La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 30 - 9 ottobre 1923

bi Hl4 1/Ed,ropa si può. di-re ormai tutta democratica., :ir,a,.non. tutta sana, anzi in molte parti seria- :mt;nj:e malata .. Ma intanto, come abbiaµio visto, non appare nulla di .meglio ~r sostituire ab it1nis i reg:imi democratici, che, bene o male, ci reggono. Allo stato delle cose sarebbe UI)a vera pazzia gridare il Delenda Ca,·t/wgo alla democrazia, per offrire cosa? Dunque non ci Sl.lici.d.i.a.moe· cerchiamo di vi·vere meglio. • CANDIDO-. Ho capito, è l'ora del consulto medico ... PococURA><TE_.:_ E passiamo pure al consulto; ma il m_iqscetticismo non può esimersi dall'avanzare una pregiudiziale sulla ricetta che potrebbe venir fuori, mentre sarebbe meglio che non ne venisse fuori ak'UM. CANDIDO- . Come sarebbe a dire? Volete o non "TOleteche questa « grallde malata, si salvi? P?cocURANTE.- Certamente che sì; ma non credo neanche in medicina. alla. potenza. salvatrice del taumaturgo e dello specifico: figurarsi in pohtica. ! Non c'è quindi altro rimedio che aiuta.re j] ristabilimento di condizioni •giwiche di vita sociale, spingere l'opinione pubblica ad una considerazione più sana della lotta politica e rafforzare la sua volontà per consegnjre quello stadio pfo dignitoso di vita civile. Finchè vive il principio della sovranità popolare non si può ilichiarare buono l'albero e cattivi i frutti; bisogna quinili accettare le con.seguenze e cercare di agire sul! 'animo della collettività, per ottenere la maggiore quantità di comprensione e il maggior numero di consensi. Chi, come noi, non ba qua,. lità e disposizioni di propagandista può agire utilmente non con gesti inco~posti, ma mettendo a profitto quel tanto che si possiede, cereando di preparare coi propri studi il terreno su cu.i lavoreranno gli uomini politici di professione. Larnran<lo appunto su questa strada sono :risalito alla Rivoluzione franeo....se,cioè al vivaio .telle ideologie, che ancora ci alimentano. Ora in questa occasione - come del ~o già altr~ voli.a - mi è accaòuto cli dover riconoscere come capiti spesso agli artisti di avére tUl3. intuizione rivelatrice· della realtà non solo come materia d'ai.-te, ma anche in se stessa, come materia di fatto. Ripreso in mano il Yecchio poetico Lamartine, tenendo d'occhio il valore documentario più cte il valore artistico della Sto-ria dei Gfrond.i-tri, ho dovuto ricouoscere che il poeta ha intuito - anche se poi non è riuscito a sviluppare - meglio degli altri storici contemporanei che la crisi girondina è il nodo centrale, in cui si può ricercare il significato più profondo della Rivoluzione. Egli poi non spinge fino in fondo l'esame, si im- ,ne,-ge troppo spesso nell'eloquenza, e no11 sa spiegare neanche a se stesso le proprie impressioni. Però dà da riflettere. Non riusci a chiarirsi a se stesso. Egli intul la fatalità del conflitto tra Girondini e Giacobini, come· risultato di un'antitesi storie{}.,che non po:teva a,·ere altro sbocco; ma questo quid che costituiva il nocciolo della ricerca, egli non riusci a sceverarlo dalla folla degli avvenimenti; sicchè un lettore poco attento o· m.nl prevenuto può trovare che anche L=.artine non è uscito dall'ambito di un dramma, in cui sono in gioco più le passioni umane che alcune grandi forze st01;che. ln sostanza Lamartine riconosce che- i Girondini si comportarono inconsideratamente e che si addossarono ie principali responsabilità morali di tutta la :Montagna. E' costrctto ad im·ocare le attenuanti, <:orne altri slorici. Con queste premesse la conclusione, per un liberaJe moderato, non poteva <:s.sere più un'apologia., e il libro non avrebbe qua- ~ ragione d'essere. Ma un segreto istinto si ribella e suggerisce allo scrittore una qualche cltra cosa, che egli non riesce a scoprire consa,. pcYolme.nte, ma che rivela a tratti tra i lampi di una com.mossa eloquenza. Cosi attraverso il pathos dell'artista il libro si tradisce per una apologia. Apologia di che cosa? Forse lo potremo sco-- prire meglio jn seguito a qualche altra riflessione. Lna, per esempio, potrebb'essere questa: - Gli storici, che tendono a rendere compatto c-<l omcgeneo il pensiero della Montagna, si sono sof- .ferma.ti_ad o.ssen·are le profonde ilifferenze negli a.spetti <lella lotta. tra Girondini e Giacobini e di quella tra Dantonisti e Robcspieriani? La ragiom, è quasi tutta.• in ciò : che IJanton e Robespierre erano sul medesimo terrc.-no ideologico. Robespierre, più logico, portò il pensiero giacobino alle sue ultime cons<::guenze; Danton, plù pass1cn.ale e meno coerente:, non \.·olle fare l'ultimo passo, e fu perduto. ~u<csta omogeneità di terreno teorico non c'era fra Giacobini e Girondini, e perciò la lotta acquLsta un aspetto del t•1tto differente: nel primo caso è lotta ,i; temperamenti, nel sec011do caso i: lotta di tendenze nel cC111cepimentodell'idea rirnluzionaria. Non ho bic:,c.>gndoi ricordare a ,·oi su quali argomenti ~i palesò il dissidio e su qua.Jj basi si svolS<.."'l'O le elezioni per la Con,·enzione, che consacranmo J~t in<..-onciliabJJe separazione::. Gli storici rd quali allu<le-vo poco fa tc-ndouo a ridw-re: a. zero !1 contenuto d'i<lee della Convenzione, e quinJi il dissidio si ,·erifica per questioni di tattic,1; Albert Sorel tende ad accentuare il dissidio p-.icolo;;ico tra ideologi (Girondini) e realisti (CiacobiniJ. Ma anche i <;iacobini erano zeppi di i<lcologia, cosl bene colta da Anatole France lltÌ J11cux cml soif. Sono dunque due ideologie cli fronte Ed c..,s,e si tro,·arano cli frçntc, 1 alla JetLA iUV6L'UZIClNE'LTBERALE te:ra, nella, piazza del Carosello, il '2 giugno 1 ì93 : da. una parte Herault, magistrato dal passo solenne, che guidava circa trecento deputati della Convenzione, dall'altra un mercante di acquavite Yestito da. generale,. che, dopo poche parole, co1nandò: -Cannonie-rs, à .J.os pièces. Il contrasto raggiungeva i culmini della tragicommed.ia 1 per risalire, in verità, un. mese dopo, col sacrificio dci Girondini, a quelli della trageilia cla.ssica. CANDIDO-.- Intendo dove andate a parare. Se non che vi si potrebbe obbiettare che a questo Jnodo, per '1.lscire dal! 'episodico, in cui cadono gli stor.ici, coi qu'ali avete idealn1ente polemizzato, avete ricacciato il contrasto troppo in alto, in una generalizzazione, e.'ie può essere di tutti i tempi. POCOCURANT-E. Eh, no. Bisogna precisare: di tutti i tempi dal r;89 in pç,i. Ma vi ho detto anch 1io, ai principio- della conversazione, che noi siamo ancora nell'atmosfera ideologica della Rivoluzione francese. La distinzione del legislativo e delPesecutivo, e sopratutto la loro convi- ,;enza in istl.ito di equilibrio sono opera della ·Rivoluzione, e sono tuttora il nostro ambiente politico. CANDIDO-. Ma allora permettetemi dj trarre alcune com;eguenzc. Vorrà dire che nella società contemporanea sopravvivono Gironclini e Giaco- •bini, Je anime dei quali sono risorte dietro al patiboli, per tornare a battagli.are una battagli.a, che non si estinguerà che con l'estinguersi ài questi nostri regimi; e in sostanza vinti e vincitori di quella tragica lotta avevano ragione, e lo spirito sopravvivente degli uni e degli altri ha sempre la sua ragione d'essere. PococuR,rnTE. - Non ho nulla da obbiettare, solo qualche cosa. da chiarire, per spiegare meglio il mio appello iniziale alla rinascita di spirito giroµdino. Per riassumere il mio pensiero : i numerosi fattori ideologici che con.fluirono ne11a Rivoluzione si possono raccogliere in due larghe con-enti : quella rousseauiana e giusnaturalista o più generalmente naturalistica, cbe dà il contenuto ideologico ai Diritti de/l'no-rn.o, alla Sovranità pop9lare, iufine al culto del popolo legislafore; e quella illuministica-teocratica, alimentata inconsapevolmente dì spirito ugonotto, la quale, ricacdando ad una semplice premess.:1.logica, e poi ad un sottinteso, 1'assiom.n indispensabile della sovra11ità popolare, giungeva a1l'affermazio11e dello· Stato sovrano, e, per trapasso fatale, al regime di Salute pubblica. Queste due con-enti costituiscono tuttora il sostrato teorico e ideale della llostra vita politica, nè è possibile assorbire l'una nell'altra. Il contrasto si ripete ogni giorno, e lo si ritrova nelb più trascurabile interrogazione alla Camera dei deputati, come nella più modesta lettera ufficiale vergata dal più modesto segretario mini. steriale. Ottimo regime liberale (quale discendente della Rivoluzione) è quello che, senza illudersi di fare uno quello che è n.aturalmeute due, e neanche di conciliare due forze naturalmente antinomi(:hc, sap,pia stabilire un sistema di equilibrio di forze in continuo mòvimento. L'imprc~a è:. <lifiìciie, tanto più che 11011 ci sono formule; pure non c1t altra strada. Quando l'equilibrio si rompe, si ripete i1 cozzo1 e il giacobinismo, per il suo carattere, per la sua ideologia seri.1ireligiosa, per 1a materia di cui si serve e s11 e:ui si consolida, schiaccia, di ·regola, il giroudinismo. Ma quando si è tolto davanti quello che gli pareva il suo avversario ed era il suo con. trappeso, invece di un incontrastato dominio. trova un depauperamento di forze ed un 'intima degradazione. Le democrazie decadono, degenerano ,e si abbandonano sfiduciate ad oligarchi; dittatori, ccc. Non per caso Napoleone proveniva dai clubs giacobini. Il giacobinisino soffre d~l male originari9, di cui soffre, per colpa sua, tut. ta la uostra ri: civiltà rivotuziona1;a ", cioè che, esprimendo lo. spirito di catecun1eni, non riuscì a fondare una nuova religione. 11 gesto abortito e semiserio di Robespierre fu un fallimento 1rrepa1·abile. Se ne accorse bene ~apoleone, pochi anni dopo, che vide ergersi al suo livello una figura di papa come Pio VII, personalmente di così modesta taglia, ma che rappresentava una qu.akht: cosa c::benon si poteva conquista.re con 1111abattaglia viuta. Tulti i tentativi seguenti, culndna:li ne11a formula dello « Stato etico», hanno avuto origine, consapevolmente o no, da quel primo fallimento e dal bisogno avvertito di ripararvi .. Ma il momento era passato, e non si è avuto che da constatare altn fallimenti. I paesi anglo-sassoni, più ricchi di esperienza di vita sociale e <]Uiuùi più diffidenti verso gli .<.;ehcmi teorici, hanno C\'itato quelle esperienze pericolose; la Germania. ci si mise d1impcgno, ~olto la. guida di Treitschke, 1.;ccellente maestro, ma sordo, 11otate bene - ciOt: distaccato dalla vita d'intorno -, cd il successo, come sapete, 11011 ~ stato brillante neanche questa Yolta. :Sia, lasciando stare l'esemplificazione che ci pmterebbe in lungo, quello SLt c1U intendevo di i nsistcrc ~ che la Rivoluzione francese si è n10S• sa con questa tara. intima: di non esser giunta a fondare una riforma religiosa, che era implicita nei suoi presupposti ideologici giacobini. Se ci fosse riuscita, allora il giacobinismo avrebbe schiacciato, oltre che tutti i fondamenti ideali ùe11' Ancien rtgi1ne 1 anche il girondismo, ed a,·rcbbe co~tituita la nuo,·a tco<.'razia. Kon csscn<lo riuscita, bisognava prima ricercare una possihi1ità òi co11dve11,-..acon gl'elcmenti rima. sti Yitali clc1l'A11cien régime (q11indi Concordato del r8o1 e c·a,-ta borbonica: :onde la grande impo,tu1za della figura di Talleyrand, -tant0 poco, capita) ; e poi, per nou rimanere a propria volta schiacciati dagli elementi risorgenti del vecchio mondo, riaprire le porte. dell'ideologia ri,·olnzionatia al1o spirito girondino, che solo può far risalire la Rivoluzione dalla dep,-essi011edella Carta borbonica alla riscossa delle giornate di lng1iu. Perciò giustamente la 1;vOluzio11cdel 1830 fu sentita fin dalla prima. ora come il suggello finale della Rivoluzione francese. Fu tale sopratutto perchè, esseudo mancato il nuovo edificio teocratico, le due forze inseparabili della Rivoluzione riprendevano la· 101·0 strana e fati. cosa con vi ven'l.:a. Questo esemp;o classico si è ripetutamente seguito, jn Francia, nel periodo 1848-1870, ed altrovei coi medesimi ristùtati, saJvo fl diverso aspetto dei paesi. Nell'Europa dal 188o in giu si è ,1erificato un altro squilibrio, prima quasi insensibile, poi sempre più grave, fino a provocare (fu una delle cause più potenti) il laceramento della guerra, che ancora non è rimarginato. Come ·sempre, quest 1ultimo squilibrio sì .è prospettato con il primo fenomeno di depressione dello spirito girondino. Da una parte riprendeva sopr;:ivvento il giacobinismo, sottinteso più o n1eno chiaro nella mente dei nuovi teorici della statolatria, e che in pratica si traduce nelle pe:,;anti macchine burocratiche ·di socialismo di stato; dall'altra prendeva piede, approfittando della crisi, U110 degli elementi superstiti dell'An, cien régfrne, il corporativismo, sotto le truccattue moderne di tru.sts padronali e di sindacati operai, buoni compagnoni, pronti a liticar~ da- \·anli al bottino,· ma in accordo perfetto a· ricacciare la società verso forme medioevali, come si può vedere og-gi in Russia, per quel tanto che ancora è rim.asto in piedi dell'ideologia sindacalista. Perchè questa ideologia, che si atteggia,·a rum'orosamentc come la grande antagonista. del « mito borghese ~, si è sgretolata al primo cozzo con la società borghese. L'unico esperimento de· gno di esame è avvenuto in Russia, ma l'esa1ue porta a concludere che l'unico risul'f::a,topositivo sarà il sorgeTe di uua media. e piccola borghesia terriera. Altrove sono pie~i sbandamen~i al primo odore di poi vere o· di ragoìlt. Però, se alla prova queste forze si sono dimostrate fiacche, incomposte e senza valore costruttivo, banno avuto invece il loro bravo valore negatiYo, disgregante, provocando o almeno af. fretta11do ed acuendo il disquilibrio dello stato 1iberale1 che s'è trovato in condizioni di deca. den:1..ae di disorientamento· di fronte all'enorme . compito irnpo~togli dalla gl.lerra. Cosi è che ci troviamo oggi a. consulto daYanti aJ letto della « grande malata». Ma questa ]unga chiacchierata 1 c-omunqtte ia vogliate prendere, giustificherà per lo meno la mia prima asserzione, che 1ìot1 c'è ricetta. Dal ricònoscimeutoi a11:1i, che tutti gli specìfici e tntti gli specialisti, dalla fine della guerra. in poi, hanno mancato al loro scopo1 a1Jo st.c.-ssc,modo·:tome gli''arè.hitètti di nuovi siste'1ni ~ociali, biso·gna prima di tutto accogliere· c'on ·''modestia ia cons-eguénza, Oramai innegabile per ~hi abbia occhi su1Ja fronte,· che la guerra, quantitativamente ricéhissima, è sta.t:1. qualitativamente assa.i povera di eventi, e mentn~ ha prodotto numerosi sconYolgimenti geografici, demografici, economici, non ha prodotto che turbamenti e sqttilib-ri nell'intimo delle coscK'"nze, m.a poco o nulla ha mutato, c. certo no11 lrn partorito quel mondo nuovo che molti si aspettavano. La riprova, se occorresse, è data dall \:dtro- fatto, ormai eYideute, chè. i p.-,esi che sono nsciti meno malconci dalla gucn·a 1 dopo il loro breve periçxlo di turbamento e di squilibrio, hanno ripreso il loro ,·i.aggio sulle \·ecehie rotaie. Con ciò uou è detto che si continuerà sentpr.:: co.;.;ìe che u,ia Yolta o l'altra non si abbia da c'Uubiare strad.a e vettura. !\nlla è immutabile 11elln nostra travagliata storia; ma nu11a rnnta secondo il 11ostro gusto e alF01·a segnata dall 'orologio cbe caviamo dal taschino. Guardiamoc·i 1111po' inton10 e potremo senza grandi difficoltà schiz:1A"'l.ruena geografia politica. cli Europa. l paesi più sani, quelli pe1-corsi da minori crisi, mn~trano di ·a,·crc digerita la sbornia cconomistico-sindacalista. ed ammoniscono con l'esempio della loro floridezza e della loro superiore autorcn>lc;,~zache, quale che possn essere il sostrato economico (il1ncgabìle, per altro) 11ella storia, però la lotta politica colora la vita dei popoli e dà ad essi 1a fibra e la. fisionomia morale. 1 paesi dnti o usciti dalla guerra in co1J<Ezio11i critiche vivono ancora una vit..-1a.gitata ed i11cocrente, a1iacro11istica, sciupando ancora tem- •po ccl attività per mettere insieme mezza barba di Carlo :Thiagnoe me-1.z.abarba di Carlo :Marx (quesl'nltima sterilizzata) per truccare debitamente· i i uuo\·o Leviatano di cartapesta. Si tratta cli riLardatari. Essi s'immaginano di affrettare il co111pimcnto di cose1 ·che nna ,·e11lina d' arnii fa. parevano nel alc.uni gra1H.1i profc,-.ic, ma che alla prova dei fatti si sono dimosLrntc poco SO· lidc e sono Rt::tlc superate dngli c,·enti, che no11 ha1rno sostanzialmente deviato. Il povero Sorel che s'era tanto riscaldato contro i socialisti « politicanti », percht pattegf.,riavano con la vile dcmo•~ra,-.iaborghese e si di1ur11ticavano di fare la rivoluzione integrale, e ,ide all'nlt.ìmo il su".1 bagag"lio iclcoolgico malizio~:uncnle sfruttato dai politicanti di destra e poi gc.:ttato Yia come li. mo11c:spremuto, t: u110 di quei casi ironici che presle:rcbhc mntcria di i11tit1it!~chLrzi, se la pnra ingenuità cli Giorgio Sorel non iu1pon~s.e ~Hen... z10. ìV[a è ÌmJ)OS$ibile non Consta.ta{C ~h'e dop;,. il fallimento deIPesperienza russa Soì·el aveva avuto torto su tutta la linea ed ~ra uu soprav- ,·i·ssuto. Coloro eh<: si abbandonano al passale:m po cli disporre in altro modo i mattoni del·la ?"->-' crollata cli Sorel sono due volte sòprnn~&su.ti Oramai sul cartelloile •c'è la striscia verde, che· ci an11u1izia.cbe la rappreseuta7ione 11011 &i f3.rà. E' inutile rimanere •col naso contro il c;:artcl:. Ione, come· provincialotti che non sanno dee.i~ clersi. AUDITOR TANl'Unl. Si cerca: BRuNs: DIALOGID METAFISICI PIERO 6-□BETTI - Editare TORINO - tifo XX Settembre, 60 LUIGI SALVATORELLI Nflil□NflhfflSCISMO L. 7,50 Hanuo dedicato articoli a questo libro: li. C o-rrie,·e della Sera di Milano, Le, Sta•"'/>" di Torino, l/. Secplo di Mib.no (due artico\il, L'Ora. cli Palermo, I! La-varo di Genova, Il Re slo del. C.artt110 di Bologna, L'f1n,pero di Roma, Il Gio-male di Sicilia di Palermo, Il Gio,,nau della silra. di Napoli, La Voce Repubblica?ta, di Roma, Il Mo-ndo di Roma, .TI .Ylezzogicmw di Napoli, La Sera di Milano, Roma d:i Napoli, Il Pienionte çli Torino, !I Popola di Roma, L'A .. V<??U7i•! ùi Milano, La. Critica Sociale, L'Assalto di Bologna, Temp-i Nuovi di Torino (tre articoli), Critfra politica di Rmna, L' Az1,one di Roma., Il Magiio di Torino, Studi politici di Roma (du<= articoli), Il Popolo di L<nnbardia. di Milano, fC Corriere d1Irpin.ia di Avellino, Pole111,ica. Jascistf.r di Roma, Il Nu.crvo Giornale di Piacenza 1 La. Rt- -i:ista.di Mii.ano, L' lta.lia del popolo di Ravenna, I Ccnibattentì cli Genova, L'Italia che scrive ~fr Roma, H La;,(n'o di Mila.no,, n Lanwn.e di Fa,eu. :e.a, Battaglie sindacali di Milano, La Senti-n,e.la di Brescia, I/, La-vo-ratore di Treviso, .ccmscUn:tia· di Roma, Athena di Roma, Il Corriere 1Werr:aati/e di Genova, Il Popolo Veneto di Padova. La Gazzetta. cli Genova, La Cultura, il J ourn;ii a--,,, .Debats, ecc. ùA CRITICA POI.ìlTICA DIRETTORE : OLIVIERO ZUCCARINI Non v'è altra Rivista in Italia che agiti il problema del re_qionalismo proponendosi di risolverlo in una radicale trasformazionedelle attuali istituzioni. Nel suo programma nettamente antiburocralico e antiparassit11,~iA si esprime una tendenza che nel nostro Paese va facendo costanti progressi La " CRITICA POLITICA » è una Rivista organica, completa, interessante che in due anni di vita si è solidamente affermata. Ha.uno collaborato alla • CRITICA Porxnc..i. " seo-uenti scrittori: avv. Fa.usto A,ndrea,ii; dotto; Eugenio Azimont·i; dott. Camillio Be!/ie,s,_- clott .. Cm·lo Caciorowsk.i; prof. Carlo Canti,non. Al.ighiero Ciattini; dott. Angelo Crespi; p<"ofessore Gio·van-ni Croci<rni; avv. A.. 11geLo Corst; avv. Mario Ferrara; prof. N. M. Fo-vel; prof. Ar- - ca,i,;-e/o Ghisleri; Ed.oardo Giretti; dott: Ettor< Lo/Ìni; prof. Gino L11zzato; avv. Gittsep-p, Maca.ggi; dott. Paolo Mautica; avY. Sa-v_erio Me~• /.ino; R<lberto Mirabelli; dott. /lnto11-10 Mimti, Ro-mo!o Muri-i; prof. Felice Momigliano; profc,isore SerRio Pan:unz·io; prof. Tlilfredo Paret#: a,·v. A. F. Perri; dott. Giulio P-ierangel.i,· p1-ofessorc Camille Pito/.!et; Odo" Por; prof. Gae/< 1 ' no Sal.-vemini; dott. Gino Scarpa; prof. Fernanà,• Schia-vetti: Angelo Scocchi; prof. Guido sensitt, • prof. Michele Viterbo. [:abbonamento costa per un anno L. 20 - Per un semestre L. 11 - Un fascicolo sep11,-. rato L. z - Per l'estero /'abbonamento 1JiU11lenla di L. 10. Inviare vaglia alla « CRITICA POLITICA ": Via dei Serpenti, 116 , ROMA CONSCIENTIA GIORNALE DEL RINNOVAMENTO SPIRITUALE ITALIANO Anno Il • 1923 -+- Semestrale L: 8 - Estero L. 30 Abbonamento: Annuo L. 14 -+- Du~i:zIONll A ).f Ml!\TS1'RAZIONE PIAZZA IN LUCINA, 35 - ROMA O.G.E.H. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino Pnrno (..;oHP.TTI - Direttore-responsahile

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