La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 14 - 15 maggio 1923

bi LA RIVOLUZ101'.E LIBERALE I CONSERVATOCROINTRLOATIRANNIDE La dittatura ... ho sentilo stisurrarmi all'orecchio un altro specifico : " Non c'è che un colpo di Stata, il quale abolisca lo S latiito e irisedii la dillatura, che può salvare l'Italia dalle terribili dislrelle in wi si trova». Avrò io bisogno di di!fondermi mollo per confutare ima simile bestemmia? Ma come'? Sia pure che l'indipendenza dallo straniero e l'imità nazionale f assero i11se stesse anche un fine. Ma non dovea110esse in pari tempo e anzi prinripalinente essere un mezzo? im mezzo per il quale le facoltà individuali dei singoli componenti la nazione, non più inceppati dalla schiavitù e da artificiali ritegni, avessero a meglio svolgersi e a sollevarsi a nobili scopi? Ed ora che la schiai•itù e • gli artifi.ciali ritegni sono scornparsi, e che la nuova era si è aperta per ogni specie di progresso individuale e collettivo, per prima cosa si dovrebbe sovrapporle uno spegnitoio'? L'indipendenza e l'iinità nazionale non possono giustifi.carsi in faccia alla storia ed al mondo civil.e, se non coll'uso che di qiiesti va11taggi si sa fare. Se gli Italiani non riescono a farne buon uso allora avranno ragione coloro che li proclamarono inetti a governarsi da sè, a costituire inia Stato moderno. Il rimedio del ritorno al dispotismo ·non è Hn rimedio da medico, bensì da ·maniscalco di campagna, il q1wle non sa far altro che recidere il membro amma- ·lato, perchè ignora l'arte di giiarirlo conservandolo intatto. Gli Italiani amano un governo forte, è vero, ma sono aborrenti dal dispotismo. E infatti tiitte le cose grandi nel nostro paese furono create dalla libertà; e· il dispotismo invece o spense o avvilì le migliori doti naturali della nazione. STEFANO JACINI Pensieri sulla politica italiana - p. 79-80-'- Per la libertà Il pericolo vero, grande, che minaccia in avvenire il nostro paese, non è per la nazionalità, non per l'unità: è per la libertà, e non tanto per la libertà politica come per quella dello spirito, per la libertà di cosc:ienza, di pensiero, e di parola, per la ricerca scientifi.ca ed 1:! progresso intellettuale. da , La Rassegna settimanale » di-relta da S. Souniuo e da L. Francbetti. (1878, vol. I - p. 2). Noi non crediamo che si abbia il diritto di imputare ad wn Partito il delitto di uno o di parecchi fanatici; siamo del parere che il partito socialista abbia gli stessi diritti di ogni altro partito. , La· Rassegna settimanale». (1878 - P·. 448). Ogni cittadino deve avere il diritto di discutere la famiglia e la proprietà del Pari che la Divinità e l'i1nmortalità dell'ànima, e se gli si vieta di farlo pubblicamente, lo farà con maggior pericolo sociale in segreto. , La Rassegna setbmanale •· (1878 - .P· 447). La legge Buone, men biione, imperfette, pognamo ancora difettose e cattive, noi abbiamo leggi, e con le leggi regolamenti, che più o meno s'informano allo spirito delli Pri1icipi cardinali scritti nello S tatiito. Per ora noi tittti ci contenteremmo, e credo di gran citare, che si governasse e si amministrasse rimanendo di proposito, di biion conto, religiosamente nei termini letterali delle disposizioni legalmente sancite. Non mi pare poi troppo domandare. Ma non arbitri, non sopriisi, non prepotenze, non violenzf e non infi.ngimenti, non ipocrisie, non imposture, non barattamenti, i quali più che odio ancora inducono disprezzo. Che il Gover-no esegi,isse e facesse eseo-uire la legge scritta ad litteram; ed in ~o-ni ordine della cittadinanza si re- "" slituirebbe la fiducia e si suscilerebbe il desiderio della vita pubblica e si promo- ·uerebbe il miglioramento e il perfezionamento degli ordini dello Stato. Quando iin citladino sarà moralmente sicuro di non essere esposto ad wn arresto arbitrario, perchè un Prefetto, un Questore, un ... Ufficiale subalterno della Swola di Orvieto, punto dal solito assillo, farnetica di congiure, di macchinazioni, di bombe, di pugnali, di rossi e di neri, d'internazionali, di comunardi; qiiando Ministri costituzionali faranno davvero ragione alla prerogaliva e alla dignità delli dite rami del Parlamento e al decoro eziandio dei Sommi Magistrati - cui anca di recente qualcimo grossamente borioso ostentava passare sotto gamba; - qiiando un sequestro di giornale sarà indilatamente segiiito dal processo e giudizio pe.r reato di stampa, in omaggio alla giiistizia ed al rispetto della proprietà privata; ecc.; allora soltanto mi sembrerebbe aperto if campo per drizzare il pensiero alle riforme delle leggi e degli ordinamenti. LUIGI Zrnr. Dei criteri e dei modi di governo nel regno d'Italia. Lettere e note. - Bologna, Zanicbelli, (18786 - pp. 169-171). Sistema rappresentativo Il sistema rappresentativo mira a 1·endere la Camera elettiva lo specchio fedele delle forze sociali di ogni genere esistenti nel paese, onde allo stato vero delie cose corrisponda per quanto possibile l'ordinamento legale di esse ed il progressivo lavoro legislativo e di governo coincidano, per così dire, anno per anno con lo svolgimento natiirale degli. organismi e delle forze che vivono nello Stata e ne costituiscono gli elementi 11itali. La teoria deli'elezione dei più capaci, fatta dai più capaci, non ha nessu-0 na base siil fatto, e quando si volesse por.tare alle site ultime consegit-enze, porterebbe all'autocrazia o ad ima forma qiialunque di teocrazia. « La Rassegna settimanale,. (1879 - p. IDI). Là proporzionale La proporzionale rappresenta.nza di t_iittigli elettori è così intimamente connessa con la natura stessa del sistema rappresentativo, che ormai non ha più bisogno di essere difesa. "La Rassegna settimanale,. (1878 - p. 222). Liberià di sciopero Ripugna alla libertà della quale siamo così facili vantatori che di tratto in tratto si chiamino dinanzi al magistrato gli operai per dar conto dello sciopero, che è un effetto necessario della libertà economica odierna. Intendiamoci bene; gli scioperi sono spesso delusioni; non sempre gli operai che li promuovono. sono nel vero; spesso depauperano il capitale e non arricchiscono il lavoro. Però tal volta quando la tendenza delle mercedi è al rialzo e i padroni si rifi.utano a riconoscerlo, o qiiando essendo al ribasso i padroni lo vogliono affrettare ancora più, lo sciopero è l'ultima ratio, che può riescire. « La Rassegna s·ettimanale ». ( 1880, \'Ol. 6° - pp. 17-18). L'operaio nella fabbrica Fu bene dichiarare l'obbligo dell'istruzione elementare e sàrebbe meglio provvedere aff·inchè quell'obbligo non rimanga unà vana parola; ma per carità non dichiariamo anche l'obbligo dell'insegnamento industriale. Non molte e biione scuole, segnatamente di disegno, posson far rifiorire le nostre indiistrie artistiche: troppe scuole d'arti e mestieri rimarrebbero deserte, o ingombrerebbero il paese di gente disoccupata e malcontenta. La scuola piiò preparare i direttori e agevolare la creazione di biioni capi officina; l'operaio vero si forma soltanto nella fabbrica. , La Rassegua settimanale». (1880 - p. 338). Politica estera Dobbiamo noi raccoglierci a casa nostra, nelle feconde emulazioni della scienza e del lavoro, rispettando i nostri vicini, non insidiando alcun lembo del loro territorio, e fortificandoci col soLo scopo di difenderci se fossimo assaliti? Ovvero dobbiamo tentare le venture delle leghe e delle conquiste? E' tempo di fissare l'uno o l'altro programma; ma a fronte levala ed apertamente. Noi siamo fautori del primo sistema; ma intendiamo anche il secondo, che però ci parrebbe cattivo. Ciò che non intendiamo è una politica fi.acca, oscillante fra la paura di suscitare le apprensioni dei nostri vicini, e il desiderio di assecondare l'aspirazione delle annessioni; una politica che s'inebria della guerra d'Oriente sino al punto di sognare alleanze e annessioni gloriose, per poi ridursi a supine dichiarazioni. A noi questa politica pare in ogni suo effetto, peggiore di quella del raccoglimento o della temerità. A che darsi le apparenze di dirigere e di pigliare le iniziative della pace e delle tregue, quando non si ha il credito che occorre a così grandi imprese, nè la forza di sostenerle? Ab biamo mostrata e spiegata tutta la potenza degli impotenti; voglie e fremiti senza alcun effetto. , La Rassegna settimanale,. (1878, vol. I - p. 65), PIERO B□BETTI - Editore TORINO - \Jia XX Settembn, 60 SONO USCITI: LUIGI SALV ATORELLI NAZIONALFASCISMO L. 6 SOMMARIO: Introduzione - L'incubazione fascista - Lineamenb del Nazionalfascismo - La marcia su Roma - Il fascismo al potere Nazionalismo e fascismo sono il prodotto di una psicologia precapitalistica: intorno a questa tesi il Salvatorelli elabora una critica organica dell'immaturità dei conservatori e dei socialisti nella storia del dopo-guerra MARIO VINClGUERRA Ili f ASCISfvIO VISTO :OH. U~ S0LlIT1U~IO L, 5 SOMMARIO: Uu po' di luce sul fascismo - Il fascismo attraverso le elezioni - Parentesi dottrinaria - Il Mito della Destra storica - Come siamo arrivati alla rivoluzione fascista - Il fascismo e la minestra di lenti. In ~nesto libro si cerca di individuare alcuni momenti caratteristici della storia del fascismo e di valutarli entro il quadro della nostra storia nazionale. Chi scrive è un solitario senza cipigli, per salutare abitudine di studioso; non si diletta in ruggiti leonini nè in apocalittismo, ma guarda la realtà politica con occhi suoi, con animo scaltrito all'esame dei fenomeni storici 59 Il lìberalìsmo e le_masse I. Con l'esame delle possibilità e dell'attività •tùrica del liberalismo in Italia crediamo di ave-, ; isposto in modo abbastanza definitivo in questa stesso numero a chi contestava la legittimità della nostra inchiesta, senza accorgersi di non intendere il senso complesso e vario che si ùeve cercare nel liberalismo. Cbè - per noi - la discussione era chiusa prima cli cominciare: andar in cerca di risultati sul tema liberalismo e masse, sarebbe come discutere - dopo due anni - se c'è ragione che Ja e: Rivoluzione Liberale• sia nata. Checcbè ne sembri ai mistici amici ciel fascismo e della tirannide - per noi si tratta.a di riprendere la ùiscussim,,:; per dimostrare a posteriori, ciò che, detto un anno fa era un.a profezia. ]'fon dovremo dnnque spiegare più particolarmente percbi: le considerazioni che seguono di Guido Santini ci sembrino una bella esemplificazione di una mentalità cJ;e bisogna. combattere risolutamente. II. Pre7-7..oliniha detto in poco molte cose vere. Il liberalismo non i: capito dalle masse: avviene per esso ciò che in metafisica accade alla ragione pura. Si sdoppia in antinomie, cli cui una rincorre eternamente l'altra, sempre daccapo : la libertà fa nascere la voglia di tiranneggiare; la tirannia ragionevole; la tirannia educatrice finora, non s'è trovata. Ma non credo che sia proprio colpa di masse - benchè i bolscevichi siano stati i primi a dirsi spudoratamente illiberali, e a perseguitare chi non era del lor• parere tentando di fondare il loro ordine solo sulla forza fisica. Bisognerebbe saper accettare francamente la doppia posizione dell'antinomia, e porre come fondamento culturale e politic:0 la tirannia ragionevole; la tirannai, educatrice nel porsi senza maschera come suprema affermazione di valore umano, pari con tutte le altre affermazioni solo nello sfidarle a misurarsi con essa; superiore e autorevole nel l'"incerle costantemente. Si teme invece che ciò sarebbe pericolosamente inconcludente, mentre vi è contenuto un infallibile ,ferreo principio di spontanea disciplina, di Gerarchia sinceramente fedele, quale non potrà mai stabilirsi per altre vie. Certo, il liberalismo vero ha un'esigenza moralizzatrice prima di tutto ,erso la classi, dirigente... So bene che tutto ciò non le,a un ragno da un buco, ma dispone a le'"'arloi) tener presente e non dimenticare mai che la colpa - se colpa vi è - non è poi tutta delle masse. G CTIJO SA,,TTh7:. III. Come forza attiva della storia il principio liberale, a prescinclere da quelle particolari incarnazioni politiche assunte in suo nome, consiste nelle necessità dialettiche delle sue successive affermazioni come coscienza indhidu.ale. Per decidere quali siano i punti di aderenza di questo principio collo spirito e le esigenze storiche delle masse ci pare consigliabile, una volta ammessa e riconosciuta la sua necessaria immanenza, vedere quali ~iano le condizioni del suo realizzarsi nella dta sociale. Occorre perciò distinguere due momenti : il momento attivo del processo di opposizione dello spirito alle sue limitazioni esteriori, e il momento rifles...~ di autocoscienza dello stesso processo che è il travaglio interiore del nostro spirito. L'incapacità dell'idea di tradursi in atto, o dell'atto a tradurre nella pratica l'idea che riassuma in sè e per sè una volontà potente ed erQica di liberazione, costituisce, colla separazione storica dei due momenti, un sintomo dell'immaturità sociale della debolezza del processo di elaborazione spirituale come diffuso stato di coscienza. La loro integrazione negata alla generalità per lo stato di immaturità ad accogliere ed a fare proprio il principio liberale attraYerSO la lotta di classe, tenta di ricomporsi in quegli strati della società che si sentono più adatti al compito, e che rappresentando perciò delle aristocrazie, intendono come tali assumere il go\erno dello stato col mezzo di una dittatura. Io non intendo ora pron'unzianni se il fascismo rappresenti oggi questa aristocrazia; ma ove non la rappresentasse per intrinseche deficenze spirituali, verrebbe presto rimosso da un nuovo movimento autonomo di opposizione che non potrebbe· restringersi solo ad intellettuali insoddisfatti, ma dovrebbe porre le sue salde radici nella coscienza popolare, che si è, per ora, dimostrata inferiore alle circostanze che ne favoriYano l'avvento. Occorre quindi un metodo per la formazione di questa coscienza, al di fnori o al disopra di quello del collaborazionismo politico, che ba alimentato lo sgoverno democratico di questi ultimi venti anni della nostra storia nazionale. MARCELLO MARIANI. Preghiamo t·iitti gli amici di rinnovare l'abbonamento e cli t1·ovarci mwvi abbonati. Entro il ·niese di maggio sa1·emo costretti a provvede1·e mecliante tratta postale ulla 1·iscossione degli abbonamenti non ancora 1·innova.ti.

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