La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 3 - 25 gennaio 1923

bi 10 fui, che di condurre i dirigenti aUa .conquista • p<,litica del potere. E anche quando nei consi- . gL di fabbrica si riusciva ad abbozzare un organo funzionale della produzione, il motivo soverchiante, intimo, era quello sempre di dare vita· a un orga1nodello Stato, nel quale l'organlZ.Zazionesi.ndacale doveva confondersi e scomparire. Il. fatto ò, finalmente, che CJUesta debole esperienza operaia fu spenta in f.asce non da una forza esterna, ma da una .forza interna; dalla volontà dei capi delle organizzazibni stesse e dal consenso della maggioranza j per incomprensic.ne, per frode, per viltà, dice la polemica delle parti cbe non ci commuove; veramente da chi mirava giusto e colpiva al suo segno, di chi s,olgeva nell'atto, oonsapevolmente o no, .la logica del cla.ssismo post-bellico. La stessa log,ca che guidava poco dopo, gli stessi capi a resp1ngHe gli allettamenti dell'azionariato opera:o e , della partecipazione operaia alla =1enda,_ con: trappone.ndovi un chiaro disegno oligarchico d1 dcmùnazione politica degli organi della produzione economica, attrave,rso il controllo sindacale. (7). III. La dottl'ina liberale dello Stato - per restare alle manifestazioni italiane - fn attaccata dall'intellettualismo socialista principalmente in nc,me di una pretesa concezione scientifica, così detta positivista, non altro in realtà che una deformazione del materialismo storico marxista. -' In pari tempo e in aJtri campi un indirizzo chr. diremo storicista, con più e diverse ispir.a,. zi<!ni aveva mosso al medesimo assalto. L';idealismo militante, dopo !,a guerra riplendeva, con maggior si,mpat-ia, i motivi del secc•ndo tipo, ma tentava conciliarli col motivo fondamentale del· socialismo: ]'•acquisto de-) potere politico da parte ,delle classi più numerose (&desione allo Stato delle masse.). Una critica dottrinale cli questo indirizzo è per più riguardi, impossibile: ,le sue manifestazioni letterarie non furono che d'occasione; non ,,., abbiamo alcun testo definito. Ma che valeva demolire !'.individuo astratto, dell'ideologia liberale, quando gli si scstituivan~ entità egualrnente indeterminate come la classe, il sindacato' Tutti i problemi proposti da.Ha teoria liberale ricomparivano intatti e giganti al momento d, determinare queste nuove entità, di definire cio~ lo stato giuridico dell'uomo nel sindacato, dei sind=ato nella cla.sse. Il sindacalismo idealistioo non aveva scoperto u·u nuoYo diritto come ·non aveva scoperto una ncova economia. In volgare poi tutto si riduce- ,.. a questa proposizione: - dato -phe, fdicemC1<teo i,.,sorabilmente, le moltìtucùin-i debbono as.-:umere il 'J)Oterepoli_tiyo, qu_esto-risu~tato n071; e conseguibile che e-rigendo ui orgam sovrmi,i qv.•gli stessi argani 'Volontari che le moltitud,ini lwnno oreato per la propria erud,ìzione, per la propria discipl.ina, per il, governo delle cose proprie. - L'uomo governa nel sindacato ~rti suoi affari, non tutti, è evidente, e nemmeno forse quelli che più gli premono. Per giustificare il disegLato ordinamento politico-sindacale dello Stato, bisognava dima-strare che gli affari cbe lo Stato gestisce sono nient'altro che la somma di queHi che i sindacati negoziano singolarmente; affermazione semplicista e ridicola, la quale somiglia stranamente all'altra del dogmatismo scientifioo pseudo-socialista (Schaffie, Ferri e compagri), che deduce le leggi dell'aggregazione sociale, dalle leggi degli organismi anima.li elen!cnta.ri o inferiori. Gli è che, stando ugualmente alla natura e alla storia., non è mai caso che un'attività interna, e riguardando il caso nostro ='attività - privatistica, svolgendosi in attività esteriore, e qu; diremo politica., non si trasformi, cioè non ~i snaturi e non si estranei da!la sua storia; trasformazione selllpre inesauribile di accidenti, di meraviglie di «comicità>. Infatti solo lo spirito alla commedia potrebbe permettere.~ di agevolmente perseguitare le rozze e ingenue fantasie di certi costruttori di mondi. Il Parlamento cosi com'è non funziona, il reg.me dei decreti-legge rappresenta il governo irre,ponsabile della buroc.-razia, deputati e senatori dovrebbero possedere un.a dottrina enciclopedica per votare con coscienza di causa tutte le leggi che l'attuale regime di accentramento lPgislativo scarica sul Parlamento. Ebbene, si ripartisca la compilazione dell'enciclopedica legislotiva jn due, tre, quattro, nuovi parlamenti; ur~ progettista, ricordo, arrivava a enumerr,re sette, con la giunta di due eccettera, che nO'lllasciavano veder terra~ parlamenti tecnici a bac,,3d: rappresentanza professionale. Peac, I li.e cnarm's v;ound, up: - quegli st;;,;.5i cittadini elettori che, distribuiti in collegi e sezio~i el ,ttorali secondo il luogo di residénza e i re,<P1.ri delle nascite, eleggevano le diffamate assemblee del tempo, riuniti in altre cirCGSCrizionie ~o!legi, in ragione della loro prof€6Sione, arte e 'ltl'!- stiere, avrebbero acquistata la grazia immdi;;. t2. di far scaturire dal numero, a migliaia, i corr.- P,fltenti, i pratici, i tecnici, gli esperti e i perfotti legislatori, di estrarre il diamante - come. dice Renan - dalle folle impure (8). Anz: quei medesimi deputati cbe disonoravano la easemblea legislativa, sarebbero divenuti fio, ,j, competenti il dì. che si fossero accolti in un palazzo, con la scritta: Parlamento del CommerLA ltlVOLUZIONE LIBERALE civ dell'Industria del Lavoro e via dicen::lo. Facile rivelazione ~he si faceva. con cambiare di casa! . Sianvi un -parlamento degli indu~triali, u~.o dei commercianti, uno ,degli agricoltori, ece., .ass<m1blee sovrane con potere di far leggi generali. I smdaoa,ti ctei trasr,orti col loro parlamentc avranno la facoltà di am:mmistrnrc le ferrovie e la navigazione, soltanto, o avrauno anche dei poteri tributa.ri, avrall:llo la disciplina dell'importazione e dell'espoli;azione all'interno e all'esterl>, faranno la politica estera 1 Si discute la questione doganale; dovrà tratta,rne il pa.rlamento degli industriali, dei commercianti o degli agricoltori 1 o chi, in ogni modo, regole1·à le compe · teuze 1Si capisce che nel caso la definizione del- ]~ competenza, risolverebbe anche implicitament, il merito. Oppure, il parlamento degli industriaili, quello dei commercianti, quello degli agricoltori faranno leggi ciascm10 in modo loro, come un tempo fecero il papa e l'imperatore, il conte e il vescovo, il comune e la consorteria 1 Vero è che di fronte a queste prospettive, i progettisti si acconciava.no il più delle volte a tollerare l'esistenza cli assemblee generali legisla.tive, oon diritto di veto, co111a facoltà di cor1·eggere (lapis blù e rosso) le deliberaz.ioui deile assemblee tecniche. Ma conciliare gli interessi sooncorc!anti dei gruppi e delle classi sociali, mettere d'accordo gli agricoltori con gli industriali, gli uni e gli altri con i consumatori, è tu.ti.a l'arte, t.utta. la scienza della politica. Allora, o l'assemblea generale avrà dei poteri limitati e illusori (quel che accadrà infatti, perchè gli stessi gnippi che formeranno i parlamenti profession.a.]i modelleranno quello politico, il quale non sarà che rappresentante dei gruppi più forti) e l'azione dello Stato sarà scissa in perpetue fazioni, con ,aJleanze,congiure, guerre, o in tal nuovo ordinamento, più viva, più alta, pii, gagliarda risoe-gerà la necessità di una tutela. e di una rappresentanza politica dei singoli e della collettività, e bisognerà rifare poco meno cbe la rivoluzione francese percbè questa esigenza si riappaghi.' Ora io non dico ohe previsioni del genere non possano avvicinarsi al vero, dato che certe circostanze si avverino. Può darsi cbe dopo una oatastrofe o un dissolvinientci, comunque, in segù.ito a un regresso, l'umanità ricominci proprio, faticosamente, la ricostruzione di quella ag·grega~ zione superi6're che noi f>,..c;urimiamonell'idea eti Stato, con un allacciamento di organi elementari, consigli di fabbrica e d'azienda, entranti f,,_ loro in rapporti di alleanza e di comun1òne, così come forse dalle convenzioni fra le tril!ù o I~ gentes è. ·scaturita la prima attività legislativa. Supposto che 1'organizzazione politica. ..;;e!- la società moderna. vada infranta da una forza esterna o interna, che si riproduca una catastr0fo come quella dell'impero romano, può darsi, dico, cbe gli elementi· della organizzazione sindacale, la cooperativa e la lega, rimangano vivi come i soli organi primor<liali dello Stato, e allo stesso modo cbe l'or-ganizzazione pri'vata del fon- '10 romano, si trasformò, còn l'autarchia del possesso signorile, in organizzazione politica., accelerando in sè attivamente tutti processi che porea.rono alla ricostruzione dello Stato, questa funzione sia assunta antarchicamente dai sindacati moderni. Ma cercar qui il • potere dei più•• la « vita soggettiva• l'adesione delle masse 'allo Stato, ~ come cercarli nel sistema curtense. Tutto questo però ci dà la spiegazione psicologica del sindacalismo idealistico; nonostante 1'3' sue previsioni ottimiste di una nuova economia e di un nuovo diritto, esso era suggerito intimamente dal timor vago ed inquieto di una catastrofe: era una visione del mondo con gli occhi d>latati. Il movimento dei sindacati, nella sua realtà, divorava lentamente gli istituti giuridici e politici del vecchio Stato, corrodeva l'antica economia, guidato da istinti sempre pii, ciechi via via ohe si versavano nel ·movimento gruppi elevati nella gerarchia intellettuale. E chi, nel gretto spirito di categoria, nel]', apoliticità• con fes.sata e bandita dei sindacati majorum gentium, avrebbe potuto riconoscer la squisita sentimentalità politica delle prime sollevazioni plebee1 E davvero la rivoluzione creava un'etica nuova; JOanuova precisamente contro alla morale ispiratrice del SoCialismo: - il sentimento del privilegio, la morale dei più forti. Il socialismo realistico della Confederazi001e Generale del Lavoro, nelle sue manifestazioni lelterarie, prendeva qu.a e là dai testi antichi e nuovi dei sindacalismo, ma l'istinto dei suoi capi a<leriva ben altrimenti alla realtà. Scettici, per e.~perienza, ~uesti capi, sull'attitudine del &indé.:catoeconomico a crear una nuova economia, preferivano oonsiderarJo come una aggregazione di privilegiati, dirigendo il loro sforzo politico « porre le é/it,, operaio a parte dei privilegi d, i gruppi capitalistic1; diffidenti delle promessa di un navum j11JJ, indirizzavano le riform.e giuridiche a conseguire una lenta spropriazione '\ beneficio di minoranze operaie, le quali non desideravano altro che di lasciarsi addietro le mo! tiludini lente e famel-iche (Norcl e Sud), per godere in pace i frutti delle loro rapide conquiste. Teorizzino gli a,-,cademici e le biTbe dei basso impero democratico suJ govPrno dei J>Ìu (9). A noi giova rilevare il momento nel quale il Partito Socialista, senza proporre esplic1tament-, il problema, ma met.tendo in opera inibizioni e restrizioni sempre più rigorose, limita il suo sorte di Bisanzio, nna « putredine dorata•; ·- proselitismo politico; a!Jontana cioè le masse qi;esto ci guardi dalle teorizzazioni, sociologiche dall'iniziazione culturale e politica del sociali- dell;i, circolazione delle aristocrazie. • smo e la caccia verso la coscrizione obbligatoria li rapporto di discendenza fra il SoCialismo c dei ~indacati, per ria~erle poi, in più salda ma- il fascismo è inquietamente sentito e variamenno, sotto i vincoli d'un patto di alleanza fra te definitÒ dagli intelligenti del partito vincitopartito e Confederazione. Questo sistema non è Ire, e non potrebqe .avvenire diversamente,_ dato stato scevro di pericoli per la compaginazione che per i più si tratta di fare delle àutob:ograpolitica del partito; la nu.da.-vraxis siiidacale ba fie. Comunque, sia per l'interventismo sociaJista alimentato le tendenze tradunioniste da una par- in alcuni casi, sia per il sindacalismo sor,el11ano te, non meno minacciose, dal lato opposto, le ini- in molti altri, sia per altrè vie sentimentali e. z.iative autonomistiche rivoluzionarie delle mas- culburali un legame genealogico c"è sempre (13). se respingenti la mediazione dei po)iticanti. Ma , Il fascismo dopo aver vinto la battaglia i 1 alla fine il patto d'alleanza fra Partito Sociali- difesa della Patria sta iniziandone ]:, ricostrusta e Confederazione del Lavoro è stato un ca- zione sindacalista, (14). polavcro di costruzione· gerarchica congegnato Se « in queste aspirazioni che vanno elabor~nd.ll'istinto delle nuove aristocrazie operaie. dosi sotto la spinta degli interessi contrastanti-e L'organizzaziol\6 politica del partito socialista della necessità di poggiarsi sulle masse, senza c!i fronte alle organizzazioni di resistenza e alle spingerle tuttavia contro le aris~azie . diriorganizzazioni cooperative, ha sempre rappre- gpn!,i non fossero, come pare all·E:na_udi, che sentato una piccola minoranza; non solo, ma « ricordi e balenii dì quelle dottrine d1 norgalllL• per il sistema di cooptazione degli aiderenti, si zazione d-ella società e di gerachie sociali ch·o è ognora più rigidamente de.finita come il col- Saint-Sim= e Comte ed altri posero a fondalegio proprio èlei dirigenti di fronte al corpus mento di quel socialismo costruttivo che i mardei dominati. '• xisti deridono come utopistico, (15), non saE' noto che le cariche politiche maggiori e mi- rebbe che una curiosa coincidenza. Il fatto è che neri, il jus hònorltm, erano riservati, per pre- queste regole e discipline si traducono in orgacisa statuizione, agli inscritti nel P,artito; per nismi già sistemati ideologicamente del processo une: consuetudine rigorosa, se non per uguale d1 classificazione promosso dal socialismo, già in precetto, anche i gradi gerarchici delle coq,ora parte fondati in istituti giuridici positivi. Quelzioni di resistenza, gli uffici e le prebende èe!le la p06iziO'lle di ,centro,, cbe all'ultimo congresoiganizzazioni cooperative, spettavano agli stes- so di Napoli, il Grandi, ha definito propria del si in.scritti, il cui dominio, nel tempo stesso, era fa.s,,ismo, determinata «dallo sviluppo della sua garantito dalle forme statutarie interne di que- attività sindacale che veniva trasformandone sos¼ c~rporazioni, dove praticamente si faceva stan.zialmente la fìsonomia primitiva di minovenir meno ogni potere delle assemblee, si sosti- ranza pugnace», presuppone e mantiene, un avti:iva .a,pertamente al sistema delle ra.ppresen- vicinamento ,e una collaborazione (fuor del sentanze dirette una graduazione gerarchica. di fi. so politico) tr,a, capitalristi, classi medie e opeduciari. raie, continua cioè quella che è stata, in fondò, I dirigenti socialisti delle organizzazioni ope- - l'ultima e positiv., oper'azione storica della de.- raie studiavano di rappresentare il patto come mocrazia socialista. il pegno dell'assistenza e delle guarentigie poli- Ma il q11id 110vuflt del f,,;;,ismo sarebbe nel t1che che il partito dava ,alle rivendicazioni di poter svelare la dottrina ermetica delle aristoclasse; e infatt,i il partito socialista non ha mai crazie sindacali proclamandole schietta.mente i ma.ncato formalmente a questa obbligazione, ma motivi -e le aspirazioni gerarchiche, nel potere il jus belli et pacis (ordine di sciopero e riso]u- • insegnare ed imporre, senza transazioni verbali •zione dei conflitti operai) spettava agli organi e pratiche con gli impulsi autonomistici delle pc•litici del partito, il quale manovrava ie masse:- masse, una obbedienza e una, subordinazione :a suo talento, vigile all'occasione per stroncare che ha già fermamente esperimentato nelle proogni loro autonoma in.izia.tiva. prie file; e così è ch'egli crede çli poter affronPatto d'alleanza dunque, si; ma foodus ini- tare il suo compito SUJ)friore. di • far aderire le quum nel vero senso della parola, per il quale masse a.Ilo Statç Na.zionalef (16). si sarebbe tentati di tràdurre 'alla lettera '•le for, Delle due grandi esperienze psicologiche della mule romane delle impari alleanze- (10). guer,:,a, l'autarchia e l'obbedienza, la democra- ~nfine è da notare ].., scarsa cura che i diai-. zi < avrebbe male utilizzato la uri ma. il fascismc genti politici prendevano per difforrdere fra gli bene la seconda: certo, -è che anche l'al;ra leader-enti alle leghe e alle cooperative i dogmi e le zione contjnua. Far co,incidere le due esperienza credenze elevate del socialismo: «en Trace -, ... è::la pro,me,..a.che tutt;_i i .p!'r,titi e _t.ut.t;:i. e:J.i a.tdice Montaigne - le roy estoit distingué de son· tori della politica solitamente fanno agli altri penple d'une plaisante manière et bien renche- e a ]oro stessi: _ ~; cOdum digito telligeris . .. rie; il avoit une religion à part.._un dieu _tout :\ luy, qu'il n'appartenoit à se« subiects d'adorer> (11). Fra i coscritti delle org.anizzazioni economiche e di resistenza, i capi preferivano sootituire all''llma1i.1·smo della aristocrazia socialista, un culto materialistico degli interessi di categoria,· per cui anche il concetto così spesso richi,amato della solidarietà proletaria, si riduceva uno scambio ç!i prome..<se, a un do 1tt des fra i " vari gruppi operai. I piani di trasformazione politi.co-costituziO'- nale tracciatn. e in parte costruiti dai dirigenti operai, nel periodo immediatamente succeduto alla guerra, con a,l sommo il trasferimento di pot-eri legislativi alle rappresentanze professio: nali, alla base l'erezione di organi elementarL del nuovo Stato attraverso i consigli di az'enda e il controllo sindacale, non facevano che modellare Ja società politica della nazione a perfett..:. somiglianza dei rapporti che regola~ano dualisticamente le organizzazioni volontane economiohe e politiche del proletariato, del che abbiamo altrove sufficientemente d'scorso. (12). Ora noi abbiamo veduto questi condottieri improvvisamente abbattuti suÌl'orlo delle posizioni espugnate; e pare che il loro ironico destino, il compito loro, sia stato quello soltanto di educare (o diseducare), )e masse perchè serv1ssero pilt prone ai nuovi venuti. Sicuro che, riposando gli occhi dal barbaglio df,gli avvenimenti, scorgiamo molte ragioni intrinseche di decadenza delle é/ites socia!istiche; una delle principali si riferisce appunto alla loro interna circolazione, improvvisamente alterata dal tumultuario proselitismo politico dopo la guerra. Veramente, le limitazioni e i frem accuratamente studiati e messi ili opera. del partito per la sele-Lionedei suoi ·adepti, di vennero imJprovvisamente inefficaci; i sospetti contro« i socialisti di, guerra • sorscTO dalla prima ora, infine, in LutLelo grandi secessioni che ba~1no di,ninuilo e roll-o la formarione del part1to, è sempre presente ed operoso l' istinto del patriziato socialista che ricerca le antiche limitazioni. Più a fondo vi ha poi una ragione pslcologica; il dissidio evidente fra i motivi intimi, oligarchici e aristocratici, dell'azione politica del partito, e la necessità pratica di far il massimo conto clei moventi d'indisciplina e di disoTdir.ata autarchia delle masse accorrenti ai suoi ordini. C'iò non 06tante l'aspetto affascinante della sconfìtta socialista ,. somprc quello di una ca.- tast.rofe provocata da un assalto esteriore, impetuoso e corrusco ; insomma quella potenza è caduta in un giorno come Ninive, mentre alh v1eilia pareva piuUoow rli dover prevedere I• IV. La storia narrata sembra il prodotto di una azione cieca e fatale, • si direbbe - ripigli...ndo ii paragone del Ferrarj - che tutto cede a leggi esclusivamente fisiche •· Quel che preme è sapere quale governo la 1tvova classe di.irigente farà dei soggiogati; - prvblemi soggettivi, dunque, che s'impongono ella coscienza dei vincitori, problemi obiettivi, di obbedienza, di adesione ,di capacità di a,datt.a:mento e di trasformazione, delle masse. Altrim~nti il tutto nou sarebbe che , prendere una ..cosa qua. e metterla là •, come, secondo dice Marco Aurelio, fa la natura. Uno di questi problemi è stato affrontato t.!al Prato nella 1~vista di cultura del fascismo, uno dei principaJi, e quello precisamente cbe attiene al tema del nostro discorso: - , monopolio o concon-enza sindacale1» (17). Certamente il Prato presta al fas<.ismo, più cli quello che non ne prenda. La con1prensio11e, cle1 movimento ha generato nell'osservatore simpatia, e lo ha indirizzato a dar consigli: compito politico, piuttosto che specltlativo. Non è strano perciò che anche uno stm;co di tant.a acrortezza faccia soverchia credenza ai crpostulati programmatici del partito • proclamati e banditi nei eone-ressi e nelle allocuz10lll al pob . • polo, i quali segnerebbero la «. decisa negazione del socialismo di Stato •· I prl.IlC1p1del hbera- !Jsmo non hanno cessato d'essere solennemente proclamati dai politici di ieri, nel mentre da.- '"no mano alla demolizione degli istituti fon- ,lamentali dello Stato e dell'economia liberale. Fsettolosa e ottimista del pa1i è l'affermazione che la pratica dei fasci risponda, meno qualche caso, alla teoria. Più sotto, il Prato cita UJ1 c,.so di Siena, nel quale si scorgono i fascisti :i ricorrere al sistema anti-economico <lei sociai;sti imponendo a palliativo della disoccupa.- zione agraria, il minimo di mano d'open1 11. Fors9 alla data dello scritto del Prato non erano ,noti episodi più gravi che furono rivelati dall'Einaudi nel « Corriere della Sera >, con maggior inquietudine quanto era minore l'ottimismo dell'osservatore. Infine la testimonianza più importante, secondo il Prato, della pratica hherale del fascismo, « l'intervento emancipatore onde l'annoso problema dei porti fu ricondotto a semplicità di termini che consente soluzioni non subordinate a presupposti di privilegi intangibili • non sembra decisiva se nelle discussioni seguite immediatamente, alla débacle delle antiche oligarchie portuali, i fascisti bann'> accettato, ovnnque e ,particolarmente a Ge-

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