La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 2 - 18 gennaio 1923

8 LA RIVOLUZIONE LIBERALE I casi della Regia Guardia distù.dnw:e i «napoletani, per la tutela dell' ordine pubhco nel Regnc,. Anche i figli cl.cl Settentr10ne, dell-a nostra razza eletta, hanno preso pasaiO'll«peor le opera~ioni di P. S., e certamente le dmnande di isl!riz.:ioneaffluiranno ai D;rettorii dei Fasci. Il prcvvedimento radicale relativo alla. Reg•.a Guardia, e gli ammutinamenb che ne scmo stati la. con....~guenza.,si prestano a diverse ccnsidera- .zioni. 1) - Non è assolutamente possibile distinguere fin dove, nel provvedimento, sia.no valsi oor, 1-e. determinanti delle ragioni tecniciie (un1fiuazio• ne delle forze di pol::z.ia;ecc.) e dove abbia~, agito ra.gioni di risentimento di particol.iri categorie militari o di gruppi politici. Il Ge,i<>- 1ale Giardino, da circa due anni, conduce·.r,t 111 Senato u11a vera <1 oampa,gna » contro la t.}uardia Regia, di cui rimangono tracce nei s1~oid1srorsi e nelle relazioni della. CommissL,110 s~uatoriale per la Guena. Ebbene, il ~erale Giardino fu il presidente della Commissione di inchjesta sul Corpo. E' notorio poi guaii umori avessero gli ufficiali dei Oarnbinieri· per i colleghi della Regia Guardia. Correntemen_te, nelle Tenenze della Benemerita, si des:ign.ava 1a Regia Guardia come la po.Jizia.di Nitti, ecc. Come episidio notevole vale la peua di ricordare questo. Quando, il 4 Giugno dell'anno passato, fu consegnata alla R. Guardia la bandiera dalle mani del Re, neppu,r uno dei generali cli Vittorio Veneto stimò conveniente d·i presenziare la cerimonia alla Caserma del Macao: anzi, non ci a.ndaJ·ononeppure le rappresentanze degli altri Corpi. Fu la consegna della bandie-. r.1 ai figli della terra .. Il solo gene-raie Badoglio intervenne al ricevimento offerto dagli ufficiali della R. Guardia., la sera dello stesso giorno, al Gra11d Hotel. 2) - Vero è, che da pa.rte di certi uomini a' dà certi partiti si faceva il possibile per compromettere la R. G., e imprimerle un certo sigillo politico piuttosto che un altro. Lasciamo andare I~ croniche invccazione cli Nitti, il quale, fra le sue benemerenze, non tralasciava mai di citare l'istituzàone della R. G. C'è di ~eglio. Per esempio - sempre in occasione della consegna della bancli,;ra -, un solo uomo p<>liticovo!Leesprimersi caloircsamente: e fu !'on. Beneduce. Eoco il suo fervido telegramma: " Vl·dssimo è il mio rammarico cli non potere, pe! precedenti impegni che mi obbligano ad assentarmi ~a Roma, intervenire alla consegna della bandiera al corpo della regia guardia, perchè, I"..anc:Lmdocon la mente e col cuore le pagine brillanti di valore, di eroismo, di abnegaz'o• ne edi sacrificio che a lettere d'oro il benemerito corpo ha già scritte nella sua pur brevissima stcria che è un compendio di militari e civili virtù per l'idealità supreme dell'ordine e della giustizia, per la difesa delle istituzioni, della patria e del Re, io mi sento preso da commossa ammirazione per la solenrutà augusta della cerimonia. La ba1J1dierafatidica nelle vostre mani risplenderà sempre di luce ideale per il progresso civile della novella Itaiia. Alla santa bandiera, simbolo vivente della patria e della sua gloria, il mio fervente saluto augurale; al corpo della regia guardia l'attestato sincero riconoscente e fiducioso omaggio >. E un solo giornale dedicava due righe di commento alla cerimollia: e fu il Lavoro di Genova! Ecco quelle righe: .. La cerimonia militare compiuta ieri a Roma ha un significato che trascende quello consueto alle parate d'uso. Il Corpo della R. Guardia è forse, fra tutti i me-zzie tutte le istituzconi di cui dispone il governo per la restauraziolle dell'ordine pubblico, quello che <la più affidamento di fidatezza e di costituzionalità. Il re ha fatto bene a consegnare egli stesso la bandiera: e forse avrebbe fatto anche meglio ad accentuare alquanto di pm le parole di fiducia che egli ha pronunciato n;;p,,tto al Corpo stesso , . Valeva la spesa di tracerivere telegram.m,a, e c?mmen.to, no7 Sono due documenti di ingenuita che potranno dare qualche lume a chi avrà voglia, di qui a vent'anru, di studiare la psicologia della classe dirigente battuta ;,ell'ottobre 1922. • Il più bello è che il periodico • Sicurezza Pub- ~l,ca e Corpi Armati~, che è, anz:i era, un po' ,!_portavoce deHa R. G., ifetf,ntava come segni di gmstò nconosc1mento, quei due singolari docum<enti. Non pensavano, i pcveri compilatori del periodico, che gli elogi dell'on. Beneduce e del Lavoro avrebbero puzzato troppo per le nari del generale Giardino! . 3) - Quale fondamento avevano queste prevenZlOllipro e contro la Guardia Regia! • • E' indubitabile che, nel periodo della gazzarr~. TtJaE6lmalista ,la G. R. abbia wpportato il Pì" forte onere per la difesa dell'ordine pubblico. La cagnara dei giornali wvvenrivi era wpiatutto diretta contro di essa: lo stolto Scalarin.i disegnava le guardie regie camuffate da tj. gri, da iene, ecc.: i pochi reati di folla commessi nel!" grandi città, come a Milano, furono commessi sulle persorlé cii Guardie Regie. Ma tutto questo non valse a fare " armonizzare , i] cori'" _della R: G. e-on le nuove tendenw e organi1zaz1on, poht:cbe. Il fatto è che le deficienze nel reclutam€nto esis~vano, gravissime. . L_a_prima consi~t•va nel fatto che quasi tutti • 1 m1ht1 e graduati del Corpo provenivano dalle Provincie meridionali. L'Italia fu l'unico pae.se europeo ad avere un corP? di P. S. reclutato soto in qualche -regione, rion su tutto il territorio. Nel 1919-20, 1 difensori armati dell'attuale regime, n<>llecitt(I. dell'Italia Settentrionale, e-- rana solo pove,~ dia.voli <l~ pugliesi e d·i basil:sclll, vestiti d& Gum·di,a Regia. Gli italiani del Nord, della ra.zza superiore, o fa.ce.vano i bolsctvichi, o erano sman·iti e disorientati. Ma un oorpo di polizia mclitare esclusivarr.;,nte meridionale è, nell'Alta Italia, condannato ad ess.ere considerato oome un corpo di sbrri. In questo, tutti i figli ò.ella u dinamica e i1,dustriosa » Milano, della « pulsante • Genova, eccetera, sono d'accordo. I social.i'sti faceva,- no infatt,i delle elucubTazioni sulla miseria del n1ozz'ogicirno,che ccstrllige i proletari meridionali a vendersi, a,d arru.oki,r,,i m<>rcanti al servizio d'ei capitalisti per sparare addosso ai frate !li « più evoluti , del Settentrione; i non socialisti non si fidavano di questi\ napoletani • d,elLa.GuaJ.'diaRegia e in cuor loro riconosceva.no molto maggiore dignità di uomo in un o.peraio organizzato e scioperante, che in un muso nero meridionale che ha messa la firma. Il primo aspetto della d'ffidenza che circondò sempre la Guardia Regia è quello di una odiosissima questione 1~egioua.le. . 4) - Un cos-po a.rrnato di P. S. recluta.to nel· j\,[ezzogiorno non può avere quelle qualità di prestanza Jisica che concorrono al prestigio dj tutte le formazioni militari - poliziesche del mondo, siano la Garde Republ-ica.ine, la Constablé'ry a.nwricana, o gli stessi Carabinieri di ant-eruen·a. • Le Tegole di idoneità fis:ca.per l'assunziont: nel Corpo erano le stesse che per l'es<>rcito; il conc<>ttodi corpo scelto era· stato completamente e]iminato, appunto per la necessità di avere una la.rga affluenza di arruolat; dalle provinci,e meridionali., li> sole che offrissero postulanti. Ora, le qualità fisiche delle reclute meridionali possono essere sufficienti a dare dei soldati pazienti e tolleranti, ma non possono conferire molto a un corpo armato di P. S. Bastava vedere sfilare un plotone di Guardie Regie per conviÙcersene: stature tutte defici•enti, spe<so tipi assolutamc>tte cachettici. L'impoµenza fisica ha una importr:nza enorme nel servizio di polizia armata, iÙ piazza, d!n_anzi a folle indecise o turbolente. Noi, in Italia, cont,inuiamo ad esaltare lo spiritJ_ di legalità degli a.nglcsasoohi, il rispetto, arc21la popolarità qi cui godono i policemen, e c~utin_Wamo a di,:,.eche è tempo anche per noi eh fimrla co!J.a nostra poca considerazione per l'agente dell'o-rdine. Sono tutte belle cose ma si tralascia di agg~ungere che il 1JOlicema11- ~mericano è un sacramento grande e grosso, che è p.mnto e idoneo a far fare a qua.Junque 1·ittcoo la figura che fa Fortunello nel Corrier< dei P.icccli: ·a. chiapparlo letteralmente pel collo e portc.1·!0d1 peso in guardina. Anèbe la Garcle rrancesc· e la S,ichereitopolt~zei prussiana hanno come militi degli elementi fisicamenie scelti. E' ir.utile: la popolarità e il prestigio in piazza sarr.r.no s&mpre per gli uomini grandi e grossi: il pepalo d•New-York, quando in maggio·, la Newy orke,· Constablery fa la sua grande parata in Bro~dwa~, applaude ai 12.000 uomini più ben fatti e pm gagliardi della Metropoli. Ad aggravare, da questo punto di vista, le defic,enze delle Guardie Regi.e, si aggiungeva flllli-. forme quanto mai infelice. Basta dire che è in panno grigiof-verde 1 5) • Le oonseguenae di _;U/:estameschinità, cli q_1:estamancanza di v1goria fisica e di prestanza s1 «percuotono nel comportamente della Guardia Regia fo servizio. I ricstri corpi armati furono sempre~ pjù inca,paci alle colluttazioni, e i più prc pensi alla sparatoria. Non conoscono via di mezzo: o si lasciano insultare dalla folla oltre i limiti del_sopportabile, o spara.no. I volicernen nordamencano e inglese sciolgono con la forza asse_n.bra~enti rninaceiosi, senza sparare: a suon d· Pfgru e di legnate. Possono farlo percbè ne hanno la idoneità fisica. La R. G. presentò al ma&S'tD1ogrado il canattere della polizia italiana: essere la meno rispettata polizia del mondo e insieme la più_impulsiva e micidiale n,:,lla,rep:essicne. I Ill.lht1 della R. G., senza una netta supt~iorità fisica, ~nza prestan~a, senza prestigio, fimvano necessanamente per brandire il mos~h~tto, e far fooco: La reazione della paura. Cosi sucaedette in Via Nazionale a Roma contro i dalmaiti e nazionalisti, così a Parma contro i faa-isti. D;re in ba,;e a questi fatti che la R. G. eu: acce.,caibilea suggestioni sovversive, è ci-etino: appunto perohè è cretino, fu detto e ripetuto. Le suggestioni cui la R. G., come sempre 1 corpi armati cli polizia, iLali,1.11a,ndava soggetta, erano quelle dell'isolament,o e cl.cl timor panrno. 6) -. Stando così le condizioni della R. G., il s~ SCloghmento poteva giust.i<:ar.-ianche prima dei rooe,nt1ammutinamenti. Solt,anlo che non c'è da illudersi: le rondizioni per un reclutamento migliore, nel Mezzogiorno, non csi6tono. So il corpo dei Carabin_ieri -accoglierà quegli elementi, quasi tutti meridionali, che fino al '19 affiuirono H<>lleGuardie di. Qnc-stura, e poi nelle R. G., ccme relez10ne fisica ci scapiterà. . Vero è che con l'ist,ituzione della Nuova MilJZia nazionale pare che non sia più necesaario 7) - Dcl che non avremmo che da ra.llegrarci, se non ci dok,sse una cosa sola: che questo àhbc-ndante reclutame,nte di tutori del! c;rdine pubblico n<>ISettentrione sia stato possibile sono in un periodo di la.rga disoccupazione, ed abbia provocato, come misura prepaJ.·atoria, il licenzit1mento di circa ventimila meridionah conoedati bruscamente e rimandati al loro pa~e. U~a delle poche industrie locaLi fiorenti nel Mezzogiorno era quello ... di andare a f,a.re,il questurmo nel Settentrione: ed ora pare che anche questa forma di attività s=.apreclusa ai disoccupati pugliesi e basilischi. La prima vasta riforn:a del governo dell'on. Mussolini è quella di rendere disoccupati circa v.e11timila meridionali che si guadagnavano il pane in Alta Ita.lia., per impieg~re al loro pesto altrettanti e più s-ettentnonalt. 8) - Il governo, come è noto, proibì la stampa. di ogni versione diversa da. quella ufficiale, cir~a gl_iammubiuame,1ti delle Guardie Regi;- c10e dei disoccupati. Le tipografie elisi giornali ebbero visite notturne di Commissarii d,j p. S. che controllrurono-sulle prime copie tirnte, il testo del comunicato ufficiale, esigendo che fosse pù bblica.to così, senza nessu~ aggiunta. Tutti i giol'nali, molto giudiziosa.mente, si astennero dal protestare: posto che della libertà di stampa il pubblico non sa assoluta.mente cosa farse-- ne, i giornalisti sarebbero µ10!to sciocchi ad a.ffr0ntare sequestri e peggio. Nrui. riteniamo dunque notevole il silenzio su questo argomento. Ma si tacque anche sul resto. Nepp':1"e una voce, in tutta la stampa italiana, ha <:hiesto dove andoranno quei ventimiila giova,.. ncttI mandati a spasso. Non andranno certo ~ la,~or,are: lavoro non ce n'è. E' probabile che ess• cdfrano largo materiale di reclutamento, alle bande locali. meridi.onali, che, sotto designazio" n1 di fascisti, nazionalisti, ecc., si vanno forrma.ndo. . Può esse,re del resto quell'unanime silenzio dei giornali si spieghi co,;_il fatto, che si trova perfotta~ente _giusto licenziare i «napoletani» per 1mp,ii>gare1 settent,;onali. Nel qual caso, esser.do tutti soddisfatti e contenti - tranne si ca.pisce, i licenziati - non c'è più nulla da' osservare. • e PEnSIERO F R SCIST R. UMBERTO F. BANCHELLI: Le memorie di un fasoista - 1919-1922. Edizione della Sassaiola Fiorentina, Firenze, 1922. Al-ritratto dell'autore che orna il volume pooo • rnsterebbe da aggiu:llgere per averne completa. 1a b'.ogra.fìa: _parendo a noi che lo sfoggio audace d1 medaglie militari· definisca. i confini della sua spiritualità assai meglio che un elenco di testi o. la descrizione dello stile. 0L'istintivo richiamo per rozze somiglianze, al capo primitivo di tri~ b?, ~ato. di fisica esultanza corrugata e di p1a.cevohba.hsmani, non si smentisce nella narrazione vivacerrnente Purocratica, inesperta e palese. D documento ànteiressa in modo singola.re se appena si guand,ano le cose ad ll!la certa lontananza, sì ,c,he_prendano il loro rilievo quasi Umberto Banchelli fosse un nuoYo vassallo del nuovo re, illetterato e bellicoso come Teodorico, feroce come Alboino. Ma egli terrebbe più dehl.a rozzezza di Paolo Diacono, che della felice erudizione di Cass:odoTO; derivando il suo rispetto' per Prezzolini e per Soffici dall'indulgenza costante nei due amici verso la spensieratezza avv-<:.nturosa,e talvolta persino verso i nuo-vi barbari. Chissà ohe il nostro caro Ardenao non offra volentieri la sua allegra malleve;ia alle invettive del B. contro le dottrine • dell'ebreogermanico Carlo Marx, ovvero di Mardeoa, poòchè era questo il suo vero nome che si era tolto per essere dalle folle ignoranti de.i suoi tempi a?"lamato e creduto,. In verità solo il pervertimento del senso dei valori nei momenti più notturni può spiegarci le metafore marinesche dell'umile cronaca dove per la battaglia elettor~led!i. Firenze si attribuisce al fascio il còmpito di C<pmpedireche otto secoli di arte italian" e di saorifìci cittadini potessero esser lordat,i dall'effigie del russo asiatico ebreiwato Lenin ,. Del resto l'ambizione letteraria del rozzo cror.ista chiama candidamente a riscontro la fiorentina età dci • guelft e ghibellini> per la ripresa sassaiola. Le seduzioni estetiehe del falso primitismo sonD in rrurte u11 trucco conosciuto (n.on è vero, Soffici1). Ora in poliLica ci cade anche Fernando Agnoletti, che dunque visse indarno i suoi anni nella libera I nghilteITa. Ma non giova sprecare metafore di troppo lusso per fatti che wno tanto banali e cotidiani. Nel fascista non si trova poi se non di r-ado il rispetto del barbaro per la sapienza che gli è negata, e certe religiose venerazioni crescono male nel cuore monotono del goffo guerriero di mestiere. La cronaca dei giornali parla con più precisione della contraffatta baldanza cli generali e deputati , minorenni>. Anche in queste me,noi·ie le idee si direbbero (volendo indulgere al linguaggi.o e agii a:ff.ctt.1gastronomici rimt'SSclin uso da code-.:;t1u1coh:;1)pcco dtge·nte. La venerazione e la profezia del1'1La1ia cattolica, il plauso alla monarchia assoluta, la paura degli ebrei e della plutocrazia, le proteste-contro Mussolini che non vuole le industrie di Stato descriv.0110conclusisivamente il candore di certe albe spirituali. Si vorrebbe raccogliere di delica,ti fioretti tutto un. flo1·,legio. "Ormai tutto questo dilaga,·e di partiti ha fatto ooncscere quanto occorra por fine ai partiti stessi e ridurli numericamente ?naga.ri ad uno solo» « E distruggi>re fino al possibile i tlialetti e n<?npermett.ere la stampa in dialetto che fa alimenta.re lo spirito di campanile, «Non vi può essere che una potenza cattolica, non vi può eesere che Roma, che un dì si possa decidere a scacciare ì turchi dall'Europa e ridare al tempio di Santa Sofia il significato cristiano per cui esso sorse• «Guai a colui chi>ardisse toccare le sacrosante oonq u.iste economiche proletarie ! Se :dbvrà sorgere la vera e reale monarchia essa dcvrà essere per mezzo del suo Re re&ponsabile il padre austero del proletariato•· TI d:iscorso potrebbe farsi ,più severo se èi queste innocenze ~i chiedesse r~.gione ai tutori legittimi e responsabiili. Allora la critica moralistica del B. alla democrazia si dovrebbe defluire la eiusta ribellione inso-lente dello scolaro rnaledu~ato al maestro insufficente. Invero perchè non consi1d!erarecon profond,a pietà, questi ra-· gazzi spostati che dai padri democratici e dagli eventi avventurcsi poco poterono apprendere fuor della corruzione dei costumi ! Anche il fascismo, come tutte le infanzie, ha per noi le sue pencse giustificazioni, come quello cui meglio si adatterebbe il confessore o il predicante che il maestro di politica.. Crebbero svagati trovai telli nè alcuno insegnò lm-o qual duro noviziato attenda l'artiere delle sociali 'contingenze. Nel gioco diella guerra si riconobbero una precocità viziosa. Oggi la sicumera del barba.ro cela soltanto la paura, nè lo spirito aperto assiste la generosità, anzi la spavalderia alternandosi con l'obbedienza mostra l'esaurimento dei nervi, la povertà di irubizione, la decadenza della razza. Il futurismo sarebbe stato dunqui> l'annuncio ebbro e sconsolato. cli questa fondamentale aridezza interim·e. Si tratta di sostituire al bastone tedesco il pugnale fascista (pag. 1,76), di affidare altrui l'esercizio della propria libertà. Di tali rinunce resta parimenti infirmata l'analisi. In ~litica l'antidemocrazia segna un ritorno nostalgico verso lo stato paterno; in critica i procedJimenti sono metafore come negli alchimisti. V?lta per volta servirebbe, in luogo della pietra filosofale, a spiegar tutto la plutocrazia non conosciuta, o l'ebreismo, fantoccio di nuvole che mille venti ingrandiscono, o l'arrivismo di chi tiene i primi posti, o i1 commercio e l'industn ... a. addirit.tura. Il libro di B. è pieno di deplorazioni per la mancanza di tascisti galantuomini, e c1i domande maligne sulla sorte toccata alle finanze del fascio. Nelle crude lotte intestine vi appare legge d'accusa. di ladro contro l'avversario politico. La nostra memoria non è tanto vigile da rimettere in corso certi pettegolezzi, ma il giudizio sarà ben pronto a cogliere il siguificato storico di siffatti caduti costumi. Nessuno si nasconde le naturali preoccupazioni per la rinuncia alle più element~ri dignità, chè l'immaturo spi. rito del fascismo sta_proprio nel non saper destare neanche il rispetto per il mestiere. Il ricorrere ai miti invece che all'esperienza, il considerare antipommfioamente le realtà complesse della ccmtingemza, indica senza ;,J pudore clell'infingimoo.to il suo sempl:icismo. Con la stereotipia di una disciplina si -vorrebbero ripa.ra,re le defi.cenze ma non si osa far nascere l'ordini> del libero disordine. bo spirif..o d'avventura rion riesce a. scoprire la tradizione e i la.ci sulle degenerazioni morali non :intendono che fuori della lotta politica manca il criterio del rinnovam<)nto etico. Insomma il progettiamo, l'odio per l'iudustria e il commercio, le sfrenate ambizioni, la nessuna esperienza t"COn.omica indicano nel fascismo, aggravate, le stesse malattie dell'Italia immatura. Ogni noviziato fu escluso: i guerrieri sono per atavismo presuntuosi e megalomani. Le responsabilità di governo ormai raggiunte non impediranno nella discontinuità degli uomini e dei pensieri la minaccia pretoriru1a.sempre rinascente dell1interregno. Riconosciuta vilmente l'urgenza del tutore come salvarsi dalla turba infinita dei candidati 1 P. G. Sullo stesso argomento che i•l nostro Bauer ba voluto trattare in termini freddamente tecnÌci pubblicheremo nel pTOesimo numero: UBALDO FoRMEN'rINl: Uni'tcì e oenu-chi~ sindacali nello Stato Jo.,cista. .Yel munero 38-39, nella lettera a 1'rezzol111i di .I. di Staso ,,,..rnnerosaltate alcu11e righe per 1'rrnrf fi7wgrafico. _y e chiediamo 1venia 111l 1 mt- ~orf Nl m; lettori. G. B. GoBET'rI, gerl!A'/,teresvonsabile PINEROLO - TIPOGRAFIA SOCIALE.

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