La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 3 - 25 gennaio 1923

i bi 12 La concez.ione mediocratica del fascismo reagisce anche su,lla .sua pohtica estera nel senso di moderarne il naziona,lismo originale (Cfr. LANZILLO, orp. cit.). (27). Un bel saggio di questo genere di ottimismo leggesi in Gerarchiç. (I. p,p. 575-83), do• ve M. Gov1, ripropone, in coerenza alle fii~ali1 tà del fascismo, gli id.entiici schemi ui riforma costituzionale g,ià elaborati ùalla dem0crazrn socialista sul tramonto" del suo regno . .lstituzion<edi Consigli legislativi speciali per ogni ramo rii legislazione, costit~ti esclusivamente « dii S<.:ienz1ati specialistii e di periti per pmtica esperienz~ • fiancheggiati da « 1tffioi di legisla.z·io•ne i q·uali .a"l'<lbbero questo facil:issimOIincarico: « manten,ere il contatto fra la scienza po·ìit'ca e- la realtà sociale da u,n lato, e l'opera 1egislativa dall'altro, in modo che questa fosse sempre conforme a quella,. • I Consigli legislat'i"i sarebbero poi a1l'o,,correnza integ,r.ati ,eon le rappresentanze par1tetich;:, di « tutte le classi di produttori, il cui uffici,, non sarebbe più, a quainto pare, quello di creare dei beni economici, ma di fa;r. leggi. L'A. ,sa il nome e l'indirizzo di quest{ .scienziati specialisti e pe1~iti per pratica esperienzn, e giura che ve n'ba dovizia. Gli ,effetti del recipe, immediati e stupendi: - • come al 1,egim-~ plUamente monarchico succ~e quello democratico-.parlamentare e burooratico linsie-me, a .questo succederebbe un nuovo regime che si potrebbe dire aristocratico, che però non sareb-- bfii un'ar:stocrazia della nascita., del censo, o della potenza eco,nomica, nè una vaga aristocrazia dell'ingegno o della cultura, bensì- quella della attitu<i.iine specifica, data e garantita dalla preparazi=e scientifica 1 e dall'esperienza pra-- tlca. Sarebbe un regime che si potre:,be quinrli propriamente dire episternarwico (dominio della. scienza) e come tale, il solo adatto a promuovere il progresso, .ad assicurare la felicità del-popolo, .aj>arre la nostra Nazione un'al_tra volta alla -testà della civiltà,. ·(28) '.MACCHIAVELLI, Discorsi sopra. le pri.rne deche di- Tita Livio, I, 4. VIAGGIO IN ITALIA I disertori impuniti. ..d. vez,zano, 24 s.ette,nbre. 'LA R I V O L U Z l ON l<l LI B lt }i A L E «Ferma, o ruve: non minacciare i figli miei,. Io desidooavo ascoltare una bella, storia di miraceli, e mi vdlsi al 'i.rate Cuciniere, che mondava J.e,.-suepatàte, con un corvo malandato accoccol-ato sulla spalla: uno dei corvi tr-adiziona.li, che -sono ma.ntenu-ti nel monastero, in memoria. di q,;_e,lli che portavano le ~eccé a San Benedetto pregante nello speco. Il frate cuciniere degnò appena d'una guardata la statua del. povero Santo. E invece mi· d,isse : << C'era no soojo, na vOirla, che voleva ve.nissene giù, a- rovinare tutto. 'M!1· il Ministero k> fece teiere. Cè dev'esse pittUTata ancora la data. Vedete, lassù sulla roccia! 187... L'urti-, mo numero nun se vede, è già annato via». - Povero.San, Benedetto, che continui .a im-. plorare dal Cielo la grazia già elargita dal Mi-;, uistero !.. Alme1Ìo questi tuoi figli, "i fig,li tuoi•, avessero 1a grazia d:i nasconderie l 1intervento mirusteriale sotto qualche frangia! - No, no; signore, f.ece a.ncòr-a,il frate cuci- , niere. A>tzi, ebbe la bontà d'i alzarsi, di venirnii. vicino, ca.n un gorgoglio di ~atarro m-ezzo iro- . nico per San :Benedetti@: - Ho sulla statua, ve dico. Lassù, sulla roc-. eia. ll87.. L'urtimo nllilllero doveva essere otto. Mil1eottocentosettantotto. Ma fil>001·vodisbmd,ato dal na10vimento della spali-a e riel b,;;ccio che si innalzava per segnare,' si ànabbattò gracchiando per terra, starnazzando con le ali mooze lungo il saio bisunto. Il, J"a,rtito popo1are ha la stessa: fede di quel· frate sbardellato, <e i richi-a,mi della Curia di Roma -ai V-esoovii :e ,ai P·airroci sono gracchiate di corvi. che con i'e sue ba:rzellette distrae i banditissimi: è l 1on. Graziad-ei. Uno dei banditissimi mi chiede dell'Abruzzo,· e di quello che ho visto: ma io cambio discorso, perchè mi pare che sia cru,dele porta-re sensazioni nuove atto,rno a quel divano rosso, attorno a questa zattera di un regime e di un partito. Certo le mie immagini e i miei ricordi sono poca cosa: ma -anche il Pochettino prudente della favola, nel pericolo del naufragio, ammoniva il_ -compagno: «Non pisciare in mare! Tutto fa per fan·e affonda.re la barca , . FINE. GIOVANNI ANSALDO. PEITSIEROFASCISTA AGOSTI.NO LAN ZILLO. Le ri,,olùiom d<l dopogu-erra. Critiche e dia9·no,-i. - Città rii C;,- stello, ,;I) Solco,, 1922. Ecco un libro che consigliamo volentieri per chi sia a corto di. argomenti nella polemica col fascismo, -:- senza neppure protE:stare una finta sorpreso. di ritrovare d'accordo con 1101 il più forte teorico dei nostri avvers'ari. Ci spieghiamo invero senza difficoltà l'adesione di Lanzillo a Mussolini sia per l'esaltazione dell'interventismo sia per l'irrequieta isptràzio- .rie antintellettualista dell'autore della Disfatta_ del sociahsmo. Senonèhè la sua filosofia .dell'intv.izione· è alquanto più' esperta e preparata di talune .gr06S0lane professioni r€1ativistiche di capi e gregari e riesce persino a consent,Ìre certe· possibilità di critica, e· di intelligenza . Ma il Papa •dlii Milano non fa neppure più da: coirvo, pe,rcbè - anche lui! - più che nella'. .mé1Sericordia di Dio, crede nella onnipotenza di • Mussofini. • "· • Nelle pagine dell'amico polemista (talora . frettolosamente ·giornalista) _siritrova in un punultim i baroni. " to la profezia del governo fascista: «Nella socòetà attuale - ai primi del 1922 - noi constar Gli .Subiaco Monastem de!Ìo Speco, 30 settembre. • . I Qu;estò. d.ue'.o tre giorni di forrsteria benedettina sono i miei primi giorni di campagna. In Italia, in Abruzzo,, non' si incontra.no' che città. L'Abruzzo è una regione tu.tta di città. Scanno è una _città:,Pooc9costanzo è una ·città, Penn-e è una. città, Opi è una città. Per oapire tutta la singo:la-rità d:i queste. città inchiodati suj m0nti, basta confr9ntarle a 'l'ortona, a Stradell-a, a _Desio: questi sono mercati. Quando i fascisti del contado yi fanno, le concentrazioni, ess,i_non. ~·eaitono nessuna vib'razio:ne, nessun~ t.iamo che Jo Stato sta àccrescèndo ogni giorno • il suo potere. La forza· n1ilitare che ha ai suoi _· ordini è assai più temibile ora che non prima , dell_a gùerra, per la sviluppatissima confidenza cdn j 'uso delle armi e la diminuità e quas.1scomparsa impreesionabilità dei cittadini di fronte a fatti di_;repressione arma,ta. I me.zzi di collegaSono andato all'Incile del Fucino, dove le acqu~ del collettore si precipitano nel cunicolo cho le cond!uce aì Liri. Alessandro Totlonia, compiuta l 1ope'ra, eresse-sull 1Ip.cile-un.a statua a Ma;ia Immacolata, e vi appose una lapide, • soitile rimembranza del misterioso. o-rro,re del • mento, di repre.<..=sionè,di organizzazione di_fen- ~~iva sono formidabili ,e ouasi invincibi1i. Se: si suppone, secondo l'ipotèsi avanzata avanti, che rossa avvenire' una fusione, al10 scopd- di dominiq___politìèo,fra talune· categorie -OJ?"raiee taluni ceti dirigen_ti, ne verrà una compagine pòlitica così saléla, che la forza che questo Stato avrà. e potrà U.Sarec. ontro ii_resto deu~· società, sa.Tà. - praticamèi:tte illimitata,_- Si domançla quale sia. ,;di fronte a t8.li· prospettive l'animo di Agostino Larizil1o libe~ta, nemico· de)l 1intervenz-Ìonismo La lapide è bella. , M ari'a sin,e labe concepta, ... è scolpito in testa· alla lapide a cru-atteri cubitali. Mi piace il;a'fìnta modestia del ,rrincipe romano., che fa scolpire il n·ome di Maria a caratteri tanto più gr0SSi di quelli adoperati per il suo. Le finte virtù deg,Ji uomini sono infinitamente più interessanti della virtù. «Ma.ria sine labe concepta a,uspice... , • Con l'a1tspi.cio di Maria Immawlata, l'opera invano tentata da imperatori e da re, Alessamdro Torlon-ia q:,rinr cipe romano con ingente forza d'animo e di, àenmra la cominciò ·nell'anno del Signore 1868·, la finlì nell'anno del Signore 1878 •- •• Belk,, lapide dunque. Ma la statua dell'Immacolata non c'è più. - E la Madonna dov'è! E 1 là, ilice il guardiano, ,accennando a dei frammenti abbandonati fra le erbe del viottolo. E' venuto il terremot,, del '15, e la statua cadde nelm. conoa d'acqua sottost<l,Ilte, e si frantumò. Ripescarono il globo sv cui il piede divino schiaccia il serpente, ripescarono la t<esta e il s<;no castamente ravvolto nella tunica, ripescarono il troncone del ventre: e questi miseri resti li piantarono là, all'ombra dei pioppi. Ci sono da ott'b anni. .... E percbè non rimettono la madonna a suo posto! • D guardiano fa una faccia rebarbativa, che tira gli scbiaffi come la calamita. tira i pennini. E ci sono ancora dei Torloni.a, pel mondo! E sono principi romani, e reggeranno il baldacchino· nelle processioni papali! Rimettete sull'Incile la madonna di vo.stro nonno, nobili dei miei stivali! Queste mancanze di rispetto verso la pietà degli avi, mi offenùono, me plebeo: che diritto avete voi di godervi il vostro palazzo di Roma, se non sentite l'obbligo di difendere la dignità dell'opera più gl,oriosa che un Torlonia / abbia compiuto 1 Siete come quegli altri principi romani che nell'inverno del '17 si stabilirono al I'alace Hotel, perchè nel loro palazzo di Piazza Apostoli non c'era l'impianto di caloriferi. Ma le Gu.ard:i.eRegie, o disertori, il palazzo di Pia:<- za Apostoli e i pingui poderi del Fùcino non ve li ,sa]verannd per un accidente! P.P l:htbiaco, 29 settembre,. (Monastero dello Speco) Il cosidetto Monastero è così schiacciato sotto le rupi incombenti del monte di Morra, che vien proprio fatto di alzar la testa in su, per vedere se siamo al sicuro. L'identico atto lo fa. un.e statua di marmo di San Benedetto, posta in fondo al cortile: alza la testa in su, ma in più, lui che è santo, fa _un gesto risoluto di prote,..imi.e e di proibizione. E sotto c'è scritto: ecag1 c.; ocntadino :verso i1 luogo murato. Essi sono i figli dei ..fìttabili che occup.anç, il mercato. Ebbffi\e invece: la V-all;>Sacra dei. Benedeth-- ni sublac~nsi è «campagna» in.mezzo alil'It.aJ.ia citta.dina e murata. I -monasteri del Sacro Specc e di Santa Scolastica sono dÌlll?I'e baronali, nel· contado. Solo J' ordine benedettino, io penso, ba questo· carattere baronale e cavaliere. Precursori .della cc,Itura, oooidentale, essi si· accampano, ·dina.n'z.i alle p-0r.te della città antica, mà non vi entrano;_ anc~~ i German.i sul Relµ) si accampano più volte din,anzi alla città romana di St1:asburgo, ma nonr vi ~trano. Soltanto i Francescani~ e i Dcimenican,i costruiscono n~lla giovane città gotica: ma ile loro costruzi_oni sono malinco-~iche, nostalgiehe.: .come i palazzi eretti dai baronf, rimpiangono il ""'\telk> nel contado. I' Gesuiti: eccol~ :6.nahnente., i cittadini convinti, senza malinconie e senza nostalgie del contado: ecco !'or- .dine monastiieo.,che ,solo può affrontare ,I' ari dii¼ dtlla pietra sulla pietra,, del murò' contro. ·,] n:uro, della strada 'lastricata e dei panorami -;i ,tetti. Goethe, lui, se ne accorse bene di questa allegria g.esuòtica di vivere in città. Legg_ete le prime pa.gm~ deglò !I lia'li~nischeReise, la descrizione del' collegio 'ùei Gesuiti di Regensburg. Per godervi dilllq.ue un po' di vera campagna, tenetevi cari i -~enedettini. "' Dal rosa.io di San Benedetto, si vedon giù, in un campo sassoso, tre uomini. che lavorano di zappone: e solo il r_umore dei sassi percorsi varia i1 m.ormorio de'1l'A%iene. Sb]Q perchè sono nel. castello baronale di San ~Benedetto, nel roseto 1el ,;ignare del luogo, accanto allo Speco che testimonia la legittimità e Ta continuità del- . ]a. signoria, considero quei tre, faticoni come gente di contado, rustici, colon.i: tutt'al piµ, contaid6.ni. Se non avessi tutto questo sussidio del monastero e dell'Ordine benedettino, mai più mi azzarderei a nutrir tanto orgoglio. Ma ditemi un poco,: qual para.da.sa.le paese è mai questo ,in cui per sentirsi signori bisogna farsi frati 1 Di nuovo la zattera della Medusa. Roma, 30 settembre. Ecco ancora la Sala dei Passi Perduti, ecco ancora i divani rossi: primoJ secondo, terzo ... Sul terzo sono accosciati i banùitissimi. Gli stese.i, nello steeso posto. Essi discorrono fiaccamente, s2:mprc:con le stesse notizie e già steesi commenti. Bandi, olio di ricino, incendii di cooperative, caccjata di ammini-Htrazioni, complicità delle autorità, debolezza del governo, partigi.aneri.a della magistratura, e poi le solite smanie, i soliti aneliti, i solitj sospiri_ • L'unico camhiamento appre7n.abile, da quindici giorni a questa parte, è nella persona clel darinella,. Quest'oggi non è !'on. De Bellis •'•statale, deT naziohalismo e del militarismo. Poi- ~he il fas·ci;n10 sta per essere appunto l'erede,. nel senso più cattivo, del_'socialismo combattuto dall'autore; ripet·endo anzi l'aberràzione dj una. ingiusta .amnistia per .il solo· scopo rii sa1vared!3-cl arcere, gius'ta gli accordi pi~ventivi, il compromciso Giuliètti. Dei tre canoni cari al Lanzillo, liberismo, antfntellettualismo, co,qnizfo'lle economica non so quale si po_tràsalvare col nuo• vo governo pa'ternamente cattolico, è col nuovo Stato dispostò a confuoll-are fton solo l'economia privata ma ancora le coscienze e l'u:fna elettoi;le. E' vero che egli si pU:òrallef{rare ornlai dellà sua .antica profezia: La iJ11.errasarà per dare agli MmVni la massima spregivd-icatezza ne_l?'uswrela forza, ma nei nuovi iniziati alla conce'zipne dClla vita gue'rr·iera cercherà invano gli auspicati ,:eqùisi-ti deÌla clruese dirigente capace di contemperare la persistenza degUa.g_qrega-ti e l'istinto delle combinazioni, :ndividualista e liberista· cD'Iltro la. 'mediocrità organizzata. Certo le nuove claa;-i guerriere ,che LanziHÒ pr<>- conizza.va jstintivam'ent'e individùal'.iste, si sono piuttosto ,rivelate barbaramente--burocratiche e i loro istinti di monotonia ci fanno ormai disperare sulla po,ssibilità di una risoluzione unitaria del regionalismo col rispetto religioso delle personalità regionali! L'1nvi,to a.I fascismo a farsi rappresentante délle classi medie è stato il solo ascoltato, ma a vederne i risultati' vorremmo che Lanzillo ci spiegasse come egli scorgesse nel fascisme un'amrna e,rc,ica e se la citazione di Sorel a proposito della loro violenza non venisse a.lquanto a sproposito. Tutto il sindacalismo del nostro è del - resto alquanto approssimativo (non intende il mito russo nel suo valore storioo e na,zionale) e la sua fo~mazioue spirituale si potrebbe più esattamente definire <li economista, ora all'inglese ora pa,retiano. (Le pagine-critiche sul cootrollo, le osservazioni sul valore normale della crisi, sulla vitalità del regime capitalistico sono belle). Gli offriremo appunto ima antitesi liberista dei problemi che egli pone. Il liberismo infatti fissa come limite naturale all'economia la mediazione politica, la qua.le ha parimenti le sue necessità ed esigenze autonomistiche: sembrerebbe dunque che la giusta critica agli avventati scioperi di cattivi politicanti e al facilomsmo massimalista non autorizzasse senz'altro l'esaltazione del sindacalismo inglese (transeat) e della nostra Oo11federazione gene,rale del Lavoro (ah, qitesta prYil), in omaggio a un vçJ,gheggiato governo dei produttori! Invocare un governo di p,rorl1tttori mentre la proporzionale agisce mirabilmente come strumento di lotta politica e di formazione libera ùei 11artiti significa r,paventarsi della libertà e 1ifugiarsi nelle medioevali consolazioni' corporative. Quest'oùio <)ei·fascisti verso la po, litioa in omaggio all'idQ_lio letterario e al pratico adattamento economiCÒè il peggior indice délla decadenza dei nostri costumi e della m"ollezza d·ei caratteri che invocano, come riposo, il ritorno al Medio Evo. La oostituzione del Carnaro fu il primo avvertimento; poi collaborazio-· nismo e f,asdsmo, guardia regia e squadrismo furono gli assidui espedienti della tremula fantasia. _ Il governo di Mussolini esilia nei conventi la critica, offre ai deboli una relig-ione d1 .'· una gua.clia pretoriana, un filosofo- hegebano a. capo delle scuole; nello Stato etico annulla Le iniziati ve. All'Italia immatura offre una culla che p-0trebbe essere là tomba delle _coscie·rizeci~ v·il-i <l'iventate priva.te. La monarchia uCC'ldB gh effetti trcppo pericolosi del suffragio universa.le (se pur non alimenta da sè i suoi becchini)_. Ha eliminati provvisoriamente alleandosi anco'rauna volta con la plutocrazia, i due prnblemi che sa.rebbero stati la. Bastigha del popolo italiano: i rapporti tra lo Stato e le classi operaie ; l 'incontro e l'antitesi tra industria. e agricoltura. (Noi sa-remo un popolo solo quando risolveremo senza transazioni questi problemi: è la ·nostra rivoluzione). Chi pada oggi -di liberismo e di problema meridionale! La Mon-archia ha seppellito i democratici e la loti:@-politica. I discorsf sui govemi delle competenze e dei tecnici banno, la stessa natura delle prediche sulla graz>a divi-- na e lo spirito santo: valsero a rubarci la costitu,z.io11ee a edific?,-reun nuovo monumento di. paterna teocrazia. Chi yorrà consola.rsi può apprendere alla scuola del nostrn amico Lanzillo l.e varie illusioni ·,deol,ogiche che, eccellentemente nascondono la .verità. L'ant-intellettualismo pare inventato ap-· posta per siffatti casi di dubbio. Lan.zislo professa. invero un'a.rte depa sospensione, dell'indeci&.one ,addirittura stupefacente: chi ha spiegato ta~te illusioni e .tanti miti .si direbbe noll'. comprenda l'illusione elementare dell'azione che, scaturisce a.Imeno secondo ,i;:;a finzione dogmatrca. Perchè do storico quando si ;oonfessa per agire può essere, rea.listicamente, sicuro. E invece il nostro amico a fl_\riadi non <lecìdersi, di non spinge~i sino in fondO nel1 1.inalisi, all'ora dL spiccare il salto re'sta d_all'altra .sponéla. / Prnno GonETTr.. Piero Belli: Pace in fiamme. Romanzo, Torino, Lattes, 192-2. Questo medio.ere romanzett; d'appentlioo è· sofiooa.to dall'autobiografia: .si tratta ò.i una./ vendetta personale contro Mus...-.:olinei iilSiem€: di un'àffermazioue di fed~ .fascista .. Non e.i stupiremo 6e il raécohto si svolga con un-i"-ctì§ìrf 1/6r=:---- tura di coJpi di scena iillpudente, e con una .. leggerezza di ·stile affatto squàdirsta. Ohe gli €sempi di letteratura fascistà siano cosi inesorabilmente insipidi potrà lamentare soltanto chi.. si sia illuso nel sogno dell'epopea per un modesto episodio di sovvertimento delle classi medieDel resto Piero Belli indica motivi caratteristici della psicosi fascista quando nota il dolore-, di ricominciare l'esistenza dopo la guerra. la fatica ~norme di ritrovare il passato, il s~nso irreparabile di separazione da tutta la vita. Le· sue confidenze son9 poco espansive, -ma sfrutta.udo i pa,,;ch~cenni vi sé potrebbero scorgere la genesi dello squadris,mo nel rammaTico del non. austero soldato perchè l'esser reduce non glivale nulla,, e nell'att-itndine al parassitismo del patriota spostato'. Se il fascismo è « figlio dell'intervento e fratello della trincea » nessune>- potrà contestare la sua nascita patologica, la sua. antitesi con una narione Sétia nelle· opere di pace. ~a la piit bella curiosità negli approfondimenti del Belli sarebbe data dalla figura dell'à~venturiero, cresciuto in una stanza. d'alber-- gc, con. l'anima allo sbaraglio, per il qual.e l'amore dlitalia ha la natura espansiva e confidenzia/.e dell'amare per la cocotte (Luruna) a insieme renfasi del flirt con la signorina. romantica ( J oland,a). Ecco scoperta l'intima raE'ionestilistica del libro e di certi costumi della ~-;wva. Italia, se talune spedizioni ,e oonquiste e animosità antisovvers.ive( di piazza sono almeno identicam~nte orgie quanto il fattaccio al caffè e l'ultima· notte con le :voci dionis,rhe dell'istinto in ribellione. Ma di certe patologie postbelliche la ·res.po11sabilità andrebbe cercata senz'altro nel daJ1nunzianesimo. Di prossima pubblicazione:, AUGUSTO MON'.rI scuolcalassiecauna.moderna E' il testa1nento SJJirituale di· un professo,·e che ha dedicato venti anni di lavoro a vivere la scuol:a classica come fattore di mode·r,;i-- tà. Un libro che farà rimpiangere a, molti di non essere stat-i a imparare greco e latino c01n A. M.oiit·i. Pa,rla,re poi delle doti di scritt01·e arg1.,t,oe fine che vi si manifestano ~ s"perf/;110per ~ lettori dtlla « Ri.volmione Liberale > che bene le conoscono,. LlR.E 8 - AT PRENO'l'ATORI LlRE 6 G. I{. !}OBETTI, germte resp<m~abile PINEROLO- - TIPOGRAFIA SOCIALE.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==