La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 14 - 15 maggio 1923

b 60 OTTO BRAUN(l) Il pensiero di O. B., pur non ancora giunto a :matnrii à, può suscitare qualche utile consident- ,none : 1.lli è l'orientamento di esso, tutto verso la pratica. politica e lo stato, che merita attenaìone. Non è tanto straordinario che un fanciullo sia preso dal più grande amore di ricerca artistica, :filosofica e politica, quanto che in<lirizzi questi studi all'azione politica, ed ancor più allo stato. .Non ci sono esempi di altri -ragazzi che, piuttosto che cullarsi nelle più carezzevoli atrattive dell'arte, si siano votati non dico allo stato ma alla Yita pubhlica. e Il comando mi è innato » dice questo fanciullo geniale a nove anni, e con una maturità morale ancor più sorprendente, accetta e sublima l'amore e tutte le passioni come lie• v:ito della vita, anzi se ne fa religione e base di tntto il pensiero, richiamato certo a ciò dalla filosofia tedesca che, da Fichte a Nietzsche, è una JOnnidabìle propedeutica all'azione, all'azione per la patria, per la patria tedesca, anzi per lo St,,to tedesco. Cosi tutto il suo pensiero subisce questa subordinazione, da questa è acceso e deformato. In un nazionalista pel quale lo Stato è opera divina, la stessa di fesa degli operai contro la borghesia, e jl conseguente indulger~ all'utopia, non può avere altra base che il realismo st,,tale. , L'uomo premuto dall'ansia del pane quoti<liano spesso non riesce a svolgere felicemente i propri talenti. Perciò il primo compito sarebbe quello di stahilire la parità delle condizioni di lotta; e in sostanza è proprio questo il presupposto essenziale del socialismo» (pag. 58). Tutto ciò, insisto, non in vista di un edonistico vantaggio cui avrebbero diritto i più, non per la libertà nè per una maggiore eguaglianza di tutti, ma per il più pronto s,;luppo dell 'nomo di a.z.ione, della guida, del capo, dell'eroe, sempre ai servigi dello stato. • Appunto perchè gli nomini sono tutti disuguali ed unicamente per ques-to, io i,orrei l'assoluta parità di condizioni >1 (pagina 59). E più chiaramente: • Forse che io propugno lo stato socialista, perchè gli uomini si 'Vedranno più felici e contenti? _.I\J.l 'opposto, io credo che Yi sarà lotta ostinata e pericoJo, vi sarà agitazione e furore, e passione e volontà irriducibile,. (Pag. r46). Tutto ciò che è ,ontro ]o Stato non può essere ehe da condannare; ed è strano che il B. dimentichi che vi sono al mondo interessi ben altrimenti superiori e che di fatto banno sconvolto ~li imperi più potenti; quelli religiosi, per es. Così egli non dubita di giustificare la morte di Socrate, '"°issuto fuori <lella polis, contentandosi di pensa.re che il divino Stato ideale avrebbe certo saputo prendere nel proprio ingranaggio l'azione di lui; come se questa divinità, manifest2.ndosi nella storia, fosse altra cosa della vita storica e della sua intima contrad<litorietà. Similmente sono le necessità dello Stato che lo Tendono insoddisfatto del tritume individualistico del protestantesimo; egli si contenta, seguendo l'idealizzazione in uso della religione ellenica come e consentimento di popolo , , di aspi. rare a qualcosa di meno frammentario e contradditorio; ma nè prospetta, eh 'io sappia, il problew...a del cattolicesimo accentratore, nè suggeris;ce altra soluzione pratica. Recisa è ]a sua avversione, per le stesse ragioni, al misticismo, di cui evita fin lo studio come un vero pericolo; come se il sentimento religioso potesse essere altro che mistico; no11<ohèal budd.lstno, contro l danni del quale, in vista di una intensa vita pratica, si sforza, sillogizzando serrata1nente, di premunire un suo amico. Cosa, pare a me, smentita anche dalla esperien,_a storica. Insomma la stessa sublimazione, in arte, deJPapollineo, àel clac;sico, del péras e conseguente condanna del romantico, su cui insiste ad ogni piè sospinto, non ha altra base che in una assoluta statolatria, che subordina allo stato e alle sue necessità ogni più libera ed autonoma attività dello spirito. E non è senza profonda commozione, per chi ne ha esperienza, il vederlo anche dinanzi alla morte, al fronte, ec;altarsi ne11'adorazione della vita, e, subito teorizzando, proclamare che appuuto la contemplazione di quella morte produce un senso ed un bisogno più ardente della ,·ita. Come se a volta, anche in lui, non avesse prodotto l'effetto diametralmente opposto; come se 2nche lui a volte non avesse, innanzi allo spettacolo della morte al fronte, barcollato sugli orli prc-cipitosi della pazzia! Dopo ciò non voglio insistere a dimostrare che sono qua e là os,;ervazioni d)ordinc morale e previsioni storiche acutissime, che egli è ben lontano da certe ben note volgarità patriottarde, ben iontano dallo stupido e piatto pangermanismo di certuni. Mi piace, per noi, per lo stato presente del nostro paese e dc:ll'J-';nropa, ric-or- ,tare queste quattro riflessioni del n. : ,, che J'inclinazioue al soc-ialismo nci soldati no11 è che l'esasperazione della guerra ed ~ quindi puramente negativa; ed io ricordo che fenomeni simili produssero tutt.c: le guerre, e ricordo alcuni ~pisodi toccati a Crom well ; 2• che i soldati hanno acquistato autonomia, indipendenza, sicurev za di si:, cuucretezza, consapevolezza; 3° che "l'an-€:nirc non apparterra .al pac~c vincitore e al dnto, ma a quello che saprà foggiare Ja 11uov:i p::ce nel modo più perfetto e rimarn:r vincitore LA RIVOLUZIONE LIBERALE nclle lotte della pace,. (Pag. r68); 4° che e niente sarebbe pit"\ perisoloso, quanto che noi, con un moto perfettamente malinteso ... ci rivoltas. simo di botto contro il tempo prima della guerra ... imitassimo quella frivola fuga nel cristianesimo, nel couservatorismo e consimili cose :1. (Pag. r6g). Nessuno di noi elle abbiam combattuto ha portato al fronte uno spirito cosi ostinatamente statolatra: solo i più giovani erano travagliati dal bisogno dell'azione, della determinazione filosofica dell'azione. La nuova generazione è cliversa. Ma di ciò sarehbe lungo discorso. L'errore d'indirizzo del B., mosso dal desiderio di far fin troppo bene alla patria, fu di tutta la Germania: la vita intensissima e la straordinaria elevatezza dell'eroico giovinetto ci svegliano i1 piti caldo e sano abhandono al fervore della vita; la sua vita e la sua morte al campo, a ,1entuu anni, il rimpianto pitì amaro e più sconsolato. Tol\I MASO FIORE. (1) Diario e Lett,e,·e trad. e pref. di E. Ruta - Bari - Laterza, 1923. EUGENIO ARTO:\'! : Linea.men.li d.ef.lacrisi sociale. Torino, Unione Tipografico Editrice Torinese, r92I. - r voi. di pp. XII-359. L. 20. Di1 Euge~io Artom seg11aleren10 Ìe pregevoli qualità di ricercato1·e, che riiugge dal se.mplicis1no, ad~risce ai fatti sociali, preferisce complessi schemi sociologici alla facile demagogia. Senonchè la sua indagine della crisi resta cieca e mouotona per la mancanza del rilievo e della drammaticità che offrirebbero la lotta politica e le virtù degli individui. L'analisi dell1individual:ismo nel suo apparente (e non reale) contrasto col soliclarismo, certe discussioni sindacali, la corrispondenza del rapporto di genesi del liberalismo dai fatti della produzione, del socialismo dai fatti della distribuzione, l'antitesi tra classi e categorie sono diligeutemente esposte. Ma quando si devono stringere le fila, la narrazione diventa una confessione e l'idolatria per la tecnica e la competenza fa arresta.re l'A., commossaniente sorpreso, di fronte all' ideologia nazionale come fattore di pace ha i singoli, e quasi entusiasta per la co1laboraziÙne sociale, fenomeni e soluzioni di cui l'esperimento fascista ci ha fatto toccare con mano l'illusoria esaltazione e la confusa impre- ~isione. Veramente ci dovremmo domandare co1ne un economista disincantato qual'è il 11ostro Autore si abbandoni misticamente al sogno del su:um, 11.nicu.iq1tereddere~ realizzato per opera legislativa quando il più elementare realismo consiglia ]a responsabilità individuale per la necessaria ascesi della lotta politica. Ma basterà accettare dall' Artom la diagnosi e respingere le conclusioni, che sono il documento vigoroso di un'anima tormentata e ottimista. PIERO 6OBETTI - Editare TORINO - \lia XX Settembre, 60 COL,LEZIONE '' Il pensiettopolitieoitaliano,, N. i. STEPANO J ACINI. IL PENSIERO DI UNCONSERVATORE volume di pagine 600 circa L. 30 Ai prenotatori L. 20 CONTIENE: I. - La conservazione e l'evoluzione naturale dei partiti in Italia (1879). Il. - Relazione finale sui risultati dell'inchiesta agraria (1885). III. - Pensieri sulla politica italiana (1889). Con inl!·oduzionc e note. E' il più dimenticalo Lra i grandi scriLtori politici del secolo scorso. Sono note11oli la sua critica al regime parlamenLaristico, fatta in nome del decentramento e di uno riforma elettorale liberale; l'antitriplicismo; l'anLigiurisdizionalismo; l'rsame dell'i,gricoltura italiana. C'è implicita tutta una storia del secolo scorso e 1.tnprogrammo d"nz'ionrche oqgi ridivenLa d'attualità. l/ichia111,iamol'atten~ione degli amiri w qursta nostro iniziativa che è assai costosa rd !,a bisogno ;irrtonto di tut/(1 la loro propaganda. Ne inizieremo la stampa solo dopo che avremo ricevuto almeno 500 prenotazioni. h'INTERUENTlSMO Caro Gobetii, nei "Lineamenti del nazionalfascisruo », pubblicati nel N. 12 della Rivollizio,,.e liberale, bo letto queste parole: KLa rivoluzione reazionaria e plutocratica: ecco quello che offriva la guerra al nazionalismo italiano. Tuttavia, da solo e5So non bastava all'impresa. Minoranza, cercò altre minoranze, decise, come lui, a prepotere. Trovò i repubblicani, ben lieti di rispolverare, dopo cinquant'anni di oblio, il programma del , partito d·'azione , : i sindacalisti-anarchici della settimana rossa; i veri transfughi del socialismo, che avevano bisogno di qualche altra cosa per far fortuna; quei radicali che, impazienti di no11 essere stati prescelti da Giovanni Giolitti, volevano gustare la torta del potere, e servire, insieme, il Grande Oriente francese. Tutti costoro si trovarono, si squadrarono, si pesarono, conclusero che si P?teva mettersi insieme per I 'unica vera rivoluzione che valesse la pena ili fare : la conquista del potere. E cosi dal nazionalismo nacque il 1tazional-fascismo, che nelle giornate <lel maggio radioso seppe persuadere il paese, piegare il parlamento ». Non so se Lei avrà tro\·ato che le parole che bo riportato rispondano pienamente alla realtà storica; ma se le ha pubblicate senza postillarle, t ragionevole argt1.irne che esse non abbiano urtato uessuno dei suoi centri vitali. Ciò può non far piacere, ma non può fare eccessiva meraviglia a chi, come me, sì trova in un diverso stato cl 'animo. Loro giovani che non hanno vissuto 1a neutralità_, periodo forse ancora più tormentoso della stessa guerra, possono considerare le eose dall'alto della loro maturità politica e sentenziare che l1interventismo - in blocco - era superficiale e il neutralismo politicameute gli era superiore per lungiveggenza ed esatta percezione della realtà (r). Ma chi ha accettato la guerra come un tragico dovere e non faceva parte di nessune delle « minoranze decise a prepotere D, ha diritto di ricordare agli storici troppo semplicisti e sernplificatori, che se 1a supei-ficie delle giornate del maggio fu in parte torbida e •schiumosa, al disotto di essa, 1neno n1morosa, ma sicura e pronta al sacrificio, v( era la parte m.igliore e più pura dell 'auima italiana. Per non ricordare che tre nomi, Bissolati, Vaina, Slataper non facevano parte di nessuna del1e 1ninoranze ricordate dall'Autore dei Linemnen.ti~ a meno che il Bissolati sia compreso fra quei a. transfughi del so• cialismo, che avevano bisogno di quakhe altra cosa per far fortuna ». Il nazionalfascismo che lo scrittore combatte, 11011 poteva trovare in lui migliore al1eato, per• chè il parlare con tanta altezzoso disprezzo di tutti coloro che banno riconosciuto la necessità della guerra è stata una delle cause che più hanno legittimato della reazione fascista postbellica, e i 'attribuire al nazionalismo una parte diretti,·a e di gran lunga predominante nel prodamare quella necessità giustifica il monopolio che il fascismo si è assunto del merito della guerra vittoriosa. U11 'lf.nitario. (r) Non credo cbe l'amico ztni/,m·io possa citare un solo rigo inio che provi l'idea cbe egli m' attribuisce: si potrà vedere nel prossimo numero nelPultimo dei miei Moti'V-i di storia italiana il m.lo giudizio snll 'interventismo. Caro Gobetti, Se l' « 11uilario naYesse letto con più calma, e con. più :ittcnzione, il suo sdeguo uou avrebbe avuto ragion d'essere. Nel passo da lui citato, come in tutto l'articolo (che è po; il capitolo cli un libro, e ,·a quindi giudicato definitivamente nel contesto) nou si la la questione della guerra o della neutralità, e non si giudicano, quindi, con eccessivo .: altezzoso disprezzo» « tutti coloro che hanno riconosciuto la uecessità della gt1e1Ta >11 come non si fa nessuna esaltazione del neutralismo. Si tratta., semplicement.e, cli caratterinare certe categorie di politicanti interventisti, conflnitc a costituire 11 cosidetto , froute intcmo, e quel blocco politico che per l'appunto, il sottoscritto chiama , nazioualfascismo 11. Che cosa c'entrino, qui, figure i~dividuali come quelle dello Slataper o elci Vaina, i quali durante la guen-a, a differenza di quelle categorie politknnti, non hanno fatto altra politica che quella del combattere al fronte e morirvi, non si capisce proprio; e lo stesso Bissolati, che ha pure le Stte responsabilità, uel nazionalfasmismo, non è:. precisamente quello a cui si applichi la categoria dei , tr:insfughi del socialismo che a,·c\·:1110 bisogno di qualche altra cosa per far forturnt n. L'unitario fa questione di persone, laddove io parlavo di gn1ppi e di cricche politiche; la questione della guerra nazionale, laddove io lYdrlU\·odella politica interna di guerra <l'una parte clcll'iutcrvcntismo. Non il fatto dcll 'intc.rvcnto, e ta11to meno la convinzione di « c-hi ha accettato la guerra come tlll tragico ,lo\·crc.-11 1 ma l' incremento e la trasformazione dd 1ia:,,iounlbmo e h Hascita del fascis1no 1Jel~ l'ambiente della campagna interventistica e della g-11r-rra trano oggetto dc:1mio studio, comè :1ppa· riva chiarissimo già dalla- parte pubblicata, e risulterà irrefutabilmente dall'insieme. del libro.· Comprendo e apprezzo moltissimo i sentimenti del!' ,unitario • ; ma se egli avesse seguito lltl poco la mia attività puhblicistica in questi quattro anni, si sarebbe accorto che io ho sempre proclamato che il valore nazionale della guerra, l'lta1ia, era reaJe e doYeYa essere r,iconoocit1ta da tutti. Ma altro i· questo, altro è l'appn:=- mento delle caste politiche che la guerra h.anuo malamente preparata. e condotta, e peggio sfruttata. La guerra è mu,. cosa ; le • radiose giornate , sono ttD 'altra. E la connes6io11e fra le , radiose o-iornate » e il fascismo, sino alla marci.;:i su Ro;a compresa, non l'ho certo inventata io, anche se io sono stato uno dei primi a ricono,- scerla e prod~mar]a. LUIGI SALVATOREI,LI. PIERO GoBF.iTI - Direttore-1·espon.sal1i!t: O.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino. PIERO EiOBETT I - Editore TORINO - Uia XX Settembre, 50 Secondo i precedenti annu.nci sono puntualmente usciti i prinù no&ri volumi che s.a.-• ranno speditiJ sollecitamente, franchi di porto, al prezzo di copertina sottoindicato Paccodinovità ,librarie Nell'intento di rendere il più agevole ~- sibile ai nostri amici la conoscenza del!e aostre opere spedilremo a chi ci manderà cat-- tolina vaglia di L. 28 i,nvece di L. 36,50 il. seguente pacco di libri : N. PAPAFAVA: Badogl-io a Caporetto U. FoR::-.IENTINI: Gerarchie s·indacali L. 3.- P. Gom,'TTI: Dal bol.scevisnio, al fascismo L. 3.- <G. STOLl'I: La Basilicata senza scu.ole L. 6.- P. Gom:TTr :La filosofia polit. di V. Alfie,·i L. 6.- A. Dt STASO: Il Problema italiano . 1\L VI~CIGUERRA: H fascismo 'Visto da 10! soUta.rfo L. SALVATOHELLI: Na:ionnl/asclsmo l.,. 1,50 L. S-- L. 6.- Numero di Energie N·u..o1Je su.ila Scuola L. 2_.- h. 28 inveee di h. 36,50 :Jn preparazione: TOMMASO FIORE EROE SVEGLIATO ASCETA PERFETTO L. 5 Un documento singolarissimo d'arte e di_ vita, commesso con l'esasperazione degli , spiriti prodotta dalla guerra. LUlGI EINAUDI CAPITALISMO E MOVIMENTO OPERAIO L. 7 FELICE OASORATI - PIT'.tOR&- L. 30 50 opere con introduzione critica. Edizione rilegata. ADRIANO TILGHER GOLDONI CARtO CARRI\' Il PIERO GODETTI ANTOLOGIA DEI PITTORI ITALIANI MODERNI >-. PAPAFAVA LAMENTAZIONI DI UN POVERO LIBERALE.

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