La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 2 - 18 gennaio 1923

6 LA RIVOLUZIONE LIBERALE IL. PARLAMENTO A q-u.estapagina forte e serena del P01·tunato ·nerisi.amiodubbiosi se apporre come da.ta ii 1900 o it 1923. • Succede in Italia un fatto. strao1·dinario. Soiza sentimento religioso, siamo giunti a cr,ear.eun pairtito clericale; senZa wi largo strato di lotta di classe, abbiamo alimentato, un grall partito socialisua, quasi dappertutto gli .amici dello. Stato si trovano inuaJ1.Ziavversari dichiarati e •decisi della presente costituzione politica. Viviamo in giorm di dubbio febbrile, e ognuno è commosso meno del ricorrlc dei tristi fatti cui abbiamo assistito, quanto• della oscura vis'ione di quelli cui andiamo u-ecessariamente incontro. Che nome dobbiamo <lare a Ull ril•oJlimento CO<iì nconscio., ma così largo, degli . s1,ìriti 1 Oggi perciò non si tratta più .di un discoo.-so: è l'ora delle confessioni. Che. cosa vuole il popolo italiano 1 Chi lo sa, ohi può dijre con sicurezza di non i'llganuarsi, quello che pensi e che voglia, il popolo italiano! Chi può ,intendere chia.ro in tanta Ba.bete, come nella torre che i figliuoli degli uomini• tentarono cli erigere, migliaia cli anllÌ fa, sulle rive dell'Eufrate! Un gTido solo fo raccolgo, ovunque io vada: « abbasso i deputati ! ». E questo grido, che sino a ieri soltanto i nemici della patria osavano 1-eYare, si stende ogni ,giorno più, acquistandlo forza e valore, assumendo autorità e· consacrazione politica. Su dieci persone, cinque aJ1neno n rispondono: «il paese è stufo d.ei deputati». Chiedete loro degl, autori d'ogni ma:Jej Eccoli, i deputati. « Su vi.a, abbandona.teli a sè stessi, lasciateli che si divertano da soli, che piiecipitino dalla Tibalta alla platea; voi, elettori, astenetevi»: sogghigna e suggerisoo il giornale, molto ben pensante, del capoluogo. cl-ella provincia. E l'altro del oircondari,o, non meno te- .mera.to, lodand ci e commentando la cartolina postale del « Pungolo Parlamentare», bellissimo lavoro d'arte del nostro Petroni: «o non indovinate vòi la fiera allegoria che è in quella maschia figura di aratore, esasperato daU.a tarda, ir:dolente infingardaggine de' buoi insieme a.ggiogatì1 • I deputati ! Abbasso, urrah! - Dacchè: mondo è mondo tutte le reazioni sono incominciate così. Ardua, troppo ardua impresa sarebbe riassumere le ra.gioui per le quali in Italia si è tal.i.to estesa l'avversione contro il sistem·a parla.mentare. Quel che è im1egabi)e, e solo importa, è l'aocerta111ento del. fatto: ossia, che no.i, anzi che scorgere uella rappresentanza che ci siamo eletta la propria immagine migliorata e la propria coscienza. purificata, non vi ravvisiamo ormai se non la fecondazione d,i tutte le d~bolezze, le esagerazioni di tutti i vizi, di tutre le infermità, di tutti i guai di casa nostra. Le, s,,,;tticismo che è il fondo del nostro caratt<,re e che a torto il Giaccsa esalta come l'assen:a, nonchè di pr.egiudizi, di tutti i preconcetti o mealio, come uno spirito critico, un vedere largo 0 e libero negli aspetti de! vivere socia.le, mentre, a parer mio, no~ è, p~rtrop~o, s• non un congenito difetto d1 ogm convmzione · lo scetticismo è giunto fra noi allo stato acut-0: e :non manca -chi consigl.i estremi rimed~: quasi tutti concordano nell 1 a~e~a.-re, che se ne,,li italiani la memore gratitudme per Casa Sa~oia è forte, non è men vero « si aspetti dall'alto l'esempio di una eccezionale energia»,-:- ossia, in lingua povera, qualche cosa _ch_es~m1~ g'.. al « colpo di stato». Le nostre 1stituz1om sono intangibili, meno, a. quanto pare, quella che' più essenzialmente è ~o.stra, ch_e esce da noi che con noi dovrebbe vivere la vita di tuttl i o-iorni di tutte le ore. Cb.e cosa è il Parlam;nto? 'si domandavano ora è poco, due pubbLicisti molto noti, di parte moderata. « La f~ccia ~ meno poche eccezioni - del p~se:a, rll:pondeva il primo. E il second~: «nutr1c 1 ola cr.vsidicorum, come Giovena,1e diceva dell Africa: o non ha esaurito il suo compito anche :in Inghilterra, ov'è di formazione storica e sorretto da una educazione secolare eh.e manca da noi1• Certo senza far teorie di diritto costituzionale la' tendenza piazzaiola di denigi,are il parlarr.~nto, di fronte al potere esecutivo, è prova mrnifesta della scarsa educazione, dell?- ottusa COGCienzadel pa.€6e. E per questo io temo a.SBai dell'ora presente: temo che l'Italia, da un momento all'altro p<Y'oSeassere colta da uno di quegli impeti di impazienza ~ervosa, di paroseismo isterico, in cui una nazione, stanca delle sofferenze patite, creda intollerabJe ogni indugio, e tenti a un tratto. rinnovar tutto, o tornr,,ndo al passato o buttandosi a capofì.tto ndl'avvenire. Nessun pericolo maggiore, per un popolo come il nostro,. che lasci.a_rsi_vin~e dalJ I illusione di estre= subitanei rimedi, ace:- sacdfl d'ogni ma.le il regime che abbiamo, sofo perchè gli uni lo giudicano monco, gli altri e, soverchio od eccessivo. Il problema del parlamentarismo è uno dei più gravi che non solo in Italia, ma dappertutto ,affaticano la mente dei pensatori e commuovono il cuore delle popolazioni: esso costitui.•te un.a. questione di vita o di morte per un istituto. quale- è quello della rappresentanza nazional,, che -gli uomin, della Rivoluzione, nell'intento (E Crear-euna giustizia· che fosse al disopr~. ul!- gb inte~essi;. han creduto, imitando l'Inghilterr'L, avere assicurato alla civiltà moderna. 01;:i sembra non si possano piìi nutri,re tutte le speranze, che avevano accompagnato il primo <;orgere del reg,ime parlamentare nel pontinente eu.- rcpeo, perchè ovunque esso attraversa una cr~:,i che lo hi screditato agli occhi de 1 volgo, cm par-e, a cagiou· sua, di non essere governati;· e Il0n essere governati è com-e vivere in uno stato di anarchia, fuori - come direbbe il Roussea.u -- ,del contratto soci'ale,. L'istituto parlamenti rf', avv.ertono i più, funziona maJe, perchè i; stato mal-e interpretato e peggio attuato. E' venuta .m,eno ogni gt1;arentigia di coerenza ~ rh unità nell'azione del !!overno·. ne,rchè il governo non ha più nè forza nè stabilità; esso è servo dei .deputa¼, i quali, dal canto loco, dipenderne dal capriccio, -dall'interesse, particolare degli eletto1~. Come provvedere! Col muta.r <la far-ma dell'elettora,to, no, certamente: tutti metodi che mirano -~megl1io organizzare il suffragio, come il voto plurimo, il cumnlativo, il progressivo, hanno il peccato originaJe di essere congegni artifi~!osi, i quali contraddicono, più o meno aperta.mente, all'ind·o],, stess, <lei sistema. Non c:è se non una v-ia cli _salvezza: poiohè il vizio ci occulta nella va-ga determinazione de' poteri attribuiti ai ·e01·pi -elettivi, i;~rimedio deve solo corus,istere nel richia.maiè l'istituto ai suoi principi, restituendo alla Corona il dirit-tò effett,ivo, \wn solo formale, di nomina e cli· revoca dei rr,inist-ri. Qu€6ta,, voi sapete, è la teoria predominante nel campo conseryatore, secondo CUIÌ s.i dov.rebbe sostiti,lire al governo di gabinetto quale si è esplicato in Italia dal 1848 ad oggi, l'istituto del cancellie1,e _irresponsabile dinanz:i •al Parlamento.Strana teoria di ateismo cost,ituzionale, appena concepibile in un paese come gli Stati Uniti, ove la responsabilità è tutta del capo dello Stato! Un governo rappresentativo che non sia pa,rlamenta~e? Ma in Fra.neia se ne fece già l'esperinlento, so·ttc il secondo Impero che finl ,a Sedan. Un governo semplicemente co.stituzional,e e non anche parlamentare, come il tedesco e l'austriaco 1 Ma è un sentenziare sulle semplici appa.renze, fingendo igno.ran~, che SE1 in Germania .e in- Austria i governi sono meno .mutevoli, l'azione legislativa non è punto nè più sìcuPa nè più coerente: le stesse difficoltà,' e qualche volta più aspre e•clifiicili. Nel. fatto contìnue.rebbe o no il Pa,-Jamento ad avere 'il diritto di veto sui ministri i Se s1, Ilo;; s'intende qua.le sia l'utilità del prnvvedimento. Se no, ecco in bal1o ~a. TOOponsabilità giuridica e politica ,del Socv:rano•.Bel frutto - grnzi-0 a color-o che pure, da inane a :iera, fanno professione di· ortodossia monarchica!_ Oh, è ben più alto, più profondo 11 probleraa ! Esso, con amore assiduo e tenace, va. ·studiato nella ri:forma dal costume nazionale, nel rinnovamento di tutta la nostra vita mora.le e sociale, di cui la politica è l' apparn1;1zaesteriore. Bisogna ·,i,aidiclr1z~are , pu;rificare l'allima della nazione, obbligandoLa., costringendola .a conoscer megli.o·sè stessa prima, a parlar chiaro cie,po. Niente è più necessa,rio_di ciò. L1unive~- sale dilatarsi degli int1~ghi di stato, osserva il Fe1Taro, la mancanz,a di giustizia amministrativa, la poca s.everità nell'applicazione delle legg;, J'abu~o dei favori e delle prote210m, sono _mali che banno cause più generai, e tormentano g0yerni assoluti come il russo e paesi libe,ri come l'Italia; anzi, se un pa,ese co1ne il nostro è afflitto da questi mali,, le istituzioni parlamentari servono, sino a un certo punto, a temperairne la forza: se_il Padamento non fosse, noi avrem,mo, come 1n Russia, da u4 lato una arr:minIBtra,zioneanche più accentrata, senza controllo, irresponsabile, corrottissima,_ e dall'altro l'intereessione ,d),lle a.manti, de, camerieri, dei ciambeBani di corte, di tutti i grandi funzionari potenti a Palazzo. Il Parlamento non morrà in Italia, solo perchè molti o pochi irivocano il ritorno al governo assoluto. Ma s~ vogliamo che esso non si riduca a una scuola di servitù, e l'elettore e il deputato non finiscano per mistificarsi a vicenda, oosicchè !_'uomo di goyerno speculi su di essi e h domim padrone, dobbiamo attivamente adoperarci a risollevarne il prestigio. La forma parlamentare, sia l? Sta~ él .monarchia od a repubblica,, rimane e nmarra a lungo- la. forma naturale, necessaria'. dei governi civili. E' debole, è malato 11reg,me parle.mentare - che è pure il solo regime in cui 1~ società civili possono, a un tempo trovare la tutela dei diritti, individuali e la dignità della vita sociale! Ebbene curiamolo, mostrando di ccnoscere la fisiologia élel1e odierne istitu1ioni politiche; ossia, che se una virtù ha ~l gove1'JlO rappresentativo è quel1a appu~to d1 nverbe: rare, con efficacia i pregi e i difetti essenz1ah di un popolo, il quale, con cambiare di abiti, non oa.mbia. nè di cuore nè di mente. Ouriar>iolo, perchè non possiamo abolirlo_; perchè anche potendolo dovremmo soffocare la pubblica opinione; sopprimere la stampa, il telegrafo, le ftrrovie; perchè in fine, anche 1~uscendo a disfarci di tutta la storia da cent' anni in qua, noi non avremmo che cosa sostituire ad esso. Tutti abbiamo interesse a rialzarne le sorti, tutti dobbiamo volerne la salda restaurazione, sa ')10-11 vogliamo vedere discendere 11 nostro paese a pa.ii della 'l'urchia o, per altra via, di ·,.ma o due repubbliche ame1icane del Sud. Lasciamo che aJt.ri ripeta le solite scempia.ggini ir:torno al passato e -inneggi alla bontà d:e1re~ gimi paterni, all'autenticità delle antiche ma•_ gistrature, all,s sant,tà dei vecchi costumj, etc. ,etc., tutte fole di gente assolutamente ignara. o perchè ·nata ieri o percliè ba dimenticato, in tutto o in parte, il nostro passa.to prossimo e remoto. Siamo parlamentarmente deboli, per- . cb.è manca tra noi l'elemento JJ1tegrante d'ogm b1wn governo libero; la pubblica opinione, la vera, non quella dei gio,rnali, non quella dei caffè e dei circoli, meno di conversazione, che ùi giuoco e di' mol'moira.zione; e .manca perchè non ancora siamo riusciti a leggere nell'ìntìm.o nostro essere, ad -acquistare quell'intuito delle idee medie proporzionali della realtà, a cui soltam.to, di'ce l'adagio gr.eco, gl'iddii hanno dato una forza in,fìnita di bene. Siamo parlaI"lentarmente malati, e le i'stituzioni rappresentative agiscono tra noi in modo poco conforme al loro spil~to, percbè mezzo il Regno non ha ar:.cora condizioni sociali abbasta.nza con·isponàenti ad esse, e troppo. i gorverni possono ancor premere là per l'appunto, ove la ricchezza e la cultwra sono. più scarse, ove il ooncetto •della J;Lertà è sempre quello delle remote civiltà orientali, ossia, di una esigua mino:ra~za che si imponga., con la violenza o con la frode, alla ·grande maggioranza,. Certo, 11essun pa,,se è più essenzialmente demooratico cl"! nostro, perchè nessun· altro ha più spontaneo il senso d-e,l,l'eguagliallza. Eppure in nessun altro lo spirito democratico agisce più scarso e lento. rerchè 1 Perchè tra noi la vita politica, pl'iva di ogni solida e larga corrente .di opinione pubblica, è erga.nata come l' antica nostra vita lettera.i·ia: sul fonda.mento delle accademie. Or volete che il Parlamento cessi, maoari di essere la massim.a delle n·ostre accade- ;;,ie 1 Non tollerate più che altri lo denigri, e fate voti che dall'alto e dal basso, il più presto possibil,e, si ritorni a.lle sane noirm,ecostituzionali. Tutta l' importanza eccezionale del momento che traversiamo, è in questo appunto. ln questo, più che nella coudanna, severa _e a.iusta. di tutti gli eccessi della estrema Sim- ;tra.. S.e il Parlamento sparisse, se.le discussioni -- deplorevoli fin che vi piaccia - tacessero, chi può garantire non succederebbe la, vera. e propria guerra civile, per. le piazze e per le strade! GrusTINO FORTUNATO, Rassegna Sindacale I Sindacati fascisti, Ricordiamo che il fascismo nato, dalla guerra quale concetto etico di valorizzazione del sentimento nazionale, ordinatosi lil partito., ha der vuto nonostante l'ostentato disprezzo del nume,c; scendere al reclutaniento di numerosi adeptl che •solo av~·ebbero potuto gen~rare la forza attiva. Dopo un primo peno.do d1 1Ilquadrnmento politico ba raggiunto appieno l'inten: to creando un compl,esso di organismi sindacali che, praticamente foggiati ad imitazione di quelli socialisti,, da questi si differ~p.ziano per rno,Jti importa.nti punti programmat1c1. I prlllcipali caratte,~ distintivi son.o d.ati: . dal ric')noscim-..,nlociP-llafunzione 1.;~ono,m1c,, e sociale dell'imprenditore e del capitalista, riconoscim,ento dal quale 'd:i.scendonoovvie conseg~enze nella valuta.zio-ne del risparmio individuale e dei diritto di ptoprietà. dalla coscienza ,cl.i una gerarchia (che si ,,ori:ebbe in massimo grado avvicinata a queìla dei valori morali ed intellettuali e non h utto di privilegi conquistati in virtù di subdoJ<, mar:ovre) contrapposta alle cqmode teoqe equahtc1rie care alla più ingenua d'.emagog1.a. dalla sostituzione di una salda coscienza nazionale opposta al mito iriternazionalista, ma non concepita la prima come fonte d1 odio s1b: bene quale suscitatrice di energie vigorose e di strenua volontà dirette a fini di civiltà in_dignitosa collaborazione di popoli. E' facile comprendere però come, con direttive siffatte le Coq,orazioni sindacali non aVl·ebbero tr~vato largo seguito fra i lavoratori italiani (educati da lunghi anni di propaganda socialista) se quel processo di comprensione dei i'<,nom.eni economici reso possibile dall'assenza di effetti positivi risultanbi dalla politica sindacale rossa (occupazione -delle fabbriche, laveli pubblici per la lotta contro la disoccupazione, cooperativismo parassitario eco.) e da noi già segnalato, non avesse aiutata la formazione dei primi nuclei sindacali fascisti verso d'· essi orientando coloro che della politica ricordata erano in grado cli scorgere l' insufficienza. Tali nuclei ha.innorinforzato con una minoranza composta di veri operai le schiere date dagli agrari e ,d;alle classi medie cittadine le ql!a]i app=to nella difesa del sentimento na1,ionale trovavano le ragioni più intime cli simpatia verso il nuovo partito . In ultima analisi ò stato permesso a questo di assumere, con un movimento, diremmo quasi fatale, una notevole importanza numerica poichè di fronte allo smarrimento dei collaborazio- :r.isti, che pur godevano del sostegno incondizionato dei confederali (il voto di Genova è stato u-i monumento insigne di insince1ità) la •presenza di elementi proletari 2elle file fasciste ha impedito una 1'eazione spontanea degli orgamzzatori (di 'qu.i il successo pu,-amente verbale del fronte unico proletario) e ha reso possibile il prevalere dell'agnosticismo dei d!i1igenti già manifestatosi con ùa denunzia del pattp d'all-eanza tra partito socialista italiano e Confedera.zionf Generale del Lavoro. L' a,vvento del governo fascista b.a creato pe<r J9 corporazioni sirud'acali un notevole flusso di o~ganizzati .Se 11e comprendono agevolmente le ragioni i:p~andosi_pensi che i_capi del-già trionfante socialism.o hanno -assistito agh avvemmenti decisivi della fine di ott_obre &n una prudenza di atteggiamenti veramente strana . Dopo aver di:ffuso nei gregari la coscie.nza della necessioà cli assumere la responsabi,lità del gov,erno dinnanzi ad un movimento che loro tagliav~ la stra.da non banno saputo chiama.i-li a raccolta contro il perico,)o nascente ma hanno procurato cli non compromettersi con atti e dichia.-a.zi011inette onde non ci si dovrebbe stupire se essi in cuor loro ringraziassero i novelli: governanti c1egli odiosi attentati commessi alla libertà di sta.rhpa e a quella individuale (pur n◊ll potendoli scientemente deploirare perchè p1eparati ad esercita.i-e ben più radicali misure coercitiv,e in caso di una rivoluzi,oue di mrurca r0ssa) che li hanno sa.lvati dalla necessità di esprimere senza reticenze un pensiero- che il loro cerv-ello non potea, ·nel disordine lasciato da una annoaa predicazione settaria, formulare. Super.ato il periodo di formazione del nuovo governo ed i1li2iatosi quello di assestamento, gli operai, rimasti privi di ogni direttiva ed ediucat: da tanti pratici iqsegnamenti a solo sperare nei benefici che sapienti manovre di corridoio e tanti disinvolti compromessi so.levano procurare a loro vant-aggio, si accoda.rono e si accodano .ai nuovi trionfatori nella speranza <li a.ssidersi .a no.vello banchetto. Le conseguenze di questi ama.ii r:lievi sono abbastanza semplioi. Ris1dta evidente che il colpo di stato fascista se ha spostate le forw sindacali nulla· ba mutato del loro contenuto spirituale. I nuovi organizzati accettano il nuovo credo ma per l'eno-~e maggioranza dei grega.ri tale accetta.zio.ne non avviene in virtù di una conquistata maturità di pensiero, di un.a, più completa comprensione dei fenomeni eoonomici ~ sociali;- di una più esatta valutazione delle forze che concorrono a crearli, a risolverli, a modificarli, (condi,.;ioni necessarie perchè i•l feru-,ffienoacquisti una profonda e reale significazione) ma solo per l'inveterata abitudine di seguire il più forte onde ottenerne i favori.· !l governo fascista, ripetiamo, è governo che rappresenta oggi potenti mass.e politiche organizzate; mentre si sforza di dar vita a un programma ohe· giudicato secondo i principi informato.Ti del sindacalismo rosso (sui quali si sono formate le menti dei suoi stj)ssi organizzati) vuol essere qualificato come negativo, da ·esse· de.ve tran·e forza costante. Ciò determina una situazione estremamente -delicata poichè il sin- ,decalismo fascista sotto la pressione degh a.depti semi!)r'e più nurne'rosi ma rimasti ldooLogicamente fermi su altre posizioni minaccia di snaturarsi e di allontanarsi dai principi progra.mmatici coi quali è sort-o. ... Alcune affermazioni contenute negli Ordini dd giorno approvati da.! Convegno nazionale della Confederazione •delle Corporazioni S.indaoali tenuto a Bologna il 10 e 1'11 novernbr;, scorso giustificano quanto aneliamo dicendo. In essi troviamo, ad es~mpio, accanto ad UI1apos0.tiva ma: ancor i1D.certavisione dei limiti e c,elle forme dell'a$iooe ijilld.a<:ale, le. p:romes~a. di un'azione "implacabile» contro quegli elementi capitali&tici « che per una dannosa concezione cl.a-ss-istao per mene poJ.it.ic~e non vo~ gliono assoggettarsi alle superiori neoeasità na. zionali » nel quale concetto in pra~-ica 1ìU2> ricntraa.·e e trovare giustificazione tu!;to un prr,- gramma di azione socialista: dall,t imposizione di uD. minimo d!i.mano d1opera 1.!l'0ccupaz!o_"_le delle .cosid,ette terre incolte, dal cocrtcnlb c,i,eraio in tutte le svariate forme pensa.te <la:isuoi assertori, &u su fino all'assunzione d~lL.1g. er;tione industrial,e da parte di ooopera~ive ~o,verizionate, ed ai, sussidi dati ad in,kstrie pe·ì,·0° lauti per garanti.re occupazi=e alle maest.rJnzc, p1·ovvedimenti dei quali 1Si conoscono ora.ma.i tanto l'apparente vantaggio quanto il reale ed itfinito danno. . Il fascismo si trova aclunque dinanzi ad llll fcrmidabile problema: se vi<ol tenere fule al pro.rrra.mrnad. i risanamento dtllct fìna.nza italia1~, dovrà operare ,tna 7,rojoncla (J"(J//>torapida 071era, di ed11.1.-cazione delle· 1nasse I orga.miizzate o,nde dare !'d esse quella coscienza della realtà eco.nol1'llicache la lunga predicazione socialista loro ha tolto sostituendola con un'abbacinante vi~ione di una econoillia associata produttrice della più perfetta ed equilibrata conviven~a sociale. Ove tal-e opera. venga a 1nancare è evidente che il governo si troverà ben presto ad ·un bivio, dovrà cioè scegliere fra l'opposizione sistema - tica e violenta delle forze sindacali e la politica di blandizie che fu la caratteristica dei governi ohe l'hanno 1,receduto nel periodo post - bellico. Nella capacità o nalla incapacità di evilare i drue scogli fatali il governo potrà darn la pr.ova cli rappresentare un movimento ccstrnttivo od un movimento distruttivo della vita nazionale italiana. RICCARDO BAUER.

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