La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 2 - 18 gennaio 1923

Ricodrdiuiitpaiemontese L·a,ulore delle Memorie gui ra<icolte non fece professione di studioso e di scrittore. D'a quando, giorva!llissimo laureato, verso i vent'anni, ritornò dapo il compimento della pratica foi-ense nella su,; Dogliani ed ivi si dedicò alla avvocatura ed aJ. notariato, Francesco Fracoh1a ern qivenuto l'uomo in cui tutti, poveri ed agiati, ccntadin.i e ìiego,zÌanti, proprietari e artigiani avevano fiducia ed al quale rico,rrevauo. per ocnsigli-0. La reputazione di. lui come consigliera nelle faccende difficili si era formata prestissimo ed era contintLa.mente cresciuta. I suoi concittadini lo vollero anche consigliere comunale, as.5essore,s~daco e consigliere provinciale. Eol che avesse voluto, avrebbe certamente seduto in Pa.rlamento; ed assistii io al rifiuto netto che egli oppose all'invito a lasciarsi presenta.."" candidato che gli veniva da chi era stato e ridiventò uomo potentissimo nella vita politica italiana. Non che egli stimasse poco gli uffici pubblici; ed in. quelli a cui fu chiamato JJOse ou.ra grandissima e diligenza somma, badando soltanto all'interesse pubblico, non alle ir~. ed ai piccoli interessi dei pa:rt,iti che sono tnh·olta Yiolent<>e potenti nella vita dei minori ce,ntri rurali. Ma, forse s,enza averne fatto un _programma conseguito di vita, egli sentiva che la..sua 1nissi-oneera un'altra: quella di essere il «11otabilen dei luoghi dove era nato e dove aVeva trascorso l'esistenza; l'uomo cioè che la fa1na pubblica rìoouosceva, senza contrasto1 come colui a cui si ricorre-va per consiglio e per guida nelle vicende private e pubbliche intrica.te,. i.11 quelle in cui sommainente importava cht: la via da seguir-e fosse chiara e retta. Era pt.r me, ragazzo, nell'età in cui si comincia a -pensar.e all'avvenire e si rimane spaventati dalle diffico-ltà, di persuadere altrui a considerare l'opera nostra come vantaggiosa e meritevole di essere richiesta, argomento di stupore la folla di gente che ingombrava l'anticamera, del suo l.rfficionci giorni di mercato, di fiera e nelle domeniche dilungavasi lungo le scale fin quasi su h piazzetta raccolta. Non stupii più, quando- -seppi valutare le ragioni del gran concorso. Ri- ·ce,-eva i clienti, ritto in piedi dietro lo seri!,. toio, nel vecchio studio, a centine basse e rac- -colte, aperto verso il cortile che sapeva di a.ntico e da cui scorgevasi la torre dell'orologio e -qi.:.ellamozza del Castello, adorno di c=e stampe, che ancora mi restano negli occhi, di rac- ·••@oHdei giu,risprudenza e di libri di storia e di 1etteratura. Ai contadini, che tutti conoscev:1 di persona per miglia e miglia all'iI;tto,rno, ·ir.dirizzava la parola col tu famigliare,; e fattosi spiegare il caso., breveni.ente e con rapida -parola, dissuadeva dal litigare ed indicava il modo ,di sciogliere il nodo che li infastidiva. Se richiesto di prestare l'opera sua di notaio, prendeva appunti mentre le parti gli esponevano i ,casi loro in confuso e con reticenze, come uSé!-noper lo più i rustici; e quando esse ancora credevano bisogna.....%dei spiegazioni, egli aveva giiJ pronto l'atto, che chiariva nitidamente le :ir~tenzionidei contraenti e, lettolo rudalta voce, lo dichiarava perfetto. Ad ognuno, a.nche importuno, che venisse da lui,'- aveva la risposta cortese ed aggiustata; siccliè tutti dipartivansi ccntenti. Ai bisognosi non chiedeva la mercede ,dell'opera compiuta a favor loro o del .consiglio dato; e coloro che poco poteva.no pagare, sape,va.no che non perciò sa,rebber~ stati consighatifè serviti con minor zelo dei più fortunati, Perciò la folla semplice, che può wrrere dietro, pe1' amor di novità o per 1:gnoranza, ai facili promettit-0ri, ascoltava lui quan,d:o trattavasi di ,cose:serie; e grande fu la commozione che pervase gli animi all'annuncio della sua dipartita. Era nato in una casa dove tutto raccomanda va il culto delle cose .antiche e delle austere tradizi~ni j la madre sua operosissima., che io "idi sempre affacendata fino al giorno in cui -rinp_rovvisam.ente si spense, il padre che conser~ v~v.a religiosamente rico,rdi ed oggetti, fin nelle stanze da magazzino e negli_ alti sottotetti, ove i nC1Striv,ecchi •recavano i panni ad asciuga.re al sole ed all''aria, i mobili famigliari a più ge.i:e:ra.zioni, i soffitti a travi di legno, che per le nostre coTSe fanciullesche traballavano, tutto nndeva severa testimonianza delle abitudini eh: vanno spegnendosi della vita provinciale p'<·mc.ntese d-el settecento e della prima metà ddl'ottocento. Noi con l'insolenza inconsapevo1e dffi bambini e dei fanciulli, indirizzavamo la parola ai vecchi nonni col tu; ed essi sorridevFno a noi che usavamo modi famigliari e rum.o.- rosi che la vecchia casa non conosceva. Ma i nostri genitori non mai salutavano e parlavano ai nonni se non col lei che era segno di rispetto e di devozione. A tavola, soltanto il padre e la r.iadre stavano seduti; perchè i figli, finchè non gil111Se.to ad essere giovani fa.tti, sempre facevano corona ritti in piedi ed in atteggiamento composto,. Parca la mensa, limitate le ricreazioni al ,gìardino-, rare le passeggiate, solenni e ricordate a lungo le gite in campagna, al momento della divisi.on<>del grano e della v,endemmia. Si seguivano le scuole del luogo fino alla nttorica ed all'umanità, di cui Dogliani era dotata per munificenza napoleonica. E poi i f<g!;sciamavano a seguire le tradizioni di famila LA RIVOLUZIONE LIBERALE glia, dove si ricordavano i nomi dii avi e proavi, medici, militari, avvocati, magistrati insigniti di onorifìcell7,e e patenti, un tempo largite pii, rarmrnente d'oggi. Queste che io osservavo nella oasa avita erano 1e abitwctini universa.li della borghesia piemontese per gra,1 parte del secolo XIX; ed in una epoca in cui gli spostamenti sociali non erano frequenti, si comprende come quelle abitudini formassero una classe dirigente che lasciò tracci,. profonde di onestà, di capacità, di parsimonia, di devozio,ie al dovere nella vita politica ed amministra,tiva del Piemonte che fece l'Italia. La formazione di un ooercito saldo, tradizionalmente devoto al Re ed al paese non si spiega se non si ricorda che i rappqrti fra i soldati e gli ufficiali erano la prosecuzione di quelli che, nel borgo nativo, intercedevano fra gl; a,ppartenenti alle classi sociali da cui soldati ed ufficiali provenivano. N'on v'era do11Da di ca.1npagna la quale passando nei giorni di mercafo o ,c1i fiera sotto il balcone della «signora Felicita » non la salutasse ed a cui la nonna non chiedesse farn_igliarmente notizie di quei di casa; e così° quando il figlio della contadina ed i1 figlio della signora si incontravano al reggimentd, l'uno com,e reclUta e l'altro come ufficia.le, erano già stretti tra di loro rapporti di rispetto e di famigliarità. Pareva naturale che d.1 certe famiglie uscissero fuori professionisti, impiegati, servitori d<>lloStato. Stipendi, anche per quei tempi modestissimi, erano ricevuti ser.za querele e senza dispregio, chè si guardava aU'uffi.cio coperto come ad un onore e ad un dovere. I nonni non dubitarono neU'accordaxe la mano della maggiore, delle sorelle di mia ma- ,cl.i·,,ad mi distinto professore neHe scuole di rettol'ica del luogo, che fu poi preside di liceo a Vercelli ed a Torinr, sebbene a quei tempi il suo stipendio si aggirasse forse sulle mille lire ali' anno; chè i bisogni era.no pochi e pareva onorevole un ufficio il qua,'.e culminasse in una pensione di duecento lire al mese ed in una croce dei Santi Mallf:Wioe Lazzaro. Quella borghesia provinciale po--.,sedeva,insie> m,Ì coi «particolari, contadini, pa.rte cospicua del territorio comunale,; ma poichè erano molte le famiglie, le fortune eranò aaGai modeste; ed ere reputato ricco colui il cui patrimonio andava sulle 100.000 lire. I fondi erano tramandati di generazione in generazione; ed erano ricordati e riprovati i pochi casi di v@clite volontarie. Quando il nonno, per il succedersi inopinato di anni funesti, a causa dell'imperversare dell'oidium, all'agricoltura, e per fronteggiare le, spese della educazione dei figli, dovette vendere a prezzo non degno i. due fondi aviti, grand,e fu lo strazio in ca.sa; ed io ricordo di aver visto occhi gonfi cli lacrime, anche a lunga distanza d'anni, non tanto per il danno economico, quanto per la perdita della terra clìe portava il nome della famiglia e con essa s'era qcasi identifwata. E come si rallegrarono i nonni quando_ videro il loro figlio amato e stimato da tutto il paese, investire i suoi risparmi nell'acquisto d·i un'altra terra, a11e cui vicende ia famiglia poteva ofama.j essere nuovamente raccomandata! L'uomo, la famiglia non si concepivano sradicati dalla terra, dalla ca.sa, cl.al comune; e sono questi sentimenti che paitOTiscono anche l'attaccamento e la devozione, olla patria e lo 5pirito, di sacrificio, in cui soltanto germoglia.no gli Stati saldi. Lurnr EINAUDI. • (1) Dalla prefazione inedita ad un volume di Memorie sulla· storia di Dogliani di F. Fracchia in corso di pubblicazione per cura di Luigi Einaudi. LR RELIGIOSITÀDELL'IRRELIGIONE P1•esentiamo qwi 'u,nsaggio del nuovo l,ibro d-i G111,seppePr~zzolìni: ·ro oredo, il 1A:bro in cui egli 1-iassume il sigmficato ideale della sua attività cliscutendJ.onele premesse e le esi,qenze nella cris-i del pensiero co11,f,empo·raneo. Il lettore s·i avved1·à che q•iiesto è il primo libro in cui la fig.z,ra d-i P1•ezzolinì scrittr;;·e e pènsa.tare può esse.re colta. intera nei suoi limii,t,ie nel s"ttofascino vig__oroso. Il libro può esser 71renotato presso A. Pittavino e C., P,i-nerolo. Il po·o-bl~a ,urgem.te e centra.le mi è sempre p.crso quello della, Religione, per noi che non poesiaano pi<ùaredere alle Religioni. Io sento che 1'insufficienza delle nega-zioni razionaListfohe, non ci può far.e abbracciare la soilt12ionediminutiva proposta da Gentile.J·e vi è stato un pro-, gresso nella mente umana, questo progresso deV3 manifesta.rei anche nella -0iviltà. No.n si può di~truggere nel pensiero, senza v.olere distruggere anche n;,i fatti. I filoso.lì che sono cosi coraggiosi nelle t001Tiev, si. dimostrano conservatori di fronte@lle realtà contemporanee. Noi· voglia- = che la filosofia abbia delle oonseguenze. N~n possi.a:rp.roassegna-rei a una filosofia che non modifica il mondo. A me pare _che tutto il mondo stià affermando- le nuove religioni, che sono in fondo una sola: la religione dell'uomo. L'umanità si avvia a nu◊Vi desti1ri. QmJohe cosa di pl!ofond<> è sorto, quando cadde la crede;nza ,in un Dio esterno a.JI'uomo. Il OristiaJ:Jesimo - nC>ll soltanto nelle sue forme storiche, cattoliche o protestanti - ma nella sua etica stessa, è insufficiente allo spiJ.·ito inoderno. Noi non possiamo più dircl' sincera,mente ci"li-stiani.s,ebbene una parte dell'uma.nità llon lo sia ancora e ·debba far molto c~mino per giungervi. Il cristianesimo ci è insuffici<>ntep<>r,ampiezza e per profondità. Che cosa resta più di cristiano a noi che non rigettiamo il peccato, non sentiamo il bis·ogno de11a Redenzione, non accetbiamo il mito d,eHa ResurreziKJne1 Il peccato lo accetti a.mo oome parte neoessaria..1d!eJlav.iJta-e della aziorneumana; la redenzione non spwza più per noi la storia umana in due p.rurti;il divino non si inserisce più in un so.lo uo~o e in un solo istante 1na.ci pare' pervadere tutta la storia .lllllana, tutte le figure um,~ne, tutte le forze-umane. Di fronte a. questa convinzione più larga e profonda, no~ sentiamo cli non resp:i,r,arepiù dentro il cristianesimo, che ci pare infantile. Per gli uo,m:i!lliche venriero p1·ima dii noi -' e èoutinuano ad es.sere n0stri contemporanei anacrollistici - Dio ern al p:-incipio; per noi1 Dio è alla fine, }Jlff espri- ·merci gros:;olaiiamente, della storia unL1-:..1Ea.ssi si sentivano d.iuninuiti, noi ai sentiamo 1n. ?~~- erescimenrJO Il nci;tro è un punto di vista del quale la Religione cattolica ha ragione d'avere paura più che dell'altro. Naturalrnente ciò significa non ac6ettare i Lamenti e le m;alecl'i;zi-0,nli;, prof,ezie e le geremiadi dei turbati dalla crisi moderna, crisi di pensiero, o di azione, di fìlosqfia o d/1 guerra, di regimi politici o d,i sistemi economici. Là dove gli altri vedono ool,tanto rovine, noi però indoviniamo già il sorgere di un nuovo mondo, che, appunto perchè tale, non si prepara in pochi giorni. Fedefi .al concetto che la guerra è· manifestazione d''u-m~nità, ~oi possiamo comprendere la guerra come ·uno degli aspetti della lotta e n<>llostesso tempo lavora,re per i te)llpi nei quali la gu-erra, in qua.nto manifestazione di lot,ta, sa,·à. fa.tta ta<iere, per lasciar posto ad altre eruu1aZi.!o-unmi ane. Il mondo nou finisce; esso è appella comindato. Pochi secol;i di storia ci sepùrauo da stati inferiorri dell'Ulllanità e basta gir.cre inton1,0 lo sgu.crcLoper vedere che soltant,c in poche isole, foa.-se'111pochi i.ndiv:idui, v'è la pienezza dì coscienza ,dei tempi raggiunti. Chi è che dice, il nostro tempo manca di fed&: cOiStuiper certo nulla capisce deglci uomini e della vita oontempora.nea.. Anzi da qual.!do si è chiusa la guerra, si sono aperte le cateratte della fede; e non furono tante Le epoche che 6eppem credere come,questa. Basta vo,lgere lo sgua,·- do intorno a sè e si vedrà un fiorire e rifiorir-e tÌl fedi, un credere facile, un asserire frequente, ui-:0 spera,1ie folle, un attender messiani·co, ·un cummuoVersi rap:id~ un giurare i~1 i,erba magi.- stri, un _predirei~:mza d;filéoltà, un intraprender-e senz8- scr-epolatura di dubbi, un prJJdcar :-.r:,nzraisparmiu, un condannare senz-a <:c-ruµoli, UH mandare a morte senza dis.cussioni, quali di 1·a1dlpoos.sono .avvel'l8!J.o1o3ni eguale m~su1:anella storia In nessnn Wlnpo: rie.i rr:odf'lni a]mfno, si è data fede si,ffatta, oome nel presente, a doC1·,m-entfialsi e a persone dotate di minore autorità. e veracità. Torquemada può a.ndare a rincantucciami poichè h~ più concon·enti e s~uaci che n~i secoh della Inquisizione. Dicono ohe i tfmpi cli iicenza sono tempi soettici, mà ~,e il nostro è licenzioso-, scettico non ·è di éerto. Non la fede è spenta, ma quella fed;, alla quale pensano i critici del tempo presente. Credono duYv-ero es;:i che vi sia un mondo che p0tssarèggEre senza fede? Quando una società va avanti, la f.ed-ec'è di carto; quando si rnuòre per una ca.usa., come pa,rlare d'una mano.a.nza di fede 1 L·uomo non può attesta.re meglio la propria certez·za che con l'offrire il suo massimo bene: la vita. Mentre tanta gente lavOJ.-a,soffre," fa ira s-eutia.·edei (( fa.udatores tempm.-isacti 11 cawtar l'elegia di ~mp.ì nei quaili non hanno vissuto ,e ,che 11011 conoscono ch,e,a traverso dei luoghi cormllllie che vedono con l'ottimismo di chi confompla le cose compiute, che a lui ·nulla. son costate di dubb.\o e di pena. Finiamola con i prof.eti di sventura e con 'Ì' calunniatori deli'ora presente, diciamo 1a parola che incuora coloro che sono al trava.gìio. Il guerriero che regge con le sue spalle la piramide di altri .o-uerrieri,pronte. a scala1'e le mura della città àvversari,a non r-uò guardare iu alto e gi:urd"icarse il suo compagno ha raggiunte l'altema necessaria; il suo cuncpito è di reggere, con la testa .'n baffi() e ic. silenzio; e guai a chi lo ferisca nel cuore coi G.ubb;o Qna!ldo 1 pl1:o:::.cafi. la<::,:-ianaonce·-?.. le 7 gidi, e sj teni;;,no le più alte vette del rr.oru:lo, e s1 resta per anni chiusi nei laboratori a studiare un'infin,itesima porzione di vita, e si medita nelia maniera più disinteressata sul mistero del r1crndo, e si lavora con tranquillità il piccolo campo: allora è possilbile che manchi la fede! La fede paire fuggire quando cerchiamo di rar,pi-esentarcela con precisione intellettuale e tutto-<;i pare allora incerto: ma noi agiamo con p'ma sicu.rez~a e la nostra fede ci assiste nel modo più pieno. Coloro che negano la feci.e aJ temp.i presemi 80110 spec,,col'esempio più parlr,nte del contrario. Ora questa fede di cui è p:<'llo il mondo d'oggi non è più nna f.,J,, cristiana, anche se di simboli cristiani sembra. contenta. I.a fede che animò le prime comunità cristiane <lave andò 1 Il mondo d'oggi non è scettico, e non è niù cristiano; non è più cristiano iwrchè è più che cri.stiano; ma non ha ancora coscienza della su.a. nccva fed.e. Tocca a uoj fay sentire agli uomini cl,r €6.Sicredono in altro. I pagani divinizzarcn h. Natura, i cristiani divi·nizzarono Dio; n01 sii.mo della terza epoca del mondo, che ha p~r l'Uomo il senso del divino. Sono stati pubblicati: UBALDO FORME::-;rTINI Collaborazionismo in vendita a L. 8 E' vndispenwbile per comprendere la sos!.a,ua economica e psicologica del movimento fascista e delle sue aspi,raziowi riformU:te. E' ~tato giudicato a interessantissimo e fondamental~ • dall'on. Dirw Gra1iwi. Vi si rivel,a uno dei più forti pFnsatori della politica contemporanea, che non è lecito ignorare agli uomini ,i;i cultura. A. DI STA.SO Il problemit aliano L. 1,50 Forti pagine polemiche e incisive su quello eh,, per t' auto,-e è il problema fo-nda,mentale vn Italia: l'a.gricol'ura. Spedire vaglia ad· . A. PITTA VINO e C. - PINEROLO (Torino) In corso di stampa: GIUSEPPE PREZZOLINI IO OR.EDO L'opera f4i, Prezzolini è ·il più bell'ese-mpio d;i, rel-igiosità moderna ed è insie,ne il fatto centrale da wi si. può guarckre ora tutta la nuova cultura ùalia,na. Questo volume ~ la sintesi di ti.tta la sua. attività, AUGUSTO MONTI Scuoclalassiecavitamoderna E' il testamento spirituale d1· un p1·ofessore che ha dedicato venti anni di la:uoro a vivere la scuola classicct come fattore di modern.rità. Un libro che farà rim71ia11gere a molti d-i non essere stClti a imparare greco e latin-0 con A. Monti. Parlare poi delle doti di scrittore arguto e fine che vi si ma.- n1"festano ~ su.71erfi·ll0per i lettori della « Rivoluzione Liberale » che bene Ù conoscono. LIRE 8 - AI PRENOTATORI LlRE 6 . LA T1P □ liRAFIA S□ CIALE PINEROLO (Torino) • ESEGUISCE LAVORI TIPOGRAFICI - OPERE - OPUSCOLI A PREZZI DI CONCORRENZA. COMPOSIZIONE MECOANICA PREVENTIVI A. RICHIESTA. Noi non s]amo irreligiosi, a.nzi sia.mo troppo religiooi, per 'le rnligion-i attuali e le trnviamo tutte insufficienti alla nostra completa celebrazione della vita e dell'uomo nella sua storia. La n~-tra critica parte da una necessità assolutamente differente da quella della vecchia critica a.utù,eligiosa, massonica, razionali.sta. Le religioni storiche non abbracciano per ndi abbastt:nza, mentre pe.r i razionalisti a.bbraccia.va,no troppo. Pe.r loro v'era nelle religioni sovrabbon_ danza dii divino, per norivi è scarsità di divino. ri,e dei porti cittadini alla ri?erca. dei poli fri- • "-======--=--========== l,;

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