La Rivoluzione Liberale - anno I -n .34 - 23 novembre 1922

bi 128 come con 10.000 lire oggi. Il socio pensionato non aveva. obbligo di lezione o di lavoro qualsiasi. Doveva. solo partecipare alle sedute della. dotta. compagnia., una specie di cir<X>lo,i cui soo.i in amichevoli conversari si comunicavaJ.10, se e quando avevano studia-to, i risultati dei !on studi. Adesso, le 600 lire sano rimaste tali quali; anzi, ridotte d•a.va.rii balzelli a 540 lire, valgono poco più di 540 soldi di una volta e non servono quindi più allo scopo per cui sono state largite, che era di dacre comodità .di riflettere a. una piccola. cerchia di uomini amanti della vita contemplativa e contenti di una vita modesta. Nelle vecchie università inglesi, ci sono ancora i fe/lows o compagni, i qua.li godono di una. pensione vitalizia. annua di 100, 200 lire sterline; e non hanno nessun obbligo. Possono, volendo, partecipa.re alla vita collegia,le; hanno stanza vitto uso della biblioteca. e delle comodità d~l coll~gio; ed in cambio non hanno altro obbligo salvo quello di pensare o di fantasticare se lo credono. Cento sterline, oggi, sono po.. eh~, anche in InghilteTra; ma ci sono dei frati laici, i qua.li, pagando alla mensa del Collegio un modesto scotto ed a.vendo una bella cella con dei bei libri, se ne contentano e da-uno utili contributi alla scienza.. In Italia queste pensioni gratuite sono contra.rie allo spirito democratico. Regalare 100 pensioni da 20.000 lire l'una a gente aristocratica, neppure obbligata. a dir grazie 1 Ohibò ! Concorsi ci vogliono e titoli e sgobbamento di lezioni e .di esami. Non che le lezioni non si debbano fare e che non siano necessari gli esami. Ma per le lezioni, il rapporto fra lo scienziato, lo Stato e lo studente è diverso da quello schizzato sopra. L'inventore dell'idea., il d:is,;odatore di terreno vergine dew essere ricco di casa sua ovvero essere paga.to dallo Stato, perchè nessuno è disposto a comprare la sua merce, la quale acquista pregio solo se divulgata. a tutti e quindi divenuta. gratuita. Le lezioni invece sono utili a qualcuno; possono essere impartite in loca.li chiusi. C'è lo studente, il quale si avvantaggia a non imparare la scienza solo sui libri, ma a sentirla esporre dalla viva voce del professore, ad essere guidato nelle sue ricerche da qualcuno che ha prova,to, ha sbagliato ed è riuscito prima di lui; c'è il giovane il quale, posto innanzi alla letteratm·a. scientifica., si smarrirebbe g~ttandosi sui lib1i più rumorosi, più moderni e meno consistenti ed ba bi.sogno di chi lo illumini, gli faccia risparmiare tempo e, a.ttraverso ad uno sforzo lieto, perchè definito e consapevole, lo conduca alla meta. Può d'a.rsi che l'indagatore della verità sia anche il maestro dei giovani. Non sempre è così: ci sono dei magnifici maestri, per cui il laboratorio è nu1la e la scuola è tutto; i quali vibrano e crescono di statura. intellettuale e morale nel comunica.re ai giovani le idee create dai grandi pensatori. Vite spese nella formazione di successive generazioni della classe dirigente, sono vite nobilmente e fruttuosa.mente spese. Ognuno di noi ha aspirato a compiere questo ufficio; Ognuno di noi, non potendo toccare la più alta meta di chi scopre ed adJdita nuove vie, ha riposto il suo orgoglio nell'introdurre i giovani nel vasto e grande e magnifico mondo delle idee. Anche per questa seconda categoria la moltiplicazione delle ore di insegnamento e la obbligatorietà delle esercitazioni è una goffaggine demagogica. Lasciamo stare le esercitazioni di laboratorio o di di,segno o di clinica che si sono sempre fatte e per cui occorre un apparato di assi.stenti, di impianti e di materiale scientifico, senza di cui esse sono prive di senso. Nelle scienze astratte ed in quelle morali, letterarie e giuridiche, che oosa sono queste esercitazioni, se obbligatorie 1 Io ho avuto 1-afortuna. di avere per maestro di economia il professore Cagnetti De Martiis, per cui la scuola consisteva nello stare tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 al Laboratorio di Economia Politica. a lavora.re in mezzo _ai suoi allievi, sempre pronto a dar loro con.sigli, ad indicar libri, ad addestrarli a maneggiare mchieste e statistiche. Ma egli era un volontario e lavorava senza compenso, con entusiasmo giovanile, perchè era insegnante nato. Anche qui bisogna rassegnarsi a giocare al lotto. L'ufficio dell'insegnante universitario è scelto da coloro che sanno insegnare, non certo perchè più lucroso di altri, ma perchè dà l'assoluta indipendenza., la inamovibilità, la quiete nello studio, le ore di lezione numera.te a distanze riposanti e ccn lunghi intervalli chiamati vacanze. Uomini dotati della capacità intellettuale che si suppone richiesta per coprire qnel posto devono godere di certi " ozi•, re debbono rinunciare a maggiori lucri a cui potrebbero aspirare altrimenti. Perciò, bi.sogna rassegnarsi a.I fatto che non tutti i p.ofessori universitari siano dei maestri o che altri, dopo esserlo stati, stanchi abbiano perso un po' del fuoco sacro che dianzi li animava. Non occorre che tutti i 10 0 15 professori dì una facoltà siano degli animatori. Anche un numero minore basta a rendere fruttuoso un eurso dì studi. In fondo, il metodo criti<X>necessario per lo studio dell'economia politica è gnello st€Sso che serve per la statistica o per la finanza; e colui che si è assimilato in diritto civile o romano il criterio giuridico pcs.qìede uno strumento che gli servirà anche nelle altre scienze giuridiche. Ed è necessario che anche i mediocri siano tollerati, senza limiti d'età, perc1iè la s·uola attragga i maastri capaci rli formare le nuQve generazio1ù. Ki> il fiqe <li ineile,re i L A R I V O L U Z 1 O N li} LI B E R A L E giovani allo studio, di formarne la mentalità, di introdurli con ordine nel m001do delle idee si raggiunge meglio moltiplicando il numero delle lezioni, facendone 100 invece che 50. Solo la superstizione degli orari lunghi e della "materia completa» può spiegare l'abnegazione delle molte ore. Quei geni,tori, i quali si lamentano perchè il professore non ha "svolto» tutta la materia e il loro figlio è stato bocciato agli esami di concorso, noo sanno quel che si dicono. La "materia» sta scritta nei lib1i di testo; e per svolgerla tutta basterebbe llJl fonografo messo sulla cattedra., col bidello accanto per manten&e l'ordine. Il professore universitario ha ben altro d~ fare: deve inspirare ai giovani l'amore per certe idee, il gusto per certe ricerche, il senso critico per le cose lette, il metodo per leggere ed imparar bene. A tal fine basta ugualmente trattare di m1 capitolo della cosidetta materia, o dare ad essa uno sguardo sintetico o gittar luce di scorcio sui suoi problemi fondamentali. E gli studenti debbono aver il buon senso di comprende.re che il co~-sd universitario non è che un avviarne-nitoallo studio di certe scienze; e che se vogliono conoscerle, debbono studiarsele da sè, con quel metodo che a scuola debbc,.. no avere imparato. Purtroppo, gli studenti seguono per lo piì, la linea del minimo sforzo; e confondono l'apprendimento della.scienza con il supera.mento dell'esame. Questa degli esami è una vera pia'ga, che turba la vita delle due categorie, gli indagaton ed 1 ma-estri, di cui ho cercato di schizzare sopra le esigenze. Come gli esami dovrebbero essere tenllti, se orali o scritti, se per matm·ie singole o per gruppi di materie affini, oo alla fine di ogni anno od al termine del corso di studi se universitari o di Stato, sarebbe un discorso l~1ngo a :"'nere. Qua.lunque sia il metodo seguito, certo e che essi dovrebbero essere affid.ati rud una s-peciale catego,ria" di insegnanti, addestrati e specializzat,i nell'ufficio di esaminatori. Maestri insigni. souo tenuti in poco conto dagli allievi, o meglio dalla gran massa degli allievi, perchè non sanno esaminare o si a.nnoiano nel farlo 0 sono troppo severi o troppo indulgenti. Ci sono invece uomini che sanno trarre gioia anche da. questo compito che ad altri pare seccantissimo ed a.ridissimo. Forse è il solo ufficio universitario per cui dovrebbero essere stabiliti bassi limiti d'età. Questa, che è una goffa superstizione italiana, ha r~gion d'essere per gli €Sami, per cui 0CCO'rreresistenza fisica, tensione nervosa attenzione forma e segttitata., voglia di rib:ttea-e e chia.nre gli errori, tutte qualità che coll'and,ar nia.nza. che il candidato si è impadronito dello spirito dell'insegnamento, che in quella data scuola, e non in un'altra. si imnartisce. Esso perci;i deve essere dato dall'insegnante che di quel- !., scuola è lo spirito animatore. Ma egli deve avere i mezzi di accertaxsi seriamente quanto valga e cosa sappia il suo studente. L'odie,rno esame orale, anche se prolungato dai consuetudinari quindici minuti a mezz'ora o più, non dà nessuna garanzia in merito. L'esame orale dovrebbe essere l'ultimo atto di una serie di prc,.. vu, principalmente scritte, da tenersi secondo un pia.no prestabilito cl,a.loapo di ogni istituto 0 gruppo di materie e concordato con i suoi colleghi. Chi abbia avuto sotto gli occhi qualcuno dei piani di studi e di esami che devono essere QS.3ervatinelle principali università inglesi ed americane per conseguire un qualunque grado, rimane stupito dello stato di anarchia i.n cui ci troviamo noi. Aua.rchia la qua.le dipende dalla circostanza che presso di noi tutto è affidato ad un unica persona., la quale doV1"'ebbenel te1 mpo stesso scoprire nuovi veri, -essere il maestro dei gioviani che hanno l'amore della scienza, il ripetitore e l'esaiminatore della massa degli studenti ordinari. Il che essendo di fatto imp08'- sibìle, tutti tre i <X>mpitisono adempiuti alla meglio, con risulta.ti spesso deplorevoli. Non s:i dica che le prove scritte sarebbero 1a continuazione dei componimenti liceali e si ridurrebbern ad un cattivo riassunto scritto, invece che orale, delle dispense e dei testi staanpati. E' tutta una arte che deve perfezionarsi in ma,teria. di conoscere le fonti principali, i libri ciassici, possegga antologie dei testi fondamentali sulle teorie insegnate e sappia trarne partito. Il cosidetto « paper » delle università inglesi meriterebbe di essere meglio conosciuto da noi: d,a,1 « paper » ossia saggio scritto prepara.to tranquillamente a casa, a quello che deve essere composto nell'aula, in non più di un dato tempo e in non più di tante parole; prove differenti le qua.li permettono di giudicare il valore del giovane da differenti punti di vista. Ed il «saggio, di ogni stud€nte deve e&Seresu un argomento diverso id-a. quello di ogni altro; ed essi debbono essere .parecchi per ogni disciplina. e cose ben diverse cl.alla dissertazione originale di laurea. Fatica diabolica, si dirà, per i professo1i; ed è perciò appunto che non è possibile farne nulla, prima che sia avvenuta. quella suddivisione di funzioni fra lo studioso, il professore e l'esaminatore che ho voluto delinea.re nel presente articolo. LUIGI EINAUDI. notedi politicaestera. degli anni vanno perdendosi, sottentrandovi il fastidio della ripetizione, la noia di rileva.re errori le mille volte coo~utati, la consa.pevolezza della inutilità dei tent/itivi di oa;mbiare le teste-,-- Scrivevo tempo fa, su R. L., che, dall'armimatte-o i cervelli grossi. Coll'età si accentuano i stizio_in ~ua, tutte le volte che, in politica estesentimenti cli indulgenza e di <X>mpatimento' ra,_ ci fu in Eurnpa qualcosa di importante e di verso le debolezze urna.ne e si affievolisce il senso seno da tratta.re e da concludere, tutte le volte del dovere di giustizia verso coloro i qua.li po- (tran".1~ Genova: m_a queHa. non fu cosa nè setra.nno essere danneggiati da un laureato asino. na ne 1mportante) m Italia, si ebbe, nelle forme Perciò una delle riforme più utili all'università più diverse, uno straripamento di nazionalismo, sarebbe la creazione di una. classe di esamina: che valse a tenere il nostro governo o impedito ton, la qua.le fosse specializzata. in questo ufficio o impotente· o assente. e ne facesse lo scopo della sua vita. Noi econo: E anche ora, l'ultima piena del nazional-fami.sti_siamo portati a far uso del principio della scisma si produsse nell'immineru,a della confedivis10ne del lavcoro; e ciò che dico si inspira ap- renza. di. Losanna, e fu tanto più veemente, punto a questo criterio. L'UJJiversità può trar- quan_to più grave era il momento della nostra re gran partito da uoonini che non abbia.no e politica estera. non possano avere l'ambizione di creatori e di * ·• * maestri, ma aspirino al più modesto, ma ugualmente utile. ufficio_di collaboratori di quelli, alleV1a.ndo ad essi la fatica materiale dell'interrogare e del fare ripetere. L'·aspirazione di tanti padri di fa.miglia al corso •completo, potrebbe ooser_esoddisfatta da questi •ripetitori» pagati dagh studenti ed i cui corsi sarebbero probabilmente frequen_ta_tissimi dalla grande massa degli studenti, a cm importano poco le idee madri i metodi di studio, gli strumenti della ricerca 0:-i: gina.le, ma vogli0010 invece ridotti in soldoni gli elementi delle discipline di studio. Gli stud_enti frequenterebbero i corsi privati dei ripet1t?n, _quando questi fossero per l'appunto corsi isbtuzionah e generali e quando i ripetitori f00se~o colo:o s:1 cui cadesse il carico precipuo degli esami, divenuti una <X>Saseria. Adesso gli esami non possono essere una cosa seria 1addo_ve gli studenti da esaminare sono centinaia e 11 tempo è limitato ~ la fatica è tubta del professo.r_edella materia, 11quale al decimo interrogator10 praticamente è stordito, ripete senza vo_l<;rlole stesse domande, alla cui suggestione gh e unposs1bile sottrarsi. Gli esami dovrebbero essere org~nizzati; nè lo posso110 essere senza un c~sto prnttosto elevato. Io non credo che abbi_a impor,tanza effettiva sulla cultura la questione del! esame accademico e dell'esame di Stato'. che i': Italia sembra essere la sola questione esistente 1n argomento. L'esame cli Stato, introdotto nel ncstro ordinamento scolastico attuale peggiorerebbe grandemente la situazione, po/ che_al _pappagall1smo delle dispense - a cui qua o_la si sottraggono gli insegnanti che all'esame nescono a dedicare cure part..icoJari- si surrog_herebbe, pe/fgiore e generalizzato, il pappagallismo de1 hbn di testo e dei questionari stabiliti per regolamento per i tali e tali diplomi. L'<,,~ame non deve te.s1oimonì.areche il candidato ha quelle tali nozioni, che lo Stai.o ha prcscritlo in un programma: l'esame di Stato, checchè profetizzino i suoi fautori, ha almeno altrettanh tendenza a degenerare come l'esamn accademico. Il diploma conseguito cooì è una b~n meschina c01;a. Invece l'esame dovrebbe rendere testimc,.. Ora in Italia, • tutt-i pendono dalla bocca di Leòfilo •, ma fuori d'Italia si decidono davvero i destini d'Europa, e d.'Italia.. ' Con la calata di Kemal su Smirne t1'tti i risultati della guerra dei cinque anni sono sta.ti f["imessiin, disc~ssione; I\tnico a veder giusto è sta~o~ n~ll oc~as1one, Lloyd-George, co' suoi propos1t1 d1 resistenza a oltranza; ma oramai era troppo tardi e lui stesso, forse, era convinto dell'inutilità del suo impuntarsi; ad ogni modo, ·,quel che è certo è che a Mudania furon butta.ti .a mare due buoni terzi dei frutti della vittoria ,dell'Intesa.. E adesso è in ballo l'altro terzo. La Turchia ristabilita vincitrice in Europa, vuol dire la Bulgaria rifatta. fiduciosa d'una sua anche prossima rivincita; il ritorno in Europa e la rivalutazione delle sue antiche allt,ate del Sud, assecurano e sollecitano l'Ungheria., interna.mente consolidata. e già pronta a tutto; La Russia, che proprio ieri ha rifatto la vooe grossa con la Rumenia. a proposito della Bessarabia,_ è djsposta anche a rinunziar, per ora, alla libertà degli Stretti, p11r di rientrare nella politica europea, 1iservandosi, se mai, di ritentar per altre vie la discesa al mare caldo; dalla Baviera. giungono sempre più inquietanti le notizie d'un imminente colpo di Stato, con cui Monaco, rifatta monarchica, inizierebbe il moto di ri<X>struzione dell'impero germanico, che avverrebbe, questa volta, dal Sud anzicbè dal Nord come l'altra. volta. C1Jl ristabilirsi eJfoLLivo cruna quadruplice tedesco-magiara-bulgaro-turca, rafforzata dall'adesione della Russia, voi vedete dove se ne vanno i frutti della vittoria; voi vedete quale sia per esser la sorte della Rumenia., del!' Austria, della Polonia; voi potete pensa.re a quel che si prepara per le Intese, grandi e piccole, e per l'Italia. Appunto: che farà l'rtalia in questo ballo indiavolato, cho sta per ricominciare in Oriente, e sull'uscio di casa nostra! I movimenti kemalista, bavarese, ungherese, sono tutti movimenti nazionalisti, anzi movimenti pretta.mente fascisti; i rapporti che corrono fra essi e il fascismo italiano sono noti; la fortuna. del colpo fascista in Italia ha, per segni evidenti, incoraggia.ti e sprona.ti i nazionalisti di Angora, i fascisti Ungheresi e Bavaresi• forse, mentre scrivo, altri colpi consimili si stanno compiendo; forse, siamo alla. vigilia di avvenimenti, per i quali si romperà, forse, altra cosa che il trattato di Sèvres. Nei movimenti di riscossa che si preparano, quale sarà la posizione dell'Italia fascista.! A rigore l'Italia. nazional-fascista deve, negli avvenimenti in corso e in quelli imminenti, porsi risolutamente a fianco degli stati nazionalfascisti dell'Oriente, della Baloania., e della Media-Europa. A rigore deve l'Italia na.zional- fascista coglier l'occasione propizia per mettere a posto il regno S. H. S., preso alle spalla da Ungheresi e Bulgari; deve ripensare a Tunisi mentre la Francia ripensa al Reno; deve insomma Roma fascl.6ta, tèntare, come Angora, come Budapest, come Monaco, la sua rivincita1 • * * * Naturalmente, il Fascismo, salito al potere, sì guarderà bene dal fa.re la benchè minima parte delle bestialità ohe diceva prima, qua.n- ,do parlava. di politica estera, e avrà, come unica preoccupazione, quella di mostrarsi savio, corretto, educato; si soffregherà con l'Intesa, rabbonirà la Jugoslavia, farà il cipiglio fiero con Angora, <X>llBudapest, con Monaco. Con ciò otterrà in primo luogo, com'è naturale, cli aliena.rsi per sempre le, sia pur poco lusinghiere, simpatie di quei fascismi e naziona1i~mi forastieri, senza riuscire in pari tempo a far cadere le tanto giustificate diffidenze della Francia, dell'Inghilterra. e de] regno SerboCroat0-Sloveno. Ad ogni modo, Intesa grande e piccola, e Stati vinti e revan.chùt1· seguiteranno })iù che mai a sbrigare i loro affari senza contare nè sull'appoggio nè sull'opposizione dell'Italia, la quale sarà per loro più che ma.i la malfida, la enigmatica, o, meno melodrammaticamente, la potenza in cui l'unica cosa che si fa e si decide in piazza è proprio quella che, unica, .dovrebbe essere alle influenze della piazza gelosamente sottratta., cioè la politica estera. E se domani, che Dio non voglia, i problemi di politica. estera si dovessero risolvere, anche da noi, con una mo1bilitazione od una guerra, la cosa più facilmente prevedibile nell'Italia fascista sarebbe lo scoppia.re d'un conflitto di competenza fra l'esercito irregolare fascista e l'esercito, diciamo qosì regolare. « Tocca a te», «N·o, tocca a te», e frattanto chi ne toccherà ho una gran paura, che sarà la povera Ita1ia. ' *** Ma, anche es;ludendo la possibilità d'un così triste caso, il fatto certo sarà sempre questo: che proprio in materia di politica estera, cioè nell'unica materia in cui il fascismo vantava :-111 s1:0 proprio ,programma, proprio qu1 il fasmsmo non potrà altro fare che quel- ,lo che ,da quattro anni van facendo i governi d'Italia: esser rinunciatario per forza non volendo esser ragionevole per amore, oscilla,-e fra le potenze ex-alleate e le potenze exnemicbe, rendersi a Dio spiacente ed ai nemici sui, raccogliere all'estero niente altro che mortificazioni e ripulse e motteggi. E così anc~e qui, _specialmente qui, sarà. apparsa la tra~ca rnutihtà di quella enorme iperbole che fu 11 fascismo, il quale dopo un"' tensione d_i quattro anni, ha perpetrato h prima J"1voluzione violenta. della terza I_tailia solamente per lasciare come prima insoluti' tutti problemi essenziali della vita italiana. AUGUSTO MONTI. Al LETTORI. Stiamo in questi giorni rivedendo la parte amministrativa della nostra Rivista e richiedendo agli amici l'abbonamento che finora si son dimenticati di farci tenere. Ma l'invio di cartoline, di sollecitazioni, di _trattepostali, è assai gravoso .. e d1spendwso. Ci rivolgiamo perc10 ancora una volta a quanti ricev~no i[ nostro giornale e non hanno sin q1;1prov~e_dutoa mettersi'in regola con l _A17!mtn1strazionepregando/i di v~ler_invtare, senza attender sollecitaz,wni O tratte postali, l'importo del- ! abb~n?ment? scaduto (L. 20) alla A_mmin1strazione della « Rivoluzione Liberale • in Pinerolo (Torino). E' poi necessario che tutti gli amici ed abbo~ati cerchino di aiutarci per la dVfuswne mandandoci nuovi indi- ~1z~1 di probabili abbonati a cui noi tnv1_ere'!10numeri di saggio. Per la sol1d1ta del no~tro bilancio bisogna che ognuno dei nostri amici ci trovi subito un nuovo abbonato.

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