La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 3 - 25 gennaio 1923

Rivista Storica Settimanale di Politica CONTO· CORRENTE POSTALE Diretta da PIERO GOBETTI '!E<i!l Redazione: Torino, via XX Settembre, 60 B!!dll Amministrazione: Pinerolo ESCE OONI GIOVEDÌ Abbonamento annuo dal I' d'ogni mese L. 20. B!! Estero L. 30 :ii!l Sostenitore L. 100 Sii Un numero L, 0,50 Anno li - N. 3 _:_ 25 Gennaio 1923: SOMMARIO:FoRMENTINI:Unità e gerarchie sindacali nello stato fascista. - G. ANSALDO:Viaggio in Italia. - P. GoBETTi:Il pensiero fescista. Unità e gerarchie sindacali nello Stato fascista. Dopo la voléniica la. Rivoluzione Libera.le ofjr~ la prùna storia del fascismo: se la vrese'llte obbiettività contrasti con l1antica vassi~:!ie giudickino gbi accort~. I. PH' collocfre l'avv.enimento nel quadro dei moti di classe che sono ilr fondo a tutti i fenomeni politici contemporanei, ricordiamo la storii. e gli indirizzi della sollevazione delle classi m.edie, concon.-ente con le rivoluzioni proletarie dopo la guerra, e la particolare conseguenza, gfo ·in altro studio accennata, del riformarsi di Nel nguardare il moviment~ fascista, prima una élite borghese espulsa e separata dà! corzm• della sua conquista di>! potere, non di .rado mi dell'a11tica classe dominante. (3). tornava a memoria la bella immagine con la Nel fascisn10 l'ispirazione di questo elemeut,o quale Giuseppe Ferrari rappresenta J'inva;;ione aristocratico sembra all'iniz'o dominare e infordei langobardi nella penisola: _ una molti tu- mare tutta la fàse difensiva e controrivoluziodine densa, -compatta, ardente come la lava, nuria. Come 18,mano armata di una aristocra cl,c pietrifica con l'alito SU0 le città, gira e so- zi·, industriale e terriera, (lo storico non tro•,a p!'avanza gli ostacoli senza al\batterli. (1) Nel. quì nessun motivo di scand:ailo), il movimento. vasto dilagamento, monarchia, governo, par1a- fascista procedendo come un~ forza estrane . .t <:li mEnto, libe:calismo, democrazia, emergevano savrapposizio{le e di dominio, con l'a:b'.oneconcome isole, senza che ne scoprissimo le basi nd quistatrice di una minoranza guerriera ----:-torsuolo sconvolto già da ='altra alluvioo.e. 11<1 a questo proposito opportuno il par,gone Se non ohe; calmata la commozione dello di cui siamo partiti - avrebbe creato, è i, ,,i,o spettacolo, vedevamo che tutti quei pericoL- supporlo in ipotesi, una nuova èra del cap,famenti quella. orisi., 'per uscir subito dalle me• lismci italiano, anzi l'èra prima. tafore, çhe investiva singola.rmente e a pieno Testimonianze -di tali. spiri.ti non .sono mani! siste)lla delle .rappresentanz~ politi_che, non cete, anche se frammentarie, confuse e sop:-a~ a~..ea, niùla d'improvviso e di ~uovo, era stata fatte da motivi appariscenti di politica esk···a j pi opc.sta ormai gran tempo dalla caitica socia- le espressioni letterarie (i letterati a.rrivano semliEtica e rea.lmei;ite determinata dai mo,v-imenti pre in ritardo) ne sono ancora superstiti nel ~asse degli ultimi, décenni_. Il fasci~mo. per-, Tii:guaggio dei-condottieri. - ci() più. che suscitarla. la incontrava., P,.iù_.c~e Ma a un'azione siffatta è ·mancato in primo gc.idarla. ne era dominato. h:ogo la condizione essenzial-e dell'esistenza. di Il sistema rapprese,ntativo non e,ra stato mai, u11'aris.tccrazia.ìzipiratr:ice, consapevole e c~pace praticamente, messo in questione nelle prime - la rigenerazione di una élite ca,pitalis~ica -~ fasi del movimento operaio, anzi questo, do- an.cora ruppena, da noi,. una speranza. Ll fascivunque e per eccellenza in Ita.lia e nei paesi smo è stato trascinato dalle esigenze del reclutache si "ci.iconolatini, vi si era pienamente ade- m-E.nto.Una aristocrazia conqt:!-istat~ic_e,non arguato. L'ora_. della contraddizione è anticipata ✓m:,. un uomo di più di quel che le occorra per n?lla storia della letteratura politica dal com- vincere. La fiuma.l),a longobarda è una illusione parire della teoria sindacalista, è segnata nella ottica, la realtà-, la ragione della vittoria dei pratica dal con.fluire nel movimento operaio del longobardi (forse il segreto di tutte le conquimovimento delle classi medie. st.<ovitto~iose) fu· l'essere infima minoranza fra In Francia, dove il sindacalismo teorico_, sot- le popolazioni sottomesse. Il fascismo si è tmto ]'aspetto di una revisione del 1na~~o, ha sformato, ha dovuto trasformarsi, in movimienavuto vita., la critica sàndacalista - rivoluziona- to dù moltitudine, ~ in ·primo luogo fa.r le sue ri 1. dell/> istituzioni rappresentative, si è incon- reclute principalmente e qua.si del tutto fra le trata con una critica degli stessi istituti che classi medie; fra persone cioè, le quali, da qualchiameremo (( reazionaria », per usare "ll;D.3. pa- siasi impulso e motivo fossero state apportate rola cJ:ri.arn, senza però attribuirle ne:;suna im- al fascismo, erano in pari tempo imbevute di por~, sÒlo per dire che partiva da motivi h!tti i sentimenti della propria classe in solleopposti a quelli che ispiravano il movimento .....__:azione. . , . , . 0,peraio. Queste due correnti trovarono lettera- Quan_do poi 1 i1;1peto tra.volgente d_elloffens1: riamente de.i punti di contatto intorno al So- va fascista cattur-o il mandre 1 contadrni e gh rd (2) e persino qualche trascurabile contatto c{perai org.anizzati, il risultato, volere o no,_ fu sulla pi.ruzza. J&mplicemente questo: - che il nucleo fascista Stando a una pari.,; delle manifestazioni in- /medic.-borghese, si trovò allo .stesso posto delle tellettuali programmatiche del fascismo,· ai sen- aristocrazie si_ndacali opera.ie detroniz_zate, ditimenti iniziali che hanno acceso e guidato lJ sperse e_bandite (anch'ess~ formate po1 _m g_ran sua azione, sembrerebbe che esso avesse ripreso parte d1 uomoru delle ,classi medie). V'.ttonoso e riprodotto, 'di fronte al governo democratico, 11_fas?'smo, scop_re un a~uta contradd1zwne. d1 i motivi. dell}a critica ohe abbiamo chiama.ta spmt1, d1 voJonta, di- onguu, d1 determ1naz10m rea.zionaria. Se non che, gli svolgimenti e le ir, sè stesso, ohe mva.no tent_a affogare nella g10iwpreviste fortune della'zione, hanno costretto condità del tn?nfo, come 1en nel furor della il fascismo ad accogliere, con crescente soUecit-a- az10ne. Non ghene dolga: effimera o durat~ra, zione, .i motivi opposti, cioè_ i motivi proprii q~es~a è la sua sola speranza, la sua sola ragione dt 1 sip.dacalismo. opera-io. Questo è diciamo, lo d, v~ta. . . . . . . . . . . ir.t.eccio del d-ramma. La cosa è evidente anche L eguale d1SS1d10fra una imziazione a.tt1v-1stida.ll' aspetto esteriore solo che si guardi alla ca delle ;1>":'5",. ecitata dall3.: psicologia. di ccmposi.zi<;ne dell'élite fascista, d'ove sa mesco- gu~rra, e 1 nfle~ della crescente class1ficaz1one )ano ,dementi delle due scaturigini, con preva- soc1aJe che esse producevano col loro st•~ anlenza, di quelli provenienti <;l.alleorganizzazioni dare? aveva mfra.nto la formidabile umtà del sindacali ope,raie. • .movimento. operaio, per comprendere 1n u?-o Ma la determinazione più importante di que- tutti i moti che ave~ano accetta.to con entu~iasto momento del fascismo è il risultato di una smo o c:on rassegnazione, come un cas? felice, tattica da esso seguita più per fatalità che per o semphcemente com_~una dura lex, I avvento meditazione onde ha assunto le stesse forme di st,,nco delle classi pm numerose. proselitismo' politico e sindacale dei socialisti, e Studiare _lemanifestazion_i di questo campo è ,-, ostituito in progresso di tempo e di fortn- nòn solo utile, ma neéessano, a nostro, parere; :~, :rede, jn' molte plaghe d'Italia, delle istitu- per giungere al cuore della crisi che oggi_si ri_- zioni del movimento operaio, anche do,ve era ve]a sotto l'aspetto del fascismo, domani avra, mossd ad annientarle, anzi qui più che aJtrove. altri travEstimenti, ed è infine la crisi ·dell'uomo Ì:I com,pito storie.o d,e] fascismo culmina e della società contempo•ranea. nella necessità di risoìvere un p.roblema istituzionale che è stato proposto d·ail-movimento operaio e di cui non ha mi.nimamente sollecitato la scadenza; e perciò l'aspetto fascista. del problema istituzionale è accidentale (solo che si pensi alla sua particolare fisonomia italiana), senza voler, togliere nessuna importanza a questa straordinaria e veramente curiosa accidentalità. IL La teoria sindacalista, il cui caTattere, non· occorre rico,rdare, fu in origine nel camipo-operaio estren1ista e rivoluzionario, ebbe in tempo ant.ico anche qualche interpretazione riformistica, per esempio, a opera del Gra.ziadei; ma la v<ra trasformazione del sindacalismo da rivoluzion.ario a riformista è un fatto seguente alla guerra, portato dai movimenti di classe che caratterizzano questo periodo, cjoè dalla rivoluzicne delle classi medie e dal progresso delle ari<.tccrazie sindacali. Questi due grandi moti sv9lgono e intrecciano particolari concezioni ewnomiche e politiche del smdacalismo, le quali in certo modo confluiscono nella concezione- fascista, continuando nel ,:Oluoseno la loro disputa incessante. Ci occorre dunque studiarle separatamente e il!Sieme. _ La concezione sindacalista delle cla-ssi meaie, fu i'ntellettuaJm,,nte l'opera di giovani illuministi di queste classi ,reduci dalla trincea, inebriati del lorb sacrificio, elettisi assertori e rivelatori di una nuova morale politica. La politica dei «combattenti,, nella part,icola.re. organizzazione e attività pratica dei gruppi che presero questo titolo, può oggi aver perduto ogni importanza, nonostante la commovente ostinazione di alcuni d.ei suoi missionari j -IT.'1 è la radice di tutti i commovimenti spirituali dopo guerra, ed anche, precisamente, la .ra<lioe del fascismo. All'origine si cl;._..ificavano in quel movimento, l'attivcità politica del!'« Associazione Nazionale dei Combattenti~, var.ie incarnazioni con v:&rinomi dell'«idealismo militante», e, alle-8.J:!- za singolarissima, diverse iniziative per orga • nizz'a.reun'·azione politica concreta intorno al pTJ'4-.ra.mmaeco~o~co ili?~ri~ta. Movim~n_to dunque di moralisti e stonc1Stì, affacendati mtorno a un riesame del'la coscienza nazionale, alla so)l1Wazionedei valori spirituali del popolo, rnoVimento di realisti, studiosi e cultori di varie ,diisci,pline anche non propriamente .attinenti a.lla dottrina politica, tratti dalla grave urgenza-. aJ!a speculazione dei problemi concreti del trn,pc,, Il legame fra i due gruppi era che 1 p1:atioi accettavano le ispirazioni dei primi come il motivo intimo e taciuto della propria azione; la di:ffor-enzache quelli, fra i qual-i si contava.no in maggior numero i cultori delle discipline eccnomiche, tendeva.no al liberali&mo, mentre J. moralisti, pur a.roettando con fervore alcune piatiche liberali contingenti (antiprotezionismo, lotta contro la burocrazia, !'('C.) propendevano, ne! sistema generale, per un'etica socialistica. In un congresso tenuto a Roma riel 1921 fra seguaci di gruppi che si chia,mavano allora di r11111Wvamento, fu posto, fra i temi della d_iscussione, il I riconoscimento de-i sindacati », mteso in senso stretto il riconoscimento giuridico, più .au\piamente, il probléma ~ella politica dello Stato verso le organizzazioni operaie. .- Il relatore concluse secondo i precetti del lil'beratlismo tradizionale, che considera il «lavoro• come una merce qualunque, sotto le leggi dell'equilibrio economico, giuridicamente regolata da.I diritto delle obbligaziooi. (4). .._ Porre il problema crudamente, dal punto di vista del!' economia classica, fa dare un • pugno nello stomaco , ai se.gua6i del rinno-vamento, così disse-uno dei capi, ma fu mezzo efficace se pur<> poco grazioso, per costringere quella gente di buona fede a portare l' att-enzione sopra un punto decisivo del compito politico che cft,deva:no di poter assumere. Tuttavia la ;risposta del congresso fu tutt'altre che categorica e la nuda proposizione liberale del tema, da parte del relatore, non servì cho a moderare nei termini l'affermazione intimam·ente illiberale che animava i congressisti, com;si impara dall'ordineclel gi.orno approvato: <r:Pconvegno, mentre ra,vvisa nei liberi sindacati di produttori utili forme a._'ll-O<liative,che a~umono funzioni sem.pre più vaste e imporhinti nel campo sociale e nel campo della prodn~ione, si oppone ad ogni forma di riconoscimento giuridico che aumenti direttamente o•indirettaanente nelle minoranze di operai organizzati facoltà, diritti e privilegi a danno delle grandi masse tuttora; disorganizzate; ma prop~- gna il riconoscimento giuridico delle categone economiche, dando a queste facoltà di eleggere co-nsigli tecnici superiori (consiglio del lavoro, dell'istruzione, dell' agricoiltura, degli enti loca]; ecc.) ai quali siano riconosciute funzioni legislative nelle materie loro attinenti, salvo il controHo, la cooo-cl!i.na,zione l' approvazione de.Ila Camera dei deputati, rimanendo così ai liberi sindacati l'ufficio della propaganda, della ,, organizzazione, delle iruzia-tive pr<Yluttrici e 001 poratrici in seno a ciascuna ca~gona economica, (5). • Le stesse cose sono state tante altre volte, for.e con più eloquenza e con più filosofia, ma il brano offre due o tre proposizioni degne di studio intorno alle quali può essere condotta una critica del sindacalismo delle classi medie, assai aderente allo spirito che lo ha suscitato. Si suppongono innanzi tutto «nuove forme di produzione, con le Quali si J>iustifican.onuove forme politiche: insensibilmente i termini della proposizione s'invert-ono e le nuove forme politiche diventano esse creatrici cli una nuova eco1omia. Questo è il processo logrco caratteristica della mentalità democratica e riformistica, il quale ci suggerisce, se non erriamo, un suggestivo canone di verifica J?er tutte le manifestazioni di questo tipo. I «libePÌ ,rindacati di, produttori• non sarebbero che le vecchie cocperative di produzione, il cui esperimento anteriore alla guerra non giu._4ificava entusiasmi e previsioni miracolose: sembravano, ed erano infatti, istituzioni liberali. Il nuovo era questo : che nei sindacati supposti creatori di una nuova economia, si confondevano, concettualmente, le cooperative di produzione con gli organi di resistenza ·e di lotta del p~oletariato. Una tal veduta rispondeva però molto meno di quel c:he sembrasse a, prima vista, alla realtà, alle funzioni; all'esperienza delle organizzazioni 01•eraie. esistenti.. - ,: Per i socialisti, quindi, al momento storico d·ella nostra osservazione, per la grandè maggioranza dei coscritti nelle leghe' di mestiere, i sindacati erano ne più nè meno che l'esercito schiw-ato in battaglia del proletariato, col fine iu;mediato dell'elevamento delle condizioni materiali delle singole categorie, col fine vero e ul 0 timo della conquista dello Stato da parte del proletariato stesso. A vittoria compiuta i sindacati non avevano ragione di sopravvivere, confluivano nello Stato socialista come fiumi nel 'm&-re. ..- Le notizie che si -a.vevanoallora a questo prop0<,ito della RU$ia, erano confuse; pur la rivoluzione aveva insegnato alle prime battute che i sindacati, come organi?.Zazioni di classe, divenivano intollerabili in uno Stato comunista dove non potevano lottàre che contro lo Stato, cioè, secondo la logica socialista, contro sè stessi . . Chi non ricorda il progetto della famosa costitumone dei Soviety in Italia, promossa dal • partito socialista uflìoiale 1 E' il àocumento pn-ciso della ,preooou.pazione socialista, alla vigilia cl),] su.o creduto trionfo, di non dover infondere la costituzione sindacale presente con la costituzione politica della società proletaria: di dover creare per l'esercizio del poter/ poli- _ticc-•una associazione nuova, nella quale c:ascuno 13.derente entrava, non in Tagione della piopria categoria pro-fessionale, ma oome soggetto politico, diremo come uomo g-l'l1,-ridico. Qu<\Gtione fondamentale se ai Soviety dovessero appartenere soltanto gli organizzati, o i lavoratori tutti, risolta dai più in questo ultimo senso. E poichè i socialisti non cessava-no dal p,·oclamare che la dittatura proletaria era transitoria e serviva soltanto, per un lasso più o 1n<·nolungo di tempo, a ridurre all'uguaglianza prr,let-aria tutte le altre classi non proletarie: voleva dire che nella visione socialista il proletariato, a.I termine della sua odissèa, moriva cvme cl-asse, risolvendosi nuovan_iente nel popolo. Questa è ideorogia precisamente in antitesi a q1-ella dei filosofi delle classi medie, per i quali l'assetto futuro era fondatq sulla permanenza de-Ile categorie, e, fatalmente, sul loro insolul,ile -contrasto. • Vi furono, è vero, altri epò.sodi della rivoluzione proletaria i quali poterono essere apprez- ;,i,ti come inizi-azione di una pratica produttrice a1~tonoma ·delle organizzazioni di classe: parlo d~ll'Ol)Cupazione delle fabbriche (6). Di questa iniziazione abbia.mo avuto principalmente manifestazioni riflesse, direi, ìettcrarie, anche se si tratti di qualche brano di letteratura propriamente operaia.. Certo albeggiano nello epjsodio commozioni delle classi inferiori alle quali lo storico non può negare credenza; ms. nel momento, e per i più, le a,ppropriaz:ioni • delle fabbriche non furono che atti rivoluzionru-i ed episodi di, combattimento, senz'altro

bi 10 fui, che di condurre i dirigenti aUa .conquista • p<,litica del potere. E anche quando nei consi- . gL di fabbrica si riusciva ad abbozzare un organo funzionale della produzione, il motivo soverchiante, intimo, era quello sempre di dare vita· a un orga1nodello Stato, nel quale l'organlZ.Zazionesi.ndacale doveva confondersi e scomparire. Il. fatto ò, finalmente, che CJUesta debole esperienza operaia fu spenta in f.asce non da una forza esterna, ma da una .forza interna; dalla volontà dei capi delle organizzazibni stesse e dal consenso della maggioranza j per incomprensic.ne, per frode, per viltà, dice la polemica delle parti cbe non ci commuove; veramente da chi mirava giusto e colpiva al suo segno, di chi s,olgeva nell'atto, oonsapevolmente o no, .la logica del cla.ssismo post-bellico. La stessa log,ca che guidava poco dopo, gli stessi capi a resp1ngHe gli allettamenti dell'azionariato opera:o e , della partecipazione operaia alla =1enda,_ con: trappone.ndovi un chiaro disegno oligarchico d1 dcmùnazione politica degli organi della produzione economica, attrave,rso il controllo sindacale. (7). III. La dottl'ina liberale dello Stato - per restare alle manifestazioni italiane - fn attaccata dall'intellettualismo socialista principalmente in nc,me di una pretesa concezione scientifica, così detta positivista, non altro in realtà che una deformazione del materialismo storico marxista. -' In pari tempo e in aJtri campi un indirizzo chr. diremo storicista, con più e diverse ispir.a,. zi<!ni aveva mosso al medesimo assalto. L';idealismo militante, dopo !,a guerra riplendeva, con maggior si,mpat-ia, i motivi del secc•ndo tipo, ma tentava conciliarli col motivo fondamentale del· socialismo: ]'•acquisto de-) potere politico da parte ,delle classi più numerose (&desione allo Stato delle masse.). Una critica dottrinale cli questo indirizzo è per più riguardi, impossibile: ,le sue manifestazioni letterarie non furono che d'occasione; non ,,., abbiamo alcun testo definito. Ma che valeva demolire !'.individuo astratto, dell'ideologia liberale, quando gli si scstituivan~ entità egualrnente indeterminate come la classe, il sindacato' Tutti i problemi proposti da.Ha teoria liberale ricomparivano intatti e giganti al momento d, determinare queste nuove entità, di definire cio~ lo stato giuridico dell'uomo nel sindacato, dei sind=ato nella cla.sse. Il sindacalismo idealistioo non aveva scoperto u·u nuoYo diritto come ·non aveva scoperto una ncova economia. In volgare poi tutto si riduce- ,.. a questa proposizione: - dato -phe, fdicemC1<teo i,.,sorabilmente, le moltìtucùin-i debbono as.-:umere il 'J)Oterepoli_tiyo, qu_esto-risu~tato n071; e conseguibile che e-rigendo ui orgam sovrmi,i qv.•gli stessi argani 'Volontari che le moltitud,ini lwnno oreato per la propria erud,ìzione, per la propria discipl.ina, per il, governo delle cose proprie. - L'uomo governa nel sindacato ~rti suoi affari, non tutti, è evidente, e nemmeno forse quelli che più gli premono. Per giustificare il disegLato ordinamento politico-sindacale dello Stato, bisognava dima-strare che gli affari cbe lo Stato gestisce sono nient'altro che la somma di queHi che i sindacati negoziano singolarmente; affermazione semplicista e ridicola, la quale somiglia stranamente all'altra del dogmatismo scientifioo pseudo-socialista (Schaffie, Ferri e compagri), che deduce le leggi dell'aggregazione sociale, dalle leggi degli organismi anima.li elen!cnta.ri o inferiori. Gli è che, stando ugualmente alla natura e alla storia., non è mai caso che un'attività interna, e riguardando il caso nostro ='attività - privatistica, svolgendosi in attività esteriore, e qu; diremo politica., non si trasformi, cioè non ~i snaturi e non si estranei da!la sua storia; trasformazione selllpre inesauribile di accidenti, di meraviglie di «comicità>. Infatti solo lo spirito alla commedia potrebbe permettere.~ di agevolmente perseguitare le rozze e ingenue fantasie di certi costruttori di mondi. Il Parlamento cosi com'è non funziona, il reg.me dei decreti-legge rappresenta il governo irre,ponsabile della buroc.-razia, deputati e senatori dovrebbero possedere un.a dottrina enciclopedica per votare con coscienza di causa tutte le leggi che l'attuale regime di accentramento lPgislativo scarica sul Parlamento. Ebbene, si ripartisca la compilazione dell'enciclopedica legislotiva jn due, tre, quattro, nuovi parlamenti; ur~ progettista, ricordo, arrivava a enumerr,re sette, con la giunta di due eccettera, che nO'lllasciavano veder terra~ parlamenti tecnici a bac,,3d: rappresentanza professionale. Peac, I li.e cnarm's v;ound, up: - quegli st;;,;.5i cittadini elettori che, distribuiti in collegi e sezio~i el ,ttorali secondo il luogo di residénza e i re,<P1.ri delle nascite, eleggevano le diffamate assemblee del tempo, riuniti in altre cirCGSCrizionie ~o!legi, in ragione della loro prof€6Sione, arte e 'ltl'!- stiere, avrebbero acquistata la grazia immdi;;. t2. di far scaturire dal numero, a migliaia, i corr.- P,fltenti, i pratici, i tecnici, gli esperti e i perfotti legislatori, di estrarre il diamante - come. dice Renan - dalle folle impure (8). Anz: quei medesimi deputati cbe disonoravano la easemblea legislativa, sarebbero divenuti fio, ,j, competenti il dì. che si fossero accolti in un palazzo, con la scritta: Parlamento del CommerLA ltlVOLUZIONE LIBERALE civ dell'Industria del Lavoro e via dicen::lo. Facile rivelazione ~he si faceva. con cambiare di casa! . Sianvi un -parlamento degli indu~triali, u~.o dei commercianti, uno ,degli agricoltori, ece., .ass<m1blee sovrane con potere di far leggi generali. I smdaoa,ti ctei trasr,orti col loro parlamentc avranno la facoltà di am:mmistrnrc le ferrovie e la navigazione, soltanto, o avrauno anche dei poteri tributa.ri, avrall:llo la disciplina dell'importazione e dell'espoli;azione all'interno e all'esterl>, faranno la politica estera 1 Si discute la questione doganale; dovrà tratta,rne il pa.rlamento degli industriali, dei commercianti o degli agricoltori 1 o chi, in ogni modo, regole1·à le compe · teuze 1Si capisce che nel caso la definizione del- ]~ competenza, risolverebbe anche implicitament, il merito. Oppure, il parlamento degli industriaili, quello dei commercianti, quello degli agricoltori faranno leggi ciascm10 in modo loro, come un tempo fecero il papa e l'imperatore, il conte e il vescovo, il comune e la consorteria 1 Vero è che di fronte a queste prospettive, i progettisti si acconciava.no il più delle volte a tollerare l'esistenza cli assemblee generali legisla.tive, oon diritto di veto, co111a facoltà di cor1·eggere (lapis blù e rosso) le deliberaz.ioui deile assemblee tecniche. Ma conciliare gli interessi sooncorc!anti dei gruppi e delle classi sociali, mettere d'accordo gli agricoltori con gli industriali, gli uni e gli altri con i consumatori, è tu.ti.a l'arte, t.utta. la scienza della politica. Allora, o l'assemblea generale avrà dei poteri limitati e illusori (quel che accadrà infatti, perchè gli stessi gnippi che formeranno i parlamenti profession.a.]i modelleranno quello politico, il quale non sarà che rappresentante dei gruppi più forti) e l'azione dello Stato sarà scissa in perpetue fazioni, con ,aJleanze,congiure, guerre, o in tal nuovo ordinamento, più viva, più alta, pii, gagliarda risoe-gerà la necessità di una tutela. e di una rappresentanza politica dei singoli e della collettività, e bisognerà rifare poco meno cbe la rivoluzione francese percbè questa esigenza si riappaghi.' Ora io non dico ohe previsioni del genere non possano avvicinarsi al vero, dato che certe circostanze si avverino. Può darsi cbe dopo una oatastrofe o un dissolvinientci, comunque, in segù.ito a un regresso, l'umanità ricominci proprio, faticosamente, la ricostruzione di quella ag·grega~ zione superi6're che noi f>,..c;urimiamonell'idea eti Stato, con un allacciamento di organi elementari, consigli di fabbrica e d'azienda, entranti f,,_ loro in rapporti di alleanza e di comun1òne, così come forse dalle convenzioni fra le tril!ù o I~ gentes è. ·scaturita la prima attività legislativa. Supposto che 1'organizzazione politica. ..;;e!- la società moderna. vada infranta da una forza esterna o interna, che si riproduca una catastr0fo come quella dell'impero romano, può darsi, dico, cbe gli elementi· della organizzazione sindacale, la cooperativa e la lega, rimangano vivi come i soli organi primor<liali dello Stato, e allo stesso modo cbe l'or-ganizzazione pri'vata del fon- '10 romano, si trasformò, còn l'autarchia del possesso signorile, in organizzazione politica., accelerando in sè attivamente tutti processi che porea.rono alla ricostruzione dello Stato, questa funzione sia assunta antarchicamente dai sindacati moderni. Ma cercar qui il • potere dei più•• la « vita soggettiva• l'adesione delle masse 'allo Stato, ~ come cercarli nel sistema curtense. Tutto questo però ci dà la spiegazione psicologica del sindacalismo idealistico; nonostante 1'3' sue previsioni ottimiste di una nuova economia e di un nuovo diritto, esso era suggerito intimamente dal timor vago ed inquieto di una catastrofe: era una visione del mondo con gli occhi d>latati. Il movimento dei sindacati, nella sua realtà, divorava lentamente gli istituti giuridici e politici del vecchio Stato, corrodeva l'antica economia, guidato da istinti sempre pii, ciechi via via ohe si versavano nel ·movimento gruppi elevati nella gerarchia intellettuale. E chi, nel gretto spirito di categoria, nel]', apoliticità• con fes.sata e bandita dei sindacati majorum gentium, avrebbe potuto riconoscer la squisita sentimentalità politica delle prime sollevazioni plebee1 E davvero la rivoluzione creava un'etica nuova; JOanuova precisamente contro alla morale ispiratrice del SoCialismo: - il sentimento del privilegio, la morale dei più forti. Il socialismo realistico della Confederazi001e Generale del Lavoro, nelle sue manifestazioni lelterarie, prendeva qu.a e là dai testi antichi e nuovi dei sindacalismo, ma l'istinto dei suoi capi a<leriva ben altrimenti alla realtà. Scettici, per e.~perienza, ~uesti capi, sull'attitudine del &indé.:catoeconomico a crear una nuova economia, preferivano oonsiderarJo come una aggregazione di privilegiati, dirigendo il loro sforzo politico « porre le é/it,, operaio a parte dei privilegi d, i gruppi capitalistic1; diffidenti delle promessa di un navum j11JJ, indirizzavano le riform.e giuridiche a conseguire una lenta spropriazione '\ beneficio di minoranze operaie, le quali non desideravano altro che di lasciarsi addietro le mo! tiludini lente e famel-iche (Norcl e Sud), per godere in pace i frutti delle loro rapide conquiste. Teorizzino gli a,-,cademici e le biTbe dei basso impero democratico suJ govPrno dei J>Ìu (9). A noi giova rilevare il momento nel quale il Partito Socialista, senza proporre esplic1tament-, il problema, ma met.tendo in opera inibizioni e restrizioni sempre più rigorose, limita il suo sorte di Bisanzio, nna « putredine dorata•; ·- proselitismo politico; a!Jontana cioè le masse qi;esto ci guardi dalle teorizzazioni, sociologiche dall'iniziazione culturale e politica del sociali- dell;i, circolazione delle aristocrazie. • smo e la caccia verso la coscrizione obbligatoria li rapporto di discendenza fra il SoCialismo c dei ~indacati, per ria~erle poi, in più salda ma- il fascismo è inquietamente sentito e variamenno, sotto i vincoli d'un patto di alleanza fra te definitÒ dagli intelligenti del partito vincitopartito e Confederazione. Questo sistema non è Ire, e non potrebqe .avvenire diversamente,_ dato stato scevro di pericoli per la compaginazione che per i più si tratta di fare delle àutob:ograpolitica del partito; la nu.da.-vraxis siiidacale ba fie. Comunque, sia per l'interventismo sociaJista alimentato le tendenze tradunioniste da una par- in alcuni casi, sia per il sindacalismo sor,el11ano te, non meno minacciose, dal lato opposto, le ini- in molti altri, sia per altrè vie sentimentali e. z.iative autonomistiche rivoluzionarie delle mas- culburali un legame genealogico c"è sempre (13). se respingenti la mediazione dei po)iticanti. Ma , Il fascismo dopo aver vinto la battaglia i 1 alla fine il patto d'alleanza fra Partito Sociali- difesa della Patria sta iniziandone ]:, ricostrusta e Confederazione del Lavoro è stato un ca- zione sindacalista, (14). polavcro di costruzione· gerarchica congegnato Se « in queste aspirazioni che vanno elabor~nd.ll'istinto delle nuove aristocrazie operaie. dosi sotto la spinta degli interessi contrastanti-e L'organizzaziol\6 politica del partito socialista della necessità di poggiarsi sulle masse, senza c!i fronte alle organizzazioni di resistenza e alle spingerle tuttavia contro le aris~azie . diriorganizzazioni cooperative, ha sempre rappre- gpn!,i non fossero, come pare all·E:na_udi, che sentato una piccola minoranza; non solo, ma « ricordi e balenii dì quelle dottrine d1 norgalllL• per il sistema di cooptazione degli aiderenti, si zazione d-ella società e di gerachie sociali ch·o è ognora più rigidamente de.finita come il col- Saint-Sim= e Comte ed altri posero a fondalegio proprio èlei dirigenti di fronte al corpus mento di quel socialismo costruttivo che i mardei dominati. '• xisti deridono come utopistico, (15), non saE' noto che le cariche politiche maggiori e mi- rebbe che una curiosa coincidenza. Il fatto è che neri, il jus hònorltm, erano riservati, per pre- queste regole e discipline si traducono in orgacisa statuizione, agli inscritti nel P,artito; per nismi già sistemati ideologicamente del processo une: consuetudine rigorosa, se non per uguale d1 classificazione promosso dal socialismo, già in precetto, anche i gradi gerarchici delle coq,ora parte fondati in istituti giuridici positivi. Quelzioni di resistenza, gli uffici e le prebende èe!le la p06iziO'lle di ,centro,, cbe all'ultimo congresoiganizzazioni cooperative, spettavano agli stes- so di Napoli, il Grandi, ha definito propria del si in.scritti, il cui dominio, nel tempo stesso, era fa.s,,ismo, determinata «dallo sviluppo della sua garantito dalle forme statutarie interne di que- attività sindacale che veniva trasformandone sos¼ c~rporazioni, dove praticamente si faceva stan.zialmente la fìsonomia primitiva di minovenir meno ogni potere delle assemblee, si sosti- ranza pugnace», presuppone e mantiene, un avti:iva .a,pertamente al sistema delle ra.ppresen- vicinamento ,e una collaborazione (fuor del sentanze dirette una graduazione gerarchica. di fi. so politico) tr,a, capitalristi, classi medie e opeduciari. raie, continua cioè quella che è stata, in fondò, I dirigenti socialisti delle organizzazioni ope- - l'ultima e positiv., oper'azione storica della de.- raie studiavano di rappresentare il patto come mocrazia socialista. il pegno dell'assistenza e delle guarentigie poli- Ma il q11id 110vuflt del f,,;;,ismo sarebbe nel t1che che il partito dava ,alle rivendicazioni di poter svelare la dottrina ermetica delle aristoclasse; e infatt,i il partito socialista non ha mai crazie sindacali proclamandole schietta.mente i ma.ncato formalmente a questa obbligazione, ma motivi -e le aspirazioni gerarchiche, nel potere il jus belli et pacis (ordine di sciopero e riso]u- • insegnare ed imporre, senza transazioni verbali •zione dei conflitti operai) spettava agli organi e pratiche con gli impulsi autonomistici delle pc•litici del partito, il quale manovrava ie masse:- masse, una obbedienza e una, subordinazione :a suo talento, vigile all'occasione per stroncare che ha già fermamente esperimentato nelle proogni loro autonoma in.izia.tiva. prie file; e così è ch'egli crede çli poter affronPatto d'alleanza dunque, si; ma foodus ini- tare il suo compito SUJ)friore. di • far aderire le quum nel vero senso della parola, per il quale masse a.Ilo Statç Na.zionalef (16). si sarebbe tentati di tràdurre 'alla lettera '•le for, Delle due grandi esperienze psicologiche della mule romane delle impari alleanze- (10). guer,:,a, l'autarchia e l'obbedienza, la democra- ~nfine è da notare ].., scarsa cura che i diai-. zi < avrebbe male utilizzato la uri ma. il fascismc genti politici prendevano per difforrdere fra gli bene la seconda: certo, -è che anche l'al;ra leader-enti alle leghe e alle cooperative i dogmi e le zione contjnua. Far co,incidere le due esperienza credenze elevate del socialismo: «en Trace -, ... è::la pro,me,..a.che tutt;_i i .p!'r,titi e _t.ut.t;:i. e:J.i a.tdice Montaigne - le roy estoit distingué de son· tori della politica solitamente fanno agli altri penple d'une plaisante manière et bien renche- e a ]oro stessi: _ ~; cOdum digito telligeris . .. rie; il avoit une religion à part.._un dieu _tout :\ luy, qu'il n'appartenoit à se« subiects d'adorer> (11). Fra i coscritti delle org.anizzazioni economiche e di resistenza, i capi preferivano sootituire all''llma1i.1·smo della aristocrazia socialista, un culto materialistico degli interessi di categoria,· per cui anche il concetto così spesso richi,amato della solidarietà proletaria, si riduceva uno scambio ç!i prome..<se, a un do 1tt des fra i " vari gruppi operai. I piani di trasformazione politi.co-costituziO'- nale tracciatn. e in parte costruiti dai dirigenti operai, nel periodo immediatamente succeduto alla guerra, con a,l sommo il trasferimento di pot-eri legislativi alle rappresentanze professio: nali, alla base l'erezione di organi elementarL del nuovo Stato attraverso i consigli di az'enda e il controllo sindacale, non facevano che modellare Ja società politica della nazione a perfett..:. somiglianza dei rapporti che regola~ano dualisticamente le organizzazioni volontane economiohe e politiche del proletariato, del che abbiamo altrove sufficientemente d'scorso. (12). Ora noi abbiamo veduto questi condottieri improvvisamente abbattuti suÌl'orlo delle posizioni espugnate; e pare che il loro ironico destino, il compito loro, sia stato quello soltanto di educare (o diseducare), )e masse perchè serv1ssero pilt prone ai nuovi venuti. Sicuro che, riposando gli occhi dal barbaglio df,gli avvenimenti, scorgiamo molte ragioni intrinseche di decadenza delle é/ites socia!istiche; una delle principali si riferisce appunto alla loro interna circolazione, improvvisamente alterata dal tumultuario proselitismo politico dopo la guerra. Veramente, le limitazioni e i frem accuratamente studiati e messi ili opera. del partito per la sele-Lionedei suoi ·adepti, di vennero imJprovvisamente inefficaci; i sospetti contro« i socialisti di, guerra • sorscTO dalla prima ora, infine, in LutLelo grandi secessioni che ba~1no di,ninuilo e roll-o la formarione del part1to, è sempre presente ed operoso l' istinto del patriziato socialista che ricerca le antiche limitazioni. Più a fondo vi ha poi una ragione pslcologica; il dissidio evidente fra i motivi intimi, oligarchici e aristocratici, dell'azione politica del partito, e la necessità pratica di far il massimo conto clei moventi d'indisciplina e di disoTdir.ata autarchia delle masse accorrenti ai suoi ordini. C'iò non 06tante l'aspetto affascinante della sconfìtta socialista ,. somprc quello di una ca.- tast.rofe provocata da un assalto esteriore, impetuoso e corrusco ; insomma quella potenza è caduta in un giorno come Ninive, mentre alh v1eilia pareva piuUoow rli dover prevedere I• IV. La storia narrata sembra il prodotto di una azione cieca e fatale, • si direbbe - ripigli...ndo ii paragone del Ferrarj - che tutto cede a leggi esclusivamente fisiche •· Quel che preme è sapere quale governo la 1tvova classe di.irigente farà dei soggiogati; - prvblemi soggettivi, dunque, che s'impongono ella coscienza dei vincitori, problemi obiettivi, di obbedienza, di adesione ,di capacità di a,datt.a:mento e di trasformazione, delle masse. Altrim~nti il tutto nou sarebbe che , prendere una ..cosa qua. e metterla là •, come, secondo dice Marco Aurelio, fa la natura. Uno di questi problemi è stato affrontato t.!al Prato nella 1~vista di cultura del fascismo, uno dei principaJi, e quello precisamente cbe attiene al tema del nostro discorso: - , monopolio o concon-enza sindacale1» (17). Certamente il Prato presta al fas<.ismo, più cli quello che non ne prenda. La con1prensio11e, cle1 movimento ha generato nell'osservatore simpatia, e lo ha indirizzato a dar consigli: compito politico, piuttosto che specltlativo. Non è strano perciò che anche uno stm;co di tant.a acrortezza faccia soverchia credenza ai crpostulati programmatici del partito • proclamati e banditi nei eone-ressi e nelle allocuz10lll al pob . • polo, i quali segnerebbero la «. decisa negazione del socialismo di Stato •· I prl.IlC1p1del hbera- !Jsmo non hanno cessato d'essere solennemente proclamati dai politici di ieri, nel mentre da.- '"no mano alla demolizione degli istituti fon- ,lamentali dello Stato e dell'economia liberale. Fsettolosa e ottimista del pa1i è l'affermazione che la pratica dei fasci risponda, meno qualche caso, alla teoria. Più sotto, il Prato cita UJ1 c,.so di Siena, nel quale si scorgono i fascisti :i ricorrere al sistema anti-economico <lei sociai;sti imponendo a palliativo della disoccupa.- zione agraria, il minimo di mano d'open1 11. Fors9 alla data dello scritto del Prato non erano ,noti episodi più gravi che furono rivelati dall'Einaudi nel « Corriere della Sera >, con maggior inquietudine quanto era minore l'ottimismo dell'osservatore. Infine la testimonianza più importante, secondo il Prato, della pratica hherale del fascismo, « l'intervento emancipatore onde l'annoso problema dei porti fu ricondotto a semplicità di termini che consente soluzioni non subordinate a presupposti di privilegi intangibili • non sembra decisiva se nelle discussioni seguite immediatamente, alla débacle delle antiche oligarchie portuali, i fascisti bann'> accettato, ovnnque e ,particolarmente a Ge-

LA RIVOLUZIONE LIBERALE 11 nova, oonza opposizione, il concetto del lavoro arruo)ato, la sostan,,._ dell'a:ntico regime (18). sta: se voytù, tssere e sia ''ll(Uf aristoorazia z,oli- S<pSba, formalmente, un governo fiduciario del (8) La preghiera sull'Acropoli, nei Sowvenirs t.oa, domvnante l'economia nazionale attr{//l}erso l'rinc1pe, di fronte al quale la funz10ne della d'en/anee ·et de jeunesse. Non dunque cl.a un punto di vista • storico , ,i poJJe il l'rato quanao COJ1S1deraJ'antiliberallsmo dei fascisti com.e un u errore tattico ,, e gi,i orgarvi pol-itici ed ammiriùtrcdivi vecchi, assemblea è pura funzione di controllo. Duri o (9) Legger" le inchieste del .Mondo, 1922. nuovi e /lit,wri, o se sia, pronto aà annientarsi no, questo è un cambiamento di costituzione. (10) Cir. BoN.FA~TE, S ori{l, det V. Jtomano, i pr~menti del proselitismo fascista come un •pericolo,. Bisognerebbe dimostrare che 11 fascis~o, anche ali' infuori di queste forme cli propaga.uda, avrebbe potuto avere I eguale forLuna, il che non è dimostrabile; vedere se, al contra.r:io, l'antiliberalismo e la tattica sindacale, non rappresentino il fascismo nella sua reallit e nella sua razionalità storica. Oiò premesso, tutto quanto abhiamo eletto qui ad altrove, e ciò che stiamo per dire, suffrai;a modestamente la proposizione storica del Prato, di una. ineluttabile disintegrazione <lella unitELsindacale, per cui le organ1zz.azioni operaie sia.no incessantemente ricondotte ad agire esse. stesse com.e organi di concorrenza. Questa disintegrazione si scopre con tanta evidenza nei ~atti, da smentire ogni contraria cied1,1z.ione, 1n particolare quelle che il Cabiati ha te11tato, col solito acume. di rilevare dalle innegàbili tendenza unitarie ciel movi,meuto sin- ·dacaJe. Dice il Oabiati: - «l'organizzazione per raggiungere i suoi intenti non può che essere umca: w1 sindacato. Perchè se in uno Stesso .mercato e per uno stesso mestiere esistessero fiù orga;nizzazioui in concorrenza fra di loro, ò~ equivarrebbe a ::-1t,ornare1al siskma del cosidetto /a.-voro libe1·6 che è poi nella reaJtà la Ji~er~ schiavitù, per la m.11ggiorgloria de.l captahsmo • (19) Tutto l'artificio è nella conclusio'iie ironica -èel discorso, efficace, dal punto di vista dell'e-- loqwe:n.za, .quanto il discorso è rivolto a persone .a cui la fra.se: « a maggior gloria del ca.pitalismo• produce un senso sgradévole; ma uno potreb_be sostituire alla parola «schiavitù, la paIola u gerarchia» e pronuncia.re il « gloria» con entusiasmo invece che con· dispetto. Chi dice -eh~ i1 i oapitalìsmo • no~ possa aggiungere nuov,,'glorie alle sue glorie -antiche! La· ierùtà è che l'infrangimento della pretesa -legge dell'unità sindacale è il risult!l.to di una gera.-chia di sìndacati chè si stabilisce autono- .'mamente,"in ragione della; forz'} di decisione (che, per circostanza indmnin~bili intrinseche e -eEf.rinS€-Chè, uno raggiunge di' fronte all'altro, per citi la pratica sindacale, in breve, è• impotentè, alla pari della pra:tica. politica democra- :tica, a raggiungere il ,e<ju.isito essenziale· de],la unità, l'eguaglia.I12a.; - come, ,un sindacaito di fITTOvi«r•Ì può· essere pareggiato a una corporazione di portinai, se t·questa equivalenza non è 1mposta da-una forza estn:anea a1lo stesso movimento sinqacale, cioè da una forza pol-itica? -----Q~esta. -disintegrazione dell' unitàl,~sindacale, nella quale crediamo· con egual fedé del Pl'ato, € in' sostanza, ·per no-i, il risulta.to spontaneo della dialettica intima del movimento. stesso, 1oiù che l'effetfu dell'azion.e fascista, od in genere di forze estranee al movimento operaio; r,,el senso che i. sindacati, scindendosi e classifica.ndcsi in gerarchie· di sindacali deboli e· forti, riprppongono ineluttabilmente a loro •stessi i problemi dell'economi,a e del diritto liberale. .Anl'i questa ci sembra la sola giustificazione .sub specie aeterniìaflÌs della organizzazione di clas..oe.' ·' Volendo ora assumere il problema come specifico problema fascista, non è tant.òYda specular<>sulla possibilità che i capi ,u,cettino questo -0 quel consiglio - in egual posizione cli storici e di economidti, altri sollecitano, a differenza .del Prato, soluzioni di «,;inistra, (20) ~ quank su fatti obiettivi, fatti anche intendiamo principaJ.mente dello spirito umano, sempre debolmente commossi dalle inizi,ative dei dirigenti politici. Le teorizzazioni sul « governo dei pochi.», sullo «stato organico,, sulla «re\.igi.one dello Stato,, 'ci dicono soltanto che ci sono dei filosofi, .s,a detto senza mailizia, i quali offròno ai vin- •citori una filosofia (21). Ma una pura vittoria lcgica sul « governo dei più», sullo « Stato contrattu.ale D e via dicendo, non sarebbe. se mai, , clrn il principio d''una eru~izione aristocratica. ccL'orgia dell'indisciplina è cessata, gli entus1as.mi per i miti sociali e democratici sono finiti. La vita torna: all'individuo. Una ripresa -cl'assica è in a;tto. L'egualitarismo democratico anonimo e ,grjgio, che aveva bandito ogni colo.e e appiattito «gni personalità, sta per mo1{~. Nuove aristocrazie sorgono: ora che si è è.1most:rato come qualmente le masse non possono essere portagoniste della storia, ma strumenti della. storia» (22). E sia. Ma anche quel, la mano di uomini del parl,s.mento, della buro- <>razi;a, delle granii clientele dello Stato capi-. tslistiche e operaie, che faeeva ieri la politica « a.noni.ma e grigia» deHa democrazia, era un gcverno cli pochi, era una aristocrazia. L'«in- <l:sciplina » che una tal politica alimeutava era 1,. disciplina utile e necessaria a quci « protagonisti della storia> per impugnare gli «stru- ,tr.enti della storia». Tutto si r-id'urrebbe a una C,testione di vocaboli. . Ma la, oritica liberale. cr,mbatteva quel gruppo, non perchè non fosse ttn 1 aristocr,a.zia,ma perchè era un' aristocrazia pclitica soverchiante l'attività privatistica ,dei r,igliori, mentre il cnncetto liberale di una aritoora.zia. è quello d'una cèrnita perpetuamente suscitata e rinnovellatal dal gioco delle concorrenze e delle iniziative private. Or dunque, la véra, qomanda, che, dal punto, ;di vi.<ta liberale, deve farsi al fascismo è quecc-me_mù,~ranza conqu,statrice, per ricreare le I.'on. Mu,solini poteva però essere più indul- ed. 1909, p. 262 e sgg. cvndmoni socuili e economiche nelle quali una gente con i «melanconici zelatori del superco- (11) Essais, I, XLII. 1v,ova wristocraria vossa aver vita. stituzionalismo,, i 'quali dopo tutto non pos- (12) CotlaborarioniBTtw, cap. III. Tenteremo di rispondere, per altri, a questa sono non at¼!targli che il suo è, nel senao del- (13) Ofr. M. A. LEVI, Genealogie fasci,Bte, domanda, tenendoci ·a due indirizzi principaLl I·, più pura ortodosai:i, salvo il modo d'acqui- nel • Popolo d'ltali.a», 9 nov. 1922. dell'azLOne e del metodo fascista, con l'intento sto, un governo statutario. Vuol d'ire che sol- (14) M. RoccA, L'errare d,; Sarei in Gerarnon già di fare un pronostico lontano, il quale t&111toper una consuetuda contra lege111., il go- cli,w,, l, p. 366. ere.diamo finora verno parlamentare ha vissuto in Ita.lia; que- (15) B1NAUDI, Travaglio di crescfflza, nel in t-utto dall'accorger nostro scis,o sto faccia accorti coloro che lo rimpiangono «CJOrrieredella Sera,, 28 sett. 1922. della sua debolew:a. (16) D. GRANDI, Le origiwi e la missione del ma cli determinar.e, quanto si può .impa raia!- Insieme con i,] potere sovrano sl è raffor- fascismo, nella Biblioteca dli •twli socù:widiretm.ente, la posizione del fasc'smo ,all'inizio del suo d R zato per eviden\;e cons_eguenza, l'altro dei granta a . MoNDOLEO,VI, p. 70. esperimento di governo. di istituti costituzionali extra - elettivi, il Se- (17) P1<AT0, Monopolio o concarre,nza. sind.aA). I delica.t,i problemi che il fascismo, dive- nato, casa la qua.le si era già avvertita da tem- cale?, in Gerarchia, I p·. 488 e sgg. m;to «Stato fasc1Sta», incontra rispetto ai suoi po, prima ancora che il Presidente del Oon- (18) E' noto che i fascisti accettando il sisteaoerenti si rivelano in tre aspetti: rapporti col s1glio ne facesse la proclamazione solenne nella ma del lavoro arruolato, han immaginato di inpartito, con lo «squadrismo, con i sindacati tornata del 16 novembre: - •Jlo la sicuraco- trodurvi la concorrenza con la pluralità d<,lle nazionali. scienza di poter affermare che considero il Se- cooperative: «vedremo - scriveva il Corbino - T,-alasciamo i primi due che non attengono nato come uno .dei punti fermi della Nazione; come sarà conciliato il tnrno di lavoro oon la al nostro argomento e fermiamoci sul ter,o. considero il Senato non come un'istituzione su- creazione delle cooperative multiple la cui conI sindacati nazionali costituiscono, secondo re- perflua, secondo certe vedute fantastiche di una seguenza fondamentale è la sopprea,ione del centi dichiarazioni dei capi una massa di circa piccola democrazia, considero invece il Senato, turno e la possibilità di far risorgere le vecchie un milione di lavoratori organizzati: il che e- come una forza dello Stato, oome una riserva squadre fisse,. (Il par.o dli Genova, nel Giornaquivale alla forza numerica raggiunta d,alla dello Stato, come un organo necessario per la le degli Economisti, XXXIII (1922), voi. LXIII Confederazione. Generale. del Lavoro prima del giusta e oculata amministrazione dello Stato,. p. 459 in nota). E' anche escluso che negli orreclutameill.to eccezionale d/el periodo rivo\u~io- Ma il fascismo nella su" -pa,rtioolare sensibi- dinamen.ti portuali soJlecitati dai fascisti la connario, la cui influenza fu l'unica causa del sor- l.ità di partito di molliitudine, non può non av- correnza fra le cooperative multiple si faccia geve e del progred>re delle forme prote.ttivc r,el- vertire, il per:colo che incontrerebbe uno « Stato sulle tariffe, si f.arà sulla• bontà al servizio •; l'economia e nella legislamone avanti la gi;<,rrn. fascista» poggiato prevalèntemente sopra isti- il che è possibile soltanto quando le cooperative La sostituzione dei mi;ti naziona.li ~ miJ-:rnt-tr- .tuti extra-elettivi, d,i ·fronte alla resurrezione che istituiscono la concorrenza siano una minona.zionaJi nelle nuove corpora.7Aoni operaie, a-vri'I, di una « mito II del parlamentarismo, quando ranza~ quando saranno maggioranza (evento ~d ha conseguenze indissimulabili sotto l'aspetto questo, purificato da.Ha mortificazione e dalla che nel caso si può ritenere proseimo) agiranno politico, ma non contrasta, anzi soth certi ri- penitenza, fosse riproposto alle moltitudini co- monopolisticamente, come è nel' loro istinto. Oogiiardi faivorisce, le tendenze monopolistiche de- me l'espressione del loro potere. I primi scontri munque, dice id citato autore: • occorre rivegli otga.njz,zati. E il puro dato nu"1erico, qui as- fra Gabinetto e· Parl~mento, indicano già chia- dere le tariffe tenendo conto soltanto della prosunto a ori terio di valutazione, è meno empirico •·ramen.te che la parte soccombente. si affida con duttività media Jiorniale del lavoratore e senza di quel che pa,1-e,se 'li considera che il soJuccutc, ra.ffinata avvedutezza ·alla possibilità di questa preoccuparci del coefficiente di applicazione; se quadro del Pra;to, ..nel quale le corporaz\OI,: fa.. rivalutazione. non si trascurerà questo coefficiente, l'unico risciste sono rappresentate come operanti a spez- , Ora, se la «rivoluzione fascista, ha un senso sultato delle giornate d'agosto sarà, quello di zare con continua agilità il «blocco monopoli- e una ragione, li ha e non li può avere altri- aver aumentato la mano d'opera che grava sul stico, delle organizzazioni rossa, definiOOl'tipi• menti, che nel poter•appagare .quella insllppri- porto, e per riflesso, d'aver fatto cra,cere il cocamente un'azione di mmora1>za (23). Presup- mibile esigenza <lelle masse con un processo net- sto delle operazioni ,. (loc. cit). pone cioè la permanenza del .bloqco. contrario; .va.mente antiparlam.eµtare. E appunto la <Ri- (19) La Stampa, 10 agosto 1922. . ecl. infatti logioam_ente il F{ato. è costretto a costruzione sin.dac,;,ie, solleoitata da una buon-, (20) LANZI,LL0, Le rimoluzio:midel dopo guercia.re credito alla ,profezia. del JR:igo1a che la ·,parte dei -c~pi del fascismo (25) sopra ..I' ind:- ra, ed. « Il Solco, 1922. lotta e ·le violenze. siano per '!lringer.e. intorno :rizzo politi()() che· caratterizza gli abbozzi. delle (21) GrusEPPE RENSI, .offre- un anti-idealialle vecchie organizzazioni un.a compagine più deposte aristocrazie sindacali, non può restau- smo: « l'idealii;mo è antitaliano e antifascista, densa e più agguerrita di militi. Ma lo sposta- ,,raire (in senso subiettivp, è querche conta) il (Gera.rchia, I, p. 70-76); c<>ntra: GRANDI: ~ mento de,l numero infirma a rigore questa pre-- .-~~ntimento dèl!a «sovranità popolare, così lo- di fascismo che nella sua estrinsecazione imv:sione e d'altra parte il cont.egno dei.dirigenti ,goro e degradato dall'esercizio. deH' antico po- mediata può apparire a.i molti un fenomeno di delle' organizz,azioni cooperative e sindacali ..)e~e .comizµ,l.e! E l'irrevocabile carattere gerar- passione nazionale esasperata, è dest.ina.to inveve<:_chiostile, la ,]oro riacquistata i!l<lipendenza ,chico di queste cost'ru.~ioni, men•.re soddisfa le oe, ..trasformandosi. in mpvimento politico, a nel campo :politico, fanno scemare .Ja probabi- :f;"Ìgenze delle élites vittoriose, .non. assi.cura in- riassumere in sè i principi f<,ndam,enta.li che lità della lotta feconda intravista dal Prato. '.sie-meallo Stato hscista :un appoggio pii;,.fermo diedero vita ai tre accennati movimenti ideaJiV &<!. è. ,che :sLpotrebbe __preyeqere, (cos,aJ pon ·:e duratur-0_<,he.non_l:i,,capricci_o,s_a!llobilità delle stici dell'_an~erra_(MO!i~WO,: Sin,lacal.ismo s~ se al Prato, a me certo indifferente) uno ·.,assisi elettora\.i 1 -. • .. .. o Nmémalismo), op. cit. p. &7); più esplicitascambio di partì, cioè che .\e, minoranze rivolu- ~!- flono inter·rogazioIJ.i a)le quali non si, r_i$ponde mente PELLrzzr (Idealismo e Fascismo in Gerarzionarie agissero come elementi disintegratori, • s"' non con un giudizio -di pre:visione .sugli·_uo- chia, I, p. 574) - la scuola· idealista italiana dell'unità siDJdacale, contro le organi~zazioni fa- 2m;ni. e sulla loro capacità; il che non è .di. no- • • è in modo inconfondibile e esclusivo, per rasciste divenute maggioritarie; ma io sono in •,,-stro gusto. Noi ravvisiamo nel complesso delle,· ••gioni ideali e per ragioni nettamente storiche, linea di fatto, ben dubbioso di questa profezia .. ,osser'.lazioni A <, B un gi-uoco di forze e Jo sti- la nostra filosofia,. In conclusione negata l'unità sindacale, come ,"mui,mosotto l'aspetto .morfologico, lasciando al- (22) MusSOLINI, Da che parte va il m<mdo?, «legga,,- rimane la spinta verso l'unità, tome )'etica e all'-econom.ia gli apprezzament,i di qua- in Gera,,.chia, I, p. 54. una tendenza sempre operosa negli aggruppa- '!ità. Ma l'osservazione è sufficiente per deli- (23) Così anche il Prez~osi, quando diceva al menti sindacali, e perciò il compito dei diri- .,neare il chiar06C'll.l'od11llaposizione iniziale del convegno •della Corporazione marinwa: • noi ge.nti fascis:ti (supposto che essi s-iano chimra- , 'fascismo; situazione di equilibrio e di «.c;entro, vogliamo che le nostre cooperative di mano in nJente assistiti da una ferma ispirazione libera- ~ ..secondo la già ri09rdata espressione dell'-onor•' mano· che i sorgono, si mettano nelle condizioni le) sarebbe quello di provocare incessan.temente Grandi, lungi dalle audacie di un liberalismp di potere, attraverso la libera concorrenza, anel seno delle organizzazioni fasciste e non fa• integrale come da mistici assolutismi, in con- vere, non una posizione di privilegio. ma una sciste, un perpetuo disintegrament-0 ed affron- traddizi~ne mirabile coi suoi procedimenti di posizione di battaglia,, sembrava prevedere, e tamento di gruppi, compito che non può essere ··lotta e di conquista, col suo liukuaggio e con le desiderare, un progresso cauto e moderato delle a~sunto d,ai alcuno se non quando SOrgano e vi- sue t-OOrizzazioni più os~entate; posizione la corporazioni fasciste, a cui u:na. più tenace revan.o nelle organizza.zioni operaie iniziative ed quale, mentre esclude, salvo una nuova rivolu- sistel'.l.zadelle organizzazioni avversarie sarebbe esperienze autonome. Il caso ill sè, dunque, • zione, che il fascismo sia per inaugura.re un'e- riuscita fruttuosa. prescindendo dal-mc,do e dall'océ.asione di pro- poca eroica del capitalismo, lo avvicina ai sen- (24) Nel discorso-programma alla Camera dei poi-lo, come caso fascista, o com-e caso ~ntifa- timenti, alle aspirazioni, agli interessi dei cèti Deputat-i. scista, si risolve, nel più alto senso, -in un pro- . medi (26). . _ . . (25) Il oomm. Michele Bianchi, segretario geblema dello spirito. Da ciò quella particola,re ccncez,on~ umtana lli'rale del Ministero de,ll'Interno - sta.Ir1pava B).Lo «Stato fascista, pel modo come è sor- del fascismo, che risolve in un tecnicismo otti- il Popolo d'Jt,alia del 24 dicembre 1922 - !:ia t,1-,per le sue proclamazfoni, per la sua logica, ,mista di ~ ~ruppi d~ ~:>mpetenz~ », 11 . oont~a~to consentito a rendere pubblica una conver::·irionon può affidarsi alla sorte di un sempliée go- delle.classi_ (27), ott 1m1smo a_cu, 1 Ei~aud, _op- He amichevole, che per ,l'importanza degi' "i: verno parlamentare, non sol.o,di fronte aUa Ga- pone 'dubbioso, nel campo sp 1ntuale l espenen- gomen~i assume cara.ttere di intervist,a di ,;lto I mera attuai<), questo è chiar.o, ma anche di za della, Riforma e nel campo econom1eo la sto· ir,tereese politico. fronte .all'istituto in sè stesso ed alla potestà 'ria <l<>ll'industrialismo. . . . « Lo Stato - sec?ndo il pensiero ~i Michele comiziale da cui i parla.menti hanno .origine. « Io dico che -00loro che dannano 1 tumu_lti_rn Bianchii - va ridotto allé sue funzioni essenPer spiega;e l'attività politica e legislativa fra i nobili e la-plebe, ~• pareche biasimmo ziali di ord:ine politioo e giuridico.· Esso deve ciel1a élite operaia nell'ultimo periodo, dice il quelle cose ohe furono pnrna cagio.ne ,di tener i,1vestire di capacità e di responsabilità le as- • Prato, che questa., consapevole dell'incerta, sta- hbera R<?~a; e eh~ qo1:sidenno. piu a romon sociazioni, oonferendo anche a1le Corporazioni bilità delle conquiste ottenute, corse ai ripari, ed alle grida che di tali tumulti 1;1ascevanoche profess,'ona:li ed economiche diritto di e1ettorato cercando di consolidarle entro riforme giuridi- 'al buoni _effetti che quelh partonvano; e che al. Corpo dei Consigli Tecnici Nazionali. Per che e cootituzionali. Ora il caso del fascismo è non considenno come e· sono lll ogni repub- conseguenza debbono essere limitati i poteri e ide_utico di fronte alla uguale incert.ezza. Essa blica ~uoi umDri, quello del popolo e..4~ello d_e' le funzioni attualmente attribuite al Parlareenpuo consolidare le sue conqmste con dillemezzi: grandi; e come tntte le leggi che s1 .'-"''? w te,. Di competen1'8. del Parlamento i problemi rinnovare e rafforzare il potere di vecchi isti- favore della libertà nascono dalla disurnon~ che ·riguardano l'individuo come cittad,ino dello tuti permanenti dello Stato, già indeboliti e loro .. •• (26) _ Stato e ÌO .Stato. come organo di realizzazione e menomati dal prevalere del parlamento; o tr.a- In questa breve sentenza, e quel tanto ?he, e\.: tutela dei supremi interessi nazionali; cfi sferire in parte il potere e le competenze di dell'abusa.to concetto della lotta di classe,_ e da competenza dei Consigli Tecnici Naziona\.i i questo di organ,i nuovi. Probabilmente, le esi- tenere per verità, il cui lume non può mai d,s- problemi che si riferiscono alle varie forme di genze pr-aticbe suggeriranno allo Stato fascista giungersi da una spa.ssionata O".,servazwne st0 - attiv,ità degli individui nella loro qttaliH di l'un-0 e l'altro espediente, la reazione e la ri- • noa. produttori. Gan -l'introduzione ctì questa nuova voluzione insieme, per usare parole di più co- fo,ma <Li rappresentanza, quei cittadirui che danrr:une· app-rendimento. '(l) Le Rivoluzi<nu d'Italia, I, p. 69. I'0 una partecipazione attiva alla. vita soo;aJe, «Il popolo italiano - ha detto !'on. Musso- (2) Collaborazione di G. Sorel all'lndtpen- anebbero doppio voto: il voto politico, comulini - 1ha scavalcato un ministero e si è dato dcnce di M. Barrés, e<X'.. r.c- a tutti 1 maggiorent~, e il voto di categoria ..,, un governo al d,i fuori, al ,di sopra, e contro (3) Co/la.bora-zionismo, pp. 19-20. de!la att:ività prooutti.va, dal quale sono escluogni de&ignazione del Parlamento·» (24). (4) GonaINO, R-ico11oscimen.todei Si11d.«oati e s; i pesi morti». Questi sembrerebbero casi e mezzi eccezionali loro f1mzione ,.,c11,a prodnrio,ie, nell'« Unità», Il compito della; pr.ossinna legislatw·a, cioè dopo di che il governo parlamentare continue- 1920, 16. d"lla futura Camera, a maggioranza fascista., rebbo a vivere secondo le sue tradizioni. Ma lo (5) L'Unità, 1920, 24. sa1ebbe appunto, secondo il Bianchi; l'attuazio011. Mus~lini, nel dipinger la sua salita al po- (6) Cfr. GonETTI, Storia dei comun,isti torine- ne di questa riforma costituzionale. tere come un atto rivoluzionario, si è compia- s, scritta da un liberale nella Rivoluz. lib., I, (26) ,Il fascismo è l'insegna dei cèti medi ciuto, secon.do il suo gusto, di u,; solo a5petto pp. 25-27; contra., ANSALDO, In margine al pro- che rappresentano nella vita di un popolo l'edella cosa; !'-altro aspetto è che noi abbiamo crsso di Torim:o, ivi, pp. 21-22. quilibrio e la stabilità (C. Rossi, La critica alora in Ita,]ia, per effetto del colpo di Stato la- (7) Collaborazioni$mo, p. Hì e sg:;. la critica al fascismo, in Gerarchi.a I, p. 196).

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