La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 25 - 27 agosto 1922

IUTIZIE SUGLISTUDISTORICI II SALVEMINI Dei ca.ratl:eri, dei pregi e dei limiti della s,:uola erouoruico-giuridica, e del posto che essa ebbe ed b.a. nel quadro generale deglj studi storici contcrnpoca.nei, ha già parlato, come si do\·e\·a, il Croce; e non è certo inia iuteuz.ione dassumere qui, mal,an1e.ute, la stLa analisi e i suo-i giudizi. ll mio cotupilo, i.u questa rasscgua, è clc.l 1·est.onon tanto d1 definire le carollcristiche foudamenlali e le tenden 7...e più significalh·e del! 'indagine sto1iogr:16ca, quanto piulloolo di rile,·are le qualità e le attitudini dei singoli studiosi, al <li fuori della ron-eutc o del gruppo, a cui ciascu110 dj essi appartiene. Accettaudo come ptwlo di partenza la base ideologica comune a p:1rec:chi storici, utile sopratutto iu quauto fornisce gli schemi genetici µe,:· LI. classific.a7.ione dei vari indirizzi culturaJi., jl U1ioscopo è di porre in luc~ quelle particolari divergenze che costituiscouo la speciale fi..sorwrnia di ciascun iudi\·iduo. E quaudo l 'opexa stoi;c:a_del Sah-e1uiui sia esamiuala da ques.to plillto di Yista, difficiltnente e solo in lerti liu1iti si potranno ancora attribuire ad e'5-.1 i giudizi che il Croce dedica a1la scuola ecouo1nico-gi uridica presa uel suo complesso, ma in compenso si rive.le.rallllo forse qualità singolati e -riposte, che 11011 pote\·auo essere considerate in uuo studio più comprensiYo e generico. ~on \.: opporhu10, per esempio, g-ua.rdar trop1)0 da vicino al 1narx.ismo del Sah·entiui, che fo.rsc tutb.via sarà ronside.rat.o da taluni il centro e la ba.c;.eUelle sue ricerche; perchè ci accadrebbe moL to p1·obahilmeute di tro\·are uu insieme cli concet~i vaghi e nou se1npre coordinati, auzi talora per5?no apert:.a...--nentecontradclitori, assai più simile aile ideologie den1ocratiche diffuse tra i socialisti riformisti e complicate dai contatti col positivsmo, che nou al materalisrno storico 01;- ginario. Chè se anzi cerchiamo nei suoi libri un-c:t tnetodo generale e un criterio supe1;ore di Yalutazione dei fatti storici, cioè in qualche modo una fi1030fia direttiva ed implicita, ci troveremo di froute a nu uudeo di idee, che si potrebbero agevolmeute riattaccare ai dogmi fouda1nentali dell'illtuttiu..ismo, e ai p1·incipì politici della rivoluzioue francese. Pet" questo lato anche la sua partecipa.Lione al movimento socialista fn per lui, come det resto per moltissimi altri fra i più noti uomini del partito prolet:uio itc1.liauo), più che 1'a.ccett.azione di u11.a teoria filosofica, 1':tdesioue sentimentale a un ideale di giustizia e di libertà. Coll ciò uou s'intende affatto di negare ogni possihi1e infln ... ~ stt di lui del materialismo storico, in quanto que3to contribuJ certamente a dargli quella percezioue realistica e spregiudicata degli avve!.l.i.meuti, e ad indirizzare le sue ricerche, almeu.o iu un primo tempo, in un campo prev-alente-m.euteecouornico. E mantenendo heu fermi i limiti che abbi.amo esposti, polTemo notare in lui anche altre miuori influenze: come quella del positivismo, o. cui abbiamo già accennato, e che &i rivela. 3d esempio nel suo modo di definire il concetto di storia; e finauco quella dell'idealismo, che traspare udle sue discussioni sul problema scol.astico. ù'la llello stesso tempo ci sarà facile scorg~ che ci.a.scuna di queste ideologie riesce solo a. colorire variamente le sue particolari manifestazioni, seuza che mai nessuna di esse prevalga, 11\'.'. t2nto meno penetri a fondo tramutandosi in criterio direttivo, unico o principale, di -ogni suo pensiero ed azione. E se voglia.mo trovare una base dottrinale salda e costa11te che possa verainente giustificare, così come la su1 atti\'ità politica, i suoi interessi storici ; tloYremo anrora dconoscerla, come abbiamo eletto, ia quella parte del pensiero illuministico, che diventò, dopo la rivoluzione francese, patrimonio comune e fondamento primo delle ideologie liberali ·e socialistiche pilt diffuse. Le sue molte e diYerse Esperienze, pratiche e colturali, 11011 ri uscirouo .a ca:ncellare, e neppure ad arric-- chire quella su.a fede originaria e popolare. Come sì può vedere anche esaminando le qualità este- ·r1ori ed appariscenti del suo temperan1ento di stu-- c'.io:'◊, le quali di solito deYono essere assunte come simbolo e parvenza di queile intime e più difficilmente riconoscibili. La maggiore di queste qualità è ! 'aspi.razione alla chiarezza e precisione dei cou.cctti, dote che si direbbe quasi prettame11te [rance.se, e che mentre giustifica il singolare \·alore scie.utifico dei suoi studi, d'altra parte spiega l'astrattezza e quasi aridità di taluni dei suoi proc,edimenti. l.l tatto ch'egli poi riesca spesso a superare l'angustia primiti\·a ddl'impostazione, ed otte11ga cosl risulta.ti insperati e notevolissimi, dimostrn soltanto, più che una presunta influenza su di lui delle correnti ùi colhu·a contemporanee, la ricchezza i111pre\·edibile delle sue facoltà naturali. E' uatu.rale pet'ò che le idee illuministiche, che formano ancora qu.asi immutata la filosofia Ytllgata delle tnaggiorauze, risorgeudo :in un uou10 di studio della fine del sec. X[X e dei primi del XX, assumano aspetti uuoYi e caralteristici. Quali s0110 quelli che si possono studiare analiticamente in un suo articolo su La storia co11sidc1·ata come scienza (Ri---.:.ital. di sociologia, VI, r902, p. 17 e seg_e;.). Prescindendo dalla forma delle argomentnzioni improntata al posith·iLA RIVOLUZIONE LIBHR.ALJJ; de-re, p -r esempio, nello :;ludjo su. La politica estera di F. Crispi. Del resto anche negli altri libri, venuti dopo quelJi primj <: bellissimi che :ibbia.m ricordato più sopra, le qualità mentali del Salnemi11i lasci.an. troppo spesso vedere le lacune e i difclli impliciti in e:,se: 1Jl passione yer la chiarezza e l:i semplicità diveJJta troppo facile :icquicscc.'117.,agli scbcmi, e tra.i;.c~un1nz.-'J. dei dati inlnilivi e im.previdjbili della :;toria, in fa.vore di quelli slrellam.ente logie-i e ragionativi. Abbiamo allora gli Studi storici, il .Wazzini, e sopratutto La 1·i1:olmione francese, ,talla quale troppo evidentemente esulano la ricchczr..a fantastica e: la complicazione e contraddizione: degli avvc.-nimenti, proprie di quei tempi fortunosi, in cui Ja gran<ler...- za della storia si rivel~ con C,Irattc:ri di fatalità. 93 miracol06a difficile a ridurre in ordinamento logico e conseguente. Il cbe non toglie che anche in questi libri siano visibili i meriti grandi e diversi di Gaetano Sal.vem.ini, e sopratutto quell.a coscien7,a. della verità e desideTio dell'obbietti,·ità, più che rispettosi, entusiastici e ricchissimi dì fiducia. nelle proprie possibilità illimitate. TI un omaggio a questo spirito di verità, cbe il Sah· ·mini c.i insegna doversi usare anche con i maestri, vog-liono essere, con gJi elogi, Je limitazioni e 1r~ c.ritic-he contenute in questo articolo, le quali nr.,n \·alKono dtl re::;to in nes.sun mo,Jo a diminuire un'attività, d1e fu feconda e nohilis~ sima, e che non <· giunta ancora al suo termine. NA'[Al,1~0 SAPF.CSO. smo corrente, e dd resto puramente esteriore; l· facile scoprire qua e là in queste pagine il fondo teodco del Sah·emini. Vero è che vi si trova proclamalo con eloquell7...a un concetto del progresso, che .si direbbe qu;isi ispiralo ;illo storicismo roma.11lico: e Da questa conduzione, cbc il presente non è un sistema di forze receuli dannale a s\·anirc di fronte alle tmovissim.c fon·,e de] futuro, ma in equilibrio i11sl;1biltssimo, c:011dizio11aloda tulle le passate e.volur.ìoni psichiche e sociali ùel genere umano, e condizione alla sua volta di lutli gli S\"Olgime11ti futu1·i - da questa cou\·inzionc nas.<;e il fatto che onuna..i qualunque co11osccnr..a del presente astraesse cL-illanozione del passato, ricscirebbc incomplcL-i, e.le.forme e inadeguata ai nosl1i pii't comples~i bisogni i11telleltuali -.. 1vTa se si guarda un po' pili a (ondo, e: si cerca uua più concreta definizione di queste parole alquanto vaghe: e illusorie; quello che ci appari\·a bisogno di c.letermiuarc: sloricamc11le il momenlo prcsellte, si ri velc.rà pili propriamente « sperauza dj troYare con l 'aiulo dei ratti passali la soluzione di acuti~simi problemi pratici proiettanti la loro ombra sul futuro,., e le ricerche storiche clivr::utera11t10 « basi indispensabill alla sociologia,. E se iu questa concetto ritroviamo il crite1;0 di giustificazione cstriuseca della storia ,sussidio e fondamento alle conoscenze antropo1ogicbe, comune in tutto il Settecento; un'~o dei desideri d'erudizioue di quel secolo si può agevolmente riconoscere nell'altro moti \·o che ci spinge, ~ondo il Sah·emini, alle ricerche stodcbe: e la curiosità scientifica di apprendere attraverso la storia la nostra disceudenza psichica e sociale it. Altre proYC, ancJic: più evi<leuti della derivazione <liretta del Sah·emiui dall'illuminismo popolare e dalle ideologie della rivouzione francese, si scoprirebbero seuza difficoltà, se fosse possibile di studiare anche le dottrine e l'attività politica di lui, indagiuc che ci è vietata dai limiti ideali e materiali del nostro lavoro. Del resto, nel campo nella storia, la fede illuminista si risolveva in un amore quasi religioso della scienza, in quanto è analisi, precisione, determinazione di concetti. Pare indub. bio che oggi le opere di storia più pte7iose e durature non possano sorgere altrimenti che da un ctùto siffatto della scienza; almeno fino a quando non penetri nell'animo degli studiosi una diversa certeu~'l dottrinale capace di prender il posto delle fedi, differenti ma tutte fortissime, di Cuoco e di Manzoni, di Colletta e dj Balbo. NOTE DI POLITICfl INTERNf\ E certamente, se dobbiamo credere alla nostra esperienza, tutti i contributi più notevoli della storiografia contemporanea son sorti su questo terreno di fiduciosa adesione e dedizione al sapere, che, attraverso le più dirette, sebbene quasi soltanto incidentali, influenze del positivismo, ritro\·a i suoi più veri e immediati progenitori nel settecento, secolo dei lumi. Poichè veramente nelle prime opere del Salvemini non sapremmo d- .conoscere alcun nesso con le dceude politiche presenti; e ci par altresl scarso e quasi soltanto iniziale }'in.flusso del materialismo storico: e l'in ... teresse precipuo e costante vorremmo trovarlo piutto&to nella definizione esatta e limpida dei termini : volontà di chiarezza che si oppone alla fantasiosa oscurità di alcuni storici romantici : « Se noi cerchiamo di concretare le nostre azioni sulle lotte fra i partiti nei Comuni italiani, dobbiamo confessare che quasi sempre parliamo di !\{agnati e di Popolani come parleremmo di due qn2ntità algebriche astratte; magnati e popolani s0110 parole, sotto le quali non vive nessuna idea determinata, concreta ... Che cosa vogliono dire queste parole? ll. Desiderio di veder chiaro, dissipando ogni possibile confusione, colPi11tento di raggiungere per quanto si può la certezza obbiettiva (onde la necessità pe~ lo storico di « subordinare sempre le proprie idee ai fatti , e di ricordar « sempre che i suoi preconcetti sono delle semplici ipotesi provvi,sorie; che egli verso i fatti ha solo dei doveri e i fatti verso lui hanno solo dei diritti I)): questa è l'o!igine prima oltre che dello studio su La. dignità cm;aUeresca, di quel bellissimo volume: i\tlagnati e popola•11i i.n Firenze dal 1280 al 1295 cbe è ancor oggi l'opera a cui meglio può raccomandarsi la sua fama. La lotta politica vi è studiata nei suoi dati più semplici ed elementari - i contrasti economici - onde ne risu1ta una visione con1plessiva limpida, organica, adereute al processo <le.i fatti reali, e perciò stranamente in contrasto con le fautasie me~'lfìsiche dei romantici non solo, ma perfino con le indagini morali del suo maestro Villari. Que~ta. sna tendenza a risolvere i conflitti storici nelle linee fondan1entali, poicbè l'aveva portato iu questo caso a dare una particolare importaHza ai dibattiti economici, fu confusa con un interesse 1J1.arx.istico,o peggio con un'applicazione alle.idee e sentimenti e alle vicende sociali del tempo suo; mentre nou era altro, nel suo fondamento, che un amore istinti\'O, e direi popolaresco entusiasmo, per la scienza, dal quale miracolosa.mente scaturiva uua interpretazione dei fenomeni storici assai più co'ncreta e politica di quella a cui ci abituavano gli scrittori politici di allora. Perchè: quando ,·crameute nei suoi studi storici penetrò un troppo appassionato interesse per le: lotte politiche contemporanee, e quasi un'eco delle campague e propagande agitate dal Salvemini lu altra sede; e questo unoYo impulso contingeule e qualche po' tendenzioso si sostituì a qne11o primitivo spregiuclic(lto e scientifico, alla sua. storia 11011 ne ,·enne nuova Jor1"'1 bensì qualche fiacchezza e 1111 reale clccacli111e11to.Come è foci le YeFascismo e rivoluzione E' banale I'a/Ierma1ione cbe il fatto villoria ri. suita realmente di d1'e fatti: il fatto bruto, realistico della disorganizzazione o distruzione del neniico, e il fatto idea.le della coscienza di tale superiorità o senso della villoria. i!l Italia si è. avuto, come conclusione della guerra, il primo fatto; invece è mancato, quasi del tutto, il secondo. E' mancato il senso della vittoria uel fante, per il quale i fini della guerra non erano Trento e Trieste e Zara, ma erano la distruzione del militarismo, la pace perpetua e i due iugeri di terreno; è n:iancato il senso della vittoria nei ceti imbevuti di nazionalismo, per i quali i fini della guerra erano la Georgia, l'Asia 1vfinore, la Somalia Inglese, la Dalmazia, o almeno, il patto di Londra più Fiume; è mancato nelle zone grigie dell 'opiuione pnbblica, per le quali la nostra gue.rra si è fermata a Caporetto (Sta1npa, Avanti) e l'impero Austro-Ungarico è caduto per intime debolezze (diséorso Giolitti a Dronero). Tre anni di guerra, mezzo milione di morti, sei miliardi di deficit senza il seuso della vittoria vuol dire, in un paese come il nostro, senso della sconfitta, vuol dire sconfitta. E' banale ancora che prima conseguenza della sconfitta, in uno stato nazionale, è la rivoluzione sotto specie di mutamento dj regime. Ed è banale altresl che conseguenza di tali rivoluzioni postbelliche è la controrivol~tzionè e la reazione. Anche questa volta la legge non si è smentita. Gli stati sconfitti hanno avuto tutti la loro rivoluzione, in tutti alla rivoluzione è successa, o si è tentata, la controrh·oluzione. Lo stesso è accaduto e sta accadendo nei paesi o negli stati in cui si è avuto,se non la sconfitta Yera e propria, almeno il fatto del senso della sconfitta: esempi, l'Irlanda e, purtroppo, l'Italia. Qui da noi la série di tentativi rivoluzionari che vanno dai moti pel caroviveri del Luglio 'r9 alla occupazione delle fabbriche del Settembre '20 rappresentano come intenzione, se non come effetto: quello che fu in Francia la Comune dopo il '70, la dittatura di Bela Kun in Ungheria, la rivolu, zioue del noYembre in Germania, cioè -il classico tentativo di sovvertimento del regime, conseguente alle guerre sfortunate. Come, dall'altra parte, il fascismo rappresenta da noi quelio che fu Versailles :in Francia, il terrore bianco in Ungheria, le organizzazioni Konsul e simili in Germania, cioè la classica reazio11ealla rivol111,io11eo ai tentativi rirnluzionari post-bellici. Se da noi, dopo la guerra, più che ·moti rivoluzionari si ebbero dei tu.mul.ti sediziosi, con sçarso effetto immediato, una delle ragioni-Sta aiiclienel fatto che, insomma, la uosh-a guerra non si era chiusa con la sconfitta vera e propda, e che il senso della sconfitta era, in rarte, creazione artificiosa di partiti e di persone polemizzanti, destinata a SYanire davanti al chiarirsi della coscie111..a della \·ittoria. Però in Jtalia chi vuol essere giudice imparziale non può non notare, iu questo gioco di rivoluzione e di controrivoluzione, una sproporzione enorme tra i 'entità dei mo,·imenti riYoluziouari e l'imponenza e la persistenza della reazione contro-ri \·oluzionar:ia, la quale, come altre volte s'è detto, si è affermata più vasta e gagliarda proprio quando la marea rossa era in deflusso e pare si \·ada esasperru1Cloa mano a mano che tutto quanto sapeva di rivoluzionario, dalla parte opposta, rimpicciolisce e scompare. Il quale fenomeno curiosissinìo e importantissimo ci trae a un altro genere di considerazioni circa il fascismo. Finora abbiamo messo de1 fascismo in eYidenza solamente il lato anti-dvoluzionado, il lato Konsnl; ma, come altra ,·olla si è detto, errerebbe chi credesse che in questa attività si esaurisse tutta la forza del fascismo italia110. Prettamente reazionario e anti-riYoluzionario è solamente uno dei fa..o::.cismi,quello che si è convenuto di chiainarlo agrario-industriale, a cni si possono aggiungere alcuni elementi d'aYat1guarclia del nazionalismo e del liberalismo italia·- no; ma l'altro fascismo, quello della prima ora, quello clic abbiamo chiamalo interYentìsta, cinello se è antisocialista uon è niente affatto antiri,·olnzionnrio, eh~ anzi ~ prettamente c ~i11cern.111c11tc rivoluzionario, assai più rivoluzionario certo dei socialisti di cui brucia i giornali e le cooperative. Que;s.ta corrente di fascismo rivoluzionaria per \·ia si è ingrossata di elementi sindacaiisti e anarchico-comunisti, che abbandonarono Je antiche bandiere dopo l'insuccesso dei moti rivoluzionari di marca socialista, e accorsero al fascismo attirati a lui àalla -sua coreografi.a rivoluziona.ria. Jn questi elementi ri\·oluzionari fermenta an~ cora quel composito senso della sco-,ifitla eh.e io bo descritto sopra come creatore di rivoluzioni post-belliche, ed è questo lievito, secondo m.e, quello che ci spiega il persistere e l'ingigantirsi apparentemente gratuito, dell'azione extra-legalitaria del fascismo. 11 torrente ,·a; la spedizione punitiva è ormai un di messo ferra veccb io, adesso è di moda 1'occupazione: sempre più difficile: Bologna, Cremona, Ko\·ara, Tolentino, Ra'f"enna, D-1ilano,Parma, Ancona. Il torrente Ya : doYe? contro chi? Contro il socialismo debellato? contro il superstite comunismo? Gli agrari, gli ..industriali, gli eser0e11ti dicono e credono che si; i liberali e i nazionalisti incominciano ad avere qua.khe sospetto e, scortarulolo, vigilano il torbido alleato; ma Cesarino Rossi entra in Palazw Marino lanciando il grido di « viva la guerra rh·oluziona.ria • eco delle giornate di maggio e della propaganda di guerra; i fascisti del Lazio, al finire dello sciopero, affluiscono a Roma per impedire e a1la autorità centrale di distogliere parte delle truppe concentrate a Roma per impiegarle ove il fascismo si afferma _nel contrattacco , ; Gabriele D'Annunzio si riconcilia coi fascisti in quella Milano in cui, non molto tempo addietro, pronunciò la frase: , A Roma non andrò che per abolire le leggi infauste , ! Nulla, apparentemente, manca ora al fascismo italiano per fare 1a rh·oluzione, per essere la rivoluzione: denari, anni, numero, cred..ito, arroganza ,tutto gli soccorre. Risolverà il fascismo il dubbio proposto da Mussolini alla Camera, dirà se è si o no un partito insurrezionale? Anzi, i fatti sono corsi avanti da un pezw; senza che altri lo dica, il fascismo è ormai da un pezzo un 1novimento insurrezionale. Ma la mèta quale sarà? Per me, io credo che anche della ri\·oluzione fascista sarà qnello che fn della rivoluzione socialista: cioè niente altro che un po' di baccano. E ciò per le stesse ragioni dell'altra volta. Prima di tutto per la mancanza di idee chiare: il fascismo, in fatto di idee, è più a piedi del social-comunismo, e poi specialmente per l'interno dissidio che lo travaglia. Anche nel fascismo, come nel social-comu.nismo, il lievito, il fen·ore è dato dagli elementi riYoluzionari, ma anche nel fascismo, come già nel social-comunismo, accanto al lie,;to c'è 1a 1nah;a, ci sono i pompieri; e anche nel fascismo i malvoni sono quelli che hanno il potere effettivo, cioè le palanche e il ere-- dito e la serietà e l'appoggio di organi go,·ernativi. E anche stavolta succederà lo ste&.so: quando la riYoluzione fascista sembrerà imminente. quando i capoluoghi di prodncia saranno occupati, quando il governo dirà « insomma decidetevi, le chiavi, se le volete, eccole qui 11, allora i Buozzi e i D'Aragona del fascismo escogiteranno una qualche formula tipo quella del controllo, o do1nanderanno le elezioni, o .. andranno al g0Yen10 insieme con l\1ecla e :Modigliani. E cosl il fascismo, come già il sindacalismo, come poi i] popolarismo, come fra bre,·e il socialismo, diYenterà un altro puntello di questa bmocrazia pseudo-parlamentare che è lo Stato Italiauo. E di buono, nèl senso liberale, non avrà lasciato nnlla dietro di sè questa triennale ,·entata anarchico-fascista in Italia? Forse una cosa: che lo Stato liberale, negato nelle parole e nei fatti, prima dalle moltitudini pseudo-socialisre;- poi clalle masse fasciste, in\·ocato a sempre più grande voce dalle turbe intermedie, cesserà di essere 111.1 concetto filof--ofico,famigliare a pochi solitari studiosi, per cli,·entare un'aspirazione sempre più chiara e sempre più precisa uella mente e nel Yolerc: dì f--empre pili numerosi Jtaliani. 11 che l.· forse 1a più grande e più vera riYoluzione che in Italin - per ora - si poss..1Yaghegg:iare.

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