La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 2 - 18 gennaio 1923

Rivista Storica Settimanale di Politica CpNTO CORRENTE POSTALE Diretta da PIERO GOBETTI 'iEdll Redazione: Torino, via XX Settembre, 60 ~ali Amministrazione: Pinerolo ESCE OGNI GIOVEDl Abbonamento annuo dal 1' d'ogni mese L. 20. ~ Estero L. 30 ;;;i Sostenitore L. 100 Sil Un numero L. 0,50 Anno II - N. 2 - 18 Gennaio 1923. li P I t A BAUER· Rassegna sindacale· I siadacati fascisti. - L. EINAUDI: Ricordi SOMMARIO: p GoBETTI: I miei conti con l'idealismo _attu?-lo. - ,U M_d1 L.: ij.assonerie - O. FORTUNATO: ar amen o. - • , • • di vita piemontese. _ G P1t~ZZOLINI: La rehgios1tà dell n·rehgtone. - • "' * I casi dello. &. Guardia. - P. G.: .Pensiero fascista. I mlEIcanTIcanL'IDEALISma ATTUALE Anche a co:sto di rinunciare ci certi valori (Jb.Gsinecessari di stile e di iron'ia ho voluto in qv<sta lettera all'amico Lombardo Radice tratfart: fatti personali come documenti cli wna ge- '!1t..razfrn1e e com.e cronaca di ,una formai-ione sp1r1tullle. Pubblico /a 1n-ima parte della /etteru, dove in un certo senso s-i segna pU're la ge1'f8i della. RiYclu~ione Liberale. Tul-to il disco-rso (compresa la seconda. parte: Fascismo e probkma scolastico) sarà pubblicato nel JJross~mo 1iumero di Educazione nazionale, dove io mi aiguro c/1e Lanibardo Radice esvo11ga il • suo pt nsiero. Per -un doveroso riguardo non, 11osso pubblica,re la lettera del Lombardo che ha provocato questi ,niei chiarimenti perchè egli m'i ha scritto sotto il vincolo della 1-ise-rva,tezza. ''CMo Lombardo - lladlce, Ella mi accusa di non aver detto esplicitar,,ente ma.i! quello che affermo d1 aver pensa,to dd un p~w sull'idealismo attuale. Ella mi - accusa di non aver riconosciuto ·1 valore mo- , mie di Gentile. Ella si riferisce a un m10 discorso tenuta a Gorizia il 4 dicembre su Croce e Genti-Ze, chiamandolo discorso contro Gr!.ntile e definendolo volgare. Mi permetta di protestare cc·ntro ques~ su_o r,etodo pclemico. Che cosa sa Ella del mm d1scc=o goriziano! Chi l'ha, informato! Quando 10 pubblicherò quel saggio Ella vedrà qua.mo sa,rebbe stato opp,o,rtuno da pa.-te sua un maggior Sfirito di critica prima di accettare, chiacchere e leggerezze di chi nulla ha int<eso probabilmen- . tR del mio pensi.ero. Io facevo a Gorizia un corSQ di divulgazione sulla cultura contemporanea: p€DSÌ se la mia onestà d:i studioso mi poteva c0nsentire cose volgari o illSinuazioni o attacchi personali! Parla.i- del G. nel modo più sereno rctettendone in luce i preg,i, senza nascondermi naturaJmente i limiti della sua scuola e del suo temperamento e la minor importanza in sede scientifica delle sue dottrine rispetto a quelle de! Crooe. Tentai <li mettermi da un punto dj vi~ta storico, di guardare Je cose a un secolo di di,,tanza e in taJ modo naturalmene l'originalit1, del Ge,ntile mi appariva quasi per intero, velata ecl a._cscrbitadalla persona filosofica di Bertraml,o Spaventa. Le a.ss'curo che queste visioni sono somma1nente chiarificatrici; è llll eserci- •zi,, che raccomando ai gentiliani! Di Gentile uomo parlai in quel discorso così: « ... • I fremiti di religiosità dà.pendono piutl:-Ostodal non \ aver risolto, nè in concreta scienza:, nè in precisa espressfone, certi r:esi'duisentimentali e certe prooccupaziomi personali che sono poi, a calooli fatti, la parte più bella e simpatica dn Gentile, una delle figure moralmente più suggestive e intrarusigenti, sino al settarismo ». In quanto al rispetto a Lei dovuto: (che, sempre secondo le sue acri~be informa:i1011i, io mi sarei dimenticato) le riferirò una parentesi a Lei dedicata: « Lombardo-Radice, non filosofo, ma superiore ad ogni 'discus.sioni per la nobiltà reale e non soltanto progra.mmat.I'ca del suo apostolato • . In quanto al settarismo di Gentile, alla sua indulgenza verso scolari non degni ricordo un mio collcquio cc,] Gentile sl€sso a Roma. nel lugli.o scce·so (dunque il mio atteggiamento è aJ!teriol'e, ed estraneo alla « rivoluzione fascista» che mii ha semplicemente offerta una confe,·ma dei mjei dubbi e delle m'i<,critiche) in cui io gl.1espcsi franca.mente se pur con la delicatezz.< e la timidezza che non volevo e non potevo soffocare il mio rammarico per pareechi fatti scolastici e tra l'altro per il caso Ca.rlin,: « Appunto perchè io apprezzo gli studi del Carlini » gli dicevo, «· e specialmente il saggio su Locke, appunto percbè ricordo l'attività sua e del De Rugg,,ro e del Fazio-Allmay_er al tempo della, Vace penso che ess,' 0011 abbiano alcun bisogno di entrare per vie non chia,re e legali nell'università; potranno essere utili in qualunque catnpc lavorino. E ali ,~cardavo come al setta.risma degli altri la miglior ,~sposta fosse la legalità, che del resto il vero merito finisce con l'essere riconosciuto e che appunto anche senza giuùici d1 conco•-so ideal'st, Gentile e Lombardo Radice avevano ottenuta, la cattedra universitaria. Il Gentile mi rispose CO>ll la simpat,\ca grettezza di un pasto,·e prntesta,nte. Di deplorazioni mie sull9 st-e~so argomento pm,sono far prova il Sa.lvemini col quale ebbi uu colloquio a Firenze :nel luglio scorso e il Pr6zzolini con cui si discusse a, Torino nell'a· gosto della povc-rtà spérituale dei nuovi idealist-i tra i quali è fa<:ile trovare degli impenitenti dogmatici, ra.ro scoprire dello cos.cieu.ze. Eravamo d'acco,rav nel lamentare che la sct.:oia gen-' tihana non avesse creato dei caratteri, che Ja nuova giov.entù si pTeoccupasse più cLiJ ooso pratiche che di inquietudini intime. Nello stesso S€,J.;SOebbi ad esprimermi in colloquio çol Casotti a Pisa. Eccole documentato come i,l mio atteggiamento verso il gentiligmo sia: stato da molti n:esi tutt'altro che teuero. Ella può vedere come conferma delle mi-, na.scent, diffidenzt> per l'attualismo la collwione della Rivoluzione Liberale. Per essa sin dal dicembre 1921 mentre cercai di ottenere l 'adrnione del Orooe non richiesi in nessun modo la collaborazione del Gentile: se Ella rilegge tutti i numeri passati l-rocva CCTisideratocol massimo rispetto é devozion~ lo im,egnamento del Croce e del Salvemini e del1' Unità 1 ma del Gentile quasi mai cenno. Torraca e M..u.rri Le possono riferire cosa per.sa:zi. del Gentile nel marw scorse>, quali aspre di-' scussioni ebb'i con lo,ro a Roma in quel tempo sl.l tema Croce-Gent-ile. Non intendo minimarr.er,te fargliene un rimprovero,_ ma Ella ba. letto certo troppo sbo.datalffiente La Rivoluzione Liberale se non ha scorto le obbiezioni al Gentile e al gentilismo che mossi io Ml n. 4 (5 rrs.rzo) 27 (20 settemble) 31 (~5 ottobre) e che furoiri'oriprese e colte dal mio annico Sapegno nei ll. 29 e 32. Mi permetta di •d,ichiarar-e dopo ciò che il ritenere io abbia mutato pensiero dopo il col- ,po di mane fascista, riguardo al Gentile è Ull atto paJese di mala fede o. di leggerezza. Ma sono sta,to io mai gentiliano 1 In due sensi ho diritto di negarlo con una semplice dichjaraZ1-0nepersonale che -,essuno mi conosca potrà mettere in dubbio. I) nQ!l ho ma-i chiesto alle idee da me professata di servirmi coms pr&tico i..ffi6o diucollooamento: bo preferito non essere ricooosciuto nea.nche nei miei sforzi; nascondere~ miei sacrifici; soffrire in silenzio e senza arnarezza ciò che avrei forse avuto il diritto di non soffrire. 2) non ho mai chiesto a nessun sistema di salvarmi dal dubbio tragioo del pensiero di offrirmi soluzioni comode anche se fittizie, di darmi le penne del pavone e 1-apace della pigrizia. Adesso documente~ò il mio gentilismo o a.nt,gentilismo in un t~rzo senso. Mi è simpatica l'an1Jifilosofia di Salvemini perchè non credo che i giovani se non vogliono finire a scrivere la storiografia o la pedagogia di Casotti ( !) debbano prendere troppa confidenza con la metafisica. C'è in prop<lffito un pensierp -di Platone e di A- 'ristotile e un' articolo del Croce che ml paiono probanti anche dopo gli exploit. teoretici di certi ,.enfa:nts prodiges gentiliani. Ho, sempre accettato dal Croce la risoluzione della Filosofia nella Storia, e la sua limitazione aJ momento metodologico. Ho intesa, l'identità gentilia.na di pedagogia e filosp,fìa come negazione della peidogogia e stta r:soluzione nella concreta, esperienza (arte). Dei suoi .Yuovi s«ggi di propa_qa1zda71edago- [JiCG io accetta. volentieri la prefazione ma ritengo i,mtile il libro pa:chè mi basta la sua opera per la scuc-la in Sicilia. Ella ha ragione di antepo,rre in questo caso l'azione. ai libri-pro- ,gramma, ma ha poi il toa-to di scrwere dei cattivi libri, di raccoglier~ a1°ticoli che dovevano rimanere parole sparse di ine1Ìtamento, tentativi di collegare e promuovere. Comt opera eh pensier. 1 i suoi Nuovi Saggi non riescono a ncor.::lare in nulla gli antichi belliesimi Saggi. Quando lo fondai <e Energie nove » avevo 17 anni e nessuna pretesa di fare della filosofia. Le difese che feci in quel tempo del Croce conLri"•la disonestà dei suoi avversari s: riferivano all'uomo di cultura. A poco a poco mi attrasse sempre più la politica e ]a se<>on<laserie delle « Energie nove » cercò di chiarire concetti e problemi che rimanevano oscuri ne1l'1n~amento dell'« Unità ,. Santino Caramella, che io rivelai nelle « Energie nove » e che rimarrà sempre uno dei miei amici più diletti, 6mase qi;a&i solo a occuparsi nella rivista di problemi filosofici. Ma egli era allora crociano e fu soltanto per influenza dell'« Educazione naziona- }P, > che attraverso l'esperienza pedagogica si accostò poi al ·gentilismo, rima:nerudo tuttavia anche nonostante l'infinita e intemperante produ• zione assai lontano dalla sicumera degli altri scolari, e ad ogni modo attivo, non pigro, ine-- sauribile nel tentare 'campi nuovi. Nel 1920 io interruppi le « Energie nove• perchè sentivo bisogno di maggior raccoglimento e pensavo una elaborazione politica assoluta.mente nuova, le cui Linee mi apparvero di fatto nel settembre al tempo dell'occupazione delle fabb1'iche,. Devo, la mia rinnovazione del- !' esperienza sal veminiana al movimento dei comunisti to,,;:inesi da UlliL parte (vivi di un concreto spirito marxista) e dall'altra agli studi sul R~sorgimento e su1la Rivoluzione russa che ero venuto compierud'o in quel tempo. La filosofia m'interessava ma non volli mai dedicarmi a studi tecnici. Sentendo l'oppressic-ne delle filosofie dominanti avevo cercato di liberarmi con risalire ai: greci, poi a proposito d~ll'ottocento avevo avuto modo di discutere le in ·;erpretazioni « gentiha:nc •. Catabba ha una mia· prefazfoue che gli oonsegnai a mezzo di Gio,vanni Papini nell'ottobre del '20 in cui io rilevò tutti gli errori del Gent,i]e nello studio sul B.erti.:n..i.Tuttavia in quei tempi si può scorgere una certa indulgenza e quasi ades:one mia alle dcttriue gentiliane che io chiamavo però sin da allora piìt volentieri spavenbiane: è chiaro e giusto che io non mi potessi sottrarre all'influenza formidabile ·dalla logica hegeliana. Ma in estetica tentavo di capire qualcosa per - altre vie, sempre professando un gran rispetto al Croce, anche quando ne dissentivo (e si può vedere cb-meesempio la mia opera di due anni q·Gah critico drammatico e letterario nel!'. Ordine Nuc,vo ») e in etica volevo veder chiaro attraverso l'esperienza politica e meditavo • La rirnluzione fiberale ». Ella l'ha t<enuta a battesimo poichè il. primo articolo in cui io esponevo le mie ide~ nuove apparvero appunto col titolo , La rovoluziome italiana • nella Sua • Educazicme nazionale ». Ella comprende come ciò mi doY€8Seportare sempre più lontano dal Gentile non per il suo nazionalismo, ma pei:chè nella su11incapacità di dar ragione di ogni fatto politico, nel suo semplicismo pratico la filosofia gentiliana mostra caratteristicame-nte i suoi limiti e la nessuna aderenza, al reale. li 10 febbraio 1921 io scrissi, nell'Ordine rwovo un articolo d,i pre,;entazicme di Giovanni Gentile, che doYeva fare la sera al pubblico torinese una conferenza. Quest'articolo potrebbe, riletto oggi, sembrarmi anche abbastanza compromettente, se non si consocler'asse che si trattava di una presentazione oss.ia di llllO scritt.o di grossa propaganda. Ave,1 a.mo occ·u,pato in quei giiorni d0po una grande ( !) battaglia elettorale la Società cli cultura tori,nese e come primo risultato vi avevamo chiamato a parlare: il Croce, il Salvemiui, il PrezzoLlni, il Gentile: era giusto che non risparm'iassimo anche un poco di 1·écla.rn.e. E del resto ognuno p4.ò vedere che scrivendo io ave• vo preso la via più acoorta. e invece di parlare di Gentile parlavo genericamente del nuovo movimento filosofico co,rninci.ato con Spaventa e Croce e tra Croce Gentile e Spaventa non faceYo i conti per un'a ragionevole generosità suggerita dall'occasione. Da a)lora in poi non m:i sono mai nascosto nè ho nascosto le mi:e idee fondamentali sulla derlva.zione ~paventiana dell'hegelismo <lei Gentile, su11'incapacità d-el pensiero gentiliano a spiegare i problemi di estetica e clli mora!+·:,sllila poca fecon1iti\ e sulla fi;ettolosa legger,·zza. ùcgli ulté-mi studi storici da lui dedicati alla scolac sL1·a, al rinasciinento, agli lÙt,imi neo1>::_i.1.on.ici e positivisti, alla c1ùtura piemc-nt<ese Citerè tra tutti gli altri cenni un mio articolo su: Cattaneo, pubbL~cato nc11'0rdine n'lt0vo del 1 i ogcdù e rifatto poi nel lifo'lldo, in cui riferenJ.o:::.,i::il Gentile scrivevo: "Oh, inf-Sauribile inge:i.uitb dr eh; volle ricordare per il Cattaneo lé c~-"t i;i,:ie categorf.e sociologiche! certi errori di psL '.·· Jo~i:i sono più compromettenti delle angustie 00Hcettuali ,. E chiarivo •n quel saggio la mia. po,izione di metodologia. filcEofìca C-00.: « Se ia fi.. losofia è storia, perchè la filosofia? E' la domanda con cui gli immanentisti hanno liquidata la L:ascen.denza: se il mondo è Dio, percbè Dio l Percbè il gjstema quando crediamo so:o più al problema! Se la filosofia s'identifica. con la storia non c'è più filosofia fuor d,llo svclgimento e della risoluzione <lei problemi dell'esperienza attuale. Solo questa osservazione dà ragione della varietà dei sistemi filosofici attraverso i tempi; e<l escludendo la dommaticità metafisici- riduce il sistema al suo valore d'esperienza. Scstenere questa pc,;izione senza ricadere nello .scl-tticismo o in una nuova metafisica d'identi~ tà : eoco a pa.rer nostro, il problema cbe la nudv L speculazione si d-eve affacciare a .. Concludendo resta provato che mentre ho avuto sempre diffidenza verso il settar.smo dei gentiliani non ho mai riconosciuto in G. che un discepolo di Spaventa che ha i suoi meriti verso la cultura, princ.ipali.s&imo quello di aver contribuito a diffondere e a serp.plificare la logica begeliana e di avere cominciata la battaglia contro lo schematismo pedagogico senza per altro riuscire a.d evitare un nuovo schematismo. Per le qualità dell'uomo professo ancOT oggi ammirazione sebbene non mi nasconda che certi • abit,i professorali minaccino continuamente l'etica" la biografia. Insomma ammiro l'intolleranza e odio il settarismo. PIERO GOBE'TJ'I. POSTILLE Massonerie. Il danno, o comunque il risu.ltato, de.ll'attiy.j tà massonica neJla nostra vita ò qua...'1J nullo ; e di molto inferiore a quello prodott-> dalle campc,gne antirna=niche, le quale ci avvezzavano a oon.fidare che bastassero le dimissioni dj qualche funzionario per sanare e radd'rizzare la politica. Azione e reazione, del resto, eran eintomi d'una stessa llL<offerenza; dalle due parti man.cava la capacità dell'esame e ne...c:sunoriuscì r.:-ai a dir davvero di che mali si patisse; ma abbondava la fretta, di scoprir cause, di trar conc],;si,oni e <l'ind'ioar r.i:medi; giocavano a palla con le responsabilità rispettive, ma tanto illS1llsamente le avevan gonfiate che prima di coglie1--a il segno eran gjà bell'e vuote. Stupisce che il giuooo ricominci. L'Idea. _Vazionale ha scoperto con orrore una speoie d' inteisa o, di co-ngiura che mira a rimettere a gal]a il socialismo per mezzo di manovre sindacali: 'interessi e intrighi di Palazzo Giustiniani; quest·eticbetta basta e serve per sca.gliar l'anatema contro le tendenze di sin'Ìstra, e scoprirci il marcio. Dànno importanza alle sètte, è naturale, solo i setta.ci concorrenti; e la. polem~ca che agitano è come un litigio tra negozial1ti troppo vicini che per un nulla e fuor di proposito sfogano l'astio cov.ato da un pezzo, e pochi sfaccendati li stanno a vedere; gli altri che passano s: voltano appena con gli occhi e tiran dritto. Fanno bene: perch-ì da irrnpara.rci non c'è prop1'io nulla, da divertircisi poco. Spesso è anche 1w giuoco di sc~n1bio: perchè gl1iaffari o le nccasioni son sfa. vor.evoli e si trovano ìn imp"irei e li affliggono guai che sì son procurati da sè, e non possono faJ· a meno di lagnarsi, dànno la colpa all' avversario; facendone una speoie d'infernale divinità onnipotente. Il bu:on pa,sante dovrebbe aver imparato a esser socratico. Alle battut,, 'i;rose, alle invettiv~ >diovrebberispoudere, almeno dentro sè, con qi.:.elle<umili e ma,rav'i:gliate parole cl1e cerca.no di scalzare gli a,rgomenti da gli oo-pelli e dalle passioni; e cooì Ii rivolgt:rebbe, quasi tutti, contrc• ,chi li adopera. M2, forse questo lavoro lo fa da sè llllplfoitamen<te e per istinto, quando, appena visto di che ai tratta., si contenta di sorridere. U. M. d•i L. I

6 LA RIVOLUZIONE LIBERALE IL. PARLAMENTO A q-u.estapagina forte e serena del P01·tunato ·nerisi.amiodubbiosi se apporre come da.ta ii 1900 o it 1923. • Succede in Italia un fatto. strao1·dinario. Soiza sentimento religioso, siamo giunti a cr,ear.eun pairtito clericale; senZa wi largo strato di lotta di classe, abbiamo alimentato, un grall partito socialisua, quasi dappertutto gli .amici dello. Stato si trovano inuaJ1.Ziavversari dichiarati e •decisi della presente costituzione politica. Viviamo in giorm di dubbio febbrile, e ognuno è commosso meno del ricorrlc dei tristi fatti cui abbiamo assistito, quanto• della oscura vis'ione di quelli cui andiamo u-ecessariamente incontro. Che nome dobbiamo <lare a Ull ril•oJlimento CO<iì nconscio., ma così largo, degli . s1,ìriti 1 Oggi perciò non si tratta più .di un discoo.-so: è l'ora delle confessioni. Che. cosa vuole il popolo italiano 1 Chi lo sa, ohi può dijre con sicurezza di non i'llganuarsi, quello che pensi e che voglia, il popolo italiano! Chi può ,intendere chia.ro in tanta Ba.bete, come nella torre che i figliuoli degli uomini• tentarono cli erigere, migliaia cli anllÌ fa, sulle rive dell'Eufrate! Un gTido solo fo raccolgo, ovunque io vada: « abbasso i deputati ! ». E questo grido, che sino a ieri soltanto i nemici della patria osavano 1-eYare, si stende ogni ,giorno più, acquistandlo forza e valore, assumendo autorità e· consacrazione politica. Su dieci persone, cinque aJ1neno n rispondono: «il paese è stufo d.ei deputati». Chiedete loro degl, autori d'ogni ma:Jej Eccoli, i deputati. « Su vi.a, abbandona.teli a sè stessi, lasciateli che si divertano da soli, che piiecipitino dalla Tibalta alla platea; voi, elettori, astenetevi»: sogghigna e suggerisoo il giornale, molto ben pensante, del capoluogo. cl-ella provincia. E l'altro del oircondari,o, non meno te- .mera.to, lodand ci e commentando la cartolina postale del « Pungolo Parlamentare», bellissimo lavoro d'arte del nostro Petroni: «o non indovinate vòi la fiera allegoria che è in quella maschia figura di aratore, esasperato daU.a tarda, ir:dolente infingardaggine de' buoi insieme a.ggiogatì1 • I deputati ! Abbasso, urrah! - Dacchè: mondo è mondo tutte le reazioni sono incominciate così. Ardua, troppo ardua impresa sarebbe riassumere le ra.gioui per le quali in Italia si è tal.i.to estesa l'avversione contro il sistem·a parla.mentare. Quel che è im1egabi)e, e solo importa, è l'aocerta111ento del. fatto: ossia, che no.i, anzi che scorgere uella rappresentanza che ci siamo eletta la propria immagine migliorata e la propria coscienza. purificata, non vi ravvisiamo ormai se non la fecondazione d,i tutte le d~bolezze, le esagerazioni di tutti i vizi, di tutre le infermità, di tutti i guai di casa nostra. Le, s,,,;tticismo che è il fondo del nostro caratt<,re e che a torto il Giaccsa esalta come l'assen:a, nonchè di pr.egiudizi, di tutti i preconcetti o mealio, come uno spirito critico, un vedere largo 0 e libero negli aspetti de! vivere socia.le, mentre, a parer mio, no~ è, p~rtrop~o, s• non un congenito difetto d1 ogm convmzione · lo scetticismo è giunto fra noi allo stato acut-0: e :non manca -chi consigl.i estremi rimed~: quasi tutti concordano nell 1 a~e~a.-re, che se ne,,li italiani la memore gratitudme per Casa Sa~oia è forte, non è men vero « si aspetti dall'alto l'esempio di una eccezionale energia»,-:- ossia, in lingua povera, qualche cosa _ch_es~m1~ g'.. al « colpo di stato». Le nostre 1stituz1om sono intangibili, meno, a. quanto pare, quella che' più essenzialmente è ~o.stra, ch_e esce da noi che con noi dovrebbe vivere la vita di tuttl i o-iorni di tutte le ore. Cb.e cosa è il Parlam;nto? 'si domandavano ora è poco, due pubbLicisti molto noti, di parte moderata. « La f~ccia ~ meno poche eccezioni - del p~se:a, rll:pondeva il primo. E il second~: «nutr1c 1 ola cr.vsidicorum, come Giovena,1e diceva dell Africa: o non ha esaurito il suo compito anche :in Inghilterra, ov'è di formazione storica e sorretto da una educazione secolare eh.e manca da noi1• Certo senza far teorie di diritto costituzionale la' tendenza piazzaiola di denigi,are il parlarr.~nto, di fronte al potere esecutivo, è prova mrnifesta della scarsa educazione, dell?- ottusa COGCienzadel pa.€6e. E per questo io temo a.SBai dell'ora presente: temo che l'Italia, da un momento all'altro p<Y'oSeassere colta da uno di quegli impeti di impazienza ~ervosa, di paroseismo isterico, in cui una nazione, stanca delle sofferenze patite, creda intollerabJe ogni indugio, e tenti a un tratto. rinnovar tutto, o tornr,,ndo al passato o buttandosi a capofì.tto ndl'avvenire. Nessun pericolo maggiore, per un popolo come il nostro,. che lasci.a_rsi_vin~e dalJ I illusione di estre= subitanei rimedi, ace:- sacdfl d'ogni ma.le il regime che abbiamo, sofo perchè gli uni lo giudicano monco, gli altri e, soverchio od eccessivo. Il problema del parlamentarismo è uno dei più gravi che non solo in Italia, ma dappertutto ,affaticano la mente dei pensatori e commuovono il cuore delle popolazioni: esso costitui.•te un.a. questione di vita o di morte per un istituto. quale- è quello della rappresentanza nazional,, che -gli uomin, della Rivoluzione, nell'intento (E Crear-euna giustizia· che fosse al disopr~. ul!- gb inte~essi;. han creduto, imitando l'Inghilterr'L, avere assicurato alla civiltà moderna. 01;:i sembra non si possano piìi nutri,re tutte le speranze, che avevano accompagnato il primo <;orgere del reg,ime parlamentare nel pontinente eu.- rcpeo, perchè ovunque esso attraversa una cr~:,i che lo hi screditato agli occhi de 1 volgo, cm par-e, a cagiou· sua, di non essere governati;· e Il0n essere governati è com-e vivere in uno stato di anarchia, fuori - come direbbe il Roussea.u -- ,del contratto soci'ale,. L'istituto parlamenti rf', avv.ertono i più, funziona maJe, perchè i; stato mal-e interpretato e peggio attuato. E' venuta .m,eno ogni gt1;arentigia di coerenza ~ rh unità nell'azione del !!overno·. ne,rchè il governo non ha più nè forza nè stabilità; esso è servo dei .deputa¼, i quali, dal canto loco, dipenderne dal capriccio, -dall'interesse, particolare degli eletto1~. Come provvedere! Col muta.r <la far-ma dell'elettora,to, no, certamente: tutti metodi che mirano -~megl1io organizzare il suffragio, come il voto plurimo, il cumnlativo, il progressivo, hanno il peccato originaJe di essere congegni artifi~!osi, i quali contraddicono, più o meno aperta.mente, all'ind·o],, stess, <lei sistema. Non c:è se non una v-ia cli _salvezza: poiohè il vizio ci occulta nella va-ga determinazione de' poteri attribuiti ai ·e01·pi -elettivi, i;~rimedio deve solo corus,istere nel richia.maiè l'istituto ai suoi principi, restituendo alla Corona il dirit-tò effett,ivo, \wn solo formale, di nomina e cli· revoca dei rr,inist-ri. Qu€6ta,, voi sapete, è la teoria predominante nel campo conseryatore, secondo CUIÌ s.i dov.rebbe sostiti,lire al governo di gabinetto quale si è esplicato in Italia dal 1848 ad oggi, l'istituto del cancellie1,e _irresponsabile dinanz:i •al Parlamento.Strana teoria di ateismo cost,ituzionale, appena concepibile in un paese come gli Stati Uniti, ove la responsabilità è tutta del capo dello Stato! Un governo rappresentativo che non sia pa,rlamenta~e? Ma in Fra.neia se ne fece già l'esperinlento, so·ttc il secondo Impero che finl ,a Sedan. Un governo semplicemente co.stituzional,e e non anche parlamentare, come il tedesco e l'austriaco 1 Ma è un sentenziare sulle semplici appa.renze, fingendo igno.ran~, che SE1 in Germania .e in- Austria i governi sono meno .mutevoli, l'azione legislativa non è punto nè più sìcuPa nè più coerente: le stesse difficoltà,' e qualche volta più aspre e•clifiicili. Nel. fatto contìnue.rebbe o no il Pa,-Jamento ad avere 'il diritto di veto sui ministri i Se s1, Ilo;; s'intende qua.le sia l'utilità del prnvvedimento. Se no, ecco in bal1o ~a. TOOponsabilità giuridica e politica ,del Socv:rano•.Bel frutto - grnzi-0 a color-o che pure, da inane a :iera, fanno professione di· ortodossia monarchica!_ Oh, è ben più alto, più profondo 11 probleraa ! Esso, con amore assiduo e tenace, va. ·studiato nella ri:forma dal costume nazionale, nel rinnovamento di tutta la nostra vita mora.le e sociale, di cui la politica è l' apparn1;1zaesteriore. Bisogna ·,i,aidiclr1z~are , pu;rificare l'allima della nazione, obbligandoLa., costringendola .a conoscer megli.o·sè stessa prima, a parlar chiaro cie,po. Niente è più necessa,rio_di ciò. L1unive~- sale dilatarsi degli int1~ghi di stato, osserva il Fe1Taro, la mancanz,a di giustizia amministrativa, la poca s.everità nell'applicazione delle legg;, J'abu~o dei favori e delle prote210m, sono _mali che banno cause più generai, e tormentano g0yerni assoluti come il russo e paesi libe,ri come l'Italia; anzi, se un pa,ese co1ne il nostro è afflitto da questi mali,, le istituzioni parlamentari servono, sino a un certo punto, a temperairne la forza: se_il Padamento non fosse, noi avrem,mo, come 1n Russia, da u4 lato una arr:minIBtra,zioneanche più accentrata, senza controllo, irresponsabile, corrottissima,_ e dall'altro l'intereessione ,d),lle a.manti, de, camerieri, dei ciambeBani di corte, di tutti i grandi funzionari potenti a Palazzo. Il Parlamento non morrà in Italia, solo perchè molti o pochi irivocano il ritorno al governo assoluto. Ma s~ vogliamo che esso non si riduca a una scuola di servitù, e l'elettore e il deputato non finiscano per mistificarsi a vicenda, oosicchè !_'uomo di goyerno speculi su di essi e h domim padrone, dobbiamo attivamente adoperarci a risollevarne il prestigio. La forma parlamentare, sia l? Sta~ él .monarchia od a repubblica,, rimane e nmarra a lungo- la. forma naturale, necessaria'. dei governi civili. E' debole, è malato 11reg,me parle.mentare - che è pure il solo regime in cui 1~ società civili possono, a un tempo trovare la tutela dei diritti, individuali e la dignità della vita sociale! Ebbene curiamolo, mostrando di ccnoscere la fisiologia élel1e odierne istitu1ioni politiche; ossia, che se una virtù ha ~l gove1'JlO rappresentativo è quel1a appu~to d1 nverbe: rare, con efficacia i pregi e i difetti essenz1ah di un popolo, il quale, con cambiare di abiti, non oa.mbia. nè di cuore nè di mente. Ouriar>iolo, perchè non possiamo abolirlo_; perchè anche potendolo dovremmo soffocare la pubblica opinione; sopprimere la stampa, il telegrafo, le ftrrovie; perchè in fine, anche 1~uscendo a disfarci di tutta la storia da cent' anni in qua, noi non avremmo che cosa sostituire ad esso. Tutti abbiamo interesse a rialzarne le sorti, tutti dobbiamo volerne la salda restaurazione, sa ')10-11 vogliamo vedere discendere 11 nostro paese a pa.ii della 'l'urchia o, per altra via, di ·,.ma o due repubbliche ame1icane del Sud. Lasciamo che aJt.ri ripeta le solite scempia.ggini ir:torno al passato e -inneggi alla bontà d:e1re~ gimi paterni, all'autenticità delle antiche ma•_ gistrature, all,s sant,tà dei vecchi costumj, etc. ,etc., tutte fole di gente assolutamente ignara. o perchè ·nata ieri o percliè ba dimenticato, in tutto o in parte, il nostro passa.to prossimo e remoto. Siamo parlamentarmente deboli, per- . cb.è manca tra noi l'elemento JJ1tegrante d'ogm b1wn governo libero; la pubblica opinione, la vera, non quella dei gio,rnali, non quella dei caffè e dei circoli, meno di conversazione, che ùi giuoco e di' mol'moira.zione; e .manca perchè non ancora siamo riusciti a leggere nell'ìntìm.o nostro essere, ad -acquistare quell'intuito delle idee medie proporzionali della realtà, a cui soltam.to, di'ce l'adagio gr.eco, gl'iddii hanno dato una forza in,fìnita di bene. Siamo parlaI"lentarmente malati, e le i'stituzioni rappresentative agiscono tra noi in modo poco conforme al loro spil~to, percbè mezzo il Regno non ha ar:.cora condizioni sociali abbasta.nza con·isponàenti ad esse, e troppo. i gorverni possono ancor premere là per l'appunto, ove la ricchezza e la cultwra sono. più scarse, ove il ooncetto •della J;Lertà è sempre quello delle remote civiltà orientali, ossia, di una esigua mino:ra~za che si imponga., con la violenza o con la frode, alla ·grande maggioranza,. Certo, 11essun pa,,se è più essenzialmente demooratico cl"! nostro, perchè nessun· altro ha più spontaneo il senso d-e,l,l'eguagliallza. Eppure in nessun altro lo spirito democratico agisce più scarso e lento. rerchè 1 Perchè tra noi la vita politica, pl'iva di ogni solida e larga corrente .di opinione pubblica, è erga.nata come l' antica nostra vita lettera.i·ia: sul fonda.mento delle accademie. Or volete che il Parlamento cessi, maoari di essere la massim.a delle n·ostre accade- ;;,ie 1 Non tollerate più che altri lo denigri, e fate voti che dall'alto e dal basso, il più presto possibil,e, si ritorni a.lle sane noirm,ecostituzionali. Tutta l' importanza eccezionale del momento che traversiamo, è in questo appunto. ln questo, più che nella coudanna, severa _e a.iusta. di tutti gli eccessi della estrema Sim- ;tra.. S.e il Parlamento sparisse, se.le discussioni -- deplorevoli fin che vi piaccia - tacessero, chi può garantire non succederebbe la, vera. e propria guerra civile, per. le piazze e per le strade! GrusTINO FORTUNATO, Rassegna Sindacale I Sindacati fascisti, Ricordiamo che il fascismo nato, dalla guerra quale concetto etico di valorizzazione del sentimento nazionale, ordinatosi lil partito., ha der vuto nonostante l'ostentato disprezzo del nume,c; scendere al reclutaniento di numerosi adeptl che •solo av~·ebbero potuto gen~rare la forza attiva. Dopo un primo peno.do d1 1Ilquadrnmento politico ba raggiunto appieno l'inten: to creando un compl,esso di organismi sindacali che, praticamente foggiati ad imitazione di quelli socialisti,, da questi si differ~p.ziano per rno,Jti importa.nti punti programmat1c1. I prlllcipali caratte,~ distintivi son.o d.ati: . dal ric')noscim-..,nlociP-llafunzione 1.;~ono,m1c,, e sociale dell'imprenditore e del capitalista, riconoscim,ento dal quale 'd:i.scendonoovvie conseg~enze nella valuta.zio-ne del risparmio individuale e dei diritto di ptoprietà. dalla coscienza ,cl.i una gerarchia (che si ,,ori:ebbe in massimo grado avvicinata a queìla dei valori morali ed intellettuali e non h utto di privilegi conquistati in virtù di subdoJ<, mar:ovre) contrapposta alle cqmode teoqe equahtc1rie care alla più ingenua d'.emagog1.a. dalla sostituzione di una salda coscienza nazionale opposta al mito iriternazionalista, ma non concepita la prima come fonte d1 odio s1b: bene quale suscitatrice di energie vigorose e di strenua volontà dirette a fini di civiltà in_dignitosa collaborazione di popoli. E' facile comprendere però come, con direttive siffatte le Coq,orazioni sindacali non aVl·ebbero tr~vato largo seguito fra i lavoratori italiani (educati da lunghi anni di propaganda socialista) se quel processo di comprensione dei i'<,nom.eni economici reso possibile dall'assenza di effetti positivi risultanbi dalla politica sindacale rossa (occupazione -delle fabbriche, laveli pubblici per la lotta contro la disoccupazione, cooperativismo parassitario eco.) e da noi già segnalato, non avesse aiutata la formazione dei primi nuclei sindacali fascisti verso d'· essi orientando coloro che della politica ricordata erano in grado cli scorgere l' insufficienza. Tali nuclei ha.innorinforzato con una minoranza composta di veri operai le schiere date dagli agrari e ,d;alle classi medie cittadine le ql!a]i app=to nella difesa del sentimento na1,ionale trovavano le ragioni più intime cli simpatia verso il nuovo partito . In ultima analisi ò stato permesso a questo di assumere, con un movimento, diremmo quasi fatale, una notevole importanza numerica poichè di fronte allo smarrimento dei collaborazio- :r.isti, che pur godevano del sostegno incondizionato dei confederali (il voto di Genova è stato u-i monumento insigne di insince1ità) la •presenza di elementi proletari 2elle file fasciste ha impedito una 1'eazione spontanea degli orgamzzatori (di 'qu.i il successo pu,-amente verbale del fronte unico proletario) e ha reso possibile il prevalere dell'agnosticismo dei d!i1igenti già manifestatosi con ùa denunzia del pattp d'all-eanza tra partito socialista italiano e Confedera.zionf Generale del Lavoro. L' a,vvento del governo fascista b.a creato pe<r J9 corporazioni sirud'acali un notevole flusso di o~ganizzati .Se 11e comprendono agevolmente le ragioni i:p~andosi_pensi che i_capi del-già trionfante socialism.o hanno -assistito agh avvemmenti decisivi della fine di ott_obre &n una prudenza di atteggiamenti veramente strana . Dopo aver di:ffuso nei gregari la coscie.nza della necessioà cli assumere la responsabi,lità del gov,erno dinnanzi ad un movimento che loro tagliav~ la stra.da non banno saputo chiama.i-li a raccolta contro il perico,)o nascente ma hanno procurato cli non compromettersi con atti e dichia.-a.zi011inette onde non ci si dovrebbe stupire se essi in cuor loro ringraziassero i novelli: governanti c1egli odiosi attentati commessi alla libertà di sta.rhpa e a quella individuale (pur n◊ll potendoli scientemente deploirare perchè p1eparati ad esercita.i-e ben più radicali misure coercitiv,e in caso di una rivoluzi,oue di mrurca r0ssa) che li hanno sa.lvati dalla necessità di esprimere senza reticenze un pensiero- che il loro cerv-ello non potea, ·nel disordine lasciato da una annoaa predicazione settaria, formulare. Super.ato il periodo di formazione del nuovo governo ed i1li2iatosi quello di assestamento, gli operai, rimasti privi di ogni direttiva ed ediucat: da tanti pratici iqsegnamenti a solo sperare nei benefici che sapienti manovre di corridoio e tanti disinvolti compromessi so.levano procurare a loro vant-aggio, si accoda.rono e si accodano .ai nuovi trionfatori nella speranza <li a.ssidersi .a no.vello banchetto. Le conseguenze di questi ama.ii r:lievi sono abbastanza semplioi. Ris1dta evidente che il colpo di stato fascista se ha spostate le forw sindacali nulla· ba mutato del loro contenuto spirituale. I nuovi organizzati accettano il nuovo credo ma per l'eno-~e maggioranza dei grega.ri tale accetta.zio.ne non avviene in virtù di una conquistata maturità di pensiero, di un.a, più completa comprensione dei fenomeni eoonomici ~ sociali;- di una più esatta valutazione delle forze che concorrono a crearli, a risolverli, a modificarli, (condi,.;ioni necessarie perchè i•l feru-,ffienoacquisti una profonda e reale significazione) ma solo per l'inveterata abitudine di seguire il più forte onde ottenerne i favori.· !l governo fascista, ripetiamo, è governo che rappresenta oggi potenti mass.e politiche organizzate; mentre si sforza di dar vita a un programma ohe· giudicato secondo i principi informato.Ti del sindacalismo rosso (sui quali si sono formate le menti dei suoi stj)ssi organizzati) vuol essere qualificato come negativo, da ·esse· de.ve tran·e forza costante. Ciò determina una situazione estremamente -delicata poichè il sin- ,decalismo fascista sotto la pressione degh a.depti semi!)r'e più nurne'rosi ma rimasti ldooLogicamente fermi su altre posizioni minaccia di snaturarsi e di allontanarsi dai principi progra.mmatici coi quali è sort-o. ... Alcune affermazioni contenute negli Ordini dd giorno approvati da.! Convegno nazionale della Confederazione •delle Corporazioni S.indaoali tenuto a Bologna il 10 e 1'11 novernbr;, scorso giustificano quanto aneliamo dicendo. In essi troviamo, ad es~mpio, accanto ad UI1apos0.tiva ma: ancor i1D.certavisione dei limiti e c,elle forme dell'a$iooe ijilld.a<:ale, le. p:romes~a. di un'azione "implacabile» contro quegli elementi capitali&tici « che per una dannosa concezione cl.a-ss-istao per mene poJ.it.ic~e non vo~ gliono assoggettarsi alle superiori neoeasità na. zionali » nel quale concetto in pra~-ica 1ìU2> ricntraa.·e e trovare giustificazione tu!;to un prr,- gramma di azione socialista: dall,t imposizione di uD. minimo d!i.mano d1opera 1.!l'0ccupaz!o_"_le delle .cosid,ette terre incolte, dal cocrtcnlb c,i,eraio in tutte le svariate forme pensa.te <la:isuoi assertori, &u su fino all'assunzione d~lL.1g. er;tione industrial,e da parte di ooopera~ive ~o,verizionate, ed ai, sussidi dati ad in,kstrie pe·ì,·0° lauti per garanti.re occupazi=e alle maest.rJnzc, p1·ovvedimenti dei quali 1Si conoscono ora.ma.i tanto l'apparente vantaggio quanto il reale ed itfinito danno. . Il fascismo si trova aclunque dinanzi ad llll fcrmidabile problema: se vi<ol tenere fule al pro.rrra.mrnad. i risanamento dtllct fìna.nza italia1~, dovrà operare ,tna 7,rojoncla (J"(J//>torapida 071era, di ed11.1.-cazione delle· 1nasse I orga.miizzate o,nde dare !'d esse quella coscienza della realtà eco.nol1'llicache la lunga predicazione socialista loro ha tolto sostituendola con un'abbacinante vi~ione di una econoillia associata produttrice della più perfetta ed equilibrata conviven~a sociale. Ove tal-e opera. venga a 1nancare è evidente che il governo si troverà ben presto ad ·un bivio, dovrà cioè scegliere fra l'opposizione sistema - tica e violenta delle forze sindacali e la politica di blandizie che fu la caratteristica dei governi ohe l'hanno 1,receduto nel periodo post - bellico. Nella capacità o nalla incapacità di evilare i drue scogli fatali il governo potrà darn la pr.ova cli rappresentare un movimento ccstrnttivo od un movimento distruttivo della vita nazionale italiana. RICCARDO BAUER.

Ricodrdiuiitpaiemontese L·a,ulore delle Memorie gui ra<icolte non fece professione di studioso e di scrittore. D'a quando, giorva!llissimo laureato, verso i vent'anni, ritornò dapo il compimento della pratica foi-ense nella su,; Dogliani ed ivi si dedicò alla avvocatura ed aJ. notariato, Francesco Fracoh1a ern qivenuto l'uomo in cui tutti, poveri ed agiati, ccntadin.i e ìiego,zÌanti, proprietari e artigiani avevano fiducia ed al quale rico,rrevauo. per ocnsigli-0. La reputazione di. lui come consigliera nelle faccende difficili si era formata prestissimo ed era contintLa.mente cresciuta. I suoi concittadini lo vollero anche consigliere comunale, as.5essore,s~daco e consigliere provinciale. Eol che avesse voluto, avrebbe certamente seduto in Pa.rlamento; ed assistii io al rifiuto netto che egli oppose all'invito a lasciarsi presenta.."" candidato che gli veniva da chi era stato e ridiventò uomo potentissimo nella vita politica italiana. Non che egli stimasse poco gli uffici pubblici; ed in. quelli a cui fu chiamato JJOse ou.ra grandissima e diligenza somma, badando soltanto all'interesse pubblico, non alle ir~. ed ai piccoli interessi dei pa:rt,iti che sono tnh·olta Yiolent<>e potenti nella vita dei minori ce,ntri rurali. Ma, forse s,enza averne fatto un _programma conseguito di vita, egli sentiva che la..sua 1nissi-oneera un'altra: quella di essere il «11otabilen dei luoghi dove era nato e dove aVeva trascorso l'esistenza; l'uomo cioè che la fa1na pubblica rìoouosceva, senza contrasto1 come colui a cui si ricorre-va per consiglio e per guida nelle vicende private e pubbliche intrica.te,. i.11 quelle in cui sommainente importava cht: la via da seguir-e fosse chiara e retta. Era pt.r me, ragazzo, nell'età in cui si comincia a -pensar.e all'avvenire e si rimane spaventati dalle diffico-ltà, di persuadere altrui a considerare l'opera nostra come vantaggiosa e meritevole di essere richiesta, argomento di stupore la folla di gente che ingombrava l'anticamera, del suo l.rfficionci giorni di mercato, di fiera e nelle domeniche dilungavasi lungo le scale fin quasi su h piazzetta raccolta. Non stupii più, quando- -seppi valutare le ragioni del gran concorso. Ri- ·ce,-eva i clienti, ritto in piedi dietro lo seri!,. toio, nel vecchio studio, a centine basse e rac- -colte, aperto verso il cortile che sapeva di a.ntico e da cui scorgevasi la torre dell'orologio e -qi.:.ellamozza del Castello, adorno di c=e stampe, che ancora mi restano negli occhi, di rac- ·••@oHdei giu,risprudenza e di libri di storia e di 1etteratura. Ai contadini, che tutti conoscev:1 di persona per miglia e miglia all'iI;tto,rno, ·ir.dirizzava la parola col tu famigliare,; e fattosi spiegare il caso., breveni.ente e con rapida -parola, dissuadeva dal litigare ed indicava il modo ,di sciogliere il nodo che li infastidiva. Se richiesto di prestare l'opera sua di notaio, prendeva appunti mentre le parti gli esponevano i ,casi loro in confuso e con reticenze, come uSé!-noper lo più i rustici; e quando esse ancora credevano bisogna.....%dei spiegazioni, egli aveva giiJ pronto l'atto, che chiariva nitidamente le :ir~tenzionidei contraenti e, lettolo rudalta voce, lo dichiarava perfetto. Ad ognuno, a.nche importuno, che venisse da lui,'- aveva la risposta cortese ed aggiustata; siccliè tutti dipartivansi ccntenti. Ai bisognosi non chiedeva la mercede ,dell'opera compiuta a favor loro o del .consiglio dato; e coloro che poco poteva.no pagare, sape,va.no che non perciò sa,rebber~ stati consighatifè serviti con minor zelo dei più fortunati, Perciò la folla semplice, che può wrrere dietro, pe1' amor di novità o per 1:gnoranza, ai facili promettit-0ri, ascoltava lui quan,d:o trattavasi di ,cose:serie; e grande fu la commozione che pervase gli animi all'annuncio della sua dipartita. Era nato in una casa dove tutto raccomanda va il culto delle cose .antiche e delle austere tradizi~ni j la madre sua operosissima., che io "idi sempre affacendata fino al giorno in cui -rinp_rovvisam.ente si spense, il padre che conser~ v~v.a religiosamente rico,rdi ed oggetti, fin nelle stanze da magazzino e negli_ alti sottotetti, ove i nC1Striv,ecchi •recavano i panni ad asciuga.re al sole ed all''aria, i mobili famigliari a più ge.i:e:ra.zioni, i soffitti a travi di legno, che per le nostre coTSe fanciullesche traballavano, tutto nndeva severa testimonianza delle abitudini eh: vanno spegnendosi della vita provinciale p'<·mc.ntese d-el settecento e della prima metà ddl'ottocento. Noi con l'insolenza inconsapevo1e dffi bambini e dei fanciulli, indirizzavamo la parola ai vecchi nonni col tu; ed essi sorridevFno a noi che usavamo modi famigliari e rum.o.- rosi che la vecchia casa non conosceva. Ma i nostri genitori non mai salutavano e parlavano ai nonni se non col lei che era segno di rispetto e di devozione. A tavola, soltanto il padre e la r.iadre stavano seduti; perchè i figli, finchè non gil111Se.to ad essere giovani fa.tti, sempre facevano corona ritti in piedi ed in atteggiamento composto,. Parca la mensa, limitate le ricreazioni al ,gìardino-, rare le passeggiate, solenni e ricordate a lungo le gite in campagna, al momento della divisi.on<>del grano e della v,endemmia. Si seguivano le scuole del luogo fino alla nttorica ed all'umanità, di cui Dogliani era dotata per munificenza napoleonica. E poi i f<g!;sciamavano a seguire le tradizioni di famila LA RIVOLUZIONE LIBERALE glia, dove si ricordavano i nomi dii avi e proavi, medici, militari, avvocati, magistrati insigniti di onorifìcell7,e e patenti, un tempo largite pii, rarmrnente d'oggi. Queste che io osservavo nella oasa avita erano 1e abitwctini universa.li della borghesia piemontese per gra,1 parte del secolo XIX; ed in una epoca in cui gli spostamenti sociali non erano frequenti, si comprende come quelle abitudini formassero una classe dirigente che lasciò tracci,. profonde di onestà, di capacità, di parsimonia, di devozio,ie al dovere nella vita politica ed amministra,tiva del Piemonte che fece l'Italia. La formazione di un ooercito saldo, tradizionalmente devoto al Re ed al paese non si spiega se non si ricorda che i rappqrti fra i soldati e gli ufficiali erano la prosecuzione di quelli che, nel borgo nativo, intercedevano fra gl; a,ppartenenti alle classi sociali da cui soldati ed ufficiali provenivano. N'on v'era do11Da di ca.1npagna la quale passando nei giorni di mercafo o ,c1i fiera sotto il balcone della «signora Felicita » non la salutasse ed a cui la nonna non chiedesse farn_igliarmente notizie di quei di casa; e così° quando il figlio della contadina ed i1 figlio della signora si incontravano al reggimentd, l'uno com,e reclUta e l'altro come ufficia.le, erano già stretti tra di loro rapporti di rispetto e di famigliarità. Pareva naturale che d.1 certe famiglie uscissero fuori professionisti, impiegati, servitori d<>lloStato. Stipendi, anche per quei tempi modestissimi, erano ricevuti ser.za querele e senza dispregio, chè si guardava aU'uffi.cio coperto come ad un onore e ad un dovere. I nonni non dubitarono neU'accordaxe la mano della maggiore, delle sorelle di mia ma- ,cl.i·,,ad mi distinto professore neHe scuole di rettol'ica del luogo, che fu poi preside di liceo a Vercelli ed a Torinr, sebbene a quei tempi il suo stipendio si aggirasse forse sulle mille lire ali' anno; chè i bisogni era.no pochi e pareva onorevole un ufficio il qua,'.e culminasse in una pensione di duecento lire al mese ed in una croce dei Santi Mallf:Wioe Lazzaro. Quella borghesia provinciale po--.,sedeva,insie> m,Ì coi «particolari, contadini, pa.rte cospicua del territorio comunale,; ma poichè erano molte le famiglie, le fortune eranò aaGai modeste; ed ere reputato ricco colui il cui patrimonio andava sulle 100.000 lire. I fondi erano tramandati di generazione in generazione; ed erano ricordati e riprovati i pochi casi di v@clite volontarie. Quando il nonno, per il succedersi inopinato di anni funesti, a causa dell'imperversare dell'oidium, all'agricoltura, e per fronteggiare le, spese della educazione dei figli, dovette vendere a prezzo non degno i. due fondi aviti, grand,e fu lo strazio in ca.sa; ed io ricordo di aver visto occhi gonfi cli lacrime, anche a lunga distanza d'anni, non tanto per il danno economico, quanto per la perdita della terra clìe portava il nome della famiglia e con essa s'era qcasi identifwata. E come si rallegrarono i nonni quando_ videro il loro figlio amato e stimato da tutto il paese, investire i suoi risparmi nell'acquisto d·i un'altra terra, a11e cui vicende ia famiglia poteva ofama.j essere nuovamente raccomandata! L'uomo, la famiglia non si concepivano sradicati dalla terra, dalla ca.sa, cl.al comune; e sono questi sentimenti che paitOTiscono anche l'attaccamento e la devozione, olla patria e lo 5pirito, di sacrificio, in cui soltanto germoglia.no gli Stati saldi. Lurnr EINAUDI. • (1) Dalla prefazione inedita ad un volume di Memorie sulla· storia di Dogliani di F. Fracchia in corso di pubblicazione per cura di Luigi Einaudi. LR RELIGIOSITÀDELL'IRRELIGIONE P1•esentiamo qwi 'u,nsaggio del nuovo l,ibro d-i G111,seppePr~zzolìni: ·ro oredo, il 1A:bro in cui egli 1-iassume il sigmficato ideale della sua attività cliscutendJ.onele premesse e le esi,qenze nella cris-i del pensiero co11,f,empo·raneo. Il lettore s·i avved1·à che q•iiesto è il primo libro in cui la fig.z,ra d-i P1•ezzolinì scrittr;;·e e pènsa.tare può esse.re colta. intera nei suoi limii,t,ie nel s"ttofascino vig__oroso. Il libro può esser 71renotato presso A. Pittavino e C., P,i-nerolo. Il po·o-bl~a ,urgem.te e centra.le mi è sempre p.crso quello della, Religione, per noi che non poesiaano pi<ùaredere alle Religioni. Io sento che 1'insufficienza delle nega-zioni razionaListfohe, non ci può far.e abbracciare la soilt12ionediminutiva proposta da Gentile.J·e vi è stato un pro-, gresso nella mente umana, questo progresso deV3 manifesta.rei anche nella -0iviltà. No.n si può di~truggere nel pensiero, senza v.olere distruggere anche n;,i fatti. I filoso.lì che sono cosi coraggiosi nelle t001Tiev, si. dimostrano conservatori di fronte@lle realtà contemporanee. Noi· voglia- = che la filosofia abbia delle oonseguenze. N~n possi.a:rp.roassegna-rei a una filosofia che non modifica il mondo. A me pare _che tutto il mondo stià affermando- le nuove religioni, che sono in fondo una sola: la religione dell'uomo. L'umanità si avvia a nu◊Vi desti1ri. QmJohe cosa di pl!ofond<> è sorto, quando cadde la crede;nza ,in un Dio esterno a.JI'uomo. Il OristiaJ:Jesimo - nC>ll soltanto nelle sue forme storiche, cattoliche o protestanti - ma nella sua etica stessa, è insufficiente allo spiJ.·ito inoderno. Noi non possiamo più dircl' sincera,mente ci"li-stiani.s,ebbene una parte dell'uma.nità llon lo sia ancora e ·debba far molto c~mino per giungervi. Il cristianesimo ci è insuffici<>ntep<>r,ampiezza e per profondità. Che cosa resta più di cristiano a noi che non rigettiamo il peccato, non sentiamo il bis·ogno de11a Redenzione, non accetbiamo il mito d,eHa ResurreziKJne1 Il peccato lo accetti a.mo oome parte neoessaria..1d!eJlav.iJta-e della aziorneumana; la redenzione non spwza più per noi la storia umana in due p.rurti;il divino non si inserisce più in un so.lo uo~o e in un solo istante 1na.ci pare' pervadere tutta la storia .lllllana, tutte le figure um,~ne, tutte le forze-umane. Di fronte a. questa convinzione più larga e profonda, no~ sentiamo cli non resp:i,r,arepiù dentro il cristianesimo, che ci pare infantile. Per gli uo,m:i!lliche venriero p1·ima dii noi -' e èoutinuano ad es.sere n0stri contemporanei anacrollistici - Dio ern al p:-incipio; per noi1 Dio è alla fine, }Jlff espri- ·merci gros:;olaiiamente, della storia unL1-:..1Ea.ssi si sentivano d.iuninuiti, noi ai sentiamo 1n. ?~~- erescimenrJO Il nci;tro è un punto di vista del quale la Religione cattolica ha ragione d'avere paura più che dell'altro. Naturalrnente ciò significa non ac6ettare i Lamenti e le m;alecl'i;zi-0,nli;, prof,ezie e le geremiadi dei turbati dalla crisi moderna, crisi di pensiero, o di azione, di fìlosqfia o d/1 guerra, di regimi politici o d,i sistemi economici. Là dove gli altri vedono ool,tanto rovine, noi però indoviniamo già il sorgere di un nuovo mondo, che, appunto perchè tale, non si prepara in pochi giorni. Fedefi .al concetto che la guerra è· manifestazione d''u-m~nità, ~oi possiamo comprendere la guerra come ·uno degli aspetti della lotta e n<>llostesso tempo lavora,re per i te)llpi nei quali la gu-erra, in qua.nto manifestazione di lot,ta, sa,·à. fa.tta ta<iere, per lasciar posto ad altre eruu1aZi.!o-unmi ane. Il mondo nou finisce; esso è appella comindato. Pochi secol;i di storia ci sepùrauo da stati inferiorri dell'Ulllanità e basta gir.cre inton1,0 lo sgu.crcLoper vedere che soltant,c in poche isole, foa.-se'111pochi i.ndiv:idui, v'è la pienezza dì coscienza ,dei tempi raggiunti. Chi è che dice, il nostro tempo manca di fed&: cOiStuiper certo nulla capisce deglci uomini e della vita oontempora.nea.. Anzi da qual.!do si è chiusa la guerra, si sono aperte le cateratte della fede; e non furono tante Le epoche che 6eppem credere come,questa. Basta vo,lgere lo sgua,·- do intorno a sè e si vedrà un fiorire e rifiorir-e tÌl fedi, un credere facile, un asserire frequente, ui-:0 spera,1ie folle, un attender messiani·co, ·un cummuoVersi rap:id~ un giurare i~1 i,erba magi.- stri, un _predirei~:mza d;filéoltà, un intraprender-e senz8- scr-epolatura di dubbi, un prJJdcar :-.r:,nzraisparmiu, un condannare senz-a <:c-ruµoli, UH mandare a morte senza dis.cussioni, quali di 1·a1dlpoos.sono .avvel'l8!J.o1o3ni eguale m~su1:anella storia In nessnn Wlnpo: rie.i rr:odf'lni a]mfno, si è data fede si,ffatta, oome nel presente, a doC1·,m-entfialsi e a persone dotate di minore autorità. e veracità. Torquemada può a.ndare a rincantucciami poichè h~ più concon·enti e s~uaci che n~i secoh della Inquisizione. Dicono ohe i tfmpi cli iicenza sono tempi soettici, mà ~,e il nostro è licenzioso-, scettico non ·è di éerto. Non la fede è spenta, ma quella fed;, alla quale pensano i critici del tempo presente. Credono duYv-ero es;:i che vi sia un mondo che p0tssarèggEre senza fede? Quando una società va avanti, la f.ed-ec'è di carto; quando si rnuòre per una ca.usa., come pa,rlare d'una mano.a.nza di fede 1 L·uomo non può attesta.re meglio la propria certez·za che con l'offrire il suo massimo bene: la vita. Mentre tanta gente lavOJ.-a,soffre," fa ira s-eutia.·edei (( fa.udatores tempm.-isacti 11 cawtar l'elegia di ~mp.ì nei quaili non hanno vissuto ,e ,che 11011 conoscono ch,e,a traverso dei luoghi cormllllie che vedono con l'ottimismo di chi confompla le cose compiute, che a lui ·nulla. son costate di dubb.\o e di pena. Finiamola con i prof.eti di sventura e con 'Ì' calunniatori deli'ora presente, diciamo 1a parola che incuora coloro che sono al trava.gìio. Il guerriero che regge con le sue spalle la piramide di altri .o-uerrieri,pronte. a scala1'e le mura della città àvversari,a non r-uò guardare iu alto e gi:urd"icarse il suo compagno ha raggiunte l'altema necessaria; il suo cuncpito è di reggere, con la testa .'n baffi() e ic. silenzio; e guai a chi lo ferisca nel cuore coi G.ubb;o Qna!ldo 1 pl1:o:::.cafi. la<::,:-ianaonce·-?.. le 7 gidi, e sj teni;;,no le più alte vette del rr.oru:lo, e s1 resta per anni chiusi nei laboratori a studiare un'infin,itesima porzione di vita, e si medita nelia maniera più disinteressata sul mistero del r1crndo, e si lavora con tranquillità il piccolo campo: allora è possilbile che manchi la fede! La fede paire fuggire quando cerchiamo di rar,pi-esentarcela con precisione intellettuale e tutto-<;i pare allora incerto: ma noi agiamo con p'ma sicu.rez~a e la nostra fede ci assiste nel modo più pieno. Coloro che negano la feci.e aJ temp.i presemi 80110 spec,,col'esempio più parlr,nte del contrario. Ora questa fede di cui è p:<'llo il mondo d'oggi non è più nna f.,J,, cristiana, anche se di simboli cristiani sembra. contenta. I.a fede che animò le prime comunità cristiane <lave andò 1 Il mondo d'oggi non è scettico, e non è niù cristiano; non è più cristiano iwrchè è più che cri.stiano; ma non ha ancora coscienza della su.a. nccva fed.e. Tocca a uoj fay sentire agli uomini cl,r €6.Sicredono in altro. I pagani divinizzarcn h. Natura, i cristiani divi·nizzarono Dio; n01 sii.mo della terza epoca del mondo, che ha p~r l'Uomo il senso del divino. Sono stati pubblicati: UBALDO FORME::-;rTINI Collaborazionismo in vendita a L. 8 E' vndispenwbile per comprendere la sos!.a,ua economica e psicologica del movimento fascista e delle sue aspi,raziowi riformU:te. E' ~tato giudicato a interessantissimo e fondamental~ • dall'on. Dirw Gra1iwi. Vi si rivel,a uno dei più forti pFnsatori della politica contemporanea, che non è lecito ignorare agli uomini ,i;i cultura. A. DI STA.SO Il problemit aliano L. 1,50 Forti pagine polemiche e incisive su quello eh,, per t' auto,-e è il problema fo-nda,mentale vn Italia: l'a.gricol'ura. Spedire vaglia ad· . A. PITTA VINO e C. - PINEROLO (Torino) In corso di stampa: GIUSEPPE PREZZOLINI IO OR.EDO L'opera f4i, Prezzolini è ·il più bell'ese-mpio d;i, rel-igiosità moderna ed è insie,ne il fatto centrale da wi si. può guarckre ora tutta la nuova cultura ùalia,na. Questo volume ~ la sintesi di ti.tta la sua. attività, AUGUSTO MONTI Scuoclalassiecavitamoderna E' il testamento spirituale d1· un p1·ofessore che ha dedicato venti anni di la:uoro a vivere la scuola classicct come fattore di modern.rità. Un libro che farà rim71ia11gere a molti d-i non essere stClti a imparare greco e latin-0 con A. Monti. Parlare poi delle doti di scrittore arguto e fine che vi si ma.- n1"festano ~ su.71erfi·ll0per i lettori della « Rivoluzione Liberale » che bene Ù conoscono. LIRE 8 - AI PRENOTATORI LlRE 6 . LA T1P □ liRAFIA S□ CIALE PINEROLO (Torino) • ESEGUISCE LAVORI TIPOGRAFICI - OPERE - OPUSCOLI A PREZZI DI CONCORRENZA. COMPOSIZIONE MECOANICA PREVENTIVI A. RICHIESTA. Noi non s]amo irreligiosi, a.nzi sia.mo troppo religiooi, per 'le rnligion-i attuali e le trnviamo tutte insufficienti alla nostra completa celebrazione della vita e dell'uomo nella sua storia. La n~-tra critica parte da una necessità assolutamente differente da quella della vecchia critica a.utù,eligiosa, massonica, razionali.sta. Le religioni storiche non abbracciano per ndi abbastt:nza, mentre pe.r i razionalisti a.bbraccia.va,no troppo. Pe.r loro v'era nelle religioni sovrabbon_ danza dii divino, per norivi è scarsità di divino. ri,e dei porti cittadini alla ri?erca. dei poli fri- • "-======--=--========== l,;

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