La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 3 - 25 gennaio 1923

LA RIVOLUZIONE LIBERALE 11 nova, oonza opposizione, il concetto del lavoro arruo)ato, la sostan,,._ dell'a:ntico regime (18). sta: se voytù, tssere e sia ''ll(Uf aristoorazia z,oli- S<pSba, formalmente, un governo fiduciario del (8) La preghiera sull'Acropoli, nei Sowvenirs t.oa, domvnante l'economia nazionale attr{//l}erso l'rinc1pe, di fronte al quale la funz10ne della d'en/anee ·et de jeunesse. Non dunque cl.a un punto di vista • storico , ,i poJJe il l'rato quanao COJ1S1deraJ'antiliberallsmo dei fascisti com.e un u errore tattico ,, e gi,i orgarvi pol-itici ed ammiriùtrcdivi vecchi, assemblea è pura funzione di controllo. Duri o (9) Legger" le inchieste del .Mondo, 1922. nuovi e /lit,wri, o se sia, pronto aà annientarsi no, questo è un cambiamento di costituzione. (10) Cir. BoN.FA~TE, S ori{l, det V. Jtomano, i pr~menti del proselitismo fascista come un •pericolo,. Bisognerebbe dimostrare che 11 fascis~o, anche ali' infuori di queste forme cli propaga.uda, avrebbe potuto avere I eguale forLuna, il che non è dimostrabile; vedere se, al contra.r:io, l'antiliberalismo e la tattica sindacale, non rappresentino il fascismo nella sua reallit e nella sua razionalità storica. Oiò premesso, tutto quanto abhiamo eletto qui ad altrove, e ciò che stiamo per dire, suffrai;a modestamente la proposizione storica del Prato, di una. ineluttabile disintegrazione <lella unitELsindacale, per cui le organ1zz.azioni operaie sia.no incessantemente ricondotte ad agire esse. stesse com.e organi di concorrenza. Questa disintegrazione si scopre con tanta evidenza nei ~atti, da smentire ogni contraria cied1,1z.ione, 1n particolare quelle che il Cabiati ha te11tato, col solito acume. di rilevare dalle innegàbili tendenza unitarie ciel movi,meuto sin- ·dacaJe. Dice il Oabiati: - «l'organizzazione per raggiungere i suoi intenti non può che essere umca: w1 sindacato. Perchè se in uno Stesso .mercato e per uno stesso mestiere esistessero fiù orga;nizzazioui in concorrenza fra di loro, ò~ equivarrebbe a ::-1t,ornare1al siskma del cosidetto /a.-voro libe1·6 che è poi nella reaJtà la Ji~er~ schiavitù, per la m.11ggiorgloria de.l captahsmo • (19) Tutto l'artificio è nella conclusio'iie ironica -èel discorso, efficace, dal punto di vista dell'e-- loqwe:n.za, .quanto il discorso è rivolto a persone .a cui la fra.se: « a maggior gloria del ca.pitalismo• produce un senso sgradévole; ma uno potreb_be sostituire alla parola «schiavitù, la paIola u gerarchia» e pronuncia.re il « gloria» con entusiasmo invece che con· dispetto. Chi dice -eh~ i1 i oapitalìsmo • no~ possa aggiungere nuov,,'glorie alle sue glorie -antiche! La· ierùtà è che l'infrangimento della pretesa -legge dell'unità sindacale è il risult!l.to di una gera.-chia di sìndacati chè si stabilisce autono- .'mamente,"in ragione della; forz'} di decisione (che, per circostanza indmnin~bili intrinseche e -eEf.rinS€-Chè, uno raggiunge di' fronte all'altro, per citi la pratica sindacale, in breve, è• impotentè, alla pari della pra:tica. politica democra- :tica, a raggiungere il ,e<ju.isito essenziale· de],la unità, l'eguaglia.I12a.; - come, ,un sindacaito di fITTOvi«r•Ì può· essere pareggiato a una corporazione di portinai, se t·questa equivalenza non è 1mposta da-una forza estn:anea a1lo stesso movimento sinqacale, cioè da una forza pol-itica? -----Q~esta. -disintegrazione dell' unitàl,~sindacale, nella quale crediamo· con egual fedé del Pl'ato, € in' sostanza, ·per no-i, il risulta.to spontaneo della dialettica intima del movimento. stesso, 1oiù che l'effetfu dell'azion.e fascista, od in genere di forze estranee al movimento operaio; r,,el senso che i. sindacati, scindendosi e classifica.ndcsi in gerarchie· di sindacali deboli e· forti, riprppongono ineluttabilmente a loro •stessi i problemi dell'economi,a e del diritto liberale. .Anl'i questa ci sembra la sola giustificazione .sub specie aeterniìaflÌs della organizzazione di clas..oe.' ·' Volendo ora assumere il problema come specifico problema fascista, non è tant.òYda specular<>sulla possibilità che i capi ,u,cettino questo -0 quel consiglio - in egual posizione cli storici e di economidti, altri sollecitano, a differenza .del Prato, soluzioni di «,;inistra, (20) ~ quank su fatti obiettivi, fatti anche intendiamo principaJ.mente dello spirito umano, sempre debolmente commossi dalle inizi,ative dei dirigenti politici. Le teorizzazioni sul « governo dei pochi.», sullo «stato organico,, sulla «re\.igi.one dello Stato,, 'ci dicono soltanto che ci sono dei filosofi, .s,a detto senza mailizia, i quali offròno ai vin- •citori una filosofia (21). Ma una pura vittoria lcgica sul « governo dei più», sullo « Stato contrattu.ale D e via dicendo, non sarebbe. se mai, , clrn il principio d''una eru~izione aristocratica. ccL'orgia dell'indisciplina è cessata, gli entus1as.mi per i miti sociali e democratici sono finiti. La vita torna: all'individuo. Una ripresa -cl'assica è in a;tto. L'egualitarismo democratico anonimo e ,grjgio, che aveva bandito ogni colo.e e appiattito «gni personalità, sta per mo1{~. Nuove aristocrazie sorgono: ora che si è è.1most:rato come qualmente le masse non possono essere portagoniste della storia, ma strumenti della. storia» (22). E sia. Ma anche quel, la mano di uomini del parl,s.mento, della buro- <>razi;a, delle granii clientele dello Stato capi-. tslistiche e operaie, che faeeva ieri la politica « a.noni.ma e grigia» deHa democrazia, era un gcverno cli pochi, era una aristocrazia. L'«in- <l:sciplina » che una tal politica alimeutava era 1,. disciplina utile e necessaria a quci « protagonisti della storia> per impugnare gli «stru- ,tr.enti della storia». Tutto si r-id'urrebbe a una C,testione di vocaboli. . Ma la, oritica liberale. cr,mbatteva quel gruppo, non perchè non fosse ttn 1 aristocr,a.zia,ma perchè era un' aristocrazia pclitica soverchiante l'attività privatistica ,dei r,igliori, mentre il cnncetto liberale di una aritoora.zia. è quello d'una cèrnita perpetuamente suscitata e rinnovellatal dal gioco delle concorrenze e delle iniziative private. Or dunque, la véra, qomanda, che, dal punto, ;di vi.<ta liberale, deve farsi al fascismo è quecc-me_mù,~ranza conqu,statrice, per ricreare le I.'on. Mu,solini poteva però essere più indul- ed. 1909, p. 262 e sgg. cvndmoni socuili e economiche nelle quali una gente con i «melanconici zelatori del superco- (11) Essais, I, XLII. 1v,ova wristocraria vossa aver vita. stituzionalismo,, i 'quali dopo tutto non pos- (12) CotlaborarioniBTtw, cap. III. Tenteremo di rispondere, per altri, a questa sono non at¼!targli che il suo è, nel senao del- (13) Ofr. M. A. LEVI, Genealogie fasci,Bte, domanda, tenendoci ·a due indirizzi principaLl I·, più pura ortodosai:i, salvo il modo d'acqui- nel • Popolo d'ltali.a», 9 nov. 1922. dell'azLOne e del metodo fascista, con l'intento sto, un governo statutario. Vuol d'ire che sol- (14) M. RoccA, L'errare d,; Sarei in Gerarnon già di fare un pronostico lontano, il quale t&111toper una consuetuda contra lege111., il go- cli,w,, l, p. 366. ere.diamo finora verno parlamentare ha vissuto in Ita.lia; que- (15) B1NAUDI, Travaglio di crescfflza, nel in t-utto dall'accorger nostro scis,o sto faccia accorti coloro che lo rimpiangono «CJOrrieredella Sera,, 28 sett. 1922. della sua debolew:a. (16) D. GRANDI, Le origiwi e la missione del ma cli determinar.e, quanto si può .impa raia!- Insieme con i,] potere sovrano sl è raffor- fascismo, nella Biblioteca dli •twli socù:widiretm.ente, la posizione del fasc'smo ,all'inizio del suo d R zato per eviden\;e cons_eguenza, l'altro dei granta a . MoNDOLEO,VI, p. 70. esperimento di governo. di istituti costituzionali extra - elettivi, il Se- (17) P1<AT0, Monopolio o concarre,nza. sind.aA). I delica.t,i problemi che il fascismo, dive- nato, casa la qua.le si era già avvertita da tem- cale?, in Gerarchia, I p·. 488 e sgg. m;to «Stato fasc1Sta», incontra rispetto ai suoi po, prima ancora che il Presidente del Oon- (18) E' noto che i fascisti accettando il sisteaoerenti si rivelano in tre aspetti: rapporti col s1glio ne facesse la proclamazione solenne nella ma del lavoro arruolato, han immaginato di inpartito, con lo «squadrismo, con i sindacati tornata del 16 novembre: - •Jlo la sicuraco- trodurvi la concorrenza con la pluralità d<,lle nazionali. scienza di poter affermare che considero il Se- cooperative: «vedremo - scriveva il Corbino - T,-alasciamo i primi due che non attengono nato come uno .dei punti fermi della Nazione; come sarà conciliato il tnrno di lavoro oon la al nostro argomento e fermiamoci sul ter,o. considero il Senato non come un'istituzione su- creazione delle cooperative multiple la cui conI sindacati nazionali costituiscono, secondo re- perflua, secondo certe vedute fantastiche di una seguenza fondamentale è la sopprea,ione del centi dichiarazioni dei capi una massa di circa piccola democrazia, considero invece il Senato, turno e la possibilità di far risorgere le vecchie un milione di lavoratori organizzati: il che e- come una forza dello Stato, oome una riserva squadre fisse,. (Il par.o dli Genova, nel Giornaquivale alla forza numerica raggiunta d,alla dello Stato, come un organo necessario per la le degli Economisti, XXXIII (1922), voi. LXIII Confederazione. Generale. del Lavoro prima del giusta e oculata amministrazione dello Stato,. p. 459 in nota). E' anche escluso che negli orreclutameill.to eccezionale d/el periodo rivo\u~io- Ma il fascismo nella su" -pa,rtioolare sensibi- dinamen.ti portuali soJlecitati dai fascisti la connario, la cui influenza fu l'unica causa del sor- l.ità di partito di molliitudine, non può non av- correnza fra le cooperative multiple si faccia geve e del progred>re delle forme prote.ttivc r,el- vertire, il per:colo che incontrerebbe uno « Stato sulle tariffe, si f.arà sulla• bontà al servizio •; l'economia e nella legislamone avanti la gi;<,rrn. fascista» poggiato prevalèntemente sopra isti- il che è possibile soltanto quando le cooperative La sostituzione dei mi;ti naziona.li ~ miJ-:rnt-tr- .tuti extra-elettivi, d,i ·fronte alla resurrezione che istituiscono la concorrenza siano una minona.zionaJi nelle nuove corpora.7Aoni operaie, a-vri'I, di una « mito II del parlamentarismo, quando ranza~ quando saranno maggioranza (evento ~d ha conseguenze indissimulabili sotto l'aspetto questo, purificato da.Ha mortificazione e dalla che nel caso si può ritenere proseimo) agiranno politico, ma non contrasta, anzi soth certi ri- penitenza, fosse riproposto alle moltitudini co- monopolisticamente, come è nel' loro istinto. Oogiiardi faivorisce, le tendenze monopolistiche de- me l'espressione del loro potere. I primi scontri munque, dice id citato autore: • occorre rivegli otga.njz,zati. E il puro dato nu"1erico, qui as- fra Gabinetto e· Parl~mento, indicano già chia- dere le tariffe tenendo conto soltanto della prosunto a ori terio di valutazione, è meno empirico •·ramen.te che la parte soccombente. si affida con duttività media Jiorniale del lavoratore e senza di quel che pa,1-e,se 'li considera che il soJuccutc, ra.ffinata avvedutezza ·alla possibilità di questa preoccuparci del coefficiente di applicazione; se quadro del Pra;to, ..nel quale le corporaz\OI,: fa.. rivalutazione. non si trascurerà questo coefficiente, l'unico risciste sono rappresentate come operanti a spez- , Ora, se la «rivoluzione fascista, ha un senso sultato delle giornate d'agosto sarà, quello di zare con continua agilità il «blocco monopoli- e una ragione, li ha e non li può avere altri- aver aumentato la mano d'opera che grava sul stico, delle organizzazioni rossa, definiOOl'tipi• menti, che nel poter•appagare .quella insllppri- porto, e per riflesso, d'aver fatto cra,cere il cocamente un'azione di mmora1>za (23). Presup- mibile esigenza <lelle masse con un processo net- sto delle operazioni ,. (loc. cit). pone cioè la permanenza del .bloqco. contrario; .va.mente antiparlam.eµtare. E appunto la <Ri- (19) La Stampa, 10 agosto 1922. . ecl. infatti logioam_ente il F{ato. è costretto a costruzione sin.dac,;,ie, solleoitata da una buon-, (20) LANZI,LL0, Le rimoluzio:midel dopo guercia.re credito alla ,profezia. del JR:igo1a che la ·,parte dei -c~pi del fascismo (25) sopra ..I' ind:- ra, ed. « Il Solco, 1922. lotta e ·le violenze. siano per '!lringer.e. intorno :rizzo politi()() che· caratterizza gli abbozzi. delle (21) GrusEPPE RENSI, .offre- un anti-idealialle vecchie organizzazioni un.a compagine più deposte aristocrazie sindacali, non può restau- smo: « l'idealii;mo è antitaliano e antifascista, densa e più agguerrita di militi. Ma lo sposta- ,,raire (in senso subiettivp, è querche conta) il (Gera.rchia, I, p. 70-76); c<>ntra: GRANDI: ~ mento de,l numero infirma a rigore questa pre-- .-~~ntimento dèl!a «sovranità popolare, così lo- di fascismo che nella sua estrinsecazione imv:sione e d'altra parte il cont.egno dei.dirigenti ,goro e degradato dall'esercizio. deH' antico po- mediata può apparire a.i molti un fenomeno di delle' organizz,azioni cooperative e sindacali ..)e~e .comizµ,l.e! E l'irrevocabile carattere gerar- passione nazionale esasperata, è dest.ina.to inveve<:_chiostile, la ,]oro riacquistata i!l<lipendenza ,chico di queste cost'ru.~ioni, men•.re soddisfa le oe, ..trasformandosi. in mpvimento politico, a nel campo :politico, fanno scemare .Ja probabi- :f;"Ìgenze delle élites vittoriose, .non. assi.cura in- riassumere in sè i principi f<,ndam,enta.li che lità della lotta feconda intravista dal Prato. '.sie-meallo Stato hscista :un appoggio pii;,.fermo diedero vita ai tre accennati movimenti ideaJiV &<!. è. ,che :sLpotrebbe __preyeqere, (cos,aJ pon ·:e duratur-0_<,he.non_l:i,,capricci_o,s_a!llobilità delle stici dell'_an~erra_(MO!i~WO,: Sin,lacal.ismo s~ se al Prato, a me certo indifferente) uno ·.,assisi elettora\.i 1 -. • .. .. o Nmémalismo), op. cit. p. &7); più esplicitascambio di partì, cioè che .\e, minoranze rivolu- ~!- flono inter·rogazioIJ.i a)le quali non si, r_i$ponde mente PELLrzzr (Idealismo e Fascismo in Gerarzionarie agissero come elementi disintegratori, • s"' non con un giudizio -di pre:visione .sugli·_uo- chia, I, p. 574) - la scuola· idealista italiana dell'unità siDJdacale, contro le organi~zazioni fa- 2m;ni. e sulla loro capacità; il che non è .di. no- • • è in modo inconfondibile e esclusivo, per rasciste divenute maggioritarie; ma io sono in •,,-stro gusto. Noi ravvisiamo nel complesso delle,· ••gioni ideali e per ragioni nettamente storiche, linea di fatto, ben dubbioso di questa profezia .. ,osser'.lazioni A <, B un gi-uoco di forze e Jo sti- la nostra filosofia,. In conclusione negata l'unità sindacale, come ,"mui,mosotto l'aspetto .morfologico, lasciando al- (22) MusSOLINI, Da che parte va il m<mdo?, «legga,,- rimane la spinta verso l'unità, tome )'etica e all'-econom.ia gli apprezzament,i di qua- in Gera,,.chia, I, p. 54. una tendenza sempre operosa negli aggruppa- '!ità. Ma l'osservazione è sufficiente per deli- (23) Così anche il Prez~osi, quando diceva al menti sindacali, e perciò il compito dei diri- .,neare il chiar06C'll.l'od11llaposizione iniziale del convegno •della Corporazione marinwa: • noi ge.nti fascis:ti (supposto che essi s-iano chimra- , 'fascismo; situazione di equilibrio e di «.c;entro, vogliamo che le nostre cooperative di mano in nJente assistiti da una ferma ispirazione libera- ~ ..secondo la già ri09rdata espressione dell'-onor•' mano· che i sorgono, si mettano nelle condizioni le) sarebbe quello di provocare incessan.temente Grandi, lungi dalle audacie di un liberalismp di potere, attraverso la libera concorrenza, anel seno delle organizzazioni fasciste e non fa• integrale come da mistici assolutismi, in con- vere, non una posizione di privilegio. ma una sciste, un perpetuo disintegrament-0 ed affron- traddizi~ne mirabile coi suoi procedimenti di posizione di battaglia,, sembrava prevedere, e tamento di gruppi, compito che non può essere ··lotta e di conquista, col suo liukuaggio e con le desiderare, un progresso cauto e moderato delle a~sunto d,ai alcuno se non quando SOrgano e vi- sue t-OOrizzazioni più os~entate; posizione la corporazioni fasciste, a cui u:na. più tenace revan.o nelle organizza.zioni operaie iniziative ed quale, mentre esclude, salvo una nuova rivolu- sistel'.l.zadelle organizzazioni avversarie sarebbe esperienze autonome. Il caso ill sè, dunque, • zione, che il fascismo sia per inaugura.re un'e- riuscita fruttuosa. prescindendo dal-mc,do e dall'océ.asione di pro- poca eroica del capitalismo, lo avvicina ai sen- (24) Nel discorso-programma alla Camera dei poi-lo, come caso fascista, o com-e caso ~ntifa- timenti, alle aspirazioni, agli interessi dei cèti Deputat-i. scista, si risolve, nel più alto senso, -in un pro- . medi (26). . _ . . (25) Il oomm. Michele Bianchi, segretario geblema dello spirito. Da ciò quella particola,re ccncez,on~ umtana lli'rale del Ministero de,ll'Interno - sta.Ir1pava B).Lo «Stato fascista, pel modo come è sor- del fascismo, che risolve in un tecnicismo otti- il Popolo d'Jt,alia del 24 dicembre 1922 - !:ia t,1-,per le sue proclamazfoni, per la sua logica, ,mista di ~ ~ruppi d~ ~:>mpetenz~ », 11 . oont~a~to consentito a rendere pubblica una conver::·irionon può affidarsi alla sorte di un sempliée go- delle.classi_ (27), ott 1m1smo a_cu, 1 Ei~aud, _op- He amichevole, che per ,l'importanza degi' "i: verno parlamentare, non sol.o,di fronte aUa Ga- pone 'dubbioso, nel campo sp 1ntuale l espenen- gomen~i assume cara.ttere di intervist,a di ,;lto I mera attuai<), questo è chiar.o, ma anche di za della, Riforma e nel campo econom1eo la sto· ir,tereese politico. fronte .all'istituto in sè stesso ed alla potestà 'ria <l<>ll'industrialismo. . . . « Lo Stato - sec?ndo il pensiero ~i Michele comiziale da cui i parla.menti hanno .origine. « Io dico che -00loro che dannano 1 tumu_lti_rn Bianchii - va ridotto allé sue funzioni essenPer spiega;e l'attività politica e legislativa fra i nobili e la-plebe, ~• pareche biasimmo ziali di ord:ine politioo e giuridico.· Esso deve ciel1a élite operaia nell'ultimo periodo, dice il quelle cose ohe furono pnrna cagio.ne ,di tener i,1vestire di capacità e di responsabilità le as- • Prato, che questa., consapevole dell'incerta, sta- hbera R<?~a; e eh~ qo1:sidenno. piu a romon sociazioni, oonferendo anche a1le Corporazioni bilità delle conquiste ottenute, corse ai ripari, ed alle grida che di tali tumulti 1;1ascevanoche profess,'ona:li ed economiche diritto di e1ettorato cercando di consolidarle entro riforme giuridi- 'al buoni _effetti che quelh partonvano; e che al. Corpo dei Consigli Tecnici Nazionali. Per che e cootituzionali. Ora il caso del fascismo è non considenno come e· sono lll ogni repub- conseguenza debbono essere limitati i poteri e ide_utico di fronte alla uguale incert.ezza. Essa blica ~uoi umDri, quello del popolo e..4~ello d_e' le funzioni attualmente attribuite al Parlareenpuo consolidare le sue conqmste con dillemezzi: grandi; e come tntte le leggi che s1 .'-"''? w te,. Di competen1'8. del Parlamento i problemi rinnovare e rafforzare il potere di vecchi isti- favore della libertà nascono dalla disurnon~ che ·riguardano l'individuo come cittad,ino dello tuti permanenti dello Stato, già indeboliti e loro .. •• (26) _ Stato e ÌO .Stato. come organo di realizzazione e menomati dal prevalere del parlamento; o tr.a- In questa breve sentenza, e quel tanto ?he, e\.: tutela dei supremi interessi nazionali; cfi sferire in parte il potere e le competenze di dell'abusa.to concetto della lotta di classe,_ e da competenza dei Consigli Tecnici Naziona\.i i questo di organ,i nuovi. Probabilmente, le esi- tenere per verità, il cui lume non può mai d,s- problemi che si riferiscono alle varie forme di genze pr-aticbe suggeriranno allo Stato fascista giungersi da una spa.ssionata O".,servazwne st0 - attiv,ità degli individui nella loro qttaliH di l'un-0 e l'altro espediente, la reazione e la ri- • noa. produttori. Gan -l'introduzione ctì questa nuova voluzione insieme, per usare parole di più co- fo,ma <Li rappresentanza, quei cittadirui che danrr:une· app-rendimento. '(l) Le Rivoluzi<nu d'Italia, I, p. 69. I'0 una partecipazione attiva alla. vita soo;aJe, «Il popolo italiano - ha detto !'on. Musso- (2) Collaborazione di G. Sorel all'lndtpen- anebbero doppio voto: il voto politico, comulini - 1ha scavalcato un ministero e si è dato dcnce di M. Barrés, e<X'.. r.c- a tutti 1 maggiorent~, e il voto di categoria ..,, un governo al d,i fuori, al ,di sopra, e contro (3) Co/la.bora-zionismo, pp. 19-20. de!la att:ività prooutti.va, dal quale sono escluogni de&ignazione del Parlamento·» (24). (4) GonaINO, R-ico11oscimen.todei Si11d.«oati e s; i pesi morti». Questi sembrerebbero casi e mezzi eccezionali loro f1mzione ,.,c11,a prodnrio,ie, nell'« Unità», Il compito della; pr.ossinna legislatw·a, cioè dopo di che il governo parlamentare continue- 1920, 16. d"lla futura Camera, a maggioranza fascista., rebbo a vivere secondo le sue tradizioni. Ma lo (5) L'Unità, 1920, 24. sa1ebbe appunto, secondo il Bianchi; l'attuazio011. Mus~lini, nel dipinger la sua salita al po- (6) Cfr. GonETTI, Storia dei comun,isti torine- ne di questa riforma costituzionale. tere come un atto rivoluzionario, si è compia- s, scritta da un liberale nella Rivoluz. lib., I, (26) ,Il fascismo è l'insegna dei cèti medi ciuto, secon.do il suo gusto, di u,; solo a5petto pp. 25-27; contra., ANSALDO, In margine al pro- che rappresentano nella vita di un popolo l'edella cosa; !'-altro aspetto è che noi abbiamo crsso di Torim:o, ivi, pp. 21-22. quilibrio e la stabilità (C. Rossi, La critica alora in Ita,]ia, per effetto del colpo di Stato la- (7) Collaborazioni$mo, p. Hì e sg:;. la critica al fascismo, in Gerarchi.a I, p. 196).

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