La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 27 - 18 settembre 1923

b 1l2 LADINAMITE ELATOLLERANZA Si fa esplodere la dinamite col fulminato di mercurio. Non conta nulla, per lei, che l'esplosione avYenga in una miniera o in una chiesa. Accesa la miccia scoppia l'esplosivo, senza badare al luogo e all'effetto dello scoppio. Questo per dire che la dinamite è ineducata. Se la dinamite possedesse un 'intelligenza matura non reagirebbe nello stesso cieco modo ogni qual volta fosse sotto l'influsso d'un certo stimolo, non curandosi se l'occasione giusti.fica o no quella data reazione. La reazione uso dinamite è la misura d'un'educazioue deficiente. La madre mal edu. cata reagisce alla cattiveria del bimbo punendola ugualmente, dipenda essa dal carattere o dalle \·egetazioni adenoidi. L'uomo politico mal educato seguita ad a'dattare agli eventi gli schemi banali del suo partito, quand'anche qualche imprevisto cataclisma li abbia ridotti all'assurdo. La gente mal educata, insomma, non viene a notare quei particolari che distinguono le cose simili, e da una qualche loro apparenza o finalità comune inferisce che siano identiche e le tratta •allo stesso modo; quindi questa gente pratica la condotta del pollice Yerso, automaticamente, non appena vedono un qualunque segno che li induca a esprimere la loro opinione. Tale manca.nz.a d'educazione prevale in quistioni doYe c'entra il sentimento - come sarebbe I'amore e la religione; i problemi del sentimento, di fatti, hanno radice in antichi i~tinti e le reazioni istintive sono spcc-i:fichedegli ineducati e dei non critici. Pure chiunque viYe in società si proYa di regolare anche i sentimenti dominanti; e persino il più ingenuo impara, nè ogni sguardo ispirato è segno d'un puro cuore. Ora anche il patriottismo è un sentimento radicato e fondamentale, nè si può lasciarlo senza rischio in balla delle r~ioni elementari. Perciò le persone pensanti assistono preoccupate alle ingenue orde patriottarde. In questo campo si sta incoraggiando una specie di licenza sentimentale che in altri si considererebbe pazzesca. Ponete che uno, col pretesto che l'amore è cosa essenziale e sacra, predicasse. all'intera nazione che ogni atto e impulso relativo all'amore è giustificabile e da approYarsi, e sta sopra a qualunque giudizio e non può esser soggetto a critiche; e il medesimo accadesse colla :religione; dubito che tale campagna la si stimerebbe sanamente educatiYa. Ma se si tratta di patriottismo si applaude a que' stessi atti condannati in altri casi; si toUerano i suoi libertini e i suoi bigotti. Il patriottismo ineducato è pronto a farsi servo irresponsabile del primo che lo adopera accortamente per una causa qual si sia; pure, ali ingrosso ,afferma una tenden2.2 sua propria e la segue. Poichè è privo di norme concrete e critiche, come massa fluttuante di sentimenti passionali e combattivi, si connette di solito con le preferenze comuni, e cosi doYenta per il volgo strumento delle sue passioni, arnese dell 'intolleranza e del provincialismo. Altri fatti concor- . rono a questa sua funzione consen-atrice; tra i quali l'egoismo. La presunzione, che le regole del buon costume vietano di mostrare, si crea delle sodislazioni indirette; l'adulazione che nessuno può far mostra di gradire, tutti la accettano quando è collettiva, quando è rivolta a quel corpo di cui sono membri, e la gustano sepza pudore. In un certo senso, dunque, il patriottismo t caro all'egoismo; e lo stesso errore ottico che impedisce a un prosuntuoso di migliorarsi persuade una nazione di ineducati a fissarsi nella forma più conservatrice. La propaganda patriottica promuo,·e dunque la prosunzione, il pro,incialismo <: l'intolk.-ranza, produce uno stato di mente cli appassionata sodisfazione per il quale ogni cosa naxionale ha un'uguale perfezione <: importanza; col trionfo del corrente ideale <le! Jilisteismo patriottico, c'è da temere i! trionfo delle prinçipali for7.,e anti-<:ducative, degli oscuri egoismi e delle bigotte ripugnanze di fronte alle cose non sperimentate. A chi identifica. il patriottismo col provincialismo queste stesse parole sembran di certo eretiche. * ** Xon ho detto ancora in che c011siste l'educazione idcale che ha servito da criterio per condannare la manla patriottica come anti-educativa; il lettore perspi=e avrà bell'e capito che per educazione s'intende quel processo che permette a ognuno cli dissentire dall'opinione convenzionale e di formasene una propria secondo la pk-ga il peso dei fafti; d'esse-re un indi viduo. 1Jn'educazione di ques!D genere si compie e è fattiva solo 1à do\·e s'incoraggiano j giovani a porre problemi e a discuterli e si permette che s'avvicinino alle quistioni dibattute da tutti i lati ,cosl che og-nuno possa non solo farsene un'idea ma con l'esame critico dei dati sviluppare la capacità clella sua visione indipendente. Qui si pene necessariamente una domanda. Come mai proprio quelli che asseriscono la loro fede nella libertà dell'intelletto promuovono JJOi le manifestazioni del patriottismo intollerante? Si risponde che la gente alla tolleran,.a non ci crede mai per davvero. Che la tolleram.a non abbia senso finchè non sia tolleranza verso le cose più sgradernli e al.ltipatiche 1 questa nou, LA RIVOLUZIONE LIBERALE è un'idea che entri nel patrimonio ideale attirn dell'uomo medio. Dico nel patrimonio « attivo » poichè in via teoretica si conosceranno facilmente tutti i corollarii della tolleranza; ma nei casi concreti il naturale impulso a combattere violentemente il male la impecli,·à. Di fatti l'accogliere logicamente un dato p1incipio importa poco dove si tratta di quistioni che provocano reazioni sentimenta"li. Le forze congiurate contro la tolleranza son ·troppo tremende : il costume e la paura, l'odio del diverso e l'egoismo che ci fa santi tutti i nostri moti. Una vera fede nel pensiero implica che sian soggiogati questi giganti; e non può essere quindi, mero prodotto di comprensione intellettuale, ma. dev'esse1·e un trionfo ùi auto-disciplina. Ogni opinione, in vero, non è solo convinzione dell'intelletto, ma abito del pensiero; che non si modifica e non si acquista per la forza delle argomentazioni. 11 combattimento per la tolleranza ha qualche cosa di gigantesco, e dev'esser cominciato di nuovo nell'anima di ogni nato a questo mondo; chè" tutti sono nati iutolleranti. Per padroneggiare quest'istinto ci vuol molto lavoro, quel lavoro di critica che l'intolleranza depreca. * * * Ma in che modo, allora, si deve insinuare il patriottismo? La risposta è semplice: in nessun nÌodo. 11 patriottismo per I 'individuo normale è un fatto inevitabile come la digestione e il sonno; è come l'amore alla famiglia: o non c'è bisogno d'insegnarlo o insegnarlo non si può ; le famiglie che cercano d'insegnare l'amor :filiale non riescono a nulla; lo stesso avviene per la patria. Fate che dia una più generosa vita ai suoi figli e non ci sarà più bisogno d'insegnare il suo amore. L'amore al paese, in ogni modo, non è misura del servizio che gli si fa. Molti che morirebbero per la patria voteranno senza coscienz.a.; e proprio l'intensità del fervore patriottico può fare d'un uomo un inutile e arrabbiato conservatore nel mezzo delle crisi che domandano tutta la libera adattabilità del pensiero. Se non c'è, dunque, il bisogno di rialzare il patriottismo, c'è un gran bisogno di1 dirigerlo; e ciò si ottiene con un'educazione liberale e critica. Un'educazione provinciale al servizio d'un patriottismo intollerante produrrà dei patriotti locali al cento per cento come i Pelli Rosse o i Cinesi meclieYali; ma non dei buoni cittadini. Quindi proprio in vista del patriottismo io mi oppongo nel mio paese alla campagna di , Americanizzazione 11; quel che l'America chiede non sono sbandieramenti maggiori, ma più tolleranza e più sapere. F.B. K<YE. della .7\lorthwesten, Uni-versity. PROBLEMI PRflTICl Le allo ore o della libertà Queste considerazioni del nostro Di Staso ·-val-- gono eccellentemente per gfadicare La questione delle otto ore dal punto di -vista econo1nico. Per 11alutarne L'aspetto politico con-verrebbe tenere altro discorso. Gli uomini non sono fatti tutti a un modo e non tutti i lavori esigono il medesimo sforzo e consumo di energia. Le otto ore del minatore o del tipografo non sono le otto ore dell'operaio dei campi, il quale presta la sua opera all'aria aperta e può concedersi qualche minuto di riposo tra un vangata e l 'a1tra. ~on solo; ma mentre fl minatore ha più di duecentocinquanta giornate lavorative all'anno e cosi il tipografo, ]'operaio dei campi ne ha si e no duecento; e mentre il minatore e il tipografo possono lavorare sempre Io stesso numero cli ore in tutte Je stagioni dcli 'anno, }'operaio dei campi, d'inverno, non può lavorare che cinque o sei ore, quando non piove. Ci sembra giusto cbc l'operaio dei campi abbia modo cli guadagnare nell'estate ciò che, per la hrevità delle ote di sole e la freque11za delle pioggit, ha perduto nell'inverno. In campagna vi s0110 poi assai più giorni festivi che in città e nei paesi e zone industriali. Passando in altro campo, vi sono dei ferrovieri che potrebbero lavorare sedie-i ore aJ giorno sen:1..asoffrfrc nulla, come i cantonieri; e ,•e ne sono cli quclJi che, come i macchinisti, lavorando otto ore laYorano già troppo. D'altronde, in quanti posti, in Jtalia, si 1avora, in media, più di otto ore al giorno? Nel '.'vfc-tzogiorno, gli operai dei campi, d'estate, a causa del caldo, è molto difficile che lavorino più di quattro o cinque ore. Potrebhero riprendere il larnro verso le quattro o le cinque del pomeriggio, ma ciò non ~ sempre pos.~ibil<: ]X-r la distanza delle campagne dall'al\itazione degli operai, che virnno agglomerali in paesi di quaranta o cinquanta mila anime. E conosciamo alcune aziende statali come quelle cieli<: saline e elci tahacchi ove gli operai da tempo immc:morahilc lavorano sette ore al giorno. Cli u<,mini non sono fatti tutti a un modo e -non tutti i lavori bigono lo stesso sforzo e consumo di energia. Ciò che più conta: vi sono degli indiddui che hanno una capacità cli lavoro IO e cli quelli che .ne J1anno una 5: pc·rchi: impedire ai primi di mettere a profitto la propria forza e resistenza? Un indi,·iduo nato per fare l'atleta soffrirà a stare più di otto ore al tavolino; ma chi è nato per stai-e a tavolino vi potrà rimanere anche dieci : lasciate che costui arricchisca. Vi sono poi iu Italia molti operai, come fabbri_, falegnami, calzo1ai, i quali usano, lasciando la bottega o l'officina, lavorare per proprio conto. Sarebbe impossibile impedire a costoro di continuare a lavorare per proprio conto. E allora, con J 'obbligatorietà delle otto ore, non si creerebbe un'ingiustizia a danno di quelli che non hanno modo di continuare a lavorare per proprio conto? Percbè non permettere a costoro di lavorare nell'officina o a bottega quell'ora ò due in più che gli albi fanno a casa per prop,io conto? E vi sono molte zone, in Italia, ove gli operai dei campi possiedono un pezzo cli terra che lavorano dopo aver terminQ.toil lavoro nella terra altrui. Costoro sarebbero i privilegiati in confronto cli quelli che non possiedono un pezzo di terra e che non potrebbero più, con la legge delle otto ore, laYorare nna o due ore di più aila dipendenza d'altri per guadagnare qualche cosa di più. Queste benedette leggi sociali non servono dunque ad altro che a dann.eggiare quelli stessi che si vorrebbe _proteggere, a trasformare il mondo in un 'im1i1ensa caserma, a c01nplicare maledettamente le cose, a fai· degli iudividui tanti numeri a togliere loro quella libertà nella quale principalmente è la possibilità di creare la ricchezza. La ricchezza si forma, nella maggior parte dei c:asi, col lavoro o con le privazioni, e la ricchezza de.i singoli vuol dire la ricchezza di tutti come la po,·ertà dei singoli ,-uol dire la povertà di tutti. E bisogna ricordare che spesso è necessario, nel- ! 'interesse della produzione e della collettività, che degli individui restino magari inoperosi dieci gio111i cli seguito purchè lavorino in certi dati periodi Yenti ore di seguito. ARCAO'GEL0 DI STASO. La pop_olazionein Sicilia li problema agricolo della Sicilia sta più nella distribuzione della popolazione, che nella distribuzione della terra. Tutta la popolazione della Sicilia (circa 26.000 Kmq. di superficie) è raggruppata in soli 364 comuni, mentre la sola provincia di Como, in Lombardia, (meno di 3000 Kmq. di superficie) ne ha 5n, quasi il 50 per cento in più. E se a questo si aggillllge che mentre le regioni agricole dell'Italia settentrionale e centrale hanno una popolazione sparsa per ]a campagna che si aggira sempre intorno al 50 per cento della totale e la popolazione sparsa della Sicilia#non raggiunge che l'1r,1 per cento della totale, si avrà subito un 'idea della graYità del problema. Non si può fare sul serio dell'agricoltura colla caw..pagna dei5erta, quando il con# tadino per arrivare sul campo di lavoro deve 1 percorrere giornalmente ore ed ore di strada, spendendo inutih~ente il meglio delle stte energie. In un can1po cosi lontano, privo di riparo, non si possono condurre le donne e i ragazzi, di modo che tutti i lavori gravano sul solo capo di famiglia. Non si possono sviluppare tutte quelle piccole industrie a Latere dell'agricoltura, che rappresentano delle ottime risorse per le famiglie dei contadini di altre regioni d'Italia. L'al- !eYamento del bestiame non può farsi che a brado e non più co1ne un'industria intimamente legata all'agricoltura, ma quasi come wi'industrìa a sè, che con }'agricoltura non abbia altro c1i comm1c che i pascoli. Col bestiame alleYato a brado, i concimi si disperdono, i pochi che si riesce a mettere insieme sono mal consen·ati e gravati per giunta di un prezzo di trasporto superiore al valore del concime stesso. E lo sdluppo della malavita rurale, cosl preoccupante in questo momento, non è forse i] frutto dello spopolamento delle campagne siciliane? Se le campagne dell'isola fossero abitate, si potrebbero portar via in una notte fino a cento capi di bestiame senza lasciar tracce? GIOVANNI èl10RS0. CONSCIENTIA GIORNALE DEL f(INNOVAJIIENTO SPIT(HUALE ITALIANO Anno Il a 1923 -+- Semestrale L. 8 - Estero L. 30 Abbonamento: Annuo L. 14 DlRCZIONA AMì\lINISTRAZJONE ]'!AZZA JN LUCINA, 35 - ROMA l.dBRERlfl Per aiutare l'acquisto e la vendita di libri incominciamo questo 11110\·o servizio ai nostri lettori. OPERE IN VENDITA Si annunciano solo i libri che ci saranno mandati in deposito con i francobolli necessa.ii per spedirli all'eventuale acquirente o rispedirli al proprietario se nessuno li richiederà dopo il secondo annuncio. Eccezionalmente, trattandosi cli oper~ molto voluminose acconsentiremo ad annunziarle anche se il proprietario le terrà presso di sè a nostra disposizione, mandandoci perir sotto la sua responsabilità, tutte le indicazioni riguardanti lo stato di conservazione e 2 lireper l'annunzio. Il venditore indica, mandando il libro, il prezzo minimo desiderato che noi pubblicheremo aumentato della percentuale a noi spettante per le spese. Il libro si spedisce al primo che ne fa richiesta con cartolina vaglia o altra forma di pagamento. Sarà opportuno chel'acquirente indichi altre opere, tra quelle annunciate che egli accetterebbe se la prima desiderata fosse già veuduta. I libri viaggia110 a rischio del commitente che dovrà aggiungere L. 0,50 se desidera la spedizione raccomandata. Blok: Canti bolscevichi L. 4 - O. Wild: Aforis,ni e paradossi, ed. Taddei L. 3 -- I-Ieine :Il m.are del Nord, Yersione ritmica L. 3H. Ewers : I! Ra.ccapriccio (novella - nuovo) L. 6 - . per L. 4 - C BonaYia: I ser,;i (nuoYoj L. 5 per L. 2 - M. Serao: Preghiere, L. 7,50 . per L. 2,50 G. De Montemayor: Storia ·del diritto naturale . . L. 6 - O. Nigro: Ju.s prim,ae noctis, poema tragico, L. 7,75 . per L. 4 - G. Dainelli: Passeggfate geografiche (nuovo) L. 16,50 . per L. IO - Ghino Celalfa: Educa te stesso (nuovo) L. 12 . per L. 6 - Sedici ope,·e di Degas, • La Voce, (nuovo) L. 5U. Ricci: La politica econonvica del Ministero Nitti (nuovo) L. 1,50 . per L. r - Settimelli: Marinetti, L. 4 . .per L. 2 - A Lmanacco Italiano Bemporad r922 L. 5,So . per L. z - Almanacco d.e/ia Donna Italiana, L. 4,50 per L. 2 - F. T. Mari netti : Gli In.domabili, L. 6 per L. 4 - G. Verga: Eva (Bemporo.d) L. 7 . per L. 5 - Perondino: O donne tu,tte, L. 3150 per L. 2r,so F. Cosentini: Wilson, L. 2,50 . per L W. E. Dowding: The tar·ifj refonn mirage (p. 350 - quasi nuovo) . L. . 'elson Morpurgo: IL fiwco delle pira1nidi (nuovo) L. 5 . per L. F. Canginllo: Poesia pentagrammata (nuovo) L. s· . per L. F. Cangiullo: Caffè concerto (nuovo) L. 4 . per L . A i111.anaccoRep1tbblicano r922, L. 6 per L. Agostino Lanzillo: La disfatta del so5cialismo R. LtL""(embourg: La rivolu,iion.e russa Redanò: L'idea dello spirito di S. Paolo G. Costa: Storia e ci-.,iltà . ?\lomigHano: Il mess{l)ggio d-i GiusepL. 4L. 2pe Jlaooini B1/ycl!'llis, .\nnata 1922 OPERE DESIDERATE. L. 3L. 4L. 3L. 12La tassa di inserzione (1 annuncio) per ogni opera desiderata è di L. 1. Le richieste, per nostra norma, de,·ouo essere accompagnate da.li 'indicazione del prezzo massimo che l'acquirente è disposto a pagare : le offerte (indirizzate sempre a noi) dall'indicazione del prezzo di vendita. Tanto le offerte quanto le richieste sono nei nostri riguardi impegnative per chi le fa. La Voce, 1909-r916, annate complete o anche numeri sciolti. Leonardo, numeri sciolti. G. Salvernini: Magnati e popolani. C. Prczzolini: Cattolicismo rosso, e opere pre• cedenti al 1\)08. TreYisonno: Le fcrro1Jie a·i fcrro7Jieri. Zola: Giustizia. Verità (Sten). Voluttà della -vita. La bestia m11ana (Salani). O.G.E.D. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino Pnmo GonETTI - Direttore-responsabile L'ITALIA CHE SCRIVE R.I.SSEONA PElt COLORO {,11E LEG-00!\·o ~- St:rrLP.MF.XTO)l(;~f-)11,V.ATUTTII l'EIU lHCI A. F. F'OllMIGGINI ~:t:l)l'fOl:tE IN ROMA 2. LA JUVISTA UIUJ,IO(aUfJCA ITALIANA t'IÙ \11\A.CI-:E t'IÙ lHl,FUSA .I.CUONH!t\TO L. 12.50 - Y.STl:KO L. 15,00 - SAGGIO A HICIIIFJ;TA DELLO S'rESSO EDITORE: PROFILI - CLASSICI DEL mDERE

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