capo della mincranza pnrlnmcutare integrista. e Integrista • 2: un nome pulito per dire carlista . .-\.nz..ijaimista: J)erchè, adesso, il pretendente del ramo legittimo elci Borboni t! Don Jaime: un pdncipe che Yive uu po1 in Sviz..zera 1 un po' sulla. Costa Azzurra, e - in omaggio a tutti i buschi, ·uavarriui e asturinni che si so11 fatti annna:,...zare per i suoi diritti al trouo di Spagna - si cotnpiace di porta.re iu testa la boina. bascongada. Xello stuclio del sigpor \'azqnez de ì\1eUa c1è una grande fotogra. fia dell'Infante don Jaime di Borbone, con la barba nera e una formidabile boi1za calcata s1.ù1'oreccbio. Don Juan Vazquez de Mella, uomo profondo nella genealogia borbonic-a. 1 e che si indigna an cor oggi della violazione ùell'ordine di successione al trono spagnuolo perpetrata dal re Ferdi. nando VII a farnre di sua tiglia Doua Isabel e a d.-'lnno di suo fratello Don Carlos 1 giudica favorernlmente il colpo di stato cli Primo de RiYera. Egli dice: < La legalità che si considera violata fu stabilita solo in parte uclle Cortes del 1876. Però, don. de teneva la sua fonte la cosidetta legalità del 1876? In un fatto di forza contrario alla legalità stabilita, quello di Sagunlo. E dove si fondava la legalità anteriore sov,·ertita in Sagunto? In 1111 altro fatto cli forza: quello di f\ lcolea. E doYe si appoggiava la legalità a11tc.dorc che cadde ::il ponte cli Akolea? , el [atto di forza perpetrato nel 1856, con la caduta Jefiniti,·a cli Espartero e la imposizione m.ilitare di U' Donuel. E su cosa si fondava la 1eg;ilitù nut.c.riore? Sul fatto e.li forza di Vical\'aro col progranuna di ì\Ianzanares, eh•~ originarouo il biennio progressista. F. in che co:,,.asi fornbni. la lrg-nlilà anteriore? );°e\ fatto di forz:-, che prec-ipitù I ◄;spartero nel 1843 I.! originò la decade. moderata. F: iu che cosa. ::d fo11da,~ la kgalit.it anteriore? !\el !att.o cli {orf.A che obbliga w:I abdicare e ad emigrare nel 1840 Dona .\!aria Cdstina, e che produsse la reggenY.a di Espart<:ro. E dove si fondava la. ,·antata legalità anteriore, In un altro fatto cli forza: auello del ~-rgcnte Carcia e dd pronuncimnent.o' liberal<:, in la Granja. E dove si appoggiava la legalità m~tC::1iore?Jn un altro fatto di forza, il più cla· m.oroso, ii più scandaloso; nella promulgazion~ dello Estatuto Real, nella prammatica sanziODe clc-1 18~9, ehe at-x-,li\-a la legge saJjca: nella. pro... clamazionc t.HDona Isabe.J come erede del trono, contro le proteste formali di Don Carlos : nella imposi1Jone armata <li Dona Isa.bel come regina e di Dona Maria Cristina come reggente, perpetrata uel 1833 e anni seguenti, dai generali crist ini. Tut.ta la legalità costituziomle del parlamentaric;i!10 si stabilì con la fo•za contro la ccstitu. zioue interna e 1::-adizionale della. Spagna>. flon Juan Va7,que-✓- de :'!folla ba finito. Egli ha ricondotto la crisi ai suoi principii. Se il re Don Alfonso subisce oggi l'umiliazione cli controfi.r. m.are gli ordini <li De R!\-era, t; perchè un se colo fa Ferdinando VH commise una enorme ing-iustizin successoria. Se gli spac,o-noli,oggi, debbono obbedire aì poter<c illegale dei candi/Ics miìit:lii, (;: perchè ua ~lo fa non seppero imporre Don Carlos1 e i madrileni non insorsero contro Don't ~la.ria Cristina quando, nel 18371 eg]i ap-- pan·e in vista cli :\ladrid, e chiese di entra.re nel HlO pala;1..zoreale, alla piaza de Oriente. Il rag-ioua1nento cli \"az.que-1,de :.-rena è: di tlllO spag:-nolismo mouo1itico, <lefinith·o. Xon c'È::niente da replica1L. io 11.1i ;:,C-U:..Oin COJ:PO u.na ,,..ran -vog-lia cli t:SS(~-re carlista: e lo dico, al si~~r \·azqu.ez. <le )!ella. Egli mi replica. sentenzioso e "-ic-u.ro: e El. rarlis1110 es la j1isticia misma •· Interc-s.s:1nte, portare quest'uomo in Italia, e metterlo lW po' ·a confronto con tutti i nostri monatti ,!ella leg-alità, il senatore ..\lbertil\Ì che clifende (in Senato) la legalirà cli a,·antieri, o l'anorc\·ole :.Wussolini, che po.rla della legalità cli og. ~i. • Ef. carlismo es la justicia misma •· Miserabili i paesi 1 do,·e le 1nouarehie cadute non lasciano preteucleuti, e do,·e i pretendenti non trovano :-cguaci : sono pa.esi senza giustizia. Che cosa ~tolta t: la monarchia, ~ non ci sono i legittimi• sti che si spingçino gelosamente a spiare fra le lendine delle alc-oYe dei principi! Confusione delle lingue 20 Settembre. Alla A cciòn, il giornale reazionario d.i Don .A..11. tonio l\1.aura, propizio al p~onauciamento, critico acerbò del caciquismo parlamentare, tengono sottomano il rimedio per sanare la ,·ita politica di Spagna, dopo ì:1 parentesi rnilita:·e. Un articolo del gionrn..ie ha conùnciato ad an. llllllciarlo. Semplice. La proporzionale. Solo la propo,-- 1Jona1e pnò colpire a morte il caciquismo, liqu.idare _c\lba, Gnrcia Prieto, tutti g1i uomini putridi dell'antico regin1e, ecc. Restano assai sh1piti quando lì infonno che ! rcstauradores italiani lianno proibito la propo-:-- zionalc peggio delle pistole corte. Un redattore, il signor Pica, mi domanda incerto: - 1.fa, allora? .. - :\..llora, niente. Chi vi ba mai detto che in Ilalia ci siauo dei rl\"olu.z.iouari come Yoi 1nauristi? 6oya 21 Settembre. ?tlattinala al l'raclo. Goya. Ritratt.o delb Famiglia cli Carlo I\'. li pases de la qiur.drilla su!L1. pi.azza dei tori. Ritratti dei principi borbonici. I quadriglie.si si presenhnoi a uno per t~no, suU'arena. Labbra ca~cauti 1 o..:cl!i ccrchiati 1 occhi da pesce morto. occhi da. acqunrio; incesto e bastardigia. Il lttittimismo l· finito. Wuadro dei Fusfla111ieuto, L'in:;orto o-ofio alJuciuato 1 piangente, dinau;i· alle canne :::o dei' mo• :-:chctti, eol c-anticiotto bianco pieno di luce, coi pic-<li sc:ilzi sul sek-i.:.1to,-isddo di melma e di :-:angue. li carlismo è finito, la g-uerril1a è finita. I.a .\la/a 1,·,·stida. Dimostntzione che è i111possihile: inseg,1are il pudore alle uinfomani, il con.

123 trollo di se stesse al.le gitaue ,- i costttmi parlamentari a.Ila S,pagna .. Sotto ·una delle sne acqueforti, il' Goya scrisse: « Ji.J,site,10 à.e la r,azon p1·od1..u;e111,01zstru.os ». Il $<>gru> della ragioue prod11ce ,µostri. Eglf ha dubitato, noi trem..ian10. Ma il b11ou popolo cli 11fadrid, tranquillo come il battista. se ne va ~ ,-edere il LV!useo'de pint-ura.sJ tioè Goya: perchè, insomma, la pri..nia cosa sono sempre i iitratti dei .Borboni. Questa ìm. passibilità cliua.nzi a un uomo che ha messo un enonne p1111tointe1Togativo su tutta la Spagna, è degna della impassibiltà della corte Borbonica, che restava così contenta del ritratto « della Fa.miglia> d'a nominare Goya pittore reale. Lo spagnolo della strada, lo spagnolo primo venuto, lo spagnolo qu.alnuque, nelle corride non si accorge ueppnre delle budella che il cavallo trascina suli 'arena; al Prado, dinanzi a Go:ya, non si accorge neppure degli intestini che - anche qui! - sono spantegati dinanzi a lui. Gli spazi bianchi 22 Settembre. Alla sera, sono ammesso con i giornalisti spagnoli presso il teneute colonuello Labastida, capo dell '11fiìciostampa, o, come si dice, della Ofì.. ci11.a dc ln.fo-rmaciones1 Pren.sa y Censu·ra.. Labastida ?:. 1\tomo che ditige la censura sui gioniali di Madrid, per in<:a.rico del Direttorio militare. E' stato anche l'u11ico personaggio militare di rilieYo, che in questi_,pochi giorni bo potuto avvicinare. Riceve alla Capita.nia Genera/ 1 quasi di fronte all'ambasciata italiana. 11 suo tratto coi gionialisti è gra1Josissimo e cavalieresco. Si sci...sa ad ogni momento dell'ingrato compito cl,c deYe disimpegnare. Da parte dei giornalisti, nessuno di quci tali leccamenti che non mancherebbero nel ntio caro paese. Chi cinge la sciabola non fa la faccia feroce, chi adopera la penna non fa. lo stenterello. La discusslone fra censore e gionialisti si impegna sugli spazi _bianchi. Il censore prega i signori giornalisti di volergli UJ..fldare per tenLpo le bozze degli articoli ch'e<;si suppongono incriminabili : egli si farà un dovere cli restituirle presti~simo con i tagli eventuali : così i signori giornalisti potrebbero rimbasti.Te il pezzo, e i giornali non sarebbero cleturpati dagli spazi bianchi. :\fa i giornalisti trovano che la richiesta del tenente colonnello ,nostra troppo la corda. Gli spazi bianchi sono la ga.rauz.ia dell'indipendenza del giornaJe, sono el honor d,el peri.odisla. L'invocazione alJ.'onore non lascia insensibile il censore. Il quale allora dice ai giornalisti : , Ma se Yoi continuate a mandanni le bozze tardi, e a far raschiare i pezzi censurati dal piombo pronto per la -rotatiYa, ,·oi mi mettete veramente in imbarazzo: perchè non volendo a nessun costo roYinare la bella impaginazione dei vostri giornali, dovrò eccessiva.mente allarg-are i criteri della censura, con granò.e pregiudizio dell'incarico affiàatomi ». _\ questa battuta, imbarazzati sono i giornalisti. L'assalto di cortesia procede cosi un bel po' .:,e1npre in frasi rotonde e fiorite : infine le due parti si lac;ciano con un compromesso pieno di dignità. La censura militare, in Spagna, è una corrida di tori, dove da toro fa il censore. La sorveglianza sbiqesca sulla stampa, in Italia, t una corrida cli v:3.cche: dove da vacche fanno i giornalisti La rivoluzione spagnola 23 settembre. Popoli signori: il francese e l'inglese. Il gruppo dirigente sa presentare un tipo sociale facilmente imitabile, sa creare delle convenzioni assimilabili anche dalla povera gente: dà il tòno. Le geste ca'i.ialier dei cortigiani domina ancora oggi tutta la vita francese. I finti pu.clori, le riserve, il cant dei gentlemen prontamente scimmiotta.ti, fanno le spese di tutta la vita sociale anglo-sassone. Popoli plebci : il tedesco e l'italiano. Le claSsi dirigenti presentano i seguenti tipi : in Germania, il J(orpsstndent, il Professor, l'ufficiale prussiano. In Italia, il commendatore romano : prima, il curiale e 11 cavalier servente. Imitazione da parte della povera gente, impossibile : gli esemplari sono troppo goffi, o troppo raffinati. Risultato : mancanza di stile: gli scom. pisciame:nti di birra in Genna,Jla., il cafonismo in Italia. E in Spagna? Ah, in Spagna, popolo di signori: L'ultimo esemplare della gran vita che presenta il gruppo sociale dirigente all'ammirazione delle folle, i: il nobile che torea a cavallo, caballero en ambas sillas e uccide il toro con la lancia. Il duque de I,,;ma toreò ancora cosi alle: nozze di Carlo IT, l'nltimo re cli Casa d'Austria. Poi, sotto i primi Borboni, profittando di circostanze fa.,·orevoli <li Corte, come il disfavore dei nuovi re per la corsa dei tori, il popolo spagnolo compie la sua. rivoluzione sociale: invade le piazas de torns, e co,nincia il toreo a piedi. J plebei si appropriano, anche nelle corride, lo sti1e, il tono, il gesto dei cavalieri e dei cortigiani. Col regno di Carlo III, la dvoluzi_o".e è ~rfetta- U sa.ggio re e j 1,1oisap:ie1Jh trumstr1 LA R I V O'L U Z l ON E LI BER,\ 1,"E si alfatica~o a rifo:i-mare l' amministrazione: i valenti e coraggiosi '"Spagnuoli riformano la fiesta naciorial. Soflo gli .:inni in cui gli americani del :No1tlproclama.no la; )ol'o indipendenza dalla Cor~ma britai1nica, in :'cui i francesi preparano le tavole'•dei diritti dell'uomo. Ma questa è demo- , ,az.ia; politica. Più, assoluti, integra.li, gli spagnoli ·attuano la ugi.tag1ianza taurom.acf'ica, fon. clano la democrazia taurina, annunciano, per medto di plebei, i canoni iuvariabili dell'arte di toreare e stocrài'e a piedi. Todos espadas. Tra il plebeo Franklin che eutra nei saloni di Versailles impastrauato da fortunello puritano, e il plebeo Franè-iscn Romero de Ronda, che per primo, il1zi1narTato <li oro e· di argento, fa sventolore la m11lcti1la nella plaza,_de to-ros~ non so chi riporti una ,.;ttoria più grande. Certò la detnocra.7Ja sociale cli Frnncisco Romero fu più soda e sugosa di quella di Colonna di Cesarò. Nessuno potrà mai djmostrare che la. democrazia taurina ... vale -1ne110 della de.tnocrazia politica. Coloro che pia.ngono sulle pilebi spagnuole oppresse clal militarismo, dal de.ro, dalla uobiltà latifondista, non sospettano neppw-e quali vaste, ritempranti, orgogHose, compensazioni alla mancanr.a di ceJ-te istituzioni pplitich~, tutto un popolo possa ·trovare nelìe sue abitudini signori];'. J;)isse Ricardo de Vega del tono: Esta es la fiesta espanola q,u; vien~ de prole en prole, :v ni el Gobie-r,w la abole ni. habrà. -iu1die q·u.ela abola. ì'\ 1 O11 se11tite che qui sotto c'è ttttto il correttivo ai pronuncittmenti militru-i e ai colpi di Stato liberticidi? (N. B. La fiesta ·11acional spagnola non ha nieute da faire Con la sagra mussoliniana). progl'essi tecnici 23 Settembre. Non ci sono n1ai state in Spagna tante Plazas de Toros come oggi. Ba.1-cellonane ha tre, una monumentale capace cli 30.000 persone. Madrid, altre tre, e due monumentali in progetto. Siviglia,• due, e.li cui una motnuuentale. Due, San Sebastiano. Nessuna capitale cli provincia, nessun pueblo miserabile manca del suo circo tauro1nachico. :Mai gli espa.das rinomati hanno SO· stenuto tante con-ide, come ora, in una stagione. Anzi, ora 11011 c'è più a: stagione». Fino a qualche anno fa, 1a « stagione )> si in.augutava .solennemente la domenica di Pasqua. Bombita fu il pri1no che ruppe con la tradizione, e toreò durante la Quaresima.: fatto importante per la storia del libero pensiero spaguolo. La affezione tauron1achica è in aumento enorme. Vi ha contribuito sopratutto lo sviluppo ferroviario. Le rapide comunicaziooi hru1no moltiplicato le possibilità degli espa.das, L'automobile consente che un bravo espada ammazzi il suo paio di tori ogni sera, e galvanizzi una provincia in una settimana.. Ferrovie e auto, in America hanno servito- alla propaganda pietistica condotta con grandi 1nezzi logistici: in Spagna, all'incremento della tauromachia. Forse, e in .4..meric--ed.in Spagna, non ad altro. , Un bello e orribile mostr<> si sferra., corre gli Ocean·i, corre la terra; salute o Sata.na1 o ribellio-ne1 o forza 1Jindice della ragione». Poveromo! Prima delusione tauromatica 24 Settembre. Ieri, seduto in nn buon posto dei tendidos, parte dell'ombra, mi godetti tutta la mia prima corrida, leggendo diligentemente la descrizione del program1na ad ogni fiera che si presentava: e sem.pre col 1nio binoccolino avvitato agli occhi, tenendo la speranziella di veder capitare qualcbe incirlente. Insomma: lo sventramento dei cavalli non 111i bastava: volevo lo sventra. mento clel torero. Come al Museo di Arte mo- <lerru, spagnuola: , Los ,w,antes de Terruel , . feretro: , Dona Juana la loca,, altro feretro: « Conversion del duque de Gandia », altro; « Mu,erle de Sam Fernando», altro; « Enlieno de San Sebastian », altro; « Fusilianiento de Torrijos », altro; « .Vluerle del torero». Almeno avessi potuto vedere questa conclusione delle graJJdi pompe funebri spagnole! Kiente. Oggi, incontro Filippo Sacchi in un caffè di .'\lcalà. Filippo Sacchi, ornamento del Club Gran Pena cli Madrid e del Corriere della Sera di Milano, maestro di diligenza per tutti gli inviati speciali, sotto l'amabile veste di Momolo svoglialo, t competente anche in tanromachia. Gli chiedo perciò subito se ha assistito alla corrida. di ieri. Si. E come hanno toreato gli espadas? - Tutti male, tranne il primo: che ~ in punto di morte. Forse è· già molto. - Come, in punto di morte? - Ma si! Il primo, Freg, non hai veduto che al momento di dar la stoccata prese una cornata in malissimo modo, e si trascinò appena alla barriera? Perciò il pubblico lo a.pplaucll. - Ma è incredibile! Ed io, che aspettai per tulto lo spettacolo J'incidente! ... Sacchi fu così preso cla. un convulso di risa, che sbruffò tutto il caffè che stava sorbendo sul tavolino: cosa che, certo, nn reda.ttorc del Giorna./.e d' fta.lia può !are quando vuole, ma che in un i,nviato speciale del C or.rie-re della SFa nou è tollerabile. Compro i giornali della.~. gli unici- del lulledl. Sacchi ha ragi~ne. Pagine intiere dèd.icatè alla. gravissima cogi4a del 111,atadoi Luis Freg, messicano. Bravura di Freg, suoi detti memora: bill, sue condizioni disper~te. Ma il ·mio· caso, è ancora più terribile della .prima comda. _cui assisto. AJ primo torero della corrida, ta~; arriv~ l'incidente. Quasi lo 'sventì:amento. Ed io nolÌ me .ne sono ~e<::orto.Non me ne sono accorto! Hanno veramente ragione, quando trovano che souo « poco -giornalista )).. GtovA~NI ANSALDO. L-E'T'TURE Gt~oncr~s An.p:1,. !.,a pcNtique el le réel. - (Paris, l;rasset, 1923. - 6 fr. 75. - Coli. Politein). Ammiriamo, una volta di più, l'istintiva e prodigiosa abilità degli scrittori francesi. Con qualche spunto Yivace, due o tre rHlessioni che denotano - più. che penetrazione ol originalità - l'efficacia delle tradizionaii consuetudini cli socie,·olez.za ed arguzia, ci;si compongouo un libro interessante e piacevole,_ magari su dati di seconda mano o se117,aspiugere a fondo !e analisi, ma .in ·compe11so del difetto cli inquadratura teoretica troviamo - anche nei giochi cli penna pit't superficiali - insegnamenti non pedanteschi, nè' inutili. È il caso di La polif:1-que et le réel, di Georges Aimel « filosofo politico, democratico e repubblicano» formatosi, techicamente, alla sèuola di .Mnurras, il quale ha inteso abbozzare un rnan:.rn.letto delle idee generali e dei problemi ess1:11zi:iliche si presentano oggi nel ogni libera intellig-enza, desiderosa di chiarezza. crQu 'est-ce la Politique? « La Politique est 1'art de gouverner une natiou, en vue ck· lui assnrer une situation intérieure la plus favorable qu 'il soit possible, ensuiie une position p1ivilégiée ponr sa sécurité et ~011 prestige vis•à-vis des autres nations, et ce au mienx cles difficultés et des nécessités d'Ulle époque déterminée. Comme tout art, technique on science ,ln Politique a pour champ d'applicatiou le Réel. « Le Réel, mt sens 1c plus général, c'est l'ensemble des résnltantes qne produiseilt ]'interaction et l'opposition des faits. Dans le domaine de la Politique, le Réel est l'ensemble des faits psychologiques, économiques et soc1atL~ par quoi est constituée la vie colJective <l'un groupe plus ou moins étendu ... » (p. 25-26). E poichè nelle epoche in cui la struttw-a sociale si tra<;forma, 1'equi libr10 tra la politica e la re.-:'lltà- affemrn l'Aimel -- si rompe, conviene analizzare i vari ·elementi che si trovano in presenza e Ce.! car di esprimere aknne direttive che paiono sa1utari. Tu qnesto volumett(?_ aòunque, ve?1gouo studiati snccessivament~: i moti\'i c.lèli'indifferenza politica professata dalla m.aggiorau?.a dei contempornnei, i rapporti degli intellettuali Cl)]J la politica e i mestieranti della vita pubblica, e infi'ne è abbozzato un metodo efficace per uscir clal marasma (« pédagogiqne d'aborcl ») e avviar- ~i snl!a strada di una democrazia corretta e rin . novatn. L'autore nota anzitutto la mancan1..a di coordinamento tra la vita politica e la realtà eco- -11omk:1 (p. 34. E' curioso come egli non osservi_ che\ in fatto, le relazioni reciproche esistono, però con importan7,a. inversa : sono gli affari n determinare la politica), descrive ed esamina i fattori r1ell'opinione, patrocina le rappresentanze proi~ss.ionali e l' i~truzione tecnica e inùustriale. Vuole l'organizzazione della democrazia, e conclude: « 1/Europe, qui a subi dans son or. ganisation tra,litionuelle Ulle subversion formidable, manqt1e d'.annature. La démocratie meme aYec ses imperfections uat~relles peut seule la lui fournir; on n'a pas le choix, elle seule subsiSte clans son devnir, sinon dans sa forme achevée. C'est pourquoi tout pToclame la nécessité de hfi.ter son aYènement ». Tutti i temi sfiorati in questo libretto suggestivo sono trattati con spirito moralistico, con gusto di scrittore (vi è un 'apostrofe a Marianna graziosissima) : Georges Aimel è, sino a prova contraria, l'honnete homme classico che si pronu11cia su11a po1itica. Il pregio delle sue note è appunto nell'aneddoto, nella considerazione rapida e intelligente di un problema. Spirito aperto e brillante, l' Aimel ci ha dato una serie di istruttive divagazioni e non un saggio 1neditato ed approfoudito: dobbiamo guardare a.Ila franca onestà dei suoi criteri cli giudi1,io. 11 suo autore J'imanc, evidentemente, Tocqueville: per chi si è interessato deg1i avvenimenti del dopoguerra, la guiùa sembrerà insufficiente. Discorrendo di clemocrm:ia, l'Aimel non ha neppur pensato a quelle forme laburistiche di collaborazione sociale che sono l'incognita e la speranza dell'avvenire. Anche in ciò si è conformato alle tradizioni del suo paese, che hanno dato a11a lotta proletaria carattere declamatorio e fittizio. A. CJ. " h'Eao DEbbA STAillPA " il ben noto ufficio di ritagli da giornali e dviste fondato nel rgor, ha sede ESCLUSIVAMENTE in Milano (r2) Corso Porta Nuova, 24. Chiedete opnscoli esplicativi e tariffe con S('mplice biglietto da visita. COMMENTOQt)OJIDiflrJ.O Elogio di Farinacci Vogliono a.mmaz_zàre i1 fusc;f sm?. ~ f<eec,. servire per un• anno! a ricreare. )è fantasie, à> ristorare gli sp<riti e a sato1la,re i corpi. Ora ""-- sta. Il fascismo ha una grave colpa: è '1ll<:ol-e. troppo intransigente, troppo serio per gli ita1:iimi ; impone di credere a.il una parte politico. e di prenderne le responsabilità. Invece gli ita,. liani banno una giusta stima d.e1 proprio ingeQ'UO e della propria versatilità e sorridono all'idea di essere ,i;J.Ceri ed onesti. Piacevoli maestri di trasformismo, ideatori fecondissimi di varie com. binazioni persona.li, sanuo esattamente quanto le astuzie e i giochetti riescano più pratici e accessibili che 1e noiose intransigenze. Se a noi ostinati nemici della prima ora son" riconosciuti legittimi diritti di paternità vers~ il fascismo (almeno perchè gli regalammo nella polemica qualche dottrina valida a ricoP?-re pu.- dicamente la sua vergo6nosa povertà) tutta la useremo a difeuderlo con franchezza. Farinacci. ha scolpito la sitnazione in queste brutali pa,. role: I( U11a corre11te abi,nentata da.. opportunis# e da affaristi vorrebbe creare il riiussolinis1no in:. t<>rno al Duce per isoJarlo dal Fa-scismo •- Ci sono troppi opport11nisti : Baroncini e Fa· rinacci sono uomini. Si può non veder chiaro uelle loro coopera ti ve e nei loro affari ; certo hanno continuato, ingigantit:o il parassitismo rosso. Ma i veri affàristi soni quelli che si godonl) gli stipendi a Roma fabbricando teorie. I veri affaristi sono gli intellettuali; non questi sani analfabeti che scrivono gh articoli sgrammatica.- ti, ma sanno tenere la spada e il bastone in IDAno. Se un fascismo potrebbe avere per l'Italia qualche .utilità esso è il fascismo del manganello. Farinacci e Baroncini difendono del1e posiziotti personali illegittime, ma conquistate col sacrifi. cio e ~oi muscoli : dieb:o di essi ci sono centomila giovani che al fascismo non hanno chiesto di guadagnare o di risolvere il problema della p,:-opda disoccupazione; ma vi hanno portato la loro esasperata aberrazione, la repugnanza per i compromessi e gli opportllllismi. Noì dobbiamo rispettare in questa ignoranza e in questa barbarie un seuso di dignità e una p,rova di .,,__ cri.ficio. I teorici di Roma sono di tutt'altra razza, vorrebbero guadagnare posizioni ùgualmente redditizie scrivendo articoli e confondendo "°"' cetti. :ì\1a•essi non hannq nulla cla insegnare agli italiani : Farinacci. e Baroncini sono più colti, cento volte più colti di Massimo Rocca, come un ragioniere è cento volte più colto di llll exanarchico. Ritratto di libero Tancredi L'eroe della polemica. contro il partito fa.sci.- sta è il perfetto eroe dei nostri giorni. La sua sagoma incute timore e rispetto ai piccoli borghesi italianL Deve tutto a se stesso. E' figlio delle sue opere. Era uno straccione, è commendatore; era ·ua operaio e si ~ formata; ·u.na cultura, e sa scrive.ce gli articoli citando la Rivoluzione francese, st11.- diata ai bei tempi nei manualetti di propaganda socia.lista, e nell'Università popolare. Parla per analogie storiche come succede agli autodidatti. La natura gli fu matrigna; e :Mussolini noti esitò a scagliargli un giorno l'instùto spietato: Ri·metti p·ri-,na di t1ttto a posto i connotati/ Della sua bruttezza bisogna assolverlo cristianamente, come della sua i.Ta, che lo fece violento contro sè e contro gli altri. È l'intellettua.le esasperato e spostato, senza patria e senza famiglia, senza tradizioni e senza cl-asse. Aveva un nome: ma troppo borghese per un anarchico. Massimo Rocca suggerisce per necessità di ritmo raccoropagnamento di un conim,, della Corona d'Italia. Si rinnegò. Fu Libe1'0 Tancredi, sospiro di romanticismo cavalleresco, idolo del sovversivismo italiano maleducato e tisico. Libero Tancredi è il tipo dell'anarchico italiano che scrive libelli . invece di ricorrere alle bombe e alle revolverate e si scusa candidamente con la dottrina della non resisteuza al male. Di disoccnpazione in disoccupazione Libero Tancredi fu natura.lmeute sindacalista. E non. gli è stato difficile cambia.re l'esibizionismo libertario nel fanatismo del questurino, una volta trovato il padrone e rjconosciuto 11 carabiniere. L'anarchico ha sempre S<>- gnato di poter dire un giorno: e Lo stato sono io>. Il comm, Rocca difende oggi l'ordine, la dittatura, rinnega gli amici fascisti di ieri, vuole lllla nuova religione superiate ai partiti come agli uomini ; il mussolinismo. Il comm. Massimo Rocca è figlio delle sue opere. Con una serie di articoli che invocavano 1'abo. lizìone dell'Istitnto Nazionale delle AssicuraziC>- ni riusci a diventare vice-direttore del medesimo. Oggi Libero Tancredi vuole il r8 brumaio. Forse la su.a fantasia piccolo-borghese è stata sedotta dal nobile miraggio di un ducato· ai Bassano. r. g.

b u firn[Rllrnttl o MANfiAN[lrn Mentre la generazione patema dirigeva mala.mente la. guerra, che al fronte combatte,a.no i giovani dai quarant'anni ai vent'anni, un'altra generazione è spinta ad agitarsi precocemente dall'atmosfera tormentosa e febbrile dei htnghi mesi di guerra. E' 11na generazi011e che, costretta a vivere la propria adolescc1v.,a nella grande disgregazione prodotta clansaccifici e dalle a.ngoscie, che la guerra h,i imposto anche all'interno ciel paese, abba.nclonala. a se stessa, torme11Lala.dai riflessi dei sacrifici, degli orgogli e clelie vau.ità degli eroismi, che la gul.èrra al fronte produce, e costretta alla vita triste e monoton" della famiglia priva dei suoi rn11i, è fiorita. senza sorriso, ed ha passalo gli anni· nrighori, sen7~~ conoscere nè ga1ezza uè sen~nità. Sorta alla comprensione, i.n tLn periodo in cui t11tti fanno, si agita.110, cd il ritmo della ,·ila è febbrile ed intenso, sarà tonneutata ccl ossc~sionala dalla febbre cli gettars>i nelb vita, come ;,e i momenti le fossero contati ed il campo di azione le sfuggi!'-se. Ccnerazione cli adolescenli, cupi, inchiodali al tormento di !!On pote;· fare e dti;non· s:q,e,· fare, in un periodo in cui tutti fanno; non più bambini, per non avvertire confosainente, come il fatto che si compie, sia dèstinalo ad un"im]X>r\aU7..ad.ecisiva, anche per la loro esistenza, su c1Liavrebbe pesato, non jY.lSSouoin aicun modo parteciparvi. ll tormento si riso! ve nella rottura dei doveri e delle consuetudini loro imposte. La famiglia, mancante del capo o de:i fratellii n1~ggiori è in piena di.sigregazio11ee li 1asCia in piena lib~rt"~, la scuola è ridotta ad tUl pa,<sctempo. ~fancaJJdo i fratelli maggiorti, questi adoiescenti sono spinti a sostituirli nella vita, occur,ancloae il posto nei divertimenti, in ctù non trovano però che nna maggiore e p1iù torturante insoddisfazione. L'adolescenza viene divorata nella cocsa tonnèntoc.<.a,nell'ansia febbrile, nella nevrastenia dell'atmosfera di guerra. • Più tardi, quando la guerra è finita, gli àdolescenti si trovano precocemente giovarui•, •~a respinti alle posizioni naturali àella loro età., dai fratelli che tornano; la guerra si è chiusa ed essi, che non vi ha.uno preso parte, devono ac<::ettarnei valori, subirne le vaniÌ,tà, gli orgogli, gli eroismi, l'esaltazione <)ella generazione che ,-i ha parteLipato ! Essi, che al finire della guerra si sentono p:recocemente giovani e disposti a fare, trovano « il gran fatto D risolto ed il non avervi mntribuito, ne anmenta nell'animo loro, con l'imr-0rtall7..a, il torn;iento e il ra.ncore. 11 periodo di agitazione, il fermento non si chiuderà, prima che gli adolescenti fac- .:iano qualcosa. • Dappa:-ima sarà il moto dannunziano a Funziona.re da leva dei giovanissimi. La maggior parte dei legions1ri fiumani 'èra- fonnata da. giova1Ussimi, che non avevano partecipato alla guerra, che volevano in- <iossare la divisa militare, mettersi l'elmetto, portare il fucile, avere i nastrini, fare qualcosa., magari monta,·e semplicemente di guardJia al Palazw del Coma.udo ed inebriars1 delle parole di D'Annunzio. In tutto il periodo dell'occupazione dan1Ju11z:iauai giova.uissimi furono :i più volonterosi e fattivi e, caduto D'Annunzio, si <lispersero per le città d'Italia, comunicando ai coetanei la loro agitazione. ·Saranno gli elementi più turbole.uti del fascismo, in cu1ie1sprimeranno, nei simboli tetri e nella violenza, il tormento, la febbre cli vita, !'in.soddisfazione che li tortura, li rende brutali, sanguinari, ciechi. Il fascismo ag.ita molte :idee confuse e contradditorie ma di chiaro vi è soltanto che vuole agir:e per continuare la guerra. I giovanissimi, che s01'.o torturati dalla vm1ità delusa di non averV1 partecipato, non chiedo.no altro e s1i .scaglieranno senza esitazione nella guerra civile, facendola con entusias1no e con violenza. Il «manganello» e la camicia nera saranno i loro simboli. -Simboli tristi cli tutti ;i rancori le insoddisfazioni e i tormenti della ·1oro ad~·lescen,(a mancata, di tutte le augoscie cliiiuna giovinezza ari<la, senza reqtùe e •senza sogni, agitata, corrotta dall'ambizione •e eia.Ilavanità precoci! • Il manganello : ecco la vendetta e la peno- ' sa illusione di nn'aclolescenza senza dolci : illusioni e senza sorrisi spontanei! ::-Jelpti,mo molo fasci~ta, diciottenni, sedicen.n:i, che non parteciparono alla guerra, hanno parte preponder·ante. La guerra cùrile. è la, guerra d.e!la !feneraz:ione de·i giovamssinn che 1-wnparteciparono all'altra o-u.erra iiltimo sfogo deUa generazione, oggi inq{iacl!ratasi riel/a funzione conserva.fri.ce di mw, 1wova generaz-ione pa.- terna. Le generazioni giovani ha.uno )>i~ogn.~di sfogare la loro ene1"gia per compiere po.1 la ·parte success-:ivadi padri. lé::t LA RIVOLUZIONE LIBERALE Se dal '20 al '22 la lotta politica. ita.lJ.ana si presenta come una vera gnerra civile, almeno da parte fascista, la responsabilità od il merito, a =onda dei punti cli vista, ne spetta ai giovanis-'ilÌmi, perchè sono essi sopratutto che l'hanno fatta, rappre.sentanclo• ne l'elemento entusiasta e più attivo. Le spedizioni rmnitive so.no in gran parte opera loro. 1 fratelli maggiori, reduci daJJ'a.ltra guerra, inquadrano ed istru.liscono, i giovanis-'i<Ìmi imparano subito e formano la. massa che agi.,ce .se.nzascrupoli. l reduci della trincea hanno del ritegno a fare La guerra civile, come facevano l'altra gue1Ta, a cui sopratutto si sentono legati, ma per i giovanissiiani la spedizione pu.n.itiva, l'incendio della Camern del Lavoro, le bastonatme e le schiopettate sono una. grande gioia. Il « manganello-», agitato contro tutti e contro tutto è il loro simbolo! Se l'entusiasmo, l'energia, la fede, le passicnù, quesLi poteri irrazionali, istintivi, che àetermiuano il moto della vita, si potessero dir-igere, quali miracoli non si sarebbero potuti compiere, quale magnifica. costruzione non si sarebbe ed,ificata, coll'entusiasmo, la energia, la passione, il sacrificio, con cui i giovanissimi fecero dal '20 al '22 la guerra civile! All'incendio delle Case del Popolo e delle CameTe del Lavoro, i giovanlissinù vaun.o con gioia, le bastonate le danno con piacere, le distruzioni appagano la sete che li brucia. e l'istinto .:he li tormenta, gli atti più brutali essi l,i compiono più facilmente perchè sono i più ciechi. No.n si cura110 di sapere chi sia veramente l'oggetto in cui si sfoga il loro furore e di che colpa sia responsabile : lo sanno ànvece i fratelli maggiori che li guidano e hanno col P. S. :il « fatto personale » della loro vita giovanile. Ma mentre usare le ann,i della gue1Ta nella, nuova guerra civile ripugna u.u po' ai reduci, per i. giovanissimi è la fo11te delle maggiori soddisfazioni. Agitarsi, bastonare, sopratutto sparare è il loro b.isogno, la loco passione, mettere l'elmetto, ,;tare in assetto di. guerra è la loro ambizione. I giovanissiimi si adattano facilmente, e.utusiasticameute alle gerarchie dello squadrismo, che li pareggia ai fratelli maggiori, che fecero la guerra,. Qualcnno di loto muore in una delle tante e facili spedizio~ punitive - colla fede di chi muore per crea.re un nuovo mondo, o nell'illusio.ne di salvare il proprio paese. Battaglia in verità non v'è stata, al più &lcombattimento è stato una rissa volgare; ma, qui quel che monta è lo spirito con cui i giovaniss{mi vi hanno partecipato. Essi ha.n_nofede e credono in quello che fan.no, sopratutto perchè hauno'"bisogn.o cli credere . Il contagio si propaga, in breve rari sono i giovarussimi che .uorusono fascisti e squadristi. Prima squadristi e poi fascisti, squadris,tzisopratutto. • Nella storia, fatta di folate, di suggestione, cli morbi collettivi, v'è un altro_ tipic_o esempio di mimetismo sociale tra g10vam, più giovani ancora dei giovanissimi fascisti, tra ragazzi. E' la famosa crociata dei fanciulli avvenuta traverso il 1212, tra la quarta e 1aquinta crociata, quando l'epidemia delle crociate si diffuse rapidamente tra i fanciulli. Da ogni parte accorrevano ragazzi di die- . ci e pers·ino di otto anni, che si proclamavano profeti, mandati da, un pastorello, certo Stefano, che pred.icava la crociata tra ragazzi e bambini. Questi « profeti » percorsero di,ttà e campagne. Come nna vera epidemia questa mania non risparm.iò nemmeno le fa.ncmlle, molte delle quali secondo le cornache d'allora, erano tra la moltitudine. dei bambini crociati. « Per consiglio delil membri accademici dell'università cli Pa,rigi, il Re Filippo Augusto promulgò un editto, col quale ingiu.ngeva ai fanciulli di far ritorno alle loro case, ma la s-uggestlione 1"eligiosa fu più forte che l'ordine del re e i fanciulli continuarono a tenere le loro riunioni. « I padri e le madri cercarono cli far valere tutta la loro a.utor'ità per p:ir fine a questa mania di pellegrinaggio, ma indarno. Esortazioni, minacce, castighi non ebbero maggiore effetto che l'editto reale; i fanciulli rinchiusi in casa, fuggivano dalle porte e 'dalle finestre e s;i, aggregava.no alla moltitudirte passante. « Se si impediva loco la fuga, essii ammalavano» (1). Con egual moto cresce e si propa&"a il fenomeno di agitazione della generazione fascista. Pochi giovani si salva.no dal conta.- o-iofascista, che ccsalva il Paese », rarissimi quelli che no.rusi fanno sguadristi. Le xuole vengono disertate per la spedizione punitiva, i campi di s.ports, a diciotto, diciasette annJi, abba11dona.ti per la politica, che diventa una vasta rissa., ed il colore delle .sanguinose passeggiate sportive dell.e squadre fasciste. Cosa sperano di raggiungere politicamente col moto fascista, que.,i.i giovanissima,? Natnralmente non lo sann.o, banno la febbre di agire ed agiscono ed a Napoli, udl'ottobre ciel 1922 men.tre l'on. Mll.';solini pro:nunziai il suo discorso sono i giovan:issimli che gridano con più passione: •Roma! Roma ! •. Che vogliono andare essi a. fare a Roma? Qual governo potrà mai servirsi di loro, utilàuirli per una funzione di .con.servazicnie? La Rcnna monarchica, la Roma Ita.liiana è piena di Ministeri, vasti com.e labirinti, L0 SVIRIT~ CANDIDO. - L'altro &riornopoi non mi spiegaste più pcrchè sembravate interessarvi dei modesti cd alquanto goffi conati del nostri improvvisati II Girondini •· Mi cliceste che a spiegare la cosa sareste andato per le lunghe. Ma io ho pensato: - Per spiegarsi le irrequiet.e-a..edi certi déclassés della politica non occorrono molte parole, e l'amico Pococtuante, per tradizione ata,. vica, è abbastanza fornito di quell'ccce1lente sedativo di scetticismo, che fa ta:tHo bene contro i calori di testa. Cosa potranno essere i lunghi t]jscorsi di Pococurante? Tutto ciò mi ha molto incuriosito. PococuRANn:. - Vi ringrazio del - diciamo così - voto di fiducia, e sono ccnftLso per aver sluzzicato la vostra cudosilà senza volere, credetelo· pure. E' difficile ora che possa soddisfa. re la vostra aspettazione, presentandovi alcune i<lee, cosl c0me mi sono venute in mente in din~rse occasioni, senza nessuna elaborazione. E comincerò col dirvi, per mettervi in pace col vostro « voto di :fiducia.• su di n1e, che non avevo preso eqtùvoco sui nostri· camuffati Girondini, bsciati meritatamente nella generale indifferenza; ma avevo avuto un semp1ice movimento di curiosità, in quanto che da alcuni mesi andavo studiando il fenomeno storico dei Girondini con uri modb di vedere alquanto diverso, e, secondo me, più complesso di quello che non avessi adoperato finora. CANDIDO-. Lo vedete du.nque che avevo ragione d'incuriosirmi. Perdonatemi, vedo che è necessario intervistarvi. Pococu1<ANTE-. No, per carità! Parlerò da me, se così volete. Allora togliamoci dalla folla. Andiamo versO i Frari, se nou vi dispiace. Bisogna dunque che vi parli ancora di me. Questa mia idea circa una comprensione più contemporanea <lel fenomeno girondino, e quindi sulla eventualità d'invocare una e rinascita gironrlina », è sorta in me come un corollario della sfiducia, accresciuta e consolidata dalla esperienza degli ultimi anni, per tutte le varie specie e sottospecie di regimi di socia1ismo di stato (patiiarcalismo, paten:ialismo, ecc.), .come per le varie specie e sottospecie di frantum..1.mentodello Stato (baronie mercantili, sindacati, dittature, ecc.) .. Una revisione non poteva tentarsi che risalendo da queste ultime esperienze alle origini comuui dei presenti regimi ... CANDlllO. - Permettete una breve interruzione, tanto per intenderci meglio. Voi sapete che alcuni si sforzano di, dare un grande valore di reazione anti-democratica a certi avvenimenti del dopo-guen-a e quindi di negare quella, a origine comune» riportata al 1789, alla quale mi pare che voi accennavate come un dattL1n storico. PococURANTE. - Non ho nessuna esitazione a dichiararvi più apertamente che tale resta la mia opinione anche dopo aver vagliato quei tentativi cla inte11ettuali cli terz'ordin~. E1 e.attiva letterat1trn, nutrita cli poche e conJuse conoscenze storiche. Prima della guena c1era l'impero dello Zar e per qualche aspetto lo stato tedesco,. ai quali si potevano attaccare certe nostalgie. La guerra (è una constatazione, non è una. frase tribunizia) ha fatto sparire g1i ultimi grandi regimi basati su principi contrari a quelli della Rivoluzione francese. Ci sono dappertutto, più o meno violenti e anarcoidi, ma tutti con una medesinrn atia cli famiglia, ristretti di numero e di mentalità, partiti reazionari e letternti che sentono influenze snobistiche, i quali di conserva f::nrnoprofessione di anti-democrazia; ma la costituzione statale dell'Europa cli oggi è tutta democ:ratiea, poichè si fonda dappertutto sul p1i11cipio della sovranità popolare stabilito nei Di. ritti dell1uomo. CANDIDO-. Bisogna però tener conto del fenomeno russo1 dove il regime reazionario dello Zar ha dato lnogo acl un altro regime, che può dirsi anche reazionario, nel senso che è fondato su cli un principio auti-democratico. E poi ci . sono i getJeraloni spagnuoli. PococuRANTE. - Sì, però bisogna anche ag· giw1gere che quell\tuico tentativo serio di reazione aut.i-democratica è oramai anch'esso fallito1 in qnan,to applicazione di un p1i11cipio politico. Lo lla riconosciuto anche Lenin. Quanto ai generaloni spagnoli, va dato loro il merito della coerenza. Appena al potere, hanno esautorato Re e Senato ed hanno chiuse le Cortes. Viva ln coe.ren.7a. . e la sincerità; ma per quanto? Perchè finanche la Spagna si mostra oggi diffidente 123 ove il ID(:{:canismo accentratore dello Stato si muove lentamente, faticosamen1e, sotto la spinta degli interessi eterogenci che deve armonizzare e soddisfare. Cosa c'entrano in quel mondo tetro i giovanis-simi? Raggiunta la mèta dovrebbere tornare alla famiglia ed alla scuola, all'oS<.'Uravita quotidiana. La costituzione cl.e! Ministero Mussolini porrà infatti un termine alle loro agitazioni. grilàrig. (1) B?.JU!P.&P.W. - !..A suggestione. - Bocca. 1 &litore, Torino. GIR0NOIN0 verso queste imprese. E dico , anche la Spagna•, perchè è il paese, che, insieme con la Russia, è stato il più refrattario ai prindpi della Ri voJuzione francese. Russia e Spagna furono i due scacchi cli Napoleone, Russia e Spagn:,,. hanno conservato caratteri spiccati dell' A ncient 7égime. !\on è stato abbastanr,a notato come la. Spagna prima della Russia ab.bia presentato Ull fenomeno di SO'uiet (SO'Jiet borghese invece che proletario, ma questo non muta il suo carattere essenziale) in queile juntas degli uflìdali, che sono Je vere padrone de1I'a1nministrazione mili tare e in parte della vita politica del paese. .-'.d ogni modo simili fenomeni sporadici nou costituiscono una seria obbiezione alla constatazione iniziale. Anche dove partiti reazionari (e per intenderci una volta per tutte, dico Teazionario per anti-democratico, di qualsiasi colore: cioè negatore dei principi della Rivoluzione francese, che reggono la nostra v;ta pubblicaj han. • no ragiunto il potere, si t visto che non avevano in testa nessWJ principio da sostituire a quello che YOlevano abbattere. E siccome essi hanno po~uto conquistare il potere solo in quei paesi, nei quali lo Stato (democra6co) attraversava un'ora di crisi; non essendo riusciti a risanare e rinvigorire lo Stato con un principio nuovo, si sono acconciati a vivere nella Yecchia casa, sfogando.si, indisr....ttiti e brontoloni 1 a mutare e rimutare posto ai medesimi mobili, a chiamar su una schiera di tappezzieri per ricoprirli di nuove stoffe vistose, per attaccare portieri ed arazzi sgargianti. .. Kon dico che sia tutto ma.le. Dovunque questo è avvenuto si tratta di paesi ancora agitati da complicate crisi economiche e morali del dopo-guerra. Coloro che hanno preso il potere iu tali circostanze, si sono dovuti addossare pesanti fardelli. Ciò non bisogna dimentic.arlo ed aiuta ad un sereno giudizio sull'opera svolta da questo o quel governo. Ma il giudizio analitico sui provvedimenti di governo è un altro discorso. Nel dare invece un giudizio sulle direttive, sui principi vitali di queste malcerte tendenze reazionarie sviluppatesi in Europa dopo la fine della guerra, bisogna riconoscere e.be esse o sono cadute nel v7.1oto,o, raggi unto il potere, non sono state in grado di indhiduarsi e di esprimere il loro intimo spirito di reazione, per cui si dicevano nate. Ora questa noi°:è l.lD:3circostanza trasc1uabile nella considerazione deli avvenimenti contemporanei in Europa, ma anzi sarà il fattore determinante del prossimo avYenire. Ci trodamo di fronte a casi tipici d; , pe<:ca.ti contro lo spirito», peccati che non hanno riYa1sa non solo in materia di fede, come insegua l'Evangelo, ma anche in quello che deve diventare materia di storia. Ad ogni modo non voglio soffermarmi nel giudizio. Tirando le somme dei fatti, che ho presentati alla Yostra attenzione, mi pare che si possa concludere che una conseguenza politica della rruerra è stata una definitfra affermaz.ioue delle forme democratiche i~ Ettropa (meno una pa.rziale riserva per la Russia) .. Se si fermano a questa constatazione pura e semplice i fautori della a: guerra democratica •, i wilsoniani anglo-sassoni, i bissolatiani fra noi, possono gioire di una vittoria. Essi per altro si àirnostrano osservatori troppo frettolosi, se -si ac· contentano di una prima constatazione formale, esteriore, da Alµianacco di Gotha. Per giungere a conclusioni apprezzabili bisopna mettere l1occhio più dentro, e si constaterà un fenomeno, probabilmente correlativo, dato il moto tumttltuario con cui le forme <lemocratic.besi sono af. fermate : e cioè che il primo fenomeno cli diffusione degli istit·uti democratici è stato accompagnato o immediatamente seguito da fenomeni cl'impo\·erimento1 cli confusione, di disotientamento dello sj)irito democratico. Bisogna pensare che uell 'ultimo ventennio, e con moto più celere negE anni di g·uerra, ]a crittogama del socialismo di stato si è diffusa dappertutto, e con essa il doppio sindacalismo, quello dei lmsts e quello tlei ·siudacati operai. Sopra situazioni così gravemente compromesse si sono dovute adattare a vivere le forme. democratiche. Si sono verificati i più strani connubi. Le generazioni giovanissime, che si sono slanciate nella lotta politica, nòn se ne avvedono, perchè (conseguenza di guerra anche questa) la inesperienza comune in tutti i giovani è resa pitì vaciJlante per enormi deficienze di ctlltura. Però quei connubi, quelle contraddizioni intime tolgono la possibilità di un consoli<lan1ento degli istituti dei11ocratici.

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