La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 27 - 18 settembre 1923

LliONEPILO~:IO Vi.~ Pelli.oeerie IO trnui CONTO CORRENTE POSTALE R I V I s T f\ s T o R I e f\ s ET T I M ft N f\ L E D I po L I;T I e f\ ESCE Diretta da PIEROGOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 .. IL MARTEDÌ Abbonamentoper il 1923l. 20 - Per il II semestre L. IO(con diritto agli arretrati). EsteroL. 30 - Sostenitore L. 100- Unnumero L. 0,50 (L'abbonamento non disdetto prinna del 15 tUcembre s'mtencle rmnovato per wn anno) Anno II ,. N. 27 - 18 Settembre 1923 S {)M hl ARI O : A. MONTI:Fascismo e Mezzogiorno. - U. :Uoruu DI LAVIUANO: J,'Ordlne. - G. ANS,\LDO: 8eJ'Virsi della Cl!iesn. - P. G.: Un prussiano tru briganti. - A,.rmu,;u•o: Esperienza Liberiile. - F. B. KAYE: LR dinamite o In tollernnzn. - P1·obhmi pratici: A. D1S'l•Aso: Le otto ore. -- G. :tilonso: La po1iol11¼ionein Sicilia. Fascismo eMezzogiorno Dice il Salva torelli in N azi(nia!fasc-ism,o che il fascismo è il movimento politico della piccola borghesia umanistica o quinto stato. Una delle obbiezioni che si posson fare a questa tesi è la seguente (che del resto è già statà messa al S. da altri) : < Se veramente fascismo è movimento politico del quinto stato, come va che il mezzodi', patria per eccellenza del quinto stato, non è stato anche la patria del fascismo, anzi si mostra acl esso fascismo cosi difficilmei1fe permeabile>? All'obbiezione risponderà, o avrà già risposto, il S. : io qtù oggi mi vorrei particolarmente trattenere SU'l problem.a, gravissimo per l'Italia, della penetrazione del fascismo nel iVIe-/4zo<lJ. • .. Il Mezzodl non ha avuto e pare ·non voglia avere il fascismo come il Nord; sarebbe sorto nel Mezzodì il fascismo se il Nord nel 'r9-20 avesse fatto la repubblica sociale e se la repubblica del Nord Italia avesse poi fatto _ coine sarebhe . stato fatale - una spedizione Garibaldi o meglio una spedizione Fanti, per la conquista del Mezzodl rimaste monarchico. In tal caso avrem• · mo visfo nel Mezzodì il fascismo, e sarebbe stato quello un fascismo che avrebbe certo offuscato gli splendori di quello del :('rord. Non sarebbe . sta,to neanche quello una cosa nuova, perchè avrebbe avuto i suoi antecedenti in fatti che si chiamano orde del Cardinal Ruffo, eccidio· de1 Pisacane, brigantaggio del '66, ma sarebbe stato certo una cosa di inaudita veeinenza e avrebbe scritto nella. storia d'Italia un capitolo, che il futuro Oriani av,ebbe potuto intitolare « L'Irlanda Italiana >. Quello che nel Nord e nel Cent,ro d'Italia non han sapute fare i sociaJ.isti, lo _hanno fatto più tardi, in parte, i fascisti, impadronendosi del potere nei modi che ognuno sa, •con 111m niarc'ia che, incominciata col ministero Bonomi, è finita ( ?) con le .g,iornate d:'ottobre .. E anche al nuovo stato fascista, subito dopo la sua costituzione, si è presentato il solito inesorabile problema della conq1tista, de! iVl ezzogi01'no. Ora se il fascismo, clopo 1a conquista di Milano e di Roma, nella 'necessità di propagar la conquista fin nel Mezzodl, ·avesse continuato nella via per cui si era messo delle spedizioni in grande stile con squadre di « continentali » nelle isole e squadre di , milanesi > in Campania, quello che noll: era accaduto laggiù nel '19-'20, ai tempi del bolscevismo rosso, si saaebbe visto nel '23, ai teinpi del b0lscevismo tricolore. Di quello che sarebbe stata la reazione del Mezzocll al fascismo in questO' caso, un piccolo ma signi-· ficante saggio se n'è i!Vuto •nei fatti di Sardegna, c1i Sici1ia e di' Campania, dal novembre '22 alla primavera '23, dal pestaggio dell'on. Lussu all'agitazione del soldin0, Ma succede che il fascismo in· Italia è finora, come og;nun sai.sopratutt@· M1,1;ssolinismo1 e succede cbe ,il Mussolinismo. è ·sopratutt0 • Romagn6lismo ». Ora .in O'gni .romagnolo odierno c'è sempre. 1 sotto « l~uomo rosse-», feroee e acoipigliato, la persona • « ad bonchoeu-r » bonaria.- e c01nmovibi1e; .e'è ,sempre, i+n ,ogni romagnolo moderno, il, figi-io del- Gespiratore e n•.figlfa del·• • pa,palon >; soft0. l'•mm"ancabile ben:ett@ frigie . ogni romagn<i>loserba ancora 'lt.ll?0mbradi tonsura ;i ·per cui queste fièr0 figlie, d'Italia, che 'tante piac-. que al nostr0 D' Azeg:lfo, sa- essere, in pelitica,, come neg,li affari, minaccioso e accom0elante, im.:, petuoso e sornione,, prepotente e rag:gi1'at0re a,se- , conda dei casi e dei bisogni" Aggiungi ehe, in Ha,Ha,1almeno nella nosti-a Italia, le, cose' a,ppien0 non si fanno, ma.i .e in tntto si và sempre per. ,a,pprossimazione : mezza vittoria e m.ezr.a....., se0nfi:tta~, .m.e-oza.•,ri,volu©i0nee mezza reazioner e, ade,ps0,, r mezza tiranni.è.e e 1nezza costituzione, mezzo terrore·,e mezza, m0., 12archia c0l pira1>i0g,gia, «.e.uuilla,,insomma,id'intero _ dh'ebhle l'A1fieri - se 11011l'hnperi0ia,cla ,ogni parte ». Onde aYvenne che anche col Memogiomo, dopo un primo p<:riodo di maniera fo1te e di faccin feroce, visto elle il manganello, rivelatosi Onnipotente nel - 'ord, con quelle terre matte del Sud giovava a poco, il Presidente capì che ~ tra il Sud e il fascismo c'era un grande eqtùvoco ,:, e si adoperò lui personalmente a ri: togliere l 'equivoco,, presentando agli uomini del Sud l'altra faccia dell'erma bifronte, quella florida e bouacciona del dispensatore di benedizioni e ai provvidenze. Fu, come ognun ricorda, il tempo del pellegrinaggio a Caprera, dell'abbraccio alle camicie rosse, del discorso dell'acquedotto di Sassari, dei discorso pel porto di Messina, ftt il tempo delle concessioni per la costruzione delle ferrovie sicule, e degli approcci verso le COO· perative di combattenti del Mezzocll. Il compito, delicato e onorevole, di... aS&istere e favorire il Presidente mentre fa la corte al ritroso Mezzodì è affidato, come oguun sa, alla democrazia, vuoi nazionale e vuoi sociale; la quale finora, nelle persone d'e' suoi Carnazza e de' Suoi Cesarò, non si può mira djre che non abbia fatto del suo meglio per assolvere il c0mpito suo. Recentissimamente pare che qualche mosca sia caduta nei capellini, e il Duca della democrazia sociale pare che si sia messo a fare. un po' cli frnnda; ma io ho voluto vedere quel famoso a.rticolo cli Conscientia. su « Fascismo e 1\!Iezzogiorno D, e non ci ho trovato nessuna levata di scudi contro il gove-rno : solamente ci ho trovato messo in e.ruta e formato quello che i parlamentari democratici del Mezzogiorno han già fatto intendere cla tw pezzo in mille modi a MuSSOlini: ri: badate, insomma, che il Mezz6g10t.no è una «piazza» speciale, cbe noi conosciamo bene e i vostri no : se il fascismo vuole su questa «piazza» far affari, la rappresentanza per i suoi articali .deve affidarla a noi : se no sarà un fallimento > ; e Mussolini, che per suo cotito •l'ha già capita da un pezzo, la farà· capire a quei secca.midolle ·dell'Impero; si inte1;. deranno sulla percentuale e il Mezzocll sarà sei·- vi.to anche questa. volta, s~nza che avvengan tragedie. l\1a, o io m,ingaa.ino,.·o qu:e~ta volta il gioco non dovrebbe esser così facile; o io m'inganno o davvero sta accadendo nel Mezzocll qualcosa . di inaudito nella sua storia. Pare che Sardegna e Sicilia questa volta non sian più cadute, deliranti d'entusiasmo e di ~peranza, ai piedi .. , del Governo; in occasione del disastro di Linguaglossa pare che gl'i'ndigeni della regione etnea siano stati alquanto sgarbati con i ... forestieri ; e pare che finalmente anche laggiù, in 'questa occasi0ne, abbia echeggfato, tradotto nella lingua del ìvieH, il grido rue11eghino del « fèm:nz; de niim.. »: facoiamo da nol. Voci vengon di laggiù da uomini che son come i nu:mi tutelari di q,uei paes.i, le quali dichiarano che uua grande illusione si va perdendo nel meuLOdi: quella che dall'Unità d'Italia potesse mai il Mezzogiorno ave~ la sua risurre-.ti'one. Giovani son cresciuti ·1aggiù i quali oramai banno éapito quanto dan- ~oso sia per il paese loro il volersi ostina:re nella sublime ingenuità di « inserirsi nella politica unitaria nazionale > : e moltitudini vi sono Je quali, dopo aver rassegnatamente e inconsciamente tutto dato a Roma e all'Italia senza nulla: averne ricevuto, seùtono ora che solamente in sè debbono aver fiducia! e speranza. . Il Mezzogiorno insomma dispem cli Roma e del Regnp d'Italia; ed è app=to iu questa vfaile disperazione ,ch'io vedo la promessa e la· garnuzia de!lla redenzione politica di quella parle d'Ital~; il Mezzogiornò va compre.udendo cbe se non si sa.IV~ q.a. sè iiessuno lo salva, se non risolve da sè i suoi problemi culttu-ali economici sociali nessuno glie li risolv'e per incanto; il Mezzogiorno· va -intendend_o·insomma che l 'Ullico • modo per lui di influire davvero, anzitutfo a suo pro e poi quello a beneficio generale,' sulla vita nazipnale ita)ianà, è que,].lodi. estrani'arsi da questa remota astrazione, per rinchiìtdersi nella realtà vicina della ,sua vita loca-le: ' • :t.:t. L'opera dell'Associazi0ne ,per il Mezwgi.011.10, che, delegata al.Ja. lotta contro l 'analiabetismo, agendo in reg.i1J1e•di auto1101nia e di regionalismo, in due anni ha creato sotto gli occhi prima diffidenti dei Siciliani e dei Calabresi, le scuole e gli asili che il Governo 1wn aveva saputo dar loto in sessant'anni d 'u;,ità, ha disincantato qt1ella gente dall'attesa del Governo ed ha rivelat'o loro la vùi. Adesso !aggi ù sanno come si fa, e continueranno. >on sarà mica roba d'un giorno 1:t.è d'un anno: satà una cosa hmga e, per un pe-m...o,ina,-yertita dai più : ma è cosa fatale, e il movimento, una volta avviato, non s'ruTestcrà più e porterà lontano. E il fascismo in questo rLs,·eglio di energie locali nel Mezzodl avrà avuto un merito grande: questo,· di aver dato alla gente del Mezzodì la r.appresentazione fedele e p,lastica cli quello cb'e è e che fu per il Mezzogiorno il Nord d'Italia e, in genere, 11 Regno d'Italia: non il ~ratello ma ]1 padrone, non Peducatore ma il mazziere, J1on il liberatore ma il predatore. Questi ragazzi spa- •valili e violenti, e-be son calati laggiù a dar lezioni· di patriottismo a della gente che nel nome della patria si è sempre segv.ata, a dar lezio.ni di inten,entismo postlllDo a un paese che al tempo buono _non ebbe neanche un. imboscato, a dar leziuni cli lealismo a della gente che ebbe le effigie dei Rea'.li anche neHé antiche sedi dei pnnu e veri fasci, questi studenti scioperaioli che son andati a )fapoli a ripetere a quella gente rovinata dalla guena la favola ironica della ricche,,/ 7.a naturale ed economica del 31:ezzodl, questi violenti che son andati a bastonare, bruciare e de,·astare im,puniti in paesi in cui ogni fa.miglia ha il ricordo d'un suo membro imprigionato per molto cli meno, qnesti fascisti dico piombati nel primo momento alla conquista del 31:e,,..zodihan dimostra!<) appunto concretamente e coreograficamente che cosa era davvero per il Sud lo Stato Italiano e qual era il guiderdone che esso serbava per quel Mezzodì che aveva salvato davvero l'Italia prima, durante e dopo la guerra. E la gente del me7,7,adl ha ca1>ito il latino ha generaliz7...a.to,ed ha tratto Je ·~nseguen.7..e : 'e se questo è lo Stato Italiano, il Governo, Roma, allora, grazie, allora basta; quind'innaD7j penseremo noi ai casi nostri » ; e da questo urlo e da questi propositi si potrà ben dire che sia inco1ninciata la nuo,·a storia del Mezzogiorno. Del che il futuro storico do,-rà pur riconoscere le sue benemerenze anche al fascismo. A 1:;GC:STO YIO:<TI. L'ORDINE L'ordine in Italia è restaurato. L'onda della violenza ha invaso i domini, i presidi, le rocche àe\~'l:!-tti i moti nefasti s>atte.JtraYa110e si combinavano, le ha devastate e sommerse. I capi, sorpresi e sgonient1, o si son iasciati affogare senza protesta, o han dato tW salto dalla finestra sulla via e si sono sperduti tra il ,,oJgo ignavo, tolt,a la maschera del-l'autorità. Le masse sbandate e stanche e poco rallegrate dalle fughe, hanno accettato il nuovo comando, riconoscenti quasi dell'eswltanza. e de' sbandamenti che non suscitano più l'òpposizione, ma il plausO e il giubilo d'ognuno sotto .il pacifico sble universale. Da quella continua e bestiale insurrezione di prima a queste parate clamorose di magnifici consensi è· come passare d'.alle angosce dell'incubo all'aerea libertà del risYeglio .mattutino. La negazione dei 1inùti, la palingenesi eroica, l'utopistico regi10 s'av,-era molto 1neglio di quello promesso prima : che pareva doversi affermare sul ghigno dei cacla-reri e con la dura disC'iplina. del teri-ore. Ecco dunque che il sentimento ottimistico clel:la vita, tanto profondo e diffuso nell'educazione borghese, ha avuto piena ragione : per uu procè:sso che nega., in .vero, il suo metodo essenziale, ma acquistando anzi per ciò un che di pìù libero, di meglio rispondente all'isti.nto d''jni- • ziativa e cli spontaneità 1 con l'affermarsi eontro i pt'econcetti per, carattere cl'improvvisaziolle e quasi di miracolo. All'occhio dei p-iù è bell'e climostrato che i problemi sociali erano .,wa snperstruttura fabbricata da chi ci trO'vav?, il suo ton1aconto·, e bastò sbarcare <lai loro seggi quei quattro rammÒlliti •e acidi borghesi in funzione di amici del popolo, per ripristinare l'elementare giustizia dei rapporti, uno Stato che super-a, contiene e fonde le classi, tutte fisse come al loro scopo a quell'interesse •genera.)e per cui si compiono con gi'Oia i sacrifici e se ne ricava. il premièl :(regiandosi come d'un distintiva del proprio .amor •cJi patria. Che non ci sian più classi è inanifesto, se si. pon m.eute aJ.la nuova catego1ia istafu·ata e domioonte, il 'powlo; il quale, negato ·e scoìuparso .nei giorn.i cli 1tul"bolenr.e e in qù.elli '<li serio e calmo lavoro, trionfa, si,mb"dlo deÌ1'aùi,a inerzia, qna11ào suonano le fanfare per le piazze e a un semprè pronto ptLbblico spetta~olo'''de,'e corrispondere una dis'p<ii' stisSitua « èld!=fue ». Quando Ògnuno be-{re iui. vino più 'leggerOrma pi& incantatore di quel'lo dell'oSteria, 1 e scevro di 'pensieri dimentica i suoi vicini, '1€: sue gion1ti.te, i suoi dolori e si pacifica a ima folla ,;iva solo ,per le sue scalin!wè e i suoi gridi, allora nasce il popolo. Dio, come si'. sa, si mette alla; su.ai testa; e la sua for?.a è la forza delilà ragione . La soclisfazioùe mostrata dal bor-ghese· per la decacle112a inelivid.ua•le, per I' tmiforme •_discesa verso le bassure clell'i'!lpeFSOlljl,lità, dipende dalla stia inettitudine all'isolamento e alle posizioni bene distinte e elevate. Quando dal fondo della valle gli tira,·ano sassi o con la,oro sordo gE minavano la collina, gli facevano il brutto servizio d'obbligarlo a apprestarsi alla difesa, ·a bada1e • ai fatti suoi, a giuocar d'astuzia; •e pri1na d'ogni cosa, e fondamento a tutto il re. sto, a crederci alla sua altezza, che o-li doveva dare, anche attaccato, una cert'a.Iia a: superiore e da giudice e l'uso della ragione"t"'olezzae della misura per ogni colpo che anebbe risposto. Sono state, chi ha memoria, angustie e torture; 110n erano per nulla educati alla loro posizione di dominio e ne pigliavano coscienza proprio quel momento che correYa pericolo e che ogni for:za <lell'iugègno avrebbe dovuto esser tesa a salvarla; cosi al salvataggio non poterono bastate da soli, ma ci posero l'opera gli elementi e gli dèi; il dio econo.rfuco primo tra gli altri. che colpi i folli insorti trasgressori alle sue leggi coi flagelli che si chiamano c,,-isi e clisoccupazione. l\1a dopo la vittoria è l'ora dell 'ingratitndine; i borghesi non riconoscono quell'intervento, ma s'accaniscono anzi a suscitare la collera divina operando con serena innocenza come se tali leggi non avessero mai avuto impero. I fatti erano pieni cli suggerimenti; ma il borghese moderno, tanto moderno da scordare la storia di ieri e dj domani, da esser come un fanciullo imprevidente ed effimero, non li ba saputi .discernere. N0n si possono ridire a parole, e chi non ha raccoito il succo dell'esperienza meiitr'et' viYa, è inutile ci ripensi e tenti di ricrearla ; l'arguta e sottile lezione, vana e Yera come un parad_osso, ch'esalta e fortifica chi la scopre da sè tutta chiusa nel suo momento non più,. ripetuto, ora si può appena segnarne il ri mpianto. E forse rinnovare, di contro alla calma apparente, ragioni e dttbbi che non è lecito sian morti, ~h'erano pure un palpito vivo della nostra umanità. * • * L'esigenza fondamentale e la prima occasione della vita è la clif!erenza nel possesso, che ria&- stime e impone. le varie attitudini peraonali di rela2.ione, starei per .-O.iredi carriera, i punti di vista donde si considerano i problemi, le te:iclenze che si voglion <lare.al proprio cammino : chi vi anela; chi lo difende·,· @hi rinuncia, chi mira a beni materiali e Qhi a ben~ spirituali, chi li m~chia secondo, u,na concezi,one di eclettica pienezza, chi li -separa COI! \ltgli violenti (clico all'ingrosso) per, 1111 bisog110_puritano, tutti gli sforzi e i moti s,i espr4llon0 in S\}.a ·funzione-. Anche quella _paro)..,, tank volte secolare, che tende a u.nifie,ire il lav0ro u}llano e sarebbe !'unico nessor-sociale duraturo, poi<::hènon ~erca la sua riprova. nel tempo; che altro è se non la sublimità del- possesso, _il desid~rio elevato all'in• finito, la massin,a dell~, cupicl/gie, la_ speranza senza residui? Ci pers.uacle sop,ra tutto il Van-

lJO gelo col suo ufficio di Scienza dell'Opposizione, che tramuta l'affermazione lontana nell'immediata rinuncia e fonda la perletta e sicma cat. tedra di pessimis1uo • non e un'eresia io spero quando si dice che ;i yuol essere cristiani pi t\ che aitro per amore della sfida e dell'impossibile, in nome deUa ribellione intima, della lotta contro l'uomo vecchio, de.Ila Sconfitta, della Passione; e in somni.:1.si riconosce il ,·alore della religione dal suo stato di mìuoranz.a e d'inizio dall 1ilnprcYedibile promessa chiusa nel seme. ~ Pace Cristiana, il Regno, se si potesse aYYe.rare sarebbe negata; che si speug-erebbe il suo desiderio e cou esso la Yita; ma fuori di quella non ce n' 0 nessuna. La condizione necessaria per quella futura pace, per la speranza. della pace· e per la sua custodia, come d 'wia purezza che un solo soffio rl'aria appanna, nel cuore ùi ognuno è la lotta i c:be fa l'anima Yigile e di tutte le inganne\'oli promesse diffidente. Xon si fa un discorso diverso qua.udo si guardi ai beni niateria1i. Certo a priori non si chiede, e quasi non si giustifica, nel lottatore il disinteresse, il distacco dai beni che lo attirano, la critica ddlc illusioni di cui si nutre; ove riuscisse a 'presentire 1a corruzione delle cose 2.0-0gnate e \·edesse la più chiara bellezza d'una lot'ta a nioto, che è Yera e necessaria nella sua forma e non nel suo oggetto e questo sposta quasi per artificio logico e quando lo raggiunge l'ha bell'e disprezzato e sostituito, tro,·erebbe - ci pare - in questo senso la sua sodisfazione e s'escluderebbe dalla mischia urlante per star da sè a guardare e a .:a.pire. Il che poi non vuol dire • superare , le parti avYerse, uia meglio abbandonarle e preservarsi dagli ardori della battaglia per riY-h·erla idealmente; che ogni passo e ogni cosidetto progresso implica una rinunzia. Ma questo tale isolato, se ci può essere, nell 'amarezza e nelle titubanze della solitudine sente cli doYer esigere, più che se fosse in ca1npo, che le passioni delle pa1ti s~no bene accese, che gli ardori non siano finti o pnssegged; perchè solo a questo patto può Yedere nello scompiglio le ragioni, i benì che sono affennati in contrasto e s1an·erano per la iede che sanno ispirare, e solo in tal modo il suo bene, che sarebbe la visione, il pensiero, 61i appare. Soltanto in grazia di questa ,;·isione1 che sarebbe tutt'uno con la speranza della pace, ia lotta si giustifica e ba senso. )Ia come è impossibile che ci sia un tale ossen-atore, libero dalle· cure iruJneàiate e dalla pa..1.-tecipazioneYio1enta, o dal rimpianto cli essa (una simile ascesi 1'anebbe condotto infatti fuori di questo mondo); così è ·possibile che accan. to alla passione si educhi nell'animo di chi lotta il senso della ragione e della misura, che gli farà capire la necessità non episodica, ma fondamentale della sua azione, e insieme ]o a,;-yforà a u.na comprensione più larga, oltre i limiti dei possessi contrastati. Se si piglia l'esempio vicino, la lotta tra borghesi e proletari, tra chi difende un possesso di beni materiali e chi lo assalta, si capisce a ,·olo la distinzione profonda tra 1'animo degli uni e quello degli altri. La passione proletaria, la e: fame , cli terra, di strttmenti, di potere, che è come la coscienza della povertà non consolata e il riconoscimento, nel desiderio, della vita, non ha in sè nulla di materi.2listico, nulla, secondo lo spirito, cli pesante e d'ostile. Ma la diiesa del possesso già goduto senza sforzo e fatto passivo dall'uso, cosi corporeo e stabile, al riparo dagli eventi e dalle mutazioni, se è cieca e sconsiderata è materiahsmo puro. Quelli che già possedevano i beni, erano liberi di deaiderarne tanti altri e di lottare per la conquista di terre remote e inesplorate; e a questo modo se li sarebbero garantiti. Mostrano l'istinto di questo dove.re qua.udo si dicono , classe dirigente , ; ma è u.n titolo di cui s'onorano per solito senza merito di fatica personale, per destinazione implicita cli nascita e per mancanza di concorrenti. E' dunque vana la libertà dalle cure materiali che dovrebbe promuo,·ere a a.spiranti al criterio e all'intelligenza? o ogni possesso affermato senza bisogno di rinnovarlo (;; una schiavitù irreparabile che am. mazza il tempo con l'uso e crea un'oscura psicologia senza nÈ: sfondi nè speranze? Per ciò è un triste sintomo che i borghesi si metta.no a negare le funzioni dei proletari; negando la necessità della lotta, ribadiscono le catene cbe li avvincono ai loro b<.-nie dimostrano di non aver saputo approfittare della loro libertà per arricchirsi di quel che senr..a molto }ayoro nessuno possiede, la coscienza de' suoi propri atti e la comprensione degli atti altrui più ostici e più offensivi; ma negano in oltre penino l'essenza dei loro beni : se nessuno se ne curasse, che valore e che consistenza avrebbero mai' Qua.udo sono più avveduti ammettono negli altri questo appetito, ma fanno u.na quistione di metodo, eleYando a regola per tutti la regola della loro condotta; ma come la borghesia si strappa da sè le sue radici e si dà la zappa su i piedi quando non tien fede al metodo liberista, cosa che accade come si vede tanto cli rado, cosi il proletariato, pena la decadenza e l'annul1amento, deve escog-itare un metodo suo, cioè dar la prova di possedere un suo proprio carattere, non confondibile e non copiato; e a capir questo ci sono arrivati pochi borghesi solitari. Per tanti rispetti si può dare un severo giucli1.,iosu la condotta del nostro proletariato negli ultimi torbidi anni, ma il peggio che se -ne Pt .L A R I V O L U Z I O N E L I B E R A L E dire è che ba coutiibuito a far sì che da quell 'espericn2<.1.la borghesia non ne ricavasse nulla. Era il momento che sarebbe potuta do,·entar legittima; nella saggez.za sta,·a la sua forza e, avesse antta la persuasione del suo ufficio, non ayrebbe temuto sconfitte; oppressa e domata a,-rebbe conosciuto la gloria. L'unità della nazione, nata su i campi della guerra, sì sperime11ta,·a per la prima Yolta, m.a prendeva un aspetto pericoloso e seccante e l'avrebbero strozzata nelle fasce, per far tornar tutto come prima. Nell'incoscienza dei proletari - la loro fedeltà ai capi borghesi, il loro romanticismo, la loro mitologia sentimentale, sopra tutto l'unione ancora estrinseca e anzi la scissura profonda fra il Nord e il Centro sollevati e il Mezzogiorno tranquillo - era per lei tll1 grande aiuto, una facilità della lotta, ma anche la più forte ragioue e il miglior diritto per imporsi; contro le insurrezioni caotiche, mal dirette e provinciali la borghesia aYrebbe dovuto mostrarsi vera classe dirigente che ha superato le divisioni locali e faziose e afferma. I 'Italia; difendend() i suoi in. te.ressi di classe in quel momento l'avrebbe trascesa; studiare e r:apire i loro maH sarebbe stata la sua miglior tattica. i\'la siccome i mali sono il patrimonio n1eno diverso, è uu esame che costa fatica perchè fa venire a galla e tiene sotto gli occhi i mali propri, di cui ci si dimentica o che s'ignorano tanto volentieri; e finisce sempre a w1'introsp,ezione. In questo caso poi tra i mali opposti c'è identità completa, e il male forse più grande di tutt'e due le classi, cioè dell'Italia, è la negligenza di fronte al do,·ere di farsene consci, l'incuria della storia; la paura di guardarsi nudi. La manìa delle cose facili e vistose c'induce in un eITore cosi naturale che quasi non ci se1nbra imputabile : ci fa vedere una fiuta storia piena di gesti e cli parole, di solito ridondanti e felici, che abelliscono e quasi redimono la Yita cli tutti i giorni, così che essa pare più che non sia misera e vaclla. Una storia diYersa, cioè una di,·ersa coscie11za, stava sptu1tando: gl'impazienti Italia11i si sono affrettati a soffocarla. Si sarebbe tratti a pronunciare 1i.n giudizio pur peggiore: la incapacità della storia, la incapacità di apprendere e trasformare i dati delle esperienze quotidiane -- che è, in fin de' conti, iucapacità di porli - significa, per una Nazione, assenza dalla vita. La fobia delle prove, l'allontanamento fittizio deg-1i ostacoli, la tesi del superamento e della chiarificazione; l 'ido1atria dell'unanimità, la corsa Yerso i consensi e il dispetto per le ultime riluttanze, sarebbero altrettanti segni, non che à 'immaturità, di totale rinunzia e di forzato esilio di fronte al necessario ordine della vita sociale. I cinquanta proletariati e le cinquanta borghesie onde· si trae van~ e da cui si •Yuo1 rica Yare non so che legge .di composizione armonica invece che la patente dimostrazione ùi una perfetta anarchia non hanno di fatto in sè stessi alcuna identità e dimostrano che gl'indiYidui Italiani non sanno esser nè borghesi nè proletari, se nou a episodi· e a strattoni. Si riesce però a giustificare questo stato di fatto ponendo mente alla nostra deficiente unità, alla vita ancora anazionale; al grave con1pito che s'è avuto di sorgere a ~azione, e anzi a , potenza , per pura necessità formale, per la immediata e romantica creazione che ci ·ha fatti, di regioni tanto separate per loro natura e per gl'imposti reggimenti, di segregate e in sè contente unità comunali e parrocchiali, Regno d'Italia. Per un altro verso la storia delle nostre esperienze è mirabile; si addensa, non nel secolo decimonono dove il moto all'unità fu più che altro virtuale e, direi, nominalistico, ma in questo secolo e meglio in questi ultimi dieci anni, il groviglio dei problemi e delle esigenze che la civiltà occidentale ha elaborato e matmato nel corso di centenni; l'esercizio intellettuale troppo vivace, la conoscenza astratta di tali esigenze e problemi, la trattazione critica senza base realistica e come a vuoto, che dipendono da quella nostra condizione, han contribuito a farci adoperare una retorica di concetti per suscitare, o anzi per sostituire, i nascosti bisogni concreti. Per ciò si conchiude che la lotta fra borghesi e proletari, prova e misura di questa concretezr..a, era w1 bene per la Xazione; dopo l'esterna consacrazione della guerra, in esso avrebbe fondata la sua certezza int.ima; e comunque sia stata fallace e inutilmente violenta si vede, se si tiran le somme, che ne ha tratto profitto. Chi ci ha perduto di molto (per ora) è la borghesia in quanto classe detentrice del potere che non ha trovato in sè forze di resistenza e dopo d'aver alimentato con tutte le sue corruzioni lo stato debole ha dovuto capitolare in potc.-stà del momentaneo Stato forte che per il suo imperioso desiderio di consc-nsi è antitetico alla sua auton01nia; il proletariato resta sicuro del fatto suo, appena possa liberarsi dalla tutela cui lo assoggetta la disoccupazione e, fatto di nuovo prorom,. pente, trarre ai suoi fini le forze dello Stato. UMBERTOMORRA DI LAVRIANO. "h'EC!O DEbbA STAffiPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel IC)OI, ha sede F.SCLUSIVAME!'ITE in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. Chiedete opuscoli esplicativi e tariffe con semoe biglietto da visita. "Servirsi dellaChiesa,, Genova., 12 scttei;ibre . Dopo la processione de/. Congresso Eucm·istico. I cortei socialisti erano tetri. Sapevano di sobborgo. Poca varietà di cori e di canzoni. Raucedine generale. Parole lanciate dall'alto, volanti via come grandi uccelli neri, sopra le piazze che non vogliouo pensare, ma solo essere addormentate dalla musica che fanno tutti i grandi tumulti. Poi si ripiega nmo le « rosse bandie1:e >1, e ìa folla nera 1ipigliava la strada verso i quartieri operai, colle gambe rotte; perchè, è incred:ibile, le ginocchia della poYera gente si piegano sotto tantO dopo uu giorno che si è strumenti del capitalista sfruttatore, come dopo una giornata cli dimostrazioni, in cui si è auspicato l'av\·ento della redenzione sociale. 11 fascismo si valse la1·gamente di questa deficienza coreografica del socialismo. Inventò n110vi ordini di schieramento e di marcia, naove uniformi e nuovi salati, noli tut.ti pri\·i cli fierezza e cli grazia. Si vantò cli aYer ricondotto sulle piazze l'adorna faziosità tosca ua e romagnola, cacciancloue a nerbate la monotonia delle folle disprezzate. Ci furono dei « riti fascisti », alcuni escogitati in una redazione e poi attuati dai gregari obbedienti, altri scaturiti sotto il sole, espediente istintiyo di un grttppo cli Yi'ncitori che Yolevano staccarsi dallo sfondo opaco dei vinti e concedersi la lusinga di un cerimoniale guerriero. L'educazione coreografica degli italiani era cominciata. . * * Ora si pei-feziona. Pare che la Chiesa abbia preso essa in niano l'educazione coreografica degli italiani. Inedtabile. Il Pontificale Romani.in racchiude tali segreti di. sednzione per le {olle, tale secolare esperienr..a di apote.osi e di sagre che a tale concorrenza non resiste nessun fantasioso escogitatore cli riti nuoYi, fascisti o non. Leggete il Pontificale Romanu:n1,: è un errore credere che sia riservato ai vescovi : anche i laici lo possono leggere senza peccare. ImpratichiteYene: se andia1110aYanti così, sarà più utile la conoscenza del Pontificai.e Romamvn, che quella dello Statuto A1bertino. Posta la sagra come fu:ndam.entu:rn 1"egni, i'entrata in vigore del Pontificale Rom.a,. 1i1un come testo di tutte le cerimonie di piazza è fatale. La maestà della Chiesa soggiogherà sempre le folle educate e blandite dalle coreografie di partito o di go\·erno. Dove una processione snoda i suoi anelli di porpora, non vi è corteo fascista che possa reggere il confronto. Come padronanza e dominio sulla moltitudine, un cardinale supera qualunque espertissimo m.atad.ar di partito. La Chiesa non ha mai cercato e mai avuto, in Italia, dei credenti : essa ha sempre vinto, pttr di avere intorno degli spettatori. Da qualche anno, si lavora intensamente a ricondui:re gli italiani ,ad essere ùegli spettatori disciplinati, plaudenti a comando, appassionati per il fasto dei cerimoniali e per gli schieramenti sapienti. La Chiesa è servita: cinquecentomila spettatori accorrono a veder passare cinque cardinali. Ch!' i fascisti non s'illudano: con le anni della coreografia, la battaglia è perduta. • •• Xella processione di domenica, appeua si avanzavano, non dico i laba1·i sacri, non dico i primi crocifissi, nou dico le pti1ne bandiere di società di mutuo soccorso: ma semplicemente i primi drappe11i di ragazzetti acconciati da cow-boys, la lolla era già tutta a testa nuda, Yolenterosamente sottomessa. Kon credo che ci sia paese al mondo, dove la gente si leva il cappello di testa così presto, dinanzi a qualunque si1nbolo, come in Italia. 8i vede che il « braccio secolare » è in azione da due anni su questi spettatori umili. E percbè non dovrebbe venire il e: braccio spirituale 11? . •• Lo schieramento degli armati sul percorso della processione, ai fianchi della processione, ad latereni degli Eminentissimi, e al seguito, era imponente. Il cardinale De Lai pensava: e: Tutto ritorna a l'ietro, anche gli zuavi pontifici. Questi armati sono attorno a me Pro Petri Sede, come sta incise sulla medaglia pontificia di Castelfidardo , . I capi degli armati pensavano: , Cosa possono fare questi cardinali, questi vescovi, coi loro discorsi? Siamo noi che valorizziamo la religione, noi che abbiamo ricondotte le processioni in piazza. Essi trascinano un bastone ricurvo, che le loro deboli man.i stentano a sollevare: tutta la processione sarebbe sbaragliata da un solo manipolo di camicie nere•. I prelati replicavano: • Dove troverete: voi dei re, più re di coloro che regnano e che comandano, e non portano spada? San Cipriano era come noi, circondato da annati diffidenti ed ostili : e diceva: Un vescovo che tiene in mano il pastorale e il Vangelo può essere ucciso, e non vinto». Un fascista, accanto a. me, diceva ad un gruppo di suoi compagni, segnando un parroco che prQCedeva nella schiera dei suoi colleghi: • Quello là, no, non è un «amico>. Lo abbiamo rispettato per l'abito che porta. n altro, per aver detto quello che ha detto lui, ne ha fatto sessanta giorni di ospedale. iV!a-l'olio, quello là, se lo sarebbe meritato>. Il parroco segnato a dito dal giovanotto anda,·a a,·anti a testa alta, tutto compunto nella candida cotta, e canta\·a con una· voce da brutale decim.atore di contadine: « Cor fin1Za1ul:u1n, cor sinceru.ni ... ». Dialogo che dura da secoli : ma per oggi pare cbe l'ultima parola resti al prete. * * Sapiente è la Chiesa, signori. Prende il sale del mare, il succo delle clive, ]a resina. che goccioia dal pino profumato, la gemma clell 'issopo, le fibre del lino, la cera delle api, il tosone degli agnelli, I 'oro, l'argento e l'..! pietre preziose, e ne fa altrettanti strumenti del culto: li fa spargere sulla sua strada, li arde nei suoi incensarli, li fa distendere alle alte finestre patrizie, li fa indossare ai &uoi adepti. Poi dice: ora mi redrete. E fa avanzare i drappelli dei laici, cui l'assistente ecclesiastico che la mattina li ha confessati, intona nel pomeriggio, bacchetta alla mano, le strofe del Vogliam Dio : le donne, che non possono, no, calcare Ie lastre dcl Sancta Sanctorwn, ma che giovano a temperare, coi loro \·eli, la vista dèi glabri volti che seguono. Poi fa balenare i rocchetti canonicali, le croci dei cappellani crociferi, la mozzetta cardinalizia fra uno stuolo di armati, affinchè la folla non dimentichi che il sacro splendore della porpora de,;·e essere ,·enerato in ginocchio: poi ... Poi, scegl'ie accortainente tutti i preti decorati al valore dal re d'Italia, e a quelli, per l'occasione, non fa indossare cotta e stola, ma bensi appuntar sulla tonaca la medaglia dal nastro az. zurro : e li incarica cli essere ordinatori delle sacre schiere, e così li obbliga a mostrarsi il più possibile alla folla plaudente. Come il sale ùel 1nare e il succo dell 'uJjyo, anche questo nastro e questa medaglia sono strumenti di cullo: essa degna raccoglierli - null'altro. Quale ingenuità quella di voler insegnare alla Chiesa come si dispongono le processioni ( ** * I cinque cardinali incedevano lentissimamente. :\'on be:nediceYano. Tenevano congiunte le mani sotto il paliio, in uno studio solo: rispar1niare le proprìe forze. • .-\Ila stessa ora, a Thfonza, alcuni guidatori di automobili, correvano colla velocità di 150 chilon1etri all'ora. _t\..nch'essi cercavano di risparmia.re le proprie forze, per arrivare primi in una gara mondiale. Chissà che tll1 giorno gli uomini che incedono lentissimamente non vietino agli albi uomini ài c01Tere colla Yelocità di 150 chilometri all'ora : e che sulla pista costruita per correrYi colla velocità di 150 chilometri all'ora non accampino iu avYenire dei pellegrini accorsi a vede.re degli altri cardinali incedere lentissimamente? • Eh, questi ingenui italiani se la ridono! Credono di scherzare, loro, colla Chiesa. . * * Incontrato, fermo al largo di via Roma, l'architetto D., massone dichiarato, democratico bloccardo, fratello potentissimo. - Ebbene, ebbene? E' giobertiano. « Ricorsi storici ... E' l'ora di Gioberti ... La Chiesa è una grande forza italiana ... ?\ella Chiesa ci sono degli italiani che eomaudano al mondo ... Si tratta di sapersene servire ... Wiussolini se ne vuole servire ... ». E' incredibile quanti italiani ci sono in giro che Yogliono « servirsi » del1a Chiesa. Contraccambio al potentissimo fratello queste espansioni neo-guelìe, con qualche osservazione sulla necessità della ce.usura sulla p.ubblica stampa: -Si, ingegnere carissimo: si potrebbero, a rigore, anche comprendere i provvedimenti restrittivi della libertà cli stampa. Ma a patto che i censori siano quelli legittimi, i preti. L'idea della censura o della soppressione esercitate da u110 scagnozzo di prefettura, o da un servile commissario cli publica sicurezr..a del Regno d'Italia, uLi ripugna. ì\1a se la censura viene fatta in Curia vescovile, è già più rispettabile. C'è dello stile, della coltura, dei principii, delle traclizioui : della teologia, egregio amico. La teologia, è meglio delle circolari ministeriali credetemi. Meglio congegnata. Essere giudicati da un buon teolog<>non può offendere l'amor proprio cli nessun scrittore. Io mi inchino. La clif!ida prefettizia è un goffo espediente di polizia: l'imprimatur della Curia riassu.me un sistema di Governo, che può essere grande. Siate integrali, signori: dateci la censura - ma la cens1ua pretina ! La censma ecclesiastica.! Dopo tutto, la Chiesa è _ voi lo dite - una forza italiana: l'on. Mussolini vuol servirsene! Io aspetto dunque volonterosainente di sottomettere i miei scritti all 'esan1e del Preposto Generale: e sarò lieto se potrò adornarli della formula sacramentale : , Qua,ntum est in nobis l11benter concedfrwus ,. L'architetto D. mi guarda stralunato. Crede che fac-cia dei paradossi. _'on ho fatto altro che esprimere con rigore l'informe neo-guelfismo dei suoi ricorsi storici ,e svolgere nelle sue inesorabili conseguenze il suo piano ridicolo di , servirsi della Chiesa , . La Chiesa non •serve,, signori: la Chiesa schiaccia. GIOV.\N!'II AssALDO.

LA RIVOLUZIONE LIBERALE UN PRUSSlflN□ TRfl I BRIBflNTl Pasqu~le Tu.riello è il professore che ha cercato 11 suo ideale nella caserma. Così il suo stile è talora fcn-igno, violento, impettito, preoccupato di cose più che di per50;lle e altrove maestoso, accademico, monotono, ped.agogicc,. L'ideale del professore Turiello è l'ordine tranquillo e definitivo; la fede di Turiello militare è la rigorosa. disciplina. Ai suoi gusti spartani la cultura richiama. subito il m<Xlellosevero e consolante di Roma. Mettete l'uomo nel mondo di Depretis e siamo in pieno dramma. In uno scrittore fiducioso nei propri studi e nell'importanza. delle tradizioni a.vite i motivi più drammatici sembrerebbero nascere necessariamente da.ll' ÌS])'irazione letteraria e nP':tere 11destino dell'isola.mento iucompreso m mezzo all'ignoranza. Infatti Tnriello usa ogui cautela e mette le mmli avanti già a partire dal metodo. Scetticismo verso gli atteggiamenti dottrinari. Metodo sperimentale in politica : conoscere e poi provvedere. Il primo volume della sua opera (Governo e G01.•cmati in Italia) contiene i falli; il secondo le proposte. Ma di positivismo sperimentale non c'è che il metodo. Le aspiravioui sono a un rinnovamento nazionale in senso eroico lradi- :::ionale,spiritirnlistico. La di.a.gnosi dei mali e dei rimedi r•ivela l'umanista, o diciamo pure l'educatore, con l'idea fissa di riformare i caratteri, attraverso la scuola. spartanamente intesa come collegio. Conforta il programma. con un'osservazione pittoresca di cruçele ironia : nelle regioni• meridionali la scuola. ha l'efficacia educativa che spetta nel ='Jord all'asprezza del clima e alle difficoltà quotidiane della vita; bisogna che l'Italia impari nel collegio la sua discipJ.ima. Orizzonti chiusi : nulla di moderno. Crediamo di sapere che l'educazione si svolge fuori della ·scuola; che la fibra dei popoli si forma nella lotta, nella libertà : Turiello c; oppone una fredda diffidenza pregiudiziale, un cinismo retrivo. Quest'uomo è fuori dallo spirito della Rivolumoue Francese e del Risorgimento e condall,ua come dottrinale tutto il secolo XIX colpevole <li aver favorita, migliorando le condizioni della plebe, la demagogia. e la. decadenza dei costumi (arte immo. rale, femminismo, vincoli famigliari di1n.iuuiti). Questi spunti, come la filosofia. autoritaria. che ne deriva, parrebbero di grande attua1ità e quasi anticipazioni di teorie facilmente riprese quarant'anni dopo come originali: senonchè rimanendo in siffatto terreno di analogie il ·nostro discorso sarebbe tuttavia. _generico. La psicologia. ci serba sorprese più seducenti. Bisogna vedere lo scrittore inteso ad esprimere un'esperienza tutta sua, vicina, regionale. Turiello napolitano, ma senza nulla di morbido; anzi piuttosto saraceno, tutto felice di accentuare un'antitesi che riesca una frustata per la razza degenere. Talvolta provincia.le, con la sicumera., il semplicismo, il gusto per lo ·schema proprio. del giurista; fiducia nelle leggi, disgusto per il popolo e per la sua pigrizia. Questo distacco del pedagogo dai selvaggi del borgo ua,tìo si Yenne facendo con gLii anni più acerbo ed esclusivo. Col realismo attenuato di un professore di storia vede il Sud travao-liato nei suoi vizi borbonici, senza possibilità di salvazione fuori c1i un regime che stia tra l'austriaco e il ·prussiano. Del Risorgimento tiene l'effetto: l'organismo statale che ha bisogno di essere rafforzato: l'esercito piemontese è ancora un ideale valido se si deve istituire un dispotismo illuminato. Meglio Cavour che Garibaldi: meglio gli eserciti nazionali che i volontari : il lealismo mo.uarchico aveva sperimentati troppi pericoli nell'avventura del '60. Turiello ha il senso dell'a,utor·ità come tutti i solitari, non il senso dell'azione. Vede il monarca:, 1-ivestito delle S1Ueattribuzioni, : austero e benign.o. La politica. .nasce da.!L'alto. Le manifestazioni di libertà sono disordine. La pratica borbonica gli suggeriS<"el'immagine dei custodi per definire !a funzione dei· governa..nti. La lotta politica ·,deveessere soppressa da.Ila amministrazione. Brigantaggio, camorra., mafia, bagarinaggio sono la. realtà osservata. dallo scrittore; realtà pre-liberale, segno di inq\lJÌetudiue e d'individualismo. La sola esperienza di lotta politica. nel sud è data dal c◊:ntrasto delle clientele. Le divisioni e le battaglie sono feroci intorno alle attribuzioni e alle rivendi·- cazioni di terre comunali. Mentre la plebe si abbandona al brigantaggio, la borghesàa, a.bile nel manovra.re gli strumenti offerti dalle istituzioni liberali, si trasforma. rap,idamente in oligarchia e si accaparra i vantago-i del governo di Destra come di quello di Sinistra. Il problema meridionale n= è dunque. nella povertà della terra o nell'ozio deo-li abitanti : è un problema di gover:no. "' Per :ilT. solo nell'Ital.ia settentrionale p()S. . sono avere importanza d.orn.iuante le jniziative individuali, invece nel Sud per lo spirito dei popoli i grandi risultati si conseguono con la prepotente autorità dello Stato e dei suoi rettori : la vita socia.le coincide con la legislazione. Questo palesemente è risolvere il problema negandolo: come se in tutti i temp,i l'auto-governo 11011fosse la migliore scuola dei popoli. L'individualismo e la libertà si guariscono con la libertà e l'individualismo. Invece 'fur'ello si adatta a considerare impropri al clima italiano i governi democratici. Vuole nn socialismo patriarcale, cbe abbia per caposa.ldi la scuola e l'esercito la burocrazia. e la beneficenza. Misura d~l regime la giusl izia non la lib~rlà : questa sostituzione ci dichiara. le intenzioni dispotiche e retrive. L'economia di Turiello, messo da parte il liberismo, ignora le esigenze del bilancio e del risparmio, dell'industria e del capitalismo;. e riduce il problema. mer.idiouale, in oma.gg10 al buon acc01·do e alla felicità dei cittadini, a un problema di opere pubbliche. Da ques.te premesse all'elogio franco e totale della burocrazia il cammino è puramente deduttivo. Qui si svelano gli istinti più franchi e quasi uno spirito di difesa di classe. I ceti sociali, a cui apparteneva. Turiello, portava.no alla nuova Italia doti di severità e di lealismo : borghe9Ìh borbonica che s'era battuta al Volturno nelle file di Garibaldi, per salvare il Sud dal dittatore e riguadagnarsi un re vero. Per la borghesia na.politana, cresciuta col senso dell'onore pubblico e pTivato, con un rispetto religioso per l'imp•iego, il Piemonte era il vagheggiato ideale prussiano : cttltb cieli'esercito e del pubblico ufficiale. Accettava l'unità come affermazione dell'ordine (fosse pure il carabiniere) contro il briga.ntagg.io del popolino che era diventato strumento e sistema di governo, ultimo ripiego contro le riforme. In queste condizioni di anarchia già si vedeva che la nuova classe dirigente si sarebbe venuto forma.udo parassitaria.mente, ìnsingaudo iii ribelli e combatte11do le tra.dizioni, facendo pagare ai conservatori le spese della demagogia. I ceti borghesi napolitani, che in Tnr.iello trova.no lo scrittore della loro disperazi◊;ne, chiedevano al Priemoute una, tirannide per difendersi contro avvocati. e tribuni che stavano eredita.udo dai cortigiani il dominio delle folle. Vige :in questi c◊:nservatori il concetto della carica pubbLi.::a.come onore; il disprezzo per le indennità: e gli stipendi. Alle pretese dei consigli comunali oppongono fiera.- me.nte che l'autorità viene dal re. Nel senatore onora,no'il sacerdote infallibile della grazia regale. La c1tltura umanistica., col gaglria.rdodisinteresse che la distingue, è ritenuta ancora una preparazione indispeu:sabile a.Ireggimento dei popoli. Alla licenza. dei costumi unico _rimedio pare il ritorno alla severità e alla concezione classica. della giustizia; la péiià. sia i' affermazione dello Stato; la pena, di morte si ristabilisca come seguo di forza, di autorità, di austerità. Da questa passione ci attenderemmo concem,oni più vive; idee più coraggiose. Invece scii ripetono le precauzioni del socialismo di ~tato tedesco, si cercano le nuove classi dfrige.nti nella selezione dei custodi : predomina il terrore del brigantaggio, la pa.ma. delle masse popolari. In luogo del decentra.mento, rigido controllo dell'amministrazione centrale sul ceto cleri' governanti loca.li, che hanno soverchia. autorità. Con argomentazione perfetta.mente dispotica, che ha avuto la meritata fortuna. presso il più rècente dei demagoghi, Tua·iello protesta. che il popolo non chiede e non desidera libertà, ma piuttosto protezione. Il decentra.mento istituzionale è ~'uveceperfettamente couse.ntaueo all'istinto del nostro popolo, dal quale è nato esemplarmente l'ordina.mento della chiesa, fondato più sulle divisioui istitnzion.a.li che suJJe,territoriali. Le full2!Ìbni specializzate richied~no organismi capaci. La scuola decade se affidata a comu,ui e provincie. La beneficenza retta da istituti locali diventa preda delle clientele : mentre sono i beneficiandi i migliori am.m:inistratori delle opere p~e costituite in. istituzione organica dal voto degli interessati. Rimedio agli abusi rorà lai gii1,Sti,z·iaamministrativa so-tto le due forme di gmd,ic·i in.- dipendenti dal fiutto elet.torale e di conf.roll-i preventivi delle ingiiistizie ammi,vistrative ed etetlorali. Come trovare questi giudici ~ndipendenti? Con onesta logica di classe Tu11iello li vede nei giovani lanreati in legge, scelti cla, un consiglio di seua.tm0i, jYOSti al nobile e gratuito. ufficio di contrastare i sopra.fattori locali ! Le rigorose ana.l.isi clell'oss,ervato1·epessim:i:sta sono add11ittua·a dimentica.te pèr le consolazioni dei sogui del letterato. Dei Parlamento si constata la decadenza : lai possibilità di da.re un solen,ne giura.mento senza credervi, l'ostruzionismo, il dispi'ezw del be.ne pubblritcoper il bene degli elettori, l'inguaribi!e antimilitarismo sono i mala.uni e il disdoro della nazione. I governi costituzionali si devono liberare da.I pa.rla.mentarismo, le prerogative sovrane si riprenderanno con vantaggio del popolo. Il reazionario guarda persino senza sospc.-tto!',;potesi di un parlamento cli competenti. Pur che nuove e legittime gerarchie succedano alla. insopportabile democrazia. dell'autogoverno. .l?e11sandoal risentimento e alle delusion; dell'orgoglio mancato in chi voleva essere ad ogni costo cittadino di una grande nazione, noi ci spieghiamo questa polemica. inumana contro il secolo xvIII e xrx. Freme nei documenti, che abbiamo considera.ti l'indomabile febbre patriottica. del professore di storia. Solo un letterato poteva ammirare cc,sì smo, <latamente nell'abate Vincenm Gioberti il maggiore politico di Europa! L'esasperazione, e la cieca fiducia., unite a.I pessimismo, gli suggerirono profeticamente (quarant'anni prima!) i congegni e le ideologie del perfetto regime paterno degli italiar ni. Giustizia contro libertà, rappresentanza degli iuteress.i, partito unico ossia nessun partito politico, militarismo e imperialismo in programma, Chiesa cattolica. corona allo stato imperiale. Con questi risulta.ti si concorda bene il metodo di lascia.re da parte l'economia. per pensar solo al carattere e alla scuola. spartana. Anche il presidente Mussolini giudica. così e ha scoperto che la moderna. scuola s1:>artanaè il circuito di Monza. Ma Turiello, innocente cafone umanista, serbava. un altro stile e un'altra. serietà. Possedeva del suo paese una conoscenza meno diletta,11tesca.,'più accorata. Credette di avere trovato il suo uomo in Crispi : s(inebbriò di imprese coloniali, rivide Roma in Africa, la terza Ita1ia. eroica e guerresca. con Barattieri per Scipione. Era uno sport accademico ma con il cuore di Catone, con un tragico fondo di eroico, con la.co,nvinzione dolorosa che gli Italiani dovessero ancora soffrire per torna.re Romani ! Seppellendo i programmi Adna. salva la passione, e noi possiamo contemplare l'austerità del suo pessimismo cordialmente, ~ome un modello.· p. g. PIERO60BETTI - Editore TORll'IO - Uia XX Sel!embre, 60 ENRICO PEA ~OSA DI SI_ON, Dramma L,4 }'rimi giudizi della stampa: o: Rosa di Sion)) segnerà u.na tappa 1ne1norabile nella storia del tea.tra antiteatrale (F. M. Bongioanni, Giornale della Sera, Napoli, 24 agosto). Qualche cosa dello H ebbel gùn;anile to-rna in- -volontarimnen.te alfa. -rnenior;a .. (S. Benco, Il Piccolo, Trieste, i agosto). Un dra•m:nia di a1t.tentica poesia in, cui la dra1nma ticità. più in tensa si alterna con, lJidillio riposa.nte. (Roma, Il Mondo, r7 luglio). T01't1t.0saespressione di un inti1no dram.nw. (Le sci·1n·noiee lo Specchio, Roma, sett.). Natwra. fra11V1nentaria fJ torm.entata, che i proble·,ni della. ra,zza e deUa religione inquietano, ·iL Pea aspfra, ad es,pri11iere un d.enso con.tenu.to li• rico e dra:n1mz.atico,ri'lLscendo1Ji però solo ad in,• ter-val/Ji. (A. Cajumi, La Stampa, To,~no, 30 luglio). E altri articoli dell '0 ra e del Pi.ecolo di Paler. mo, del Nuo-;;o Giornale di Piacenza, della Ri. "J·ìsta di MillJJnO, ecc. L'AZIONE FONDATA DA ORAZIO RAIMONDO Anno V , 1923 SETTIMANALE DI POLITICA, SOCIOLOGIA, LETTERATURA DIRETTORE GUGLIELMO QUADROTTA Abbona,mento annuo Jta.lia L.. 15 Estero L. 30 A bbo,unnen.to cunz.ulati1Jo con, l1 opera di GABRIELE D'ANNUNZIO PER L'ITALIA DEGLI ITALIANI (in venclita a Lire 20) - Lire 25 DIREZIONE E AM:iVIINISTRAZIONE ROMA (9) - Via Fontanella rii Borghese, 56-E (Telefono46-69) Libreria Antica e Moderna :: UMBERTO SABA :: ToIF.ST!l ... Via s. Nicolò, 30 ... TRIES Gli studiosi e gla amato1-i che desiderano ricevere i miei cataloghi d'antiquariato sono pregat~ di inviarmi il loro indirizzo 111 ESPE~IENZA. Il!BEijJU1E Il giornalista dell' "Idea Nazionale,, ossia la bisbefiea domala ... Questa che Mussolini fa è, nella procedura e nella sostan,.a, politica. vermente pacifica, anche se non sia pacifista, anzi appunto perchè non padfista >. , ... quanto al!' Inghilterra, cbe si crede più particolarmente rcspon;;abile della pace mediterranea., deve persuadersi che di questa pace, per quanto la riguarda, l'Italia, grande poten. 1...a. mediterranea, vuoJe, essere rHrettamc.--nte tutelatrice e garante,. (R. F. Davanzati, Resto del Carlino 8 settembreJ. Salvemini e Bissolati !crono troppo miti perchè potessero loro sorridere, nella mente profetica, immaginazioni e vendette cosi allegre e crudeli! );eppure al conte Sfor,.,a, non inesperto di ambigue dimentican,.e e di loquaci rinunce, accadde di penS<ire,con cinica ironia, a Benito M1Lsso!ini,come ali' ese<:11torel ale del trattato di Rapallo. Ma la conversioneal pacifismoche si accc"llna, in timide reticenze, dei nazionalisti piu protervi, non ci commuoverà più che un ritorno alla logica, o un richiamo alle vere premesse ideali. Il nazionalismo italiano è condannato ;< essere pacifista per la sua stessa ~atura. di partito conservatore dei propri privilegi e di situazioni parassitarie. Le sue attitudini a.lJacondotta de]. le guerre hanno bisogno di coincidere con gli interessi della plut~razia e con l'enfasi delJe romane tradizioni. Se in qnesto caso il parlare di sacro egoismo velava un'astuzia machiavel• lica, si ostentava la forza ed il cinismo per na, scondere la debolezzae le miserie. Un realismo che si professi e si teorizzi vale nna diplomazia che prenda sul serio Pnlcineila. Qui inVero dottrina e programmi sono espedienti di questura, alleati dei carabinieri, difensori di un mito di ordine : il discorrere di patriottismo è nna risorsa della classi, dirigente per continuare a imporre la sua presenza evitando le discussioni : poichè si identifica amabilmente la patria con l'ordine -costituito. Il sedicente imperialismo dei c-eti nazionalisti ora dominanti in Italia è nient'altro che ,un facile spirito di avventura. Trattasi di classi giovani, cresciute allo sbaraglio, che non possono perdere ciò che non posseggono. l\fanrando le tradizioni severe l'audacia sostituisce la costanza.. Facili furono sempre i costumi dei pirati. Senonchè immaginateYi il pirata parvenu.; l'antica inquietudine diventerà stanchezza, il ricordo delle peregrinazioni suggerirà Pamcre del quieto ~h·ere; Capua conquista più facilmente il cartaginese. - 'el ·guerriero spensierafo e impulsi~o sopravverrano più facilmente i languori della femminetta, che il rude cinismo del conquistatore. Appena avrete dato un oosto ai retori della più grande Italia li vedrete· intenti a custodirlo e ad evitare gli imprevisti : la tragedia è finita: la bisbetica è domata. Solo le grandi democrazie banno spirito militare moderno; abitud~i a perseguire disperatamente un. fine progressh-o; capacità di sacrificiò. L'utilitarismo democratico ha un ,alore di solidarietà ; non corrisponde alla grettezza conservatrice di interessi oligarchici. I proleta• riati delle nazioni civili intendono la necessità disinteressata della guer.ra. I nazionalisti nostrani accarezza.no ancora I 'illusione delle milizie volontarie, pur così definitivamente giudicate da l\fachiavelli, e ,·agheggiano le avventure come divertimento dai pericoli della lotta politica intensa. E' chiaro che ie guerre fatte sul serio recano danno ai governi provvisori pel fatto stesso che li rimettono in di. scussione: e d1altra parte per tenere a segno gli avversari basta lo spauracchio della guerra e la commedia.dell' imperialismo giuocata con truce volto. In occasionedell'incidente greco una prova del nostro discorso si presentò esemplare. Titoli dei giornali semi-ufficiosi su sei colonne : « Dopo la marcia fascista su Roma, marcia fascista del1'Italia nel mondo> ; « Occupazione di Corfù terra veneziana»; «-Il commercio imperiale dell'Italia fascista>. Fiorì la letteratura ironica sui poveri greci e i più arditi non rispanniarono la perfida Inghilterra. Si trattava della più ele1nentare questione di dignità umana che trovaYa tutti gli animi concordi: e si volle parlare di prestigio e di forz.a. !V!a il terribile linguaggio di Mussolini poi nascondeva più candidi prop0siti e, a parte l'ingenuità di tornare a discutere la Lega delle Nazioni, voleva ad ogni costo riuscire· a soluzioni con.ciliative. Il regime è inguaribilmente pacifista, e appena conserva.il gusto delle coreografie pittoresche e av\·entu.rose. Intanto con vari strattage1n1ni si vince la monotonia. Dopo l'incidente greco, la catastrofe giapponese, il circuito di :Monza, il solito discorso di Mussolini al s110buon popolo parrà una sorpresa. Come YOrrestc avventurieri più savi e discreti, d?Cili e previdenti? :\NTIGUELI 10.

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