La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 30 - 9 ottobre 1923

123 trollo di se stesse al.le gitaue ,- i costttmi parlamentari a.Ila S,pagna .. Sotto ·una delle sne acqueforti, il' Goya scrisse: « Ji.J,site,10 à.e la r,azon p1·od1..u;e111,01zstru.os ». Il $<>gru> della ragioue prod11ce ,µostri. Eglf ha dubitato, noi trem..ian10. Ma il b11ou popolo cli 11fadrid, tranquillo come il battista. se ne va ~ ,-edere il LV!useo'de pint-ura.sJ tioè Goya: perchè, insomma, la pri..nia cosa sono sempre i iitratti dei .Borboni. Questa ìm. passibilità cliua.nzi a un uomo che ha messo un enonne p1111tointe1Togativo su tutta la Spagna, è degna della impassibiltà della corte Borbonica, che restava così contenta del ritratto « della Fa.miglia> d'a nominare Goya pittore reale. Lo spagnolo della strada, lo spagnolo primo venuto, lo spagnolo qu.alnuque, nelle corride non si accorge ueppnre delle budella che il cavallo trascina suli 'arena; al Prado, dinanzi a Go:ya, non si accorge neppure degli intestini che - anche qui! - sono spantegati dinanzi a lui. Gli spazi bianchi 22 Settembre. Alla sera, sono ammesso con i giornalisti spagnoli presso il teneute colonuello Labastida, capo dell '11fiìciostampa, o, come si dice, della Ofì.. ci11.a dc ln.fo-rmaciones1 Pren.sa y Censu·ra.. Labastida ?:. 1\tomo che ditige la censura sui gioniali di Madrid, per in<:a.rico del Direttorio militare. E' stato anche l'u11ico personaggio militare di rilieYo, che in questi_,pochi giorni bo potuto avvicinare. Riceve alla Capita.nia Genera/ 1 quasi di fronte all'ambasciata italiana. 11 suo tratto coi gionialisti è gra1Josissimo e cavalieresco. Si sci...sa ad ogni momento dell'ingrato compito cl,c deYe disimpegnare. Da parte dei giornalisti, nessuno di quci tali leccamenti che non mancherebbero nel ntio caro paese. Chi cinge la sciabola non fa la faccia feroce, chi adopera la penna non fa. lo stenterello. La discusslone fra censore e gionialisti si impegna sugli spazi _bianchi. Il censore prega i signori giornalisti di volergli UJ..fldare per tenLpo le bozze degli articoli ch'e<;si suppongono incriminabili : egli si farà un dovere cli restituirle presti~simo con i tagli eventuali : così i signori giornalisti potrebbero rimbasti.Te il pezzo, e i giornali non sarebbero cleturpati dagli spazi bianchi. :\fa i giornalisti trovano che la richiesta del tenente colonnello ,nostra troppo la corda. Gli spazi bianchi sono la ga.rauz.ia dell'indipendenza del giornaJe, sono el honor d,el peri.odisla. L'invocazione alJ.'onore non lascia insensibile il censore. Il quale allora dice ai giornalisti : , Ma se Yoi continuate a mandanni le bozze tardi, e a far raschiare i pezzi censurati dal piombo pronto per la -rotatiYa, ,·oi mi mettete veramente in imbarazzo: perchè non volendo a nessun costo roYinare la bella impaginazione dei vostri giornali, dovrò eccessiva.mente allarg-are i criteri della censura, con granò.e pregiudizio dell'incarico affiàatomi ». _\ questa battuta, imbarazzati sono i giornalisti. L'assalto di cortesia procede cosi un bel po' .:,e1npre in frasi rotonde e fiorite : infine le due parti si lac;ciano con un compromesso pieno di dignità. La censura militare, in Spagna, è una corrida di tori, dove da toro fa il censore. La sorveglianza sbiqesca sulla stampa, in Italia, t una corrida cli v:3.cche: dove da vacche fanno i giornalisti La rivoluzione spagnola 23 settembre. Popoli signori: il francese e l'inglese. Il gruppo dirigente sa presentare un tipo sociale facilmente imitabile, sa creare delle convenzioni assimilabili anche dalla povera gente: dà il tòno. Le geste ca'i.ialier dei cortigiani domina ancora oggi tutta la vita francese. I finti pu.clori, le riserve, il cant dei gentlemen prontamente scimmiotta.ti, fanno le spese di tutta la vita sociale anglo-sassone. Popoli plebci : il tedesco e l'italiano. Le claSsi dirigenti presentano i seguenti tipi : in Germania, il J(orpsstndent, il Professor, l'ufficiale prussiano. In Italia, il commendatore romano : prima, il curiale e 11 cavalier servente. Imitazione da parte della povera gente, impossibile : gli esemplari sono troppo goffi, o troppo raffinati. Risultato : mancanza di stile: gli scom. pisciame:nti di birra in Genna,Jla., il cafonismo in Italia. E in Spagna? Ah, in Spagna, popolo di signori: L'ultimo esemplare della gran vita che presenta il gruppo sociale dirigente all'ammirazione delle folle, i: il nobile che torea a cavallo, caballero en ambas sillas e uccide il toro con la lancia. Il duque de I,,;ma toreò ancora cosi alle: nozze di Carlo IT, l'nltimo re cli Casa d'Austria. Poi, sotto i primi Borboni, profittando di circostanze fa.,·orevoli <li Corte, come il disfavore dei nuovi re per la corsa dei tori, il popolo spagnolo compie la sua. rivoluzione sociale: invade le piazas de torns, e co,nincia il toreo a piedi. J plebei si appropriano, anche nelle corride, lo sti1e, il tono, il gesto dei cavalieri e dei cortigiani. Col regno di Carlo III, la dvoluzi_o".e è ~rfetta- U sa.ggio re e j 1,1oisap:ie1Jh trumstr1 LA R I V O'L U Z l ON E LI BER,\ 1,"E si alfatica~o a rifo:i-mare l' amministrazione: i valenti e coraggiosi '"Spagnuoli riformano la fiesta naciorial. Soflo gli .:inni in cui gli americani del :No1tlproclama.no la; )ol'o indipendenza dalla Cor~ma britai1nica, in :'cui i francesi preparano le tavole'•dei diritti dell'uomo. Ma questa è demo- , ,az.ia; politica. Più, assoluti, integra.li, gli spagnoli ·attuano la ugi.tag1ianza taurom.acf'ica, fon. clano la democrazia taurina, annunciano, per medto di plebei, i canoni iuvariabili dell'arte di toreare e stocrài'e a piedi. Todos espadas. Tra il plebeo Franklin che eutra nei saloni di Versailles impastrauato da fortunello puritano, e il plebeo Franè-iscn Romero de Ronda, che per primo, il1zi1narTato <li oro e· di argento, fa sventolore la m11lcti1la nella plaza,_de to-ros~ non so chi riporti una ,.;ttoria più grande. Certò la detnocra.7Ja sociale cli Frnncisco Romero fu più soda e sugosa di quella di Colonna di Cesarò. Nessuno potrà mai djmostrare che la. democrazia taurina ... vale -1ne110 della de.tnocrazia politica. Coloro che pia.ngono sulle pilebi spagnuole oppresse clal militarismo, dal de.ro, dalla uobiltà latifondista, non sospettano neppw-e quali vaste, ritempranti, orgogHose, compensazioni alla mancanr.a di ceJ-te istituzioni pplitich~, tutto un popolo possa ·trovare nelìe sue abitudini signori];'. J;)isse Ricardo de Vega del tono: Esta es la fiesta espanola q,u; vien~ de prole en prole, :v ni el Gobie-r,w la abole ni. habrà. -iu1die q·u.ela abola. ì'\ 1 O11 se11tite che qui sotto c'è ttttto il correttivo ai pronuncittmenti militru-i e ai colpi di Stato liberticidi? (N. B. La fiesta ·11acional spagnola non ha nieute da faire Con la sagra mussoliniana). progl'essi tecnici 23 Settembre. Non ci sono n1ai state in Spagna tante Plazas de Toros come oggi. Ba.1-cellonane ha tre, una monumentale capace cli 30.000 persone. Madrid, altre tre, e due monumentali in progetto. Siviglia,• due, e.li cui una motnuuentale. Due, San Sebastiano. Nessuna capitale cli provincia, nessun pueblo miserabile manca del suo circo tauro1nachico. :Mai gli espa.das rinomati hanno SO· stenuto tante con-ide, come ora, in una stagione. Anzi, ora 11011 c'è più a: stagione». Fino a qualche anno fa, 1a « stagione )> si in.augutava .solennemente la domenica di Pasqua. Bombita fu il pri1no che ruppe con la tradizione, e toreò durante la Quaresima.: fatto importante per la storia del libero pensiero spaguolo. La affezione tauron1achica è in aumento enorme. Vi ha contribuito sopratutto lo sviluppo ferroviario. Le rapide comunicaziooi hru1no moltiplicato le possibilità degli espa.das, L'automobile consente che un bravo espada ammazzi il suo paio di tori ogni sera, e galvanizzi una provincia in una settimana.. Ferrovie e auto, in America hanno servito- alla propaganda pietistica condotta con grandi 1nezzi logistici: in Spagna, all'incremento della tauromachia. Forse, e in .4..meric--ed.in Spagna, non ad altro. , Un bello e orribile mostr<> si sferra., corre gli Ocean·i, corre la terra; salute o Sata.na1 o ribellio-ne1 o forza 1Jindice della ragione». Poveromo! Prima delusione tauromatica 24 Settembre. Ieri, seduto in nn buon posto dei tendidos, parte dell'ombra, mi godetti tutta la mia prima corrida, leggendo diligentemente la descrizione del program1na ad ogni fiera che si presentava: e sem.pre col 1nio binoccolino avvitato agli occhi, tenendo la speranziella di veder capitare qualcbe incirlente. Insomma: lo sventramento dei cavalli non 111i bastava: volevo lo sventra. mento clel torero. Come al Museo di Arte mo- <lerru, spagnuola: , Los ,w,antes de Terruel , . feretro: , Dona Juana la loca,, altro feretro: « Conversion del duque de Gandia », altro; « Mu,erle de Sam Fernando», altro; « Enlieno de San Sebastian », altro; « Fusilianiento de Torrijos », altro; « .Vluerle del torero». Almeno avessi potuto vedere questa conclusione delle graJJdi pompe funebri spagnole! Kiente. Oggi, incontro Filippo Sacchi in un caffè di .'\lcalà. Filippo Sacchi, ornamento del Club Gran Pena cli Madrid e del Corriere della Sera di Milano, maestro di diligenza per tutti gli inviati speciali, sotto l'amabile veste di Momolo svoglialo, t competente anche in tanromachia. Gli chiedo perciò subito se ha assistito alla corrida. di ieri. Si. E come hanno toreato gli espadas? - Tutti male, tranne il primo: che ~ in punto di morte. Forse è· già molto. - Come, in punto di morte? - Ma si! Il primo, Freg, non hai veduto che al momento di dar la stoccata prese una cornata in malissimo modo, e si trascinò appena alla barriera? Perciò il pubblico lo a.pplaucll. - Ma è incredibile! Ed io, che aspettai per tulto lo spettacolo J'incidente! ... Sacchi fu così preso cla. un convulso di risa, che sbruffò tutto il caffè che stava sorbendo sul tavolino: cosa che, certo, nn reda.ttorc del Giorna./.e d' fta.lia può !are quando vuole, ma che in un i,nviato speciale del C or.rie-re della SFa nou è tollerabile. Compro i giornali della.~. gli unici- del lulledl. Sacchi ha ragi~ne. Pagine intiere dèd.icatè alla. gravissima cogi4a del 111,atadoi Luis Freg, messicano. Bravura di Freg, suoi detti memora: bill, sue condizioni disper~te. Ma il ·mio· caso, è ancora più terribile della .prima comda. _cui assisto. AJ primo torero della corrida, ta~; arriv~ l'incidente. Quasi lo 'sventì:amento. Ed io nolÌ me .ne sono ~e<::orto.Non me ne sono accorto! Hanno veramente ragione, quando trovano che souo « poco -giornalista )).. GtovA~NI ANSALDO. L-E'T'TURE Gt~oncr~s An.p:1,. !.,a pcNtique el le réel. - (Paris, l;rasset, 1923. - 6 fr. 75. - Coli. Politein). Ammiriamo, una volta di più, l'istintiva e prodigiosa abilità degli scrittori francesi. Con qualche spunto Yivace, due o tre rHlessioni che denotano - più. che penetrazione ol originalità - l'efficacia delle tradizionaii consuetudini cli socie,·olez.za ed arguzia, ci;si compongouo un libro interessante e piacevole,_ magari su dati di seconda mano o se117,aspiugere a fondo !e analisi, ma .in ·compe11so del difetto cli inquadratura teoretica troviamo - anche nei giochi cli penna pit't superficiali - insegnamenti non pedanteschi, nè' inutili. È il caso di La polif:1-que et le réel, di Georges Aimel « filosofo politico, democratico e repubblicano» formatosi, techicamente, alla sèuola di .Mnurras, il quale ha inteso abbozzare un rnan:.rn.letto delle idee generali e dei problemi ess1:11zi:iliche si presentano oggi nel ogni libera intellig-enza, desiderosa di chiarezza. crQu 'est-ce la Politique? « La Politique est 1'art de gouverner une natiou, en vue ck· lui assnrer une situation intérieure la plus favorable qu 'il soit possible, ensuiie une position p1ivilégiée ponr sa sécurité et ~011 prestige vis•à-vis des autres nations, et ce au mienx cles difficultés et des nécessités d'Ulle époque déterminée. Comme tout art, technique on science ,ln Politique a pour champ d'applicatiou le Réel. « Le Réel, mt sens 1c plus général, c'est l'ensemble des résnltantes qne produiseilt ]'interaction et l'opposition des faits. Dans le domaine de la Politique, le Réel est l'ensemble des faits psychologiques, économiques et soc1atL~ par quoi est constituée la vie colJective <l'un groupe plus ou moins étendu ... » (p. 25-26). E poichè nelle epoche in cui la struttw-a sociale si tra<;forma, 1'equi libr10 tra la politica e la re.-:'lltà- affemrn l'Aimel -- si rompe, conviene analizzare i vari ·elementi che si trovano in presenza e Ce.! car di esprimere aknne direttive che paiono sa1utari. Tu qnesto volumett(?_ aòunque, ve?1gouo studiati snccessivament~: i moti\'i c.lèli'indifferenza politica professata dalla m.aggiorau?.a dei contempornnei, i rapporti degli intellettuali Cl)]J la politica e i mestieranti della vita pubblica, e infi'ne è abbozzato un metodo efficace per uscir clal marasma (« pédagogiqne d'aborcl ») e avviar- ~i snl!a strada di una democrazia corretta e rin . novatn. L'autore nota anzitutto la mancan1..a di coordinamento tra la vita politica e la realtà eco- -11omk:1 (p. 34. E' curioso come egli non osservi_ che\ in fatto, le relazioni reciproche esistono, però con importan7,a. inversa : sono gli affari n determinare la politica), descrive ed esamina i fattori r1ell'opinione, patrocina le rappresentanze proi~ss.ionali e l' i~truzione tecnica e inùustriale. Vuole l'organizzazione della democrazia, e conclude: « 1/Europe, qui a subi dans son or. ganisation tra,litionuelle Ulle subversion formidable, manqt1e d'.annature. La démocratie meme aYec ses imperfections uat~relles peut seule la lui fournir; on n'a pas le choix, elle seule subsiSte clans son devnir, sinon dans sa forme achevée. C'est pourquoi tout pToclame la nécessité de hfi.ter son aYènement ». Tutti i temi sfiorati in questo libretto suggestivo sono trattati con spirito moralistico, con gusto di scrittore (vi è un 'apostrofe a Marianna graziosissima) : Georges Aimel è, sino a prova contraria, l'honnete homme classico che si pronu11cia su11a po1itica. Il pregio delle sue note è appunto nell'aneddoto, nella considerazione rapida e intelligente di un problema. Spirito aperto e brillante, l' Aimel ci ha dato una serie di istruttive divagazioni e non un saggio 1neditato ed approfoudito: dobbiamo guardare a.Ila franca onestà dei suoi criteri cli giudi1,io. 11 suo autore J'imanc, evidentemente, Tocqueville: per chi si è interessato deg1i avvenimenti del dopoguerra, la guiùa sembrerà insufficiente. Discorrendo di clemocrm:ia, l'Aimel non ha neppur pensato a quelle forme laburistiche di collaborazione sociale che sono l'incognita e la speranza dell'avvenire. Anche in ciò si è conformato alle tradizioni del suo paese, che hanno dato a11a lotta proletaria carattere declamatorio e fittizio. A. CJ. " h'Eao DEbbA STAillPA " il ben noto ufficio di ritagli da giornali e dviste fondato nel rgor, ha sede ESCLUSIVAMENTE in Milano (r2) Corso Porta Nuova, 24. Chiedete opnscoli esplicativi e tariffe con S('mplice biglietto da visita. COMMENTOQt)OJIDiflrJ.O Elogio di Farinacci Vogliono a.mmaz_zàre i1 fusc;f sm?. ~ f<eec,. servire per un• anno! a ricreare. )è fantasie, à> ristorare gli sp<riti e a sato1la,re i corpi. Ora ""-- sta. Il fascismo ha una grave colpa: è '1ll<:ol-e. troppo intransigente, troppo serio per gli ita1:iimi ; impone di credere a.il una parte politico. e di prenderne le responsabilità. Invece gli ita,. liani banno una giusta stima d.e1 proprio ingeQ'UO e della propria versatilità e sorridono all'idea di essere ,i;J.Ceri ed onesti. Piacevoli maestri di trasformismo, ideatori fecondissimi di varie com. binazioni persona.li, sanuo esattamente quanto le astuzie e i giochetti riescano più pratici e accessibili che 1e noiose intransigenze. Se a noi ostinati nemici della prima ora son" riconosciuti legittimi diritti di paternità vers~ il fascismo (almeno perchè gli regalammo nella polemica qualche dottrina valida a ricoP?-re pu.- dicamente la sua vergo6nosa povertà) tutta la useremo a difeuderlo con franchezza. Farinacci. ha scolpito la sitnazione in queste brutali pa,. role: I( U11a corre11te abi,nentata da.. opportunis# e da affaristi vorrebbe creare il riiussolinis1no in:. t<>rno al Duce per isoJarlo dal Fa-scismo •- Ci sono troppi opport11nisti : Baroncini e Fa· rinacci sono uomini. Si può non veder chiaro uelle loro coopera ti ve e nei loro affari ; certo hanno continuato, ingigantit:o il parassitismo rosso. Ma i veri affàristi soni quelli che si godonl) gli stipendi a Roma fabbricando teorie. I veri affaristi sono gli intellettuali; non questi sani analfabeti che scrivono gh articoli sgrammatica.- ti, ma sanno tenere la spada e il bastone in IDAno. Se un fascismo potrebbe avere per l'Italia qualche .utilità esso è il fascismo del manganello. Farinacci e Baroncini difendono del1e posiziotti personali illegittime, ma conquistate col sacrifi. cio e ~oi muscoli : dieb:o di essi ci sono centomila giovani che al fascismo non hanno chiesto di guadagnare o di risolvere il problema della p,:-opda disoccupazione; ma vi hanno portato la loro esasperata aberrazione, la repugnanza per i compromessi e gli opportllllismi. Noì dobbiamo rispettare in questa ignoranza e in questa barbarie un seuso di dignità e una p,rova di .,,__ cri.ficio. I teorici di Roma sono di tutt'altra razza, vorrebbero guadagnare posizioni ùgualmente redditizie scrivendo articoli e confondendo "°"' cetti. :ì\1a•essi non hannq nulla cla insegnare agli italiani : Farinacci. e Baroncini sono più colti, cento volte più colti di Massimo Rocca, come un ragioniere è cento volte più colto di llll exanarchico. Ritratto di libero Tancredi L'eroe della polemica. contro il partito fa.sci.- sta è il perfetto eroe dei nostri giorni. La sua sagoma incute timore e rispetto ai piccoli borghesi italianL Deve tutto a se stesso. E' figlio delle sue opere. Era uno straccione, è commendatore; era ·ua operaio e si ~ formata; ·u.na cultura, e sa scrive.ce gli articoli citando la Rivoluzione francese, st11.- diata ai bei tempi nei manualetti di propaganda socia.lista, e nell'Università popolare. Parla per analogie storiche come succede agli autodidatti. La natura gli fu matrigna; e :Mussolini noti esitò a scagliargli un giorno l'instùto spietato: Ri·metti p·ri-,na di t1ttto a posto i connotati/ Della sua bruttezza bisogna assolverlo cristianamente, come della sua i.Ta, che lo fece violento contro sè e contro gli altri. È l'intellettua.le esasperato e spostato, senza patria e senza famiglia, senza tradizioni e senza cl-asse. Aveva un nome: ma troppo borghese per un anarchico. Massimo Rocca suggerisce per necessità di ritmo raccoropagnamento di un conim,, della Corona d'Italia. Si rinnegò. Fu Libe1'0 Tancredi, sospiro di romanticismo cavalleresco, idolo del sovversivismo italiano maleducato e tisico. Libero Tancredi è il tipo dell'anarchico italiano che scrive libelli . invece di ricorrere alle bombe e alle revolverate e si scusa candidamente con la dottrina della non resisteuza al male. Di disoccnpazione in disoccupazione Libero Tancredi fu natura.lmeute sindacalista. E non. gli è stato difficile cambia.re l'esibizionismo libertario nel fanatismo del questurino, una volta trovato il padrone e rjconosciuto 11 carabiniere. L'anarchico ha sempre S<>- gnato di poter dire un giorno: e Lo stato sono io>. Il comm, Rocca difende oggi l'ordine, la dittatura, rinnega gli amici fascisti di ieri, vuole lllla nuova religione superiate ai partiti come agli uomini ; il mussolinismo. Il comm. Massimo Rocca è figlio delle sue opere. Con una serie di articoli che invocavano 1'abo. lizìone dell'Istitnto Nazionale delle AssicuraziC>- ni riusci a diventare vice-direttore del medesimo. Oggi Libero Tancredi vuole il r8 brumaio. Forse la su.a fantasia piccolo-borghese è stata sedotta dal nobile miraggio di un ducato· ai Bassano. r. g.

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